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OTTAVA SERIE

AVVERTENZA

l. Questo volume, l'ultimo dell'ottava serie della raccolta dei documenti diplomatici italiani -serie relativa al periodo compreso fra la Conferenza di Stresa e l'inizio della seconda guerra mondiale (1935-1939) -concerne gli avvenimenti verificatisi dal convegno di Salisburgo (11 agosto 1939) alle dichiarazioni di guerra della Gran Bretagna e della Francia alla Germania (3 settembre 1939). La sua pubblicazione, unitamente a quella del volume precedente, già edito, dedicato all'azione diplomatica italiana tra la firma del Patto d'Acciaio (22 maggio 1939) ed il convegno di Salisburgo (11 agosto 1939), è stata anticipata rispettivamente agli altri volumi della stessa serie. Con ciò -riprendendo una pratica seguita altrove in occasioni consimili -si è voluto andare incontro all'attesa degli studiosi che appare specialmente rivolta alla conoscenza delle origini immediate della seconda guerra mondiale. E poichè anche la preparazione dei due primi volumi della nona serie (1939-1943) che si estendono fino all'11 giugno 1940 è già iniziata, si prevede di mettere sollecitamente a disposizione degli storici tutte le fonti diplomatiche relative ad uno dei capitoli più importanti della politica estera italiana.

2. Il materiale dal quale è stato tratto il presente volume fa capo ai seguenti fondi:

a) Archivio di Gabinetto; b) Archivio della Cifra; c) Archivio generale;

d) Archivio dell'Ambasciata d'Italia a Londra; e) Archivi non appartenenti al Ministero degli Esteri.

a) Archivio di Gabinetto. Stante l'abitudine gradualmente invalsa -soprattutto a partire dal 1927 -di concentrare presso il Gabinetto la trattazione di tutte le questioni più importanti, l'Archivio di Gabinetto rappresenta indubbiamente la fonte principale. In esso si trovano: gli originali delle comunicazioni di carattere confidenziale provenienti da personalità straniere e dalle rappresentanze accreditate presso il Quirinale; gli appunti relativi ai colloqui del capo

del Governo, del ministro e del capo di Gabinetto con i diplomatici e :le personalità straniere; copia dei principali telegrammi segreti non diramati (S.n.D.) in partenza ed in arrivo; i più importanti rapporti segreti (talvolta in un solo esemplare, talvolta in due o tre copie per lo più concentrate tutte al Gabinetto) dei nostri capi-missione; la corrispondenza personale del ministro con i vari diplomatici italiani all'estero; gli «Appunti al Ministro» del capo di Gabinetto e dei Direttori Generali; copia dei telegrammi ordinari relativi alle pratiche trattate dal Gabinetto ed una serie di cartelle o di volumi contenenti il materiale riguardante determinati problemi (ad es. Tripartito, Alto Adige, ecc.) o determinati Paesi (ad es. Germania, Albania, ecc.).

L'Archivio di Gabinetto è sostanzialmente integro. La parte principale di esso, al momento dell'armistizio, venne occultata nei sotterranei del Palazzo dei Principi Lancellotti in Roma e fu ricuperata subito dopo la ratifica del trattato di pace. Quattro anni di umidità hanno gravemente danneggiato detto materiale che ha dovuto essere interamente ricopiato essendo minacciato di distruzione. Una percentuale di esso è divenuta illeggibile, ma non si riferisce al periodo in esame, per il quale un paziente lavoro di r>icostruzione ha ridotto praticamente le lacune a poche frasi rimaste del tutto indecifrabili.

Una piccola parte dell'Archivio di Gabinetto venne trasferita presso la Legazione d'Ita1ia a Lisbona alla vigilia della conclusione dell'armistizio. Essa comprendeva:

a) due grosse cartelle di documenti originali contenenti, l'una, la corrispondenza personale Hitler-Mussolini e Percy Loraine-Ciano durante la crisi del luglio-agosto 1939 e, l'altra, i dispacci relativi ai rapporti con la Germania dal convegno di Salisburgo allo scoppio del conflitto anglo-franco-polaccotedesco;

b) una serie di volumi rilegati concernenti vari argomenti (corrispondenza Hitler-Mussolini, colloqui del conte Ciano, Albania, Monaco, arbitrati di Vienna, Alto Adige, dimissioni di Eden) costituiti da copie dattiloscritte degli origina1i.

Tutto il materiale di Lisbona, dopo essere stato richiesto, in virtù delle clausole armistiziali, in consegna dagli anglo-americani (i quali hanno proceduto alla sua riproduzione fotografica) è stato restituito all'Archivio Storico del Ministero degli Esteri.

Data Hmportanza dell'Archivio di Gabinetto l'inserzione delle parti concernenti il periodo abbracciato dal presente volume è stata fatta in forma pressochè totale, anche quando ciò implicava ripetizioni (ad es. la pubblicazione dei telegrammi e dei rapporti relativi allo stesso colloquio). I pochissimi documenti omessi non hanno interesse storico e si riferiscono ad es. a fogli di trasmissione, copie o traduzioni in più lingue di dispacci originali, oppure riguardano questioni particolari di secondaria importanza.

b) Archivio della Cifra. Concerne le collezioni dei telegrammi, ordinari e segreti non di'l'amati, per filo o per corriere, in partenza ed arrivo. Anche questo materiale fu occultato durante il !)eriodo armistiziale e venne in seguito ricuperato. Mentre -contrariamente a quanto si sarebbe potuto supporre -l'umidità non ha soverchiamente danneggiate le vel!ine, è difficile -in assenza di un registro di controllo esistente invece per l'Archivio di Gabinetto -precisare l'entità delle lacune, che, sempre limitatamente al periodo su cui si !)Orta il !)resente volume, sembra tuttavia dovere essere minima. Qui la selezione ha dovuto essere più rigorosa, sia perchè non tutte le comunicazioni erano di uguale interesse storico, sia per non superare un limite ragionevole di spazio. I criteri adottati, come del resto il lettore potrà rendersi conto, sono stati comunque di estrema larghezza.

c) Archivio Generale. È quello delle varie Direzioni Generali cui faceva capo la documentazione originale meno segreta relativa alle pratiche trattate dagli Uffici non appartenenti al Gabinetto. È qui che le lacune appaiono maggiori, le distruzioni ed i prelievi effettuati all'indomani dell'8 settembre 1943 avendo avuto per oggetto specialmente l'Archivio Generale. Dette lacune, pur non essendo trascurabili, non sembrano tuttavia essere state veramente rilevanti per la compilazione del presente volume. Esse saranno certamente risentite dai futuri ricercatori d'archivio od al momento della redazione dei volumi concernenti altri periodi durante i quali la trattazione degli affari era più decentrata, ma fortunatamente si portano su di un materiale non essen~iale allo studio delle origini immediate della seconda guerra mondiale dato che, se mancano rapporti e appunti, la collezione dei telegrammi, per questo periodo, come abbiamo già detto, ci è giunta quasi completa.

d) Archivio dell'Ambasciata d'Italia a Londm. Al momento dell'intervento italiano tutto l'Archivio dell'Ambasciata a Londra venne trasferito a Roma

ove si trova intatto. La consultazione di questo fondo ha consentito di colmare le lacune degli altri Archivi relativi alle attività delle nostre Rappresentanze diplomatiche e consolari nell'Impero britannico e di accertare la scarsa entità di quelle concernenti proprio la corrispondenza di Palazzo Ch,i.gi con l'ambasciata di Londra che la modesta mole del carteggio al momento della crisi di Danzica avrebbe potuto indurre a ritenere essere di forti proporzioni.

e) Archivi non appartenenti al Ministero deali Esteri. Le ricerche effettuate al di fuori di Palazzo Chigi non sono state, relativamente al periodo coperto dal presente volume, molto proficue. Mentre la quasi totalità dei rapporti degli Addetti militari, navali ed aeronautici conservati presso i Ministeri deHa Guerra, della Marina e dell'Aeronautica è stata distrutta al momento dell'armistizio, inferiore all'attesa è stato il materiale dell'Archivio di Palazzo Venezia relativo all'azione diplomatica di Mussolini, materiale ricuperato dopo il 25 aprile 1945. Le lacune, soprattutto nel carteggio con il capo dello Stato, appaiono gravi e difficilmente valutabili anche perchè le ricerche effettuate a Cascais non hanno sortito, per il periodo relativo alla crisi tedesco-polacca, esito positivo. Nè le indagini compiute presso altri Archivi privati sono state molto più fortunate. Comunque, anche in questo campo, si è cercato di procedere con la massima cura e qualche risultato apprezzabile è stato raggiunto. Non è tuttavia esclusa la possibilità di ulteriori progressi dei quali si darà immediatamente conto nelle Appendici dei futuri volumi della stessa Serie.

3. I criteri adottati nella collocazione e nella presentazione dei singoli documenti sono quelli generali, già esposti nella Prefazione (vedi Serie l, volume n. A proposito di essi va tuttavia rilevato:

a) In qualche caso manca la numerazione dei diSDacci in arrivo. Ciò dipende dalla circostanza che la copia fatta a suo tempo dall'Ufficio Cifra non conteneva tale indicazione, che, nell'assenza dell'originale, non ha potuto essere rintracciata. Talvolta si tratta di documenti fuori collezione. In altri casi invece l'assenza della numerazione è dovuta al fatto che si tratta di un documento ritrasmesso dal Ministero ad una delle rappresentanze all'Estero e copia del quale è rimasta al Ministero nel fascicolo riguardante quella Rappresentanza. Le ritrasmissioni di solito non contengono il numero originale dei telegrammi o dei rapporti provenienti dalle varie Rappresentanze all'Estero e spesso anche le indicazioni relative alle date di partenza e di arrivo sono assai generiche (ad es. «l'Ambasciata a Tokio ha testè telegrafato... »). Nei pochi casi in cui non è stato possibile rintracciare altre copie dello stesso documento si è preferito utilizzare quella ritrasmessa.

b) Quando non vi è l'indicazione dell'ora di arrivo dei telegrammi o del giorno in cui i telespressi sono pervenuti al Ministero ciò dipende anche qui dal fatto che, nell'assenza dell'originale, le copie della cifra o quelle ritrasmesse alle Rappresentanze all'Estero non contengono alcun elemento al riguardo. In questi casi si è tenuto come base il giorno di partenza e detti documenti sono stati collocati in coda a quelli in arrivo. D'altra parte si è proceduto a segnalare in nota, di volta in volta, quei casi in cui le indicaz>ioni della Cifra appaiono errate od in contraddizione con quelle contenute nella cronologia compilata dal Gabinetto del Ministro e riprodotta in Appendice I.

c) Nella trascrizione dei nomi di persone e di località, pur cercando di attenersi il più strettamente possibile a1i criteri generali esposti nella Prefazione, è risultata maggiore che in altri volumi delle Serie precedenti l'opportunità, del resto prevista nella stessa Prefazione, di uniformare la 2rafia.

4. -I telegrammi in partenza di contenuto politico sono molto pochi. Ciò, in linea di massima, non dipende né da lacune negli Archivi, né da una selezione volontaria, ma cordsponde ad una situazione effettiva verificatasi durante il periodo coperto dal presente volume e sulle cui cause gli storici futuri avranno ampia matevia di indagine. Per contro, lo squilibrio esistente nel volume dell'attività delle varie Rappresentanze diplomatiche discende da molteplici circostanze (assenza del capomissione (Londra], temperamento dell'ambasciatore, situazioni politiche obiettive, ecc.) che si è cercato di riprodurre il più fedelmente possibile. 5. -Nella preparazione del presente volume sono stato aiutato specialmente dalla prof. Fausta Santamaria Mezzetti e nella revisione dall'ambasciatore Augusto Rosso. Inoltre hanno collaborato alla ricostruzione dei testi danneggiati dall'umidità, alla correzione delle bozze ed alla compilazione degli indici i dottori Mario Pastore, Ernesto Rech, Renato Piccinini, Tullio Marullo e Giuseppe D'Alessandro. Ad essi il più vivo ringraziamento.

MARIO ToscANo

PRINCIPALI ABBREVIAZIONI

L. u. p. conf. L.uu.

L. uu. conf.

L. uu. conff.

M.V.S.N.

n. nn. Nota v.

N.S.K.K.

per.

P.R.

R.

R. p. c. a.

R. p.r.

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R. s. p.

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S. A.

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T. conf. p. c.

T. in eh.

T. p.

T. p. c.

T. p. c.a. T.p.rr.

T. r.

lettera urgente personale e confidenziale = lettera urgentissima lettera urgentissima e confidenziale lettera urgentissima e

confidenzialissima Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale

numero numeri = Nota verbale N a tionalsozialistis c h es Kraftfahrerkorps pervenuto parafrasi rapporto rapporto per corriere aereo rapporto personale riservato rapporto segreto rapporto segreto personale rapporto segreto riservatissimo Sturmabteilung senza numero

Schutzstaffel der Nationalsozialistisoh e n Deutschen Arbeiterpartei

telegramma telegramma confiden

ziale per corriere telegramma in chiaro telegramma personale

telegramma per cor riere telegramma per cor

riere aereo telegramma personale riservatissimo telegramma riservato

A. I. App.

c. -a. c. -m. corr. D. -

D. D.l.

D. N.B.

D. r. Fon. Fon.u. Fon. uu.

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L. p. conf.

L. p. conff.

L.p.u. - L. -p. u. conf. L. -p. u. conff. L. -p. uu.

L.p. uu.conf.

ad interim appunto corrente anno corrente mese corrente documento documenti

• I documenti diplomatici italiani • Deutsches Nachrichtenbiiro documento riservato fonogramma fonogramma urgente fonogramma urgentissimo lettera = lettera personale lettera personale e confidenziale lettera personale e confidenzialissima lettera personale urgente lettera personale urgente e confidenziale

= lettera personale urgente e confidenzialissima

lettera personale urgentissima

= lettera personale urgentissima e confidenziale

L.-p. uu.conff. = lettera personale ur L. -r. L. -r. p. L. -s. L.u. - L. -u. conf.

gentissima e confidenzialissima lettera riservata = lettera riservata personale lettera segreta lettera urgente lettera urgente e confidenziale

T. r. p. telegramma riservato T.u.p. telegramma urgentepersonale personale

T. r. p. c. telegramma riservato T. u.s. telegramma urgente se-per corriere greto

T. r. p. c. a. telegramma riservato per corriere aereo T.uu. telegramma urgentis

simo

T.rr. telegramma riservatissi m o T.uu.p. telegramma urgentissimo personale

T.rr.p. telegramma riservatissimo personale T.uu.s. telegramma urgentisT.rr.u. telegramma riservatis

simo segreto simo urgente Telespr. telespresso

T. s. telegramma segreto Telespr. a. telespresso aereo

T. s.p. telegramma segreto per-Telespr. r. telespresso riservatosonale

Telespr. rr. telespresso riservatis-T. s. p. c. telegramma segreto per simocorriere Telespr. s. telespresso segretoT. s. r. telegramma segreto ri

= servato Telespr. u. telespresso urgente

T. ss. rr. telegramma segretissi-Telespr. uu. s.= telespresso urgentissim o riservatissimo mo segreto

T.u. telegramma urgente u. s. ultimo scorso


DOCUMENTI
1
1

VERBALE DEL COLLOQUIO TRA IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO E IL MINISTRO DEGLI ESTERI TEDESCO, VON RIBBENTROP (l)

(Ed. CIANO, L'Europa verso la catastrofe, pp. 449-453, Mondadori, Milano, 1948)

Salisburgo, 12 agosto 1939 (2).

Fino dai primi momenti del nostro incontro, il Ministro von Ribbentrop non ha nascosto che egli giudica la situazione estremamente grave e che, a suo avviso, lo scontro tra la Germania e la Polonia è inevitabile. Debbo aggiungere che egli impronta le sue parole ad una irragionevole pervicace volontà di determinare questo conflitto. Ha riassunto gli avvenimenti già noti che hanno creato l'attuale stato di tensione tra la Germania e la Polonia. Non posso dire che ha dato nuovi elementi di fatto: ha cercato invece di drammatizzare gli eventi con l'ormai ben noto quadro a fosche tinte delle persecuzioni subìte dai tedeschi in Polonia e le castrazioni inflitte ad alcuni uomini di razza germanica dalla soldataglia polacca. Ma fatti nuovi, nessuno. Egli afferma che ormai è in giuoco l'onore della Germania (a volte ha anche detto l'onore dell'Asse) e che pertanto non è possibile per una grande Potenza non procedere ad una giusta reazione. Ribbentrop parte da due assiomi sui quali è vano tentare con lui di discutere poichè risponde ripetendo l'assioma stesso ed evitando qualsiasi argomentazione. Questi assiomi sono:

l) Il conflitto non si generalizzerà e l'Europa assisterà impassibile all'implacabile stritolamento della Polonia da parte della Germania;

2) Che anche qualora Francia ed Inghilterra volessero intervenire si trovano nella materiale impossibilità di recare offesa alla Germania ed all'Asse ed il conflitto finirebbe sicuramente con la vittoria delle Potenze totalitarie. Ripeto che è inutile iniziare la discussione su questi argomenti con Ribbentrop. Ho più volte esposto il nostro punto di vista. Ho dimostrato come tutte le condizioni attuali della politica europea facciano ritenere inevitabile l'intervento armato della Francia e dell'Inghilterra, con l'appoggio e con l'aiuto diretto di numerosi altri Paesi. Niente da fare. Ribbentrop si chiude nella pura e semplice negativa, dicendo che «le sue informazioni e soprattutto la sua conoscenza psicologica (sic) dell'Inghilterra lo rendono sicuro che ogni intervento armato britannico è da escludersi».

Nel giro d'orizzonte che egli mi ha fatto della situazione europea in questo momento ha praticamente affermato quanto segue:

l) La Russia non interverrà nel conflitto perchè le trattative di Mosca sono completamente fallite e perchè (e ciò mi ha detto a titolo strettamente segreto) sarebbero in corso ormai conversazioni abbastanza precise tra Mosca e Berlino.

l

1 -Dowmenti diplomatici · Serie VIII -Vol. XIII

(Faccio osservare che il segreto così strettamente osservato sullo sviluppo di questi negoziati mal si concilia coi termini dell'alleanza e con la totale lealtà da noi osservata nei confronti della Germania).

2) Francia ed Inghilterra non possono intervenire perchè la loro preparazione militare è insufficiente e perchè non hanno modo di recare offesa alla Germania, mentre questa è in condizioni, particolarmente in virtù della sua aviazione estremamente più forte delle due aviazioni riunite, di battere tutti i centri 'francoinglesi.

3) Belgio ed Olanda intendono mantenere una stretta neutralità e sono disposte a proteggere contro chiunque l'inviolabilità del loro territorio.

4) La Turchia non potrà dare alcun contributo concreto e molte condizioni, segnalate da von Papen (sic), fanno credere che questo Paese è scontento della strada che da poco ha cominciato a battere.

5) La Romania non intende far niente di preciso. Continuerà a barcamenarsi in un gioco di equilibrio e comunque non dà preoccupazione alcuna di carattere militare dato che Ungheresi e Bulgari sono più che sufficienti per liquidarla.

6) La Jugoslavia è infida. A Londra, Paolo ha svolto una attività e tenuto propositi di carattere nettamente ostili all'Asse. Ma anche questo Paese è molto debole e Ribbentrop si augura che l'Italia voglia cogliere l'occasione dell'affare polacco per liquidare la sua partita con la Jugoslavia in Croazia ed in Dalmazia.

7) Per quanto concerne l'America Ribbentrop nota, specialmente dopo un'azione di propaganda da lui compiuta a base di stampati, un profondo cambiamento dell'opinione pubblica tendente sempre più a realizzare la neutralità e l'isolamento.

In questo stato di cose von Ribbentrop riconosce una situazione particolarmente favorevole per la Germania per agire. Ammette che egli nei nostri precedenti colloqui aveva sempre parlato di due o tre anni di preparazione per essere in grado di colpire gli avversari con l'assoluta sicurezza di successo; ma oggi dice che si sono presentate delle situazioni nuove che probabilmente faranno precipitare gli eventi. In tal caso la Germania marcerà con la massima decisione.

Gli ho parlato per parte mia con la massima chiarezza secondo gli ordini del Duce ed ho documentato le ragioni per le quali l'evitare un conflitto oggi è di tutto interesse per i Paesi dell'Asse i quali finora hanno sempre avuto il vantaggio dell'iniziativa e della sorpresa, vantaggio che nella situazione presente è del tutto perduto.

Ribbentrop ha ascoltato le mie argomentazioni e preso atto delle mie documentazioni senza però voler entrare nella discussione di merito e quando gli ho sottoposto l'opportunità di fare un gesto atto a modificare nettamente in nostro favore la difficile situazione polemica di questi giorni facendo cioè conoscere che le Potenze dell'Asse ritengono ancora possibile risolvere la crisi attraverso normali negoziati diplomatici, egli si è opposto. Gli ho mostrato lo schema di comunicato (l) ed ho lungamente, pazientemente esposto le mille ragioni che ci

inducono a ritenere una tale procedura la più opportuna e la più utile. Ribbentrop non ha trovato che una sola obiezione assolutamente infondata: quella che un tale gesto può venire giudicato una debolezza da parte dell'Asse. Ho risposto che ciò era errato poichè i termini del comunicato suonano piuttosto un ammonimento agli avversari che un ripiegamento delle nostre posizioni. Ribbentrop stesso ha dovuto ammettere che il gesto sarebbe tatticamente utile. Ma chiuso nella sua pervicace ed irragionevole volontà di conflitto ha sempre, durante i lunghi colloqui che ho avuto con lui nella giornata dell'll, cercato di lasciar cadere l'iniziativa ripetendo macchinalmente e senza spiegazioni plausibili le due frasi che il conflitto sarà localizzato e che anche in caso di generalizzazione la vittoria della Germania è sicura al cento per cento.

Quando gli ho chiesto delle precisazioni sul prossimo programma di azione della Germania-dato che a suo dire gli eventi incalzeranno con una crescente rapidità -egli non ha saputo o voluto rispondere. Ed anche quando gli ho fatto osservare che questa imminenza di crisi non era stata fatta conoscere a noi in nessun modo, anzi era stata smentita nei recenti colloqui con l'Ambasciatore, egli ha ancora risposto che non era in grado di farmi conoscere particolari maggiori circa quanto stava per accadere poichè ogni decisione era ancora chiusa nel petto impenetrabile del Fiihrer.

Ma dopo dieci ore di continuo colloquio con Ribbentrop, l'ho lasciato con la profonda convinzione che egli intende provocare il conflitto e che osteggerà qualsiasi iniziativa che possa valere a risolvere pacificamente la crisi attuale.

(l) -Redatto da Ciano. (2) -Come risulta dalla Cronologia, vedi Appendice I, p. 396, il colloquio si svolse tra le ore 14,30 e le 17,45 dell'H agosto.

(l). Vedi D.D.I., Serie VIII, voi XII, DD. 809 e 810.

2

L'AMBASCIATORE A SHANGHAI, TALIANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 197. Peitaiho, 12 agosto 1939, ore 10,30 (per. giorno 13, ore 13,35).

Comandante Superiore Navale Estremo Oriente qui giunto iersera mi ha riferito che nella visita recente a Wei-hai-wei Ammiraglio .Noble nel corso cordiali conversazioni gli ha detto:

l) che nei momenti più acuti del blocco della Concessione britannica di Tientsin le forze navali franco-inglesi erano pronte per ogni eventualità;

2) che nella riunione di Singapore oltre note misure (vedi mio telespresso del 24 luglio scorso) (l) è stato deciso di completare le forze d'Estremo Oriente con congruo numero di velivoli;

3) eh{' con le navi di cui dispone era convinto di poter tenere in rispetto la flotta giapponese con incursioni degli incrociatori più veloci ed azioni varie del naviglio leggero anche sulle grandi vie fluviali, almeno per tre settimane sino all'arrivo dei rinforzi;

(ll Vedi D.D.I., Serie VIII, Vol. XII, D. 666.

4) e che molti elementi dello Stato Maggiore della Marina britannica consideravano con viva apprensione un accordo anglo-russo.

Comandante Superiore Navale in Estremo 011iente mi ha riferito poi che durante sua crociera, mentre inglesi e francesi hanno esagerato specie in cortesie (a mio avviso, come altre volte ho constatato, per creare apparenza di un fronte unico bianchi contro il Giappone xenofobo) Giapponesi hanno avuto qualche asprezza esitando a porci su di un piano diverso da quello delle grandi Potenze democratiche.

Comunicato Tokio per corriere.

3

IL CAPO DELL'UFFICIO II DELLA DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI DI EUROPA E DEL MEDITERRANEO, DE PAOLIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO (l)

APPUNTO. Roma, 12 agosto 1939.

L'Incartcato d'Affari d'Ungheria, d'ordine del suo Governo, ha verbalmente comunicato che devono ritenersi come non esistenti le due lettere inviate giorni or sono dal Governo ungherese al R. Governo circa la politica dell'Ungheria nei 11iguardi dell'Asse e della Polonia (2).

4

VERBALE DEL PRIMO COLLOQUIO TRA IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, E IL CANCELLIERE DEL REICH, HITLER (3)

(Ed. CIANO, L'Europa verso la catastrofe, cit., pp. 453-458)

Berchtesgaden, 12 agosto 1939, ore 14,30-17.45.

Hitler incomincia il suo dire illustrandomi con l'aiuto di carte geografiche la situazione della Germania dal punto di vista delle sue fortificazioni di frontiera. La linea di Sigfrido, completamente ultimata, va dal confine svizzero al punto in cui il Reno entra in territorio olandese. Tale linea è giudicata insuperabile specialmente nelle zone in cui, storicamente, fecero irruzione i nemici per le invasioni della Germania. Anche tutta la frontiera belga è coperta dalla fortificazione. La frontiera olandese, invece, lo è solo parzialmente. Ma ciò non preoccupa Hitler, dato che Belgio e Olanda sono disposte a garantire colle armi la loro neutralità contro. qualsiasi invasione e comunque, in caso di violazione di tale neutralità da parte franco-britannica, i tedeschi potrebbero più rapidamente

degli avversari occupare il territorio olandese e provocarne l'allagamento, attraverso la rottura delle dighe. Per quanto concerne il fronte orientale, l'opera di fortificazione è ben lungi dall'essere altrettanto progredita. La sola zona nella quale sono stati fatti lavori di notevole importanza è quella della frontiera polacca immediatamente prospicente Berlino. Ma ad oriente non si tratta di porsi sulla difensiva. Bisogna agire offensivamente e con la massima rapidità. A tal fine le forze sono ormai concentrate e disposte in modo da rendere possibile l'attacco in qualsiasi momento. Il Fiihrer non precisa il numero delle forze concentrate contro la Polonia ma accenna alla cifra di un milione di soldati. Come sola precisazione dice che nella Prussia Orientale si trovano 11 divisioni agguerritissime, delle quali alcune motorizzate. Quando verrà il momento dell'attacco alla Polonia -e tale momento verrà in seguito allo scoppio di un incidente grave oppure perchè la Germania imporrà alla Polonia di chiarire la sua posizione politica (sic) -le forze tedesche si lanceranno contemporaneamente da tutti i punti di attacco della frontiera verso il cuore della Polonia seguendo itinerari ben prestabiliti. Le forze polacche oggi sono insufficienti per resistere, sia pur brevemente, ad un tale attacco. L'aviazione è minima, l'artiglieria è scadente, mancano completamente le armi anticarro. La stagione più indicata, dal punto di vista metereologico, per l'azione, è quella che, avendo inizio adesso, termina col 15 ottobre. Dopo, la pioggia e le nebbie proteggerebbero la Polonia meglio di qualsiasi altra arma. Hitler si dichiara deciso a liquidare definitivamente la situazione entro il 15 ottobre. Dice che è spinto ad agire in tal modo per le seguenti ragioni:

l) perchè la Polonia ha provocato la Germania, ne ha offeso l'onore, continua a far ciò quotidianamente, e una grande Nazione quale la tedesca non può tollerare più a lungo un simile stato di cose senza perdere il prestigio. Ripete per ben due volte -e con molta energia -che il ritiro degli allogeni dell'Alto Adige è stato un duro colpo al prestigio germanico e suo personale. Questo gesto non può essere invocato a precedente da nessuno, ed anzi lo obbliga ad una maggiore intransigenza nei confronti della Polonia;

2) perchè il terrore nel quale sono state fatte vivere le minoranze tedesche in Polonia, ormai sottoposte alle più brutali violenze (castrazione, uccisione, rapine) ha agitato l'opinione pubblica germanica che reclama la guerra alla Polonia;

3) perchè egli ha informazioni precise che la Polonia si appresta dopo il 15 ottobre ad occupare la città di Danzica ed eventualmente a distruggerla. In tale stagione la Germania non potrebbe che a costo di sacrifici molto maggiori e con esito naturalmente più incerto portarsi in soccorso dei propri figli minacciati;

4) perchè la Polonia rappresenta una minaccia nel dorso della Germania e quindi dell'Asse. Anche se con la Polonia venisse fatta una politica di collaborazione e di pace, questa non potrebbe modificare profondamente la situazione e quando la Germania e l'Italia si trovassero-come un giorno è inevitabile che si trovino-in lotta contro le democrazie occidentali, la Polonia troverebbe l'occasione per piantare un pugnale nel fianco della Germania. A questo proposito sottolinea subito che l'Italia si trova in situazione analoga nei confronti della Jugoslavia. Vi sono segni precisi che la Jugoslavia conserverà la sua neutralità nei confronti dell'Italia soltanto fino a quando la posizione di questo Stato sarà

buona. Qualora invece difficoltà dovessero sorgere, la Jugoslavia attaccherebbe alle spalle. Per questo motivo Hitler consiglia all'Italia di cogliere la prima favorevole occasione per smembrare la Jugoslavia occupando la Croazia e la Dalmazia (sottolineo che non nomina la Slovenia).

Allorchè gli domando quali sviluppi prevede nella situazione generale, in seguito al suo attacco contro la Polonia, Hitler afferma ripetutamente che egli è convinto che :1 conflitto verrà localizzato e ne espone le ragioni nel modo seguente: Francia e Inghilterra faranno certamente dei gesti molto teatralmente anti-germanici ~a non entreranno in guerra poichè la loro preparazione di armamenti e di spirito non è tale da permettere loro di iniziare il conflitto. Hitler ripete che un giorno sarà necessario batterci contro le democrazie occidentali, se non fosse altro per liquidare il pregiudizio di superiorità morale che o.nima Francia e Inghilterra nei confronti dell'Italia e della Germania. Ma esclude che questa lotta possa iniziarsi adesso. Francia e Inghilterra non hanno modo di offendere la Germania. Al massimo potranno mettere un blocco nel Mare del Nord tra le coste della Scozia e quelle della Scandinavia e all'imboccatura occidentale della Manica. Potrebbero anche tentare qualche azione aerea contro i centri tedeschi, ma ciò non è probabile, sia per il timore di rappresaglie (Ribbentrop mi dice però che non è nemmeno sicuro che tali rappresaglie verrebbero compiute dai tedeschi, almeno in un primo tempo), sia per tema della difesa antiaerea tedesca che è ottima e tale da garantire la quasi inviolabilità di tutti i centri urbani, tranne Berlino la cui superficie troppo estesa la rende più facilmente vulnerabile. Nessun altro Paese avrebbe possibilità di muoversi. Gli Stati baltici sono neutri per definizione e la loro neutralità sarebbe in ogni caso favorevole alla Germania. Anche la neutralità svizzera si può considerare assicurata. Gli svizzeri tireranno su chiunque tenti di violare il loro territorio. Per quello che concerne l'Oriente è già prima stato detto. Bisogna aggiungere adesso che l'Ungheria amica varrà, insieme alla Bulgaria cui la Germania ha fornito e fornisce armi, a neutralizzare l'ostilità, del resto molto incerta, della Romania. Jugoslavia e Grecia saranno immobilizzate dalla paura dell'Italia. La Russia non si muoverà. Le trattative di Mosca sono state un completo fallimento. Le missioni militari franco-britanniche sono state inviate in Russia unicamente per coprire il grande insuccesso politico. Al contrario procedono molto favorevolmente i contatti russo-germanici, ed è proprio di questi giorni una richiesta russa per l'invio a Mosca di un Plenipotenziario tedesco che dovrà trattare il patto di amicizia.

Tutte queste ragioni inducono il Fiihrer ad affermare con assoluta certezza che il conflitto verrà localizzato e che la Germania potrà definitivamente e senza maggiori complicazioni liquidare la sua partita con la Polonia rendendo anche «un grande servigio alle Potenze dell'Asse poichè ogni rafforzamento di un membro dell'Asse deve essere considerato un rafforzamento del sistema politico italo-tedesco. La Germania è stata lieta che iniziative individuali e coronate dal successo quali l'Abissinia, la Spagna e l'Albania, abbiano, aumentando la potenza e il prestigio dell'Italia, accresciuto nel mondo il peso dell'Asse».

Ho preso la parola e ho esordito ringraziando il Fiihrer per le molto franche e dettagliate comunicazioni che mi ha voluto fare aggiungendogli che l'interesse era in me reso anche maggiore dalla novità delle notizie che mi dava, dato che nei nostri precedenti colloqui la situazione generale e i problemi singoli erano stati esaminati sotto un altro aspetto. In realtà si era concordato di lasciar decorrere un periodo di due o tre anni, prima di prendere iniziative che avessero potuto avere conseguenze belliche, e ciò al fine di migliorare l'apprestamento militare dei due Paesi.

Il Fi.ihrer ha interrotto dicendomi che era verissimo quanto gli dicevo e che anche lui concorda con Mussolini nel ritenere che due o tre anni -non però più -siano utili all'Asse per migliorare la sua posizione e la sua preparazione. Li avrebbe attesi, secondo quanto era stato concordato. Ma le provocazioni della Polonia e l'aggravarsi della situaZJione ha reso urgente l'azione tedesca. Azione però che non provocherà un conflitto generale. Il Fi.ihrer è quindi certo che, per quanto concerne l'Italia, egli non dovrà chiedere l'aiuto secondo l'impegno esistente.

Prendo atto di tali dichiarazioni del Fi.ihrer e continuo l'esposizione delle ragioni per le quali l'Italia preferisce che un conflitto generale venga rinviato del periodo di tempo già prestabilito. Svolgo la mia esposizione e le mie argomentazioni sulla base degli appunti già in precedenza redatti dal Duce e degli ordini ricevuti.

Hitler ascolta con molto interesse quanto gli dico ma non fa osservazioni di sorta.

Parlo quindi della possibilità di fare un comunicato, secondo le istruzioni datemi dal Duce, diretto a far conoscere che vi sono ancora possibilità di risolvere pacificamente le vertenze che turbano la vita politica europea. Spiego dettagliatamente i vantaggi di varia natura che deriverebbero all'Asse da un passo di questo genere.

Hitler ascolta con attenzione. Dice di avere già avuto copia del comunicato da Ribbentrop, ma di non avere ancora potuto esaminare a fondo la proposta. Ritiene opportuno fissare un colloquio per il giorno successivo. Data l'ora tarda leva la riunione non senza prima avere riaffermato la sua volontà di agire rapidamente contro la Polonia e la sua sicurezza assoluta della localizzazione del conflitto in modo tale che l'Italia non dovrà per nessuna ragione trovarvisi coinvolta.

(l) -Allora a Salisburgo. (2) -Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, DD. 663-664. Questa informazione è stata inviata a Berlino ed a Budapest il 15 agosto con T. p. c. 496 R. (3) -Redatto da Ciano. Il verbale tedesco redatto da Schmidt è stato pubblicato in The Trial of the Major War Criminals before the Military Tribuna!, XXIX, D. 1871 PS, pp. 41-53, Nuremberg, 1948.
5

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 186. Sofia, 12 agosto 1939, ore 18 (per. ore 22). Mio telegramma n. 177 (1). Presidente del Consiglio pregami far conoscere V. E. che egli è pronto recarsi Roma qualunque momento entro prima qUiindicina settembre. Lascia pertanto V. E. fissare nei detti termini estremi della visita. Mi ha nuovamente smentito visite del Sovrano o sue Londra e Parigi, come

anche incontro Varna Re Bor1s con Re Carol di ritorno sua crociera, secondo voci corse. Grato telegrafarmi istruzioni.

(l) Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, D. 695.

6

IL MINISTRO AD ATENE, GRAZZI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 91. Atene, 12 agosto 1939, ore 20,10 (per. ore 22).

Questo Sottosegretario Affari Esteri Mavrudis è partito improvvisamente iersera per Stambul ove avrebbe importanti colloqui con lsmet lnoni.i e Saracoglu. Notizia mantenuta tuttora riservata viene qui messa in relazione con incontro che sarebbe colà avvenuto tra Ismet lnoni.i e Re Caro! al ritorno di quest'ultimo dalla sua recente crociera.

7

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 87. Bucarest, 12 agosto 1939 (per. giorno 16).

Facoio seguito al mio telegramma per corriere aereo n. 084 in data di ieri (1), e mi onoro segnalare all'E. V. che i giornali di stamane pubblicano tutti in prima pagina un secondo comunicato dello Stato Maggiore romeno contenente il bando di richiamo alle armi di nuove aliquote di riservisti. Dette aliquote sono designate con semplici sigle, corrispondenti a quelle stampate su ogni foglio di congedo, di modo che non è possibile farsi una idea dell'entità dei nuovi contingenti richiamati.

Il comunicato aggiunge che esso integra quelli finora diramati a mezzo della stampa e della radio ed afferma che «il Grande Stato Maggiore ha preso la decisione che le unità che parteciperanno alle manovre d'autunno chiamino i loro riservisti durante i mesi di agosto e settembre».

8

IL CAPO DELL'UFFICIO II DELLA DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI GENERALI, GALLINA, ALL'INCARICATO D'AFFARI A. I. A LONDRA, CROLLA, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, GUARIGLIA, A BERLINO, ATTOLICO, A MOSCA, ROSSO, A V ARSAVIA, ARONE E AI MINISTRI AD ATENE, GRAZZI, A BELGRADO, INDELLI, A BUCAREST, GHIGI, A BUDAPEST, VINCI, A SOFIA, TALAMO

TELESPR. SEGRETO 605562/c. Roma, 12 agosto 1939.

Si ha il pregio di trasmettere qui unita in copia una informazione stralciata dal notiziario del R. Addetto Militare, in data 2 agosto c. a.

ALLEGATO

Questo addetto militare bulgaro mi ha confidato che alcune notizie da lui raccolte e, altre, direttamente da stato maggiore Sofia lasciano supporre esistenza di un piano d'azione turco-romeno-greco contro Bulgaria. Si tratterrebbe, cioè, di invadere Bulgaria, da nord a sud, improvvisamente, in modo da sorprendere sue forze armate prima che abbiano potuto mobilitare.

Invasione Bulgaria, oltre eliminare avversario molto temuto, offrirebbe evidenti vantaggi di dare sicurezza Stretti -ogni attacco proveniente da ovest dovrebbe superare difficile attuale confine bulgaro-jugoslavo, oppure, su direttrice più a sud, due successive potenti difese naturali dello Struma e del Nestos; porterebbe, inoltre, a congiunzione forze alleati balcanici con tutte conseguenti possibilità in più vasto teatro, in caso conflitto generale.

Recenti preparativi in Tracia, trasporto in corso di altre unità (3 o 4 divisioni dei C.A. II e IV non ancora precisate) in tale regione, trasporto motivato, anche se non dichiarato ufficialmente, da svolgimento manovre, propaganda che risulta si faccia in esercito a favore di un'offensiva in Bulgaria, voci che non mancano a tal proposito di circolare, confermerebbero addetto militare il suo convincimento.

Attribuiscono, inoltre, i bulgari, a loro avversari, supposizioni che, stante dichiarata neutralità bulgara, Roma e Berlino non marcerebbero in difesa di Sofia. Si è qui, evidentemente, in campo politico e militare che va al di là del mio raggio di osservazione perchè abbia elementi per esprimere un'opinione personale.

Rilevo soltanto:

Per parte politica, che progetto potrebbe essere molto caro ad Inghilterra, cui darebbe, in misura molto superiore ad attuale, sicurezza suo predominio su Stretti, ma che, per ciò stesso, lo sarebbe molto poco ad U.R.S.S.; e Turchia, se pure oggi è propensa a fare cosa grata a Londra, non può, certo, trascurare malumori Mosca. Difficile riesce, poi, d'altra parte, credere che Turchia e, sopratutto Romania e Grecia facciano seriamente affidamento su attitudine passiva Roma-Berlino, in caso di attacco a Bulgaria.

Per parte militare, che impresa, secondo quanto stimano anche i bulgari, richiede per Turchia almeno 15 divisioni. Tenuto conto che ora sono in Tracia 6 D.F. e l D.C., più 4 dette divisioni fanteria per manovre e che, di esse l certo e forse 2 resterebbero in posto (Gallipoli per difesa Dardanelli e l, Kirkareli o Catalca, per ogni evenienza), mancherebbero per l'azione altre 5, 6 divisioni.

Ora, a parte il fatto che trasporto di tali divisioni da Anatolia richiederebbe tempo tale da far escludere ogni sorpresa e che passaggio in Tracia, sia pure soltanto di un paio di divisioni non sfuggirebbe a osservazione, sta nota penuria, almeno per ora, di armi, e, specie, di munizioni di artigliera, che metterebbe in situazione difficile altre unità che dovrebbero pure restare in condizioni di parare altrove colpi forse non solo possibili, ma probabili.

Comunque, nonostante tutte considerazioni, fatte e non fatte, attuazione piano, non fosse che in obbedienza al concetto prudenziale di prevedere sempre il peggio, non può, non deve, almeno da QUesto settore, essere per ora esclusa in via assoluta. Solo a manovre in Tracia ultimate, e cioè, a fine agosto, il ritorno o meno in sede delle unità ora trasportate da Anatolia, potrà dare più fondati elementi di chiarificazione.

È perciò che nel frattempo potrebbe essere utile, a mio avviso, fare di quanto precede oggetto di adeguata pubblicazione di stampa, che, pur senza parvenza ufficiale, non mancherebbe tuttavia di smascherare il gioco qualora esistesse e mettere sull'avviso, per la sede stessa della pubblicazione, circa l'accoglienza cui esso sarebbe destinato (1).

(l) Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, D. 840.

(l) Interpretazione dubbia di qualche parola, a causa del cattivo stato di conservazione del documento.

9

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, ZAMBONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. SEGRETO 6102/1888. Berlino, 12 agosto 1939.

Mi onoro trascrivere qui di seguito quanto mi comunica in data odierna questo R. Addetto Militare sui preparativi e sulle intenzioni della Germania:

«Il capo ufficio operazioni del comando in capo della Wehrmacht (che è stato con me qualche tempo nella Spagna) mi ha detto ritenere personalmente che molto difficilmente la Germania potrebbe trovarsi in una situazione mig1Jiore di quella attuale, sia perchè l'Inghilterra non può in un primo tempo intervenire sul continente con un suo esercito, sia perchè le sue forze aeree sono ancora poco potenti.

Nel caso di un conflitto tra Germania e Polonia i franco-inglesi invierebbero in Polonia qualche aeroplano e maga11i piccoli contingenti di truppe (a somiglianza di quanto fecero Italia e Germania per Spagna) ma solo se noi tedeschi lasciassimo tempo disponibile per tale soccorso. A parte questo, la Francia non interverrà materialmente nell'eventuale conflitto.

Da stamane, per ordine superiore, è stata molto limitata la vendita ai privati dei carburanti e ciò specialmente sulle autostrade. Questo Stato Maggiore nel confermarmi tale misura e nel fornirmi, a mia richiesta, di uno speciale permesso per l'acquisto della benzina, mi ha chiarito che il provvedimento è dovuto alla necessità di provvedere agli autotrasporti militari in corso, ma che è aggravato dagli stessi rifornitol'i che temono ulteriori limitazioni.

Secondo Stato Maggiore: non esiste in Germania nessuna mobilitazione; sono state costituite solo alcune unità di manovra (Uebungstruppen) come pure alcuni nuovi reparti di trasmissione e di artiglieria per completare G. U. permanenti e per la costituzione di nuovi eventuali comandi; sono in corso grossi concentramenti tedeschi alla frontiera polacca, se non altro a scopo dimostrativo».

10

L'ADDETTO MILITARE A BERLINO, ROATTA, AL MINISTRO DELLA GUERRA, MUSSOLINI (l)

L. 36/A-4 R. P. Berlino, 12 agosto 1939.

Sebbene quanto sto per dire sia verosimilmente superato dal convegno di Salisburgo, stimo utile comunicare:

l) Ieri sera, 11 agosto, la persona di cui ho parlato in calce al mio rapporto n. 22.22/A-4 del 2 corrente (l), è venuta improvvisamente da me e mi ha chiesto « come andavano » i colloqui di Salisburgo.

2) Avendo io risposto che la questione non era di mia pertinenza e che del resto non ne sapevo nulla, la persona in parola ha detto: -si è abboccata con Ribbentrop pochi giorni fa -l'incontro Ciano-Ribbentrop è avvenuto su richiesta italiana -in tale incontro Ribbentrop espone in tutta franchezza le intenzioni tedesche -è così, fortunatamente, esclusa la eventualità di una azione germanica non preceduta da concerto con l'Italia o, quanto meno, da preavviso -la risoluzione (in un senso o nell'altro) dell'attuale situazione dipende dall'ItaLia.

3) Su mia r.ichiesta di spiegazione circa quest'ultimo punto, la persona ha detto: « Ribbentrop chiederà se l'Italia è pronta ad entrare in guerra. Ciano risponderà di no ». -Io: «E perchè? Chi Ve lo dice?». -Lui: « È un'idea.

Anche noi non siamo pronti per una guerra generale».

4) Ho manifestato allora di non comprendere bene perchè, se tale è lo stato di fatto, il Reich pensi di cacciarsi in una impresa suscettibile di condurre ad un conflitto del genere.

Al che la persona in questione ha risposto: -esiste molta gente, anche nel campo militare (come ho già segnalato in questi giorni) che ritiene che, in qualsiasi caso, Inghilterra e Francia non muoveranno.

« Si tratta di irresponsabili ».

-altra gente sensata, «ma non per questo più ascoltata», ritiene invece come cosa sicura che, in caso di conflitto armato colla Polonia, la Francia e l'Inghilterra muoveranno, e che quest'ultima Potenza peserà moltissimo sulla bilancia col blocco marlittimo

-certamente (dato il ritardo negli apprestamenti terrestri britannici, ed il salto in avanti compiuto dalla Germania coll'acquisto del materiale cecoslovacco) si ha ora una situazione favorevole, forse eccezionale

-perciò, se la Polonia accetterà l'incorporazione di Danzica per trattative, ossia pacificamente, ci sono enormi vrobabiJJità di evitare il conflitto all'ovest

-«ma cosa avverrebbe se nelle trattative colla Polonia non ci limitassimo ad esigere Danzica, e se la nostra dimostrazione di forza, anzichè rimanere statica, debuttasse con un passaggio di frontiera? ».

5) Stamane mentre ero in visita a questo comando dell'esercito, il Generale von Tippelskirch (capo del reparto «eserciti esteri»), ha ostentato la « Bereitschaft » (stato di efficienza normale) dell'esercito tedesco, che gli consentirebbe di misurarsi vittol"iosamente con l'esercito polacco a qualsiasi momento senza particolari provvedimenti preventivi (cosa -come ho già detto -in parte vera, ma in parte smentita dai preparativi che in quella stessa circostanza il Generale predetto mi stava comunicando).

-Poco dopo il Generale ha dimostrato una singolare mentalità, che per quanto posso giudicare, non esiste affatto nei suoi superiol"i.

Accennando agli eventuali piani militari operativi all'est (che non gli chiedevo, e che dichiaravo anzi di non chiedergli), ha detto che di tali piani si potrebbe parlare solo « quando fossero intervenuti prima accordi di carattere politico».

-Ha infine trovato modo di dire che il Sig. Ribbentrop non sa nulla di ciò che si farà. La decisione è nella mente del Fiihrer, che la farà conoscere solo al momento stabilito.

(l) È stata omessa la pubblicazione della lettera di Sorice ad Anfuso in data 14 agostoche ritrasmette, in allegato, il presente documento.

(l) Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII. D. 750.

11

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 4256/1516. Budapest, 12 agosto 1939.

Tutti i giornali riportano i punti principali del discorso di Forster, mettendo in rilievo che egli « invocando Hitler ed il Reich, ha annunciato la prossima annessione di Danzica alla Germania».

Il Magyar Nemzet, organo demoliberale, dichiara che il discorso è stato improntato a moderazione pur essendo nettamente ostile alla Polonia. « Il problema di Danzica resta di attual<ità al massimo grado e ne è prevista la soluzione entro tre mesi, ma al tempo stesso, il tono del discorso può alquanto calmare gli isterismi che si manifestano in tante parti d'Europa».

Il Pesti Hirlap, organo conservatore, mette in rilievo anch'esso che Iii discorso di Forster non ha causato sorprese sgradevoli nè ha prodotto l'effetto che molte immaginazioni troppo bollenti avevano predetto. Il giornale afferma che dal punto di vista economico Danzica non è nemmeno necessaria alla Polonia, la quale ne ha trascurato e abbandonato il porto per sviluppare invece il traffico di Gdynia.

A proposito del discorso di Forster, il Vice Ministro degli Affari Esteri mi ha espresso il parere che il Gauleiter sia stato molto moderato e non abbia in fondo detto nulla di nuovo: del resto egli stesso aveva annunciato che il discorso avrebbe deluso l'aspettativa.

Nello stesso senso si è espresso al riguardo il Ministro di Polonia.

12

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 4264/1521. Budapest, 12 agosto 1939.

Mio telespresso n. 4111/1444 in data 4 agosto u. s. (1).

Il Vice Ministro degli Affari Esteri mi ha detto stamane che l'incidente ungaro-romeno di Tecso può considerarsi in sostanza appianato, malgrado però che le delegazioni locali nominate allo scopo non siano riuscite a mettersi d'accordo.

Mi ha segnalato invece due nuovi incidenti, d'altro genere, avvenuti ieri: in località Ugor, nel Comitato di Bihar, un giovane pastore e un altro contadino sarebbero stati, sulla linea di confine, attirati con una scusa a passare la frontiera romena, e quindi ma:lmenati e percossi e ricondotti più tardi in territorio ungherese.

Vi::irnle mi ha detto che ne avrebbe parlato stamane al Ministro di Romama, che gli aveva però chiesto udienza in precedenza.

13

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 4292/1539. Budapest, 12 agosto 1939.

Il R. Addetto Militare ha stamane assunto al Ministero della Difesa Nazionale le seguenti informazioni, che ha già direttamente tra~messo al R. Ministero della Guerra e che confermano quanto ho già comunicato col telespresso al quale mi riferisco (2) :

«Gli incidenti di Tecso sono stati finalmente regolati con la nomina di una commissione mista d'inchiesta, costituita dalle autorità locali.

Naturalmente, ciascuna delle parti ha insistito sul proprio punto di vista circa il decorso degli incidenti, nessuno volendo ammettere che i propri soldati erano stati i primi ad aprire il fuoco. La commissione ha però dovuto ammettere non esservi state ragioni plausibili di conflitto e constatare che solo qualche malinteso aveva potuto provocare lo scambio di fucilate.

Ciascuna delle parti ha compilato un proprio protocollo e la questione è stata dichiarata chiusa. In conseguenza di ciò, la navigazione sul Tibisco è stata ripresa, e così pure la conferenza economica di Sinaia, che pare abbia portato a conclusioni positive.

Il giorno 8 corrente, però, si è verificato un altro incidente di frontiera presso (Bihar) Ugoz (in territorio ungherese, a sud-ovest di Nagyvàrad), ove le guardie romene di frontiera hanno sconfinato per arrestare e tradurre in Romania due borghesi magiari. È perciò evidente che lungo tutto il confine ungaroromeno perdura un certo stato di nervosismo».

(l) -Non pubblicato. (2) -Il riferimento manca.
14

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. (1). Budapest, 12 agosto 1939.

Il Capo dell'Ufficio Informazioni ha fornito a questo R. Addetto Militare le seguenti not·izie che egli ha già trasmesso al Ministero della Guerra e che ad ogni buon fine comunico:

-che in Egitto i preparativi militari inglesi sono quasi ultimati ed in particolare le strade militari. Lungo queste ultime, verso la frontiera libica, sarebbero già costituiti, ogni 2 km., dei depositi di materiald. Sarebbero persino stati preparati dei campi per prigionieri;

-che nonostante i contatti militari fra Egitto e Turchia nessun accordo militare sarebbe stato concluso fra i due Paesi, non essendo ciò risultato gradito ali'Inghilterra;

-che l'alleanza anglo-turca sarebbe per ora soltanto difensiva, mentre dovrebbe assumere carattere offensivo soltanto se e quando verranno conclusi gli accordi delle Potenze occidentali con la Russia;

-che la Russia avrebbe inviato 5 divisioni di fanteria, due brigate aeree e vari reggimenti di artiglieria pesante alla frontiera mancese prelevando le unità dalla frontiera occidentale (circoscrizioni militari di Kiew e Leningrado).

Tali notizie mi sono state date confidenzialmente anche da questo Ministero degli Affari Esteri.

15

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 4070/1717. Sofia, 12 agosto 1939.

Mio telespresso del 7 u. s. n. 3977/1667 (2).

Questa Agenzia Telegrafica pubblica nel proprio bollettino numerosi telegrammi circa le accoglienze riservate ai deputati bulgari durante il loro soggiorno nell'URSS, telegrammi, che vengono riprodotti da questa stampa la quale, tuttavia, si astiene totalmente dall'aggiungervi qualsiasi commento.

Per contro, questo Presidente del Consiglio, che ho veduto oggi, ha tenuto a dichiararmi il carattere assolutamente privato e turistico del viaggio stesso, ciò che il silenzio della stampa bulgara vorrebbe confermare.

(l) -L'originale del presente documento, ritrasmesso per conoscenza alle Ambasciate a Londra, Parigi, Berlino, Varsavia, Istanbul, Mosca, Tokio con Telespr. 605813/C in data 24 agosto, non è stato rintracciato. (2) -Non pubblicato.
16

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 4071/1718. Sofia, 12 agosto 1939.

Mio telespresso dell'H n. 4052/1709 (1).

Segnalo qui unito in traduzione un articolo del conservatore Mir del 12 corrente, atteggiato anch'esso alla già riferita intonazione distensiva dei rapporti turco-bulgari.

Nel parlarmi stamane di tale atteggiamento della stampa, il Presidente del Consiglio mi ha detto che aveva egli stesso deciso di provocarlo, giacchè la situazione era giunta ad un punto oltre il quale non poteva convenire, allo stato delle cose, se non interporre un gesto di attenuazione.

Gli ho fatto un accenno nel senso che certi accenti della campagna di stampa in corso non potessero finire col produrre qualche disorientamento dell'opinione. Con l'ammettere l'insufficienza di certi articolisti, mi ha detto che la campagna di stampa si sarebbe peraltro andata smorzando, mentre poi la realtà rimaneva immutata nelle posizioni reciproche della Turchia e Bulgaria.

17

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 2917/1167. Mosca, 12 agosto 1939.

Mio telespresso n. 2707/1085 del 25 luglio 1939 (2).

Nel mio telespresso sopracitato esprimevo l'opinione che, malgrado la asprezza polemica dei comunicati sovietici, la vertenza relativa alle concessioni giapponesi nel Nord Sakhalin avrebbe finito per essere liquidata con una soluzione di compromesso.

Questa previsione viene oggi ·confermata da un comunicato Tass il quale informa che fra il sindacato sovietico degli operai dell'industria petrolifera e la società giapponese concessionaria dell'estraz·ione della nafta nel territorio dell'isola appartenente all'URSS è stato raggiunto un accordo per un nuovo contratto collettivo di lavoro.

È noto che la vertenza era sorta pel fatto che le autorità sovietiche accusavano i concessionari giapponesi di violare le clausole del vecchio contratto concernenti il trattamento degli operai. Col nuovo contratto, che entra in vigore con effetto retroattivo a partire dal 1° dicembre 1938, la società concessionaria per la nafta si impegna a soddisfare le domande degli operai sovietici da essa impiegati per quel che concerne un aumento di salario, vari miglioramenti

delle condizioni della loro vita materiale, ecc. Da parte sua il Commissariato del Popolo per l'industria petrolifera si dichiara pronto a soddisfare la richiesta della società concessionaria di importare sul luogo un maggior numero di operai giapponesi. Analoga concessione viene fatta dal Commissariato per l'industria dei combustibili per la concessione carbonifera.

Il comunicato della Tass così conclude:

« La decisione del Commissariato del Popolo per l'industria dei combustibili mostra una volta di più quanto assurde fossero le asserzioni della stampa giapponese circa i presunti ostacoli frapposti al lavoro delle concessioni. L'indugio nella soluzione delle questioni controverse era stato provocato dai concessionari stessi. Appena questi si sono resi conto del loro obbligo di concludere dei contratti collettivi coi sindacati sovietici ed appena essi si sono decisi ad eseguire le clausole del contratto ed a conformarsi alle leggi sovietiche, si è ristabilita la condizione necessaria per lo sfruttamento normale delle concessioni».

In altre parole si afferma che le autorità sovietiche non hanno alcuna intenzione di intralciare l'attività giapponese nelle concessioni del Nord Sakhalin quando tale attività venga esplicata conformemente alle disposizioni dei contratti in vigore e delle leggi dell'URSS.

(l) -Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, D. 845. (2) -Vedi D.D.I., Serie VIII, vol XII, D. 675.
18

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BANGKOK, PEREGO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI. CIANO

TELESPR. (l) Bangkok, 12 agosto 1939.

Ho visitato nuovamente il Primo Ministro nella sua qualità di Ministro degli Estevi. Egli ha ricevuto i capi Missione, non già al Ministero degli Esteri, ma nella sua residenza personale (ove si riunisce anche il Consiglio dei Ministri).

l) S. E. Luang Pibul ha dimostrato notevole scetticismo circa la possibiLità d'invio in Estremo Oriente di squadre navali da parte dell'Inghilterra (recente ammonimento di Chamberlain al Giappone), e mi ha chiesto nuove informazioni circa la situazione nel Mediterraneo.

2) Mi ha chiesto pure se fosse vero che la Spagna voleva avere Gibilterra subito! Risposi che molto probabilmente Gibilterra sarebbe stato il primo obiettivo spagnolo in caso di guerra.

3) Parlando dei negoziati di Mosca, mi ha detto di ritenere che la Russia sia, potenzialmente, la maggiore nemica dell'Inghilterra. L'India sarà un giorno l'obiettivo principale della rivoluzione russa.

4) Avendogli accennato alla possibile partecipazione di qualche delegato siamese al congresso anti-comunista di Spagna dell'ottobre p. v. egli mi ha

pregato di fargli un pro-memoria in proposito, riservandosi di farmi conoscere il suo punto di vista.

5) Circa le nuove truppe indiane che in questi giorni venivano trasferite a Singapore, mi ha detto, sorridendo, che non era certo qualche battaglione in più che potesse mutare la precaria situazione difensiva di Singapore e della Malesia britannica.

6) A vendo io insistito sul fatto che a mio parere Francia e Inghilterra avrebbero lin questo momento necessità assoluta di un Siam alleato (e ciò dicevo appunto per «tastar terreno»), egli mi fece un gesto chiaro per significare che il Siam non ne voleva sapere .....

La mattina del colloquio circolava in città la notizia, che si rivelò inesatta, dell'arresto di Luang Pradist, attuale Ministro delle Finanze, ex Ministro degli Esteri, e noto per le sue tendenze liberali-socialistoidi, che ne fanno «persona grata» per i franco-inglesi.

È un fatto che tra Pibul e Pradist non devono, oggi più che mai, correre buon!i rapporti.

Pochi giorni dopo il Ministro degli Esteri emanava un comunicato riaffermando la politica tradizionale del Siam fatta di neutralità e di « amicizia per tutte le Potenze». Ma è certo che gli anglo-francesi devono lavorare sott'acqua in questo periodo: un nuovo attentato a Luang Pibul, se fatale, porterebbe senza dubbio il Governo di questo Paese sotto la loro influenza.

(l) L'originale del presente documento, ritrasmesso per conoscenza alle Ambasciate a Londra, Berlino, Parigi, Tokio, Shanghai, Mosca, S. Sebastiano, Varsavia, con Telespresso 228715/C in data 24 agosto, non è stato rintracciato.

19

IL CAPO DELLA MISSIONE MILITARE ITALIANA IN SPAGNA, GAMBARA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. P. PER IL MINISTRO 62. ...(1), 13 agosto 1939, ore 2,10 (per. ore 10,30) (2).

Oggi in Burgos Sottosegretario di Stato Esteri Signor Las Barcenas che mi aveva pregato passare da lui mi ha detto:

«Generalissimo mi ha ordinato rivolgermi a Voi -data assenza Ambasciatore Conde da Roma, sostituzione Jordana, assenza Ambasciatore Viola onde facciate sapere Vostro Governo che Governo spagnolo trovasi in tale disastrosa conçiizione finanziaria da esser costretto chiedere una proroga al pagamento dei 300 milioni lire scadente il 21 agosto corrente. Generalissimo si rivolge alla generosità del Duce e all'amicizia Conte Ciano per ottenere, in questo critico momento della vita nazionale, il favore di protrarre il più a lungo possibile (se possibile anche un anno) un pagamento che seriamente comprometterebbe il prosieguo di quella ricostruzione cui ogni energia ed ogni mezzo è a questa rivolto».

2 -Documenti diplomatici • Serie VIII · Vol. XIII

Seguivano le scuse pel passo diplomatico orale, molte altre buone parole per l'intesa sempre più intima tra le due nazioni ed incondizionata fiducia nella magnanimità del Duce.

Prescindo dai sentimentalismi.

Di vero e positivo v'è grave condizione: vi sono in Spagna intere provincie tuttora che non mangiano, oppure mangiano poco e male; in tutti gli strati della popolazione serpeggia vivissimo malumore per la situazione economica effettivamente precaria.

Governo ormai morto ha fatto qualche cosa al riguardo e Governo che attualmente si insedia sicuramente farà ogni sforzo per superare gravissima crisi. Nuove nomine sono state accolte con piena soddisfazione.

Francia e Inghilterra, tramite gruppi finanziari francesi e svizzeri bene a conoscenza situazione interna, battono alle porte offrendo denaro. Sino ad ora Franco ha resistito. Sino a quando? In complesso Generalissimo dispone larga maggioranza di consensi. Con i recenti acquisti di cotone e altre materie prime per ripristinare in parte industrie Catalogna, casse dello Stato versano situazione precaria.

Generale conta su Vostra amicizia per ottenere proroga ed al Duce si rivolge come a salvatore.

Se mi è permesso esprimere un parere -dato momento psicologico attuale e dato che nostro atto generoso metterebbe nuovo Governo in condizione tirare respiro sollievo e mettersi all'opera senza l'assillo del momento che pesa -pregherei vivamente voler benevolmente accogliere richiesta.

Sono stato pregato di una risposta cortese urgenza.

(l) -Manca l'indicazione della località di provenienza. (2) -La seconda parte di questo telegramma è stata spedita alle ore 3,02 ed è pervenuta a Roma alle ore 13,30.
20

PROGETTO TEDESCO DI COMUNICATO PER L'INCONTRO DI SALISBURGO

Salisburgo (1).

Le Ministre des Affaires Etrangères du Reich M. von Ribbentrop, et le Ministre des Affaires Etrangères d'Italie, Comte Ciano, ont examiné -au cours de leurs conversations à Salzburg -la situation générale européenne et les problèmes intéressant la politique commune des deux pays alliés.

Les deux Ministres des Affaires Etrangères ont été heureux de constater encore une fois la parfaite identité de vues des deux Gouvernements. Vulesefforts d'encerclement par les démocraties occidentales, les Gouvernements Allemand et Italien réaffirment leur désir de paix et en meme temps leur ferme volonté d'assurer toujours en commun la sauvegarde de leurs intérets vitaux.

(l) Manca l'indicazione della data: probabilmente il documento fu redatto fra il 10 e il 13 agosto.

21

VERBALE DEL SECONDO COLLOQUIO TRA IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, E IL CANCELLIERE DEL REICH, HITLER (l)

(Ed. CIANO, L'Europa verso la catastrofe, cit., pp. 458-459)

Berchtesgaden, 13 agosto 1939, ore 11,30-12. Hitler domanda se ho qualche cosa da dire. Lo ringrazio ma rispondo che attendo di conoscere le sue decisioni. Allora Hitler prende la parola per dirmi che dopo lunga riflessione egli non ritiene conveniente di fare alcun comunicato sull'incontro di Salisburgo. « Ciò lascia le mani più libere per qualsiasi decisione e qualsiasi soluzione». Ripete quanto più

o meno ha detto il giorno precedente circa la necessità di risolvere in modo totalitario il conflitto con la Polonia. Gli incidenti si ripetono e si moltiplicano. Il prestigio e l'onore tedesco ne sono scossi.

Ogni ritardo è dannoso oltre che da un punto di vista politico anche da un punto di vista militare. Gli obbiettivi dell'azione contro la Polonia sono ormai fissi nella sua mente.

Il popolo tedesco ha bisogno di assicurarsi quello spazio e quei mezzi che garantiscano la sua vita. L'azione contro la Polonia prova quale sia la vera direttrice di marcia del popolo tedesco.

L'Italia, che invece è per la sua posizione geografica la Nazione dominante nel Mediterraneo, dovrà sulle sponde di questo mare affermare e allargare il suo impero. Non vi sono possibilità di contrasto tra i due imperialismi. Ricorda che anche Bismarck scrisse una lettera a Mazzini per affermare questa verità.

La Germania agirà quanto prima contro la Polonia. L'azione sarà rapida, decisiva, implacabile. Le Potenze occidentali non interverranno. E se, per una ipotesi che egli calcola assurda, le Potenze occidentali dovessero intervenire, questo significa che « esse avevano ormai deciso la lotta all'Asse e che anche senza l'attacco tedesco alla Polonia non avrebbero lasciato trascorrere quegli anni di preparazione che potevano apparire utili all'Italia e alla Germania».

Prendo atto di queste asserzioni del Fiihrer e domando, qualora egli possa e voglia dirmelo, quando avrà inizio l'azione.

Hitler dice che ciò non è ancora fissato. Comunque tutto è pronto e se l'azione dovesse cominciare in seguito ad un incidente grave, ciò potrebbe aver luogo in qualsiasi momento. Se invece l'azione avrà un'altra origine, si può pen~are che sia un po' più tardi. Termine ultimo per L'inizio delle operazioni: la fine di agosto. Come ultima ipotesi per scatenare l'attacco, e in mancanza di altre occasioni, egli « considererà grave uno dei tanti incidenti locali che quotidianamente si producono a Danzica e nel Corridoio».

Qualsiasi ritardo non sarebbe possilbile dato che lo Stato Maggiore tedesco ritiene necessarie da 4 a 6 settimane per liquidare militarmente la questione polacca e dato che, a partire dal 15 ottobre, la nebbia e il fango rendono impraticabili strade e aerodromi del fronte polacco. Dice di non aver altre comunicazioni da farmi.

La conversazione ha termine con un cordiale scambio di saluti. Hitler tiene a ripetermi più volte il suo desiderio di incontrarsi col Capo del Governo, ma non mi accenna a questioni politiche e dice che « gradirebbe averlo una volta ospite alle rappresentazioni musicali di Bayreuth ».

(l) Redatto da Ciano.

22

IL CONSOLE A BRATISLAVA, LO FARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 22. Bratislava, 13 agosto 1939 (per. giorno 17).

L'attenzione degli ambienti dirigenti slovacchi è tutta polarizzata sull'incontro di V. E. col Ministro degli Affari Esteri del Reich, anche per il fatto che esso è stato preceduto da una visita del Conte Csaky a von Ribbentrop.

Per quanto si ostenti assoluta fiducia nella «protezione » germanica della indipendenza e dell'integrità territoriale della Slovacchia pure le preoccupazioni per ultimo segnalate col mio telegramma per corriere n. 021 {l) fanno prestare ascolto financo a voci qui diffuse che l'Italia propenderebbe per una spartizione al fine di eliminare gli attuali motivi di contrasto fra Germania ed Ungheria.

Ansiosa è quindi l'attesa di segni indicativi del punto di vista prevalso a Salisburgo nella questione slovacca.

23

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. (2). Bucarest, 13 agosto 1939.

Tra le varie voci che da qualche tempo circolano in questi ambienti politici e giornalistici, ritornano con qualche insistenza quelle della costituzione di un « Governo di unione nazionale » e dell'eventuale ritorno del signor Titulescu sulla scena politica della Romania.

Il nome di Titulescu viene fatto in rapporto con l'eventuale conclusione del

patto anglo-franco-sovietico in quanto l'ex Ministro degli Esteri che fu fautore

del riavvicinamento russo-romeno, sarebbe -secondo le voci in questione

il più adatto per frenare le eventuali esigenze del Governo di Mosca e per

ottenere alla Romania le condizioni migliori.

Quanto alla costituzione di un «Governo di unione nazionale » trattasi di

ipotesi che ritorna periodicamente ad affacciarsi, e che corrisponde probabilmente

ai desideri degli uomini politici rimasti fuori del « Fronte per la Rinascita Nazionale». Resterebbe solo a vedere -qualora tale ipotesi si verificasse se un « Governo di unione nazionale » significherebbe la rinata influenza di Maniu, dei Bratianu ecc. o se anche essi, come gli altri che hanno aderito al Fronte, non cadrebbero senza ritorno nella morsa tenace del Re e del suo fido Stato Maggiore.

Sia l'una voce che l'altra, -che riporto per debito di cronaca -non hanno però finora alcuna effettiva consistenza, in quanto la decisione di queste come di tutte le altre questioni dipende esclusivamente dalla volontà del Sovrano.

(l) -Non pubblicato. (2) -L'originale del presente documento, ritrasmesso per conoscenza alle Ambasciate a Londra, Parigi, Mosca, Berlino, Varsavia, Ankara. e alle Le~azioni ad Atene, Belgrado, Budapest, Sofia, con Telespr. 227796/C in data 18 agosto, non è stato rintracciato.
24

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. S. P. PER IL MINISTRO 594. Tokio, 14 agosto 1939, ore 20 (l) (per. ore 15,30).

Giornali hanno parlato in questi ultimi giorni di un programma di politica estera che Ministro Esteri starebbe redigendo. Mi si assicura che non si tratta nulla di nuovo bensì di quanto segue:

Allorchè seconda proposta giapponese fu presentata a noi, susseguente enunciazione o interpretazione dell'Ambasciatore giapponese a Berlino corrispose a quella del Ministro della Guerra ma non a quella del Ministro degli Affari Esteri.

Ministro Esteri starebbe ora facendo redigere non so se un testo o una interpretazione autentica di quella seconda proposta. Questa dichiarazione dovrebbe essere approvata dal Consiglio dei cinque Ministri e poi comunicata da Shiratori e Oshima a Roma e a Berlino con avvertenza che Giappone è pronto prendere impegno contenuto nella dichiarazione stessa ma senza alcuna benchè minima variante. Ciò contrasterebbe con speranze fattemi confidare l'altro giorno dal Ministro della Guerra di poter ottenere qualche attenuazione delle condizioni giapponesi; intanto mentre questo Ministro della Marina ha mostrato al Regio Addetto Navale desiderio riprendere discussioni tecniche (ed egli ne ha riferito al suo Ministero con telegramma che ho pregato mi fosse comunicato) mi si assicura ultima riunione dei cinque sia stata decisa redazione testo di cui sopra.

Ministro della Marina avrebbe detto a quello della Guerra sperare che egli non avrebbe anche questa volta fatto dare una sua enunciazione o interpretazione personale del testo stesso.

(l) L'indicazione dell'ora di partenza è probabilmente errata: il telegramma dev'essere partito alle 8,20, come i successivi.

25

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. S. P. PER IL MINISTRO 595. Tokio, 14 agosto 1939, ore 8,20 {l)

(per. ore 15).

Ministero della Guerra dice che se per questa sera non avrà ricevute comunicazioni da Roma e da Berlino farà rimandare riunione cinque Ministri indetta per domani.

Ciò nella speranza che Ministro della Guerra possa loro ripresentare modifica con appoggio Asse.

26

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. S. P. PER IL MINISTRO 596. Tokio, 14 agosto 1939, ore 8,20

(per. ore 15).

Circa notizia di cui al mio telegramma n. 594 (2), che avevo avuta da parte civile, Ministro della Guerra confidato quanto segue:

«Ministro degli Affari Esteri sta preparando nuova definitiva redazione progetto Patto. Esso pur riaffermando riserve precedenti conterrebbe esplicita dichiarazione che Giappone darebbe all'Asse ogni possibile aiuto in qualsiasi evenienza e quindi anche nel caso non vi fosse dichiarazione di guerra da parte sua».

27

PROGETTO DI COMUNICAZIONE AL GOVERNO TEDESCO (3)

Roma, 14 agosto 1939.

Il Ministro Italiano degli Esteri -su istruzioni del Duce -ha l'onore di comunicare quanto segue al Ministro degli Esteri del Reich:

«Dall'esame del resoconto dei colloqui di Salisburgo e Berchtesgaden svoltisi nei giorni 11, 12, 13 agosto, risulta al Governo italiano che il Governo del Reich ha deciso un'azione militare a fondo contro la Polonia, nella convinzione formalmente espressa che il contlitto rimarrà localizzato e non impegnerà, quindi, l'Italia la quale -per ragioni ben note al Governo del Reich -non si trova attualmente nelle condizioni più favorevoli per affrontare una guerra europea, in anticipo sull'epoca prevista di comune accordo.

« Il Governo fascista, pur tenendo nel massimo conto quanto è stato affermato a Salisburgo e a Berchtesgaden, ha elementi per ritenere che la sicurezza di localizzare il conflitto sia infondata, specie se i polacchi, come appare ormai

sicuro, opporranno una qualsiasi resistenza. Ecco perchè il Governo fascista sente il dovere di attirare nuovamente l'attenzione del Governo del Reich sul punto di vista, già illustrato dal Conte Ciano, secondo il quale la controversia tedescopolacca può essere ancora suscettibile di una soluzione quale la Germania ha il diritto di attendere, senza ricorrere alla forza ».

(l) -Nota dell'Ufficio Cifra: • Ora locale •. (2) -Vedi D. 24. (3) -Redatto dal Capo del Governo Mussolini. Ciano nel suo Diario (I, p. 142) accenna a questo documento in data 15 agosto 1939.
28

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO. Roma, 14 agosto 1939.

Il Conte Magistrati ha telefonato per attirare l'attenzione di V. E. sulla seguente informazione diramata da Salisburgo dall'Agenzia D.N.B., e della quale la R. Ambasciata in Berlino non aveva avuto alcuna preventiva notizia:

«Gli odierni colloqui italo-tedeschi hanno avuto per scopo di chiarire le questioni rimaste ieri in sospeso.

Il convegno si è svolto nello spirito del dovere, rispettivamente del diritto di consultazione basato sia sull'amicizia, come anche sugli accordi formali esistenti fra i due r>aesi.

I due Ministri hanno esaminato tutti i problemi politici presentemente sul tappeto riscontrando la piena concordanza della politica estera tedesca ed italiana.

Essi nutrono piena concorde convinzione che questi problemi devono e possono venire avviati ad una soluzione. Va da sè che una parte importante ha avuto il problema di Danzica diventato oggi uno dei problemi più scottanti.

I Patti di coalizione delle democrazie provocano un irrigidimento ognor crescente dell'atteggiamento della Polonia, onde la Germania ne risulta colpita nel modo più vivo, non solo nel suo onore ma anche nel trattamento fatto ai suoi connazionali.

Le conversazioni hanno rivelato in tutti i problemi una concordanza del cento per cento. Non un solo problema è stato lasciato in sospeso.

Circa le voci affacciate nei circoli dell'estero, secondo cui alla v·isita del Conte Ciano seguirebbero altri incontri, nei circoli bene informati si osserva che i colloqui di Salisburgo hanno esaurientemente trattato tutte le questioni acute. Sicchè ulteriori colloqui non appaiono necessari.

Nei circoli ufficiosi tedeschi si sottolinea la straordinaria amicizia e cordialità che hanno presieduto all'incontro fra i due Ministri il che, si osserva, documenta nelle due Potenze dell'Asse, non solo una totalitaria amicizia, ma anche una totalitaria prontezza».

Il Conte Magistrati crede opportuno segnalare a V. E. che la surriferita informazione non è stata diramata all'interno della Germania ma è destinata esclusivamente alle Agenzie giornalistiche straniere le quali, soprattutto in considerazione della mancanza di un comunicato sugli incontri di Salisburgo, pubblicheranno quasi certamente tale informazione.

Il Conte Magistrati ha espresso inoltre l'opinione che convenga informarsi a Londra e a Parigi sul rilievo che verrà dato in quelle Capitali alla notizia del D.N.B. e sulle rir>ercussioni che essa vi susciterà.

29

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. URGENTISSIMO 501. BerLino, 14 agosto 1939, ore 12,25 (per. ore 14,20).

Permettomi richiamare specialissima attenzione di V. E. sopra «Informazione» pubblicata iersera da Salisburgo. Ne faccio oggetto di speciale rapporto (l) che giungerà a V. E. con aereo di oggi.

30

IL MINISTRO A BAGDAD, GABBRIELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 60. Bagdad, 14 agosto 1939, ore 12,55 (pe1". ore 13,30).

Telegramma di V. E. n. 36 (2).

Ministro degli Affari Esteri mi ha detto che Irak, come Paese arabo, non può evidentemente approvare nè tanto meno riconoscere cessione del Sangiaccato alla Turchia. A quanto mi è stato dato sapere, Governo irakiano avrebbe presentato a quello turco una nota a tale riguardo, formulata tuttavia in termini assai blandi; poichè, per le ragioni da me già esposte, l'Irak non può assumere uno speciale atteggiamento di opposizione nei confronti della Turchia.

Sto approfondendo indagini per conoscere possibilmente tenore della nota e mi riservo telegrafare.

31

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 105. Mosca, 14 agosto 1939, o1·e 14,22 (per. ore 15).

Richiamo l'attenzione di V. E. comunicato Agenzia Tass odierno telegramma stampa 52 (3). Anche ammettendo veridicità formale smentita non vi è dubbio, a mio avviso, che il Governo degli Stati Uniti incoraggia U.R.S.S. concludere accordi con Inghilterra e Francia. Nuovo Ambasciatore degli Stati Uniti giunto questi giorni a Mosca mi farà sua prima visita in giornata.

..

(l) -Vedi D. 36. (2) -Non pubblicato. Contiene ritrasmissione in data 3 agosto del T. per corriere da Istanbul n. 90 in data 27 luglio, vedi D.D.I., Serie., VIII, vol. XII, D. 700. (3) -Non pubblicato.
32

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATO 502. Berlino, 14 agosto 1939, ore 14,30 (per. ore 17).

Telegramma :oer corriere 17177 P. R., dell'H corr. (1). Sono in grado di confermare nella maniera più precisa le informazioni fornite da nostro Ambasciatore col rapporto in riferimento. Notizie date verbalmente in materia a V. E. sono state molto ma molto esagerate.

33

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, AL MINISTRO A SOFIA, TALAMO

T. 17453/165 P. R. Roma, 14 agosto 1939, ore 17.

Vostro telegramma n. 186 (2). Visita Kiosseivanov potrà aver luogo tra il 10 e il 15 settembre. Rimango in attesa di conoscere data stabilita per l'arrivo.

34

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, AL CAPO DELLA MISSIONE MILITARE IN SPAGNA, GAMBARA

T. 493 Rj2. Roma, 14 agosto 1939, ore 17,25.

Vostro 62 del 13 corrente (3). Potete comunicare Generalissimo che Duce ha concesso proroga mesi sei al pagamento 300 milioni lire scadente 21 corrente.

35

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 505. Berlino, 14 agosto 1939, ore 21,30 (per. ore 23,05).

Alla «Informazione Speciale» oggetto del mio telegramma di stamane (4) si è aggiunta nello stesso senso la Deutsche Diplomatisch-Politische Korrespondenz risposta anche essa segnalata nel fonogramma stampa odierno (5).

Si è così, a mezzo queste comunicazioni ufficiose, tenuto a caratterizzare

questione Danzica come già entrata in quella «fase dell'onore nazionale» il cui

significato è a tutti ben chiaro.

Ciò è valso a diffondere in questi circoli diplomatici e politici una sufficiente

dose di pessimismo, ulteriormente accresciuta dalla dichiarazione -rinnovata

anche oggi a mezzo della Deutsche Allgemeine Zeitung -che « la consultazione

di Obersalzberg è conclusiva e non richiede alcun complemento»·

(l) -Non pubblicato. Contiene la ritrasmissione in data 11 agosto del T. da Mosca 102 in data 5 agosto, vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, D. 780. (2) -Vedi D. 5. (3) -Vedi D. 19. (4) -Vedi D. 29. (5) -Non pubblicato.
36

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

R. SEGRETO 6118. Berlino, 14 agosto 1939.

Rientrato ieri sera a Berlino, mi sono trovato di fronte ad una «Informazione politica» ad uso estero del D.N.B., che ha destato in me la più viva sorpresa. Volevo, in un primo momento, telegrafare subito le mie prime impressioni, ma la gravità stessa della cosa ed il pratico dubbio sul segreto della nostra cifra mi hanno consigliato una breve notte di attesa.

Lo stile della informazione non sembra essere quello di Gaus, ma tuttavia tutta la argomentazione, così nelle sue premesse come nella sua conclusione mi sembrano machiavellicamente combinate e calcolate a precostituire uno stato di diritto che, mentre lascia poi mano libera alla Germania di fare quello che crede e come meglio crede, lega espressamente l'Italia a tutti, dico tutti i doveri previsti dal trattato di alleanza, compreso, naturalmente, quello sancito all'art. 3 del trattato stesso.

Alle 12 e mezzo del mattirlo la Germania, onde poter fare il comodo proprio, ci diceva ieri di non aver bisogno di noi. Dopo appena sei ore faceva sapere a noi, ed al mondo, ch'essa fa stato a tutti gli effetti della nostra totalitaria prontezza.

Sarebbe da osservare, pregiudizialmente, che una simile «Informazione», dichiaratrice dei nostri diritti come dei nostri doveri, non avrebbe mai potuto essere pubblicata senza l'esplicito consenso nostro. Ma queste sono forme e i nostri amici non le hanno mai conosciute. Veniamo alla sostanza. Strano a dirsi è la Germania -non l'Italia -che -sanando con affemnazioni non vere un passato pieno di reticenze e di resistenze -invoca il trattato di alleanza, riportando il convegno di Salisburgo al diritto ed al dovere di consultazione reciproca prevista dagli accordi formali esistenti fra i due Paesi.

Ciò premesso la «Informazione», ha il coraggio di fare stato della piena concordanza della politica estera dei due Paesi, e ciò per prendere atto ripeto, in conclusione, sia della nostra totalitaria amicizia, sia della nostra total.itaria prontezza. Non solo ma questo ha per la Germania un carattere definitivo, in quanto l'Informazione si affretta ad aggiungere che i colloqui di Salisburgo hanno esaurientemente trattato tutte le questioni, sicchè (sic) ulteriori colloqui non appaiono necessari!! Nella sua enormità, questa parte dell'Informazione è la

più salutare perchè ci indica chiaramente, e ormai senza ombra di dubbio, la via da seguire. La Germania e per essa il Signor Ribbentrop vuole, perchè gli conviene, non solo sanare il passato ma chiudere definitivamente la questione, noi dobbiamo invece, perchè così ci conviene, riaprirla subito ed in pieno.

Questa Informazione crea e sancisce allo stesso tempo l'equivoco. Noi abbiamo il diritto e il dovere di dissiparlo.

Il machiavellico autore della Informazione, con uno zelo che rappresenta un gioco, si riporta, ho detto, agli accordi formali esistenti fra i due Paesi. Scopo essenziale, quello dì invocare, attraverso la frase della « totalitaria prontezza», l'art. 3 del patto italo-tedesco, il quale dice che «se una delle parti contraenti venisse ad essere impegnata in complicazioni bel1iche, l'altra parte la sosterrà con tutte le sue forze militari per terra, per mare e nell'aria». Questo articolo, bisogna riconoscerlo, non lascia la menoma via di uscita. È tassativo e senza condizione o riserva.

Se la Germania invoca, come invoca, il trattato, e se d'altra parte noi non vogliamo trovarci nella necessità di batterci -ciecamente e a discrezione della nostra alleata -non è nell'art. 3 che possiamo basarci, bensì soltanto nell'art. 2, e ancora più nell'art. l che sancisce il diritto e l'obbligo, non della sola consultazione ma dell'intesa. Non battendoci sugli articoli uno e due, ricadiamo fatalmente nell'art. 3 che non lascia, ripeto, alcuna via di scampo. È in sede di art. l che il parere e la volontà dell'uno vale esattamente quanto quella dell'altro alleato. Arrivati all'art. 3, l'uno alleato è costretto, semprechè non riesca a sganciarsene espressamente prima, a seguire ciecamente l'altro.

Bisogna quindi fare ciò che la Germania non vuole e cioè, negare ogni sanatoria: riaprire le discussioni. Come?

Mediante una lettera del Duce al Fuhrer che, prendendo le mosse dalle comunicazioni già fatte dalla E. V., ponga la Germania, in base al trattato, di fronte ad una volontà precisa e categorica dell'Italia.

l. La volontà dell'Italia è stata già chiaramente indicata dal Duce: prima di arrivare alla guerra, fare il possibile per evitarla. È un dovere che solo gli irresponsabili non sentono. Il Duce che sente invece, come mai nessuno al mondo, i doveri verso sè stesso, il suo paese e l'umanità, ha già proposto una Conferenza. Il Fuhrer l'ha praticamente, ma tuttavia non formalmente nè categoricamente rifiutata. Bisogna che lo faccia categoricamente e formalmente per iscritto. Non vuole la Conferenza? Si pensi a un'altra cosa. Un'azione diplomatica europea può benissimo convincere Varsavia a entrare in negoziati con Berlino. Determinare un'azione simile è tutt'altro che impossibile, nè si può -soltanto per puntigli indegni di paesi e di uomini veramente grandi -scatenare una guerra europea che sarebbe la fine della civiltà. Abbia il coraggio, il Fuhrer, di rifiutare, per iscritto, una proposta di questo genere.

2. L'Italia ha già fatto sapere essere sua profonda convinzione che Francia e Inghilterra non possono esimersi dall'intervenire. Bisogna ripeterlo per iscritto, appoggiando la propria convinzione a quel massimo di argomenti, ed eventualmente di prove, possibili nelle circostanze. La Germania deve assicurare il contrario categoricamente e per iscritto, assumendo le responsabilità delle afferma

zioni sue. È la Germania cui, prima di trascinarci in una guerra, spetta l'onere di provare che la guerra sarà localizzata. Le presunzioni in contrario esistono e sono innegabili. Sta alla Germania di distruggerle provando, insisto provando, ch'esse non hanno base nei fatti.

3. Da questo punto in poi, due vie sono aperte. Se l'Italia non vuole, nelle circostanze, arrivare ad una guerra, essa ne ha il diritto sacrosanto, in quanto che ha già notificato, a voce e per iscritto, ripetutamente, che essa potrà essere pronta solo fra tre o quattro anni. La Germania ha accettato queste ragioni: dunque, se adesso vuole la guerra ad ogni costo noi abbiamo anche il diritto -dichiarandoglielo esplicitamente prima -di lasciare che essa se la faccia da sè. Insisto ancora una volta che, sulla base dell'art. l e dell'art. 2, una opinione vale l'altra e la volontà di un alleato pesa esattamente quanto quella dell'altro.

La Germania non si è resa conto che in base al trattato la guerra non, dico non, può essere dichiarata per volontà esclusiva di uno solo degli alleati. Essa deve essere messa di fronte a questa precisa affermazione, appoggiantesi a un nostro preciso diritto.

4. Oppure ancora, noi vogliamo dichiarare di essere tuttavia pronti -in determinate condizioni -a sostenere la Germania con le armi, ma allora la Germania si deve riconoscere l'obbligo di integrare le deficienze del nostro armamento da noi già tempestivamente denunciate, e questa integrazione deve avvenire prima della nostra entrata in guerra. Noi non possiamo -soprattutto dopo le tristi esperienze di questi giorni -affidare le nostre sorti alla semplice discrezione della Germania. E tutte le precauzioni che siano credute necessarie, vanno prese prima, e non dopo.

Da ultimo, o per meglio dire ritornando al primo punto, noi dobbiamo mettere la Germania di fronte ad una domanda concreta di aggiornamento del conflitto.

Nel settembre 1938, quando ancora l'Italia non era alleata, il Duce, alla vigilia dello scoppio delle ostilità (e allora il quadro delle medesime si pr-esentava come chiaramente localizzabile) chiese al Fiihrer di ritardare l'inizio delle ostilità di 24 ore. Il Fiihrer riconobbe che il Duce aveva il diritto di farlo e concesse, senza discussione, l'aggiornamento.

Questa volta, con una situazione assai più complessa ed un quadro di guerra specificamente generale, il Duce, alleato, ha il diritto di chiedere alla Germania un mese di tempo per trovare il mezzo di risolvere la questione di Danzica per vie diplomatiche. Un minimo di un mese è indispensabile. Nè questa richiesta può sembrare tardiva, visto che solo ieri la Germania ha, contrariamente a quanto ripetuto finora, dichiarato di non vedere praticamente altra uscita all'infuori della guerra.

Che il Fiihrer abbia il coraggio, assumendosene la responsabilità di fronte a Dio e agli uomini, di rifiutare questa proposta.

Un'ultima considerazione. Ritorno alla Informazione. È la Germania, Eccèllenza, che ha il coraggio civile di appellarsi agli accordi formali di alleanze esistenti fra di noi. Messe -e ripeto non da noi -le cose su questo terreno, guai ·a noi, se non facessimo valere in limine litis e quando ne è ancora tempo e cioè sulla base degli articoli l e 2 la parità piena ed intera dei nostri diritti di fronte all'alleata. Nel migliore dei casi ne usciremmo menomati e minorati irrimediabilmente e per sempre.

Queste mie note sono necessariamente affrettate. Il mio temperamento e la sincerità delle mie convinzioni mi portano a forme non burocratiche di cui mi scuso. Ma confido che ormai siano all'E. V. noti la purità dei miei intendimenti, e l'attaccamento, profondo ed illimitato, che porto alla persona Vostra e del Duce.

La battaglia diplomatica per la uguaglianza dei diritti dell'Italia di fronte alla Germania nel quadro ed agli effetti del trattato del 22 maggio è appena incominciata. Essa è una battaglia santa e l'Italia vincerà, con ciò stesso salvando la pace e la civiltà.

P. S. -Ho domandato -per incidens -a Schmidt se il FUhrer usasse oltrechè fare, anche consegnare dei verbali delle sue conversazioni. Egli mi ha risposto: prima lo faceva; da un certo tempo a questa parte non più.

Ormai dopo « l'Informazione » -di cui allego il testo (l) -mi sembra indispensabile evitare che il colloquio avuto ieri da V. E. con il FUhrer sia interpretato, per quanto evidentemente in aperta malafede -come una adesione dell'Italia al punto di vista tedesco.

37

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. PERSONALE 6172. Berlino, 14 agosto 1939.

S. E. il Guardàsigilli mi ha inviato, per farla pervenire a destinazione, una sua lettera diretta al Ministro del Reich Hans Frank.

Nella copia della lettera stessa vedo che S. E. Grandi ha già ricevuto un invito da Frank per recarsi in Germania e che egli ha già pregato il Duce di consentirgli di compiere tra breve questo viaggio.

Penso che per le ragioni che conosci, sarebbe forse opportuno che un tale viaggio venisse rinviato ad altra epoca.

38

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

R. SEGRETO 4332/1549. Budapest, 14 agosto 1939.

Questo Ministro di Jugoslavia che è venuto a vedermi evidentemente per sondare le mie impressioni su varie voci sparse in questi giorni soprattutto di

presunte pressioni tedesche sull'Ungheria, anche nei riguardi della politica interna, mi ha detto fra l'altro che si era recato sabato dal Ministro d'Inghilterra insieme col Ministro di Romania: il Signor O. Mally li aveva rassicurati ed aveva poi aggiunto che doveva vedere poco dopo il Presidente del Consiglio, per chiedergli informazioni sulla situazione; e li ha pregati quindi di ripassare nel pomeriggio, perchè li avrebbe così messi al corrente della sua convocazione.

Tornati infatti da lui, vi hanno anche trovato il Ministro di Polonia: secondo Rasié, il Ministro d'Inghilterra era molto rassicurato di quanto gli aveva detto il Conte Teleki, al quale egli aveva chiesto quanto vi fosse di vero nelle voci di minacce tedesche, che il Presidente del Consiglio aveva escluso. Il Conte Teleki aveva inoltre mostrato la maggiore buona volontà per una migliore intesa con la Romania.

A dire del Ministro di Jugoslavia, il Governo ungherese aveva infatti in questi ultimi giorni mostrato molto buona disposizione per un'intesa con la Romania, ciò che certamente avrebbe facilitato per le note ragioni anche il ravvicinamento ungaro-jugoslavo. Il Ministro di Romania era stato molto soddisfatto di tali disposizioni del Governo ungherese.

Recatomi stamane dal Presidente del Consiglio, che attualmente rimpiazza il conte Csaky, assente, nella direzione del Ministero degli Affari Esteri, mi ha mostrato essere anch'egli al corrente delle conversazioni del Ministro d'Inghilterra con i Ministri di Polonia, Jugoslavia e RomAnia; tant'è vero che aveva già convocato il Ministro d'Inghilterra domani, per domandargli fra l'altro se egli si considerasse anche il Ministro della Piccola Intesa, avendo inteso di fargli certe comunicazioni quale Ministro di Gran Bretagna e non come se esse fossero anche destinate ad altri.

Chiestogli sullo stato dei rapporti con la Romania, il Conte Teleki mi ha detto che ad una domanda del Ministro d'Inghilterra se l'Ungheria intendesse attaccare la Romania egli aveva risposto che, pur non potendo neanche menomamente rinunciare a nessuna delle rivendicazioni sia territoriali sia concernenti le minoranze nei riguardi della Romania, tuttavia il Governo ungherese non aveva, allo stato delle cose, intenzioni aggressive verso la Romania, non volendo provocare un conflitto generale, perchè evidentemente ora, a suo parere, qualsiasi atto di guerra avrebbe portato ad una conflagrazione generale, ed era questa una responsabilità che l'Ungheria non voleva addossarsi.

A questo si era limitata la sua comunicazione al Ministro d'Inghilterra; del resto era tanto meglio se i romeni avevano interpretato l'atteggiamento ungherese come particolarmente amichevole, dato appunto che, siccome non era possibile ora intraprendere un'azione militare, una distensione nelle relazioni potrebbe meglio far risolvere alcune questioni pendenti circa le minoranze.

Era esatto d'altra parte che un accordo era stato raggiunto circa la navigazione delle zattere di legname sul Tibisco, che aveva provocato i recenti noti incidenti, come anche per il pedaggio dei noti tronchi ferroviari di confine; sembrava che si potesse giungere ad una favorevole soluzione anche per la nota questione della cittadinanza che interessa circa 200 mila ungheresi di Transilvania: ma attendeva per ciò conferma che la questione fosse realmente risolta.

Quanto alla navigazione del Tibisco, il Governo romeno aveva in un primo tempo chiesto il pagamento globale di 5 milioni di lei: il Governo ungherese

si era ora accordato a Sinaia per una somma di 4 milioni, ed il traffico fluviale dovrebbe ricominciare oggi, mentre già dal 10 il traffico ferroviario aveva ripreso regolarmente nei tronchi in questione.

(l) Al rapporto è allegata ·la traduzione dell' • Informazione • già pubblicata, vedi D. 28. Il testo della traduzione telefonata dal Magistrati e quella riportata dall'Attolico presentano lievi varianti.

39

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

R. 4352/1560. Budapest, 14 agosto 1939.

Facendo seguito al mio rapporto n. 4332/1549 (l) in data odierna, ho l'onore di riferire all'E. V. che il Ministro di Jugoslavia, quanto ai rapporti con l'Ungheria mi ha detto in sostanza non esservi ancora nulla di concreto, ma come mi aveva comunicato anche questo Vice Ministro degli Affari Esteri giorni fa, il Ministro d'Ungheria a Belgrado aveva avuto una conversazione con Cvetkovié, avendone assicurazione di voler raggiungere un sempre maggiore miglioramento dei reciproci rapporti.

Quanto all'atteggiamento in genere della Jugoslavia in caso di conflitto, il signor Rasié mi diceva che certamente vi era nel suo Paese una fortissima propaganda francese, fatta sopratutto fra gli ex combattenti serbi, propaganda che tendeva ad esaltare la preparazione militare franco-inglese e a sminuire la importanza e l'efficienza di quella delle Potenze dell'Asse. Mi ha detto chiaramente che la Jugoslavia, se, data la sua posizione geografica, non poteva certamente prendere posizione contraria all'Asse, doveva, d'altra parte, « restare eventualmente a vedere come si sarebbero svolti gli avvenimenti » e quindi almeno in un primo tempo si doveva attenere alla più rigorosa neutralità.

Secondo lui i bulgari avrebbero lo stesso atteggiamento degli jugoslavi.

Ha sviato il discorso circa il recente viaggio del Principe Paolo a Londra; mentre si è diffuso a parlarmi delle amichevoli e cordiali accoglienze fatte a Cvetkovié a Trieste.

Mi ha accennato alle voci corse di mire italiane verso Salonicco e verso l'Egitto insistendo sopratutto a conoscere il mio pensiero sulle più recenti segnalazioni di minaccie tedesche all'Ungheria, non senza fare insinuazioni sulla attiva propaganda britannica.

Non ho mancato di dimostrargli nel modo più opportuno l'inconsistenza di queste vociferazioni.

40

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO

T. PER CORRIERE 17503 P.R. Roma, 15 agosto 1939, ore 8.

Personale per S. E. Attolico. Il R. Ambasciatore in Tokio mi ha telegrafato, in data 11 corrente quanto segue (riprodotti T. n. 587-90) (2).

Ho presente quanto avete a suo tempo riferito circa l'atteggiamento di codesto Ministro degli Esteri nei riguardi delle proposte giapponesi. Converrà ora che prendiate nuovamente contatto con Ribbentrop, che sarà stato infor·· mato dall'Ambasciatore di Germania a Tokio del passo giapponese, e gli domandiate qual'è il suo pensiero al riguardo, e che intende fare.

(l) -Vedi D. 38. (2) -Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, DD. 834-837.
41

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO

T. PER CORRIERE 17506 P. R. Roma, 15 agosto 1939, ore 8. Telespresso di codesta Ambasciata n. 5785/1767 (1). Trasmetto un progetto di risposta alla Nota Verbale di questa Legazione d'Ungheria riguardante la procedura che, secondo il punto di vista ungherese dovrebbe essere seguita nel caso in cui le Potenze firmatarie originarie del Patto Anticomintern intendessero rivolgere invito di adesione ad altri Stati. Poichè appare opportuno che la risposta italiana in merito non si discosti nel testo dalla risposta che il Reich ha già data per iscritto a codesta Legazione d'Ungheria, prego farmi conoscere se il progetto allegato corrisponda sostanzialmente alla nota tedesca indicando, in caso contrario, le eventuali disparità o aggiunte.

Prego precisarmi inoltre se risulti costi che l'Ungheria abbia indirizzato al Giappone una identica nota e se quest'ultimo abbia risposto negli stessi termini.

42

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI. CIANO

T. 506. Berlino, 15 agosto 1939, ore 12,27 (per. ore 13,30). Attiro particolare attenzione dell'E. V. su articolo odierno del Voelkischer Beobachter da Salisburgo intitolato « Danzica e l'Asse » il cui riassunto ho trasmesso telefonicamente a Ministero per la Cultura Popolare. Da rilevare sopratutto concetto che « il risultato delle conversazioni di Sali

sburgo consiste nell'assoluta unanimità di giudizio sulla situazione attuale anche per quanto riguarda i mezzi da impiegare».

43

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. P. PER IL MINISTRO 509. Berlino, 15 agosto 1939, ore 18,10 (per. ore 19,25).

Ambasciatore Attolico partito per Roma ora, porta con sè anche un mio appunto nel quale ho riunito alcune idee a seguito conversazioni Salisburgo.

(l) Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, D. 751.

44

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATISSIMO 510. Berlino, 15 agosto 1939, ore 18,49 (per. ore 20,35).

Ambasciatore del Reich a Londra, von Dirksen, qui giunto in questi giorni, ha visto stamane S. E. Attolico, che era in procinto di partire per Roma.

In questa conversazione egli ha confermato come Inghilterra sia oggi nettamente orientata per un intervento armato nel caso di un conflitto tra Germania e Polonia.

Queste impressioni di von Dirksen appaiono già essere state riferite telefonicamente da Weizsacker a Ribbentrop, il quale però avrebbe mostrato di non volerle troppo prendere in considerazione.

45

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATISSIMO 511. Berlino, 15 agosto 1939, ore 18,48 (per. ore 20,35).

Questo Ambasciatore di Francia, rientrato ier l'altro a Berlino dal congedo, si è recato stamane alla Wilhelmstrasse per conferire con il Segretario di Stato per gli Affari Esteri circa attuale situazione.

Egli ha confermato a von Weizsacker punto di vista francese circa necessità per Francia intervenire nel conflitto qualora dovesse scoppiare per Danzica.

Segretario di Stato per gli Affari Esteri ha chiesto per quali ragioni la Francia intendesse mantenere un tale atteggiamento mentre Polonia medesima dà continue prove di pericolosa ed incontrollata esaltazione. Al che Ambasciatore di Francia ha risposto che Francia è disposta comunque ad intervenire e non già per Danzica o Polonia ma per situazione oggi creatasi in Europa.

46

IL CAPO DELLA MISSIONE MILITARE ITALIANA IN SPAGNA, GAMBARA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. P. PER IL MINISTRO 1004. S. Sebastiano, 15 agosto 1939, ore 23 (per. 16 agosto ore 3).

Comunicato oggi a Ministero degli Affari Esteri contenuto Vostro radio 214 (l) a me personalmente diretto il 14 corrente. Ministro espressomi parole vera gratitudine per l'Italia..... (2) farle pervenire V. E. Si riserva confermare suo nome e Generalissimo stessi sensi per lettera V. E. e Duce.

3 -Documenti diplomatici · Serie VIII · Vol. XIII

(l) -Nota dell'Ufficio Cifra: « Sic nel testo. Trattasi probabilmente del T. 493 R/2 •· vedi D. 34. (2) -Nota dell'Ufficio Cifra: • Manca •·
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L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, ALL'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO (l)

APPUNTO. Berlino, 15 agosto 1939.

Le conversazioni avvenute a Salisburgo tra S. E. il Ministro, il Fiihrer e il Ministro von Ribbentrop possono oggi essere considerate sotto due aspetti:

l) Esse hanno servito a fissare nettamente dinanzi ai Tedeschi il punto di vista italiano che consiste principalmente nel dichiarare oggi « intempestiva » e dannosa per le Potenze dell'Asse una guerra generale che verrebbe scatenata a seguito di un'azione di forza della Germania contro la Polonia, per la cosidetta questione di Danzica. A questa affermazione italiana si contrappone l'altra, tedesca, altrettanto precisa, che, viceversa, con ogni probabilità l'eventuale conflitto sarà di carattere « locale » perchè le grandi Potenze occidentali finiranno all'ultimo momento per non entrare in guerra a favore della Polonia.

2) Attraverso e a mezzo delle conversazioni i Tedeschi hanno evidentemente cercato, nella loro presentazione dinanzi all'opinione pubblica estera e germanica, di far apparire le due Potenze dell'Asse come assolutamente «solidali » non soltanto negli orientamenti generali ma anche nei riguardi dei mezzi ritenuti migliori per il raggiungimento della desiderata soluzione del problema.

La mancata pubblicazione di un comunicato ufficiale, a conclusione delle conversazioni, poteva forse far sorgere qualche dubbio in proposito. Ed i Tedeschi allora hanno con ogni sforzo ed a nostra insaputa, in un primo tempo a mezzo del noto ·comunicato del D. N. B. per l'estero, datato da Salisburgo alle ore 16 della stessa domenica 13 (ossia due ore dopo la partenza del Ministro Ciano in apparecchio per Roma), ed in seguito con tutta la susseguente impostazione sulla stampa, voluto dare nettamente la sensazione sopra accennata. Si può anzi dire che, nelle intitolazioni dei giornali e negli articoli di commento, si è proprio posto in particolare rilievo la «decisione » di Roma di essere a fianco della Germania per qualsiasi decisione. E per la prima volta, come dimostra il comunicato del D. N. B., si è voluto persino dare alla questione da parte tedesca un aspetto giuridico, con riferimento ai diritti ed ai doveri ed al meccanismo del Trattato di Alleanza italo-tedesco del 22 maggio.

Nei riguardi quindi della situazione italiana deve dirsi che, dopo quanto in questi giorni è avvenuto, si rende necessaria una nuova chiarificazione. Altrimenti si corre il rischio di avallare senz'altro, con il silenzio, l'interpretazione tedesca la quale, in definitiva, ha finito per far passare le conversazioni di Salisburgo come il primo atto della «applicazione » del Trattato, ossia come la messa in pratica delle condizioni previste negli articoli l e 2 del Trattato, in modo che l'art. 3 possa subito ed automaticamente entrare in vigore. Le conversazioni, in altre parole, rappresenterebbero appunto la «presa di contatto » e la «consultazione » previste come si è detto dagli articoli l e 2.

Tutto ciò rappresenta un mutamento di fronte da parte tedesca e costituisce

in definitiva un chiaro tentativo di compromettere fin da ora qualsiasi decisione italiana. Fino a Salisburgo infatti i Tedeschi avevano nel complesso taciuto; si può anzi dire che quel loro silenzio, nei riguardi di quanto si andava preparando nell'ombra, era apparso nettamente voluto, quasi che la Germania intendesse veramente risolvere da sè sola la questione di Danzica, con tutte le sue eventuali conseguenze, al di fuori e senza l'Italia. Non solamente nessuna «consultazione» fu chiesta e fatta per iniziativa germanica, ma anzi le sole « prese di contatto » furono sempre provocate da parte italiana ed incontrarono in Germania, come è noto, reticenze ed ambiguità.

Ora viceversa, di colpo, viene ostentatamente presentata l'indissolubile « solidarietà » dei due alleati nella decisione e nell'azione imminenti. Occorre quindi, ripeto, prendere posizione, qualora da parte nostra, naturalmente, non si intendesse adattarci, più o meno supinamente, al gioco tedesco e qualora veramente ritenessimo che l'imminente, probabilissima guerra europea non sia destinata a presentare per noi reali vantaggi.

Tre, forse, potrebbero essere le vie da seguire:

l) O, sulla base della nostra assoluta convinzione che la guerra non potrà essere localizzata, (convinzione che è basata, come è noto, non su semplici supposizioni, come fanno i Tedeschi per la loro tesi, ma su documenti del tipo della nota comunicazione inviata da Chamberlain al Duce e della lettera di Bonnet a Ribbentrop), iniziare senz'altro un'azione diplomatica e politica tale da compiere almeno uno sforzo supremo per evitare la crisi bellica. E, dato che il trattato prevede e considera la assoluta parità di diritti e di doveri fra i due contraenti, i quali quindi hanno identici diritti per decidere o meno sulla necessità della guerra, l'iniziativa potrebbe e dovrebbe aver luogo proprio nel quadro del Trattato, facendola quindi precedere da una nuova precisa chiarificazione italo-tedesca.

2) O un'immediata presa di posizione, di carattere giuridico, nei confronti dei Tedeschi, intesa, in definitiva a « sganciare » l'Italia dagli obblighi previsti dall'art. 3. E ciò col porre in rilievo, da parte nostra, come le conversazioni di Salisburgo non siano state la «consultazione» prevista dall'art. 2, ma anzi la dimostrazione della «mancata consultazione» da parte dell'alleato tedesco. In altre parole si dovrebbe fin da ora sostenere la tesi che, per. difetto tedesco, tutto il Trattato è stato infirmato nei suoi principì e nelle sue applicazioni, perchè i Tedeschi, con il loro ostinato silenzio e con la loro decisione unilaterale dell'impiego della forza, hanno fatto trovare l'Italia, si può dire, innanzi a un fatto compiuto. L'alleato italiano quindi, che ha visto lesi i suoi diritti, non vede perchè dovrebbe adempiere ai suoi doveri. Tutto ciò naturalmente non potrebbe non provocare una grave crisi nell'interno dell'Asse.

3) O provocare dai Tedeschi e dallo stesso Hitler una nuova precisa affermazione sulla loro intenzione di non volere oggi una guerra generale e di essere anzi sicuri della impossibilità di essa. In altre parole immaginare il conflitto di Danzica come un'iniziativa singola della Germania, estranea in certo modo all'azione collettiva politica prevista dal Trattato. Sulla base di quell'affermazione l'Italia potrebbe rimanere ferma, in attesa degli eventi, contribuendo così subito ad effettivamente localizzare il conflitto. E qualora invece la Francia e l'Inghilterra si muovessero nel continente europeo contro la Germania, l'Italia potrebbe allora anche far considerare al suo alleato (facendosi naturalmente forte del madornale errore di valutazione tedesco della situazione, con le sue tragiche conseguenze), se non sarebbe in certo modo più conveniente alla stessa Germania di avere, almeno in un primo tempo, con un atteggiamento di attesa italiano, una porta aperta sul Mediterraneo. Non è mistero infatti che da parte tedesca, nel caso di una crisi bellica, si prevede una guerra difensiva ad occidente dietro la linea di Sigfrido ed un'azione offensiva ad oriente. Se l'atteggiamento russo è veramente favorevole alla Germania, questa finirebbe per esser una fortezza difficilmente attaccabile, mentre un'entrata immediata dell'Italia in guerra sposterebbe le posizioni ed i termini del conflitto e provocherebbe una guerra di blocco anglo-francese anche nel Mediterraneo. In altre parole quello che, in piccolo ed in gretto, fu la Germania per l'Italia nel conflitto etiopico, potrebbe essere, in grande ed in generoso, l'Italia per la Germania nel conflitto continentale europeo. Senza contare che, con un atteggiamento dinamico e con le sue imponenti Forze Armate, l'Italia potrebbe sempre costituire per la Francia e l'Inghilterra una permanente e grave «preoccupazione» che finirebbe per gravare a favore della Germania sulla situazione. Ed infine l'Italia, con la creazione di un sistema di amicizie che potrebbe comprendere eventualmente Spagna, Jugoslavia e Ungheria, darebbe alla Germania in guerra un larghissimo respiro, tale da rovesciare sul Continente la situazione del 1914 nella quale invece, fin dal primo momento, gli Imperi Centrali furono, in certo modo, chiusi nella

morsa dell'isolamento.

Con questo atteggiamento di attesa l'Italia, essendosi dimostrato falso e in contrasto con la tesi italiana (tanto opportunamente e ripetutamente fatta presente a Berlino) il presupposto tedesco dell'impossibilità dell'allargamento della guerra, darebbe sempre al Trattato un contenuto effettivo di aiuto e di sostegno pur senza un intervento immediato di carattere bellico in un conflitto da essa Italia purtroppo nettamente preveduto ed assolutamente non voluto.

(l) Chiamato a Roma per conferire.

48

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO TELESPR. RISERVATISSIMO 6186/1917. Berlino, 15 agosto 1939.

Questo R. Addetto Aeronautico mi conferma che tutti i campi di aviazione

della zona orientale del Reich possono oramai considerarsi in «stato di allarme».

Apparecchi e piloti sono pronti.

Negli ambienti della aviazione tedesca è diffusa la persuasione che il conflitto

eventuale marcherà lo schiacciamento della Polonia.

49

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 4351/1559. Budapest, 15 agosto 1939. In una recente conversazione col Vice Ministro degli Affari Esteri, sono stato da lui informato che le commissioni miste ungaro-slovacche per la delimitazione

dei confini stanno già lavorando sui luoghi, mentre però le conversazioni economiche non sono state ancora iniziate.

Secondo Vornle la posizione di Karmasin starebbe diventando oltremodo difficile: i tedeschi col loro atteggiamento si sarebbero d'altra parte alienate le simpatie della popolazione, che si ,erano rivolte in un primo tempo verso la Germania, al momento della proclamazione dell'indipendenza del Paese.

50

IL CONSOLE A BRATISLAVA, LO FARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. RISERVATO 1476/352. Bratislava, 15 agosto 1939.

Mio telegramma per corriere n. 022 del 13 corrente (1).

Subito dopo l'incontro di Salisburgo questi ambienti tedeschi quasi obbedienti ad una nuova direttiva accennano a premere sul Governo slovacco nel senso di una netta presa di posizione contro la Polonia, mettendo a tacere il più possibile i motivi polemici contro l'Ungheria.

Viene posto in relazione con tali pressioni un singolare discorso tenuto avant'ieri dal Presidente Tiso a Trnava nel corso di un'adunata popolare, discorso che, non essendo stato diramato dall'Ufficio stampa, soltanto oggi è pubblicato dai giornali slovacchi:

L'unica ideologia degli Slovacchi -ha dichiarato fra l'altro Mons. Tiso, secondo un riassunto del governativo Slovak -sarà la vita e l'interesse della nazione valutati da un punto di vista realistico. Essi non si .faranno tirare da nessuna ideologia in polemiche e per essi varrà sempre e unicamente l'interesse della nazione slovacca. Gli Slovacchi si attenevano pure a tale realismo quando dicevano: «Se i Cechi vogliono precipitare nell'abisso, ci vadano, ma noi non andremo con loro». È realistica anche la politica attuale della Slovacchia adottata d'accordo con il Reich germanico. Non è però indispensabile ritenere che questa sia un'amicizia imperitura: trattasi di buoni calcoli di cui Mons. Tiso ha parlato apertamente con i circoli germanici, ai quali egli disse: Che il Fiihrer ci ha appoggiato, sappiamo ascrivere a suo onore ed al suo grande principio etnico, al « Volkstum ». Ma anche senza tener conto della persona del Fiihrer, che è personalmente impegnato nella vittoria del suo principio, è chiaro che con esso si serve in primo luogo la nazione tedesca. Una buona politica serve sempre alla propria nazione e tale è anche la politica tedesca. Con la loro politica slovacca i tedeschi possono dire al mondo che essi non sono contro le nazioni slave. Con il loro appoggio la più piccola nazione slava ha raggiunto la libertà ed il proprio Stato. I dirigenti della piccola nazione slovacca hanno bene capito il loro compito e servono interamente alla loro nazione.

(l) Vedi D. 22.

51

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATO 28. Danzica, 16 agosto 1939, ore 6 (per. ore 9,15).

Mio telegramma n. 27 (1).

Ho veduto oggi Alto Commissario Burckhardt rientrato iersera dalla Germania dopo il suo colloquio col Fiihrer a Berchtesgaden. Su tale colloquio svoltosi pomeriggio venerdì 11 corr. il Signor Burckhardt mi ha detto essenzialmente quanto segue:

Colloquio durato circa due ore quasi sempre alla presenza del Gauleiter Forster. Fiihrer mostratosi affabile e in massima calmo specialmente da principio quando conversazione svolgevasi in termini generali e non toccava nel vivo rapporti con Polonia.

Fiihrer gli ha dichiarato che la Germania non vuole guerra ma ha bisogno di garantirsi tra altro per sue necessità interne possesso e sfruttamento territori che le diano carbone, legname e grano.

Richiesto da Burckhardt di voler dare prova palese al mondo dei propri intendimenti pacifici, Fiihrer ha risposto che non può prendere alcuna iniziativa che possa venire interpretata come concessione o cedimento dalle proprie posizioni ormai bene fissate e quindi pregiudicare suo prestigio.

Egli rimproverava alla Polonia rifiuto accettare proposte circa Danzica e corridoio di cui al suo discorso del 28 aprile, ma non crede che tali proposte anche se ripetute potrebbero essere accettate nè dal Governo di Beck nè da eventuale suo successore che sarebbe subito rovesciato.

Fiihrer gli ha detto essere disposto rinnovare al Gauleiter Danzica consigli moderazione (richiamo mio telegramma n. 26) (2) e anzi deplora che il Gauleiter abbia taciuto al Presidente del Senato sue dichiarazioni e direttive pacifiste di cui al rapporto 23 luglio scorso n. 186 (3).

Ma ha soggiunto che sua tollerazione verso la Polonia è ormai al limite e che se da parte polacca venisse commessa una provocazione o un atto ostile verso Danzica la Germania reagirebbe immediatamente con le armi.

In tal caso entro « tre settimane » esercito tedesco si impadronirebbe della Polonia.

Non crede intervento U.R.S.S. in soccorso Polonia mentre conta sulla « fedeltà del Duce» per il pronto intervento armato dell'alleata Italia alla quale egli ha dato nuove prove di amicizia con accordo per esodo tedeschi Alto Adige.

Burckhardt ha riportato dal colloquio impressione abbastanza tranquillizzante ma lo preoccupa nervosismo polacco a Danzica e contegno del Gauleiter Forster il quale sistematicamente e spesso per solo astio personale cerca neutralizzare ogni atteggiamento conciliante del Presidente Greiser.

Notizia incontro Burckhardt con Fiihrer avrebbe dovuto restare segreta, ma

T. -27 sia stato inviato a Ciano durante la sua permanenza a Monaco e si sia cosi perduto.

indiscrezione è stata commessa dagli stessi ambienti del Gauleiter e precisamente dalla redazione Danziger Vorposten il cui direttore Zarske noto per la sua abituale malafede in un primo tempo ha negato recisamente a Burckhardt poi ammesso che la notizia venne data dalla sua redazione a un giornalista francese che a sua volta l'ha tendenziosamente propalata.

(l) -Come risulta da un'annotazione nella Racl!olta dei Telegrammi, sembra che il (2) -Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII. D. 829. (3) -Non rintracciato.
52

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. SEGRETO 600. Tokio, 16 agosto 1939, ore 6,10 (per. ore 12).

Attuale progetto Arita (mio telegramma 594) (l) è stato comunicato ieri a Ministero della Guerra.

Contrariamente a quanto pubblicano questi giornali, Itagaki non lo ha approvato. Questi si propone sempre presentare sua formula dopo ricevuto risposta dall'Asse, che è da lui vivamente attesa e che spera ricevere prima del 18 corr. giorno in cui dovrebbe tenersi riunione cinque Ministri già rinviata.

53

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 601. Tokio, 16 agosto 1939, ore 6,10 (per. ore 12).

Militari dicono che avevano saputo che probabilmente risposta inglese sarebbe giunta domani e avrebbe compreso anche questione di competenza dei loro rappresentanti nella conferenza per Tien Tsin. Nel timore che risposta potesse essere abbastanza soddisfacente, e tale quindi da intralciare loro propositi di mandare a monte Conferenza stessa, hanno fatto ripartire per Tien Tsin loro tre delegati nonostante viva insistenza di questo Ambasciatore d'Inghilterra.

Aggiungono che perciò ripresa negoziati annunziata da questo Ministero degli Affari Esteri, data assenza loro delegati non fa stato per essi e non può quindi giungere ad alcun risultato concreto, almeno per ora.

Comunicato Roma, Talian1.

54

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SAPUPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 117. Copenaghen, 16 agosto 1939, ore 14,14 (per. ore 16,15).

Secondo telegramma da Oslo al Politiken, corso attuale Congresso interparlamentare, Presidente Delegazione nord-americana senatore Hamilton Fish presenterà mozione perchè venga avanzata proposta escludente per almeno

trenta giorni qualunque azione bellica, per dar modo Ministri Esteri Germania, Francia, Inghilterra, Italia incontrarsi e discutere problemi litigiosi, ove accordo soddisfacente non venisse raggiunto, decisione dovrebbe essere devoluta a Tribunale Arbitrale obbligatorio composto Sovrani Belgio e Norvegia, De Valera e Presidente Confederazione Svizzera.

(l) Vedi D. 24.

55

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATO 513. Berlino, 16 agosto 1939, ore 19,41 (per. ore 20,50).

È venuto stamane vedermi Incaricato d'Affari soVIietico il quale da vari mesi, nell'assenza Ambasciatore, regge questa Ambasciata dell'URSS.

Egli mi ha confermato che le trattative commerciali tra Germania e Russia, che si svolgono a Berlino, stanno per giungere a conclusione e che probabilmente l'accordo sarà firmato tra pochi giorni.

Esso, a detta Incaricato d'Affari, «potrebbe essere una buona base per ulteriori sviluppi ~.

Mio interlocutore che, nel complesso, mi è sembrato ottimista sulle relazioni tra Germania e Russia, si dichiara anche egl!i convinto che fra una diecina di giorni avremo lo scoppio della crisi per la Polonia.

56

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATO 514. Berlino, 16 agosto 1939, ore 19,41 (per. ore 20,50).

Weizsacker mi ha confermato stamane che non si è verificato in questi 2 giorni alcun nuovo avvenimento e che la situazione resta identica a quella prospettata all'E. V. da parte tedesca, nelle conversazioni di Salisburgo.

57

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATO 515. Berlino, 16 agosto 1939, ore 19,41 (per. ore 20,50).

Mio telegramma n. 511 (1).

Anche questo Ambasciatore d'Inghilterra si è recato iersera a visitare Segretario di Stato per gli Affari Esteri Weizsacker per informarsi circa le conversazioni di Salisburgo e per confermare la decisione britannica di entrare in conflitto qualora Germania attaccasse Polonia.

Ha anche chiesto cosa la Germania intendesse dire per « grave provocazione polacca capace di scatenare il conflitto» e il Segretario di Stato per gli Affari Esteri gli ha risposto che non si intendeva parlare di un singolo fatto ma di tutto l'atteggiamento provocatorio di Varsavia.

Conversazione, a detta di Weizsacker, ha avuto battuta più acre che non quella avvenuta nel pomeriggio tra lui e Ambasciatore di Francia. Dichiarazioni dell'Ambasciatore sono state anche esse portate subito, telefonicamente, a conoscenza di Ribbentrop a Salisburgo.

(l) Vedi D. 45.

58

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 516. Berlino, 16 agosto 1939, ore 21,09 (per. 22,45).

Nota dominante nella stampa pomeriggio è che Germania respinge nettamente qualsiasi proposta conferenza per la questione Danzica.

Anche in odierna riunione ufficiale a Berlino presso Ufficio Stampa della Wilhelmstrasse è stato confermato esplicitamente da parte tedesca tale concetto, prendendo soprattutto lo spunto dal noto articolo del giornale Times relativo eventuale conferenza dnternazionale.

Danzica, si conclude, è una città tedesca e non v'è bisogno di alcuna conferenza per dimostrarlo. Si potrà pensare a conferenza soltanto dopo che Danzica sarà inteJZralmente ritornata al Reich.

59

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO (1), ALL'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI

T. 17542/307 P. R. Roma, 16 agosto 1939, ore 22.

D'ordine del Duce, recomi Salisburgo da S. E. Ribbentrop. Arriverò Monaco venerdì mattina ore 6,30. Prego farmi trovare Consolato indicazioni necessarie per incontro Ribbentrop che gioverebbe avvenisse nella stessa mattinata.

60

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 29. Danzica, 16 agosto 1939, ore 26,35 (2) (per. giorno 17, ore 1).

Mio telegramma n. 26 (3).

Colloquio tra il Presidente del Senato e Commissario Generale Polon1ia, previsto per il 14 corrente, preannunziato anche dalla stampa internazionale

e procrastinato per Ferragosto, ha avuto luogo stamane al Senato, nonostante sabotaggio tentato sia dal Garuleiter da una parte, sia da funzionari del Commissariato Generale Polonia, dall'altra, perchè venisse rinviato sine die. Colloquio, pur non avendo ancora avuto risultato concreto, segna una distensione per il modo come si è svolto e per gli affidamenti scambiatisi fra i due interlocutori di mantenere contatti personali e di sostituire conversazioni a note e contronote. Distensione, sulla cui durata e conseguenza sarebbe prematuro formulare previsioni ottimistiche, appare tutta.via rimarchevole anche perchè essa se2ue due altri incidenti prodottisi fra ieri e la notte scorsa, cioè arresto due ispettori doganali polacchi per introduzione libello tendenzioso e uccisione di un soldato polacco sconfinato alla frontiera danzichese. Su tali incidenti è però da attendersi rinfocolamento polemica stampa e speculazioni incendiarie da :parte soliti aizzatori sostituentisi alle Autorità responsabili.

Ministro Chodacki subito dopo colloquio è partito per Varsavia.

Comunicato Roma, Berlino e Varsavia.

(l) -Chiamato a Roma per conferire. (2) -Sic nel testo, probabilmente ore 23,35. (3) -Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, D. 829.
61

IL MINISTRO AD ATENE, GRAZZI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE AEREO 96. Atene, 16 agosto 1939 (per. giorno 17).

Da fonte attendibile mi viene riferito che questo Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Generale Papagos, verso fine corrente mese si recherà Londra, invitato da Governo britannico, per assistere esercitazioni militari. Al ritorno predetto si fermerà anche Parigi.

62

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BELGRADO, GUIDOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 52. Bled, 16 agosto 1939 (per. giorno 18).

Come S. E. Cianetti avrà riferito direttamente a V. E. la visita di Cvetkovié a Trieste si è svolta in modo assai soddisfacente.

In un breve colloquio avuto con lui prima della partenza il Capo del Governo jugoslavo mi ha detto quanto vivamente egli avesse apprezzato l'accoglienza fattagli dal Governo e dalle autorità italiane. Egli ha tenuto rinoltre ad esprimermi la sua alta ammirazione per le realizzazioni del regime nel campo sociale, ammirazione della quale fa fede il telegramma imniato al Duce al momento di lasciare l'Italia.

Mi ha assicurato che il sistema dei Dopolavoro aziendali, perfetto dal punto di vista dell'aderenza dell'organizzazione pol,itica e sociale alla vita operaia, gli sembrava assai superiore al sistema tedesco che tende invece ad una maggiore centralizzazione, e che egli, come Capo della Jugoras, intendeva introdurlo in Jugoslavia. Mi ha annunZ'iato a questo proposito che è sua intenzione inviare in Italia quanto prima una missione di studio che dovrebbe avere appunto l'incarico di esaminare in dettagl·io la nostra organizzazione sindacale e dei Dopolavoro. Cvetkovié vorrebbe servirsi per questo scopo, assieme ad ::tltri funzionari della Jugoras, dell'opera del suo Segretario particolare, Anastasijevic, che lo ha accompagnato a Trieste e che è considerato come il suo più diretto collaboratore.

Vi sarebbero naturalmente molte riserve da fare circa la possibilità pratica di introdurre in un Paese industrialmente primitivo come la Jugoslavia, un sistema che richiede, come presupposto, condizioni sociali infinitamente più progredite. Le intenzioni di Cvetkovié sono tuttavia, probabilmente, sincere; non fosse altro perchè egli, ritenendosi il creatore dell'organizzazione operaia jugoslava, vorrebbe notoriamente fare di questa la base stabile della sua posizione politica, attribuendosi il merito dell'introdu2lione, sia pure superficiale, di un sistema universalmente ammirato.

Il viaggio del Presidente ha sollevato, nella capitale ed a Bled, e negli ambienti politici come in quelli diplomatici, il più vivo interesse e i più svariati commenti. La nota smentita ufficiale è venuta a troncare le interpretazioni. più assurde di una parte della stampa straniera.

Tuttavia l'impressione che ho raccolto tra i miei colleghi è che il viaggio del Presidente ha servito, almeno in parte, come un opportuno correttivo all'effetto prodotto dalla visita del Principe Reggente a Londra.

63

L'AMBASCIATORE AD ANKARA, DE PEPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 99. Istanbul, 16 agosto 1939 (:per. giorno 22).

Alcuni giorni orsono von Papen mi ha detto che il Ministro degli Affari Esteri Saracoglu -che allora era ad Ankara -lo aveva pregato di recarsi da lui per parlare di questioni urgenti. Von Papen aveva risposto che se si trattava di consegne di forniture militari era inutile •che facesse un viaggio ad Ankara, dato che non aveva istruzioni da suo Governo. Saracoglu nel confermare che si trattava per l'appunto di forniture belliche aveva chiesto allora a von Papen di sollecitare le istruzioni e andarlo a vedere.

Nel comunicarmi quanto precede von Papen mi ha anche detto che l'Addetto Militare della sua Ambasciata aveva avuto analoghe pressioni da parte del Sottocapo di Stato Maggiore turco Assim Gondtis.

(Le forniture belliche di cui qui si chiede con tanta insistenza la consegna sono cannoni di grosso calibro (35 cannoni), il relativo munizionamento, aeroplani e un sommergibile in cantiere a Kiel per conto della Turchia).

Saracoglu che ho visto oggi mi ha chiesto se io sapessi di una prossima partenza di von Papen per la Germania e mi ha spontaneamente parlato di questa questione di forniture confermandomi precisamente quanto von Papen mi aveva confidato. Nelle intenzioni del Ministro degli Esteri c'era forse che io intervenissi presso von Papen per indurlo a fargli visita o anche ad effettuare le consegne di materiale bellico; poichè si è dilungato a dimostrarmi l'assenza di qualsiasi intenzione aggressiva della Turchia verso la Germania e verso l'Asse. Alla domanda che egli non mi ha formulato, ho risposto che non conoscevo con precisione i termini della questione ma che mi sembrava naturale che non si dimostrasse molta premura ad armare gli Stati partecipanti alla politica di accerchiamento dell'Asse. Saracoglu ha lasciato cadere la mia insinuazione ed ha aggiunto che, a parte la questione dei cannoni di grosso calibro, von Papen era impegnato alla consegna degli aeroplani, del sommergibile e di altro materiale di minore importanza, ma non aveva mantenuto la parola.

Von Papen parte domani per la Germania: la sua assenza durerà pochi giorni ed è dovuta alla morte della madre.

64

L'AMBASCIATORE AD ANKARA, DE PEPPO. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO,

T. PER CORRIERE 100. Istanbul, 16 agosto 1939 (per. giorno 22).

Il Sottosegretario agli Affari Esteri di Grecia sig. Nicola Mavrudis è giunto a Istanbul -per via mare --il 12 corrente accompagnato dalla mogl!ie. Nonostante che il viaggio, secondo quanto annuncia la stampa turca, abbia carattere privato, il Mavrudis è stato ricevuto allo sbarco da un rappresentante del Ministero degli Affari Esteri turco.

Durante il suo soggiorno al Péra Palace, il Mavrudis ha avuto un colloquio con il Ministro degli Affari Esteri turco Saracoglu, il quale in questo momento si trova a Istanbul; si è poi incontrato anche con il Ministro di Jugoslavia e l'Ambasciatore di Romania. Questi colloqui, secondo i commenti dei giornali, hanno avuto per oggetto i rapporti tra i Paesi dell'Intesa Balcanica.

Ieri poi anche il Presidente della Repubblica turca Inonii ha ricevuto Mavrudis nella sua residenza estiva di Floria, alla presenza di Saracoglu e del Ministro dti Grecia ad Ankara. La visita e la prolungata permanenza ad Istanbul del Sottosegretario greco agli Affari Esteri ha dunque carattere nettamente politico. Nulla finora è trapelato sulla portata delle conversazioni che ha qui avuto, nè è stato pubblicato alcun comunicato ufficiale.

Mavrudis si reca il 18 corrente a Smirne dove assisterà all'inaugurazione della Fiera.

65

L'AMBASCIATORE AD ANKARA, DE PEPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO,

T. PER CORRIERE 101. IstanbuL, 16 agosto 1939· (per. giorno 22).

Mio telegramma del 12 corrente n. 97 (1).

Risulta che l'Ambasciatore d'Inghilterra non è stato presente al colloquio dell'll agosto corrente avvenuto tra Re Carol e il Presidente della Repubblica turca Ismet Inonii. nel Palazzo presidenziale di Dolma Bagçe. Egli però si è recato al Palazzo di Dolma Bagçe subito dopo il colloquio ed ha avuto una conversazione con il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri turco.

Benchè ufficialmente ed ufficiosamente si insista sul carattere formale dell'incontro fra il Re di Romania e il Presidente della Repubblica turca, che avrebbe avuto significato di una pura visita di cortesia, negli ambienti diplomatici locali non si dubita che questa sia una nuova manifestazione della politica di stretta collaborazione turco-romena, in funzione principalmente antibulgara.

Risulta anche che dal 4 al 12 corrente è stato in Turchia il generale romeno Popescu il quale ha avuto contatti e colloqui con Autorità turche in Istanbul ed Ankara. Il detto generale ha visitato Re Carol a bordo del suo panfilo.

Anche la visita ad Istanbul del Sottosegretario agli Esteri greco Mavrudis, circa la quale riferisco a parte (2), è messa in rapporto con i tentativi in atto di stringere o intimorire la Bulgaria.

66

L'AMBASCIATORE AD ANKARA, DE PEPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO,

T. PER CORRIERE 102. Istanbut, 16 agosto 1939 (per. giorno 22).

In una conversaz'ione che ho avuto con il Ministro degli Affari Esteri di Turchia, SaracoìHu, questi mi ha detto che la Turchia si è riservata la facoltà di firmare con l'Inghilterra e con la Francia due patti distinti oppure un solo patto tripartito. Il Governo turco sarebbe piuttosto propenso a firmare un solo patto. Mi ha anche detto che l'ultima redazione del patto è ora in esame a Londra e che non sa prevedere dn quale data esso potrà essere firmato.

Saracoglu, senza dirmelo specificamente, mi ha lasciato anche comprendere che vi è relazione tra la firma di questo patto e le conversazioni di Mosca e mi ha a lungo parlato dei rapporti di cordialità che esistono tra la rivoluzione dei sovieti e la rivoluzione turca.

Circa il carattere più o meno impegnativo del patto tripartito e dei due patti separati, Saracoglu mi ha detto che la Turchia «non era sola ~ ma aveva da trattare con la Francia. Quest'ultima dichiarazione di Saracoglu e il modo con cui me l'ha detta mi sono parsi quanto mai significativi della abdicazione da parte turca -forzata più che voluta -di ogni libertà d'azione.

(l) -Riferimento probabilmente errato. (2) -Vedi D. 64.
67

L'INCARICA'J'O D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. RISERVATISSIMO 6219/1919. Berlino, 16 agosto 1939.

Questo R. Addetto Militare mi comunica ora quanto segue: « l) Ieri sera la persona di cui nei miei recenti rapporti mi ha detto quanto segue: -Il Fiihrer non ha soltanto l'intenzione di annettere Danzica, ma bensì quella di farla finita colla Polonia (« Er will nicht Danzig, aber Polen ~). La faccenda sarebbe liquidata colle armi. Le operazioni avrebbero inizio entro due settimane all'incirca. I fautori di tale soluzione hanno fiducia che Francia ed Inghilterra non interverrebbero. -Diverse personalità sono invece sicure che dette Nazioni interverrebbero. Ne risulterebbe una guerra di lunga durata in cui la Germania, vincitrice all'est, sarebbe in definitiva battuta, o stremata, all'ovest (così come è avvenuto nel 1917-18. « Das wird das Ende Deutschlands sein »). -È noto (ripeto sempre le parole della persona in questione) che il Governo italiano non è d'ac~ordo colle intenzioni del Governo tedesco o -quanto meno -non giudica opportuno e conveniente che si provochi in questo momento un conflitto europeo. Tuttavia questa semplice diversità di opinione -emersa a Salisburgo -non distoglierebbe il Fiihrer dalla sua decisione. -Forse Hitler ne sarebbe invece distolto se il Governo italiano gli comunicasse esplicitamente che non farebbe causa comune. 2) La persona in parola ha aggiunto che riteneva non solo utile ma necessario che quanto sopra venisse portato -nel massimo segreto -a conoscenza dei miei superiori, allo scopo almeno di far conoscere l'esatta opinione di alcuni ambienti germanici (da identificare -secondo me -in qualche personalità politica ed in qualche personalità militare del Comando superiore delle Forze Armate)». La persona con la quale il Generale Roatta ha avuto questa conversazione è, come è già noto, l'Ammiraglio Canaris, Capo del Servizio Informazioni del Ministero della Guerra del Reich. Egli ha pregato Roatta di non telegrafare

queste notizie, dichiarazione questa che mi sembra di un certo interesse nei riguardi della riservatezza dei nostri criptografici. Le informazioni stesse corrispondono del resto esattamente a quanto si è avuto occasione di udire e constatare a Salisburgo (1).

68

L'AMBASCIATORE AD ANKARA, DE PEPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 1489/828. Istanbul, 16 agosto 1939.

Nel colloquio che ho avuto oggi con questo Ministro degli Affari Esteri, e che ha formato oggetto di altre comunicazioni in pari data (2), Saracoglu mi ha detto essere sua impressione che il recente viaggio di V. E. a Salzburg e a Berchtesgaden ha avuto per scopo di esercitare un'azione moderatrice sulla Germania nella questione di Danzica.' Gli ho chiesto se questa sua impressione era dovuta alla lettura di una certa stampa francese o a informazioni dirette. Mi ha risposto: all'una e alle altre; le informazioni dirette gli sarebbero pervenute da Belgrado.

Saracoglu ha soggiunto che la questione di Danzica si presentava oggi sotto un aspetto meno grave perchè da una parte c'era stata l'iniziativa di V. E., dall'altra un articolo del Times che sembrava ammonisse la Polonia ad essere più moderata.

Ho detto a Saracoglu che non avevo nessuna notizia diretta dell'incontro di Salzburg e diffidavo per principio della stampa democratica: una cosa era certa che nell'attuale crisi europea di cui la questione di Danzica non è che uno degli elementi le Potenze dell'Asse formano un solo blocco.

69

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 107. Mosca, 17 agosto 1939, ore 0,40 (per. ore 3,30).

Mio telegramma n. 102 del 4 o 5 corrente (3).

In seguito nuove istruzioni da Berlino questo Ambasciatore di Germania ha chiesto rivedere Molotov ed è stato ricevuto ieri sera a tarda ora.

Premetto che nel riferirmi suo colloquio mio collega tedesco è stato piuttosto vago e reticente e che ho ottenuto informazioni più precise soltanto da un funzionario della sua Ambasciata, il quale mi ha fornito ragguagli a titolo strettamente confidenziale e con viva preghiera che a Roma non (dico non) ne sia fatta menzione ad Ambasciatore von Mackensen. Ciò perchè questa Ambasciata tedesca ritiene Ribbentrop voglia tenere al corrente V. E. direttamente, anzichè pel tramite di Mosca.

In sostanza contenuto colloquio è stato seguente: von Schulenburg ha fatto cenno interesse :reciproco giungere rapida conclusione circa prospettato miglioramento delle relazioni politiche ed ha accennato a patto di non aggressione che Germania sarebbe pronta concludere.

Molotov ne ha preso atto con soddisfazione ed ha avanzato altre due richieste:

l) Garanzia tedesca agli Stati baltici;

2) Impegno tedesco esercitare « influenza moderatrice » sul Giappone.

Von Schulenburg si è riservato riferire a Berlino.

Al tempo stesso ha dichiarato come sua opinione personale che un « alto personaggio» del Governo nazista (evidentemente von Ribbentrop) non avrebbe avuto difficoltà venire egli stesso a Mosca per firmare accordo. Molotov, si è mostrato molto compiaeiuto di questa dichiarazione perchè vedeva in essa prova che il Governo tedesco «faceva sul serio».

Nel corso della conversazione Molotov ha incidentalmente informato von Schulenburg che Ministro degli Affar·i Esteri italiano aveva dichiarato all'Incaricato d'Affari sovietico a Roma che il Governo fascista considerava con molto favore presenti trattative fra Germania e URSS e ne augurava pieno successo. Per me è chiaro che il Governo sovietico sta sfruttando momento favorevole per ottenere tanto da Germania quanto da Inghilterra e Francia massimo dei vantaggi sia dal punto di vista del suo prestigio che da quello della propria sicurezza.. Pur vedendo oggi possibilità firma del patto di non aggressione fra Germania e URSS continuo ritenere che il Governo sovietico rimane sempre alieno dall'assumere impegni fermi e precisi per quanto concerne suo eventuale intervento o non intervento conflitto europeo e che suo obiettivo fondamentale è quello di conservare libertà d'azione.

(l) -Il presente documento porta la seguente annotazione autografa di Magistrati: c Pregodi non divulgare, per nessun motivo, il nome dell'Ammiraglio quale autore delle informazioni stesse •. (2) -Vedi DD. 63 e 66. (3) -Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, D. 780, in data 5.
70

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. URGENTE SEGRETO 602. Tokio, 17 agosto 1939, ore 7,55 (per. ore 15,15).

Arisue mi ha chiesto in questo momento se avessi ricevuta qualche risposta. Ho detto credere che vi sareste valso di codesta Ambasciata Giappone. Mi ha risposto .che se avverrà crisi ministeriale, risultato ne sarà un peggioramento situazione. L'ho assicurato vi avevo informato minutamente di tutto e quindi anche di ciò. Riunione cinque Ministri già fissata per domani è stata rinviata alla prossima settimana.

71

IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, MEDICI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 40820 Roma, 17 agosto 1939, ore 12.

Informasi che giusta ordine superiore per primo pomeriggio di sabato prossimo 19 corrente le LL. EE. i Ministri ed i Sottosegretari di Stato dovranno trovarsi a Roma.

72

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. R. P. PER IL MINISTRO 517. Berlino, 17 agosto 1939, ore 14,14.

Circa i precedenti relativi ad attuale situazione, mi permetto ricordare la

comunicazione che nel marzo il Principe di Assia fece al Duce ed a te.

Mi riferisco particolarmente al tuo telegramma 111 del 17 marzo diretto

a S. E. Attolico, e specialmente all'ultimo periodo del paragrafo l relativo

ad opportunità per la Germania di non iniziare azioni militari in Europa prima

di un anno e mezzo o due.

73

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 190. Sofia, 17 agosto 1939, ore 18,10 (per. ore 22,15).

Telegramma di V. E. n. 165 (1).

Presidente del Consiglio cui ho fatto comunicazione telegramma suddetto di

V. E. mi ha detto che conta partire da Sofia 8 settembre sera col treno Parigi che giunge mattina seguente Belgrado e varca frontiera italiana 10 notte ore 3,30, di modo che suo arrivo Roma può avere luogo 10 settembre stesso.

4 -Documenti diplomatici • Serie VIII · Vol. XIII

Anche a seguito quesiti posti da V. E. a codesto Ministro di Bulgaria circa programma visita, si rimette interamente V. E. per definizione di essi, pur esprimendo desiderio vedere il più possibile magnifiche realizzazioni italiane in tutti i campi.

Riservandomi precisare a V. E. altre personalità bulgare in accompagnamento rimango in attesa istruzioni V. E. circa dettagli viaggio soggiorno Presidente del Consiglio bulgaro, consorte e figlia grato se V. E. vorrà farmi conoscere se stima opportuno io sia presente nella circostanza a Roma.

(l) Vedi D. 33.

74

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A. I. IN SPAGNA, RONCALLI

T. P. 487/363 R. Roma, 17 agosto 1939, ore 18,30.

Fate sapere al Caudillo da parte del Duce che le probabilità di un conflitto tra Germania e Polonia sono talmente cresciute da farlo ritenere ormai quasi inevitabile e a scadenza breve.

Assicurate il CaudHlo che durante lo sviluppo degli eventi il Duce si manterrà sempre in stretta comunicazione con Lui.

75

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 191. Sofia, 17 agosto 1939, ore 20 (per. giorno 18, ore 1,35).

Mio telegramma n. 190 (1). Presidente del Consiglio nel corso odierna conversazione mi ha ripetuto sua profonda soddisfazione poter prendere contatto come da lui da tempo vivamente desiderato con Duce e V. E., contando completare cosi, secondo stessi suggerimenti avuti a Berlino, fase ivi iniziata, sicchè, pur tenuto conto necessaria gradualità imposta da partkolare posizione Bulgaria, possa ora raggiungersi Roma concretamento linea collaborazione italo-bulgara. Mi ha soggiunto che, dopo ultimi contatti turco-greco-romeni, egli è convinto che situazione dei tre Stati è inequivocabilmente definita, quindi imponesi oramai Bulgaria definire prossimi sviluppi sua politica, considerando eventualità di un conflitto in cui rispettivamente Romania e Grecia possano venire paralizzate in

modo da consentire massimo sforzo Bulgaria contro Turchia. Di qui opportunità che egli ravvisa di prend€re contatti concreti anche con Ungheria, del che proporrebbesi parlare con V. E. anche in vista sua eventuale visita Budapest che però vorrebbe compiere secondo tempo P€r lasciare suo viaggio Roma esclusivo rilievo.

Mi ha detto che al passaggio non potrà omettere, per ovvie ragioni cortesia, incontrarsi con Cvetcovié, tale incontro potendo altresì risultare utile per sondare una volta di più propositi jugoslavi. Mi ha soggiunto peraltro che, secondo dichiarazioni fattegli avantieri da questo Ministro di Jugoslavia dietro istruzioni suo Governo, si smentisce che Principe Paolo, nel corso suo ultimo viaggio Londra, abbia assunto impegni di sorta, compresi impegni economici di cui era corsa voce.

(l) Vedi D. 73.

76

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, AL MINISTRO A BUCAREST, VINCI

T. 498/205 R. Roma, 17 agosto 1939, ore 22,15.

Vostro telegramma per corriere n. 0199 (1). Sono già d'accordo con Villani per venuta Roma di codesto Ministro degli Esteri fra il 25 e il 28 agosto. Sta bene che Voi Vi troviat€ a Roma al momento del di lui arrivo.

77

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 138. Sofia, 17 agosto 1939 (per. giorno 19).

Presidente del Consiglio mi ha detto che dalla Polonia giungegli notizia crescente agitazione bellicosa. A Ginevra Komarnicki avrebbe detto a quel rappresentante bulgaro che Polonia, pur escludendo esplicitamente aiuto militare sovietico, è tuttavia pronta a lanciare 3 milioni di uomini nel conflitto per ristabilire frontiere storiche della Polonia che dovrebbero includere gran parte stessa Prussia.

Kiosseivanov definisce stato di animo polacco caso di incontenibile pazzia collettiva eh€ può costare a quel Paese sua stessa esistenza nazionale. Medesimo rappresentante bulgaro riferiva che quel rappresentante belga di ritorno da Londra ove avrebbe numerose relazioni avrebbegli affermato che Inghilterra è risolta all'eventualità di un conflitto anche più della Francia. Kiosseivanov osservavami al riguardo che effettivamente st€sso Ministro di Francia gli si era recentemente mostrato oltremodo preoccupato di tale eventualità.

(l) Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, D. 832.

78

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 5449/2460. Parigi, 17 agosto 1939.

Mi onoro segnalare a V. E. l'acclusa copia di un rapporto col quale il R. Agente Consolare in Clermont-Ferrand riferisce circa un colloquio da lui avuto con l'ex Presidente Lavai in data 14 luglio u. s.

ALLEGATO

L'AGENTE CONSOLARE A CLERMONT-FERRAND, CIRLA, AL REGGENTE IL CONSOLATO GENERALE A LIONE, AUGUSTO RUSSO

R. 2294. Clermont-Ferrand, 15 luglio 1939.

Accompagnando ieri, 14 luglio, alla stazione di questa città la mia famiglia, rimpatriante per le ferie estive, sono stato fermato da S. E. Pierre Lavai -ex Presidente del Consiglio dei Ministri -da me personalmente conosciuto.

Premesso di aver fatto, a suo tempo, tutto quanto stava in suo potere per un efficace riavvicinamento Italia-Francia, il signor Lavai stigmatizzava aspramente l'atteggiamento nei confronti del nostro Paese dell'attuale Governo francese, di cui attribuisce l'intransigenza all'influenza britannica e sovietica particolarmente sentita da alcuni elementi del Governo, nonchè alle mene della massoneria e del giudaismo internazionale. Continuando, ha asserito di essere sempre più convinto assertore del riavvicinamento necessario dei due Paesi, di comprendere la maggior parte delle nostre rivendicazioni e, per parte sua, di continuare nella sua opera di comprensione reciproca.

Ha finito dicendomi: • Faites savoir tout ça en Italie •.

79

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 254. Bucarest, 18 agosto 1939, ore 0,40 (per. ore 2,50).

Oggi hanno avuto luogo nuovi più gravi incidenti al confine ungherese-romeno. Da fonte romena Bi denuncia aggressione da parte ungherese e si segnala un morto, un moribondo ed uno scomparso.

Trasmetto con telegramma chiaro 253 comunicato ufficiale romeno (1).

(l) Non pubblicato.

80

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, AL MINISTRO A BUCAREST, GRIGI

T. RISERVATO PER CORRIERE 17642 P.R. Roma, 18 agosto 1939, ore 9.

Vostro tele~ramma n. 089 del 13 corrente (1).

Stampa inglese dà rilievo a discorso pronunciato a Costantinopoli da Re Carol, aggiungendo che tale discorso complicherebbe relazioni tra Bulgaria e Romania.

PregoVi riferire.

81

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. S. P. PER IL MINISTRO 603. Tokio, 18 agosto 1939, ore 10,50 (per. ore 21).

Militari dicono che idee di codesto Ambasciatore del Giappone, secondo cui ci converrebbe attendere che successive crisi ministeriali portassero finalmente alla formazione di un Gabinetto che accettasse tutte le nostre condizioni, non tengono conto dell'attuale stato delle cose dato che da successivo Ministero non potrebbe derivare che un positivo peggiorare della situazione.

Il primo risultato di una crisi sarebbe consueta notevole perdita di tempo per formazione nuovo Gabinetto, dato ristretto numero uomini adatti. Nel caso presente difficoltà sarebbero aggravate a causa della scelta nuovo Ministro della Guerr~ tanto più che non pare probabile giovani ufficiali consentirebbero nomina di un generale più malleabile.

Situazione è molto tesa e guardie personali di tutti i Ministri e alti dirigenti sono state raddoppiate (d'altra parte mi si dice che per evidenti motivi Governo ha rinunziato sia a idea inviare un messo speciale a Roma e Berlino sia a quella di richiamare i due Ambasciatori). Militari fanno comprendere danno che loro deriva dal fatto che, proprio quando nell'interesse loro politica internazionale ed interna avrebbero avuto bisogno della collaborazione di Ambasciatori loro fiducia come quelli Roma e Berlino, essi trovano, appunto in questi, rappresentanti che non per tiepidezza ma per esaltazione lavorano involontariamente contro di loro e spingono nostri Governi resistere quando dovrebbero invece indurii a cedere.

Stamane Ministro della Guerra ha inviato telegramma ad Ambasciatore del Giappone a Roma per spiegargli suo errore di giudizio sulla situazione Giappone.

Stato d'animo militari può oggi così riassumersi: ansia per mancanza risposta Asse e preoccupazione per futura situazione interna. Un alto funzionario del Ministero degli Affari Esteri ha detto verità essere che in questo momento Asse non vuole alleanza con il Giappone.

(l) Non pubblicato.

82

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI

T. 500/309. Roma, 18 agosto 1939, ore 12,20.

Nell'udienza che ho dato ieri a Sir Percy Loraine questi, che era venuto a vedermi per affari correnti, ha detto ripetute volte essere sua profonda convinzione che la Gran Bretagna entrerà in guerra se la Polonia prenderà le armi contro la Germania. Nessun governo inglese potrebbe adottare una diversa linea di condotta senza essere rovesciato in poche ore. Pur non facendone oggetto di comunicazione specifica, trovate modo di far conoscere a codesto Governo quanto precede.

83

IL MINISTRO A BUCAREST, GRIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 256. Bucarest, 18 agosto 1939, ore 16,30 (per. ore 19).

Questo Governo ha protestato presso il Governo ungherese per incidente frontiera di cui al mio telegramma n. 254 (l) chiedendo istituzione commissione mista inchiesta per stabilire circostanze di fatto.

84

IL MINISTRO AD OSLO, LODI FÈ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 33. Oslo, 18 agosto 1939, ore 17,35 (per. ore 20).

È stato pubblicato che giornali italiani hanno dato certo rilievo progetto

presentato dal senatore americano Hamilton Fish al Congresso interparlamentare ·osio.

Ho parlato con detto senatore; egli è venuto da me.

Dai suoi colloqui con Ministro degli Affari Esteri germanico e con governanti

francesi ed inglesi ha impressione che ostilità possano scoppiare fra pochi giorni.

Francesi le attendono ed inglesi consci gravità del momento si mostrano sperduti.

Per Danzica egli riconosce buon diritto della Germania. Sembra che Mini

stro degli Affari Esteri germanico lo abbia notevolmente influenzato. Ieri pertanto

Hamilton ha fatto al Congresso proposte di una mozione diretta a quattro Grandi

Potenze di una «moratoria senza guerra » di 30 giorni (non già una sospensione

degli armamenti). In altre parole chiede che quattro Grandi Potenze non per

mettano scoppio guerra almeno per 30 giorni e che nel frattempo a mezzo arbi

trato, mediazione od ogni altro mezzo pacifico tentino porre basi risolvere problemi in questione che non sono soltanto territoriali ma anche economici.

Proposta è stata combattuta da Hambro, Presidente della Camera norvegese, con vivace discorso ed è avversata da inglesi e francesi ed altri gruppi; viene definita manovra italo-tedesca. È quindi dubbio abbia ad essere messa ai voti. Giornali locali N ationen e Tiden Tegn -presso i quali mi sono adoperato sostengono proposta Hamilton mettendo in rilievo imminenza conflitto. Oggi proposta in seduta privata del Consiglio sarà nuovamente discussa.

Hamilton si dice disgustato atteggiamento Congresso. Isolazionista, fu alla testa del gruppo sostenitore del Neutrality Bill.

Ignoro influenza politica Hamilton, in ogni modo dopo presente esperienza egli -secondo quanto mi disse -combatterà più che mai per isolazionismo suo Paese. Gli ho detto di non lasciare Europa senza chiedere udienza a V. E. Ha fermo proposito di farlo. Mi riferisco al mio telegramma n. 32 di ieri (1).

(l) Vedi D. 79.

85

IL MINISTRO A BUCAREST, GRIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 93. Bucarest, 18 agosto 1939 (per. giorno 19).

Questo Ministro d'Ungheria mi ha detto di aver appreso da una buona fonte che una missione militare romena si recherebbe in questi giorni in Turchia con il pretesto delle grandi manovre turche (che sarebbero d'altra parte già iniziate da tempo), ma in realtà allo scopo di prendere accordi con le autorità turche e con analoga missione militare greca anch'essa attesa in questi giorni ad Istanbul, a proposito della Bulgaria.

I tre Paesi riterrebbero infatti necessario in caso di ostilità generali, far convergere rapidamente ingenti forze sulla Bulgaria per metterla fuori combattimento prima dell'eventuale intervento delle truppe italiane provenienti dall'Albania.

Nel riferire per ora a semplice titolo di cronaca tale notizia, riservomi, d'accordo con R. Addetto Militare, eventuali possibili accertamenti.

86

L'AMBASCIATORE PRESSO LA SANTA SEDE, PIGNATTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 134. Roma, 18 agosto 1939 (per. stesso giorno).

In considerazione dell'attuale situazione internazionale, non tralascio di mantenere personalmente e per mezzo dei funzionari della R. Ambasciata quotidiani contatti con la Segreteria di Stato.

Stamane il l o Segretario si è recato a far visita a Monsignor Tardini, Segretario per gli Affari Ecclesiastici Straordinari, che ricopre la carica più importante dopo il Cardinale Maglione, ed a Mons. Montini, Sostituto della Segreteria di Stato per gli Affari Ordinari ed uomo di fiducia del regnante Pontefice.

Monsignor Tardini ha confermato le gravissime preoccupazioni che si nutrono in Vaticano per la presente situazione politica ed ha aggiunto che qualora gli eventi assumessero una piega più minacciosa Sua Santità lancerebbe certamente al mondo un appello alla pace. Beninteso tale appello avrebbe un'intonazione di carattere generale, senza riferirsi, per evidenti motivi, alle questioni di dettaglio delle presenti controversie internazionali.

Monsignor Montini, che si è recato ieri a Castelgandolfo, ha poi detto al

l o Segretario di aver trovato il Santo Padre profondamente turbato e preoccupato

come non lo era mai stato negli ultimi giorni.

D'altra fonte mi viene anche riferito che il Santo Padre nel discorso che terrà ~.

domani ai pellegrini veneti giunti a Roma per venerare la tomba di Papa Sarto,

rinnoverebbe la Sua invocazione alla pace. Ritengo verosimile che Egli nel

discorso ne faccia un aecenno di carattere generico, come già in precedenti ana

loghe occasioni, riservandosi tuttavia in avvenire, se le condizioni lo renderanno

necessario, di rivolgere il Suo appello in una forma più adeguata e che possa

avere maggiore risonanza politica.

(l) Non pubblicato.

87

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. URGENTISSIMO 49. Monaco di Baviera, 18 agosto 1939, ore 23,55. Seguito mio telegramma n. 48 (1). Ribbentrop mi telefona in questo momento dalla residenza estiva dd Fi.ihrer che desidera vedermi nuovamente a Salisburgo domani mattina alle ore 11. Egli mi avverte tuttavia che le decisioni nella direzione già comunicata all'E. V. a Berchtesgaden sono ormai prese ed aggiunge essere opportuno che io mi tenga nei prossimi giorni a stretto contatto con lui.

88

IL CONSOLE GENERALE A VIENNA, ROCHIRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 49. lTienna, 18 agosto 1939, ore 22 (per. giorno 19, ore 4,50).

Numerosi richiami carattere d'urgenza, notevoli movimenti truppa e materiale bellico provenienti zona Salisburgo, requisizione autotrasporti e benzina e violento atteggiamento anti-polacco della stampa hanno qui creato sensazione di una imminente azione militare.

In alcuni circoli si dà per sicura la marcia di truppe tedesche a Danzica per il 25 corr. Nonostante una certa tensione degli spiriti popolazione conserva calma soprattutto perchè ritiene che conflitto resterà localizzato. Telegrafato quanto precede Roma e Berlino.

(l) Vedi D. 100, che è, però, in data 19 agosto, ore 1,36.

89

IL MINISTRO AD ATENE, GRAZZI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE AEREO 97. Atene, 18 agosto 1939 (per. giorno 19).

Seguito telegrammi nn. 86 e 87 (1).

Anche qui erano state diffuse le voci segnalate dalla R. Ambasciata in Angora (telegramma per corriere di V. E. n. 16466 P.R./C) e dalla R. Legazione in Sofia (telegramma per corriere di V. E. 16928 P.R./C) (2) circa un possibile incontro tra Re Giorgio di Grecia e Re Carol di Romania, in occasione della crociera compiuta da quest'ultimo nel Mediterraneo.

Posso però assicurare che le voci stesse, per se stesse piuttosto inverosimili, dati anche i rapporti versonali non eccessivamente cordiali esistenti fra i due Sovrani, non hanno alcun fondamento.

Il panfilo del Re di Romania non è mai infatti giunto fino a Corfù, donde, d'altra parte, il Re di Grecia non mi risulta -da accertamenti compiuti essersi mosso in questi giorni. A Creta, unico scalo greco compiuto dal panfilo stesso, il Sovrano è stato salutato, oltrechè dal Governatore dell'Isola, soltanto da un Aiutante di CalllilO di Re Giorgio e non sembra abbia incontrato alcuna altra personalità greca all'infuori dei predetti.

90

IL PRIMO INTERPRETE PRESSO L'AMBASCIATA D'ITALIA A MOSCA, RELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO. Roma, 18 agosto 1939.

Ho avuto quest'oggi una conversazione con il Consigliere della Ambasciata dell'URSS, sig. Helfand.

Il sig. H. mi ha esposto lungamente lo stato dei rapporti commerciali italasovietici marcando le ragioni che, a suo avviso, ritardano il loro sviluppo al quale l'URSS sarebbe molto interessata.

Il sig. H. ha messo in speciale rilievo il notevole ritardo nella conclusione dei contratti di acquisto sovietici in Italia, ritardo dovuto, a suo dire, agli ostacoli burocratici ed amministrativi frapposti dal Ministero degli Scambi e Valute allo

svolgimento degli affari. Durante sette mesi, malgrado la buona volontà sovietica e gli sforzi dell'Ambasciata dell'URSS, no:q si sono ottenute che poche licenze. Il sig. H. ha dovuto intervenire personalmente presso S. E. il Ministro degli Esteri per ottenerle e ciò non può evidentemente incoraggiare gli enti sovietici allo svolgimento degH affari.

Secondo il mio interlocutore le tre ragioni principali del ritardato sviluppo dei rapporti economici tra l'URSS e l'Italia sarebbero le seguenti: l) ritardo nel rilascio delle licenze di esportazione (particolarmente per materiale bellico e di precisione);

2) imposizione da parte del Ministero Scambi di determinate ditte e rifiuto di concedere licenze a ditte prescelte dalla rappresentanza commerciale sovietica; 3) controllo dei prezzi e veto su quelli contrattati, da parte del Ministero

Scambi e Valute.

Il sig. H. ha mostrato di comprendere le necessità economiche che guidano gli organi nazionali di controllo del nostro commercio estero, ma ha sottolineato l'eccessivo ritardo che l'organizzazione burocratica impone alle transazioni.

Ho tratto l'impressione che il mio interlocutore fosse sinceramente desideroso di dare uno sviluppo ai rapporti economici tra l'URSS e l'Italia. Egli mi ha chiesto più volte quale era stata l'impressione che S. E. l'Ambasciatore aveva tratto dal colloquio con Molotov per la parte che riguardava lo sviluppo dei rapporti economici. Mi ha pregato inoltre di esporre a S. E. Rosso quanto mi aveva dichiarato nel colloquio odierno.

(l) -Non pubblicati. (2) -Non pubblicato.
91

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 91. Bucarest, 18 agosto 1939 (per. giorno 19).

Seguito mio telegramma filo 256 (1).

Questo Governo ha trasmesso alla stampa estera un comunicato in cui afferma che la commissione romena nominata per l'inchiesta dell'incidente di frontiera ha concluso per la piena responsabilità ungherese.

Trascrivo qui di seguito il testo del comunicato:

« I cadaveri dei soldati uccisi nell'incidente sono stati rinvenuti in territorio romeno a notevole distanza dalla linea di confine. Essi risultano colpiti da arma da fuoco alla schiena. Èì risultato· inoltre che i cadaveri sono stati crivellati di colpi di arma bianca. Orme di passi infine da e verso la frontiera ungherese sono state rinvenute in territorio romeno come pure numerosi bossoli di cartucce appartenenti ad armi da fuoco magiare. La responsabilità dell'incidente ricade quindi nella maniera più formale sull'Ungheria».

A tale proposito questo Ministro d'Ungheria mi ha detto di avere inviato a Budapest, appoggiandola, la domanda romena per addivenire alla costituzione di

una commissione mista di inchiesta. Il Signor Bardossy ha aggiunto di ritenere che lo spiacevole incidente (di cui egli tende a sminuire la gravità), sia principalmente dovuto alla difficoltà di distinguere la linea di demarcazione della frontiera.

(l) Vedi D. 83.

92

IL MINISTRO A BUCAREST, GRIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 92. Bucarest, 18 agosto 1939 (per. giorno 19).

Vengo stasera informato che avendo il Governo ungherese accettato la domanda romena di costituire una commissione mista d'inchiesta, questa si riunirà sul luogo dell'incidente domani mattina.

93

IL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI COMMERCIALI, GIANNINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE S. n. Cortina d'Ampezzo, 18 agosto 1939 (per. giorno 22).

Clodius mi ha comunicato che gli hanno inviato testè Accordo Alto Adige in Italia dove trovavasi in congedo. Parte oggi per Berlino per definire varie difficoltà sollevate da amministrazroni germaniche. Gli ho fatto presente che difficoltà per lettera non possono essere prontamente risolte e urge definire accordi. Ha promesso che appena discusse questioni in Germania verrà ·a Roma per dirimere divergenze e firmare accordo.

94

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, AL CONSOLE A BRATISLAVA, LO FARO

TELESPR. RISERVATO 227864/14. Roma, 18 agosto 1939.

Vostri telegrammi n. 31 del 24 luglio u. s. (l) e n. 021 del 5 corrente (2).

In relazione al passo fatto presso Voi e ad analogo passo compiuto da questo Incaricato d'Affari di Slovacchia, potete esprimervi con codeste Autorità nel senso che il ritardo nella nomina di un R. Ministro costì non ha alcun significato politico ed è esclusivamente dovuto a ragioni d'ordine amministrativo; e che verrà provveduto al più presto possibile.

(l) -Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, D. 657. (2) -Non pubblicato.
95

L'ADDETTO MILITARE A BERLINO, ROATTA, AL CAPO DEL SERVIZIO INFORMAZIONI MILITARI, CARBONI (l)

R. SEGRETO 47/A-4. Berlino, 18 agosto 1939.

A seguito del mio telegramma n. 46/A-4 (2) comunico:

È ormai pacifico (se così si può dire) che il Reich si prepara ad intrapren

dere quanto prima deUe vaste operazioni militari, allo scopo di incorporare quei

territori dell'est che gli furono strappati dal «diktat» di Versailles, se non più.

Ciò posto vediamo -dal lato militare -che cosa s'intenda -eventual

mente -di fare, che provvedimenti siano stati presi sinora, e quali altri presu

mibilmente saranno presi.

l) Piano d'azione.

-Detto piano non mi è assolutamente noto. Tuttavia dalle vaghe notizie

avute dei provvedimenti sinora adottati, e da ovvie considerazioni geografiche

risulta che il Reich intenderebbe di piombare addosso alla Polonia (dopo o con

temporaneamente a qualche lustra di trattativa) agendo principalmente a tenaglia,

dalla Prussia orientale e dalla Slesia, con obiettivo Varsavia.

-L'ofl:P.nsiva verrebbe sferrata di sorpresa, e condotta colla massima energia e rapidità (largo uso di G.U. di cavalleria, motomeccanizzate, corazzate e motorizzate -impiego massiccio di artiglieria -vasti e continui bombardamenti aerei-e, all'occorrenza, ricco impiego di aggressivi chimici).

-Con tali procedimenti -si ritiene -l'esercito polacco verrebbe rapidamente disorientato e battuto, le retrovie terrorizzate, le minoranze messe in ebollizione, e la Polonia risulterebbe materialmente o virtualmente fuori causa, prima che un qualsiasi eventuale aiuto franco-inglese la potesse soccorrere.

Il lasso di tempo necessario e sufficiente a quanto sopra è stimato dai giovani subalterni a tre giorni, dagli ufficiali di grado medio a dieci giorni, dai comandanti a due-tre settimane.

Il) Preparativi effettuati.

-In vista di quanto sopra, il Reich ha concentrato alla frontiera polacca: -quasi tutte le G.U. normalmente dislocate nei « Wehrkreise » a tale frontiera attinenti (probabilmente 12 divisioni); -alcune divisioni distaccate da altri C.A. per « lavori di fortificazione » (probabilmente quattro divisioni);

-unità di nuova formazione (Uebungstruppen), di varie armi e specialità, in condizioni tali da potere con esse costituire G.U. di riserva (probabilmente 4-6 divisioni);

-unità di cavalleria, vecchie e nuove, compresa la brigata della Prussia orientale (equival~nti probabilmente a 3 divisioni);

-servizi logistici, comprese grosse autocolonne del N.S.K.K.;

forze aeree e a.a. importanti, sia locali sia distaccate dal rimanente del

Reich.

Alla frontiera occidentale il Reich ha fatto occupare le linee fortificate,

ed ha avvicinato ad esse qualche G.U. dei C.A. in posto.

Probabilmente ha costituito sin d'ora quei C.A. XX-XXI-XXII che come già

ccmunicato dovrebbero costituirsi il 19 settembre p. v. in sostituzione dei tre

comandi locali delle truppe di frontiera.

Se così è, saranno anche più o meno costituite le nuove 6 divisioni di fan

teria per tali C.A. previsti, divisioni nelle quali sono però comprese tutte le

«truppe di frontiera » della regione.

-Nel resto del territorio il Reich ha:

-costituito alcune G.U. di S.S. (probabilmente 2-3);

-portato alla forza di guerra (formando altresì i reparti e servizi previsti

per le operazioni) una parte delle G.U. leggere, corazzate e motorizzate, rinforzato le rimanenti ed alcune G.U. comuni;

-presi i provvedimenti per la riunione in nuove unità, ed -eventualmente-G.U. di riserva dei reparti «E» (reparti di addestramento formati con uomini delle classi in congedo non istruiti, attualmente rimpolpati con personale di leva e con richiamati delle classi già istruite);

-preso provvedimenti per la limitazione del consumo privato dei carburanti e di alcuni generi. -I provvedimenti complessivi di cui sopra hanno comportato-per l'esercito -l'incorporazione supplementare (ossia in più della forza normale) di circa

600.000 u. (dei quali circa la metà chiamati per un primo addestramento, e l'altra metà richiamati).

Sommandovi la forza normale (che secondo alcuni sarebbe ormai di 1.200.000, anzichè di 900.000) abbiamo nell'esercito il totale attuale di 1.500.000

1.800.000 uomini. -Ad ogni modo: -numerose G.U. dell'interno sono tuttora nella dislocazione normale;

parecchie fra esse hanno ancora la forza ordinaria; -non è stata indetta, neppure parzialmente, una vera mobilitazione.

III) Provvedimenti che saranno verosimilmente effettuati in vista del conflitto colla Polonia.

-Le divisioni attualmente concentrate alla frontiera polacca non sono sufficienti (anche se alquanto superiori alle 25 anzi accennate) a mettere fuori causa l'esercito polacco, e tanto meno con la rapidità desiderata.

Questo sia come numero, sia come specialità.

-È perciò certamente previsto di fare affiuire a momento opportuno a detta frontiera tutte le G.U. leggere, corazzate e motorizzate (ossia, in complesso, altre 10 divisioni, quattro essendo già sul posto).

Confortano queste previsioni le notizie sicure: -che una divisione corazzata si sposta prima della fine del mese verso il confine pomeranese ed un'altra il 20 corrente nella zona di Breslavia; che una divisione leggera si sposta verso zona imprecisata nel medesimo tempo;

che sono improvvisamente indette «manovre » di divisioni leggere in Slesia; che le 10 divisioni speciali di cui sopra, dell'interno, sono in parte sul piede di guerra ed in parte notevolmente rinforzate.

-È altresì certamente prevista l'ulteriore affluenza alla frontiera in parola delle suddette G.U. di S.S. (come dimostrano i precedenti) e di qualche G.U. comune dell'interno; molto probabilmente di quelle che hanno già sin d'ora effettivi rinforzati.

-Così si raggiungerebbe la cifra di 40 divisioni circa, che, secondo ciò che

si sente dire qua e là, sarebbe sufficiente per lo scopo prefisso.

IV) Provvedimenti che dovrebbero essere adottati per parare ad un eventuale estendersi del conflitto ad ovest.

-Come ho già accennato la massa dei tedeschi (comprese le personalità che contano) parte dal presupposto assoluto che le «potenze democratiche» assisteranno impassibili, ossia senza intervenire, all'offensiva contro la Polonia. (Vi è bensì della gente, e non qualsiasi, che è sicura del contrario, ma costoro sono considerati come delle Cassandre non ascoltate o deprecate).

-Tuttavia mi pare impossibile che uno S. M. che si rispetti, anche se orien

tato alla concezione ottimistica di cui sopra, non prenda le precauzioni indispensabili in vista di avvenimenti da tale concezione discordanti. In altre parole ritengo verosimile che il Reich, prima di sferrare -eventualmente -l'azione all'est, faccia qualcosa di più di quanto ha fatto sinora per guardarsi all'ovest.

-Allo stato attuale delle cose, considerando completamente costituiti i tre nuovi C.A. della frontiera occidentale, ammettendo che rimangano presso di essa (come in parte già dimostrato dai fatti) anche i tre vecchi C.A. che vi si affacciano, e non considerando il X C.A. (di cui sono già partite truppe per la Prussia Orientale), abbiamo a detta frontiera occidentale 15 divisioni.

-Orbene questa cifra è indubbiamente scarsa per occupare saldamente, con qualche indispensabile riserva locale a tergo, il « Westwall » (occupazione che il generale Marras, nel suo studio in proposito, ha comunicato essere prevista in ragione di 10 divisioni per il solo tratto « Saarpfalz »).

È perciò probabile che lo S. M.-sempre quando si preoccupi dell'eventuale estendersi del conflitto -rinforzi le divisioni dell'ovest, di cui sopra, o con

G.U. tratte dall'interno, o con G.U. di riserva (costituite cogli anzi accennati reparti «E»), o, più probabilmente, coi due sistemi accoppiati. Non solo, ma -nell'ipotesi prospettata -detto S. M. dovrà ben formare qualche riserva centrale. Orbene, considerando le 58 divisioni permanenti (ossia escluse quelle di S.S., di cavalleria, e di riserva) noi vediamo: -almeno 28 divisioni destinate all'est (fra cui tutte le leggere, corazzate e motorizzate) -15 divisioni all'ovest totale 43 divisioni.

Dalla rimanenza (15 divisioni) si debbono detrarre quelle destinate, come detto sopra, a rinforzo della frontiera occidentale e le truppe che il Reich non può fare a meno di mantenere in Austria, nel «Protettorato » ed in Slovacchia.

Non resta dunque che ben poco. Ragione per cui se lo S. M. si preoccupa

come il buon senso fa ritenere -dell'eventuale estendersi del conflitto, ed anche ammettendo che, in questo caso, preveda una rapida manovra per linee interne, è verosimile che si provvederà, prima di agire all'est, a portare sul piede di guerra tutte le G.U. permanenti dell'interno ed a costituire diverse altre G.U. di riserva.

Il che comporta, tenuto conto anche dei servizi di intendenza e dei reparti complementari, dei richiami abbastanza massicci e delle operazioni di mobilitazione -con qualsiasi modalità effettuate -piuttosto vaste.

Verosimilmente dovremmo assistere dunque, prima dello scoppio del conflitto all'est, a quanto sopra.

Se non vi assistessimo ed il conflitto orientale venisse aperto ugualmente, vorrebbe dire che il comando germanico esclude assiomaticamente complicazioni ad occidente.

V) Considerazioni.

-Fare previsioni su ciò che potrebbe accadere in caso di conflitto, sia pure limitato all'est, è estremamente azzardato. Appare tuttavia certo (lo ammettono anche i tedeschi) che di fronte ad un'aggressione-specie se totalitaria-la Polonia resisterebbe con le armi.

Come essa intenderebbe di condurre -in questo caso -le operazioni non so e mi rimetto pertanto alle notizie da codesto comando fornite nell'appendice al notiziario mensile n. 6 dell'anno in corso.

Comunque, data anche la conoscenza che ho dell'esercito polacco, ritengo che il comando tedesco ne sottovaluti la capacità di resistenza e consideri con singolare ottimismo i tempi necessari a fiaccarla.

-Più azzardato ancora sarebbe fare previsioni sopra l'andamento di un conflitto che si estendesse all'occidente. I tedeschi, ripeto, girano il problema negandolo, il che -naturalmente non equivale risolverlo.

Se questo problema tuttavia si presentasse, è certo che la risoluzione complessiva non si avrebbe all'est, ma all'ovest, come è accaduto al termine della grande guerra (il che è del resto ammesso, specie dalle « Cassandre » anziaccennate).

Tale risoluzione (limitando la questione àlle forze germaniche) non sembra all'ovest facilmente e soprattutto rapidamente ottenibile, nè in un senso nè nell'altro. Il generale v. 'Ì'ippelskirch mi diceva, pochi giorni fa, essere lo S. M. concorde nel senso che coi mezzi attuali non si può assolutamente superare una striscia fortificata come quella « Maginot » (il che senza dubbio dovrebbe valere anche per il « Westwall »).

Con un enorme accumulo di mezzi di offesa sopra un settore ristretto -egli precisava -si potrebbe sfondare un tratto della striscia suddetta, ma questo -data la mole ed il tempo degli indispensabili apprestamenti -escluderebbe ogni sorpresa e perciò, avvenuto lo sfondamento, non lo si potrebbe sfruttare, essendo ormai già a portata in corrispondenza della breccia le riserve avversarie.

Ed allora? Allora -dico io -si ritornerebbe alla guerra di usura ossia

alla guerra lunga, che presenterebbe le condizioni di gran lunga meno favorevoli per il Reich.

Ma quanto sopra mi si esponeva non per trarne le conclusioni che, stando cosi le cose, non convenisse al Reich correre l'alea di un conflitto all'ovest, ma al contrario per affermare che, dovendosi escludere una risoluzione dinanzi alla linea «Maginot » od al « Westwall », si rinunzierebbe senz'altro, da parte avversa, a tale conflitto.

-Ad ogni modo, comunque sbocchino e si sviluppino gli avvenimenti, una cosa è certa. Il Reich che, sino a pochi anni fa, aveva un esercito minuscolo, dei carri armati di cartone, ha in pochissimo tempo messo insieme un esercito non ancora proporzionato --è ovvio -alla sua popolazione, e non ancora rispondente come grandezza ed efficienza, al programma stabilito, ma tuttavia molto potente, modernissimamente armato, ricchissimo di materiali di ogni genere, bene addestrato. Lo sforzo effettuato è colossale, ed il risultato che si può constatare in questi giorni di intenso movimento di unità è -per lo meno dal lato del materiale, dell'ordine e della precisione dei dettagli -sorprendente.

Tutto ciò sarebbe troppo semplice spiegare col denaro e colla potenza industriale. C'è dell'altro indubbiamente all'origine di ciò, che io mi propongo -se gli avvenimenti me ne daranno il tempo -di studiare e riferire, ma che credo senz'altro di poter identificare nelle concezioni e nei metodi di questa gente.

(l) -Nella pubblicazione è stata omessa la lettera di Sorice ad Anfuso in data 22 agostoche ritrasmette. allegandolo, il presente rapporto. (2) -Non rintracciato.
96

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 4127/1754. Sofia, 18 agosto 1939.

Mio rapporto del ~:6 luglio u. s. n. 1572 (1).

Gli avvenimenti di queste ultime settimane, e cioè ili incontri del Re Carol di Romania, prima, e di Mavrudis poi ad Istanbul, a cui è seguito l'annuncio dell'invio di una missione militare romena in Turchia, e le dichiarazioni d'intransigenza fatte a Costanza dal Re di Romania, di ritorno dalla sua crociera, hanno fortemente serviito ad orientare questa opinione pubblica, ponendola di fronte alla realtà di un rinsaldamento dell'intesa turco-greco-romena, che non può lasciare adito qui ad altri equivoci o speranze.

In questo senso si è meco espresso lo stesso Presidente del Consiglio, come riferito a V. E. con mio telegramma n. 191 del 17 corrente (2), deducendone come inevitabile corollario la necessità per la Bulgaria di definire oramai la sua linea politica, vale a dire di accostarsi nettamente alle Potenze dell'Asse.

Parere questo che sembra tanto condiviso dalla generalità, che, inconsuetamente, gli accennati avvenimenti sono stati qui seguiti quasi con indifferenza, come non fosse ormai da attendersi nessun fatto nuovo, tale da poter stornare

la Bulgaria dalla via, che volente o nolente, gli è additata dalla forza stessa

delle cose.

Mentre durano perciò gli ultimi echi della campagna di stampa qui aperta, come segnalai a V. E., per tentare di arrestare un ulteriore inasprimento dei rapporti bulgaro-turchi, è interessante di notare come da parte degli stessi elementi di opposizione non si negano gli estremi di un ritorno aggressivo della Turchia in Europa.

Segnalo a questo proposito e, mi è parso conveniente di allegarne in traduzione il qui unito riassunto (1), un significativo articolo redazionale apparso sullo SLovo del 16 corrente. L'autore ne è Petko Stainov, uomo politico di opposizione, notoriamente vincolato alla propaganda delle Potenze democratiche.

È evidente la preoccupazione dell'articolista di spersonalizzare i termini del contrasto turco-bulgaro, mostrando come non si tratti in realtà di una crisi dei rapporti fra i due Stati vicini, ma d'una necessità unilaterale della Turchia di consolidare la difesa degli Stretti. Per quanto speciosa sia la tesi, giacchè quali che possano essere le esigenze della Turchia, esse si ripercuotono fatalmente in senso antibulgaro, e per quanto possa essere credibile l'intenzione di additare implicitamente alla Bulgaria la via di una conciliazione con Ankara in base ad una comprensione di quelle esigenze, e cioè finalmente di una collaborazione ad una politica difensiva degli Stretti, nel quadro peraltro delle direttive generali turche, alcune affermazioni e cioè in sostanza quelle relative ad un ritorno della Turchia in Europa e alla necessità delle posizioni traciche per la Turchia, sono assai significative, e finiscono qui col produrre una impressione in definitiva contrastante con la stessa tesi dell'autore.

(l) -Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, D. 691. (2) -Vedi D. 75.
97

L'AMBASCIATORE A VARSAVIA, ARONE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

R. SEGRETO 2905/797. Varsavia, 18 agosto 1939.

Faccio seguito al mio Rapporto segreto dell'H corrente n. 785 (2) col quale ebbi l'onore di riferire a V. E. circa un progetto di compromesso per la questione di Danzica consegnatomi dal Sig. Studnicki.

Essendosi in questi giorni presentata l'occasione ho creduto di fare un discreto accenno a questo Nunzio Apostolico facendogli comprendere che non sarebbe stato privo di interesse conoscere a titolo puramente informativo e personale, se a questo Ministero degli Affari Esteri si avesse sentore del progetto in parola e come nell'affermativa venisse considerato. Monsignor Cortesi, raccogliendo di buon grado la mia suggestione, si offriva di fare per suo conto gli opportuni sondaggi, di cui si riprometteva di comunicarmi appena possibile i risultati. Qualche giorno dopo infatti è venuto a trovarmi e mi ha detto che

5 -Documenti diplomatici . Serie Vlll -V o!. Xlll

aveva veduto il Ministro Beck e che nel corso della conversazione aveva sondato come sarebbe stata eventualmente vista dal Governo polacco una soluzione di compromesso per la questione di Danzica. Anche al Sig. Arciszewski Segretario Generale di questo Ministero degli Affari Esteri Monsignor Cortesi aveva fatto cenno della cosa. Dalle risposte avute molto circospette il Nunzio aveva avuto l'impressione che il progetto Studnicki non fosse da loro conosciuto, o piuttosto che essi tenessero a mostrare di ignorarlo, mantenendosi in un atteggiamento molto riservato, senza peraltro escludere la possibilità, in determinate circostanze, di trattative per una soluzione pacifica. A tale riguardo Monsignor Cortesi mi aggiungeva che evidentemente prima di considerare la possibilità di risolvere la questione di Danzica con un compromesso, sarebbe stato interessante di conoscere se Danzica rappresenti per la Germania veramente «un fine» da raggiungere o se non rappresenti piuttosto un mezzo per impostare tutti i propri problemi nei confronti della Polonia. In altre parole questo Nunzio mi ripeteva quanto mi aveva già detto qualche tempo fa questo Sottosegretario di Stato Conte Szembeck, secondo il quale Danzica rappresentava più che altro, per la Germania, « un point d'entrée ».

Mi risulta d'altra parte che questo Ministro di Estonia abbia chiesto a questo Ambasciatore d'Inghilterra se fosse esatto che il Governo britannico si stesse adoperando per una soluzione pacifica della questione di Danzica e che l'Ambasciatore Kennard abbia risposto di non poter dare alcuna informazione avendo dato la sua parola d'onore di non fare alcuna indiscrezione su questo argomento. Tale risposta piuttosto inconsueta avrebbe dato l'impressione che qualche cosa si stesse tentando al· riguardo da parte del Governo di Londra.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non rintracciato. Sembra che detto rapporto, relativo ai particolari del progetto già riassunto telegraficamente dall'Ambasciatore Arone, sia stato da questi inviato direttamente a Ciano a Salisburgo a mezzo di un corriere speciale. Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, DD. 794 e 822.
98

L'AMBASCIATORE A VARSAVIA, ARONE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 2912/802. Varsavia, 18 agosto 1939.

L'intervista accordata recentemente da questo Ministro degli Affari Esteri al giornalista americano John Gunther ha avuto maggiore diffusione all'estero che in Polonia, dato che per la sua intonazione piuttosto moderata era destinata più all'opinione pubblica internazionale che a quella interna.

Il Signor Beck ha infatti dichiarato tra l'altro che la pace può essere salvata purchè nessuno Stato non compia qualche cosa di irreparabile. Dopo essersi richiamato ai punti contenuti nel suo discorso del 5 maggio, il Signor Beck ha affermato che non aveva nulla da aggiungere a quella dichiarazione.

La Polonia -ha però continuato -non ha evidentemente nessun interesse a provocare un conflitto armato ed è quindi assurdo accusarla di avere delle intenzioni aggressive. Il Signor Beck ha quindi dichiarato che una soluzione pacifica a mezzo di amichevoli trattative è ancora possibile, ma la Polonia è incrollabile nella sua determinazione di resistere ad ogni tentativo di modificazione, con la forza, dello statuto di Danzica.

Nessuno potrà dire, ha concluso l'intervistato, che la Polonia non abbia fatto comprendere chiaramente la posizione da essa assunta.

99

IL MINISTRO A KAUNAS, DI GIURA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 35. Kaunas, 19 agosto 1939, ore 1,30 (per. ore 4,40).

In questi ambienti diplomatici si parla molto di un accordo anglo-polacco tendente garantire integrità Lituania. Governo Lituania avrebbe già telegrafato Ministro lituano Londra indagare ed opporsi ad eventuale conclusione simile accordo. Lituania infatti non intende assolutamente essere considerata zona di interesse speciale della Polonia, con la quale ha in realtà tuttora aperta questione Vilna, che, anche se messa momentaneamente in quiescenza, permane profondamente radicata nell'anima della Nazione. Ciò del resto è stato anche recentemente dimostrato dalla nuova ondata di animosità prodottasi in tutta questa stampa contro Polonia. Tale situazione fa sempre maggiormente riflettere, come qui è stato confermato stasera anche da questo mio collega di Germania, ambienti responsabili lituani sulla convenienza per la Lituania aderire in definitiva Asse Roma-Berlino qualora avvenimenti rendessero impossibile a questo Paese mantenersi, come esso pur vivamente desidera, strettamente neutrale.

100

IL CONSOLE GENERALE A MONACO DI BAVIERA, PITTALIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. SEGRETO 48. Monaco di Baviera, 19 agosto 1939, ore 1,36 (per. ore 5,45) (1).

Comunico a V. E. seguente telegramma di S. E. Attolico:

Riservatissimo per S. E. il Ministro. Ho veduto oggi Ribbentrop a Salisburgo e gli ho trasmesso messaggio verbale (2) affidatomi svolgendogli nel tono più amichevole i due punti fissati dal Duce:

l) il Governo italiano conferma non essere d'accordo nel ritenere che un eventuale conflitto che ora scoppiasse per Danzica potrebbe rimanere localizzato;

2) il Governo italiano conferma che esso non sarebbe ora nelle migliori condizioni per affrontare una guerra di lunga durata. Ribbentrop ha replicato confermare a sua volta essere opinione del Fiihrer e sua : l) che, con ogni probabilità (di sicurezza al cento per cento non ha più parlato), guerra rimarrà localizzata, 2) se anche non lo potesse essere, l'Asse la vincerà. Da rilevare che, parlando di guerra localizzabile, Ribbentrop si è sempre astenuto, nonostante gliene avessi dato ripetute occasioni, dall'aggiungere espres

samente che essa non impegnerebbe quindi l'Italia, mentre d'altra parte, accennando alla pur lontana ipotesi di una guerra generale, egli ne ha sempre parlato come di «guerra di Asse». Non solo, ma egli si è pure espresso come se ormai, dopo Salisburgo, l'Italia non si attendesse altro dalla Germania che la notificazione del momento in cui la guerra dovesse essere dichiarata e ciò onde potersi approntare essa stessa.

(l) -Il presente telegramma fu redatto prima, ma evidemtemente spedito dopo il T. da Monaco in data 18 agosto, ore 23,55, vedi D. 87. (2) -Si tratta del documento che va sotto il nome di « Progetto di comunicazione al Governo tedesco», vedi D. 27.
101

IL CONSOLE GENERALE A MONACO DI BAVIERA, PITTALIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 48-bis. Monaco di Baviera, 19 agosto 1939, ore 3,17 (per. ore 5,30).

Quindi, da un lato posso dire in tutta coscienza di essere riuscito -pur mantenendo sempre tono amichevole che mi è stato raccomandato -a dare tuttavia alla mia comunicazione il carattere di una «messa in mora», dall'altro con altrettanta coscienza aggiungo che non mi faccio illusioni sul valore pratico che la mia comunicazione possa -nelle circostanze -avere.

Di altro non potrei segnalare che: l) rincrudimento situazione locale a causa delle nuove « provocazioni » polacche;

2) ulteriori assicurazioni da parte URSS circa le sue disposizioni concludere con la Germania (in aggiunta all'accordo commerciale che sarà firmato domani) anche un accordo politico.

Ribbentrop ha, infine, concluso dicendo che questa sera avrebbe riferito Fiihrer messaggio del Duce pregando tenermi sottomano per il caso avesse qualche cosa da dirmi.

Mi trattengo quindi fra Monaco di Baviera e Salisburgo.

Al mio colloquio con Ribbentrop ha anche assistito Magistrati.

102

NOTE SUL COLLOQUIO (l) FRA IL MINISTRO DEGLI ESTERI TEDESCO, VON RIBBENTROP, E L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO

Monaco di Baviera, 19 agosto 1939.

ATTOLICO dichiara di essere giunto appositamente e direttamente da Roma per portare un messaggio verbale del Duce, il quale ha ricevuto un esauriente rapport6 dal Ministro Ciano sulle conversazioni di Berchtesgaden e di Salisburgo. Questo messaggio può così riassumersi:

l) Il Duce conferma il suo punto di vista che molto difficilmente un conflitto che scoppiasse ora per Danzica tra la Germania e la Polonia potrebbe essere localizzato. Con ogni probabilità si avrebbe la guerra generale, perchè tutte le informazioni fanno comprendere come la Francia e l'Inghilterra intenderebbero entrare in guerra a soccorso della Polonia.

2) In tali condizioni il Duce conferma che le attuali condizioni non sono le più favorevoli per l'Italia perchè essa possa sostenere una guerra di lunga durata.

VoN RIBBENTROP prende nota di questo messaggio verbale del Duce che porterà a conoscenza del Fiihrer. Egli deve però innanzi tutto ripetere la sua convinzione, che è anche quella del Fiihrer, che con molte probabilità (la certezza al cento per cento, similmente per quanto avviene allo Stock Exchange, non può mai esservi) il conflitto sarà localizzato. In definitiva, quali speranze avrebbero la Francia e l'Inghilterra nell'entrare in guerra? e quali probabilità di successo? Ammettendo infatti che la guerra si generalizzi le due Potenze occidentali non potranno apportare alle due Potenze dell'Asse gravi danni. Oggi le forze aeree tedesche rappresentano esattamente il ·doppio delle forze unite aeree anglo-francesi. Con l'aviazione italiana la superiorità sarebbe schiacciante. La guerra in Polonia sarà di brevissima durata e tale che dopo brevi settimane tutte le forze tedesche saranno disponibili. I Francesi quindi, per ragioni psicologiche e materiali, non potranno mai premere con le loro forze sulia frontiera italiana perchè lo Stato Maggiore francese correrebbe il rischio, con la frontiera renana poco guarnita, di vedersi venire addosso tutto il peso dell'Esercito germanico. Se le città o i porti italiani venissero toccati da bombardamenti, le rappresaglie aeree tedesche sarebbero inesorabili.

A ciò si unisce una situazione internazionale non certamente sfavorevole alle Potenze dell'Asse. In Europa, dato che i Paesi balcanici verrebbero tutti più o meno in breve tempo ad essere praticamente controllati dall'Asse stesso, si avrebbe, si può dire, un isolamento della Francia. Ma l'elemento di maggiore importanza è costituito dalla circostanza che la Russia stessa, oramai si può dirlo con certezza, non si opporrebbe mai oggi all'azione dell'Asse. La cosa deve restare ancora segreta, ma il miglioramento effettivo dei rapporti russo-tedeschi è cosa sicura. Domani o dopo domani sarà firmato l'accordo commerciale fra i due Paesi e le prese di contatto per un accordo anche nel campo politico si iniziano con successo. Quanto alle altre grandi Nazioni del mondo, l'America è in via di evoluzione e l'opposizione al Presidente Roosevelt è sempre più forte. Il Giappone è amico dell'Asse ed egli, che non ha tralasciato sforzo per far comprendere a Tokio come il nemico principale da combattere oggi non sia la Russia ma l'Inghilterra, proseguirà la sua azione per il raggiungimento di un modus vivendi tra Mosca e Tokio, ai danni appunto di Londra. In poche parole l'Inghilterra oggi, entrando in guerra, rischierebbe veramente il suo Impero, perchè il Giappone avrebbe immediatamente mano libera in Estremo Oriente e persino l'India rischierebbe di entrare subito in crisi. Per ritornare infine all'Europa è cosa certa che tanto il Belgio quanto l'Olanda conserveranno e difenderanno a qualunque prezzo la loro neutralità. La Francia quindi questa volta non potrà sperare di avere una buona pedina nel Belgio.

Del resto per prevedere che molto difficilmente l'Inghilterra si potrebbe decidere ad entrare in conflitto, basta ricordare quanto avvenne nel 1938. I documenti trovati a Praga hanno dimostrato con chiarezza assoluta come mai e poi mai l'Inghilterra, che nell'estate 1938 gridava ai quattro venti, come adesso, l'alto là alla Germania, abbia pensato di inviare un solo uomo a difesa

della Cecoslovacchia. Anche allora, come adesso, grande campagna di propaganda, lettere, interpellanze, etc. ma in sostanza nulla più.

ATTOLICO non può condividere, per quanto riguarda l'Italia, questa visione così ottimistica. Si preoccupa particolarmente della gravissima questione dei rifornimenti e specialmente di quelli di carbone e di oli minerali, prodotti che oggi giungono quasi totalmente per via mare e dei quali l'Italia verrebbe privata perchè le linee ferroviarie, e particolarmente quelle del Brennero, non sono in condizione di sopportare un traffico intenso di rifornimenti. Quanto alla protezione antiaerea le recentissime difficoltà nate per la concessione da parte della Germania di un numero limitato di batterie hanno dimostrato come nella pratica il problema sarebbe di troppo difficile soluzione. Anche per tale situazione l'Italia, in caso di conflitto, rischierebbe nettamente di diventare il bersaglio più facile per le reazioni avversarie.

VoN RIBBENTROP dichiara che anche nel campo dei rifornimenti la situazione non è preoccupante. La Germania ha già molto carbone e con l'occupazione dei paesi carboniferi polacchi le riserve diventeranno molto grandi. Egli può rendersi garante degli invii del minerale in Italia, anche magari attraverso la Svizzera. La Russia e la Romania daranno prodotti in grande quantità. Quanto alle batterie antiaeree la questione della mancata consegna di materiale all'Italia gli riesce un po' nuova. Interverrà subito nel senso desiderato.

ATTOLICO deve mantenere le sue riserve sulla questione dei rifornimenti. Oggi tutto il carburante giunge per mare all'Italia. Cosa farà domani la Germania per permettere la continuazione del traffico destinato a dare i mezzi essenziali per l'attività, sopratutto, della flotta italiana? A proposito della situazione navale, da parte italiana, fin dallo scorso luglio, allorchè avvenne la prima conversazione a Salisburgo, fu fatto presente come nel prossimo anno l'entrata in squadra delle nuove grandi unità, con la creazione di un nucleo di ben 6 navi da battaglia, darebbe un periodo di effettiva superiorità all'Italia, mentre oggi questa rischierebbe di vedere concentrate contro la sua flotta, dato che la Germania praticamente nulla può fare sul mare, le squadre congiunte di Francia e di Inghilterra.

VoN RIBBENTROP (che non si pronunzia circa la questione del rifornimento del petrolio) fa rilevare come la flotta italiana, specie per il suo imponente numero di sottomarini, è in condizione di tenere lontane le minaccie avversarie. Le grandi navi anglo-francesi, che del resto sono in realtà tutte di tipo alquanto vecchio, difficilmente correrebbero il rischio di andare a farsi silurare presso i porti italiani.

Quello che conterà molto nella prossima guerra, sarà la direzione di essa. Ora non è concepibile che una guerra possa essere perduta da Paesi guidati dal Duce e dal Fiihrer. Oggi evidentemente la propaganda avversaria, e specialmente britannica, che si è appuntata partico'Iarmente sull'Italia, cerca di produrre fratture nell'Asse. Uomini politici, giornalisti, etc. non mancano di premere in questo senso. Per evitare speculazioni e malintesi egli ha già provveduto a far rientrare nel Reich gli Ambasciatori tedeschi accreditati presso i principali Paesi democratici. Certamente tutti gli sforzi si concentrano ora sui rappresentanti e sugli elementi italiani.

ATTOLICO deve insistere sulla sua tesi, facendo rilevare come il messaggio verbale del Duce, da lui precedentemente riferito, sia quello oltrechè di un alleato, anche di un amico. È bene che si sappia pr'eventivamente, ripete, che l'Italia si trova oggi nelle condizioni meno favorevoli per affrontare una guerra di lunga durata. Deve quindi insistere sul fatto che il Duce non è d'accordo sulla valutazione della situazione.

VoN RIBBENTROP non vede bene in cosa consiste questa mancanza di « accordo » sulla sostanza della questione, mancanza di accordo non risultata finora. Aggiunge che, per quanto riguarda le recenti conversazioni di Berchtesgaden e di Salisburgo, si è rimasti in definitiva d'intesa con S. E. Ciano che da parte tedesca non si sarebbe mancato di fargli conoscere il momento preciso dell'eventuale scoppio della crisi, perchè anche l'Italia si potesse opportunamente approntare.

ATTOLICO spiega e specifica che la mancanza di accordo sta appunto nella valutazione della situazione odierna. Il momento non appare ben scelto.

VoN RIBBENTROP sostiene che non è la Germania che ha scelto il momento, nè scelto la decisione di fare la guerra. E riassume le varie battute del conflitto tedesco-polacco e specialmente la storia della offerta fatta dal Fuhrer a Varsavia che credette bene rispondere con la mobilitazione. Le provocazioni polacche hanno reso ora la situazione insostenibile ed il Fiihrer non potrà oltre tollerare, come è stato detto a S. E. Ciano, il prolungarsi di essa. Occorre non dimenticare che vi sono in Polonia ben due milioni di Tedeschi, contro i quali si appuntano le violenze dei Polacchi, i quali giungono ora ad avviare verso l'interno del Paese, in vere e proprie relegazioni, gruppi numerosi di uomini e donne di sangue tedesco.

ATTOLICO informa che ritornerà ora a Monaco per tenersi ad eventuale disposizione di von Ribbentrop, perchè questi possa riferirgli al più presto se il Fuhrer, dopo aver preso conoscenza del messaggio verbale del Duce, intenda ad esso rispondere o comunque far conoscere a Roma altre notizie.

VoN RIBBENTROP assicura che non mancherà, probabilmente questa sera stessa, di far giungere, in merito, notizie a Monaco.

(l) Il colloquio ebbe luogo al castello di Fuschl (Salisburgo) il 18 agosto 1939. Le note stesse furono redatte dal Ministro Consigliere a Berlino, Magistrati.

103

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 108. Mosca, 19 agosto 1939, ore 13 (per. ore 19,45).

Richiamo Vostra attenzione su comunicato Agenzia Tass, segnalato odier~ no telegramma stampa n. 53 (1), il quale smentisce esistenza dissenso per questione Estremo Oriente negoziati militari anglo-franco-sovietici.

Smentita appare significativa sotto due aspetti:

l) perchè rivela ansietà Governo sovietico di non intralciare raggio di

azione giapponese;

2) perchè conferma esplicitamente esistenza dissenso su altre questioni.

Confessioni dissenso sono evidentemente provocate da difficoltà conciliare

collaborazione militare con attitudini negative Stati baltici e specialmente della

Polonia.

(l) Non pubblicato.

104

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 253. Budapest, 19 agosto 1939, ore 13,12 (pe1·. ore 14,30).

Telegramma di V. E. n. 205 (1).

Nell'impossibilità essere stato presente a Roma arrivo Conte Csaky come da

istruzioni di V. E., sarò grato a V. E. confermarmi autorizzazione venire confe

rire data delicatezza e importanza alcuni argomenti su cui riterrei nec-essario

intrattenere personalmente V. E. giungendo in Roma aereo... (2) potrebbe limi

tarsi una sola giornata.

105

IL MINISTRO AD OSLO, LODI FE', AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 34. Oslo, 19 u,gosto 1939, ore 14,05 (per. ore 16,30).

Mio telegramma n. 33 di ieri (3).

Membri Congresso interparlamentare hanno soffocato proposta Hamilton mediante vaga mozione che rivolgendosi tutti gli Stati membri della Unione interparlamentare nonchè Germania e Russia lanci nello spazio invocazione nulla trascurare per ottenere regolamento pacifico conflitto.

106

IL MINISTRO AD ATENE, GRAZZI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 93. Atene, 19 agosto 1939, ore 14,15 (per. ore 17,35).

Seguito telegramma n. 91 (4). Mavrudis rientra oggi Atene. Circa scopo suo viaggio in ambienti ufficiali si afferma trattarsi breve riposo che predetto ha voluto concedersi e

si sostiene che il viaggio stesso non avrebbe avuto finalità politiche. Tuttavia colloquio da lui avuto con dirigenti turchi e riserbo assoluto che su contenuto di esso viene finora qui mantenuto legittimano conclusione che contatti avuti da Mavrudis a Istanbul non si limitano ad un puro scambio visite di cortesia.

Segnalerò immediatamente a V. E. quanto mi risulterà in proposito.

(l) -Vedi D. 76. (2) -Nota dell'Ufficio Cifra: • Manca». Probabilmente il gruppo mancante indicava la parola permanenza. (3) -Vedi D. 84. (4) -Vedi D. 6.
107

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO (l)

T. U. P. PER IL MINISTRO 502 R/6. Roma, 19 agosto 1939, D1'e 21,30.

Magistrati informa che situazione è immutata. Attolico ha lasciato Monaco e sarà Roma domattina.

108

IL CONSOLE GENERALE A MONACO DI BAVIERA, PITTALIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 50. Monaco di Baviera, 19 agosto 1939, ore 23,29 (per. giorno 20, ore 0,45).

Trasmetto seguente telegramma di S. E. Attolico:

«Ho riveduto Ribbentrop a mezzogiorno e mezzo prima che egli si recasse nuovamente dal Fiihrer. Egli ha così riassunto la risposta del Fiihrer alla mia comunicazione di ieri:

l) Le decisioni della Germania, come fu comunicato al Conte Ciano, sono già prese. Il Fiihrer non può, come Capo del popolo tedesco, tollerare ulteriormente le provocazioni polacche. Se anche lo potesse, ne risulterebbe una tale perdita di prestigio « per l'Asse » da pregiudicarne irrimediabilmente gli interessi.

2) La Germania non ha cercato la guerra. Essa ha fatto alla Polonia una offerta storica, alla quale è stato risposto colla mobilitazione. 3) Il Fiihrer continua a ritenere che la guerra rimarrà localizzata e che la Francia e Inghilterra non oseranno attaccare «l'Asse». 4) Che se lo osassero, il Fiihrer ritiene che l'Asse si troverebbe difficilmente in condizioni migliori delle attuali per affrontare la partita. 5) La guerra, anche se generalizzata, sarebbe, data la strapotenza dell'« Asse», di breve durata.

6) « L'Asse » sarebbe tuttavia in grado sostenere una guerra anche di lunga durata, dato che così la Russia come Oriente europeo fornirebbero sia a Germania sia a Italia tutto quello di cui abbisognano».

Il presente telegramma continua con il numero di protocollo successivo (2).

(l) -In viaggio in Albania. (2) -Vedi D. 116.
109

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. IN SPAGNA, RONCALLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. U. P. PER IL MINISTRO 225. S. Sebastiano, 19 agosto 1939, ore 24 (per. giorno 20, ore 6).

Telegramma di V. E. n. 363 (1).

Ho fatto a Franco la comunicazione prescrittami.

Egli ne è rimasto visibilmente colpito. Nell'incaricarmi di ringraziare V. E. mi ha detto di considerare contenuto segnalazione molto grave in quanto che Polonia non si troverebbe nella situazione attuale se non vi fosse volutamente spinta. A tale proposito ha aggiunto che mentre al momento dei colloqui avuti con V. E. egli aveva impressione che Francia e Inghilterra non intendevano giungere all'estremo, ora invece le informazioni in suo possesso indicherebbero un atteggiamento diverso.

110

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 201. Budapest, 19 agosto 1939 (per. giorno 21).

Questo Ministro di Bulgaria mi ha confermato quanto già mi risultava circa i rapporti ungaro-bulgari, che cioè senza rivestire la forma concreta di veri e propri accordi e di alleanza militare, sono tuttavia stabiliti di fatto da continui contatti ed intese anche di dettaglio fra i due Stati Maggiori, in vista di un'eventuale azione concorde, quando potesse venirne il momento, contro la Romania. Tali contatti sono mantenuti nel più assoluto segreto e presi con le più attente precauzioni per non provocare intrighi e reazioni.

Come ho già segnalato 18 allievi piloti bulgari si trovano già a Kassa; piloti ungheresi andranno in Bulgaria; è previsto il prossimo arrivo di ufficiali bulgari presso lo S. M. ungherese; anche ieri era qui un alto ufficiale bulgaro, mentre il Capo di S. M. dell'esercito bulgaro a quanto pare verrà a Budapest in settembre dopo essere stato alle manovre inglesi alle quali, mi ha detto Stoilov, è stato invitato per mezzo del Ministro britannico a Sofia. È previsto inoltre l'arrivo di una missione ufficiale che verrà a portare all'Ammiraglio Horthy un'alta decorazione da parte del Re Boris.

Stoilov osservava che tuttavia si è perduto il momento favorevole di agire di concerto verso la Romania quando sarebbe stato invece facile farlo, e cioè al momento in cui i tedeschi entrarono in Cecoslovacchia « se la Germania non lo avesse allora impedito a ungheresi e bulgari» (ciò che conferma, almeno quanto all'Ungheria, quello che io avevo riferito in quel momento al riguardo). «Allora non vi era ancora il Patto anglo-turco, la Turchia non era pronta e forse nessuno si sarebbe mosso ».

Malgrado la diversa impressione datami dal Ministro di Jugoslavia sulle attuali relazioni bulgaro-jugoslave, Stoilov mi ha detto chiaramente che la Bulgaria non ha troppa fiducia nell'atteggiamento jugoslavo, mentre è suo parere anzi che non sia da escludere un intervento della Jugoslavia accanto alla Romania ove si potesse verificare l'ipotesi di un attacco bulgaro-ungherese contro la Romania. Lo Stato Maggiore jugoslavo è ancora legato alla Francia e se al momento del Patto di amicizia bulgaro-jugoslavo vi era stata un'intesa fra Kiosseivanov e Stojadinovié, secondo la quale si poteva prevedere un non intervento jugoslavo, questa doveva ritenersi piuttosto un atteggiamento personale di Stojadinovié; non sapeva quanto ciò potesse valere ancora dopo la sua caduta. Gli ungheresi sarebbero invece più inclini a credere che gli jugoslavi non interverrebbero; comunque, mi diceva Stoilov, è certo che anche nelle ultime conversazioni il Governo jugoslavo non aveva dato al riguardo nessuna assicurazione al Governo bulgaro. La Jugoslavia sarebbe soprattutto preoccupata dell'Italia.

Egli mi ha parlato poi dei contrasti esistenti fra Moscianov, che aveva tuttavia una certa base alla Camera e Kiosseivanov, che per la sua origine aveva forse meno seguaci in Parlamento. L'esercito stava organizzandosi ma non aveva ancora armi sufficienti. Per i rifornimenti la Bulgaria si rivolgeva alla Germania e all'Italia, mentre aveva anche aeroplani francesi e polacchi: ultimamente il Governo bulgaro non aveva potuto ottenere pezzi di ricambio dalla Francia ed era stata la Jugoslavia che glieli aveva forniti.

Anche in Bulgaria era fortissima la propaganda inglese; grande la preoccupazione per la Turchia, che aveva mobilitato 14 divisioni alla frontiera, per desiderio, a quanto pare, dell'Inghilterra che voiTebbe la Turchia fosse pronta ad attaccare eventualmente i bulgari per assicurare meglio il possesso dei Dardanelli. Gli era stato anzi detto che, nel caso, sarebbe previsto l'appoggio di un corpo di spedizione britannico. Ad un passo fatto ad Ankara circa gli attuali concentramenti di truppe, il Governo turco avrebbe risposto che tali misure non erano da considerarsi dirette contro la Bulgaria ma che si trattava di provvedimenti precauzionali in relazione alla pretesa minaccia italiana a Salonicco e alla Grecia.

(l) Vedi D. 74

111

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 202. Budapest, 19 agosto 1939 (per. giorno 21). Mio rapporto n. 4332/1549, in data del 14 corrente (1). Mentre il Ministro di Jugoslavia, come ho riferito, mi ha parlato solo di essere stato dal Ministro d'Inghilterra col Ministro di Romania e avervi trovato presso di lui il Ministro di Polonia, mi consta che i due Ministri di Jugoslavia e Romania si sono recati dal Ministro britannico insieme anche col Ministro di Grecia; e i tre sono pure andati insieme dal Ministro di Francia.

I contatti fra di loro sono continui, ciò che confermerebbe l'inconsistenza della voce circa un raffreddamento della Jugoslavia verso l'Intesa Balcanica.

(l) Vedi D. 38.

112

IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA MARINA, CAVAGNARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. B. 10886. Roma, 19 agosto 1939.

L'attuale situazione creatasi con l'occupazione giapponese di Pechino e del vastissimo territorio del Nord Cina nonchè il trasferimento a Shanghai della nostra R. Ambasciata in Cina, non sembra più giustificare la presenza della guardia alla R. Ambasciata di Pechino.

Il Comandante Superiore Navale italiano in E. 0., nel rapporto relativo alla sua recente visita a Pechino, fa presente che l'esistenza di un distaccamento della

R. Marina non risponde nè alle esigenze di carattere politico nè a quelle di carattere militare.

Questo Ministero sarebbe pertanto venuto nella determinazione di ridurre gli effettivi del distaccamento al minimo necessario per la sorveglianza del materiale e dei fabbricati.

Nel portare a conoscenza di codesto Ministero quanto sopra esposto, si fa presente che, a quanto riferisce il Comandante Superiore Navale in E. 0., S. E. l'Ambasciatore Taliani de Marchio ha pienamente condiviso gli apprezzamenti del Comandante Superiore in E. O. ed è anch'egli del parere che il distaccamento

R. Marina a Pechino possa essere ridotto al solo personale necessario alla vigi

lanza dei fabbricati. Salvo contrario avviso di V. E. disporrò nel senso sopra indicato.

113

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

R. SEGRETO RISERVATISSIMO 5484/2475. Parigi, 19 agosto 1939.

Circa le dichiarazioni fattemi da Bonnet nei riguardi della lettera di Ribbentrop e della sua risposta (mio rapporto del 25 luglio scorso n. 4963/2229 (1)), Attolico ha riferito quanto segue (telespresso n. 227008 dell'l! agosto, AEM Uff. lO (2)):

« In via ufficiosa mi si comunica che una risposta del signor Bonnet a Ribbentrop è già arrivata, ma che essa è sprovvista di ogni serio contenuto politico, la preoccupazione di Bonnet in questa sua risposta essendo soprattutto di dimostrare non essere esatto che a suo tempo egli avesse assicurato che la Francia si disinteressava di tutte le questioni dell'Oriente europeo.

«La lettera di Bonnet sembra concepita in termini tali da non acuire ulteriormente la situazione e, a quanto sembra, non conterrebbe affatto la rinnovata assicurazione che "ove un conflitto per Danzica sorgesse, la Francia adempirebbe i suoi impegni verso la Polonia ,.

« Sembra che Ribbentrop non si proponga di dare alla risposta di Bonnet alcun seguito».

Ignoro se le dichiarazioni di Bonnet in un senso o nell'altro possano avere per noi vera importanza nell'attuale situazione politica, ma se ne avessero, sarebbe forse interessante di avere il testo autentico della lettera di Bonnet piuttosto che attenersi soltanto alle informazioni date da Attolico in via u:fficiosa.

Data l'assoluta contraddizione esistente fra quanto Bonnet ha detto a me e quanto invece è stato riferito ad Attolico «in via ufficiosa~>, sarebbe utile sapere se Bonnet all'ultimo momento ha creduto di dover modificare, attenuandoli radicalmente, i termini della risposta che mi disse si proponeva dare a Ribbentrop, oppure se vi siano state delle reticenze da parte tedesca.

Se tu lo credessi opportuno, io potrei anche, in via del tutto personale, al mio primo incontro con Bonnet chiedergli per mia documentazione il testo della lettera di cui egli spontaneamente mi parlò il 25 luglio.

(l) -Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, D. 673. (2) -Non rintracciato.
114

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 4438/1589. Budapest, 19 agosto 1939.

Il 17 agosto è avvenuto alla frontiera romeno-ungherese un incidente sul quale i giornali hanno pubblicato il seguente comunicato della Agenzia Telegrafica Ungherese: «Sul tratto della frontiera ungaro-romena che si estende tra Nagyszalonta e Mezogyàn, giovedì 17 corrente, tra le 11 e le 12, è avvenuto un incidente. Cinque gendarmi romeni sono passati in territorio ungherese attaccando una pattuglia di guardia di frontiera ungherese. La pattuglia ungherese per difendersi ha fatto uso delle armi. Due componenti della pattuglia romena sono morti, uno è caduto in prigionia, due si sono salvati in territorio romeno. È stata iniziata un'inchiesta. Una commissione comune esaminerà probabilmente i particolari dell'incidente».

Il Presidente del Consiglio, cui ne ho domandato iersera, mi ha detto non aveva ancora maggiori dettagli.

Anche le informazioni assunte stamane dal R. Addetto Militare presso lo Stato Maggiore ungherese coincidono col comunicato: secondo la versione ufficiale tratterebbesi di uno sconfinamento, da parte di una pattuglia romena composta di 5 uomini, che sarebbe penetrata per 8 chilometri in territorio ungherese, nel tratto di fronte a Nagyszalonta e che portatasi fin presso il paese di Mezogyàn avrebbe incontrato una pattuglia ungherese di 3 uomini.

Questa avrebbe dapprima avvertito i romeni del loro sconfinamento invitandoli a ritornare oltre frontiera; ma essi anzichè aderire avrebbero subito imbracciato le armi; avendo gli ungheresi immediatamente reagito aprendo il fuoco, vi sarebbero stati da parte romena 2 morti, un ferito e un prigioniero. Nessuna perdita magiara.

Oggi si riunirà sul posto una commissione militare mista per la inchiesta sui fatti.

115

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. (1). Sofia, 19 agosto 1939.

Il Presidente del Consiglio ha ieri finalmente ricevuto il Presidente del Parlamento, Stoicio Moscianov, dopo oltre due settimane dal ritorno di questi a Sofia.

Al riguardo viene riferito che l'incontro avrebbe dato luogo ad una spiegazione assai franca e che in seguito a ciò le relazioni tra i due starebbero per normalizzarsi: senonchè viene anche osservato che tale possibile riconciliazione acquista un ben curioso sapore in questo momento in cui viene profilandosi un'evidente manovra di stampa che sembre~ebbe preludere se non proprio allo scioglimento della Camera per lo meno allo stabilimento di una netta preminenza dell'esecutivo sull'istituzione parlamentare.

Invero se il Moscianov può aver qualche gioco nella manipolazione della maggioranza parlamentare, in virtù della stessa costituzione il Governo del Re, come viene espressamente ricordato dalla stampa governativa, ha però il diritto e il potere di stipulare accordi internazionali con la sola approvazione del So~ vrano e facendo a meno dell'assenso della Camera, senza nemmeno essere tenuto a portarli poi a conoscenza della stessa; e questo equivale ad un vero e proprio regime di pieni pòteri in politica estera, che è precisamente il campo in cui il Moscianov ha dimostrato alcune velleità frondiste.

Sta di fatto peraltro che se pure l'incontro tra Kiosseivanov e il Moscianov sia stato effettivamente voluto dal Re, il Moscianov non è puranco stato ammesso all'udienza sovrana.

116

IL CONSOLE GENERALE A MONACO DI BAVIERA, PITTALIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATISSIMO 51. Monaco di Baviera, 20 agosto 1939, ore 0,19 (per. ore 6).

Il presente telegramma fa seguito a quello precedente (2).

7) Ribbentrop ha anzi fornito in proposito, sulla base di una conversazione avuta iersera con Goering, parecchi particolari in rapporto, così a Paesi come ad approvvigionamenti singoli (carbone, nafta, ecc.) incidentalmente aggiungendo anche che l'Italia sarebbe in caso di bisogno provvista di tutto materiale bellico (controaerei ecc.) che le occorrono.

Ha quindi -appoggiandosi alle note teorie di Jellicoe -accennato all'impossibilità per l'Inghilterra di far... (3) di serio sia contro la Germania che contro l'Italia anche nel .campo navale.

Ho per parte mia dichiarato a Ribbentrop che avrei riferito il tutto a V. E. ma che frattanto mentre nulla mi permettevo di eccepire per quanto egli aveva riferito nei riguardi della Germania, dall'altra nei limiti in cui aveva parlato anche dell'Italia, dovevo riservare che le vedute del mio Governo, come gli avevo confermato ieri, non collimavano in tutto con quelle tedesche.

Nulla in sostanza di nuovo in queste dichiarazioni a parte un progressivo e sempre più accentuato inquadramento della situazione e dei suoi sviluppi in una cornice sempre meno strettamente tedesca e sempre più « Asse ».

Ribbentrop ha ripetuto di voler tenersi a stretto contatto con me nei prossimi

giorni per tenermi al corrente della situazione sui cui sviluppi in termini di

tempo egli non potrebbe dare oggi precisioni maggiori di quelle già date a suo

tempo al Conte Ciano daLFtihrer.

Come preavvertito per telefono sarò a Roma domani mattina 20 ore 11,25. Attolico ».

(l) -L'originale del presente documento, ritrasmesso per conoscenza alle Ambasciate a Berlino, Parigi, Londra, Varsavia, Ankara, Mosca, e alle Legazioni a Belgrado, Budapest, Bucarest, Atene con Telespr. 229890/C in data 31 agosto, non è stato rintracciato. (2) -Vedi D. 108. (3) -Nota dell'Ufficio Cifra: «Manca». Probabilmente: «Nulla».
117

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

COMUNICAZIONE ORALE CONFIDENZIALE ED URGENTE Roma, 20 agosto 1939 (1).

Sir Percy Loraine has received from the Secretary of State for Foreign Affairs an expression of his entire approvai of the language which he held to His Excellency Count Ciano, when speaking unofficially and without instructions, on August 17th (2).

Lord Halifax has now requested Sir Percy Loraine to follow up that communication with a personal message from himself to Count Ciano, or his representative during His Excellency's temporary absence in Albania, and to express the earnest hope that it will be brought textually to the attention of Signor Mussolini as a matter of real urgency.

The message is to the following effect:

Lord Halifax, having regard to all the information which is reaching him, is impressed with the great gravity of the situation. Any attempt to impose on Poland a unilateral settlement, which she feels bound to resist in arms, will immediately bring the United Kingdom to her assistance with ali its forces. The French Government will be in the same position. An European war must then result with ali its appalling consequences. On what may be the eve of such a disaster it is of vita! importance that no room for doubt should exist anywhere that if this disaster does overtake Europe, and if Italy considers it to be her duty to range herself alongside her German ally, Great Britain and Italy, in spite of long traditions of friendship in the past, will find themselves opposed in war. If war once started in such circumstances it would be a dangerous illusion to believe that it would be brought to an early conclusion by the defeat of Poland.

In these grave circumstances it is the duty of ali men who will face the facts, who can foresee and visualize the consequences of generai war, to leave nothing undone which may stili prevent the outbreak of war.

The Italian Government may rest assured that His Majesty's Government would be glad, as always hitherto, to see an agreed solution reached through free negotiations on equa! terms between Germany and Poland, and they would at ali times lend their influence to create the conditions in which such a negotiation might be possible.

In the present state of tension it will clearly be most difficult to create those conditions. The first essential is that time should be given for the atmosphere to improve.

Suggestions have been made in certain quarters for a conference on some basis to be decided on. If such a proposal were authoritatively put forward, His Majesty's Government would hold the view that in any conference that would deal with Polish interests, Poland must participate on an equa! footing. In present circumstances His Majesty's Government would also have to propose Soviet participation. If such a proposal were considered at ali by the Italian and German Governments, they might wish to propose the inclusion of yet other States. His Majesty's Government therefore, although they certainly do not wish to exclude a proposal for a conference, necessarily have some doubt whether it would in fact lead to a good result. It has moreover been their understanding that Herr Hitler was averse from conferences.

In the view of His Majesty's Government, and they wish to put it quite frankly, the real difficulty in the way of a lasting solution is the doubt about its loyal and correct observance. A way of overcoming this difficulty might be that the eventual agreement should be guaranteed by other Powers. The agreement might also need to contain provisions for the reference of ali disputes about its execution to some impartial authority, which would be acceptable to both sides, and the execution of whose awards would need to be similarly guaranteed.

Lord Halifax has thought it right, at the yresent grave juncture, to send this message through Sir Percy Loraine, in order that Signor Mussolini, if his appreciation of the situation is at ali similar to that expressed above, and if at any moment he thinks that an useful purpo:se could be served by a frank exchange of views between the two Governments, may feel himself to be in full possession of the views of His Majesty's Government.

Lastly Sir Percy Loraine is to beg the Italian Government to take every precaution to guard the present communication from any kind of publicity.

TRADUZIONE

Sir Percy Loraine ha ricevuto dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri l'espressione della sua intera approvazione del linguaggio da lui tenuto a S. E. il Conte Ciano, parlando non ufficialmente e senza istruzioni, il 17 agosto.

Lord Halifax ha adesso invitato Sir Percy Loraine a far seguire questa comunicazione da un suo messaggio personale per il Conte Ciano o per il suo rappresentante durante l'assenza temporanea di S. E. in Albania, e ad esprimere la più seria speranza

che questo messaggio sarà sottoposto testualmente all'attenzione del Signor Mussolini,

come cosa di assoluta urgenza.

Il messaggio è del seguente tenore: Lord Halifax, sulla base del complesso delle

informazioni che gli pervengono, è conscio della grande gravità della situazione.

Qualsiasi tentativo di imporre alla Polonia una soluzione unilaterale, alla quale

essa si senta costretta a resistere con le armi, condurrebbe immediatamente il Regno

Unito ad assisterla con tutte le sue forze. Il Governo francese si troverà nella stessa

posizione. Ne risulterebbe inevitabilmente una guerra europea, con tutte le sue

spaventevoli conseguenze. In questa che potrebbe essere la vigilia di tale disastro, è

di vitale importanza che non vi sia in alcun luogo nessun dubbio che se questo

disastro si abbatterà veramente sull'Europa, e se l'Italia considera suo dovere schie

rarsi accanto al suo alleato tedesco, la Gran Bretagna e l'Italia, malgrado le lunghe

tradizioni di amicizia formatesi nel passato, si troveranno opposte l'una all'altra in

una guerra. Una volta scoppiata la guerra in queste condizioni, sarebbe una peri

colosa illusione credere che si addiverrebbe ad una rapida conclusione mediante la

disfatta della Polonia.

In queste gravi circostanze è un dovere per tutti gli uomini che vogliono fron

teggiare gli eventi, che possono prevedere e rendersi ben conto delle conseguenze

di una guerra generale, di non lasciare nulla di intentato che possa ancora evitare

lo scoppio della guerra.

Il Governo Italiano può essere sicuro che il Governo di Sua Maestà sarebbe lieto, come sempre del resto, di vedere una soluzione concordata raggiunta per mezzo di libere trattative su base di parità fra la Germania e la Polonia; il Governo Britannico presterebbe in qualunque momento la sua influenza, onde creare le condizioni atte a rendere possibili tali negoziati.

Nel presente stato di tensione sarebbe evidentemente difficili~simo creare tali condizioni. La prima cosa essenziale è guadagnare tempo per permettere alla situazione di migliorare.

Sono stati dati da taluni ambienti dei suggerimenti per una conferenza su basi da decidere. Se una proposta simile fosse avanzata da fonte autorevole, il Governo di Sua Maestà è d'opinione che in qualsiasi conferenza che potesse essere convocata per trattare gli interessi polacchi, la Polonia debba partecipare su piede di parità. Nelle presenti circostanze il Governo di Sua Maestà dovrebbe anche proporre la partecipazione sovietica. Se una tale proposta fosse comunque presa in considerazione dai Governi italiano e tedesco, questi potrebbero desiderare di proporre l'inclusione anche di altri Stati. Per conseguenza, il Governo di Sua Maestà, quantunque non desideri certamente escludere una proposta per una conferenza, ha tuttavia necessariamente qualche dubbio sulla possibilità che essa abbia esito favorevole. Esso, inoltre, ha inteso che il Signor Hitler è contrario ad eventuali conferenze.

Il Governo di Sua Maestà è di opinione, e desidera dichiararlo molto francamente, che la reale difficoltà sulla via della ricerca di una durevole soluzione è costituita dal dubbio sulla leale e corretta osservanza di essa. Un mezzo per sormontare questa difficoltà potrebbe essere che l'eventuale accordo fosse garantito da altre Potenze. L'accordo potrebbe anche dover contenere clausole per il rinvio di qualsiasi controversia sulla sua esecuzione ad una autorità imparziale che fosse accettabile da ambo le parti e tale che l'esecuzione delle determinazioni di essa fosse similmente garantita.

Lord Halifax ha ritenuto opportuno, nella presente grave congiuntura, di trasmettere questo messaggio a mezzo di Sir Percy Loraine, affinchè il Signor Mussolini, se il suo apprezzamento della situazione è comunque analogo a quello sopraesposto e se in qualunque momento egli pensi che un utile scopo possa essere raggiunto mediante un franco scambio di vedute fra i due Governi, abbia la sensazione di essere a completa conoscenza del punto di vista del Governo di Sua Maestà.

Sir Percy Loraine infine è stato incaricato di pregare il Governo italiano di adottare ogni possibile precauzione per salvaguardare la presente comunicazione da qualunque genere di pubblicità.

6 -Documenti diplomatici -Serie VIII . Vol. XIII

(l) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 398, questa comunicazione sarebbe stata consegnata a Bastianini alle ore 13. (2) -Ciano non stese il verbale di questo colloquio, ma lo riassume nel suo Diario (I, p. 144).
118

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO (l)

T. URGENTISSIMO 17845/391 P. R. Roma, 20 agosto 1939, ore 13,45.

Sarebbe estremamente opportuno che V. E. fosse stasera Roma.

119

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO (l)

T. s. n. (2). Roma, 20 agosto 1939.

Attolico che è giunto stamane e che ha visto lungamente il Duce insieme a Bastianini ha riferito che occorre precisare in maniera definitiva il nostro atteggiamento di fronte ai tedeschi. Il Duce ha fissato stasera una riunione alle ore 19 nella quale intende precisare i punti della comunicazione che Attolico dovrà nel più breve tempo rimettere ai tedeschi. Mi sembra indispensabile che tu sia presente a tale riunione e sottopongo l'avviso che tu riparta per Roma.

120

IL LUOGOTENENTE GENERALE A TIRANA, JACOMONI, AL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO

T. 109. Mosca, 20 agosto 1939, ore 16,50 (per. ore 18,35).

S. E. Ministro Ciano sarà aeroporto Roma ore 17,30.

121

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 109. Mosca, 20 agosto 1939, ore 16,50, per. ore 18,35.

Sembra che negoziati militari siano stati sospesi per tre giorni, avendo delegazione inglese e francese sentito il bisogno di chiedere fresche istruzioni ai loro Governi.

(l) -In viaggio in Albania. (2) -Dal documento non risulta se sia lettera o telegramma, probabilmente è un telegramma inviato per corriere aereo.
122

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATISSIMO 110. Mosca, 20 agosto 1939, ore 16,50 (per. ore 18,35).

Mio telegramma n. 107 in data del 16 corr. (1).

Ambasciatore di Germania ha visto Molotov altre due volte. Mio collega si mostra compiaciuto di queste conversazioni che avrebbero marcato progresso lento, ma soddisfacente. Si è riservato darmi maggiori ragguagli in proposito.

123

PROGETTO DI NOTA PER IL GOVERNO TEDESCO (2)

20 agosto 1939, ore 19.

Per quanto riguarda il colloquio Attolico-Ribbentrop di Salisburgo del giorno 19, il Governo fascista fa sapere quanto segue:

l) l'Italia riconferma che il conflitto non sarà localizzato e in maniera definitiva che le sue condizioni non sono le più favorevoli per fare la guerra in questo momento data soprattutto la situazione in Africa e specialmente in Libia;

2) che la guerra non sarà localizzata è dimostrato anche da questa comunicazione (3) fatta in data 20 agosto dal Governo inglese al Governo italiano, nella quale è specificato tra l'altro che i franco-inglesi entreranno in guerra e la continueranno anche nel caso di una disfatta della Polonia. Il Governo italiano ritiene che il suggerimento inglese di cui alla nota, non sia da scartare a prior·i e crede che una condizione soddisfacente per la Germania che le permetterebbe di entrare in quest'ordine di idee, potrebbe essere il ritorno di Danzica al Reich prima di intraprendere qualsiasi negoziato;

3) la Conferenza di Monaco è un precedente che dimostra che la Germania non ha nulla da temere dalle conferenze;

4) il Governo italiano è convinto che senza la condizione della retrocessione preliminare di Danzica al Reich la Conferenza non avrebbe senso e non si dovrebbe tenere.

Secondo il Governo fascista, una volta accettata l'idea della Conferenza, essa potrebbe avere questa agenda:

a) definizione ulteriore dei rapporti tra la Germania e la Polonia;

b) problemi franco-italiani;

c) questione coloniale tedesca;

d) problemi economici e ridistribuzione delle materie prime;

e) limitazione degli armamenti.

p. -145), questo documento venne redatto da Mussolini, Ciano e Attolico.
(l) -Vedi D. 69, che è in data 17 agosto. (2) -Come risulta dalla Cronologia, vedi Appendice, I, p. 398, e dal Diario di Ciano (I, (3) -Vedi D. 117.
124

L'AMBASCIATORE A BRUSSELLE, LOJACONO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 54. BrusseHe, 20 agosto 1939, ore 19,10 (per. ore 22).

Iniziativa di convocare a Brusselle gli Stati neutri detti di Oslo annunziata con comunicato ufficiale dopo Consiglio dei Ministri di oggi risale come le altre del genere alla persona del Re secondo nota idea relativa formazione blocco di neutri, e comprenderebbe qualche altro Paese come Portogallo oltre quelli che formano vero e proprio gruppo di Oslo.

Il Sovrano si sarebbe deciso convocazione in seguito numerose lettere dal Belgio e dall'estero che invocano una azione qualsiasi per allontanare dai piccoli Stati minacce della pres·ente situazione. Si dice che prima riunione avrebbe luogo Brusselle mercoledì ma non si conosce preciso ordine del giorno. Riservomi ulteriori notizie.

125

L'AMBASCIATORE A SHANGHAI, TALIANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 203. Shanghai, 20 agosto 1939, ore 20,08 (per. giorno 21, ore 5).

Ministro di Germania in Manchukuo qui di passaaggio mi ha detto: l) Che a suo avviso incidente giapponese-mongolo-russo non ha speciali scopi politici ma per ora soltanto quello del controllo del fiume Khalka di importanza vitale per il confine e anche per l'agricoltura locale. 2) Essere convinto che incidente rimarrà limitato alle attuali operazioni militari e circoscritto, non solo perchè giapponesi sono costretti a partire da posizioni strategicamente inferiori, ma soprattutto perchè Governo giapponese è nettamente contrario a che esso abbia più ampi e pericolosi sviluppi. A calmare bollori dell'armata del Kuangtung sono stati fatti intervenire Principe Chichibu prima e poi lo stesso Imperatore. Comando giapponese considerando sospese le operazioni guarda già posizioni invernali. 3) Mentre nella prima settimana superiorità aviazione giapponese è stata schiacciante perchè si è trovata di fronte apparecchi antiquati e insufficienti, nella seconda parte del conflitto aviazione russa ha spesso reagito efficacemente con apparecchi moderni affluiti nella regione. Artiglieria russa si è mostrata sempre eccellente.

126

IL CONSOLE A KATOWICE, BUSI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 25. Katowice, 20 agosto 1939, ore 20,40 (per. giorno 21, o1·e 2,10).

È a mia personale conoscenza che: «Risposta al telegramma n. 4633 (l). Confermo arrivato qui 13 corrente; inviato stesso giorno telegramma n. 24 (2).

Militarmente nessuna novità importante, salvo richiami isolati pochi riservisti notati ultimi giorni. Situazione politica molto tesa; piccolo traffico locale frontiera fermo dal 15 corrente. Polonia appare fermamente decisa ricorrere armi in caso mutamento statu quo. Notizie divulgate giornali e ... (manca) germanica circa persecuzione tedeschi sono molto esagerate».

(l) -Non rintracciato. (2) -Non pubblicato. Esso però è in data 11 e non 13 agosto.
127

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO. Roma, 20 agosto 1939 (1).

S. E. Alfieri ha telefonato pregando di informare V. E. che il Duce gli ha ordinato di mettersi in rapporto col Ministro Goebbels per smentire le voci riportate dalla stampa inglese, secondo cui l'Ambasciatore Attolico si sarebbe recato dal Fiihrer per comunicargli una risposta negativa del Duce.

128

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. IN SPAGNA, RONCALLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. UU. P. PER IL MINISTRO 266. San Sebastiano, 21 aaosto 1939,

ore 0,50 (per. ore 3,15).

Mio telegramma n. 225 (2).

Questo Sottosegretario di Stato mi ha incaricato oggi di trasmettere a V. E. la seguente comunicazione che il Generalissimo invia al Duce: « Se in un determinato momento di estrema gravità nella situazione politica europea, e di fronte all'imminenza della guerra, potesse convenire una mia iniziativa che richiamasse l'attenzione dell'Europa sull'assurdità di un conflitto terribile, le conseguenze del quale sarebbero sproporzionate alle cause che gli darebbero origine, sono disposto a prestare questo servizio al momento opportuno».

129

APPUNTO PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO (3).

Roma, 21 agosto 1939.

La conclusione del Trattato di Alleanza tra l'Italia e la Germania fu preceduta da un approfondito esame della situazione politica e militare dei due Paesi in relazione alla situazione internazionale. Da tale esame risultò in maniera precisa che i due Paesi non ritenevano di potersi esporre a una guerra senza un adeguato periodo di preparazione. Tale punto fu sostenuto precisamente dal Governo germanico. Fin dal marzo del 1939, il Fiihrer fece conoscere al Duce che la Germania non riteneva conveniente agli interessi dell'Asse una guerra per la

quale la Germania avrebbe avuto bisogno di due o tre anni di preparazione. Tale punto di vista fu comunicato dal Fiihrer il 17 marzo per mezzo del Principe d'Assia e il 21 marzo per mezzo dell'Ambasciatore Attolico. In maniera identica si espresse il Generale Keitel con il Generale Pariani nel loro incontro del 5 aprile 1939.

L'Italia si dichiarò d'accordo con la Germania sulla necessità di un periodo di pace, e a tale concetto furono ispirate le conversazioni che precedettero la conclusione dell'Alleanza.

Nell'incontro di Milano, allorquando fu decisa l'alleanza fra i due Paesi, il Conte Ciano diede conoscenza al Ministro Ribbentrop del memorandum di istruzioni datogli dal Duce.

Tale memorandum esponeva le ragioni per le quali l'Italia e la Germania avevano bisogno di un periodo di pace di durata non inferiore ai tre anni. Le principali di queste ragioni erano: l) necessità di completare la preparazione militare e navale, e soprattutto l'armamento delle artiglierie e il potenziamento della flotta;

2) lo sviluppo e la realizzazione dei piani autarchici;

3) la sistemazione militare della Libia, dell'Albania e dell'Etiopia;

4) la necessità di approfondire i rapporti tra i due Popoli.

Nel colloquio di Milano queste idee furono discusse tra il Conte Ciano ed il Ministro von Ribbentrop che si dichiarò pienamente d'accordo nella necessità di un periodo di pace non inferiore ai 4 o 5 anni. Egli aggiunse che questo periodo era necessario alla Germania per completare i suoi armamenti e i suoi quadri, e per mettere la Marina in stato di efficienza bellica.

La Germania -disse allora Ribbentrop -è pronta a fare la guerra anche prima se forzata.

Ribbentrop dichiarò a Milano che il Fiihrer era deciso a marciare su una strada di conciliazi_one; che il programma tedesco era di non prendere iniziative; che la Germania non considerava la porta chiusa ai negoziati e intendeva lasciar stagionare la questione di Danzica, pronta a reagire ove la Polonia passasse a una politica di offensiva.

Su queste basi l'alleanza fu concordata.

Fu cioè chiaramente inteso che per un periodo non inferiore ai tre anni (e anzi Ribbentrop disse non inferiore ai 4 o 5 anni) non si sarebbero prese iniziative che potessero condurre ad una guerra e si sarebbe compiuto ogni sforzo per mantenere la pace. Questa non era solo una necessità prospettata dall'Italia, ma anche dalla Germania. Era la base stessa dell'accordo sul quale vi era tra i due Governi piena intesa.

Firmato il Trattato di Alleanza, il Generale Cavallero consegnò a Ribbentrop per il Fiihrer (30 maggio) un memorandum del Duce nel quale venivano fissati i punti di intesa con la Germania e in primo luogo la necessità di un periodo di pace non inferiore ai tre anni, quale era stato riconosciuto a Milano da ambo le parti, e la necessità di prevedere una lunga guerra di usura, per la quale era indispensabile prepararsi.

Il 6 giugno Ribbentrop comunicava ad Attolico che il Fiihrer aveva preso conoscenza del documento rimessogli ed era «pienamente d'accordo con le considerazioni in esso esposte ».

Era dunque inteso in maniera inequivocabile che i due Paesi avrebbero, aLmeno per un periodo chiaramente precisato, seguito una politica di pace e di preparazione.

Questa era stata non solo l'intesa che aveva preceduto il trattato, ma rappresentava anche la sua applicazione. Il trattato difatti fissa all'articolo l o l'obbligo della consultazione e dell'intesa, come premessa necessaria dell'aiuto reciproco che le due Potenze si devono, e questa intesa era piena ed assoluta nella intenzione comune delle due Potenze di evitare la guerra.

Nella stessa comunicazione Ribbentrop informò Attolico che il Fiihrer avrebbe desiderato un incontro con il Duce per uno scambio di idee su alcuni dei punti del Memorandum consegnato da Cavallero (1). Tale incontro veniva progettato per il 4 agosto.

In attesa dell'incontro, il Duce -che era rimasto sul piano delle intese di Milano e successive -avanzava a mezzo dell'Ambasciatore Attolico la formale proposta di una Conferenza internazionale delle quattro Potenze più la Spagna, la Polonia ed eventualmente la Svizzera, cui fosse demandata sia la questione di Danzica, sia quella italo-francese, sia infine quelle più generali delle colonie tedesche, materie prime, disarmo ecc. Nell'occasione -25 luglio -era confermato ancora una volta alla Germania che l'Italia non si trovava in condizioni di affrontare ora una guerra generale.

Il 28 luglio Ribbentrop, confermando l'assoluto obbLigo della consultazione e dell'intesa, dichiarava che il Fiihrer non gradiva di fare, di sua iniziativa, nulla che potesse compromettere l'Italia, e che nel loro incontro i due Capi dovevano intendersi sul piano da seguire in ogni settore e -in caso di provocazione polacca -decidere se fosse o meno il caso di reagire, come il Fiihrer pensava. E qualora i « due Capi avessero concluso che sarebbe meglio non raccogliere una eventuale provocazione polacca, discutere e concordare le linee di una politica di temporeggiamento e di attesa ».

«Questa -aggiunse Ribbentrop -era L'opinione del Fiihrer e sua».

L'Ambasciatore Attolico mise allora il problema in questi termini: se vi sono probabilità di guerra, un incontro immediato tra i due Capi è necessario, se no esso può essere differito.

Ribbentrop si dichiarò d'accordo e si riservò una risposta.

Tardando questa risposta a giungere, il Conte Ciano fece conoscere a Ribbentrop che, considerata la situazione internazionale, si imponeva, per lo meno, un incontro tra i due Ministri degli Esteri. Tale incontro fu fissato per 1'11 agosto a Salisburgo. Fu l'Italia che prese l'iniziativa di una consultazione, che la Germania, dopo aver ripetutamente riconosciuto come imperativa ai sensi del trattato di alleanza, in pratica evitava.

Nessuna consultazione fra la Germania e l'Italia vi è stata fino all'incontro di Salisburgo. Una sola intesa esisteva fino a quel momento tra i due Paesi: l'intesa di non fare la guerra per un periodo di almeno tre anni. Tale intesa non avrebbe potuto essere modificata che di comune accordo.

(l} Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, D. 59.

A Salisburgo l'Italia non si trovò di fronte ad una proposta tedesca di prendere in esame la situazione per intendersi sopra una linea di condotta comune, ma di fronte ad una decisione già unilateralmente presa dal Governo tedesco.

Questa decisione fu comunicata da Ribbentrop come definitiva ed irrevocabile. Ribbentrop espose al Conte Ciano le ragioni della decisione tedesca, ma non credette di entrare in una discussione sulla situazione dei due Paesi in caso di guerra, e quindi sulle premesse stesse di un'azione comune, quali erano state fissate nel Trattato di Alleanza.

All'esposizione del punto di vista italiano e alla proposta di compiere, prima di ricorrere alle armi, un tentativo di soluzione pacifica da essere annunciato in un comunicato conclusivo, fu opposta dal Ftihrer e da Ribbentrop la determinazione categorica della guerra. Partito dall'ipotesi di un conflitto localizzato, Ribbentrop non ammise l'eventualità di una guerra generale.

Il Conte Ciano dovette portare la discussione su questo terreno per venire ad un chiarimento. La posizione dell'Italia fu fissata dal Conte Ciano in termini aperti ed inequivocabili:

l) l'Italia non crede nella localizzazione del conflitto e ritiene certo l'intervento francese ed inglese; 2) in tale caso l'Italia ·con il suo Impero sarebbe il Paese più esposto agli attacchi nemici;

3) le condizioni che consigliavano nel maggio scorso di evitare un conflitto -e nelle quali i due Governi erano pienamente d'accordo -non sono mutate;

4) l'Italia giudica che in tali condizioni si affronterebbe una guerra europea nelle circostanze meno favorevoli;

5) l'Italia ritiene che la controversia tedesco-polacca può essere suscettibile di una soluzione quale la Germania ha il diritto di attendere senza ricorrere alla forza.

Ribbentrop di fronte a questi argomenti, si mantenne fermo nelle sue posizioni: che il conflitto sarebbe rimasto certamente localizzato e che la Germania avrebbe regolato la questione polacca da sè.

Da Salisburgo risultò dunque un disaccordo essenziale tra l'Italia e la Germania nella valutazione della situazione. Da parte germanica fu respinta senz'altro la proposta italiana di tentare un negoziato pacifico, prima di ricorrere alle armi, e questo rese impossibile la formulazione di un comunicato conclusivo dei colloqui, quale era stato proposto dall'Italia.

Invece da parte tedesca fu diramato un comunicato unilaterale nel quale si dichiarava che tra l'Italia e la Germania vi era un accordo al cento per cento, accordo che veniva messo in dipendenza del trattato di alleanza.

In seguito a tale comunicato l'Ambasciatore Attolico, su istruzione del Duce e a suo nome, riconfermava al Governo tedesco il punto di vista dell'Italia quale era stato esposto dal Conte Ciano.

A tale comunicazione Ribbentrop rispose il giorno 19 ad Attolico confermando la decisione tedesca ad agire. Invece tuttavia di marcare, come aveva fatto a Salisburgo, il proposito tedesco di considerare il conflitto come una questione di azione diretta della sola Germania, tenne a marcare che si sarebbe trattato di un'azione comune delle Potenze dell'Asse. Con questo la Germania -trascurando il disaccordo essenziale che esisteva con l'Italia -si eresse giudice esclusivo degli interessi e dell'azione dei due Paesi, assumendo che l'Italia era obbligata a seguire la Germania, in quella qualunque azione da essa unilateralmente decisa.

(l) -Il presente documento porta la seguente annotazione autografa: "Inviato a S. E. il 20 agosto alle 22. Anfuso ». (2) -Vedi D. 109. (3) -Questo documento, la cui redazione fu decisa a Palazzo Venezia alle ore 10 (vediAppendice I, p. 398) e che deve essere stato steso dal Direttore generale degli Affari generali,Vitetti, viene ricordato nella Cronologia col nome di « Cronologia».
130

APPUNTO PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO (l)

Roma, 21 agosto 1939.

Arrivate le cose a questo punto è dovere e diritto dell'Italia di far presente: l) l'alleanza italo-tedesca è poggiata sulla esplicita premessa che non sarebbe stata fatta una guerra prima di tre anni; 2) la Germania nel marzo di quest'anno si è essa stessa dichiarata contraria ad una guerra generale;

3) nel corso dei negoziati per la conclusione dell'alleanza, l'Italia ha esplicitamente dichiarato, verbalmente e per iscritto, che una guerra generale era contraria agli interessi comuni. La Germania ha confermato ed approvato questo punto di vista anche successivamente alla conclusione del Trattato;

4) la Germania ha lasciato sempre l'Italia nella ignoranza, sia sul piano politico che su quello militare, di ciò che essa preparava per Danzica;

5) soltanto a Salisburgo è stato detto a S. E. Ciano che il Fiihrer era deciso ad agire. S. E. Ciano ha immediatamente marcato il completo disaccordo dell'Italia;

6) prodottosi in seguito al noto comunicato tedesco l'equivoco sulla portata e le conclusioni dell'incontro, il Governo fascista ha mandato l'Ambasciatore Attolico a confermare, in termini inequivoci, il punto di vista italiano ed a marcare quindi il completo disaccordo sulla valutazione della situazione cioè a dire sulle premesse di ogni decisione comune;

7) dalle comunicazioni fatte dall'Ambasciatore Attolico e riferite nel suo telegramma del 19 corrente risulta che la Germania ha praticamente avocato a sè il diritto di decidere sugli interessi e sull'azione comune dell'Asse;

8) l'Italia non può accettare in fatto e in diritto una siffatta situazione che costituirebbe una flagrante violazione del Trattato; 9) l'Italia ha un uguale diritto della Germania a decidere se la guerra si possa o si debba fare.

Nel caso che iniziative militari partano dalla Polonia o dai suoi alleati, l'Italia interverrà a fianco della Germania, qualunque cosa accada. Ma noi abbiamo il dovere di dirvi che non siamo in grado di sostenere una guerra europea. L'Italia, nelle condizioni attuali di armamento, ben note alla Germania, rappresenta il punto più debole contro il quale ha maggiori probabilità di successo lo sforzo militare franco-inglese. Ciò indebolirebbe fortemente anche la situazione germanica. Pertanto mentre l'Italia è pronta a respingere con la forza ogni azione di forza contro lei diretta, non è in grado di assumere iniziative belliche contro

la Francia e la Gran Bretagna. È chiaro che la nostra eventuale sconfitta sarebbe anche la sconfitta della Germania con conseguenze ancora più disastrose.

Ciò premesso, l'Italia ritiene suo diritto di far presente che non si può ancora considerare esaurita la fase dei negoziati, tanto più in vista del «fatto nuovo» prodottosi il 20 agosto, cioè della presentazione da parte dell'Ambasciatore britannico a Roma della Nota allegata (1), Nota che mentre non lascia dubbi circa l'intenzione britannica di intervenire nell'eventuale conflitto impegnandovi appieno ogni sua forza, fa anche apertamente conoscere il buon volere britannico di addivenire ad una pacifica soluzione della vertenza.

Noi proponiamo quindi di non respingere dei negoziati sopra un piano limitato e sopra un piano più vasto, partendo dalla pregiudiziale « retrocessione di Danzica alla Germania >.

Nel caso che questi negoziati falliscano per intransigenza altrui, l'alleanza funzionerà in pieno. Conclusione: accettare di intervenire alla conferenza, previa Danzica.

(l) Questo documento, la cui redazione fu decisa a Palazzo Venezia alle ore 10 (vediAppendice l, p. 398) e che deve essere stato steso dal Direttore generale degli Affari generali, Vitetti, viene ricordato nella Cronologia col nome di .conclusioni».

131

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 111. Mosca, 21 agosto 1939, ore 13,42 (per. ore 15,10).

Negli editoriali che commentano conclusione accordo commerciale tedescosovietico (odierno telegramma stampa 54) (2) è significativo frase Pravda dove è detto che tale accordo potrà facilitare migliori relazioni politiche.

132

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BANGKOK, PEREGO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 40. Bangkok, 21 agosto 1939, ore 13,45 (per. ore 15,10).

Questo Addetto Navale giapponese ritiene che in caso di guerra in Europa Singapore verrebbe conquistata in una settimana non ostante rinforzi truppe e aeroplani ricevuti. Flotta giapponese scortante trasporti truppe punterebbe decisamente coste orientali penisola Malacca ove sbarco verrebbe effettuato con speciali imbarcazioni. Esclude necessità sbarco preventivo nord Borneo e ciò allo scopo di rendere fulmineo attacco Singapore.

Popolazione Birmania già in latente rivolta creerebbe gravi imbarazzi invio rinforzi dalle Indie.

Siam si opporrebbe ogni tentativo passaggio truppe dall'Indocina o Birmania.

Ufficiali giapponesi prenderebbero comando sottomarini siamesi essendo marina siamese decisamente pro nipponica.

(l) -Vedi D. 117. (2) -Non pubblicato.
133

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BANGKOK, PEREGO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 41. Bangkok, 21 agosto 1939, ore 13,45 (per. ore 16,45). Ministro di Germania ritiene che ultima settimana siasi accentuata tendenza filo-giapponese questo Governo. Ministro Inghilterra è piuttosto pessimista circa situazione riponendo speranze in atteggiamento America e U.R.S.S. Personalmente ritengo eventuale guerra significherebbe sicura e irreparabile sconfitta per anglo-francesi in questo settore. Siam non esiterebbe più per entrare decisa collaborazione con Giappone; neutralità Indie Olandesi risulterebbe favorevole Giappone; contributo australiano difesa sarebbe praticamente nullo. Ogni intervento navale americano riuscirebbe sempre tardivo e pertanto inattuabile. Esponenti britannici ritengono impossibile Londra possa impegnarsi in

Europa, scoprendosi per ricevere colpo gravissimo nel fondamentale centro strategico dell'Impero, da cui dipendono Australia e India.

134

L'AMBASCIATORE A VARSAVIA, ARONE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 183. Varsavia, 21 agosto 1939, ore 14,35 (per. ore 18,55). La situazione locale a Danzica può da qualche giorno considerarsi meno aspra. Ciò è in parte dovuto alle conversazioni tra il Commissario polacco ed il Presidente del Senato condotte nell'intento di appianare gli ultimi incidenti ed eventualmente arrivare ad un'intesa che permettesse per l'avvenire risolvere eventuali nuovi incidenti a mezzo trattative dirette. D'altra parte attenzione si sposta verso frontiera Alta Slesia dove si susseguono incidenti nei rigua:r;di minoranze tedesche, i quali pur essendo gravi, non hanno quella portata che si vorrebbe fare apparire in Germania dove, qui si afferma, vengono sfruttati sia per un'azione di rappresaglia sulle minoranze polacche, sia per fini tattici in relazione al momento internazionale. In tale condizione la situazione si mantiene peri~olosamente tesa. Da ·parte sua Governo polacco, sorretto dalle rinnovate assicurazioni inglesi, rimane fer

mamente deciso affrontare ogni eventualità e rafforzare i propri apprestamenti militari dif~nsivi.

135

IL CONSOLE GENERALE A VIENNA, ROCHIRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 47. Vienna, 21 agosto 1939, ore 16,40 (per. ore 22). Nelle ultime 24 ore notasi intensificato movimento truppe. Formazioni mo

torizzate sfilano attraverso Vienna dirigendosi verso frontiera Protettorato. Ho comunicato quanto precede Roma Berlino.

136

IL CAPO DEL GOVERNO. MUSSOLINI, AL CANCELLIERE DEL REICH, HITLER (l)

Roma, 21 agosto 1939 (2).

Il Conte Ciano conferisce con von Ribbentrop sulla situazione e sulle quattro eventualità probabili circa il corso degli eventi. Desidero sottoporvi queste eventualità e desidero conoscere se siete d'accordo sulle conclusioni alle quali arrivo. Vi prego di credere alla mia solidale amicizia e accogliete i miei più cordiali saluti e auguri. l) Se la Germania attacca la Polonia ed il conflitto rimane localizzato, noi daremo alla Germania l'appoggio che ci sarà chiesto. 2) Se la Polonia e Alleati attaccano la Germania noi interveniamo a favore della Germania. 3) Se la Germania attacca la Polonia e Francia ed Inghilterra contrattaccano la Germania, noi non prendiamo iniziative di operazioni belliche, date le attuali condizioni della nostra preparazione militare, tempestivamente comunicate al FUhrer e a von Ribbentrop. 4) Se eventuali negoziati falliscono per intransigenza altrui e la Germania intende risolvere con le armi la vertenza, interveniamo a fianco della Germania.

137

IL MINISTRO AD ATENE, GRAZZI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 94. Atene, 21 agosto 1939, ore 21,40 (per. ore 23,15).

Mio telegramma n. 93 (3).

Tanto Metaxas col quale ho avuto oggi un lungo colloquio, sul quale riferisco a parte, quanto Mavrudis, mi hanno categoricamente escluso che viaggio di quest'ultimo in Turchia abbia avuto finalità politiche ed ancora più che esso abbia portato a nuove intese fra i due Paesi o ad impegni diversi o più estesi di quelli già esistenti.

138

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A. I. IN SPAGNA, RONCALLI

T. 503/370 R. Roma, 21 agosto 1939, ore 23.

Vostro 266 (4).

Comunicate a Franco che il Duce lo ringrazia di quanto ha voluto fargli sapere. Desidera assicurarlo che, qualora si addivenisse alla convocazione di una conferenza, l'Italia metterebbe come condizione sine qua non della sua partecipazione la partecipazione della Spagna.

(l) -Progetto di lettera non inviata. (2) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 399, questo documento sarebbe stato redatto dopo le ore 18. (3) -Vedi D. 10€. (4) -Vedi D. 128.
139

IL CONSOLE A BRATISLAVA, LO FARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 23. Bratislava, 21 agosto 1939 (per. giorno 24).

Mio telegramma per corriere n. 22 del 13 c. m. (1).

La visita del Conte Csaky a Roma ha provocato negli ambienti dirigenti slovacchi altra ondata di pessimismo nel senso di cui alle mie ultime segnalazioni. Da ieri le smentite germaniche alle varie informazioni di stampa francoinglesi hanno· risollevato gli umori, ma non disperso le preoccupazioni stante il riserbo italiano nella questione slovacca.

Sta il fatto che le resistenze qui incontrate dal Reich nell'azione inaugurata subito dopo l'incontro di Salisburgo per indurre il Governo e l'opinione pubblica slovacca a prendere posizione contro la Polonia e mettere a tacere i contrasti con l'Ungheria (miei telespressi nn. 352 (2) e 356 del 15 e 19 c. m. (3)) hanno aperto un'altra fase delicata nei rapporti di «protettore» e «protetto» esistenti tra Reich e Slovacchia. A queste difficoltà vanno ricondotte le notizie di minacciata pressione militare germanica sul Governo slovacco, notizie smentite avant'ieri da Berlino con un comunicato D.N.B. che fra l'altro precisa: «Le conversazioni fra Germania e Slovacchia, che erano necessarie in applicazione dell'art. 2 del trattato del 23 marzo, sono state in questi giorni portate con successo a compimento. Si tratta dunque non di un'estensione dei diritti spettanti alla Germania in base al trattato del 23 marzo, ma soltanto di disposizioni esecutive nel quadro dei diritti allora riconosciuti».

Secondo informazioni qui raccolte, pare che tali conversazioni -più che la delimitazione della nota zona di occupazione germanica -concernano i poteri e le attribuzioni della Reichswehr in Slovacchia, i rapporti con l'amministrazione militare e civile locale, nonchè l'eventuale utilizzazione ed impiego di installazioni e mezzi dell'esercito slovacco: il che poco o nulla aggiungerebbe all'esistente situazione di fatto che --come a suo tempo da me segnalato pone la Reichswehr in grado di sviluppare a suo beneplacito apprestamenti ed operazioni verso la Polonia, oltre che di dominare, ad ogni emergenza, la situazione interna slovacca.

140

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. p. URGENTISSIMA S. n. Berlino, 21 agosto 1939 (4).

Permetterai che, a seguito delle conversazioni Attolico-Ribbentrop alle quali ho assistito a Salisburgo e di una mia lunga conversazione con von Weizsacker, ieri avvenuta a Berlino, Ti esponga qualche idea sulla situazione che si è venuta creando e qualche precisazione sui precedenti di essa.

È evidente, innanzi tutto, che la Germania, una volta firmato il Trattato di alleanza del 22 maggio, ha sempre concepito la possibilità di servirsene, e probabilmente al più presto possibile, negli sviluppi della situazione da essa già impostata nei riguardi di Danzica e della Polonia alcuni mesi prima della firma stessa.

Da parte nostra, come conosci, con una lealtà e una dirittùra senza pari, che forse potrebbero essere persino definite esagerate, si è sempre data l'impressione, nella stampa e nelle dichiarazioni di qualsiasi momento e di qualsiasi natura, che anche l'Italia considerava il Trattato come la pietra miliare della sua attività internazionale, persino nei riguardi della questione cosidetta di Danzica che andava maturandosi.

La comunicazione fatta pervenire dal Duce al Fiihrer a mezzo del Generale Cavallero (1), pur prospettando e delineando un programma di attività militari comuni in un periodo di tempo non imminente, era pur sempre tale da non toccare neanche menomamente le basi ed il contenuto del Trattato.

E quando, nell'aggravamento della situazione, il Duce nell'ultima decade di luglio, ebbe a presentare il noto progetto per una conferenza capace di risolvere pacificamente la controversia, l'offerta venne fatta, secondo le istruzioni avute a Roma, in una forma che vorrei definire « tattica » ossia sempre nell'ambito del Trattato.

Quando Attolico ed io presentammo a Salisburgo quel progetto di conferenza lo facemmo naturalmente precedere, secondo le precise istruzioni del Duce e Tue, dalla premessa necessaria che tale progetto non voleva dire una frattura o neanche un'appannatura del Trattato di alleanza. Dicemmo anzi come premessa necessaria, e secondo le frasi del Duce, che qualora viceversa il Fiihrer (l'incontro del Brennero era allora imminente ed era stato fissato per il 4 agosto) avesse fatto presente la necessità della guerra, l'Italia avrebbe tenuto fede ai suoi impegni. Aggiungemmo anche, sempre secondo le istruzioni romane, che se la Germania fosse stata obbligata a mobilitare noi avremmo fatto altrettanto.

Ma al tempo stesso fin da allora, con assoluta chiarezza e portando numerosi e forti argomenti, facemmo presente che la ragione « tattica » della proposta di conferenza eta proprio costituita dalla circostanza che l'Italia non riteneva assolutamente opportuno e ben scelto il momento per una conflagrazione generale. In altre parole già fin da allora l'Alleato Italia, pur dichiarandosi assolutamente leale e pronto a seguire i suoi impegni in qualsiasi evenienza, faceva chiaramente comprendere il suo punto di vista.

Ho desiderato premettere questo perchè dalle conversazioni ultime mi è sembrato capire che da parte tedesca si son voluti considerare tutti i contatti svoltisi durante l'estate come una prova che nella sostanza della questione l'Italia fosse d'accordo e che si discutesse solamente sul momento e sui mezzi migliori.

Queste prese di contatto furono sempre fatte, è bene ricordarlo e proclamarlo, per iniziativa italiana e mai per iniziativa tedesca (l'Ambasciatore del Reich a Roma, come non ho potuto fare a meno di fare osservare ieri a von Weizsacker, ha assolutamente brillato per i suoi profondi silenzi!) e ciò mentre la questione

di Danzica toccava unicamente l'interesse di uno solo dei due alleati, la Germania, mentre l'altro, l'Italia, non poteva avere dalla questione stessa che il pericolo di una guerra da essa non considerata opportuna nel momento attuale.

Ad ogni modo, alla nostra offerta per una conferenza internazionale, i Tedeschi risposero declinando, ma al tempo stesso non si pronunciarono sulla questione se fosse veramente probabile ed imminente una soluzione di forza. Attolico anzi, con una precisione ed un'esattezza assoluta, pose a von Ribbentrop, quattro o cinque giorni dopo del nostro colloquio di Salisburgo, il dilemma preciso che non lasciava dubbi: l'incontro Hitler-Duce avverrà se volete la guerra, altrimenti sarà rinviato. Come è noto i Tedeschi non soltanto non insistettero per l'incontro ma ripeterono la loro tesi che «mancavano ancora elementi ~ per decidere sulla situazione, facendo così comprendere che una soluzione di forza non era, per lo meno, imminente.

Ieri von Weizsacker mi ha ripetuto la solita teoria che la situazione, che egli stesso vedeva passibile di una soluzione pacifica, ebbe a precipitare alla fine della prima decade di agosto, a causa della nota domanda rivolta, in tono ultimativo, dal Rappresentante polacco a Danzica al Senato danzichese, con conseguenti e susseguenti note verbali tra la Germania e la Polonia. Tutto ciò è evidente, ripeto, bella teoria perchè i Tedeschi non possono onestamente sostenere che la situazione nella quale oggi il mondo si trova, sia causata da una qualsiasi intimazione per una questione di doganieri!

Sta di fatto che, sostanzialmente e formalmente, mai i Tedeschi, per quanto noi avessimo già segnalato il pericolo di una conflagrazione generale (e la stessa proposta di conferenza ne è evidentemente un segno), ebbero a consultarci, a chiederci consiglio o a dare suggerimenti sulla situazione che andava maturandosi. È inutile che adesso dicano che tutto il nostro atteggiamento sta a dimostrare che l'azione era nella sostanza concordata!

Passo ora a Salisburgo. Anche qui, e le chiare parole pronunciate da von Ribbentrop nella conversazione con Attolico a Salisburgo (riprodotte in quel piccolo processo verbale da me compilato e che Attolico deve aver ricevuto ieri a Roma), i Tedeschi hanno fatto apparire le Tue prese di contatto con il Ftihrer e con lo stesso von Ribbentrop come una nuova amichevole affermazione italiana circa la poca opportunità per l'Italia nell'attuale momento per sostenere una guerra di lunga durata, ma praticamente come una nuova prova di solidarietà sulla questione. Ribbentrop, come sai, ci ha perfino detto che il Ftihrer e lui erano rimasti alla fine delle conversazioni d'accordo con Te che avrebbero comunicato all'Italia tempestivamente il momento prescelto per l'inizio, «perchè l'Italia potesse approntarvisi~.

In queste condizioni, e dato che la sostanza della questione, e cioè che mai i Tedeschi ci hanno detto di volere la guerra generale (ed è mancata quindi persino qualsiasi presa di contatto di carattere tecnico) e ci hanno anzi detto che tutte le probabilità erano per un conflitto circoscritto, mi domando se non sia il caso di una chiara e precisa «messa in mora~ ai Tedeschi, sempre che, naturalmente, si sia deciso un nostro atteggiamento di astensione. Forse siamo ancora in tempo. Domani, a fatto compiuto, dopo quanto mi è stato dato di rilevare nelle ultime conversazioni, la nostra posizione sarebbe formalmente non facile.

.

Apprendo in questo momento della Tua partenza per incontrare subito Ribbentrop e sospendo quindi queste mie considerazioni, ripromettendomi di eventualmente continuarle di persona.

Monaco di B., 22 agosto.

P. S. -La notizia dell'imminente conclusione del patto di non aggressione russo-tedesco e della prossima partenza di von Ribbentrop per Mosca produce qui generale soddisfazione. Tutti pensano al « finis Poloniae » e alla Polonia del Congresso di Vienna! Non si può negare che è un colpo grosso e che l'insuccesso franco-inglese a Mosca è clamoroso. Con il Giappone amico (per quanto l'Antikomintern si sia di un colpo solo svuotato) e la Russia ferma, la Germania ha grosse carte. Come fermarla? ci conviene? (1).

(l) -Vedi D. 22. (2) -Vedi D. 50. (3) -Non rintracciato. (4) -Il presente documento fu redatto in data 21 agosto, ma spedito in data 22, come risulta dal P. S.

(l) Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, D. 59.

141

IL MINISTRO A BELGRADO, INDELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 3177/22 Bl. Bled, 21 agosto 1939.

Telespr. di questa R. Legazione n. 3060/113 B l del 1° corr. (2).

Secondo notizia proveniente da Belgrado, data da un membro del Governo, l'accordo con i croati sarebbe praticamente concluso e l'annunzio al Paese ne dovrebbe essere dato prossimamente.

Frattanto ha destato qualche scalpore negli ambienti politici di Belgrado la fulminea espulsione del Signor Harrison, corrispondente del News Chronicle, da molti anni residente in Jugoslavia ove fu anche corrispondente della Reuter, e che è stato pregato di lasciare il Paese, entro tre giorni.

Il News Chronicle ha pubblicato delle presunte dichiarazioni concesse e quindi, secondo il costume locale, immediatamente, smentite, dal Presidente del Consiglio e da Macek.

Quest'ultimo avrebbe detto che se un accordo non fosse intervenuto all'ultimo momento i croati sarebbero stati costretti a seguire il proprio cammino, e che, in caso di guerra, ad essi non sarebbe rimasta altra possibilità che prendere un atteggiamento diametralmente opposto a quello di Belgrado. Il provvedimento a carico di Harrison è stato tuttavia indubbiamente motivato, non da questa intervista, ma da quella concessa dal Presidente, al quale è stata attribuita la seguente dichiarazione:

«L'accordo è necessario perchè imposto dal buon senso specie nei gravi momenti attuali. Passando sopra ai pregiudizi si raggiung·erà un accordo che si mostrerà utile non soltanto per la Jugoslavia ma per gli stessi Balcani. Nessuna clausola dell'accordo verrà imposta dal Principe Reggente, ma il complesso sarà convenuto insieme fra Macek e il Presidente del Consiglio».

Quest'ultima frase, secondo Harrison, è stata pubblicata per errore del suo giornale come facente parte delle dichiarazioni del Presidente, mentre invece

essa era stata aggiunta dal corrispondente come sua impressione personale.

Comunque la frase avrebbe sgradevolmente impressionato gli ambienti respon

sabili che non vogliono mescolare il nome del Principe Reggente agli affari

politici. Di qui il provvedimento di espulsione.

Le due dichiarazioni, di Macek e di Cvetkovié, sono state smentite ufficial

mente dall'agenzia Avala.

(l) -Il documento presenta la seguente postilla marginale autografa: • Sai che questoriavvicinamento russo-tedesco ha, in un certo modo, origine, come mi dice Schmidt, dalle parole dette dal Duce a Goering, a Roma alla metà di aprile: < perchè non trovate la maniera di accordarvi con Mosca?» ? >. (2) -Vedi D.D.I., Serie VIII, vol. XII, D. 746.
142

IL MINISTRO A HELSINKI, BONARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 1022/402. Helsinki, 21 agosto 1939.

In occasione di una festa giornalistica questo Ministro degli Esteri ha

tenuto il 19 agosto u. s. un notevole discorso sulla politica estera finlandese.

Nella mia Stefani speciale del 20 agosto (1) ho messo in rilievo i punti

sostanziali del discorso. In realtà questo non preannunziò modificazioni alle

direttive della politica estera finlandese che si riassumono com'è noto nei se

guenti punti: neutralità assoluta, rifiuto di qualsiasi garanzia da parte di terzi

Stati, densa difesa contro chiunque tentasse di violare questa neutralità.

Vi sono peraltro nel discorso stesso due punti importanti sui quali merita

soffermarsi brevemente.

In primo luogo il Ministro Erkko è particolarmente benevolo verso l'In

ghilterra, quando dichiara che il Governo finlandese non aveva mai dubitato

della promessa inglese di non compiere atti spiacevoli per la Finlandia ed

aggiunse che se l'Inghilterra avesse accettato senz'altro le esigenze sovietiche

per la garanzia della Finlandia, già da parecchio tempo essa avrebbe potuto

concludere l'accordo con l'U.R.S.S., il che prova che gli interessi finlandesi

non sono indifferenti al Governo inglese.

Non vi è dubbio che questo tono appare un po' in contrasto con le due

interviste concesse dal Signor Erkko ad un giornale tedesco ed inglese al 10

ed al 15 agosto u. s. nelle quali si era mostrato piuttosto aspro nei riguardi

delle trattative anglo-sovietiche a Mosca preannunciando persino una pronta

reazione qualora queste dovessero concludersi in modo non soddisfacente per

la Finlandia.

È probabile che ciò dipenda dal desiderio del Ministro degli Esteri di calmare, nell'ambiente ministeriale di sinistra, alcuni malumori sorti a proposito dei suoi duri accenni antisovietici, rilevati anche dalla stampa socialista governativa.

Anche il viaggio del Ministro dell'Agricoltura finlandese, recatosi ieri l'altro a Mosca per assistere all'inaugurazione della Mostra Agricola Sovietica può essere frutto del desiderio di dimostrare che la Finlandia non vuole aggravare l'impressione di un definitivo peggioramento delle relazioni coll'U.R.S.S. provocato dalle trattative moscovite.

Un altro importante concetto sviluppato dal Ministro degli Esteri è quello relativo alle esigenze della neutralità in eventuale caso di conflitto generale.

7 -Documenti diplomatici • Serie VIII · Vol. XIII

Questa neutralità -ha detto il Ministro -sarà diyersa da quella mantenuta nella guerra mondiale e non sarà solamente una neutralità armata bensì costringerà gli Stati a prendere già dal tempo di pace, alcune misure per tutelarla. Concetto piuttosto oscuro che mi riserbo di chiarire al ritorno del Ministro degli Esteri da Brusselle. Ma è certo che la Finlandia, come la Svezia si preoccupa della situazione che sarebbe inevitabilmente creata da eventuali tentativi dei vari belligeranti di impedire il rifornimento dei Paesi nemici da parte degli Stati neutri. È altresì certo che è essenziale problema per gli Stati nordici, una volta sicuri della loro integrità, di mantenere il più possibile inalterato lo scambio di merci con i Paesi belligeranti.

(l) Non pubblicata.

143

IL MINISTRO ALL'AJA, DIANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. (1). L'Aja, ... agosto 1939 (2).

Le voci secondo le quali il Siam si disporrebbe ad aderire al Patto AntiKomintern suscitano vivo interesse e anche preoccupazione in questa opinione pubblica, che non può a meno di considerare con attenzione ogni atteggiamento di Paesi asiatici, che possa avere influenza nel complesso degli equilibri di quel settore ove gli interessi olandesi sono ritenuti almeno potenzialmente minacciati.

Mentre da una parte si tiene a rilevare che la Legazione siamese a Londra ha dichiarato che per ora il Governo di Bangkok non ha ancora preso alcuna deliberazione, d'altro lato si riconosce che ciò non vuoi dire che una decisione del genere non verrà presa in avvenire e si rileva che il Governo di Chiang Kai-shek si preoccupa delle misure anti-cinesi adottate dal Siam che possono essere considerate prova che le simpatie in favore del Giappone divengono a Bangkok sempre più forti. Pure viene notato che agenti giapponesi da vario tempo svolgerebbero attiva propaganda nel Siam al grido di: «Il Thai per i Thaiesi, via i cinesi e gli occidentali», e non ci vuoi molto a comprendere che la diffusione di tali principi perfettamente applicabili alle Indie Olandesi non possa a meno di perturbare profondamente questa opinione pubblica.

È vero però che si tiene anche a mettere in evidenza come Inghilterra e Francia cerchino di controbattere la politica giapponese: e a questo proposito viene riportata la notizia data dal Japan Weekly Chronicle che a Singapore la Conferenza· franco-britannica avrebbe deciso di offrire una garanzia al Siam e che probabilmente in un tempo prossimo una missione militare britannica sarebbe partita per Bangkok.

I problemi strategici sollevati dai possibili atteggiamenti del Siam e l'importanza che detto Paese rappresenta nel conflitto nippo-britannico vengono abbastanza dettagliatamente esaminati da questa stampa, la quale accenna anche

all'eventualità che venga scavato un canale che metta in comunicazione il Golfo del Siam coll'Oceano Indiano e lo Stretto di Malacca al fine di attenuare l'importanza strategica di Singapore. Se ne conclude che l'importanza strategica del Siam per rispetto a un conflitto fra Londra e Tokio è essenziale anche se il canale non sarà scavato, dopo che la politica militare giapponese ha chiaramente dimostrato di voler avanzare in direzione sud e dopo che i giapponesi coll'occupazione dell'isola di Hainan hanno piantato una pistola nel fianco dell'Indocina francese che confina a occidente col Siam. Le fortificazioni di Singapore rappresentano una delle pedine della politica britannica, la quale mira a premunirsi da una eventuale sorpresa del Siam e ci si fa qui eco dei timori che sarebbero stati espressi a Bangkok che, nel caso in cui il Siam aderisca sotto una forma o l'altra alla politica giapponese, l'Inghilterra e la Francia, colla protezione delle loro flotte, possano occupare i porti del Paese. Il Siam viene considerato sottoposto a pressione dalle due parti: ma non si sa ancora come reagisca perchè le notizie al riguardo vengono ritenute contradditorie. Non si può a meno di leggere fra le righe perplessità e preoccupazione crescenti: si realizza come la pressione sul Siam avvicini forse ancor più di quanto si poteva prevedere ancora qualche mese fa la possibilità che le Indie Olandesi stesse non ostante la conclamata e ripetuta politica di neutralità vengano a trovarsi fra breve in una situazione assai delicata.

(l) -L'originale del presente documento, ritrasmesso per conoscenza alle Ambasciate a Londra, Tokio, Shanghai e alla Legazione a Bangkok con T. per corriere aereo 17910 P.R./C. in data 22 agosto, non è stato rintracciato. (2) -Nel T. di ritrasmissione non è indicata la data di partenza del telegramma.
144

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 31. Danzica, 22 agosto 1939, ore 1,35 (per. ore 2,50). Situazione Danzica sembra avviarsi celermente verso soluzione voluta da Berlino; lo si deduce dai seguenti sintomi già delineati in precedenti mie comunicazioni: a) maggiore potenziamento dell'organizzazione difensiva e contro offensiva territorio della Città Libera sotto il comando del generale germanico Eberhardt, germanizzazione uniformi militari, cerimonia consegna della bandiera alla S. S. Heimwehr e inaugurazione ponte sulla Vistola (delle quali ho dato notizia con telegramma stampa in data del 19 agosto (l}); b) soppressione linea automobilistica locale e requisizione autobus; c) preavviso trasferimento in Germania a scopo precauzionale bambini danzichesi e intensificato esodo minoranze polacche; d) indebolito atteggiamento polacco nelle conversazioni per vertenza doganale tra il Presidente del Senato e Commissario Generale della Polonia e attenuazione proteste per gli ultimi incidenti di frontiera. Si direbbe che voglia darsi sensazione di una distensione locale fra autorità tedesca e polacca mentre aggravasi tensione tra Germania e Polonia; e) accentuato esautoramento del Presidente del Senato Greiser contrap

posto alla dittatoriale autorità del Gauleiter Forster. Comunicato Roma, Berlino e Varsavia.

(l) Non pubblicato.

145

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 32. Danzica, 22 agosto 1939, ore 3,45 (per. ore 6).

Popolazione mantiene passivamente calma, ma lamentasi paralisi traffici commerciali. Si ha sensazione che il Fti.hrer prima del Congresso Norimberga e forse ancora prima della adunata di Tannenberg 27 corr. voglia risolvere questione Danzica e corridoio con una azione militare fulminea e travolgente avente per obiettivo confine germanico anteguerra. Tale decisione Fti.hrer avrebbe improvvisamente preso anche per ragioni prestigio, calcolando su effetti che il nuovo accordo commerciale fra la Germania e la Russia produrrà in Inghilterra e Francia, facendo fallire loro alleanza con i Sovieti e demoralizzando Polonia non più sicura dell'appoggio anglo-francese.

Trapela però speranza che in grazia azione diplomatica già segretamente in atto tra Grandi Potenze e il cui fulcro si vuole vedere a Roma eventuale conflitto germano-polacco potrebbe essere localizzato e sospeso ai suoi inizi, subito dopo occupazione Danzica e corridoio, mediante armistizio proposto da Grandi Potenze e Santa Sede e seguìto da conferenza. In sede conferenza Polonia potrebbe riavere sbocco al mare, facilitazioni a Danzica e trattamento di favore per popolazione polacca incorporata nel Reich, compensata da analogo trattamento delle minoranze tedesche in Polonia.

Console Generale Germania modificando ancora una volta proprio atteggiamento mi diceva ieri l'altro che il suo Paese non vuole guerra ma è ancora disposto trattare con Polonia previa soluzione questione Danzica e corridoio. Console Francia mi esponeva dubbio su resistenza Polonia e rilevava sconforto e rassegnazione affiorante in ambienti polacchi nonostante eccessivo linguaggio e stampa; egli condivide opinione prevalente che Polonia ascoltando saggi consigli non si ostinerebbe nella difesa corridoio si asterrebbe da ostilità contro Danzica.

Entrambi detti Consoli e oggi ancora Commissario Burckhardt mi hanno espresso convincimento che soltanto azione dell'Italia può essere decisiva per stornare conflagrazione mondiale.

Sarò grato a V. E. se vorrà tempestivamente informarmi di quanto ritenga utile ed urgente sia posto a mia conoscenza sulla questione di Danzica, anche per opportuna norma.

146

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 607. Tokio, 22 agosto 1939, ore 6,05 (per. ore 13).

Notizia conclusione accordo commerciale russo-tedesco aveva ieri cagionato grande impressione, ma ordini erano stati dati dal Governo ai giornali astenersi commenti.

Tuttavia impressione assai maggiore ha prodotto notizia conclusione patto non aggressione. Non è possibile prevedere da ora futuro corso avvenimenti data anche difficoltà Giappone prendere pronte decisioni. Per adesso militari si limitano accennare possibil... (manca)... politica estera. Si parla di crisi di Gabinetto.

147

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BASTIANINI

L. P. E URGENTE. Roma, 22 agosto 1939 (1).

Mon gouvernement me prie de lui faire connaitre d'urgence quelles sont les réactions du gouvernement italien à la communication orale et confidentielle que j'ai eu l'occasion de faire à Votre Excellence avant-hier, dimanche (2), et que vous aurez eu l'obligeance, en l'absence provisoire de Son Excellence le Comte Ciano, de soumettre au Chef du Gouvernement dans l'après-midi de dimanche.

11 n'échappera pas à Votre Excellence que mon Gouvernement attache un haut prix dans ces heures critiques et difficiles, à connaitre la manière de voir du Gouvernement royal sur les questions graves qui faisaient l'objet de ma communication précitée.

J'ai donc recours à votre courtoisie habituelle pour vous prier de m'assurer un rendez-vous avec votre Ministre aujourd'hui meme et, si cela est possible, avant l'heure du déjeuner.

En attendant votre réponse je vous prie de croire, mon cher Ambassadeur, à mes sentiments les plus cordiaux.

148

L'AMBASCIATORE DI SPAGNA A ROMA, GARCIA CONDE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

NOTA VERBALE 117. Roma, 22 agosto 1939.

La Embajada de Espafia, en cumplimiento de instrucciones que acaba de recibir, tiene la honra de poner en conocimiento del Real Ministerio de Negocios Extranjeros que el Gobierno Nacional agradeceria vivamente al Real Gobierno italiano que se encargase de la protecci6n de los intereses espafioles en todo el territorio de China no ocupado por las fuerzas japonesas.

Esta Embajada anticipa las mas expresivas gracias al Real Ministerio de Negocios Extranjeros por la favorable acogida que espera merecera esta petici6n.

(l) -Si deduce dal testo che la lettera fu redatta e consegnata nelle prime ore della mattinata. (2) -Vedi D. 117.
149

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SAPUPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. IN CHIARO 120. Copenaghen, 22 agosto 1939, ore 13,23 (per. ore 17).

Stampa danese unanime considera conclusione patto non aggressione russotedesco strepitoso trionfo politica Asse definendolo avvenimento capovolgente situazione e costellazioni politiche Europa e preludente spartizione Polonia tra Russia Germania. Editoriale Politiken mette evidenza esattezza dello scetticismo ultimo numero Relazioni Internazionali nel giudicare trattative russo-inglesi aggiungendo che trattato russo-tedesco rende inverosimile una guerra europea togliendo ai nemici Asse ogni possibilità blocco che era loro arma più potente. Inghilterra non potrà più mantenere impegni verso Polonia.

150

IL MINISTRO AD HELSINKI, BONARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 57. Helsinki, 22 agosto 1939. ore 14.18 (per. ore 17,20 ).

Sensazione imminenza conflitto tedesco-polacco con probabili generali ripercussioni diffusasi qui in questi ultimi giorni tra viva crescente preoccupazione viene oggi superata da sorpresa per annunzio patto di non aggressione tedescosovietico.

In assenza questo Ministro degli Affari Esteri partito stamane per Bruxelles questo Vice Ministro mi ha detto essere sua impressione che firma Mosca giova indirettamente a Finlandia che vede sua aspirazione a neutralità assicurata piuttosto da accordo fra le Grandi Potenze baltiche che dalla discussione moscovita su questioni sicurezza.

151

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATISSIMO 112. Mosca, 22 agosto 1939, ore 14,30 (per. ore 21).

Mio telegramma n. 110 (1).

Adesione definitiva alla proposta tedesca per patto di nori aggressione e benestare per immediata venuta von Ribbentrop a Mosca sono state comunicate da Molotov a von Schulenburg nella giornata di ieri dopo che questo si era rivolto personalmente a Stalin insistendo urgenza conclusione. Sul testo patto di non aggressione che sarà analogo al modeHo consueto esiste accordo fermo.

Campo ancora aperto alla discussione è quello di un protocollo (non è ancora chiaro se segreto o meno) nel quale Governo sovietico chiede introdurre punti già segnalati (mio telegramma 107) (l) e cioè impegno tedesco esercitare azione moderata sul Giappone e garanzia agli Stati baltici. Von Schulenburg è persuaso che non sorgeranno difficoltà al riguardo.

Egli mi ha informato che Molo~ov ha avanzato proposta inserire nel protocollo anche qualche cosa nei riguardi della Polonia ma finora senza chiarire con esattezza suo pensiero.

Von Ribbentrop è atteso domani Molotov (2). Beninteso mi troverò presente.

(l) Vedi D. 122.

152

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 525. Berlino, 22 agosto 1939, ore 19,54 (per. ore 21).

Ho veduto ora Ribbentrop che sosta brevemente a Berlino prima di partire stasera per Mosca, accompagnato da Gaus e da un gruppo suoi collaboratori. Weizsacker, durante la sua assenza, si recherà invece, con ogni probabilità, a Salisburgo per mantenersi collegato col FUhrer.

Patto sovietico-tedesco continua ad essere oggetto vistosissime presentazioni.

È interessante notare come avvenimento abbia avuto sopratutto vasta favorevole ripercussione nelle masse popolari che vedono anche con ciò scongiurato pericolo di una lunga guerra ad oriente.

Forte rilievo sono messe le corrispondenze dall'Italia affermanti che l'Italia era stata tenuta al corrente trattative tedesco-sovietiche e celebranti vittoria Asse contro il fronte degli accerchiatori.

153

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 150. Parigi, 22 agosto 1939, ore 20,25 (per. ore 21,30).

Questo Capo dello Stato Maggiore ha convocato Addetto Militare per comunicargli che in seguito movimento truppe tedesche verso frontiera Polonia, Francia prendeva alle proprie frontiere misure militari necessarie per intervenire in favore alleata Polonia qualora scoppiasse conflitto polacco-tedesco; ha aggiunto che esercito francese non (dico non) varierebbe le misure militari alla frontiera franco-italiana fino a che Italia non rafforzasse proprie truppe al confine francese.

Secondo Addetto Militare ambienti Stato Maggiore sarebbero questa volta unanimi circa obblighi francesi entrare eventualmente in guerra accanto Polonia.

(l) -Vedi D. 69. (2) -Probabilmente gruppo errato dovendosi sostituire c Mosca • a c Molotov •.
154

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A LONDRA, CROLLA. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 327. Londra, 22 agosto 1939. ore 21,44 (per. ore 24).

Halifax, che ho incontrato oggi per caso, mi ha preso in disparte e mi ha messo al corrente delle istruzioni inviate sabato scorso all'Ambasciatore d'Inghilterra in Roma di fare conoscere a V. E. e al Duce il pensiero del Governo britannico sull'attuale situazione internazionale.

Il Governo britannico -ha aggiunto -ritiene che per rendere possibile l'apertura di negoziati tedesco-polacchi occorrerebbe anzitutto che si trovasse modo di dare alla Polonia l'assoluta certezza che l'accordo eventuale tra Berlino e Varsavia venisse poi scrupolosamente osservato.

Le possibilità di una pacifica sistemazione delle questioni tedesco-polacche -ha ripreso Halifax -sarebbero indubbiamente aumentate di molto se si potesse escogitare una qualche effettiva garanzia della soluzione eventualmente concordata tra i due Paesi, alla quale l'alta autorità del Duce conferisse una certezza di imparzialità e di giustizia, con contemporanea costituzione di un organo cui appellarsi in caso di difficoltà o di dissensi. Halifax ha continuato dicendo che l'invio delle predette istruzioni a Loraine non significava che l'Inghilterra intendesse sollevare essa medesima la questione o interporre i suoi buoni uffici fra la Germania e la Polonia. Lo scopo unico delle istruzioni inviate a Loraine era quello di mettere fin da ora il Duce e V. E. al corrente del preciso pensiero del Governo britannico al riguardo, per il caso che il Duce a un momento dato ritenesse di svolgere una qualsiasi azione in favore della preservazione della pace in Europa.

Mi sono naturalmente limitato ad ascoltare Halifax e doverosamente riferisco a V. E. quanto egli mi ha detto.

155

L'AMBASCIATORE A VARSAVIA. ARONE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 186. Varsavia, 22 agosto 1939, ore 22 (per. giorno 23, ore 5,15).

La possibilità di un avvicinamento tra Germania e U.R.R.S. non è stata mai qui esclusa ed è stata sempre considerata come eventualità più pericolosa che si potesse verificare per la Polonia.

Certamente però, nelle presenti circostanze, avvenimenti non sembravano attuali ed hanno quindi colto completamente alla sprovvista queste sfere dirigenti che forse oggi si rimproverano di aver mantenuto un'attitudine passiva, se non ostile, nei riguardi degli sforzi inglesi diretti ad assicurare collaborazione sovietica alla politica accerchiamento.

Il fatto odierno non solo impone una revisione piani militari di difesa questo Stato Maggiore, ma pone alla Polonia delle gravi incognite per la situazione generale internazionale che si va formando.

Nonostante che attraverso prime dichiarazioni alla stampa queste sfere ufficiali si sforzino persuadere opinione pubblica che l'avvenimento non modifica sensibilmente la situazione preesistente e che indubbiamente non ha nulla da mutar nella posizione assunta nei riguardi Germania, mi risulta invece che a questo Ministero degli Affari Esteri la notizia ha provocato profondo disorientamento e vivissima preoccupazione.

D'altra parte si attende con ansia di conoscere reazioni Governi di Londra e Parigi.

156

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. URGENTE 608. Tokio, 22 agosto 1939, ore 22,45 (per. giorno 23, ore 5,10).

Addetto militare è stato chiamato stasera al Ministero della Guerra e mi riferisce quanto segue come risultati colloquio.

Conclusione patto non aggressione ha suscitato profonda indignazione verso Germania accusata aver tradito amicizia e accordo anticomunista senza neanche preavvisare circa suoi disegni. Previsioni che si possono fare :

l) Caduta del Governo Costituzionale Ministero anglofilo.

2) Mutamento politica estera.

3) Richiamo Ambasciatore a Berlino e forse anche a Roma.

4) Invio di nuovi rinforzi armati Kuantung per bilanciare aumento truppe russe Manciuria avvenuto in quest'ultimi tempi.

Qualora Asse credesse intervenire per cercare mutare nuova situazione che si va qui delineando occorrerebbe agire prontamente. Militari dicono non aver fino a questo momento ricevuto alcuna comunicazione da Ambasciatori Roma e Berlino.

157

IL MINISTRO A BUCAREST, GRIGI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 258. Bucarest, 22 agosto 1939, ore 23 (per. giorno 23, ore 0,45).

Notizia prossimo patto tedesco-sovietico ha destato vivissima sorpresa e profonda impressione in questi ambienti politici e giornalistici. Opinione pubblica si mostra finora disorientata. Affiora tuttavia in vari ambienti senso sfiducia nei riguardi democrazie occidentali e loro possibilità opporsi Stati totalitari. Segretario Generale degli Affari Esteri ha detto al 1° Segretario di questa Legazione che il Ministro è ancora sprovvisto notizie ufficiali ma che « come sua prima impressione Romania non può che rallegrarsi di un patto in cui U.R.S.S., secondo quello che fino ad ora sembra, avrebbe dichiarato sua volontà tenersi estranea conflitto europeo».

158

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 259. Bucarest, 22 agosto 1939, ore 23 (per. giorno 23,. ore 0,45).

Miei telegrammi 254 (l) e 256 (2).

Da fonte ufficiale romena apprendo commissione d'inchiesta mista nominata in seguito incidenti di frontiera non è riuscita accordarsi sostenendo ciascuna delle due parti in conflitto essere avvenuti sul proprio territorio. &~mbra che si voglia addivenire o alla redazione di due diversi verbali o a sospensione lavori commissione.

159

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 260. Bucarest, 22 agosto 1939, ore 23,45 (ver. giorno 23, ore 2,15).

Ho veduto oggi Gafencu rientrato iersera da Ankara ed Atene.. Ministro degli Affari Esteri ha ammesso particolare cordiale tono sua visita Turchia ma ha escluso che essa abbia dato luogo ulteriori accordi od impegni politici. Circa patto di garanzia anglo-turco egli mi ha detto di aver ottenuto esplicite assicurazioni che nella redazione definitiva verrà eliminato ogni accenno a settore balcanico o Intesa Balcanica.

Gafencu ha soggiunto aver invece trovato maggior difficoltà formali circa dichiarazione preliminare franco-turca, perchè Francia insiste nel voler ottenere redazione identica a quella turco-britannica tanto della dichiarazione predetta quanto dell'accordo definitivo.

Ministro degli Affari Esteri mi ha tuttavia assicurato aver insistito anche dopo sua partenza da Ankara, d'accordo con Metaxas, perchè Governo turco trovi il modo evitare ogni ulteriore accenno regione dei Balcani, ad esempio rinunziando a dichiarazioni preliminari con Francia in attesa primo accordo definitivo.

Quanto a notizie stampa secondo cui egli avrebbe negoziato ulteriori accordi con Turchia Gafencu si è riportato ad articoli Timpul e Romania in data di oggi (mio telegramma stampa n. 361 odierno) (3) ed ha aggiunto che si riserva precisare ancora situazione attraverso imminenti dichiarazioni Senato.

Gafencu ha infine dichiarato che visita Ministro degli Affari Esteri Egitto non ha alcuna importanza nè significato politico e che essa ha luogo dietro richiesta di Yahya Pascià.

(l) -Vedi D. 79. (2) -Vedi D. 83. (3) -Non rintracciato.
160

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 113. Mosca, 22 agosto 1939, ore 23,59 (per. giorno 23 ore 5,15).

Mio telegramma 112 (1).

Vengo informato che, commentando ad un giornalista americano portata prossimo patto di non aggressione fra Germania e U.R.S.S., Capo ufficio stampa Commissariato del popolo per gli Affari Esteri ha fatto rilevare che c simili patti contengono di solito clausola in forza della quale essi diventano caduchi nel caso una delle parti contraenti commetta atto aggressione contro terzi».

Questa dichiarazione, la quale risponde ovviamente a direttive superiori, mi conferma nell'opinione già espressa (mio telegramma 107) (2) e cioè che Governo sovietico intende conservare libertà d'azione nell'eventualità di un conflitto europeo.

Stesso corrispondente mi ha descritto atmosfera Ambasciate e Delegazioni Militari inglese e francese dopo colpo di scena provocato da odierno comunicato Agenzia Tass come c: funerea>.

Mi risulta che Ambasciatore di Francia vedrà Molotov stasera. Ho l'impressione che anche questa Ambasciata giapponese sia rimasta fortemente sorpresa e preoccupata annunzio prossimo accordo.

161

IL CONSOLE A BRATISLAVA, LO FARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER•CORRIERE 24. Bratislava, 22 agosto 1939 (per. giorno 31).

Telespresso di V. E. n. 327864/14 del 18 c. m. (3).

Mi sono oggi espresso in questo Ministero degli Affari Esteri nel senso prescrittomi da V. E .• informando che sarà provveduto al più presto possibile alla nomina di un R. Ministro a Bratislava.

162

IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE, BADOGLIO, AL CAPO DEL GOVERNO, MUSSOLINI

R. SEGRETO. Roma, 22 agosto 1939.

Per poter rispondere ad analoghi quesiti rivoltimi dal Capo di Stato Maggiore dell'Esercito circa le direttive di carattere operativo in dipendenza della situazione internazionale, testè emanate per ordine Vostro, pregherei farmi conoscere:

se, nelle azioni prospettate, contro Grecia e Jugoslavia, si possa fare assegnamento, e in quale presumibile misura, sull'Ungheria ed, eventualmente, sulla Bulgaria;

se, per l'azione contro la Jugoslavia, si possa sfruttare la vallata della Drava, il che sarebbe molto vantaggioso per noi, sotto il duplice punto di vista strategico e logistico.

(l) -Vedi D. 151. (2) -Vedi D. 69. (3) -Riferimento probabilmente errato: si tratta del Telespr. 227864/14 in data 18 agosto. Vedi D. 94.
163

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 6310/1957. Berlino, 22 agosto 1939.

Come ho avuto occasione di segnalare telegraficamente da Monaco e da Berlino, l'annuncio, dato dalla stampa in forma vistosissima ed efficacissima, della imminente conclusione del patto di non aggressione tra Berlino e Mosca e della partenza del Ministro degli Affari Esteri von Ribbentrop per la Capitale sovietica, ha sollevato qui nell'atmosfera esteriormente molto calma ma nella sostanza alquanto preoccupata, un senso di generale soddisfazione.

L'avvicinamento alla Russia, infatti, è stato sempre qui, in fondo, ben visto e su di esso si sono trovate d'accordo le più disparate correnti che vanno dai rappresentanti della politica tradizionalmente bismarckiana filo-russa (Wilhelmstrasse, esercito) fino ad alcuni elementi di estrema del Partito stesso. Il fatto poi che il firmatario del patto sarà lo stesso von Ribbentrop, ossia il creatore della politica anticomintern e che proprio per von Ribbentrop sarà domani suonato nelle strade di Mosca l'Horst Wessel Lied (che contiene, come è noto, la frase «camerati», uccisi dal fronte «rosso e dalla reazione») ha fatto cadere anche talune opposizioni ideologiche di certe correnti del Partito, il cui maggiore rappresentante è senza dubbio Alfred Rosenberg.

Oltre ad un grande successo nella politica, costituito da un colpo decisivo inferto alla politica britannica dell'accerchiamento, e ciò proprio alla vigilia della crisi per Danzica, la stipulazione del patto porterà senza dubbio, per il Governo nazionale socialista, nel campo pratico se non in quello ideologico, ad un successo nella politica interna perchè farà tacere, se non addirittura stroncherà, quei tentativi di far nascere un sordo malcontento nelle masse popolari, particolarmente di grosse città come Amburgo, e che sembravano avere le proprie origini in segrete cellule comuniste.

La stampa, come ho sopra accennato, ha dato all'avvenimento una presentazione a carattere sensazionale molto efficace. La prima notizia venne diffusa nella tardissima serata e stamane tutti i quotidiani pubblicavano a carattere di scatola il semplice e conciso comunicato, senza farlo seguire da alcun commento, in modo che la cosa è apparsa veramente « a sorpresa », anzi a piacevole sorpresa.

Soltanto nel pomeriggio sono apparsi i primi commenti tutti inspirati, in fondo, a una tendenza antibritannica. Si afferma in quei commenti, infatti, che la situazione generale è stata capovolta radicalmente e che il fronte di accerchiamento si è spezzato. La Germania non si è lasciata sorprendere come nel 1914.

Notevole anche la circostanza che, nei riguardi di Danzica, il patto comincia a servire di base per una nuova situazione. Si dà qui infatti grande rilievo ad un articolo del Danziger Vorposten il quale afferma che la città di Danzica non può vivere senza il suo naturale retroterra, giacchè nelle condizioni attuali essa è sempre sottoposta alla possibilità di un blocco affamatore da parte della Polonia.

164

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. RISERVATO 6311/1958. Berlino, 22 agosto 1939.

Naturalmente l'imminente firma del patto di non aggressione tra Mosca e Berlino viene a toccare i rapporti nippo-tedeschi.

Particolarmente colpito deve esserne rimasto questo Ambasciatore del Giappone, Oshima, firmatario, con von Ribbentrop, del patto anticomintern. Mi risulta che von Ribbentrop stesso ebbe, per prepararlo, a telefonargli lungamente ieri da Salisburgo e che in seguito avvenne a Berlino una lunga conversazione, in serata, tra l'Ambasciatore e von Weizsacker, il quale, raccontandomela, mi ha detto che Oshima, pur non nascondendo una certa sua sorpresa, mantenne un atteggiamento calmo e, in certo modo, comprensivo.

165

IL MINISTRO AD ATENE, GRAZZI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

R. PER CORRIERE AEREO 6533/1014. Atene, 22 agosto 1939.

Mi sono recato ieri dal Gen. Metaxas allo scopo di fargli una visita di cortesia al mio ritorno dall'Italia e al tempo stesso di chiedergli qualche chiarimento sul viaggio effettuato dal Signor Mavrudis a Costantinopoli.

Su questo punto confermo quanto già ho avuto l'onore di segnalare col mio telegramma n. 94 (1). Il Gen. Metaxas mi ha detto che il sig. Mavrudis, desiderando compiere a scopo di riposo una breve crociera mediterranea non poteva recarsi se non a Costantinopoli, dato -ha aggiunto in tono scherzoso -che se avesse dovuto recarsi a Rodi noi non lo avremmo autorizzato -al che sullo stesso tono ho risposto che questa non era che una sua personale supposizione. È naturale che a Costantinopoli il signor Mavrudis abbia avuto un colloquio con Saracoglu; ma i rapporti fra Grecia e Turchia sono così intimi e cordiali che i normali contatti diplomatici bastano a mantenerli e non occorrono affatto conversazioni straordinarie fra Ministri degli Esteri. Che nel colloquio MavrudisSaracoglu siano stati trattati nuovi argomenti, assunti nuovi impegni o concretate nuove linee di condotta il Gen. Metaxas ha escluso nel modo più categorico.

Dopo un breve scambio di idee sulla situazione generale europea, che il Gen. Metaxas vede con molto pessimismo, mentre stavo per prender congedo

il Presidente mi ha pregato di rimanere, desiderando intrattenersi con me sull'insieme dei rapporti italo-greci.

S. E., prendendo le mosse da un colloquio che l'E. V. avrebbe avuto su questo argomento col Ministro di Grecia a Roma, mi ha detto di essere profondamente dolente di dover constatare il continuo peggioramento dei rapporti italagreci, mentre era e rimane vivissimo desiderio del Governo greco di avere con l'Italia le migliori relazioni. Egli ha iniziato una lunga esposizione delle relazioni italo-greche, partendo dal periodo delle sanzioni, intesa a mettere in luce questo concetto: che se da parte greca possono essere stati commessi degli errori, da parte italiana si è mostrato di non annettere grande valore all'amicizia ellenica. Le sanzioni, adottate anteriormente alla sua assunzione al potere, erano una necessità inevitabile e sono state adottate anche da altri Stati, quali la Jugoslavia e persino la Bulgaria, verso i quali l'Italia ha dimostrato di non aver conservato rancore. Per quanto concerne gli accordi di Nyon, la Grecia non poteva adottare una linea di condotta diversa, senza mettersi in urto con la Francia e coll'Inghilterra, ciò che non avrebbe giovato a nessuno. A parte questi due episodi, il suo Governo ha dimostrato ad ogni occasione di annettere il massimo valore all'amicizia italiana. La propaganda irredentistica dodecannesina è stata energicamente combattuta, ma al desiderio da lui personalmente manifestato al mio predecessore di una mitigazione della politica da noi seguita verso gli abitanti greci del Possedimento, che avrebbe facilitato il compito del Governo ellenico, non si è venuti incontro in alcun modo da parte nostra. Persino nella nota questione del Col. Vaghenas egli ha voluto dare al Duce la soddisfazione da lui richiesta, per quanto fosse certo che quell'ufficiale non ha mai pronunciato la frase attribuitagli. Ciò malgrado, egli deve constatare come da parte italiana siano stati dati segni manifesti di scarsa amicizia verso la Grecia. Si è giunti perfino, in occasione delle recenti auguste nozze, a non sonare all'arrivo e alla partenza del Re di Grecia l'Inno Nazionale ellenico e neppure la Marcia Reale della Casa di Danimarca; del resto in occasione di un suo anteriore passaggio per Roma, la visita fatta da Sua Maestà al Duce non sarebbe stata neppure restituita. A questo punto ho interrotto il Presidente per dirgli che non ero a conoscenza di questo episodio ma che non potevo non essere certissimo che il Duce in tale circostanza avesse agito in maniera più che corretta.

Il Presidente ha ripreso la sua esposizione ripetendo che egli all'amicizia italiana annette il massimo valore. L'aver accettato le garanzie franco-inglesi non significa affatto che la Grecia si sia schierata nel campo a noi avverso. Con altrettanta sincerità· e riconoscenza egli ha accettato anche la garanzia italiana. Mi poteva assicurare sul suo onore di soldato che non esiste alcun accordo segreto coll'Inghilterra e con altre Potenze e che i recenti accordi fra la Turchia e le Potenze occidentali non influiscono minimamente sulla politica di neutralità della Grecia. Ragioni di tradizione e di interessi legittimi vietano alla Grecia di schierarsi contro la Gran Bretagna, ma essa non ha la minima intenzione di schierarsi con la Gran Bretagna contro di noi. Egli, il Presidente, sa benissimo che le frequenti visite e le lunghe soste di unità della marina britannica nei porti greci suscitano allarme in Italia. Ma se la nostra Marina decidesse di fare lo stesso, la Grecia concederebbe a noi la stessa cordiale ospitalità. Il suo più vivo desiderio sarebbe che da parte nostra gli venisse offerta una prova che le

sue buone intenzioni sono comprese e che l'Italia annette un reale valore all'amicizia della Grecia. Ho avuto a questo momento l'impressione che, pur senza riferirsi espressamente, il Presidente avesse in mente la prossima scadenza del patto italo-greco.

Ho detto a S. E. che, come io avevo ascoltato la sua dettagliata esposizione, della quale apprezzavo il tono di cordiale franchezza, egli doveva ora permettermi di rispondergli con pari franchezza. Premesso che non potevo entrare in discussione con lui sulla nostra politica nel Dodecanneso, la quale riguarda noi soli, gli ho detto essere inevitabile che in Italia esista l'impressione che la Grecia abbia accettato di diventare un anello nella politica di accerchiamento delle Potenze occidentali. Accettare le garanzie offerte da queste ultime era già in certo qual modo una violazione di neutralità. Alle profferte anglo-francesi la Grecia avrebbe potuto rispondere, come hanno fatto gli Stati baltici, di non sentirsi minacciata da alcuno.

Il Presidente mi ha interrotto per dirmi che la situazione greca era in quel momento ben diversa da quella dei Paesi baltici. Anche se egli, personalmente, era sicuro che l'Italia non nutriva propositì aggressivi verso la Grecia, l'opinione pubblica ellenica era vivamente allarmata e del resto non mancavano manifestazioni italiane anche di stampa, che davano adito al sospetto che l'occupazione dell'Albania avrebbe avuto ulteriori sviluppi ai danni della Grecia. Egli era lieto di constatare come il contegno delle forze italiane alla frontiera greco-albanese sia stato fin dal primo giorno più che corretto: tuttavia anche in occasione della recente visita di V. E. in Albania sarebbero stati esposti in qualche località cartelli reclamanti l'occupazione della Ciamuria. Egli non poteva respingere la offerta inglese, la quale, del resto, copre anche l'eventualità di una aggressione bulgara, senza accrescere a dismisura l'allarme dell'opinione pubblica. Gli ho risposto che questo pericolo mi pareva grandemente esagerato. Egli era fino dal 9 aprile in possesso di una nettissima dichiarazione del Duce, la quale avrebbe dovuto bastare a dissipare ogni allarme suscitato nell'opinione pubblica da una errata interpretazione di manifestazioni artatamente esagerate e sottolineate dalla propaganda a noi avversa. All'accettazione di questa superflua garanzia sono poi seguite le varie trattative finanziarie colla Gran Bretagna, che se pur non hanno dato tutti i risultati che gli inglesi probabilmente ne attendevano, hanno pur condotto alla concessione di un prestito inglese alla Grecia.

Il Presidente ha osservato che questo prestito non è che di 2 milioni di sterline ed è destinato a finanziare gli acquisti greci in Inghilterra, acquisti che secondo lui non bilanciano neppure lontanamente quelli greci in Germania.

Gli ho risposto che tali acquisti, per quanto a me constava, erano unicamente di materiale bellico, e che tali armamenti della Grecia, unitamente alle misure militari adottate specialmente nella zona di frontiera con l'Albania, non potevano non dare l'impressione che i preparativi militari greci siano diretti in modo speciale contro di noi.

Metaxas mi ha energicamente ripetuto che cosi non è e che la Grecia deve mantenersi pronta a respingere qualunque tentativo di violazione della sua integrità, da qualunque parte venga, e respingerebbe con pari decisione una tale violazione anche se venisse da parte inglese. Mi ha pregato con particolare calore di riferire tali sue parole a V. E.

Nell'assicurarlo a questo proposito, ho aggiunto che se pure gli stretti legami greco-turchi, come egli mi affermava, non importano, per la Grecia, nessun obbligo all'infuori di quelli risultanti dalla Intesa Balcanica, uniscono tuttavia intimamente questo Paese con una Potenza che si è apertamente schierata nel campo degli accerchiatori e facilitano il reingresso della Turchia nella vita dei Balcani e dell'Europa. Quanto questo reingresso giovi agli interessi greci non stava a me giudicare, ma bensi a lui; ma è nondimeno certo che esso è un fatto in cui l'Italia, Potenza mediterranea e balcanica, non può non tenere il massimo conto. S. E. mi assicurava che gli impegni della Grecia verso la Turchia non erano alterati in nulla per il fatto dei recenti legami che la Turchia ha creduto di contrarre coi Paesi accerchiatori, e che essi rimangono esclusivamente di carattere difensivo in caso di aggressione; ma chi ha mai potuto stabilire in modo indiscutibile dove cominci l'aggressione e che cosa si intende per difensiva?

S. E. non doveva meravigliarsi se l'Italia era stata costretta a porsi la domanda se la Grecia non fosse ormai da annoverarsi fra i Paesi più o meno legati alla funesta politica dell'accerchiamento. Del resto, la stessa allusione contenuta nel suo messaggio del 4 agosto a una crisi dello scorso aprile che avrebbe minacciato il popolo greco era, a mio avviso, ingiustificata e non poteva non creare una sfavorevole impressione in Italia. Nello scorso aprile non vi è stata nessuna crisi. Vi è stata solo una sistemazione dei nostri rapporti coll'Albania, ratificata dall'enorme maggioranza degli albanesi e che non ha per nulla minacciato la Grecia.

Circa, infine, la questione degli onori resi a S. M. il Re di Grecia in occasione delle Auguste Nozze di Firenze, dovevo fargli presente come proprio da parte ellenica si fosse tenuto in modo particolare a ridurre fin dal primo giorno a zero il significato politico del matrimonio. Tutti gli articoli della stampa ellenica ne hanno parlato come di un semplice avvenimento di famiglia senza nessuna allusione ai rapporti fra i due popoli. Nessun membro del Governo greco è stato designato a rappresentare la Nazione greca alla cerimonia e nessun accenno mi è stato fatto a un desiderio sia di S. M. sia del Governo greco che il Ministro d'Italia fosse presente nel Regno durante il soggiorno di S. M. Tolto così a tale viaggio ogni valore politico, mi sembrava ben naturale che il Re di Grecia venisse ricevuto non quale un sovrano in visita ufficiale (tanto più che Egli non era ospite nostro e nemmeno aveva fatto visita al nostro Augusto Re ed Imperatore) ma semplicemente come il Capo della sua famiglia, presente in tale qualità al matrimonio di una sorella. Quanto poi al far sonare da una musica milit:1re anzichè l'Inno greco la Marcia reale danese, mi pareva un ripiego peggiore di ogni altra cosa.

Metaxas mi ha detto che sapeva che da noi il Sovrano è considerato come anglofilo, ma che ciò non è vero. Quali che possano essere i suoi legami di sangue e di affetto colla Famiglia Reale britannica, il Re di Grecia è e si sente semplicemente greco. Gli ho risposto che sui sentimenti personali di S. M. non mi pareva che fosse il caso di discutere.

La conversazione, che si è protratta per oltre un'ora, si è conclusa nel modo più cordiale da parte del Presidente, col rinnovato voto da parte sua per un rapido miglioramento dei rapporti italo-ellenici e con la preghiera che io riferissi a V. E. quanto egli mi aveva detto. L'ho assicurato che mi sarei fatto un grato dovere di dar conto a V. E. della nostra conversazione.

(l) Vedi D. 137.

166

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 3046/1200. Mosca, 22 agosto 1939.

Mio telegramma n. 111 del 21 agosto corrente (1).

L'accordo commerciale tedesco-sovietico, firmato a Berlino il 19 corrente, è stato annunziato dalla stampa moscovita con la pubblicazione di un comunicato Tass del seguente tenore:

« Il 19 agosto corrente, dopo lunghe trattative terminatesi favorevolmente, è stato firmato a Berlino un accordo commerciale creditizio fra URSS e Germania. L'accordo è stato firmato per l'URSS dal Rappresentante Commerciale Ag

giunto E. Babarin, e per la Germania dal sig. Schnurre.

L'accordo commerciale-creditizio prevede la concessione all'URSS dalla Germania di un credito di 200 milioni di marchi germanici, per il termine di sette anni, all'interesse del 5 %, per l'acquisto di merci germaniche durante due anni dal giorno della firma dell'accordo.

L'accordo prevede altresì la fornitura di merci da parte dell'URSS alla Germania nello stesso termine, cioè nel corso di due anni, per la somma di .180 milioni di marchi germanici :..

L'Isvestia del 21 corrente ha commentato la conclusione del patto commerciale con un editoriale del quale accludo la traduzione (2).

Da esso si rileverà che da parte sovietica si mette in speciale evidenza le caratteristiche del nuovo credito di 200 milioni concesso dalla Germania, e si insiste nell'attribuirgli la qualifica di «credito finanziario » ciò che, secondo quanto mi ha fatto osservare il Consigliere Commerciale di questa Ambasciata di Germania, non è completamente esatto, visto che il credito deve essere impiegato interamente a pagare le ordinazioni fatte in Germania.

Comunque, concluso nelle attuali condizioni della situazione internazionale, l'importanza dell'accordo è prevalentemente di natura politica, come lo lascia comprendere un editoriale pure di oggi della Pravda, il quale -dopo aver ripetuto concetti analoghi a quelli svolti nell'accluso editoriale delle Isvestia così conclude:

« Il nuovo accordo commerciale-creditizio fra l'URSS e la Germania, essendo nato in un'atmosfera di tensione politica, è destinato a chiarire tale atmosfera. Esso può rappresentare un serio passo per l'ulteriore miglioramento, non soltanto delle relazioni economiche, ma anche di quelle politiche fra l'URSS e la Germania».

~ -Documenti diplomatici • Serie VIII . Vol. XIII

(l) -Vedi D. 131. (2) -Non pubblicata.
167

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. E CONFIDENZIALE. Roma, 23 agosto 1939 (1).

I telegraphed last night to Lord Halifax telling him of our conversation of yesterday evening, and I have now received from him an urgent telegram saying that he greatly appreciates the indications you gave me then of Signor Mussolini's attitude and begging me to convey to Your Excellency his cordial thanks for the assistance you have yourself given in the matter.

Lord Halifax now asks me to inform you that a decision was taken in London late yesterday that the Prime Minister should write to Herr Hitler, on behalf of His Majesty's Government, in the hope of being able to convince him, even though the hour is late, that His Majesty's Government in the United Kingdom will resist with their forces any forcible attempt to impose a settlement of the issues pending between Germany and Poland and, moreover, that it would be a mistake to assume, if once war started, that hostilities would come to an early end with a success on one front only.

At the same time Mr. Chamberlain will express his conviction that there is nothing in those issues which cannot be solved without the use of force, if only confidence could be restored, and will state that His Majesb's Government in the United Kingdom are for their part ready to lend their assistance towards creating the conditions in which a fair negotiation for the purpose could be undertaken.

The text of the Prime Minister's letter has been telegraphed to Sir Nevile Henderson in Berlin, and he expected to be able to present it in person to the Fiihrer soon after midday to-day.

Lord Halifax recognises the extreme urgency of the situation. He is not convinced that the absence in Russia of Herr von Ribbentrop ought to involve the loss of some valuable and criticai days, and he himself feels it is very dangerous to assume that there is no danger of war breaking out during Herr von Ribbentrop's absence. lndeed, many indications which have reached him point in a contrary direction.

Lord Halifax has therefore asked me to express his sincere hope that if Signor Mussolini is contemplating any representations in Berlin, he may think that now, when Herr Hitler has the Prime Minister's message before him, is the best time.

Lord Halifax also begs me to assure you that His Majesty's Government for their part have consistently counselled moderation at Warsaw and will continue to do so. Furthermore that if there are any other suggestions that Signor Mussolini would wish to make, he will of course be particularly ready to give them his immediate attention.

P. S. (2) -I should perhaps add that my telegram recording my conversation with you today should very shortly be in Lord Halifax's hands.

TRADUZIONE.

Ho telegrafato ieri notte a Lord Halifax per informarlo della nostra conversazione di ieri pomeriggio ed ho ora ricevuto da lui un telegramma urgente per informarmi che egli ha vivamente apprezzato le indicazioni che Voi mi avete date in tale occasione sull'attitudine del Signor Mussolini e per incaricarmi di far pervenire a

V. E. il suo cordiale ringraziamento per l'aiuto che avete personalmente prestato in Questa Questione.

Lord Halifax mi chiede ora di informarvi che a Londra è stata presa la decisione ieri a tarda ora che il Primo Ministro scriva a Herr Hitler, a nome del Governo di Sua Maestà, nella speranza di convincerlo, nonostante sia tardi, che il Governo di Sua Maestà Britannica resisterà con le sue forze ad ogni tentativo violento di imporre una soluzione alle questioni pendenti tra la Germania e la Polonia ed inoltre che sarebbe un errore di assumere, una volta che la guerra fosse iniziata, che le ostilità finirebbero presto col successo su un unico fronte.

Al tempo stesso il signor Chamberlain esprimerà il suo convincimento che non vi è nulla in queste questioni che non possa essere risolto senza l'uso della forza a condizione che la fiducia possa essere ristabilita, e dichiarerà che il Governo di Sua Maestà nel Regno Unito è pronto da parte sua a prestare la sua assistenza per creare le condizioni in cui potrebbero essere intraprese eque trattative a questo scopo.

Il testo della lettera del Primo Ministro è stato telegrafato a Sir Nevile Henderson a Berlino, ed egli riteneva di poterlo presentare personalmente al Fti.hrer poco dopo mezzogiorno di oggi.

Lord Halifax riconosce l'estrema urgenza della situazione. Egli non è convinto che l'assenza, in Russia, del Signor von Ribbentrop debba importare la perdita di alcuni giorni critici e preziosi, ed egli stesso ritiene che sia molto pericoloso di sostenere che non vi è pericolo che la guerra scoppi durante l'assenza del Signor von Ribbentrop. Ed invero molte indicazioni che gli sono pervenute sono dirette in senso contrario.

Lord Halifax mi ha pertanto chiesto di esprimere la sua sincera speranza che se il Signor Mussolini pensa di fare qualche passo a Berlino egli può ritenere che il migliore momento sia questo in cui, il signor Hitler è in possesso del messaggio del Primo Ministro.

Lord Halifax mi prega anche di assicuravi che il Governo di Sua Maestà per parte sua ha fortemente dato consigli di moderazione a Varsavia e continuerà in questo senso. Inoltre, se ci sono altri suggerimenti che il Signor Mussolini desidererebbe presentare, egli sarà, s'intende, del tutto pronto ad esaminarli immediatamente.

P. S. -Desidero aggiungere che il telegramma con cui riferisco sulla conversazione avuta con Voi oggi, sarà in possesso di Lord Halifax tra poco.

(l) Dalla Cronologia, vedi Appendice l, p. 399, si desume che questa lettera sia stata redatta nelle prime ore della mattinata.

(2) Il postscriptum è autografo.

168

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 527. Be1·lino, 23 agosto 1939, ore 11,30 (per. ore 14,40).

Seguito a mio telegramma n. 524 (1).

Mi risulta che anche Maresciallo Graziani dovrebbe giungere a Berlino alla fine di questa settimana. Prego cortese conferma.

(l) Non pubblicato.

169

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. URGENTE 528. Berlino, 23 agosto 1939, ore 11,31 (per. ore 14,40).

Mi risulta che oggi sono pervenute a queste Ambasciate di Francia e di Inghilterra disposi~ioni dai Governi rispettivi perchè si inizino operazioni di partenza dei membri delle due colonie qui residenti.

170

IL MINISTRO ALL'AJA, DIANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 15. L'Aja, 23 agosto 1939, ore 13,35 (per. ore 18).

Questo Ministro Affari Esteri partito iersera per partecipare odierna riunione Bruxelles Stati gruppo Osio. Mio collega Belgio mi ha detto di averlo invitato «per uno scambio di idee circa situazione attuale » senza poter precisare quali argomenti sarebbero stati trattati. Qui si congettura che a Bruxelles verrebbero esaminati possibilità ed opportunità di una offerta di mediazione, atteggiamento Stati Osio per salvaguardare loro neutralità e vettovagliamento in caso di scoppio ostilità.

171

L'INCARICATO D'AFFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 529. Berlino, 23 agosto 1939, ore 14,43 (per. ore 17). Con molta probabilità Ribbentropp sarà di ritorno a Berlino, secondo informazioni, per via aerea, domani stesso. Questo Ministero Affari Esteri mi informa che Presidente del Senato di Danzica Greiser lascerà ora la sua carica e tutti i poteri della città saranno riuniti nelle mani di Forster. Decisione sarà comunicata, credo, oggi. Circa le tante voci relative ad un viaggio di questo Ambasciatore inglese a Salisburgo, dovrei ritenere, per quanto si susseguano ora conferme e smen

tite, che effettivamente egli si rechi oggi colà. Wilhelmstrasse mi darà precisazioni nel pomeriggio.

172

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. AD ANKARA, BERlO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. URGENTE 101. Istanbul, 23 agosto 1939, ore 17 (per. ore 19,30).

La notizia essere come imminente la conclusione di un patto di non aggressione tra Germania e U.R.S.S. ha qui prodotto vivissima impressione. La stampa turca ha riprodotto a titoli cubitali le informazioni delle agenzie; sono però scarsi i commenti, segno evidente del disorientamento dei circoli locali. Solo la République e la Vakit di stamane pubblicano due articoli di fondo che, nel tentativo di diminuire di fronte all'opinione pubblica l'importanza dell'avvenimento, denotano soprattutto un grande disagio ed imbarazzo.

In questi circoli diplomatici si mette in rilievo che la Turchia è uno dei Paesi più direttamente colpito dal capovolgimento della situazione politica nell'Europa orientale determinato dalla fulminea vittoria diplomatica dell'Asse. Si ritiene anche che fra gli elementi che hanno influito sull'atteggiamento dell'U.R.S.S. sia precisamente da annoverarsi la preoccupazione del Governo di Mosca che l'Inghilterra, in virtù degli accordi con la Turchia, possa rimanere padrona degli Stretti.

Non si è avuta, per ora, alcuna manifestazione dell'atteggiamento di questo Governo di fronte alla nuova situazione, ma è facile comprendere che esso debba preoccuparsene alla vigilia di firmare gli accordi definitivi in preparatione con l'Inghilterra e la Francia.

173

L'AMBASCIATORE A BRUSSELLE, LOJACONO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 56. Brusselle, 23 agosto 1939, ore 19,58 (per. ore 21,50).

Conferenza Stati Osio ha approvato oggi testo di un appello a favore della pace invocando spirito conciliante e possibilità negoziati diretti fra le parti per risolvere tensione europea. Appello sarà letto alla radio da Sua Maestà ore 8 stasera a nome altri 6 Capi di Stato.

Questo Ministro Affari Esteri ha inviato in questo momento testo appello in modo che rappresentanti Potenze interessate possano averne visione prima di apprenderlo da organi pubblici.

Il presente telegramma continua col numero di protocollo successivo (1).

174

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 530. Berlino, 23 agosto 1939, ore 20.

Per quanto mi risulti che delle notizie in proposito sono state già date a V. E. direttamente dal Segretario di Stato Weizsacker che ora si trova a Berchtesgaden, tuttavia ritengo opportuno di riferire qui appresso quanto è venuto a conoscenza mia circa la risposta data oggi dal Fiihrer alla nota lettera di Chamberlain.

Riassumo i punti della risposta:

l) La Germania non ha mai cercato conflitti con chi che sia.

2) Essa ha tuttavia degli interessi concreti e vitali cui non può rinunciare. 3) Il Fiihrer ha fatto, una volta tanto, alla Polonia una offerta storica e molto generosa di cui sono ripetuti i termini.

4) La Gran Bretagna per parte sua invece, ha sollevato dei dubbi sopra la rettitudine delle intenzioni tedesche sia nei riguardi dell'Ungheria, sia nei riguardi della Romania, e ha dato alla Polonia una garanzia che equivale ad un bianco segno.

5) Il trattamento della popolazione tedesca in Polonia è tale da non potere essere sopportato.

6) Il Governo tedesco, per bocca del Segretario di Stato Weizsacker, ha già, in data 5 corrente, fatto sapere alla Polonia che esso non avrebbe tollerato ulteriormente un simile stato di cose.

7) Se il .Governo britannico da parte sua intende appoggiare la Polonia, il Governo tedesco ne prende atto ma resta fermo nelle sue decisioni. 8) Ove l'Inghilterra prendesse delle ulteriori misure di carattere bellico, la Germania risponderebbe con la mobilitazione di tutte le sue forze armate. 9) Un regolamento pacifico dei problemi europei non può essere possibile se il Governo britannico non cambia la sua politica europea.

10) Il Fiihrer ha sempre cercato l'amicizia della Gran Bretagna ma senza successo. Nessuno sarebbe più felice di lui di una intesa, che tenesse peraltro conto dei punti di cui sopra.

Il sunto di questa risposta sarà questa sera stessa comunicato qui all'Ambasciatore di Francia signor Coulondre.

(l) Vedi D. 177.

175

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 612. Tokio, 23 agosto 1939, ore 21 (l) (per. ore 18,15).

Ho inviato indiscrezioni e intrattenuto Ministero della Guerra sul concetto dell'utilità per il Giappone di restare dalla parte dell'Asse e di non passare da quella dell'Inghilterra.

A riunione che è durata a lungo preso parte vari ufficiali superiori i quali sono portavoce Vice Ministro. Essi hanno gradualmente mostrato calmarsi nel loro risentimento verso Germania non ostante forma alquanto fredda e generica anche circa le future intenzioni tedesche con la quale Berlino avrebbe fatto comunicazione a quell'Ambasciatore del Giappone e nonostante assicurino che nuovi rinforzi sovietici vadano partendo per la Manciuria. Come conclusione del colloquio hanno fatto comprendere sarebbero disposti a un patto di non aggressione con la Russia per concentrare loro forza contro Inghilterra. Occorrerebbe però che iniziativa partisse dall'Asse anche perchè ciò implicherebbe precedente consenso Russia.

In ogni caso faccio presente opportunità che appena possibile si faccia al Giappone qualche comunicazione di natura tale da non tenerlo sotto l'impressione che sia stato abbandonato dall'Asse. Opportunità tale comunicazione è stata fatta presente a Berlino da mio collega tedesco.

(l) Nota dell'Ufficio Cifra: c Ora locale •.

176

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 613. Tokio, 23 agosto 1939, ore 21,01 (per. ore 18,15).

Si ha impressione che dopo prima ondata reazione sia succeduta una volontà di più calma ponderazione della situazione. Questa impressione è avvalorata dal J.inguaggio finora moderato dei giornali e dalle dichiarazioni concilianti del Capo Ufficio Stampa Ministero degli Affari Esteri. Anche al Ministero della Marina pur mantenendosi molto riservati si è parlato all'Addetto Navale con tono di chi non intende passare ora dalla parte dell'Inghilterra. È probabile che futuri sviluppi dipenderanno anche dalla politica che Asse mostrerà voler seguire nei riguardi del Giappone. Intanto militari hanno assicurato faranno di tutto per evitare dimostrazione contro Ambasciatore di Germania.

177

L'AMBASCIATORE A BRUSSELLE, LOJACONO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 57. Brusselle, 23 agosto 1939, ore 21,08 (per. ore 22,45).

Il presente telegramma fa seguito al numero di protocollo precedente (1). Ho chiesto al funzionario espressamente venuto in questa Ambasciata per effettuare consegna testo se iniziativa della Conferenza comporta una azione diplomatica da svolgere presso le capitali delle Potenze interessate ovvero si limita lanciare appello generico lasciando a ciascun Governo di trarne i riflessi opportuni; mi è stato risposto che questa seconda ipotesi è esatta e che rappresentanti diplomatici degli Stati di Oslo non avevano ricevuto istruzioni per agire in alcun senso presso i Governi ove sono accreditati.

178

IL CONSOLE GENERALE A GINEVRA, BOVA SCOPPA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 115. Ginevra, 23 agosto 1939, ore 21,15 (per. ore 23,30).

Console di Germania Krauel mi ha letto confidenzialmente telegramma ricevuto stamane da Berlino e col quale molto viene chiarita portata patto di non

aggressione tedesco-sovietico. Dopo aver accennato trattative sboccato accordo 19 agosto, Ribbentrop scrive che successo negoziati economici ha influito su possibilità accordo politico. Nelle conversazioni con Sovieti Governo tedesco ha sempre tenuto presenti sue relazioni con l'Italia e Giappone. Telegramma continua affermando che patto è destinato a cambiare interamente situazione e termina con queste precise testuali parole: « Le conseguenze di esso si vedranno prossimamente e la Polonia riceverà un colpo massiccio ».

(l) Vedi D. 173.

179

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 531. Berlino, 23 agosto 1939, ore 21,48 (per. ore 22,55).

Prime impressioni circa risultati odiemo colloquio Henderson-Fiihrer sono negative. Posizione inglese sembra essere dopo patto russo-tedesco più netta e risoluta

di prima.

Negli ambienti giomalistici si parla di inizio delle operazioni per il 25.

Io credo che nulla sarà fatto prima del ritorno Ribbentrop, tanto più non

essendo da escludere che posizione Mosca possa influenzare anche quella di Berlino. Si crede che Ribbentrop potrà difficilmente rientrare domani stesso.

180

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI

T. 504 R/248. Roma, 23 agosto 1939, ore 22.

Vostro telegramma n. 608 (1). In relazione a quanto mi telegrafate, vi comunico per vostra norma di linguaggio quanto segue: l) La politica italiana verso il Giappone resta immutata. Essa continuerà cioè ad essere ispirata a quella amicizia e a quella comprensione delle quali l'Italia ha dato ripetute prove a codesto Paese e dalle quali non intende deviare. 2) Nel valutare la situazione determinata dall'accordo russo-tedesco il Giappone deve tener presente che tutto ciò che contribuisce a indebolire l'Inghilterra e la Francia in Europa rappresenta per codesto Paese un concreto vantaggio.

3) Un eventuale richiamo degli Ambasciatori giapponesi a Roma e Berlino rappresenterebbe un provvedimento senza precedenti tale da compromettere gravemente una situazione che è tuttora in corso di evoluzione e che presenta, ripeto, per il Giappone, degli aspetti tutt'altro che sfavorevoli.

Assicurate quindi che il Giappone può, come per il passato, riporre piena fiducia nella nostra collaborazione e nella nostra schietta amicizia.

(l) Vedi D. 156.

181

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATISSIMO URGENTE 115. Mosca, 23 agosto 1939, ore 22,45 (per. giorno 24, ore 4,15).

Von Ribbentrop ha avuto questo pomeriggio primo colloquio con Stalin e Molotov. Ne avrà un altro questa sera e per questo si è scusato di non poter mantenere invito che mi aveva fatto di pranzare con lui. Mi ha mandato a dire che è rimasto molto soddisfatto delle conversazioni già avute e che prevede imminente conclusione favorevole, possibilmente questa notte. Mi ha assicurato che appena sarà materialmente possibile mi metterà al corrente dei risultati perchè ne informi V. E.

182

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. URGENTISSIMA E CONFIDENZIALISSIMA. Roma, 23 agosto 1939, ore 23,15.

At the request of Lord Halifax I inclose herein, for the personal information of Signor Mussolini and of you yourself, the text of the message from the Prime Minister which Sir Nevile Henderson will today have given to Herr Hitler (1).

Lord Halifax would be most grateful to Your Excellency if you would kindly ensure that there shoul.d be no leakage of the contents of Mr. Chamberlain~s message for its contents have been communicated to no one else, not even to the French Government; nor is Herr Hitler aware that Signor Mussolini and you are being informed of them.

TRADUZIONE.

A richiesta di Lord Halifax accludo, per informazione personale del Signor Mussolini e Vostra, il testo del messaggio del Primo Ministro che Sir Nevile Henderson avrà consegnato oggi al Signor Hitler.

Lord Halifax sarebbe molto grato a V. E. se voi voleste cortesemente assicurarlo

D. -454.

che non sarà fatto cenno alcuno del contenuto del messaggio del Signor Chamberlain perchè esso non è stato comunicato a nessun altro, neppure al Governo francese; inoltre il signor Hitler non è a conoscenza del fatto che il signor Mussolini e Voi ne siete stati informati.

(l) -Non pubblicato. Vedi Libro Azzurro Britannico, D. 56 e Libro Bianco Tedesco n. 2,
183

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 99. Bucarest, 23 agosto 1939 (per. giorno 25).

Mio telegramma filo n. 258 in data di ieri (1). La preoccupazione ed il disorientamento di questi ambienti già segnalata ieri perdurano vivissimi. Questo Incaricato d'Affari di Germania ha riferito di aver spiegato a Gafencu il punto di vista tedesco. Gafencu ha risposto che la Romania non ha alcuna obiezione da fare tanto più che essa ha sempre chiaramente fatto intendere ai Governi di Londra e di Parigi la sua opposizione a qualsiasi progettato passaggio di· truppe sovietiche attraverso la Romania. Gafencu avrebbe tuttavia aggiunto, lasciando trasparire la sua preoccupazione, che il Governo romeno confida che il Governo del Reich non vorrà permettere che siano posti in discussione i diritti romeni sulla Bessarabia e sulle bocche del Danubio.

184

IL MINISTRO ALL'AJA. DIANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 1639/23. L'Aja, 23 agosto 1939 (per. giorno 26).

L'annunzio del patto di non aggressione tedesco-russo ha destato anche in Olanda vivissima sorpresa e grande impressione; e da tutti viene considerato come un notevole successo della diplomazia tedesca, che ancora una volta ha tolto di mano all'Inghilterra l'iniziativa che questa sembrava avere assunto nelle ultime settimane.

Attraverso le notizie pubblicate dai giornali risulta evidente la stupefazione e la confusione che l'avvenimento ha prodotto a Parigi ed a Londra, ma nessuno qui crede di potere azzardare previsioni per il prossimo avvenire, si dice soltanto che l'Europa orientale ha prodotto in questi ultimi anni molte sorprese ed il nuovo patto di non aggressione potrebbe anche non essere l'ultima.

Tutti si domandano che cosa faranno ora la Francia e l'Inghilterra e soprattutto la Polonia. La situazione di questa appare divenuta sempre più sfavorevole e da molti si opina che essa finirà per indursi a negoziare ed arrendersi alle inevitabili concessioni; nè si esclude che potrebbero essere appunto Francia

ed Inghilterra a darle ora sottomano consiglio di addivenire a trattative e concessioni. Fra i commenti dei giornali che rispecchiano la confusione e l'incertezza di questa opinione pubblica, accennerò soltanto a quello del quotidiano socialista che scrive di dover tristemente ammettere il nuovo successo tedesco e che senza dubbio il distacco dell'U.R.S.S. sconvolge l'equilibrio delle forze ed assicura la superiorità delle Potenze dell'Asse.

(l) Vedi D. 157.

185

IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA, ROOSEVELT, AL RE D'ITALIA, VITTORIO EMANUELE III

(Ed. in Peace and War, Vnited States Foreign Policy 1931-1941, D. 136, pp. 475-476, Washington Government Printing Office, 1943)

T. Washington, 23 agosto 1939.

Nuovamente una crisi negli affari del mondo porta in primo piano la responsabilità dei Capi delle nazioni sui destini dei loro popoli, e invero della stessa umanità. Ed è in ragione dell'accordo tradizionale fra Italia e Stati Uniti, e dei legami di consanguineità fra milioni dei nostri cittadini, che io sento di potermi rivolgere a V. M. per il mantenimento della pace del mondo. È una convinzione mia e del popolo americano che V. M. e il Governo di V. M. possano esercitare grande influenza per evitare lo scoppio della guerra. Qualunque guerra generale provocherebbe le sofferenze di tutte le nazioni, sia belligeranti che neutre, sia vittoriose che vinte, e apporterebbe indubbiamente le più gravi devastazioni ai popoli, e, forse, ai Governi di parecchie nazioni più direttamente coinvolti. Gli amici del popolo italiano, e fra essi il popolo americano, non possono non guardare che con angoscia alla distruzione dei grandi risultati che le nazioni europee e in particolare la nazione italiana hanno raggiunto durante la trascorsa generazione. Noi in America, avendo raggruppato una nazione omogenea attraverso molte nazionalità, troviamo a volte difficile renderei conto delle animosità che hanno così sovente creato gravi crisi fra le nazioni d'Europa, che sono più piccole della nostra in popolazione e territorio. Noi accettiamo tuttavia il fatto che tali nazioni hanno un diritto assoluto a mantenere la loro indipendenza nazionale se lo desiderano; se ciò costituisce una dottrina razionale essa deve applicarsi alle nazioni più deboli come alle più forti. L'accettazione di quanto precede significa pace in quanto pone termine alla paura dell'aggressione. L'alternativa che significa necessariamente sforzo dei più forti per dominare i più deboli condurrà non soltanto alla guerra, ma a lunghi anni avvenire di oppressione da parte dei vincitori e di ribellione da parte dei vinti. Questo insegna la storia.

Il 14 aprile ultimo io suggerii in sostanza un accordo secondo il quale nessuna forza armata dovrebbe attaccare o invadere il territorio di alcun'altra nazione indipendente e, ciò assicurato, che discussioni siano intraprese per cercare di ottenere un progressivo sollievo del carico degli armamenti e per aprire alle strade del commercio internazionale incluse le fonti delle materie prime necessarie alla pacificazione economica di ciascuna nazione. Dissi allora che in tali discussioni gli Stati Uniti sarebbero stati lieti di prender parte. Queste pacifiche conversazioni renderebbero perfettamente possibili, oltrechè per gli Stati Uniti anche per gli altri Governi, di iniziare pacifiche discussioni su problemi politici

o territoriali cui essi sono direttamente interessati.

Se fosse possibile per il Governo di S. M. di formulare proposte sulle linee indicate per una pacifica soluzione della presente crisi Vostra Maestà può avere la sicurezza di avere la più seria simpatia degli Stati Uniti. I Governi d'Italia e degli Stati Uniti possono oggi porre innanzi quegli ideali di cristianità che in questi ultimi tempi sembrano essere stati così spesso oscurati. Le inascoltate voci di innumerevoli milioni di esseri umani chiedono di non essere ancora una volta sacrificati invano (l).

186

IL CAPO DEL GOVERNO, MUSSOLINI, AL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE, BADOGLIO

L. s. n. Roma. 23 agosto 1939.

Rispondo alla vostra lettera in data 22 agosto (2) concernente:

l) direttive di carattere operativo in dipendenza situazione interna:

a) si può fare assegnamento sulla Ungheria e sulla Bulgaria in caso negativo prima in caso positivo poi e cioè si è certi che non marceranno contro di noi e possono a un dato momento marciare con noi;

b) non escludo lo sfruttamento della Drava, ma i nostri piani devono -agli stati degli atti -prescinderne.

P. S.-a) assegnamento su entrambi, salvo il modo e il tempo; b) si prenderanno accordi al momento opportuno.

187

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. PEkSONALE s. n. Berlino, 23 agosto 1939 (3).

Permetterai che continui ancora ad esporre delle idee, a seguito del « colpo di scena » del patto di non aggressione germano-russo.

Evidentemente la situazione per noi può essere da questo importante avvenimento semplificata o complicata, a seconda della decisione circa il nostro atteggiamento.

Mi convinco sempre più che, dopo quanto è avvenuto, non si potrebbe più semplicemente venir meno senz'altro agli impegni fissati nel trattato italo-tedesco. In altre parole una vera e propria rottura dell'alleanza potrebbe farci correre il rischio, oltre che di dover sostenere formalmente una tesi molto difficile, anche di porsi in una situazione politica molto delicata.

In queste condizioni non si potrebbe, in questi ultimissimi giorni prima del dramma, e sempre che, ripeto, si sia deciso, perchè non vogliamo e non possiamo fare la guerra, un nostro atteggiamento di astensione, avere una chiarificazione con i Tedeschi, in alto loco, nella quale noi potremmo sostenere la tesi seguente?

Ecco la tesi e anzi la dichiarazione da fare ai Tedeschi:

l) noi ripetiamo di voler mantenere fede al trattato;

2) nell'ambito proprio del trattato e per studiare tutte le maggiori possi

bilità di successo delle due Potenze dell'Asse, considerare se veramente sia utile all'Asse stesso un nostro intervento militare immediato;

3) noi presentiamo un piano concreto di non intervento militare, ma in certo modo di intervento politico ed economico in modo che la Germania, qualora il conflitto si generalizzasse, potrebbe avere tutto il vantaggio del nostro aiuto non bellico, integralmente;

4) ripetere alla Germania che un nostro intervento militare al suo fianco è da prevedersi in un secondo momento.

Tutto ciò è reso oggi possibile per il fatto che, effettivamente, dopo la conclusione del patto con la Russia, la Germania ha completamente le spalle coperte e non ha più pericoli di accerchiamento. Dinanzi alla massa tedesca l'esercito francese, che si trova a uno contro due, non può rappresentare un grande pericolo, nè gli aiuti britannici possono spaventare Berlino. In altre parole la fortezza tedesca resterebbe praticamente inattaccabile e una volta liquidata in brevi settimane (sempre secondo la tesi Ribbentrop) la Polonia, tutte le forze germaniche riunite non potrebbero non premere verso occidente.

Viceversa un ingresso immediato dell'Italia nel conflitto porterebbe a campagne intercontinentali e coloniali di esito impreveduto che praticamente non darebbero alcun vantaggio alla Germania e a noi danno estremo.

Con tale sistema noi eviteremo di fare la guerra almeno fino al giorno in cui non fossimo veramente preparati. E al tempo stesso non romperemmo un trattato di alleanza, rottura che storicamente può sempre avere conseguenze non piccole.

Naturalmente «fata premunt » e la cosa andrebbe fatta al più presto. Sono queste, ripeto, idee che mi passano per la testa ma che sento il dovere di esporti.

P. S. -Questa chiarificazione con i Tedeschi potrebbe da noi essere appoggiata dalle seguenti argomentazioni: l) se la guerra generale oggi scoppia in Europa è per una causa unicamente di interesse tedesco e per decidere un problema unicamente tedesco;

2) nel periodo antecedente alla crisi l'Italia, per quanto si sia fatta parte diligente ed abbia dato ripetute prove della sua lealtà di alleato, non è stata sufficientemente, per non dire affatto, messa al corrente dall'alleato tedesco degli sviluppi della situazione, in modo che essa h a finito per giungere impreparata alla soglia del conflitto (questo sistema tedesco di reticenze e di misteri ha colpito e ferito anche i Giapponesi -mi riferisco in proposito al mio appunto odierno relativo alla mia conversazione con l'Ambasciatore Oshima (l));

3) mentre, se la Francia e l'Inghilterra attaccheranno la Germania, il Popolo tedesco si troverà ad essere « aggredito » e quindi in una posizione psicologica di resistenza molto forte, l'Italia dovrebbe di sua iniziativa dichiarare la guerra e quindi «aggredire» Francia e Inghilterra. Situazione questa, psicologicamente, nei confronti interni, molto meno forte, dato, ripeto, che il movente del conflitto è estraneo all'Italia (2).

(l) -Il testo del presente documento è quello pubblicato dall'Agenzia Stejani poichè è stato impossibile rintracciare l'originale inviato a Vittorio Emanuele III. (2) -Vedi D. 162. (3) -Il presente documento fu redatto il giorno 23, ma spedito il 24, come appare dalla postilla autografa.
188

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 4239/1794. Sofia, 23 agosto 1939.

A telespresso di V. E. 17 corrente n. 227643/C (3).

Che da parte sovietica si sarebbe tentato di dare al viaggio dei parlamentari bulgari a Mosca un valore e un significato che non è desiderato da questo Governo, era qui già scontato. Anzi questa considerazione mi è stata anche ripetuta dal Presidente del Consiglio, che già aveva tenuto, come segnalai, a marcarmi il carattere puramente personale dell'iniziativa degli anzidetti parlamentari.

Comunque il fatto, insieme con quello del viaggio del Presidente della Camera bulgara a Parigi e Londra, e nonostante l'approssimativa riconciliazione di questi col Presidente del Consiglio, potrebbe verosimilmente essere adoperato da Kiosseivanov quale testimonianza di pericolose iniziative politiche, a carico dell'attuale parlamento, di cui sembra il Governo penserebbe seriamente a sbarazzarsi, come manifesterebbero ormai i molti indizi già da me segnalati.

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IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. RISERVATO 4242/1796. Sofia, 23 agosto 1939.

Sono stato riservatamente informato che il. Signor Ghencev, di cui facevo cenno a V. E. nel mio rapporto del 2 corrente, n. 3869 ( 4), si è recato in questi giorni in Turchia per un brevissimo soggiorno. Nel ristrettissimo ambiente nel

quale la notiz1ia è stata conosciuta, si ritiene che l'anzidetto funzionario di Corte, non uso a viaggiare se non talvolta al seguito del Sovrano, potrebbe essere stato incaricato di qualche riservata missione informativa relativa alla situazione turca.

(l) -Non rintracciato. (2) -Il presente documento porta la seguente postilla autografa: c Attolico, rientrato da Roma, ti invia ora l'importante rapporto n. 6339 (vedi D. 218). Come vedrai, nella sostanza concordiamo perfettamente. Non rottura di trattato. Chiarificazione e coordinazione •. (3) -Non pubblicato. Contiene ritrasmissione di Telespr. da Mosca in data 8 agosto, non pubblicato. (4) -Non rintracciato.
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IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. (1). Sofia, 23 agosto 1939.

Le dichiarazioni :fatte al R. Ambasciatore in Berlino da quel Ministro di Romania riflettono le più volte rinnovate dichiarazioni di questo Governo con una sola eccezione.

Il Governo bulgaro infatti ha dichiarato di poter contemplare la possibilità di una sua adesione all'Intesa Balcanica (mai a un blocco balcanico, specie se in funzione di complemento dei patti di accerchiamento), in cambio di una piena soddisfazione data alle aspirazioni nazionali della Bulgaria in merito alla bobrugia meridionale (fino all'antico confine bulgaro-romeno anteriore alla guerra balcanica del 1913) e ad uno sbocco territoriale all'Egeo non meglio definito (ma ad ogni modo certamente comprendente la baia e il litorale ad occidente di Porto Lagos, con l'eventuale inclusione del Golfo di Cavala). Secondo successive dichiara2lioni fattemi dal Presidente del Consiglio e da me riferite a V. E., la sola soluzione dobrugiana avrebbe potuto al più indurre la Bulgaria a stipulare con la Romania un semplice patto di non aggressione.

Viceversa mai ed in nessuna occasione è stato toccato il problema macedone, espressamente taciuto 1in tutte le occasioni in cui sono state definite le aspirazioni nazionali bulgare, marcandosi anzi da parte di questo Governo in ogni altra dichiarazione inuffi.ciale l'inattualità del problema stesso. Verso la Jugoslavia il Governo bulgaro si è soltanto spinto talvolta ad esprimere, a seconda dei casi con più o meno insistenza e sempre inuffi.cialmente, la speranza della restituzione alla Bulgaria della ristretta regione di Zaribrod a nord-ovest delle proprie frontiere.

L'esplic,ita inclusione della Macedonia, fatta dal Ministro di Romania a Berlino, fra le rivendicazioni nazionali bulgare, non risponde quindi obiettivamente a realtà, ma potrebbe forse invece rivelare il desiderio romeno che quel problema, indubbiamente perdurante nel sentimento nazionale bulgaro, possa servire ad. ostacolare i futuri sviluppi politici della Bulgaria, creandole condizioni di aperto dissidio con la Jugoslavia, e contribuendo di rovescio a rafforzare i vincoli di quest'ultima con la Romania.

Già a suo tempo ebbi a manifestare all'E. V. l'impressione che la questione macedone potesse allo stato attuale della situazione balcanica, prestarsi a nuove manovre.

(l) L'originale del presente documento, ritrasmesso per conoscenza alle Ambasciate ad Ankara, Londra, Parigi e alle Legazioni a Bucarest, Budapest, Atene con Telespr. 220061/c, in data 2 settembre, non è stato rintracciato.

191

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO. Roma, 24 agosto 1939.

Alle ore 23,45 del 23 agosto mi ha telefonato il Signor Grey, dell'Ambasciata d'Inghilterra, per dirmi che il suo Ambasciatore aveva istruzioni di fare una comunicazione della massima urgenza a S. E. il Ministro.

Informatolo della impossibilità di raggiungere personalmente il Ministro nella nottata, egli mi ha detto, dopo averne conferito con il suo Ambasciatore, che un funzionario dell'Ambasciata si sarebbe presentato questa mattina a Palazzo Chigi.

192

IL MINISTRO A KAUNAS, DI GIURA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 38. Kaunas, 24 agosto 1939, ore 1,46 (per. ore 5,15).

Conclusione patto di non aggressione tedesco-russo ha suscitato enorme sorpresa ed impressione in Lituania dove tuttavia si continua affermare con disperata energia nei circoli responsabili che questo Paese si sforzerà dii conservare in ogni modo la più stretta neutralità nel caso di una guerra. Nel contempo diverse personalità locali si domandano se tale proposito sia praticamente reaHzzabile e se tutto sommato non sarebbe conveniente per la stessa Lituania cogliere eventuale occasione favorevole per realizzare aspirazione tuttora viva nell'opinione pubblica lituana e cioè riunire al territorio nazionale storica capitale Vilna. Oiò tanto più che disposizioni generali Lituania verso Polonia permangono ostili o per lo meno sospettose mentre imponenza inesorabilmente costruttrice della grande Germania appare qui degna di sempre maggior rispetto anche se non di amore.

193

IL MINISTRO A KAUNAS, DI GIURA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 39. Kaunas, 24 agosto 1939, ore 1,45 (per. ore 5).

Questo mio collega di Germania, Ministro Zechlin, mi ha confermato stamane ritenere quasi inevitabile, nonchè prossimo, conflitto armato mentre ha escluso categoricamente che la Germania abbia bisogno obbligare Lituafilia ad aderire immediatamente Asse. Egli ha soggiunto che bisognava evitare impressione sfavorevole altri Stati minori come per esempio Belgio, Olanda, Danimarca, ed ha affermato ritenere che Polonia non soltanto non avrebbe invaso Lituania, ma non avrebbe potuto che condurre guerra « difensiva » nel suo

stesso territorio. Zechlin ha tuttavia riconosciuto molto desiderabile che «almeno dopo diversi mesi guerra» Lituania si fosse anche essa decisa fiancheggiare Asse per ricongiungersi a quei territori abitati tuttora in Polonia da lituani e storicamente indissolubili da nazione lituana. Egli ha concluso che simile intervento lituano avrebbe portato in favore Asse un altro principio di rivendicazioni nazionali che sarebbe riuscito da un punto di vista morale grandemente utile nei riguardi opinione pubblica mondiale.

194

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 614. Tokio, 24 agosto 1939, ore 7,20 (per. ore 15).

Collega tedesco mi ha letto stamane lungo telegramma del suo Ministero con cui si riferisce circa spiegazioni date a quell'Ambasciatore del Giappone. Molti degli armamenti (l) sono gli stessi che ho fatto esporre ieri questo Ministero Guerra da nostro Addetto Militare. Meritano partkolare menzione asserzioni che amicizia Germania per Giappone rimane immutata, che Germania è mediatrice tra Giappone e Russia e che Russia mostra disposizione favorevole a intesa con Giappone. Collega tedesco comunicherà qui oggi testo telegramma.

195

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 615. Tokio, 24 agosto 1939, ore 7,20 (per. ore 15,10).

Da un alto funzionario di questo Ministero Esteri:

Si è avuta una offensiva generale di tutti gli anglofili. È stata la maggiore dall'inizio conf\litto cinese. Essi si sono valsi del patto russo-tedesco e dello stato d'animo riguardante specie i militari. Occasione altrettanto favorevole non si era fino ad ora loro presentata e probabilmente non si sarebbe più presentata. Attacchi sono stati fino ad ora respinti e si crede che gli ulteriori avranno minore intensità. Persone degne di fede cominciano calmarsi e le altre a rassegnarsi. Qualche agitazione resta fra società patriottiche.

Si conferma crisi ministeriale che si considera imminente. Ma appunto in considerazione di quanto precede non si parla più di un Gabinetto anglofilo.

Si è rinunciato almeno per ora al richiamo Ambasciatore del Giappone a Berlino anche per evitare deduz·ioni che ne ~arebbero state tratte. Volontà restare a fianco Asse va rafforzandosi pur attendendosi conoscere testo trattato russo-tedesco e svolgimento avvenimenti europei.

<J -Dor11menti diplomatici -Serie VIII -Vol. XIII

Vostra udienza e dichiarazioni a codesto Ambasciatore del Giappone hanno suscitato favorevole impressione nell'opinione pubblica e Ministero degli Affari Esteri.

Sono il primo segno pubblico ed ufficiale della volontà dell'Asse di non mutare politica. Più che mai Italia è oggi unica Grande Potenza che raccolga ancora simpatia (1).

(l) Gruppo probablimente errato dovendosi sostituire « argomenti. ad • armamenti •.

196

IL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI D'EUROPA E DEL MEDITERRANEO, BUTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO. Roma, 24 agosto 1939.

L'Incavicato d'Affari d'Ungheria ha avuto istruzioni dal suo Governo di portare a conoscenza del Governo italiano la comunicazione di cui al foglio allegato (2).

ALLEGATO.

Roma, 24 agosto 1939.

Par l'intermédiaire de son ministre à Bucarest le Gouvernement Hongrois a fait parvenir au Gouvernement Roumain le message suivant:

Le Gouvernement Royal Hongrois observe avec le plus grand sang-froid depuis

le mois de mars, que le Gouvernement Roumain ne cesse de mobiliser bien qu'il

eut fait savoir d'une manière officielle au Gouvernement Roumain que de sa part

il avait supprimé toutes les mesures militaires qu'il avait du prendre préalablement.

Le Gouvernement Roumain avait promis le 26 mars qu'il prendrait des mesures

analogues. Sans égard à cette promesse il continuait ses préparatifs militaires, faits

qui en eux-mèmes sont généralement considérés dans la vie internationale camme

des mesures graves.

Chaque fois que le Gouvernement Hongrois demandait des éclaircissements, le

Gouvernement Roumain lui donnait toujours des réponses évasives. En plus le

Gouvernement Hongrois n'a pas omis d'attirer plus d'une fois, par la voie des

représentants des pays amis, l'attention du Gouvernement Roumain à ce que l'amé

lioration des rapports entre les deux pays, réclamée tant de fois par le Gouverne

ment Hongrois, était impossible, si le Gouvernement Roumain ne cessait à pro

voquer par ses mesures militaires l'opinion publique hongroise.

Pour faire preuve de sa bonne volonté, le Gouvernement Hongrois de son còté

n'a pris aucune mesure militaire, dont le Gouvernement Roumain avait l'occasion

de se convaincre.

Cependant hier des informations dignes de foi sont parvenues à la connaissance

du Gouvernement Hongrois que l'armée roumaine se déploie doucement vers les

frontières hongroises.

En présence de ces mesures militaires menaçantes, d'ailleurs complètement

incompréhensibles, le Gouvernement Hongrois est dès à présent contraint de prendre

des mesures dans l'intérèt de la défense du pays et doit rejeter toute la responsa

bilité sur le Gouvernement Roumain si l'action qu'il avait initiée il y a des semaines

dans l'intérèt de l'amélioration des rapports entre les deux pays n'avait pu aboutir

à aucun résultat.

(2i Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 400, questa comunicazione sarebbe stata consegnata il giorno 23 agosto.

(l) Nota dell'Ufficio Cifra: c Senza firma •. Si presume che il T. sia stato redatto da Auriti come il precedente.

197

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. E CONFIDENZIALE. Roma, 24 agosto 1939 (1).

Signor Bastianini, after handing to Signor Mussolini this morning the letter which I had addressed to you yesterday evening, told me that Signor Mussolini would be glad of the earliest possible information about the result of the pressing appeal sent to Colonel Beck by Lord Halifax.

I am able to tell you that Colonel Beck has informed Sir Howard Kennard that he is in urgent consultation with the Polish Ambassador in Berlin about the possibility of Monsieur Lipski seeing the German State Secretary.

I bave received instructions to make a further communication to you from Lord Halifax, which will reach you as soon as there has been time to copy out the letter.

198

IL MINISTRO A BELGRADO, INDELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 182. Belgrado, 24 agosto 1939, ore 11,55 (per. ore 17,15).

Stamane Cvetkovié e Macek provenienti Zagabria sono giunti a Bled per recarsi sottoporre al Reggente il I'isultato delle loro ultime conversazioni e l'accordo che sembra finalmente concluso.

Col Principe dovrà essere convenuta composizione del nuovo Governo che sarà completato con l'inclusione di quattro croati rappresentanti Partito di Macek.

Riferirò ulteriormente.

199

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 151. Parigi, 24 agosto 1939, ore 13,35 (per. ore 15,15).

Sottocapo dello Stato Maggiore dell'Esercito ha comunicato a questo addetto militare che, in seguito variazioni avvenute nelle nostre forze militari in genere ed in seguito alcuni nostri provvedimenti verso frontiera, questo Stato Maggiore prenderà provvedimenti verso frontiera italiana.

(l) Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 400, questa lettera sarebbe stata consegnata nella mattinata del 24 agosto.

200

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 532. Berlino, 24 agosto 1939, ore 15,27 (per. ore 17,25).

Telegramma di V. E. n. 311 (1).

Ribbentrop ha già fatto diramare dal D.N.B. a Mosca comunicato nel quale si augura che nuovo patto russo-tedesco possa giovare alle relazioni nipposovietiche rinsaldando quelle germano-nipponiche.

Ciò è il risultato evidentemente di una intesa con la Russia.

201

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 534. Berlino, 24 agosto 1939, ore 15,26 (per. ore 17,35).

Mando per espresso testo lettere scambiate ieri tra Chamberlain e Hitler (2). Anche la loro attenta lettura conferma carattere negativo delle prime impressioni ricevutene ieri.

Stamani Ambasciatore di Polonia a Berlino ha domandato di vedere Weizsacker o in sua assenza il Sottosegretario di Stato Woermann, ma questi rispondeva che non era in ufficio.

Richiesto da me se eventualmente U.R.S.S. avesse posto al patto di non aggressione condizioni collaterali implicanti eventuali accomodamenti germanopolacchi, Woermann ha risposto di non avere informazioni in proposito. Egli è sicuro che di qualche altro argomento -all'infuori del patto -si è parlato, ma forse non su quel punto.

Contrariamente prime notizie stampa, Ribbentrop ritorna forse a Berlino. Cercherò di vederlo. Ho inviato stamane per aereo un rapporto per V. E. che ritengo di speciale urgenza (3).

202

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. CONFIDENZIALISSIMA. Roma, 24 agosto 1939.

I am instructed by Lord Halifax to enclose, for the personal information of Your Excellency and of Signor Mussolini, the text of Herr Hitler's reply to the message addressed to him by Mr. Chamberlain (4).

D. -156. n. -2, DD. 454 e 456. D. -456.

Lord Halifax desires me again to impress on Your Excellency the need for extreme discretion as regards the contents of this document. A summary only has been communicated to the French Government, while the full text

(which, as it has reached me, is in pla,ces not entirely clear) is to be communicated by me for the sole information of the Head of the Government and of Your Excellency.

(l) -Non pubblicato. Contiene ritrasmissione del T. da Tokio 608 in data 22 agosto, vedi (2) -Non pubblicato. Vedi Libro Azzurro Britannico, DD. 56 e 60 e Libro Bianco Tedesco (3) -Vedi D. 218. (4) -Non pubblicato. Vedi Libro Azzurro Britannico, D. 60 e Libro Bianco Tedesco, n. 2,
203

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO D.EGLI ES.TERI, CIANO (l)

FoN. s. n. Roma, 24 agosto 1939, ore 16,20.

l) L'Ambasciatore d'Inghilterra ha rimesso a Palazzo Chigi, in allegato ad una lettera per V. E., il testo della lettera diretta da Chamberlain ad Hitler.

2) Sarà noto a V. E. che l'Ambasciatore degli Stati Uniti ha rimesso a Sua Maestà un messaggio di Roosevelt, copia del quale è stata già fatta pervenire al Duce da questo Ministero.

3) L'Ambasciatore d'Inghilterra ha fatto presente a S. E. Bastianini che in seguito alla conversazione avuta ieri sera con V. E. e da lui riferita ad Halifax questi ha fatto un pressante appello, a mezzo dell'Ambasciatore inglese a Varsavia, presso il Colonnello Beck perchè egli voglia ristabilire subito un contatto diretto col Governo tedesco.

4) Ribbentrop giungerà a Berlino stasera verso le 19 (2).

204

L'AMBASCIATORE A VARSAVIA, ARONE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 189. Varsavia, 24 agosto 1939, ore 17,20 (per. ore 23,50).

Col provvedimento adottato di urgenza nel Consiglio dei Ministri di ieri sera concernente nuovi imponenti richiami sotto le armi ed altre misure dnerenti ad uno stato di guerra (requisizione, fermo depositi ecc.) vi è oggi in tutta la Polonia un'atmosfera di voivissima ... (3). In alcuni ambienti circola la voce, non controllata, di gravi avvenimenti che potrebbero verificarsi Danzica da un giorno all'altro e persino nelle prossime 24 ore. Vengono intanto segnalati vari incidenti accaduti ieri, quali i numerosi arresti di polacchi a Danzka, sconfinamento di due aeroplani militari tedeschi in terr,itorio polacco nella zona di Bohumin, l'arresto del corriere di Gabinetto polacco, di cui al mio telegramma

n. 188 (4).

(l) -In viaggio per S. Anna di Valdieri. (2) -Il presente documento porta la seguente postilla: • (telefonato al Comm. Bellei, della Prefettura di Genova, perché, secondo le istruzioni ricevute da Mondovì, rechi questo fonogramma a S. E. il Ministro, che transita alla stazione alle ore 17). De Ferraris • (3) -Nota dell'Ufficio Cifra: .Manca». (4) -Non pubblicato.
205

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. CONFIDENZIALISSIMA. Roma, 24 agosto 1939 (1).

I lost no time in acquainting Lord Halifax with Signor Mussolini's observations which Your Excellency was so good as to communicate to me early yesterday. Lord Halifax now asks me to tell you that he greatly appreciates Signor Mussolini's helpful attitude and that he fully shares His Excellency's view as regards the necessity for secrecy.

A t the same time Lord Halifax believes that Signor Mussolini will realise that it is not possible for His Majesty's Government to advise the Polish Government that they should freely recognise the right of the Free City of Danzig to return to the Reich; Lord Halifax is indeed of opinion that it would be useless to ask the Poles to accept any settlement which did not (a) fully safeguard the independence and vital economie rights of Poland and (b) provide an international guarantee for the settlement.

If therefore Signor Mussolini was able to obtain from Herr Hitler any assurance that the settlement which he has in mind would provide such safeguards, and if Herr Hitler would intimate that he accepted the idea of an international guarantee, then Lord Halifax considers that there would be a possible approach to the Polish Government. It may be that Signor Mussolini would himself have suggestions to make as regards the form in which a proposal to this effect might be presented. If that were so, Lord Halifax would of course be very glad to consider Signor Mussolini's suggestions.

Lord Halifax is himself disposed to think that an agreement on the idea of an international guarantee would be easier to reach than one on the kind of basis on which an agreed settlement would be possible, and it therefore occurs to him as just possible that a formula providing for an international guarantee might be signed and ratified in advance of the actual settlement itself, and that the terms of the settlement eventually reached could be subsequently embodied in the instrument.

Lord Halifax feels it at the same time difficult to see how any progress towards a solution can be made unless some means can be found to abate the incitement of the German press.

I may add on my own account that I understood from my conversation yesterday with Signor Mussolini that you yourself hold the clear view that the independence and vital economie rights of Poland would need to be internationaly guaranteed, and I therefore much hope that the Duce and you will think it possible to pursue usefully Lord Halifax's present suggestion. I think the suggestion really amounts to this, that, if it could be ascertained that Herr Hitler accepted the idea of international guarantees to safeguard the independence and vital economie rights of Poland, it might be possible to obtain Polish agreement to a negotiated alteration of the Statute of the Free City of Danzig.

TRADUZIONE.

Non ho perso tempo nell'informare Lord Halifax delle osservazioni del signor Mussolini, che V. E. ebbe la bontà di comunicarmi ieri di buona ora. Lord Halifax mi incarica di dirvi che egli apprezza grandemente l'utile atteggiamento del signor Mussolini e che egli condivide pienamente le vedute di S. E. per quanto riguarda la necessità del segreto.

Al tempo stesso Lord Halifax ritiene che il signor Mussolini si renderà conto che non è possibile per il Governo di Sua Maestà di consigliare il Governo polacco che esso potrebbe spontaneamente riconoscere il diritto della città libera di Danzica di ritornare in seno al Reich; Lord Halifax è invero dell'opinione che sarebbe inutile di domandare ai polacchi di accettare un qualunque accordo che

a) non salvaguardasse pienamente l'indipendenza e i vitali diritti economici della Polonia e b) non assicurasse una garanzia internazionale sull'accordo.

Se pertanto il signor Mussolini fosse capace di ottenere dal signor Hitler qualche assicurazione che l'accordo che egli ha in mente potesse provvedere a tali salvaguardie, e se il signor Hitler facesse comprendere che egli accetterebbe l'idea di una garanzia internazionale, allora Lord Halifax ritiene che vi potrebbe essere un avvicinamento possibile al Governo polacco. Può darsi che il signor Mussolini abbia egli stesso dei suggerimenti da fare per quanto riguarda la forma con la quale potrebbe essere presentata una proposta a questo scopo. Se così fosse, Lord Halifax sarebbe naturalmente molto lieto di prendere in considerazione le proposte del signor Mussolini.

Lord Halifax è per suo conto disposto a ritenere che sarebbe più facile raggiungere un accordo sul principio di una garanzia internazionale che un accordo sulle basi sulle quali potrebbe raggiungersi una sistemazione concordata, gli sembra appena possibile che una formula che assicuri una garanzia internazionale venga firmata e ratificata prima dell'effettiva sistemazione stessa e che i termini della sistemazione eventualmente raggiunta possano essere successivamente incorporati nello strumento.

Lord Halifax ritiene al tempo stesso che sia difficile di vedere in che modo possa essere compiuto qualche progresso verso una soluzione fino a che non sia trovato qualche mezzo per ridurre l'eccitazione della stampa tedesca. Posso aggiungere, per mio proprio conto, che io ho compreso dalla conversazione di ieri con il signor Mussolini che Voi stesso avete una chiara visione che l'indipendenza e i vitali diritti economici della Polonia avrebbero bisogno di essere internazionalmente garantiti, e io pertanto spero molto che il Duce e voi riteniate possibile di dar utilmente seguito al presente suggerimento di Lord Halifax.

Io ritengo che il suggerimento ammonta effettivamente a questo, che, se potesse essere accertato che il signor Hitler accetta l'idea di una garanzia internazionale per salvaguardare l'indipendenza e i vitali diritti economici della Polonia, sarebbe possibile di ottenere il consenso polacco ad una modificazione negoziata dello statuto della città libera di Danzica.

(l) Secondo la Cronologia. vedi Appendice I. p. 400. questa lettera sarebbe stata consegnata nel pomeriggio del 24 agosto.

206

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 33. Danzica, 24 agosto 1939, ore 18,35 (per. ore 20,20).

Miei telegrammi numeri 31 e 32 (1). Gauleiter Forster nominato capo supremo della città libera di Danzica in seguito decreto emanato iersera dal Senato; Greiser conserva titolo nominale

di presidente del Senato. Provvedimento è conseguenza ordine dato dal Fiihrer a Forster rientrato ieri sera da Be:rchtesgaden; ambienti polacchi, dopo breve fase di relativa calma corrispondente alla ripresa conversazioni per vertenza doganale polacco-danzichese ieri troncate, hanno reagito all'annunzio del patto di non aggressione germanico-sovietico con violento l'iaccendersi propositi bellici: a tale psicosi bellica debbono attribuirsi improvvisi tiri artiglier·ia antiaerea -;Jiazzata nei dintorni Germania (l) contro tre aeroplani c-ivili tedeschi trasvolanti ieri e stamane acque territoriali e territorio polacco; frammenti granate sono caduti su Zoppot per cui Senato ha presentato protesta al Commissario Generale Polonia. Da oggi autorità polacche hanno chiuso frontiera polacco-danzichese.

Consoli Inghilterra Francia e Stati Uniti fanno rimpatriare loro connazionali. Prevedesi prossima partenza anche dell'Alto Commissario della S. d. N. Collettività italiana compreso un centinaio marinai piroscafi nazionali mercantili, mantiensi esemplarmente calma. Comunicato Roma, Berlino e Varsavia.

(l) Vedi DD. 144 e 145.

207

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 537. Berlino, 24 agosto 1939, ore 19,30.

Alle 5,45 pomeridiane è tornato oggi a Berlino il Fiihrer ed io mi sono trovato insieme con Magistrati a riceverlo all'aeroporto. Avvertito della nostra presenza, ci è cortesemente venuto incontro.

Ho quindi salutato Ribbentrop giunto alle ore 18,45 complimentandomi vivamente con lui per i risultati raggiunti. Egli, che pareva molto soddisfatto, mi ha detto che mi vedrà appena possibile. Ha aggiunto peraltro di aver già parlato con Rosso questa mane. Si è recato immediatamente dal Fiihrer a conferire.

Goering è anch'egli a Berlino ove ormai si trova concentrato tutto il Governo.

208

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO. Roma, 24 agosto 1939, ore 19,30.

Magistrati telefona che secondo voci da Berlino in Polonia sarebbe stata iniziata la mobilitazione generale e che movimenti di truppe polacche si riscontrerebbero verso Danzica.

Il Fiihrer, Ribbentrop, Goering e tutto il Governo si trovano ora a Berlino.

(l) Sic nel testo.

209

IL MINISTRO A RIGA, ROGERI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 42. Riga, 24 agosto 1939, ore 20 (per. giorno 25, ore 0,... (1)).

Munters si è mostrato molto soddisfatto per « sorprendente » patto di non aggressione tedesco-sov,ietico in quanto sembra per ora almeno allontanarsi la minaccia a cui sarebbero stati esposti i Paesi baltici in caso U.R.S.S. si fosse effettivamente legata alle Potenze Occidentali.

Egli ha qualificato non credibili dicerie incontrollabili e circolanti qui ieri, secondo cui Reich avrebbe concesso mano libera all'U.R.S.S. Paesi baltici e particolarmente in Estonia.

D'altra parte persistente gravità situazione politica generale non diminuiva pericolo per Lettonia inerente sua contiguità geografica con Polonia.

Egli sperava tuttavia ancora che quest'ultima avrebbe saputo evitare conflitto armato con Germania nel caso accettaZJione decisione Danzica per Anschluss, rimettendosi, ad esempio, a decisioni Società delle Nazioni.

Commentando « sorpresa » tedesco-sovietica, Munters vi scorgeva ovvio risultato e solenne prova ingenuità e cecità anglo-francese nell'ostinars·i a credere buona volontà U.R.S.S. di aiutare chicchessia e ad attribuire suo eventuale aiuto importanza morale ed eccessiva.

Munters mi parve tuttavia alquanto scettico circa stabHità relazioni tedescosovietiche sul fondamento del nuovo Patto di non aggressione.

Egli mi dichiarò infine suo vivo interesse per visita Ministro per gli Affari Esteri Berchtesgaden anche in relazione viaggio Ministro degli Affari Estel'i d'Ungheria, nonchè, in genere, per azione Regio Governo nello sviluppo attuali avvenimenti.

210

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 255. Budapest, 24 agosto 1939, ore 20,40 (per. ore 21,15).

Benchè opinione pubblica, ancora non rimessa dalla attonita sorpresa prodotta dalla notizia firma del Trattato russo-tedesco, non abbia finora dato modo manifestarsi chiaramente, prime impressioni suscitate in Ungheria possono essere comunque caratterizzate da una generale sensazione dell'enorme aumento prestigio Germania e potenza dell'Asse Roma-Berl·ino.

Mentre gli ambienti ebrei e anti-germanici, pur nel loro intimo, sfruttando sentimenti popolari simpatia verso la Polonia, alimentano preoccupaZJioni per quelli che potranno essere gli sviluppi prossimi o lontani di questi avvenimenti, è viva la speranza nel Paese profittare delle cdrcostanze per ottenere nuovi immediati vantaggi territoriali.

Si nota risveglio assieme partiti filo-nazisti che annunziano già manifestazioni. Negli ambienti Legazione di Germania e Legazione di Inghilterra si crede

che, allo stato delle cose, conflitto armato potrà difficilmente essere evitato. Ministro di Germania mi ha parlato chiaramente di fìnis Poloniae. Consiglio dei Ministri ha ieri deciso importanti imminenti misure militari

frontiera ungaro-romena che mi riservo precisare. Appare in corso la mobHitazione dei Corpi d'Armata Debreczen e Szeged. Vedrò Csaky oggi stesso.

(l) Sia l'ora di partenza che quella d'arrivo non si leggono integralmente.

211

IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO AGLI ESTERI, BASTIANINI, AGLI AMBASCIATORI A MOSCA, ROSSO E A BERLINO, ATTOLICO

T. 18216 P. R. (1). Roma, 24 agosto 1939, ore 22,30.

Prego telegrafare subito testo trattato russo-tedesco.

212

IL MINISTRO A BELGRADO, INDELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 184. Bled, 24 agosto 1939, ore 23 (2) (per. giorno 25, ore 7).

Ho veduto nel pomeriggio di oggi Cincar-Markovié che vivamente preoccupato delle notizie che gli giungono circa gli sviluppi della situazione partirà stanotte per Belgrado. Mi ha detto, che, comunque gli avvenimenti abbiano a svolgersi, la Jugoslavia è più che mai decisa a restare ben ferma nella politica concordata nei riguardi nostri che, come egli ha potuto accertare, ha la piena adesione degli stessi capi dell'opposizione. Mi ha accenato ad uno scambio di telegrammi che sarebbero avvenuti fra V. E. e il Reggente ed al progetto di un prossimo incontro di questi con S. A. R. il Principe di Piemonte.

213

IL MINISTRO A BELGRADO, INDELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 185. Bled, 24 agosto 1939, ore 22 (3) (per. giorno 25, ore 7).

Mio telegramma n. 182 (4). Comunicato ufficiale uscito stasera informa che il Reggente ha approvato le intese raggiunte fra il Presidente del Consiglio e Macek. Sembra che notizia

ufficiale e testo accordo verranno diramati sabato prossimo insieme annunzio dimissioni Gabinetto e formazione nuovo Governo. Cvetkovié, Cincar-Markovié e il Ministro della Guerra rimarrebbero alloro posto. È ancora incerto se e quale carica Macek assumerebbe personalmente.

(l) -Il telegramma spedito a Mosca porta il n. 56, quello spedito a Berlino il n. 314. (2) -Il presente telegramma fu redatto prima come si deduce dal suo numero di protocollo, ma spedito dopo il T. 185, vedi D. 213. (3) -Vedi nota 2, D. 212. (4) -Vedi D. 198.
214

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 539. Berlino, 24 agosto 1939, ore 23,15 (per. giorno 25, ore 1,30).

È venuto a vedermi oggi Ambasciatore d'Inghilterra, il quale mi ha messo al corrente dei risultati completamente negativi delle due conversazioni da lui avute ieri a Berchtesgaden col Fiihrer, che gli è sembrato ormai assolutamente deciso alla guerra anche se generale.

Egli ha quindi telegrafato stamane al suo Governo di non vedere altro scampo all'infuori di un'immediata richiesta della Polonia di negoziare direttamente con la Germania.

Henderson ha provveduto oggi stesso alla distruzione archivi ed all'invio documenti più importanti a Londra. Egli ritiene come probabile un ultimatum della Germania alla Polonia per domani sera 25.

Non ripeto qui notizie mobilitazione polacca ed altr... (l) da parte mHitare. Situazione è veramente agli estremi ed io stesso non vedo come la Polonia potrebbe evitare la guerra se non cedendo.

215

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 256. Budapest, 24 agosto 1939, ore 23,57 (per. giorno 25, ore 11).

Mio telegramma n. 255 (2). In una lunga conversazione Csaky mi ha in sostanza dichiarato: l) Come d'accordo con V. E. non assumerà nessun atteggiamento importante e decisivo senza consultare V. E. In caso di conflitto, senza dichiarare la neutralità, Ungheria si manterrà «in riserva». 2) Non attaccherà nè provocherà Romania «anche se spinta a farlo da altri » senza previo assenso dell'E. V. Aveva oggi fatto passi a Bucarest, di cui aveva già messo al corrente V. E., rilevando che la Romania, malgrado assicurazioni e promesse, non aveva mai

effettivamente smobilitato; e dichiarando che il Governo ungherese, di fronte ai nuovi ingenti concentramenti di truppe alla frontiera ungherese, era costretto a prendere misure di protezione; che «lasciava quindi alla Romania la responsabilità se rapporti fra i due Paesi non potevano divenire normali».

Governo ungherese ha infatti deciso procedere graduali misure mobilitazione, senza però dichiararla; saranno intanto mobilitati Corpi d'Armata di Szeged e Debreczen; truppe rimarranno però negli accantonamenti senza essere inviate alla frontiera. Saranno rinforzate guardie confine. Sono in corso rihiami per precetto personale ed analoghi provvedimenti.

(l) -Nota dell'Ufficio Cifra: c Due gruppi indecifrabili •· (2) -Vedi D. 210.
216

IL MINISTRO DEGLI ESTERI. CIANO, AL MINISTRO A GEDDA, SILLITTI

T. 506/56 R. Roma, 24 agosto 1939, ore 24.

Vostro telegramma 86 (1).

Potete in via confidenz•iale far conoscere a codesto Governo che non abbiamo elementi circa accordi militari segreti fra Francia e Turchia in relazione alle loro intese di reciproca assistenza nel Mediterraneo.

Potendo tuttavia aggiungere -a conferma e completamento di quanto abbiate già fatto presente a Governo e ambienti sauditi in relazione recenti avvenimenti in Levante ed in special modo cessione Alessandretta -come sia evidente che· politica turca miri riprendere influenza e predominio nei Paesi arabi già facenti parte ex Impero ottomano; e che da parte franco-inglese non solo non si è in grado di opporsi alla pressione turca sui Paesi arabi ma la si ammette e la si riconosce ogni giorno di più. Accordo destinato a riservare a esercito turco azione militare in Siria e altri Paesi arabi appare quindi in queste circostanze come una ragionevole probabilità, della quale occorre tener conto, dato anche la necessità in cui si trova la Francia di concentrare tutte le sue forze su altri fronti.

Se avremo qualche elemento preciso non mancheremo di comunicarlo a codesto Governo, con cui converrà, per quanto Vi è possibile, coltivare questo argomento.

217

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 205. Budapest, 24 agosto 1939 (per. giorno 28).

Nella conversazione avuta stamane col Ministro di Germania, egli mi ha soprattutto parlato dell'enorme effetto prodotto nell'opinione pubblica nei Paesi balcanici dalla conclusione del Patto russo-tedesco. Mi ha accennato, smentendole,

alle varie voci corse che avevano destato preoccupazione in Ungheria, ribadendo

d'altra parte il concetto che la Germania, come aveva detto Hitler a Csaky, non

aveva mai domandato nulla all'Ungheria nei riguardi della Polonia.

Mi è sembrato interessarsi particolarmente alle misure militari prese dal

l'Ungheria nei riguardi della Romania, ciò che del resto potrebbe sembrare in

relazione alla frase di Csaky di non voler assumere atteggiamenti provocatori

verso Bucarest «anche se spinto da altri».

Erdmannsdorff è stato molto evasivo nei riguardi delle ripercussioni del

patto in Giappone; ma mi ha detto che von Ribbentrop ne aveva messo al

corrente l'Ambasciatore del Giappone.

Mi ha detto non essere esatto che negoziatore del Patto sia stato von Papen;

questi era stato per qualche giorno presso Hitler e mai a Mosca: era ripassato

ieri a Budapest diretto ad Ankara: sarebbe interessante ora vedere la reazione

turca dato che a quanto pare il patto anglo-turco avrebbe dovuto entrare in

vigore solo nel caso che fosse stato concluso anche l'accordo anglo-russo.

A proposito dell'atteggiamento del Governo ungherese e di tante svariate

voci corse al riguardo, egli mi faceva notare che comunque l'esercito e soprat

tutto lo Stato Maggiore ed il suo Capo generale Werth, nutrivano sentimenti di fedeltà e di amicizia verso l'Asse (alludendo evidentemente con ciò piuttosto alla Germania). Varii indizi starebbero infatti, come segnalato, a confermare le simpatie verso la Germania di alcuni più alti ufficiali e ciò contrariamente ·all'opinione generale del Paese e degli stessi giovani ufficiali, simpatie che sarebbero anche concretate in concessioni di notevole importanza nel campo militare come i noti accordi per i voli a lunga distanza e il conseguente uso di alcuni campi di aviazione e l'affermato stabilimento di due stazioni radio germaniche

in territorio ungherese.

(l) Non rintracciato.

218

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. URGENTISSIMO SEGRETO 6339. Berlino, 24 agosto 1939 (1).

Cerco di fare il punto. Ma, poichè navigo alla cieca, sono costretto a bucare,

cioè a fare delle «assunzioni». Navigo alla cieca, perchè non ho altri punti

positivi di riferimento all'infuori degli elementi di pubblica ragione. Con Rib

bentrop a Mosca, Weizsacker a Salisburgo, le informazioni dell'Auswartiges

Amt sono ridotte ad un minimo che la maggiore riservatezza degli inferiori e

un certo senso di diffidenza già ingeneratosi, rendono ancora meno limpide ed

intelligibili.

Comunque, se devo credere a quello che leggo e al poco che ho sentito iersera

da colleghi ed amici, la Gran Bretagna specialmente si è, dopo la sorpresa e

la delusione seguita al primo annunzio dell'accordo germano-russo, ripresa. C'era forse da attenderselo perchè essa -io l'ho constatato durante i 4 anni di guerra passati a Londra -trova, nella immensità delle sue risorse materiali e nel suo orgoglio, una capacità di ripresa ed una tenacia incredibili. Messa sul punto d'onore, essa è oggi, più fedele alla Polonia che mai e il linguaggio della lettera Chamberlain al Fiihrer scritta dopo la bomba di Mosca è ancora più preciso e categorico che non quello del messaggio di Halifax al Duce di domenica scorsa. La Gran Bretagna sa che quello che perderebbe con la guerra non è molto più di quello che perderebbe con una pace ignominiosa. Si appresta quindi a difendere il «suo » con le unghie e coi denti. D'altra parte, farà ancora, -sia per spirito realistico sia per aumentare quella documentazione che la fortifica agli occhi della opinione pubblica propria ed altrui -qualche serio tentativo

di pace. Ove questo fallisse, si darà alla guerra con tutte le sue forze.

Entro questi termini io immagino che la situazione possa rimanere anche dopo la riunione del Parlamento che avrà luogo questo pomeriggio.

Quale l'attitudine dell'Italia?

Il mio rimesso avviso è che essa debba secondare ogni tentativo inglese

di soluzione pacifica. Il primo a farne -in proprio -è stato il Duce, ed una attitudine di coerenza su questo terreno non può che giovarci ad ogni effetto. Dirò di più. Essa mi sembra oramai indispensabile, dato che il nostro contegno dell'ultima settimana e ancor più quello delle ultime giornate ha fatto, ripeto, sorgere nei nostri riguardi -il dissimularselo sarebbe inutile -un leggero senso di diffidenza.

In queste condizioni e per coonestare il nostro contegno di prima, io riterrei

non solo utile, ma necessario che S. E. il Ministro insistesse sulla domanda già

avanzata lunedì di un nuovo colloquio con Ribbentrop, colloquio di cui ieri

-attraverso Woermann -fissai l'origine e lo scopo nella proposta Halifax di

una Conferenza. Che questa od altra (conversazioni dirette fra Polonia e Ger

mania) sia per essere la forma concreta di soluzione pacifica da propugnare è

cosa per ora secondaria. Nelle circostanze a noi conviene-ripeto-mantenere

la linea che da oltre un mese a questa parte consistentemente seguiamo.

Argomento per insistere: proprio il nuovo patto germano-russo che, aven~o

-sia per le circostanze drammatiche in cui si è svolto, sia per il suo stesso

contenuto -rovesciato a beneficio della Germania la situazione politica e diplo

matica, distrugge in pieno il più solido degli argomenti opposti alla iniziativa

del Duce di un mese fa e cioè q.Iello che un qualunque gesto pacifico da parte

della Germania potrebbe essere interpretato come un segno di debolezza. Il

sostenere questo ora, dopo che la Germania si è di tanto rafforzata, sarebbe

semplicemente disonesto, oppure tradirebbe il desiderio da parte tedesca di

volere la guerra guerreggiata a qualunque costo.

Delle due l'una: o la Germania si arrende al nuovo tentativo dell'Italia e

in questo caso il guadagno politico per noi sarebbe incommensurabile, oppure

essa non si arrende e impone la guerra. In questo caso avremmo aperte innanzi

a noi ancora due alternative; quella di profittarne per elevare delle pregiudiziali;

quella di profittarne per imporre delle condizioni.

Scarterei, allo stato degli atti, la prima alternativa. Elevare delle pregiudiziali avremmo potuto, ma prima; ora mi sembra che sarebbe troppo tardi. Mi atterrei quindi senz'altro alla seconda: imporre delle condizioni e ciò attraverso un ragionamento altrettanto amichevole quanto semplice:

Amici tedeschi! Avrete notato come l'Italia non sia stata d'accordo con voi nella valutazione della situazione e quindi nelle premesse istesse di ogni possibile funzionamento dell'alleanza ai fini della guerra. In base all'art. l, noi avremmo potuto e potremmo opporci ed imporvi un veto. Ma noi non lo abbiamo fatto nè lo facciamo. Siffatte concezioni ci ripugnano.

Noi vi promettiamo quindi una solidarietà completa. Senonchè, per ragioni a voi già minutamente e ripetutamente esposte a voce e per iscritto e di cui voi avete preso altrettanto ripetutamente atto, questa solidarietà non può essere attuale. È bene, del resto, che essa non lo sia, nel vostro stesso interesse. Una riunione dei due Stati Maggiori potrebbe infatti rivelare molto facilmente come -anche nel caso di una guerra non localizzabile -estendere subito il fronte di combattimento alleato, comprendendovi fin dall'inizio i punti più sensibili e vulnerabili, sarebbe un errore, errore grave, di cui i primi a scontare le conseguenze sareste voi, amici e alleati tedeschi.

Invece, ciò che può non essere e non è utile in un primo momento, può diventarlo e lo diventerà certo in un secondo momento, specie quando avrete dato all'Italia il tempo e la possibilità concreta di rimediare alle più immediate tra le deficienze già lealmente denunciatevi e cioè:

a) mancanza di cannoni antiaerei;

b) mancanza di metalli x, y, z;

c) mancanza di riserve di carbone (l);

etc. etc. Io metterei tutto ciò sopra un terreno puramente tecnico-militare. Allo scopo, il nostro Ministro degli Esteri potrebbe utilmente, in questo nuovo colloquio, essere accompagnato sia dal nostro Capo di Stato Maggiore S. E. Badoglio (che, non essendo mai venuto è anche il meno compromesso), sia da S. E. Dall' Olio. In questa maniera, si potrebbe dare subito tutta la nostra solidarietà sul terreno politico, riservandola invece e graduando la solidarietà stessa sul terreno militare nelle forme e nello spazio, a seconda delle nostre possibilità concrete e delle convenienze comuni. Il sistema da me proposto avrebbe anche l'enorme vantaggio che, mettendo a contatto militari italiani con militari tedeschi, potrebbe svegliare e sveglierebbe certo in questi ultimi il desiderio di mostrare che essi possono fare a meno, almeno per un primo tempo, del nostro aiuto. Sarebbero essi a proporre quello che noi vogliamo e tutto si svolgerebbe de plano.

I miei Addetti militari sono i primi a ritenere che, in fondo, i militari

tedeschi non tengono al nostro aiuto. Nè noi terremmo a quello tedesco in

un'impresa nostra. La presenza, poi, di Dall'Olio con un formidabile elenco di

rifornimenti che dovrebbe essere non esagerato ma completo (sarebbe vano

attendersi l'esaudimento di richieste nostre non avanzate prima di entrare in

guerra) sarebbe particolarmente preziosa.

Frattanto, metterei bene in chiaro, e ciò potrebbe essere fatto sempre dal

nostro Stato Maggiore, che l'Italia dovrebbe -in ogni caso e salvo che essa

fosse direttamente aggredita -astenersi da appoggi capaci di qualificarla come

belligerante. E ciò perchè quanto più la situazione diventa difficile per i nostri

avversari, tanto più questi hanno interesse a comprendere nella zona di opera

zioni e di attacco anche il fronte italiano.

Il piano che mi permetto sottoporre all'alto apprezzamento di V. E. e del Duce mi sembra semplice e chiaro. Senonchè, arrivate le cose a questo punto, non ritengo che ci sia tempo da perdere. Noi dovremmo rinnovare l'invito per un incontro Ciano-Ribbentrop -(con intervento di Badoglio e Dall'Olio) entro domani 25 e ciò perchè la nostra domanda arrivi prima di un eventuale inizio delle operazioni e costituisca, almeno virtualmente, una presa di posizione tempestiva e quindi utile.

Ove si possa arrivare al convegno, mentre S. E. Ciano discuterebbe da una parte con Ribbentrop le superstiti possibilità della pace, i militari discuterebbero dall'altra quelle della guerra, arrivando facilmente, e sul terreno stesso dei fatti e della convenienza reciproca, a conclusioni che, se avanzate in pura sede politica, potrebbero invece aver l'aria di sgradite esitazioni e di non desiderate restrizioni.

Rimango in attesa di ordini.

(l) Come risulta dal D. 201 il presente telespresso fu spedito nelle ore della mattinata del 24 agosto e sicuramente prima delle 15.26, ora di partenza del documento sopracitato.

(l) Nota nell'originale: • Insisterei specialmente sul carbone dato che nella mia conversazione ultima con Ribbentrop questi aveva detto che avremmo potuto avere il carbone desiderato dopo la liquidazione della Polonia. :È il carbone polacco, quindi, che i Tedeschi ci vorrebbero dare, il che significa che, nel caso più favorevole, i primi invii potrebbero arrivare in Italia solo dopo 8 settimane dall'inizio delle operazioni. Ciò, a parte l'impossibilità di trasportare il carbone polacco per ferrovia fino nell'Italia meridionale, costituisce già pernoi una impossibilità materiale dato che le nostre scorte bastano attualmente per poco più di 3 settimane •.

219

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. RISERVATISSIMO 6354/1973. Berlino, 24 agosto 1939.

Ho ieri portato a conoscenza del Signor Woermann che, nell'assenza di von Ribbentrop e di von Weizsacker, regge in questi giorni la Wilhelmstrasse, la comunicazione britannica (l) il cui testo mi era stato consegnato a Roma.

Ho consegnato a Woermann un estratto della comunicazione stessa e per essere esatti, il testo compreso tra le parole « In these grave circumstances » e quelle « Herr Hitler averse from conferences ».

Non mi è sembrato infatti opportuno portare a conoscenza dei Tedeschi le espressioni relative alla situazione tra Gran Bretagna e l'Italia, continuate nelle prima parte della comunicazione, e quelle con le quali il Governo britannico esprime dei dubbi sulla possibilità che gli eventuali impegni possano essere da parte tedesca mantenuti con lealtà e correttezza.

(l) Vedi D. 117.

220

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. (1). Berlino, 24 agosto 1939.

Invio qui unito, per opportuna conoscenza, copia di un rapporto oggi inviato da questo R. Addetto Militare al R. Ministro della Guerra, con il quale il Generale Roatta riferisce circa una sua conversazione ieri avvenuta con l'Addetto Militare francese, Generale Didelet.

ALLEGATO.

L'ADDETTO MILITARE A BERLINO, ROATTA,

AL MINISTRO DELLA GUERRA, MUSSOLINI

Oggetto: colloquio con l'addetto militare francese.

Stamane l'addetto militare francese, generale Didelet, mi ha chiesto di potermi restituire la visita che gli avevo fatto diverso tempo fa.

Giunto nel mio ufficio, ha dimostrato, con le sue frasi che scopo della visita era quello di apprendere se noi saremo, in caso di conflitto, solidali con la Germania. E, giusto anche le istruzioni avute dal R. Incaricato di affari conte Magistrati, gli ho risposto con frasi tali da dargli la impressione nettamente affermativa.

Successivamente, nel corso del colloquio, il Didelet ha detto: è esatto che la sua ambasciata e quella inglese hanno ricevuto istruzione di preparare l'eventuale evacuazione delle proprie colonie;

il patto di non aggressione germano-russo, ha costituito per la Francia una novità per il momento in cui si conchiude, ma già da tempo si aveva a Parigi la sensazione -date le lungaggini da parte sovietica -che un riavvicinamento con la Germania fosse in gestazione;

sarà • cocasse • di assistere il 24 corrente, al Tannenberg, alla celebrazione di una vittoria sull'esercito russo, mentre si stringe il patto di non aggressione di cui sopra.

(Gli ho risposto che la cosa non sarà affatto ridicola, perchè la vittoria del Tannenberg è stata riportata sull'esercito dello zar, e come tale ha contribuito potentemente al sorgere del regime russo attuale);

è possibile (personalmente crede anzi probabile) che il riavvicinamento germano-russo, anzichè affrettare il conflitto germano-polacco, conduca ad evitarlo.

Potrebbe darsi, infatti, che la Russia, avendo col suo gesto rotto l'accerchiamento democratico contro Germania-Italia, faccia osservare che risulta così possibile intendersi per mezzo di trattative, e si posi in qualche modo ad arbitra delle questioni pendenti;

le trattative militari anglo-russo-francesi attualmente in corso a Mosca, essendo basate sopra una ipotesi difensiva, non sono materialmente incompatibili col patto di non aggressione germano-sovietico.

Se le missioni anglo-francesi a Mosca rimarranno vuol dire che questa tesi prevarrà: se saranno ritirate vuol dire che Londra e Parigi giudicano le due faccende incompatibili;

ro -Documenti diplomatici . Serie VIII . Vol. XIII

i giornali francesi non dànno abbondanti notizie sui preparativi germamc1 alla frontiera polacca, perchè tale è la disposizione del Governo, che rispetta la libertà di stampa, ma • la dirige •.

Il Governo francese sa però esattamente cosa fa la Germania;

è vero che, dato il più volte menzionato patto, le Potenze occidentali non potrebbero più sventolare la bandiera della democrazia, ma ciò non cambia la sostanza delle cose, perchè si sarebbe trattato solo di una • etichetta •;

i Governi francese e inglese non hanno fatto pubbliche, roboanti, categoriche affermazioni di intervenire a difesa della Polonia, perchè questo non è nelle abitudini dei loro uomini politici, ma hanno però ugualmente fatto sapere chiaramente le loro intenzioni al Governo del Reich.

Del resto esiste un trattato di alleanza franco-polacco, vecchio, ma non mai denunciato.

Egli ha l'impressione che Francia ed Inghilterra questa volta marcerebbero.

Ha concluso che sarebbe triste di combattere contro gli italiani, • che furono a nostro lato nella grande guerra, e verso i quali abbiamo, noi militari, i migliori sentimenti di cameratismo •.

(l) L'originale del presente documento, ritrasmesso per conoscenza alle Ambasciate a Londra, Parigi, Mosca, Varsavia con Telespr. 606552 in data 9 settembre, non è stato rintracciato.

221

L'AMBASCIATORE A BRUSSELLE, LOJACONO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 3891/992. Brusselle, 24 agosto 1939.

· A seguito dei miei telegrammi nn. 56 e 57 del 23 agosto corrente (1), ho l'onore di rimetterVi, Eccellenza, il testo, comunicatomi da questo Ministero degli Esteri con qualche ora di anticipo, della allocuzione pronunziata dal Re Leopoldo III per un appello alla pace, in nome proprio e degli altri Capi degli Stati partecipanti alla Conferenza del Gruppo di Osio (2).

L'iniziativa di convocare la conferenza proviene, come è noto, dal Belgio, il quale, fra tutti gli Stati del Gruppo di Osio, è quello che travasi maggiormente esposto ai pericoli della guerra. Essa risponde al duplice scopo di evitare anzitutto, per quanto è possibile, la conflagrazione in Europa e dipoi di evitare che il Belgio, in caso di conflagrazione, abbia ad esservi coinvolto.

I mezzi impiegati per il raggiungimento del primo obiettivo sono risultati piuttosto platonici e sentimentali, come appare dalla stessa allocuzione reale, dato che essa non sarà seguita da alcuna azione diplomatica per un tentativo qualsiasi di avvicinamento tra le parti contrapposte, tentativo ritenuto forse troppo inadeguato rispetto alla statura, alla asprezza ed allo stadio troppo avanzato degli interessi in lotta.

In quanto al secondo obbiettivo -di rimanere estraneo alla conflagrazione -il Belgio conosce di non avere elementi propri per influire sul proprio destino, salvo gli elementi negativi di una politica assolutamente imparziale nella forma

ma inerte, a vivificare la quale esso ha voluto appunto chiamare a sostegno la solidarietà degli altri Stati, inspirati ad un'eguale politica di neutralità.

Questo atteggiamento è venuto a fare giustizia per l'ennesima volta, dell'ennesimo tentativo dei francesisti diretto a compromettere il Governo belga sulla via dei contatti militari con lo Stato Maggiore francese. Le informazioni che quest'Ambasciata di Germania possedeva al riguardo, segnalavano in questi ultimissimi giorni, come cosa certa, la convocazione degli Addetti Militari di Francia e di Inghilterra al Gabinetto dello stesso Ministro della Guerra per l'inizio di tali contatti. Divergevano invece da questa segnalazione le informazioni in possesso di questa Ambasciata. È da presumere, nel dubbio, che fosse giusta la nostra tesi, dal momento che all'atteggiamento di neutralità ad ogni costo il Governo belga si aggrappa con tanta maggiore tenacia quanto pm solenni sono gli impegni e le solidarietà che si sono volute promuovere con la convocazione della Conferenza degli Stati di Osio.

Ma, altro è il desiderio di volere rimanere neutri ad ogni costo finchè ci siano speranze di evitare una violazione qualsiasi, altro è il proposito di reagire a fondo contro la violazione, una volta avvenuta. Non credo che il Belgio del 1939 intenda ciecamente frapporsi al passaggio delle forze dei belligeranti, se si presentasse la situazione del 1914.

A determinare questa convinzione un po' diffusa dovunque ed accentuatasi in questi ultimi giorni, concorrono i seguenti elementi:

l) La storia non si ripete. Sull'altare della neutralità e dell'onore che vi era connesso, quando questa neutralità era obbligatoria il Belgio ha largamente portato il suo tributo di sacrificio. Un secondo sacrificio, in pura perdita, senza speranza di creare col proprio sangue un avvenire nuovo e più grande per la proprio Patria, nella visione --diciamo ,così -«piemontese» dell'eterna necessità di combattere per divenire grandi, sarebbe la ripetizione di un eroismo teatrale, per questo Belgio troppo materialistico, troppo ricco, troppo buongustaio, per permettersi il lusso di una guerra atroce sopra semplici premesse di onore che furono già dimostrate.

2) Chiamato ad assolvere il suo dovere, l'Esercito belga saprebbe compierlo in tutti i sensi. Ma contro chi? Qui comincia già a trapelare uno dei tanti effetti di capovolgimento della nuova politica germano-sovietica. Si comincia a realizzare qui che l'Asse potrà trovare nell'oriente di Europa terreno libero non solo per una rapida « esecuzione » della Polonia, ma per una sistemazione bellica capace di assicurare, con l'afflusso di materie prime e con l'illimitato dominio verso l'Asia, l'annullamento dei piani di blocco navale, di guerra di logorio e di soffocamento economico che costituivano la grande e forse la sola forza delle democrazie plutocratiche. In tal caso, l'Inghilterra e la Francia, per assolvere in qualche modo i loro compiti di guerra, dovrebbero marciare sulle potenze dell'Asse per punire (!) o quanto meno impedire (!) la loro presa di possesso del mondo orientale. Ed ecco come e perchè, da due giorni, il Belgio comincia a guardare con tranquillità alla frontiera germanica e si domanda se per caso i violatori del suo territorio e della sua neutralità non abbiano ad essere gli Inglesi e i Francesi, probabilmente con tali forme di ipocrisia e di filantropia da permettere al mondo ed al Belgio di pensare che non assecondarle sarebbe una colpa.

Quello che è certo è che se le colonne francesi si presentano alle testate della frontiera belga in valle di Mosa per valersi della classica direttiva di marcia di quel fiume per avanzare verso la Germania, l'Esercito belga farà presumibilmente una dimostrazione di resistenza presto sommersa negli atti di fraternizzazione del popolo vallone con le truppe francesi.

Occorre tenere presente che da Mons, Charleroi, da Dinant a Namur, sino a Liegi ed alla frontiera germanica, la valle della Mosa segue il filone etnico della gente vallone; e che le truppe che guarniscono questo corridoio sono valloni e francesizzanti, lavorate da lungo tempo dalla propaganda francese.

Altra cosa sarebbe se le unità fiamminghe presidiassero la valle della Mosa; ipotesi non realizzata nè realizzabile, a causa delle difficoltà del bilinguismo e della conseguente impossibilità di politica interna di creare nuclei di vita e di forza fiamminga nelle zone di vita vallone.

Un altro elemento nuovo nella concezione della neutralità è quello della guerra aerea e della impossibilità di prevenire ed impedire i sorvoli di forze aeree in un territorio così breve, così rapidamente attraversabile e quasi costantemente coperto da nebulosità. Un allentamento nella concezione giuridica dei doveri della neutralità aerea non può che estendersi, come una maglia che si sfila, a danno della antica rigorosa concezione della neutralità territoriale quando essa non poteva essere violata che dal piede della fanteria.

La conferenza di Oslo, gli appelfi alla pace, la solidarietà invocata intorno alla difesa della neutralità sono armi perfettamente sincere finchè usate per evitare la guerra generale e per evitare, in caso di guerra, la violazione del territorio belga; ma, a violazione avvenuta, possono essere «alibi» destinati a dimostrare che tutto ciò che era possibile di fare era stato fatto e che per il resto «ad impossibilia nemo tenetur », soprattutto quando sono le forze francesi ed inglesi e le relative simpatie che avanzano.

(l) -Vedi DD. 173 e 177. (2) -Non pubblicato.
222

L'AMBASCIATORE A BRUSSELLE, LOJACONO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 3896. Brusselle, 24 agosto 1939.

La notizia della conclusione del patto di non aggressione germano-russo, conosciuta dal pubblico belga solamente al mattino del 22 corrente perchè giunta ai giornali a notte inoltrata, ha prodotto in quest'opinione, e quindi nella stampa, l'effetto di un fulmine a ciel sereno, o meglio di una doccia gelata rovesciatasi sulle schiene dei portavoce democratici.

Lo sbigottimento, il disorientamento e il panico prodotti nei ranghi degli organi antifascisti sono stati tanto più grandi in quanto da ormai parecchi giorni quei giornali, facendo d'ogni erba fascio, si davano ad una pazza sarabanda antitotalitaria, speculando, a forza di arbitrarie « interpretazioni» e di informazioni tendenziose o addirittura false, sulle pretese insormontabili difficoltà in cui avrebbe dovuto trovarsi l'Asse.

I giornali social-comunisti, liberali, radicali e democristiani, gli organi della massoneria e del giudaismo, del zeelandismo italofobo e quelli al servizio della propaganda franco-inglese menavano grande strepito nell'esaltare il cosiddetto ~fronte della pace» e nell'annunciare l'imminente realizzazione dell'accerchiamento dell'Asse; e, con una gioia maligna, si diffondevano nell'amplificare ogni giorno più liricamente i vari pretesi « impasses » italo-tedeschi di fronte al... granitico fronte democratico.

I giornali dell'ultima quindicina non avevano fatto che ripetere, difatti, i soliti ritornelli: «l'Asse ridotto con le spalle al muro; ...i dittatori ridotti " aux abois" dall'offensiva diplomatica anglo-francese, senza più speranze di guadagnare una guerra; ...l'Italia più che mai riluttante ad affrontare una guerra;

..gravi divergenze italo-tedesche; ...nessuna conferenza senza l'intervento della Polonia e della... Russia; ...ostilità e resistenze all'Asse da parte dell'Ungheria e della Jugoslavia con relativo abbandono dei magiari da parte dell'Italia»; ecc.

La stampa cattolica e conservatrice stessa aveva finito per unire la propria voce e i propri voti a quelli degli organi di sinistra per invocare la pronta conclusione del blocco antifascista; e, dando una novella prova della sua vigliaccheria tradizionale, era insensibilmente giunta, dapprima ad accettare e poi a raccomandare e ad esaltare il principio della collaborazione con i sovieti.

In tali condizioni, è facile comprendere quale abbia potuto essere l'effetto del patto germano-russo. Più che sorpresa, la stampa belga ha, nel suo complesso, dimostrato di essere rimasta letteralmente tramortita; al punto che, a tre giorni dall'avvenimento, non ha ancora saputo risollevarsi dal primitivo sbigottimento. Di conseguenza, un semplice sguardo ai giornali belgi basta ad offrire lo spettacolo, talvolta divertente, del pietoso sgomento in cui si dibattono i più baldanzosi matamori del giornalismo antifascista belga, vale a dire della maggioranza dei giornalisti di questo Paese.

Talune reazioni hanno presentato lati di irresistibile comicità; tali, per esempio, le affannose acrobazie dialettiche ed interpretative dei fogli comunisti che hanno dovuto instantaneamente, come si dice, «riversare il vapore». E tale la prima immediata reazione dell'organo del socialismo belga che pubblicava i comunicati tedesco e russo, avvertendo a caratteri cubitali che « ... si rifiutava di credere alla notizia». Il giornale, tuttavia, obbligato più tardi ad arrendersi alla realtà, usciva con un lungo commento che era tutto un ingiurioso assalto contro la duplicità sovietica e la fiacchezza franco-inglese, e nel quale si chiedevano clamorosamente le immediate dimissioni del Governo inglese. Ma, anche l'organo socialista doveva, suo malgrado, riconoscere la grande vittoria diplomatica dell'Asse. Tale vittoria è d'altra parte indistintamente riconosciuta da tutti i giornali e anche da quelli al servizio delle grandi democrazie che, pur cercando di escogitare formule diversive e di accreditare interpretazioni meno disastrose per il prestigio franco-inglese, non possono a meno di ammettere che il patto germano-russo capovolge la situazione diplomatica europea a beneficio delle Potenze totalitarie e giunge opportuno a favorire, nel momento più critico, il gioco del Cancelliere Hitler. Sino a ieri gli organi antifascisti hanno cercato di consolarsi alla meglio, trincerandosi dietro l'illusoria speranza di una sorpresa dell'ultimo momento ed affermando che «il patto non era ancora firmato». Ma oggi, di fronte alla realtà, si attaccano alle più puerili argomentazioni per « salvare la faccia » all'intesa anglo-francese, esaltandone la forza e lo spirito di decisione e cercando, viceversa, di negare al già sperato contributo russo ogni valore politico, militare e sussidiario.

L'ufficioso Vingtième SiècZe, viceversa, pur parlando di Brest-Litowsk e diffondendosi in commenti nettamente ostili all'Asse, ha preso atto della «grande disfatta delle Potenze occidentali», affermando a sua volta che l'equilibrio mondiale è rovesciato e che Hitler segna un grosso punto strategico. « Minacciato di accerchiamento, di una guerra difficile e di un blocco economico, egli è riuscito a spezzare il cerchio. In tal modo, gli impegni franco-inglesi verso Varsavia e Bucarest hanno perso gran parte del loro valore; ...la flotta britannica, arma lenta e di blocco, vede il peso del suo intervento alleggerirsi tragicamente nella bilancia».

Nell'organo rexista, Léon Degrelle afferma che «per la Francia e l'Inghilterra si tratta nè più nè meno che di un disastro» e che «i Paesi democratici che avevano fatto della teatralità diplomatica, mettendo in piazza gli accordi con la Russia prima di averli ottenuti, rimangono delusi e mortificati, e con tutti i loro piani sgonfiati e ridotti in pezzi». Tuttavia il Pays Réel chiede che il Governo belga si faccia rinnovare dalle garanti Inghilterra e Francia le assicurazioni a suo tempo già reiterate circa il rispetto dell'indipendenza e della neutralità belghe, giacchè la conclusione del patto germano-russo potrebbe indurre le sconfitte democrazie a tentare di dirigersi contro la Germania attraverso il territorio belga, non potendo più servirsi della Russia sovietica.

È tuttavia da notare che, a parte il riconoscimento della disfatta diplomatica franco-inglese, la conclusione del patto fra Berlino e Mosca non ha contribuito ad attenuare l'animosità, ed anzi la netta ostilità della maggioranza di questa stampa, nei confronti dell'Asse, ma soprattutto della Germania. Essa ha, per altro, accresciuto gli allarmi e, in certi campi, un più fermo desiderio di mantenere l'indipendenza e la neutralità belghe, pur parteggiando spiritualmente per gli anglo-francesi e sovratutto per i polaochi.

Intanto, i giornali amano diffondersi, in mancanza di meglio, in commenti intesi a presentare la decisione russa come un doppio giuoco e i sovieti come un alleato sul quale l'Asse non avrà mai da far conto e dal quale riceverà più fastidi che vantaggi.

La stampa comunista sviluppa, viceversa, la tesi secondo la quale i sovieti sarebbero gli unici autentici garanti della pace, mentre Hitler, nell'accettare il patto, si sarebbe rassegnato a una nuova Canossa.

Con particolarissimo interesse viene intanto qui seguita l'attività diplomatica dell'Italia: i colloqui del Ministro Ciano con l'Ambasciatore inglese sono stati interpretati dalle ultime edizioni di questa sera come un possibile prodromo di una mediazione italiana; mediazione già prospettata in una corrispondenza da Londra dell'odierna Indépendance Belge secondo la quale l'Italia avrebbe intenzione di proporre la riunione di una conferenza a cinque.

È stata infine rilevata una corrispondenza da Londra alla Métropole del noto giudeo anglo-polacco Poliakoff, il quale attribuisce alla diplomazia italiana l'iniziativa e il lavoro diplomatico che hanno preceduto la conclusione del patto germano-russo. Allego, per utile informazione di codesto R. Ministero, il ritaglio di tale corrispondenza che almeno finora, non ha avuto eco negli altri giornali (1).

223

L'AMBASCIATORE A BRUSSELLE, LOJACONO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 3897. Brusselle, 24 agosto 1939,

L'improvvisa convocazione, per iniziativa del Governo belga, di una conferenza degli Stati aderenti alla Convenzione di Oslo, era stata in un primo tempo accolta con aperto favore dalla stampa fautrice della politica di indipendenza, mentre i giornali di sinistra e quelli infeudati alla propaganda francese avevano immediatamente reagito con apprezzamenti o nettamente ostili -com'è stato per gli organi comunisti e per il Peuple, che ha pubblicato in proposito un articolo del senatore socialista Rollin --o marcatamente scettici, come è stato il caso per gli organi liberali che, in ciò d'accordo con le sinistre, invocano da tempo un ritorno all'alleanza francese o, per lo meno, un'adesione al fronte democratico mediante accordi di Stato Maggiore.

Gli organi ostili alla politica di neutralità hanno soprattutto sostenuto l'inopportunità e l'impossibilità di costituire un fronte democratico dei piccoli Stati nordici, la posizione di indipendenza o di neutralità di ciascuno di essi essendo assolutamente diversa, e talvolta in contrasto con quella tenuta dal Belgio.

D'altra parte, gli avvenimenti internazionali successivi, e sovratt.utto la conclusione del patto germano-russo, hanno posto in secondo piano l'interesse dapprima destato dalla conferenza brussellese.

Per quànto poi concerne l'appello dei Sovrani nordici «alla coscienza del mondo», letto dal Re Leopoldo, si può dire che, a parte le liriche amplificazioni fatte dalla stampa stamane -il che era ben prevedibile -le reazioni sono state in genere, e soprattutto nell'opinione popolare, se non negative per lo meno assai fiacche. L'opinione attendeva, infatti, qualcosa di assai meno vago e generico; si sperava, anzi, che l'iniziativa -attribuita al Sovrano belga sin dalla convocazione della conferenza -di tale messaggio potesse automaticamente dare inizio ad una forma più o meno diretta, ma concreta, di mediazione. Sicchè l'opinione è rimasta piuttosto delusa nel constatare che l'appello si limitava, in conclusione, alla manifestazione di sentimenti ormai noti e più volte sfruttati dalla stampa democratica.

Notevole impressione ha poi destato il fatto che la stampa inglese e, in genere quella europea, eccetto la francese, abbiano così debolmente reagito all'appello. Non è infatti sfuggito -ed è stato anzi sottolineato in modo particolare anche dalla Radio belga nelle sue trasmissioni-stampa -che i giornali inglesi hanno riprodotto solo per rapidi riassunti l'appello reale, sopprimendo alcuni dei passaggi più importanti o comunque giudicati più sintomatici.

(l) Non rintracciata.

224

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 3126/1348. Bucarest, 24 agosto 1939.

Vengo informato da buona fonte che durante questa estate sarebbe venuto, nel più stretto incognito, a Costantinopoli, il Capo di Stato Maggiore dell'esercito polacco.

Scopo di questa visita sarebbe stato quello di studiare sul posto la possibilità di organizzare, per un eventuale caso di guerra, lo sbarco e il transito di truppe accorrenti in aiuto della Polonia e di materiali a lei destinati, provenienti dagli Stretti.

Non ho avuto conferma di questa voce, ma sembra invece certo che la Polonia avrebbe effettivamente richiesto alla Romania di mettere a sua disposizione, in caso di eventuale conflitto con la Germania, uno dei porti romeni: Costanza, Braila o Galatz. Il Governo romeno avrebbe risposto negativamente per quanto riguarda la concessione del porto, lo sbarco e il transito delle truppe ed evasivamente per quello che concerne lo sbarco e il transito di materiali.

225

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO. Roma, 25 agosto 1939, o1'e 0,20.

S. E. von Ribbentrop ha telefonato alle ore 24,15 (1). Desidererebbe essere chiamato al telefono da V. E. al più presto.

226

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 541. Be1'lino, 25 agosto 1939, ore 0,30 (per. o1'e 9,15).

Vengo informato del Messaggio di Roosevelt a Sua Maestà (2).

Ignoro se e quale seguito il Regio Governo intende dargli.

Al caso, esso potrebbe forse prestarsi per lanciare la proposta di conferenza con le premesse e con l'agenda specificatemi a suo tempo verbalmente dal Duce. La cosa sarebbe difficilissima ma non completamente disperata. Tutti si attendono che, in queste ore estreme, un qualche tentativo sia pur

fatto e tutti indistintamente concentrano le loro aspettative e le loro speranze nell'Italia Fascista.

(l) -Sic nel testo originale. (2) -Vedi D. 185.
227

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 257. Budapest, 25 agosto 1939, ore 0,55 (per. ore 12,20).

Mio telegramma n. 256 (1).

Ministro degli Affari Esteri mi ha fatto leggere testo risposta comunicatagli da Bardossy con telegramma giunto in mia presenza. Di fatto Gafencu nega misure militari e concentramento truppe; afferma che manovre hanno luogo montagne Transilvania, quindi lontano dalla frontiera; si richiama buona volontà recentemente dimostrata dal Governo romeno nel dirimere ultimi incidenti e vertenze; conclude proponendo trattare a nostra richiesta Patto di non aggressione.

Csaky mi ha detto che dovrà sottoporre questione Consiglio dei Ministri; che comunque escludendo possibilità entrare in tale ordine d'idee, troverà argomenti basati sullo stesso concetto non essendo possibile negare concentramenti di truppe romene che gli risultavano in modo indubbio e dettagliato.

228

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. SEGRETO 258. Budapest, 25 agosto 1939, ore 0,55 (per. ore 12,20).

Circa situazione generale, Csaky aveva ricevuto telegrammi da Londra, Parigi e Angora; appariva che Halifax e Bonnet grandemente sorpresi per la notizia patto, non conoscendone ancora termini, mostravano non prevederne importanza e portata; avevano tuttavia dichiarato che Francia e Inghilterra decise intervenire. (Era impressione di Csaky essere prevedibile anche intervento Stati Uniti).

Minore decisione ad Angora dove Ministro degli Affari Esteri aveva detto attendere conoscere termini accordo.

Csaky era profondamente preoccupato della situazione e delle condizioni mediocri patto russo-tedesco; mentre mi ha confermato che il sentimento dominante in Ungheria dopo il primo sbigottimento era la preoccupazione.

Da una notizia pervenutagli da Washington, quel Segretario di Stato avrebbe dichiarato ritenere Francia avrebbe evitato attaccare Italia per non provocarla.

Csaky mi ha anche messo al corrente delle comunicazioni segrete fatte all'E. V. a mezzo di Villani.

(l) Vedi D. 215.

229

L'AMBASCIATORE A VARSAVIA, ARONE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 190. Varsavia, 25 agosto 1939, ore 2,40.

Mio telegramma n. 189 (1).

Notizie di fonte tedesca circa chiusura della frontiera con Danzica da parte polacca vengono qui stasera ufficialmente smentite e così anche si ribadisce infondatezza altra notizia tedesca circa pretesi provvedimenti polacchi tendenti a tagliare approvvigionamenti Danzica.

Nomina Forster a Capo Stato Danzica è stata qui accolta come indice imminenza azione conclusiva germanica; per contro sfere polacche, pur rendendosi conto gravità provvedimento, ad evitare che la situazione precipiti, dichiarano che tale nomina costituisce una questione giuridica e rientrerebbe quindi nella competenza del Comitato dei tre della S. d. N.

Nella situazione già così grave arrivo domani incrociatore Koenigsberg a Danzica potrà provocare un ulteriore inasprimento.

Intanto continua affluenza riservisti polacchi al centro di mobilitazione ed è in corso avanzato formazione nuove divisioni in aggiunta alle 31 già schierate alla frontiera colla Germania.

Malgrado incalzare avvenimenti e precisa sensazione minaccia incombente, Polonia animata da vivo patriottismo, manifesta ~ua ferma decisione resistere fino agli estremi limiti.

230

L'AMBASCIATORE A SHANGHAI, TALIANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO (2)

T. 1135. Shanghai, 25 agosto 1939, ore 12 (per. ore 9,30).

Come è noto a seguito incidente del 19 corrente in cui polizia cinese controllata dal Giappone ebbe morti e feriti, autorità giapponesi hanno chiesto che forze nipponiche assumano controllo strade extra settlement attualmente esercitato da italiani e inglesi.

Poichè richiesta appare in principio legittima noi potremmo dimostrare nostra simpatia durante le trattative per attuarla.

Ma è necessario tener presente che mentre eventuale adesione Gran Bretagna porterebbe completo ritiro delle sue forze armate in zona più interna entro settlement, la nostra adesione equivarrebbe al completo ritiro truppe italiane da Shanghai dato che settore italiano trovasi tutto fuori del settlement. A Shanghai rimarebbero pertanto solo Cancelleria inglese, americana e francese. Il che sui dati di cui oggi dispongo non mi pare sia nell'interesse dell'Italia e neanche del Giappone.

a Roma per conoscenza.

Per precisare nostra linea di condotta e in definitiva se ritiro nostre truppe sia opportuno oppure no sarebbe necessario V. E. potesse farmi conoscere quali sono vere intenzioni Governo militare nei riguardi di un eventuale assedio di Shanghai.

Non sarebbe inopportuno far rilevare costà che nostre truppe vennero trattenute Shanghai in seguito amichevole richiesta di codesto Governo e che esse hanno collaborato sempre efficacemente con i giapponesi. Qualsiasi soluzione di compromesso dovrebbe tener conto di tale fatto e salvaguavderebbe dignità nostre forze armate. Esse sono attualmente concentrate in caserma in attesa decisioni.

Comunicato anche Roma.

(l) -Vedi D. 204. (2) -Questo telegramma era evidentemente diretto ad Auriti ed è stato telegrafato anche
231

L'AMBASCIATORE A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. PERSONALE. Roma, 25 agosto 1939, ore 12,55.

Last night Lord Halifax learnt that Colonel Beck had instructed Monsieur Lipski to see the German State Secretary.

This morning both Lord Halifax and the British Ambassadors in Warsaw and Berlin will have learnt from me that in Signor Mussolini's opinion the present criticai circumstances require a more significant g~sture on the part of Poland for the resumption of direct contact with the German Government..

TRADUZIONE.

La notte scorsa Lord Halifax ha appreso che il Colonnello Beck ha dato istruzioni al Signor Lipski di vedere il Segretario di Stato tedesco.

Stamattina Lord Halifax nonchè gli Ambasciatori britannici a Varsavia e Berlino avranno appreso da me che è opinione del signor Mussolini che le presenti critiche circostanze richiedono un gesto più significativo da parte della Polonia per la ripresa dei contatti diretti col Governo tedesco.

232

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO (l)

T. 507/318 R. Roma, 25 agosto 1939, ore 12,15.

Un mio incontro con Ribbentrop, allo stato degli atti, sarebbe certamente dannoso poichè darebbe luogo ad una serie di induzioni e commenti falsi e pericolosi.

Vi prego quindi di recarvi immediatamente da Ribbentrop e di comunicargli seguenti due punti fissati dal Duce in relazione alla condotta dell'Italia in caso di guerra:

« l) Se la Germania attacca la Polonia e il conflitto rimane localizzato, l'Italia darà alla Germania ogni forma di aiuto politico, economico che le sarà richiesto.

2) Se la Germania attacca la Polonia e gli alleati di questa contrattaccano la Germania, l'Italia non prenderà l'iniziativa di operazioni belliche date le attuali condizioni della nostra preparazione militare ripetutamente e tempestivamente segnalate al Fiihrer e a von Ribbentrop.

L'Italia non può che affrettare la sua preparazione militare e la sollecitudine del suo intervento sarà in relazione ai mezzi bellici e materie prime che la Germania porrà a nostra disposizione.

Mussolini ».

Il Duce ritiene suo dovere di lealtà di fare ancora una volta conoscere qualE' sia la vera realtà della situazione. Egli ritiene inoltre che le misure militari italiane impegnando imponenti forze franco-britanniche rappresentano un effettivo contributo: mentre un conflitto immediato che allarghi il fronte in modo vulnerabile per l'Asse, sarebbe più dannoso che utile alla stessa Germania.

Il Duce comunque resta in attesa di conoscere il giudizio del Fiihrer su tutto quanto precede.

(l) Il telegramma, copia del quale fu, in pari data, inviata al Re perchè ne prendesse visione, venne poi sospeso e non fu spedito.

233

IL CONSOLE A KATOWICE, BUSI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 26. Katowice, 25 agosto 1939, ore 12,16 (per. ore 18).

È a mia personale conoscenza che «tutti i riservisti fino alla classe 1900 richiamati questa notte». Loro morale è in generale depresso. Mobilitazione non ancora proclamata, ma in atto. Notizie militari diffuse dalla radio internazionale e corrispondenza da Varsavia Corriere della Sera firmata Valori le riproduce.

Ritengo dirigenti polacchi ancora fermamente decisi accettare conflitto armato.

234

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO. Roma, 25 agosto 1939, ore 12,20.

L'Ambasciata di Germania comunica che S. E. von Ribbentrop è spiacente di non aver potuto fino a questo momento telefonare all'E. V. Si riserva di farlo entro le ore 14 (1).

S. -E. Attolico si metterà direttamente in contatto con lui. Ore 12,35 "·
(l) -Il presente documento porta la seguente annotazione: « D'ordine di S. E. il Ministro: telefonato a S. E. von Mackensen che non occorre che S. E. von Ribbentrop telefoni, perchè
235

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. PERSONALE. Roma, 25 agosto 1939, ore 12,20.

I am happy to have been authorised to inform Your Excellency that the British military authorities in Egypt have been instructed to ensure that there shall be no incidents in which Italian forces, either land, sea or air, are involved. I am at the same time to express the hope that the Italian Government, on their side, will issue instructions designed particularly to prevent any possibility that Italian aeroplanes should fly without prior permission over Egyptian territory. As Your Excellency will be aware, there have been infringements of the Egyptian air regulation in the past, and you will readily understand how necessary it is at this stage that there should be no recurrence of such incidents.

TRADUZIONE

Sono lieto di essere stato autorizzato ad informare l'E. V. che le autorità militari britanniche in Egitto hanno avuto istruzione di prendere tutte le misure in vista d'impedire ogni incidente con le forze italiane sia di terra che di mare e dell'aria. Io debbo nello stesso tempo esprimere la speranza che il Governo italiano, per parte sua, impartirà istruzioni dirette ad impedire qualsiasi possibilità che aeroplani italiani volino, senza permesso preventivo, sul territorio egiziano.

Come l'E. V. ben sa, vi sono state per il passato violazioni dei regolamenti aerei egiziani e voi comprenderete subito come sia necessario, in questo momento, che questi incidenti non abbiano a ripetersi.

236

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. URGENTISSIMO 544. Berlino. 25 agosto 1939. ore 12,30.

Nonostante apparente battuta d'aspetto situazione è, come telegrafai iersera (1), agli estremi. Mio rapporto ieri mattina (2) è superato e solo una azione diretta e personale del Duce sul Fi.ihrer può portare ad un risultato.

Nessuno potrà comprendere tacita acquiescenza ed ancor meno assenza Italia in questo momento ed in una determinazione che interessa per lo meno altrettanto noi che la Germania. Mentre l'Inghilterra potrebbe domandare alla Polonia di negoziare, eguale domanda potrebbe essere rivolta da noi. Ma subito, dico subito, senza perdere un minuto.

(l) -Vedi D. 214. (2) -Vedi D. 218.
237

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE

L. 5915. Roma, 25 agosto 1939 (1).

Ho ricevuto la Vostra lettera in data odierna (2) con la quale m'informate di essere stato autorizzato a comunicarmi che le Autorità militari britanniche in Egitto hanno ricevuto istruzioni di far sì che non sorgano incidenti nei quali siano implicate forze italiane di terra di mare o di aria. V. E. esprime nel contempo la speranza che il Governo italiano da parte sua impartisca istruzioni dirette particolarmente a prevenire ogni possibilità che aeroplani italiani sorvolino senza previo permesso il territorio egiziano.

Nel prender nota della comunicazione fattami, mi pregio informare l'E. V. che vengono impartite alle RR. Autorità competenti istruzioni in proposito.

238

IL CONSOLE A KATOWICE, BUSI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 27. Katowice, 25 agosto 1939, ore 13 (per. ore 15).

È a mia personale conoscenza: «Notizie divulgate Radio germanica su disordini mobilitazione polacca sono alquanto esagerate; essa procede abbastanza ordinata. Confermo morale depresso richiamati, moltissimi in condizioni grave ubriachezza. Popolazione slesiana attende con calma sviluppi avvenimenti; moltissimi nascondono gioie (3); famiglie dei funzionari e ufficiali superiori polacchi sgombrano di qua ».

239

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A LISBONA, GERBORE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 138. Lisbona, 25 agosto 1939, ore 14,15 (per. ore 15,45).

Ambasciatore di Spagna ha avuto ieri lungo colloQuio con Presidente Salazar per ottenere informazioni e possibilmente anche dichiarazione esplicita circa intenzioni del Governo portoghese.

Secondo quanto Primo Segretario Ambasciata mi ha confidato Salazar si sarebbe mostrato depresso e disorientato; sarebbe convinto inevitabilità con

flitto e pur manifestandosi propenso neutralità Portogallo non avrebbe fatto esplicite dichiarazioni.

Secondo stessa fonte Ambasciatore Franco avrebbe chiaramente fatto intendere che Spagna sarebbe obbligata rivedere sua linea politica qualora Portogallo non fosse neutrale.

Collega spagnolo aggiunge che disorientamento questo Governo è dovuto Ministero degli Esteri che da alcuni giorni non ha informazioni da sua Ambasciata Londra.

Malgrado tendenziosa campagna Agenzia Havas per contrarre simpatie Portogallo favore Polonia si delinea in opinione pubblica netta tendenza neutralità in caso di conflitto.

Tale tendenza analoga a quella manifestatasi settembre 1938 si fonda ora sopra tutto su fiducia appoggio spagnolo.

(l) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice l, p. 401, Ciano avrebbe scritto questa lettera appena ricevuta la comunicazione da Sir Percy Loraine, vedi D. 235. (2) -Vedi D. 235. (3) -Così nel testo originale. Probabilmente «gioie» per «gioia •.
240

IL MINISTRO AD ATENE, GRAZZI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 98. Atene, 25 agosto 1939, o1·e 14, 30 (per. ore 15,45).

Mavrudis mi ha convocato stamane per comunicarmi che Governo greco ha deciso procedere oggi richiamo a mezzo precetto in via eccezionale di circa 15 mila altri riservisti. Egli teneva ad informarmene preventivamente ed a darmi assicurazione a nome Metaxas che in nessun caso, Grecia parteciperebbe ad aggressione verso Italia. Ho preso atto assicurandolo che avrei immediatamente informato V. E.

241

IL PREFETTO DI BOLZANO, MASTROMATTEI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. s. R. PER IL MINISTRO s. n. Bolzano, 25 agosto 1939, ore 14,45 (per. ore 15).

Ambasciatore Attolico a mezzo di funzionario appositamente inviatomi da Berlino mi prega trasmettere a V. E. seguente comunicazione:

« Ambasciatore d'Inghilterra che è venuto oggi da me mi ha comunicato in via strettamente segreta che Governo francese avrebbe fatto sapere a Londra di non essere disposto, in caso di conflitto, tollerare un'Italia neutrale, proponendo di svolgere un'azione in questo senso. Governo inglese si è affrettato a far sapere al Governo francese di non essere del suo avviso, raccomandandogli di astenersi da ogni azione in proposito».

242

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 264. Budapest, 25 agosto 1939, ore 15 (per. ore 18).

Secondo telegramma Ministro Ungheria a Belgrado, che il Vice Ministro Affari Esteri mi ha mostrato, Ministro Affari Esteri jugoslavo gli avrebbe dichiarato, che in caso di conflitto, Jugoslavia rimarrà neutrale, ed egli ritiene non sarà richiesta da Germania e Italia per il passaggio truppe nel proprio territorio.

243

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 265. Budapest, 25 agosto 1939, ore 15 (per. ore 18).

Vice Ministro Affari Esteri mi ha mostrato telegramma del Ministro di Ungheria Angora, che avrebbe domandato a quel Ministro degli Affari Esteri che cosa avrebbe fatto Turchia se conflitto fosse scoppiato prima della conclusione degli altri accordi economici, finanziari, ecc., non ancora definiti.

Ministro degli Affari Esteri turco gli avrebbe risposto che «se conflitto non dovesse riguardare Mediterraneo, Inghilterra non permetterà all'Italia di rimanere neutrale, ma le domanderà allora di entrare a fare parte del fronte antigermanico; in caso di rifiuto conflitto sarebbe esteso al Mediterraneo».

244

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. AD ANKARA, BERlO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 102. Beyoglu, 25 agosto 1939, ore 15,10 (per. ore 18).

Si accentua il senso di smarrimento provocato in questa opinione pubblica dal Patto tedesco-sovietico. Le notizie di misure d'ordine militare prese febbrilmente dalle democrazie sono giudicate come indice che il preteso equilibrio delle forze sia stato rotto a scapito delle predette democrazie. Finora non si sono avute manifestazioni di panico, ma è evidente la preoccupazione per le conseguenze di avvenimenti nei quali la Turchia potrebbe essere coinvolta. Von Papen, il quale, di ritorno dalla Germania, è stato ricevuto da Saracoglu, mi ha riferito di aver lungamente intrattenuto il Ministro degli Affari Esteri turco sull'attuale situazione politica generale e sulle conseguenze che essa potrà avere per la Turchia se questa insisterà nella pericolosa politica inaugurata nel maggio scorso. Il tentativo di accerchiamento e il blocco dei Paesi dell'Asse coll'intervento dell'U.R.S.S. su cui certamente contava la Turchia sono totalmente

falliti. La Turchia sa benissimo che tanto la Germania quanto l'Italia non hanno

nessuna idea aggressiva contro di essa: il suo vero interesse è oggi come era

ieri la neutralità. Mutati i rapporti tedesco-russi, la Polonia dovrà prendere

ormai una decisione. La Germania spera che non si avrà la guerra, e che se vi

sarà, rimarrà localizzata.

In ogni caso, è da augurarsi che la Turchia conserverà la neutralità.

Alla lunga esposizione e alle esortazioni di von Papen, Saracoglu ha op

posto il mutismo più assoluto senza dare alcun segno dei suoi sentimenti, cw

che può essere interpretato come sintomo dell'imbarazzo di questo Governo di

fronte all'attuale situazione.

Sarocoglu ha però affrontato con von Papen la questione delle forniture

militari da parte del Governo tedesco (telegramma per corriere di questa Am

basciata n. 99 del 16 corrente (l)) il quale pochi giorni fa ha notificato a quello

turco di doverle annullare.

Saracoglu ha detto che il Governo turco non può accettare la risoluzione

dei contratti già firmati.

Von Papen gli ha fatto presente che nessun Governo si priverebbe di mate

riale bellico alla vigilia di un eventuale conflitto.

Ha però aggiunto che la decisione potrebbe forse essere riveduta se Turchia

dimostrasse maggiore comprensione politica.

Alla chiara allusione Saracoglu ha continuato a non rispondere.

In conclusione von Papen non esclude che i turchi rifletteranno prima di

impegnarsi definitivamente in quello che era il 'cosidetto fronte della pace.

245

IL CANCELLIERE DEL REICH, HITLER, AL CAPO DEL GOVERNO, MUSSOLINI (2)

(Ed. Hitler e Mussolini, pp. 7-9, Milano, Rizzoli, 1945)

L. PERSONALE. Berlino, 25 agosto 1939 (3).

Da molto tempo la Germania e la Russia meditavano sulla possibilità di

porre su una nuova base i reciproci rapporti politici.

La necessità di addivenire a risultati concreti in questo senso è stata raf

forzata:

l) dalle condizioni della situazione politica mondiale in generale, per la

parte che è decisiva per entrambe le Potenze dell'Asse;

2) dal continuato procrastinare una chiara presa di posizione da parte del Gabinetto giapponese. Il Giappone era bensl disposto ad un'alleanza contro la Russia, alla quale la Germania -come pure, secondo me, l'Italia -possono essere nelle presenti circostanze interessate soltanto in modo secondario. Ma non

II -Documenti diplomatici . Serie VIII · Vol. XIII

era disposto ad assumere obblighi altrettanto chiari verso l'Inghilterra, la qual cosa sarebbe stata decisiva non soltanto dal punto di vista della Germania, ma anche da quello dell'Italia. L'affermazione dei militari secondo cui avrebbero potuto decidere in poco tempo il Governo giapponese a prendere chiaramente posizione anche verso l'Inghilterra, fu messa avanti per dei mesi, ma praticamente non fu realizzata;

3) i rapporti della Germania con la Polonia sono stati insoddisfacenti a partire dalla primavera e nelle ultime settimane sono diventati semplicemente intollerabili, non per colpa del Reich, ma principalmente a causa dell'azione dell'Inghilterra. Le notizie sulla persecuzione dei tedeschi in quella regione non sono notizie di stampa inventate, ma soltanto una parte di una verità da far fremere. Lo strangolamento di Danzica praticato dalla Polonia con la sua politica doganale, che già da settimane conduce al completo ristagno di tutto il commercio, annichilirebbe la città anche se durasse ancora per un tempo molto limitato.

Queste ragioni mi hanno indotto ad affrettare la conclusione delle conversazioni russo-tedesche. Non vi ho ancora, Duce, informato in dettaglio su questo argomento, perchè mi mancava non soltanto la visione dell'ampiezza che queste conversazioni avrebbero potuto raggiungere, ma anche soprattutto la certezza della possibilità del successo.

Ora, nelle ultime settimane, la buona disposizione del Cremlino ad addivenire ad un cambiamento dei rapporti con la Germania -disposizione prodottasi a partire dall'allontanamento di Litvinov -è apparsa sempre più forte e mi ha reso ormai possibile, dopo avvenuta una chiarificazione preliminare, inviare il mio Ministro degli Affari Esteri a Mosca per stipulare un trattato, che è soprattutto il più vasto patto di non aggressione oggi esistente ed il cui testo è destinato ad essere reso pubblico. Il Patto è incondizionato e stabilisce inoltre l'obbligo della consultazione su tutte le questioni che interessano la Germania e la Russia. Oltre a ciò posso comunicarVi, Duce, che mediante le disposizioni in esso contenute è assicurato nel caso di qualunque conflitto l'atteggiamento benevolo della Russia e che, innanzitutto, non esiste più la possibilità di un qualsiasi attacco da parte della Romania in un tale conflitto.

Anche la Turchia, in queste condizioni, può soltanto procedere ad una revisione dell'atteggiamento tenuto finora. Ma ripeto ancora una volta che la Romania non è più in condizione di prender parte ad alcun conflitto contro l'Asse! Io credo, Duce, di poterVi dire che attraverso le trattative con la Russia sovietica si è creata una situazione politica mondiale completamente nuova, che dev'essere considerata come un fortissimo guadagno per l'Asse.

Circa la situazione alla frontiera polacco-tedesca posso soltanto comunicare a V. E. che noi siamo da settimane in stato di allarme, che naturalmente i provvedimenti tedeschi si sono sv.iluppati parallelamente alla mobilitazione polacca e che nel caso si verificassero procedimenti insopportabili agirei fulmineamente. L'affermazione del Governo polacco di non essere responsabile dei procedimenti inumani, dei numerosi incidenti di frontiera (solo stanotte si sono verificati 21 sconfinamenti polacchi), del fuoco a cui sono stati fatti oggetto aeroplani civili tedeschi (che, per evitare la possibilità di scontri hanno già l'ordine di tenersi sul mare nei loro voli verso la Prussia Orientale), questa affermazione prova soltanto che quel Governo non ha più in mano la sua soldatesca in subbuglio. Da ieri Danzica è circondata da truppe polacche, ciò che costituisce una situazione insopportabile. In tali condizioni nessuno può prevedere ciò che si verificherà nell'immediato avvenire. Posso però soltanto assicurarVi che vi è in qualche modo una frontiera dalla quale non posso indietreggiare a nessun patto.

Inoltre posso infine assicurarVi ancora, Duce, che in situazione analoga io recherò all'Italia una piena comprensione e che voi potete fin d'ora esser sicuro del mio atteggiamento in ogni caso del genere (1).

(l) -Vedi D. 63. (2) -Messaggio trasmesso dal Ministro degli Esteri del Reich all'Ambasciatore di Germania a Roma per telefono, il 25 agosto 1939, con l'ordine di consegnarlo personalmente con la massima urgenza al Duce. (3) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 401, questo documento sarebbe stato consegnato alle ore 15,20.
246

IL MINISTRO AD ATENE, GRAZZI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 99. Atene, 25 agosto 1939, ore 16,20 (per. ore 19,20).

Mio telegramma 98 (2).

Nella conversazione avuta con me stamane Mavrudis, accennando alle voci che circolano in questi ambienti, mi ha detto essersi sparsa la voce iersera che Romania e Turchia avevano intenzione mantenersi neutrali ma che ciò non è esatto.

Gli ho risposto che per quanto riguarda almeno la Turchia la cosa mi pareva inverosimile, dati impegni assunti da essa con accerchiatori, nonchè dato fatto che essa ha già incassato prezzo sua collaborazione.

Mavrudis mi ha risposto questo poteva anzi essere per Turchia una ragione di più; che impegni sono stati annunziati ma non ancora firmati e che si è sempre in tempo per ritirarsi da un « mauvais pas » quando si ha l'intenzione di ritirarsene.

Mavrudis ha ancora espresso speranze che Duce riesca anche questa volta, come anno scorso, a scongiurare catastrofe. Ho creduto opportuno fargli osservare come dell'intervento che salvò pace del mondo Italia da parte anglo-francese sia stata assai malamente ricompensata. Egli ne ha convenuto.

247

IL MINISTRO AD ATENE, GRAZZI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 100. Atene, 25 agosto 1939, ore 16,20 (per. ore 18,50).

Mio telegramma 98 (3).

Mavrudis mi ha detto anche che riservisti ora chiamati sarebbero avviati prevalentemente frontiera bulgara che risulta effettivamente finora scarsamente rinforzata. Da calcoli approssimativi non ancora stabiliti di questo Regio Addetto militare sembrerebbe che richiamati comprendono circa 30.000 uomini anzichè 15.000.

(ll Manca il testo tedesco del documento.

(2) -Vedi D. 240. (3) -Vedi D. 240.
248

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A TEHERAN, GIARDINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 79. Teheran, 25 agosto 1939, ore 16,30 (per. ore 19,20).

Notizia che Governo persiano avrebbe in questi giorni impartito istruzioni telegrafiche propri rappresentanti Mosca, Londra e Parigi chiarendo punto di vista Iran a proposito clausola « aggressione indiretta » nel senso di non poterla in alcun modo accettare perchè vaga e gravida pericoli e stesso tempo chiede formali assicurazioni in proposito, mi è stata confermata stamane da questo Ministro degli AlTari Esteri.

S. E. Aalam ha aggiunto che in seguito tale passo Governi russo, britannico e francese affrettatisi assicuravano Governo persiano che tale formula concerneva soli Stati baltici e non sarebbe mai estesa Paesi Medio Oriente.

Governo Afganistan sarebbesi associato tale passo.

249

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 262. Budapest, 25 agosto 1939, ore 16,31 (per. ore 19,21).

Mio telegramma n. •257 (1).

Governo ungherese ha risposto con un rifiuto categorico alla proposta Delegato romeno, dicendo che misure militari romene frontiera gli risultavano in modo sicuro e non da informazioni vaghe: e ripetendo come già il pdmo aprile che il Governo ungherese non può trattare con qualsiasi Governo sotto la pressione delle armi.

250

IL CAPO DEL GOVERNO, MUSSOLINI, AL CANCELLIERE DEL REICH, HITLER (2) (Ed. Hitler e Mussolini, cit., pp. 10-11)

L. PERSONALE S. n. Roma, 25 agosto 1939.

Rispondo alla Vostra lettera che mi è stata consegnata in questo momento dall'Ambasciatore Mackensen.

l) Per quanto riguarda l'accordo con la Russia, io lo approvo completamente.

S. E. Goring vi dirà che nei colloqui avuti con lui nell'aprile scorso, io affermai

che -per evitare l'accerchiamento da parte delle democrazie -era necessario un riavvicinamento fra la Germania e la Russia.

2) Ritengo che sia utile cercare di evitare una rottura o un raffreddamento con il Giappone e quindi un suo riavvicinamento al gruppo degli Stati democratici. In questo senso io ho telegrafato a Tokio e pare che -superata la sorpresa -ci sia in quella opinione pubblica, una migliore disposizione d'animo.

3) Il Patto di Mosca blocca la Romania e può cambiare la posizione della Turchia, la quale ha accettato i prestiti inglesi, ma non ha ancora firmato l'alleanza. Un nuovo atteggiamento della Turchia sposterebbe tutto il dispositivo strategico dei franco-inglesi nel Mediterraneo orientale.

4) Per quanto concerne la Polonia, io ho la perfetta comprensione delia posizione germanica e del fatto che una situazione così tesa, non può durare all'infinito.

5) Per quanto riguarda l'atteggiamento pratico dell'Italia, nel caso di una azione militare, il mio punto di vista è il seguente:

-Se la Germania attacca la Polonia ed il conflitto rimane localizzato, l'Italia darà alla Germania ogni forma di aiuto politico, economico che le sarà richiesto.

-Se la Germania attacca la Polonia e gli Alleati di questa contrattaccaHo la Germania, Vi prospetto l'opportunità di non assumere io l'iniziativa di operazioni belliche date le attuali condizioni della preparazione militare italiana ripetutamente e tempestivamente segnalate a Voi, Fiihrer, e a von Ribbentrop.

Il nostro intervento può tuttavia essere immediato se la Germania ci darà subito i mezzi bellici e le materie prime per sostenere l'urto che i franco-inglesi dirigeranno prevalentemente contro di noi. Nei nostri incontri la guerra era prevista dopo il 1942, e a quell'epoca sarei stato pronto per terra per mare e per aria, secondo i piani concordati.

Ritengo inoltre che le semplici misure militari italiane già prese ed altre da prendere in seguito immobilizzeranno in Europa ed in Africa notevoli forze franco-britanniche.

Considero mio stretto dovere di amico leale quello di dirVi tutta la verità e prospettarVi la realtà: non farlo potrebbe avere conseguenze spiacevoli per noi tutti.

Questo è il mio punto di vista e poichè dovrò fra poco riunire i massimi organi del Regime, Vi prego di farmi conoscere il Vostro.

(l) -Vedi D. 227. (2) -Risposta al messaggio di Hitler comunicata dal ministro degli Esteri, Ciano, all'Ambasciatore a Berlino, Attolico, alle ore 17,30 con l'ordine di rimetterla personalmente con la massima urgenza a Hitler.
251

IL VICE CONSOLE AD OTTAWA, DUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 23. Ottawa, 25 agosto 1939, ore 17,59 (per. giorno 26, ore 3,35).

Primo Ministro mi ha testè convocato pregandomi far pervenire a V. E. appello da lui diretto a Duce perchè interponga Sua grande influenza onde ottenere soluzione pacifica crisi attuale. Invio traduzione messaggio in chiaro con telegramma n. 24 (1). Primo Ministro ha tenuto assicurarmi che testo non sarà passato stampa prima che sia giunto a V. E., e mi ha dato lettura messaggio di analogo spirito da lui diretto Hitler e Beck.

·Nel colloquio Mackenzie King mi ha detto sperare che assenza precisa dichiarazione da parte sua non abbia fatto sorgere dubbi su atteggiamento Canadà caso conflitto, dato che sentimenti popolo è in grande maggioranza per pieno appoggio a Gran Bretagna.

Mi risulta che rapida preparazione è in corso per portare su piede di guerra difesa Dominion. Riservisti milizie hanno ricevuto istruzioni tenersi pronti.

252

IL VICE CONSOLE A OTTAWA, DUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. IN CHIARO 24. Ottawa, 25 agosto 1939 (2) (per. giorno 26, ore 4,35).

Mio telegramma 23 (3). Trasmetto traduzione messaggio diretto Duce da Primo Ministro Canadà:

« Questo critico momento storia mondo desidero a nome popolo canadese unirmi appelli rivoltivi perchè usiate vostro grande potere e influenza per assicurare pacifico regolamento questioni minaccianti pace umanità. Popolo canadese è fermamente convinto che dovrebbe essere possibile attraverso conferenza e trattative trovare giusto regolamento tutti i problemi esistenti senza ricorso forza. Esso è pronto unirsi popoli altri Paesi nel fare tutto quanto suo potere per raggiungere tale scopo».

253

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A HSIN KING, GUADAGNINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 81. Hsin King, 25 agosto 1939, ore 18 (per. giorno 26, ore 3,55).

Notizia patto di non aggressione russo-tedesco ha destato qui enorme impressione. Questi ambienti politici, pur astenendosi da dichiarazioni ufficiali, in attesa probabili istruzioni da Tokio, mostrano ritenere che conseguenze possono essere gravissime per Manchukuo e indirettamente Giappone. Ambasciata del Giappone come Ministero degli Affari Esteri non nascondono loro disillusione e malcontento. Ambienti militari sono profondamente scossi e si esprimono, sia DUre non ufficialmente, in termini molto amari contro Germania. Il portavoce della Kuantung Army, colonnello Kato, ha dichiarato testualmente: «dobbiamo cambiare il nostro piano».

Opinione generale è che attacchi russi contro frontiera mancese si rinnoveranno ora con maggior frequenza e più largo impiego di truppe e materiale di guerra. Ad ogni modo l'attuale conflitto sulla frontiera mongola (miei telegrammi n. 59 (1), 67 (2), 69 (3)), che si trascina da diversi mesi senza risultati sensibili potrà assumere un nuovo aspetto e richiedere invio notevoli rinforzi da parte del Giappone in previsione determinata vasta offensiva sovietica. Comando supremo giapponese in Cina che aveva finora rifiutato distogliere {ruppe da quel fronte per inviarle Manchukuo potrebbe ora mutare parere. Avvenimenti odierni hanno quindi influenzato indirettamente guerra in Cina.

(l) -Vedi D. 252. (2) -Manca l'indicazione dell'ora di partenza. Probabilmente il telegramma fu spedito subito dopo il T. 23. (3) -Vedi D. 251.
254

IL MINISTRO A KAUNAS. DI GIURA. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 41. Kaunas, 25 agosto 1939, ore 18,45 (per. giorno 26, ore 4,20).

Attitudine assunta da queste sfere responsabili di fronte situazione momento è fedelmente rispecchiata da un comunicato questa agenzia telegrafica ufficiale nel quale si informa che circoli politici berlinesi considerano assurde notizie comparse su stampa inglese francese secondo le quali situazione Stati baltici risulterebbe molto precaria a seguito conclusione patto tedesco-sovietico. Comunicato aggiunge che contrario situazione Stati baltici appare fondamentalmente migliorata proprio in virtù conclusione tale patto.

Ambienti governativi lituani manifestano una soddisfatta tranquillità che viene condivisa da popolazione.

255

IL MINISTRO A KAUNAS, DI GIURA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 42. Kaunas, 25 agosto 1939, ore 18,46 (per. ore 21,~0).

Fra numerosi commenti Lituania circa conclusione patto tedesco-sovietico è molto notevole articolo testè pubblicato da questo quotidiano ufficiale del partito social-democratico Lietuvos Zinios a firma del suo corrispondente da Parigi. Corrispondenza rileva che conclusione patto tedesco-sovietico costituisce «vittoria impressionante » per la Germania e grave scossa per « fronte della pace » mentre opinione già diilfusa che ideologie fascismo e comunismo non avrebbero mai potuto trovare punto di accordo politico, viene completamente sfatata. Essa osserva inoltre che patto aiuto reciproco fra Parigi Mosca resta oggi svuotato di ogni contenuto e che Francia prova oggi definitiva disillusione nei riguardi U.R.S.S. la quale si è servita anche della presenza a Mosca delegazione militare francese ed inglese per carpire informazioni e segreti sui propositi due Paesi.

(l) -Vedi D. D. I., Serie VUI, vol. XII, D. 152. (2) -Vedi D. D. I., Serie VIII, vol. XII, D. 494. Il T. porta però il n. 77. (3) -Non pubblicato.
256

IL MINISTRO A GEDDA, SILLITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 88. Gedda, 25 agosto 1939, ore 19,20 (per. ore 23,20).

Patto tra Germania e U.R.S.S. è stato accolto con grande soddisfazione in queste sfere governative e in locali ambienti arabi. Da tutti rilevasi con compiacimento nuovo scacco politico diplomatico inglese.

257

IL MINISTRO ALL'AJA, DIANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 17. L'Aja, 25 agosto 1939, ore 19,50 (per. ore 21,30).

Questo Ministro degli Affari Esteri mi ha detto che nella riunione Brus

selle salvo messaggio Re Leopoldo non si è trattato nessun altro argomento.

Intervenuti hanno soltanto convenuto di mantenersi in contatto ed even

tualmente riunirsi di nuovo in caso scoppio conflitto per prendere accordi circa

modo migliore tutelare trasporti e vettovagliamento reciproco fra gli Stati del

gruppo Osio nonchè libertà di traffico con gli Stati belligeranti.

258

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 546. Berlino, 25 agosto 1939, ore 20 (per. ore 21,50).

Nell'attesa della comunicazione da me preannunziatagli e di cui aveva avuto conferma anche da von Mackensen, Ribbentrop mi ha convocato oggi alle 2 e 1/2 alla Cancelleria. Gli ho dovuto dire che non avevo comunicazione alcuna. Ribbentrop ha voluto che ne chiedessi conferma diretta a Roma, il che ho fatto in sua presenza. Chiarito questo punto, Ribbentrop ha desiderato mettermi al corrente del messaggio inviato dal Fiihrer al Duce attraverso von Mackensen. Mi ha quindi lungamente intrattenuto sul suo viaggio a Mosca, affermando che il patto testè concluso fra Germania e Russia apre una nuova Era nella storia dei due Paesi e dell'Europa. La Russia e la Germania -cessato ogni timore ed ogni desiderio di interferenze in fatto di politica interna -si sono come ritrovate.

Stalin ha la maggior stima della Germania Hitleriana e personalmente di Hitler alla cui salute ha voluto egli stesso brindare. Il patto stesso è stato voluto personalmente da lui che ne ha redatto direttamente gli articoli più importanti, accettando senza esitazione anche la clausola consultiva, eccedente, questa, il quadro di un semplice trattato non aggressione rimanendo la Russia sovietica pronta anche a ulteriori sviluppi. Essa manderà qui un nuovo Ambasciatore. Verrà pure qui (tutte queste notizie vanno tenute assolutamente segrete) uno speciale ufficiale di collegamento fra Stalin e Ribbentrop. Stalin ha mostrato massima comprensione del punto di vista tedesco a proposito della Polonia e si è mostrato disposto a venire ad una intesa anche con Giappone. Ribbentrop non esclude anzi di poter lavorare per un trattato non aggressione fra Giappone e Russia.

Telegramma continua con n. 548 CD.

259

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 548. Berlino, 25 agosto 1939, ore 20 (per. ore 21,45).

Seguito telegramma n. 546 (2).

Ad un certo punto si è aggiunto alla conversazione anche il Ftihrer il quale ha così tenuto a specificare effetti immediati del Patto russo-tedesco:

l) in caso di conflitto con la Polonia Germania dopo non oltre due mesi potrà disporre di tutta massa delle sue forze sul fronte occidentale una guerra sui due fronti essendo quindi definitivamente esclusa;

2) la Romania sarà immobilizzata e costretta a cooperare con l'Asse;

3) la Turchia si indurrà a rimanere neutra.

Il Fiihrer mi ha pure informato di aver oggi ricevuto nuovamente l'Ambasciatore d'Inghilterra al quale ha detto ancora una volta che la questione di Danzica e del Corridoio non concerne affatto l'Inghilterra e che ogni azione tedesca per risolverla non può rappresentare un atto di inimicizia per la Gran Bretagna con cui la Germania sarebbe pronta -sempre che gli interessi dell'Asse come tali fossero rispettati -a vivere nella migliore amicizia e concordia.

Fiihrer ha anche comunicato in mia presenza a Ribbentrop che i polacchi avevano compiuto un nuovo oltraggio: 7 tedeschi ed un cecoslovacco sono stati uccisi ed altri 7 (se ben ricordo) tedeschi gravemente feriti. Ftihrer diceva questo con grande sdegno sì da permettere a Ribbentrop di concludere che la questione polacca sarebbe stata ormai sistemata quanto prima.

Sia queste parole sia la presenza alla Cancelleria del Capo dello Stato Maggiore e di altri militari, sia tutta l'atmosfera mi ha dato la netta impressione che ormai sia questione di ore.

(l) -Vedi D. 259. (2) -Vedi D. 258.
260

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. AD ANKARA, BERlO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 103. Istanbul, 25 agosto 1939, ore 20,10 (per. ore 21,55).

Mio telegramma n. 102 (1).

Questo Ministro di Ungheria mi ha riferito un colloquio avuto due giorni fa con Saracoglu al quale egli ha domandato quale atteggiamento assumerebbe la Turchia in caso di conflitto tra Germania e Polonia al quale partecipasse l'Inghilterra. Saracoglu gli ha risposto che, anche se l'Italia volesse rimanere neutrale, sarebbe l'Inghilterra ad estendere il conflitto al Mediterraneo, e che, in tal caso, la Turchia rimarrebbe fedele all'alleanza con l'Inghilterra.

Von Papen che era al corrente di tale dichiarazione se ne è mostrato con me piuttosto impressionato. Dal suo linguaggio ho potuto in definitiva comprendere che, a suo modo di vedere, un eventuale ·conflitto dovrebbe rimanere localizzato al nord evitando ogni complicazione nei Balcani e nel Mediterraneo.

261

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 157. Parigi, 25 agosto 1939, ore 21 (per. ore 23,25).

Quai d'Orsay, interpellato da questo Ministro Finlandia, gli ha detto che Francia considerava nuova situazione Danzica come questione politica interna della città.

262

IL CANCELLIERE DEL REICH, HITLER, AL CAPO DEL GOVERNO. MUSSOLINI (2)

(Ed. Hitler e Mussolini, cit., p. 12)

L. PERSONALE. Berlino, 25 agosto 1939 (3).

Voi mi comunicate che il Vostro intervento in un grande conflitto europeo potrebbe avvenire soltanto, qualora la Germania Vi desse immediatamente i mezzi bellici e le materie prime per far fronte all'urto che i francesi e gli inglesi dirigerebbero anzitutto contro di Voi. Vi prego ora di comunicarmi, di quali mezzi bellici e di quali materie prime Voi abbisognate ed entro quale tempo, affinchè io sia in grado di giudicare se ed in quale misura io possa soddisfare le Vostre richieste di mezzi bellici e di materie prime.

Di più Vi ringrazio di cuore per le misure militari italiane che nel frattempo

mi vennero rese note e nelle quali già vedo un forte sollievo (4).

(l) -Vedi D. 244. (2) -Messaggio trasmesso dal Ministro degli Esteri del Reich all'Ambasciatore di Germania a Roma per telefono, con l'ordine di consegnarlo personalmente, con la massima urgenza, a Mussolini. (3) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 402, il documento sarebbe stato consegnato alle ore 21,30. (4) -Manca il testo tedesco del documento.
263

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 549. Berlino, 25 agosto 1939, ore 21,30.

Seconda lettera Ftihrer al Duce. Occorrerebbe dare una lista di tutti i nostri fabbisogni non solo esatta ma esauriente in maniera da fare comprendere che non si tratta di deficienze colmabili di punto in bianco, e di carattere cosi essenziale da non permettere, sempre nell'interesse comune, la partecipazione dell'Italia fino a quando deficienze non siano completamente eliminate.

Non ritengo sia il caso di fare sussistere in proposito alcun equivoco.

Annuncerei inoltre imminente arrivo grossa personalità militare possibilmente Badoglio o Pariani incaricata spiegare situazione, illustrando sulla base della lista singoli fabbisogni.

264

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. URGENTE SEGRETO 116. Mosca, 25 agosto 1939, ore 21,35 (per. ore 1,35) (1).

Mio telegramma 115 (2).

Avuto stamane lungo colloquio con von Ribbentrop. Mi ha detto che discussioni al Kremlino sono durate quasi ininterrottamente fino ad ore due di notte quando patto è stato firmato.

Ha seguito amichevole conversazione con Stalin e Molotov in atmosfera cordialissima. Mi ha commentato testo del patto rilevando particolare importanza politica clausola relativa alla consultazione reciproca. Ho a mia volta rilevato interesse redazione articolo due che afferma impegno di neutralità indipendentemente dal fatto che altra parte contraente possa o meno venire accusata di atto di aggressione contro terzi.

A questo proposito von Ribbentrop mi ha detto essersi formata ferma convinzione che URSS si asterrà in qualsiasi caso dal porsi contro Germania durante eventuale conflitto con Polonia. Ha aggiunto che aveva avuto scambio di idee molto franco con Stalin circa Polonia e Turchia e che per Danzica Governo sovietico si rende perfettamente conto della inevitabilità della soluzione reclamata da Berlino.

Per Giappone von Ribbentrop ha assicurato suoi interlocutori che il Governo tedesco userà propria influenza per miglioramento delle relazioni nipponichesovietiche; egli prevede forti malumori da parte Tokio ma non dispera poter persuadere quel Governo del suo interesse a modificare politica anti-russa nella Cina del nord per concentrare propri sforzi nella Cina meridionale.

Quanto alla Turchia spetterà a quel Governo considerare nuova situazione e decidere se vuole essere amica o nemica dell'Asse.

Mi astengo dal riferire altri aspetti della situazione da lui illustrati che mi ha informato avere esaurientemente discusso con V. E. a Salisburgo.

In conclusione, egli considera patto odierno una svolta di grande importanza per situazione europea e mondiale in senso decisamente favorevole all'alleanza italo-tedesca.

Si compiace nel pensiero che risultato della sua missione sarà approvato dal Duce al quale attribuisce prima manovra... (l) di riavvicinamento all'URSS. Ha aggiunto che patto di alleanza, che Molotov gli ha detto aveva già da stessa data fatto sentire... (2) possibilità di migliorare relazioni con Potenze Asse.

Patto già firmato sarà accompagnato da Protocollo o scambio di note su cui von Ribbentrop si riserva mettere quanto prima V. E. esattamente al corrente. Impressioni di Ribbentropp su Stalin mi sono state così riassunte « personalità di largo calibro, doti di altissimo senso rivoluzionario».

Von Ribbentrop spera arrivare Monaco in tempo per vedere Hitler ancora in giornata.

Aggiungo che momento della partenza del Ministro tedesco, avendo io felicitato Potemkin per conclusione accordo con Germania, Vice Commissario ha rispostg che ricambiava felicitazioni all'Ambasciatore d'Italia, essendo persuaso che riavvicinamento con Berlino non mancherà facilitare ulteriore miglioramento delle già buone relazioni esistenti fra URSS e Italia.

Le Delegazioni militari inglese e francese lasceranno Mosca quanto prima.

(l) -Sic nel testo: probabilmente • (per. giorno 26, ore 1,35) ». (2) -Vedi D. 181.
265

L'AMBASCIATORE A RIO DE JANEIRO, SOLA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 116. Rio de Janeiro, 25 agosto 1939, ore 21,40 (per. giorno 26, ore 3,35):

Questo Ministro degli Affari Esteri mi ha detto avergli Presidente degli Stati Uniti fatto sapere che egli contava anche sull'appoggio (3) ... «la cui parola è tanto ascoltata a Roma per impetrare l'intervento del Duce, il solo che può salvare la pace».

266

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 550. Berlino, 25 agosto 1939, ore 22,55 (4).

Apprendo da fonte che devo ritenere sicura che stasera alle ore 8,30 sarebbe stato qu! sospeso ordine di mobilitazione e dell'inizio delle operazioni.

trasmesso alle ore 22,30.

(l) -Nota dell'Ufficio Cifra: • Gruppo indecifrabile •. (2) -Nota dell'Ufficio Cifra: « 2 gruppi indecifrabili •. (3) -Nota dell'Ufficio Cifra: • Mancano uno o più gruppi; probabilmente quello corrispondente a Brasile •. (4) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice l, p. 402, questo Fonogramma sarebbe stato
267

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO. Roma, 25 agosto 1939, ore 23,15.

Ha telefonato il Generale Pariani per informare di avere avuto ulteriori notizie dal Generale Roatta sul già annunciato accordo politico che sarebbe stato causa della sospensione dell'ordine di mobilitazione tedesca.

Roatta asserisce di aver saputo da ottima ed alta fonte che vi sarebbero state effettivamente delle trattative di carattere politico, non si sa bene se tra i Governi tedesco e polacco, o se tra i rappresentanti diplomatici a Berlino.

L'alto informatore non è stato in condizione di dare maggiori ragguagli sul risultato di tali negoziati.

Sta di fatto che l'ordine di mobilitazione è stato sospeso e sono state riattivate le comunicazioni telefoniche delle Ambasciate di Francia e di Gran Bretagna in Berlino interrotte fin dal pomeriggio di oggi.

268

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. AL CAIRO, BALDONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 117. Alessandria, 25 agosto 1939, ore 23,30 (per. giorno 26, ore 1).

Ripercussioni locali crisi sono finora caratterizzate in confronto precedenti da minor panico e meno propaganda tendenziosa.

Collettività italiane fiduciose serene.

Affrettati trasporti materiali verso deserto occidentale ove schieramento sarebbe già in atto; annunciate predisposizioni per ipotesi stato d'assedio, con eventuale accentramento poteri Presidente dèl Consiglio dei Ministri in qualità di Governatore Militare.

Varie parti affermasi continui scambi vedute politico-militari anglo-egiziane avrebbero ... (l) insufficienza organizzazione difensiva Paese. Informazioni giornali indicano speranze ogni ambiente convergono in questo momento Roma.

269

IL CAPO DEL GOVERNO, MUSSOLINI, AL RE VITTORIO EMANUELE III

T. s. n. Roma, 25 agosto 1939.

Desidero, Maestà, nell'attesa di mandarVi tutto l'epistolario scaml:)iato col Fuhrer anticiparvene le conclusioni, e cioè che l'Italia si limiterà almeno nella prima fase del conflitto a un atteggiamento puramente dimostrativo. Francesi

e inglesi ci hanno fatto sapere che faranno altrettanto. Aggiungo essere mia convinzione che le proposte di Hitler al Governo inglese e che noi abbiamo conosciuto tramite Londra meritano di essere prese in attenta considerazione. Richiamati si presentano ovunque nel massimo ordine e (tanto i rapporti giunti a Roma) con morale elevato. Il Paese è assolutamente calmo.

(l) Nota dell'Ufficio cifra: • Manca •·

270

L'AMBASCIATORE PRESSO LA SANTA SEDE, PIGNATTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 137. Roma, 25 agosto 1939 (per. stesso giorno).

Il Segretario per gli Affari Ecclesiastici, Monsignor Tardini il quale, in assenza del Cardinale Maglione, regge la Segreteria di Stato, mi ha detto che il Papa è pronto ad accogliere qualsiasi suggerimento e a fare quello che Gli si chiede, per salvaguardare la pace.

Ho risposto che c'è una sol.a cosa da fare ed è di dire alla Polonia di cedere subito di fronte alla Germania.

Il Monsignore ha replicato osservando essere ormai evidente che la cessione di Danzica al Reich non sarebbe considerata sufficiente. La Santa Sede sa che all'Alto Commissario di Danzica che gli domandava che cosa pretendesse, il Fiihrer ha risposto: «mano libera all'est». La Santa Sede è convinta, per quanto non abbia ricevuto notizie dirette in· proposito, che l'Inghilterra sarebbe accomodante se le pretese della Germania fossero circoscritte alla questione di Danzica.

271

L'AMBASCIATORE PRESSO LA SANTA SEDE, PIGNATTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 138. Roma, 25 agosto 1939 (per. stesso giorno).

Il Nunzio a Varsavia (l) ha riferito, senza indicare la fonte dell'informazione, che se cessassero le persecuzioni contro i tedeschi di Polonia, il Reich potrebbe assumere una posizione di aspettativa.

Monsignor Cortesi (2) è stato invitato a precisare da chi gli è venuta la notizia e si attende la sua risposta per domani.

272

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 146. Sofia, 25 agosto 1399 (per. giorno 26).

Ho avuto stasera lungo colloquio col Presidente del Consiglio. Egli è perfettamente calmo. Recente accordo tedesco-sovietico risolvendo l'incognita russa dà secWldo egli mi dichiara alla Bulgaria massima tranquillità di fronte ogni evenienza particolarmente per quanto riguarda eventuale conflitto con Turchia.

A tali ragioni generali di tranquillità aggiungesi complemento in corso ad opera della Germania più urgenti necessità armamento bulgaro: e cioè 2000 tra mitragliatrici, altre bocche da fuòco leggere, 100 aeroplani bombardamento. Tutto materiale che sarà consegnato qui entro 29 corrente. Ne riferisco dettagliatamente a parte con mio foglio n. 4451/1802, odierno (1).

Nondimeno e nonostante incidente frontiera turco-bulgara di cui riferisco in particolare con mio medesimo citato foglio, è impressione del Presidente del Consiglio che Turchia non solamente non sarebbe disposta attaccare ma anzi non improbabilmente penserebbe revisione sua politica estera, correndo già considerazioni ambienti ufficiali turchi che accordo turco-britannico essendo tuttora provvisorio potrebbe anche non essere seguito da accordo definitivo dato nuovo elemento costituito da recente determinazione politica sovietica.

Tale impressione sarebbe in lui corroborata anche da considerazioni fattegli in questo senso dal Ministro di Germania che avendo parlato 23 corrente con von Papen qui di passaggio gli ha riferito, come ha riferito anche a me, convinzione Ambasciatore germanico in Ankara che è tuttora possibile riprendere la situazione. Presidente del Consiglio mi aggiungeva che seppure sia da tenere debito conto un certo ostinato ottimismo germanico nei riguardi della Turchia, constava per vero anche a lui che patto tedesco-sovietico aveva prodotto in Turchia e personalmente ad Ismet una impressione catastrofica.

Circa Romania mi ha detto che da informazioni da lui ricevute sembra che nonostante impegni indubbiamente presi come egli ritiene anche di recente ad Istanbul, Governo romeno dichiari la neutralità.

Kiosseivanov crede che la crisi si verificherà per Danzica lunedì o martedì. Ritiene che qualora si aprisse conflitto tedesco-polacco Germania potrà facilmente venirne a capo entro un massimo di due mesi.

Nel frattempo, mi ha detto credere non occorrerebJ;>e neppure, a meno di un immediato dilagare del conflitto, che Italia e subordinatamente Ungheria e Bulgaria intervengano subito. Secondo lui non è che al termine di un conflitto tedesco-polacco che le quattro Potenze anzidette potrebbero con un'azione comune allargare revisione terr.itoriale incluso sudoriente europeo.

Riferisco tali considerazioni per ciò che possano valere traendone tuttavia importante indicazione che Kiosseivanov include senz'altro la Bulgaria a fianco Potenze dell'Asse in ogni evenienza.

Presidente del Consiglio mi ha detto che se eventualmente condizioni generali Europa dovessero imporre rinvio sua visita Roma non mancherebbe provvedere senz'altro altrimenti immediati contatti con nostro Paese.

(l) Vedi D. 318.

(2) Ibid.

273

IL MINISTRO A BUCAREST, GRIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 100. Bucarest, 25 agosto 1939 (per. giorno 26).

Questo Ministro degli Affari Esteri che ho avuto occasione di vedere oggi e che aveva ricevuto in giornata l'Ambasciatore di Francia ed il Ministro di Gran

Bretagna, mi ha detto che da parte di quei due Governi come pure da parte del Governo polacco, si conferma la decisione di non recedere dalle posizioni assunte, ricorrendo, ove necessario alle armi.

Circa la posizione della Romania Gafencu, sebbene sia solo troppo evidente verso quale parte si rivolgano le sue simpatie ed i suoi voti, continua ad affermare che questo Paese mentre difenderà con le armi la sua indipendenza e la sua integrità territoriale contro chiunque la minacci, è d'altra parte libero da ogni impegno internazionale salvo quelli puramente locali dell'Intesa Balcanica.

Per quanto infine concerne l'accordo russo-tedesco, questo Ministro degli Esteri ha sostenuto la tesi alquanto singolare che esso -se reale e duraturo sarà piuttosto vantaggioso che dannoso alla Romania, sia perchè elimina il pericolo di un conflitto fra i due grandi Paesi, nel quale la Romania sarebbe il campo di battaglia, sia perchè potrà consentire alla Romania, che aveva prima evitato -di fronte all'atteggiamento negativo di Berlino -ogni tentativo di accordo con Mosca, di cercare di normalizzare vieppiù i suoi rapporti con l'Unione Sovietica.

(l) Non rintracciato.

274

IL MINISTRO A BUCAREST, GRIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 101. Bucarest, 25 agosto 1939 (per. giorno 26).

Questo Ministro degli Affari Esteri mi ha detto di aver ricevuto ieri una comunicazione scritta con la quale il Governo ungherese informa quello romeno che di fronte ai movimenti e concentramenti di truppe romene alla frontiera ungherese esso ha adottato analoghe misure militari a scopo difensivo, e declina pertanto la responsabilità della situazione che si è venuta a determinare fra i due Paesi.

Gafencu ha aggiunto di aver risposto oggi per iscritto negando che i movimenti di truppe in Transilvania, dovuti alle manovre attualmente in corso, abbiano alcun carattere offensivo nei riguardi dell'Ungheria e dichiarandosi disposto -a riprova delle intenzioni tutt'altro che aggressive della Romania -a recarsi anche subito a Budapest per firmare-un patto di non aggressione col Governo magiaro.

Il Ministro degli Esteri ha concluso esprimendo scetticismo circa la risposta che gli perverrà in proposito dal Governo ungherese.

Ho successivamente visto questo Ministro d'Ungheria, che mi ha parimenti informato dello scambio di lettere avvenuto fra i due Governi. Bardossy mi ha precisato ·che nella scorsa primavera il Governo romeno aveva assicurato quello ungherese di aver riportato i suoi effettivi alla frontiera sul piede di pace, che invece ciò non era avvenuto e che in questi ultimi giorni importanti contingenti venivano diretti verso la frontiera ungherese.

Tale ultima circostanza gli è stata ammessa per un momento verbalmente da Gafencu, il quale ha accennato alla situazione internazionale ed a pericoli di pressioni esterne, ma è stata poi smentita dalla risposta scritta inviatagli sue

cessivamente, la quale attribuisce alle grandi manovre in corso le misure mi

litari attualmente in via di attuazione.

Quanto alla controproposta romena Bardossy ha naturalmente trasmesso a

Budapest la nota di questo Governo, pur facendo rilevare a Gafencu che la sua

comunicazione si riferiva a situazioni contingenti di fatto, quale la presenza di

truppe alla frontiera, rimanendo fuori del campo politico, al quale solo appar

tiene invece l'idea di un patto di non aggressione.

Bardossy mi ha infine detto che egli non si rendeva conto se e Quali parti.colari ragioni avessero determinato il suo Governo al passo in questione.

275

IL MINISTRO AD ATENE, GRAZZI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 106. Atene, 25 agosto 1939 (ver. giorno 26).

Mio telegramma per corriere n. 096 (1).

Questo Capo di Stato Maggiore Generale Papagos all'Addetto Militare di

Bulgaria, che gliene chiedeva, ha smentito la notizia della sua prossima partenza

per l'Inghilterra.

276

IL MINISTRO A BERNA, TAMARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. CONFIDENZIALE PER CORRIERE 27. Berna, 25 agosto 1939 (per. giorno 28).

L'on. Motta ha detto che il Prof. Burckhardt, lo svizzero Commissario della

S. d. N. a Danzica, gli ha narrato che Hitler, nel recente incontro, è venuto a parlare anche della neutralità svizzera e che ha affermato che la Germania è risolutamente decisa a rispettarla; ma non è sicura però che la Svizzera stessa la rispetterà di fronte alla Francia. Motta ha incaricato il Ministro di Svizzera a Berlino, Frohlicher, di rassicurare il Governo germanico anche su questo punto.

277

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 206. Budapest, 25 agosto 1939 (per. giorno 28).

Durante la lunga conservazione avuta ieri sera con Csaky, i cui argomenti principali ho già segnalato all'E. V. con ,i miei telearammi n. 256 e 257 del 24 corrente (2) egli mi ha anche intrattenuto diffusamente sulle conversazioni avute

12 -Documenti diplomatici -Serie VIII -Vol. XIII

col Duce e con l'E. V. a Roma il 18 corrente, dichiarandomi poi in linea generale di voler attenersi ai suggerimenti che gli perveranno dal R. Governo.

l o Come già in passato mi aveva detto il Vice Ministro degli Affari Esteri, avendolo interrogato sull'eventualità che i tedeschi volessero chiedere in caso di conflitto il passaggio di truppe attraverso il territorio ungherese per agire verso la Romania, egli non mi ha nascosto la difficoltà di opporvisi se lo chiedessero, come a quanto pare avrebbe già spiegato all'E. V., tanto più che sarebbe impossibile al Govemo ungherese sostenere presso l'opinione pubblica di schierarsi in difesa della Romania.

Gli sarebbe comunque per ovvie ragioni particolarmente sgradita una eventuale collaborazione verso la Romania con la sola Germania e contava sulla possibilità eventuale anche di un concorso italiano.

2° Il Conte Csaky mi ha messo dettagliatamente al corrente delle conversazioni di Roma: mi ha detto anche quanto l'E. V. gli avrebbe consigliato circa alcune domande germaniche fra cui quella di costituire delle basi aeree in territorio ungherese a Ungvar e nella pianura; il Governo ungherese aveva rifiutato, pur concedendo lo scalo in altri campi più arretrati, e ciò in relazione ai noti accordi concernenti gli scambi di voli a lunga distanza.

Mi riservo a tale riguardo informarmi e riferire; ma, come già in marzo, tutto l'atteggiamento ungherese nei riguardi della Romania e dei rapporti della Ungheria con la Germania a questo proposito, non sembrano del tutto chiari, anche se forse in conseguenza dell'incertezza della situazione generale.

3° La radio di Bratislava aveva ieri annunciato che la Slovacchia avrebbe marciato insieme con la Germania per rivendicare anche i territori slovacchi che la Polonia si era annessa. Csaky mi ha detto che gli slovacchi non ne erano stati affatto richiesti e si trattava di una loro pura iniziativa.

4° Mi ha detto che il Capo di Stato Maggiore bulgaro sarebbe stato qui alcuni giomi fa per intesa con lo Stato Maggiore ungherese: egli riteneva che la Bulgaria si sarebbe attenuta alla stessa linea di condotta di riserbo e di attesa, regolandosi su quanto avrebbe fatto l'Ungheria.

5• Avendogli accennato alle voci corse su fondamentali dissensi fra i prinpali responsabili della politica ungherese sopratutto nei riguardi della Germania e della Polonia, pur smentendomi le notizie fantastiche che erano state diffuse recentemente, ha ammesso che effettival!lente quanto al metodo sopratutto si erano manifestate alcune disparità di vedute: era stato il Reggente che aveva voluto far scrivere la nota lettera ai Govemi italiano e germanico circa l'atteggiamento ungherese verso la Polonia malgrado che egli stesso Csaky, avesse ritenuto si dovesse seguire un modo diverso. Il viaggio del Reggente e il suo incontro con personalità polacche a Zakopane (ciò che era stato affermato da più fonti) era una pura fantasia, e si era forse confuso con l'Arciduca Giuseppe che si era effettivamente recato recentemente ad Uzsok.

6° Parlandomi delle misure militari in corso, il Conte Csaky mi ha smentito la voce che fossero state organizzate presso la frontiera romena delle formazioni irregolari della « Rongyos Gàrda » : il Governo ungherese aveva infatti avuto una cattiva esperienza a proposito di tali formazioni nella Rutenia.

7° Mi ha parlato anche del noto progetto estremamente delicato di cui aveva intrattenuto V. E.: da quanto ho potuto capire non mi è sembrato però troppo categorico e preciso circa il consenso che Horthy avrebbe eventualmente dato; mi ha detto anche che avrebbe mandato una lettera segreta a Villani nella quale esponeva le ragioni per cui conveniva sospendere ora ogni azione al riguardo anche per non provocare in questi delicati momenti l'inevitabile reazione contraria della Germania e «per evitare di compromettersi personalmente». La riunione progettata per il 29 a Godollo è stata quindi rinviata.

Csaky mi ha detto che si tornerà sulla questione in momenti più favorevoli. Comunque a mio parere riterrei consigliabile il massimo riserbo da parte nostra nella questione.

Per tutti gli altri argomenti e circa l'atteggiamento del Governo ungherese in linea generale nei confronti della Romania, confermo quanto ho già dettagliatamente riferito nei miei telegrammi precedenti.

(l) -Vedi D. 61. (2) -Vedi DD. 215. e 227. Il secondo, però, è in data 25 agosto.
278

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. PERSONALE. Roma, 25 agosto 1939.

I am afraid I have subjected you to rather a barrage of letters since we last met, but I hope they have been useful and helpful. If I have not sought another interview with you, it is largely because I have not been feeling too well. But that is improving now and if you can spare me the time tomorrow, Saturday, I should much like to compare notes and exchange ideas with you, and think it might be useful to do so.

So I will wait for a telephone message from your Secretariat if you find it convenient to give me an appointment.

279

L'ADDETTO MILITARE A LONDRA, RUGGERI LADERCHI, AL MINISTRO DELLA GUERRA, MUSSOLINI

R. 802. Londra, 2_5 agosto 1939.

I provvedimenti militari presi in questi giorni dalla Gran Bretagna sono noti attraverso i miei telegrammi giornalieri. Essi hanno mirato finora:

-ad assicurare il completamento delle unità di difesa antiaerea mantenuta durante il periodo di ferie in efficienza ma servita da personale in numero ridotto;

-ad assicurare mediante richiamo di riserve le possibilità di funzionamento a pieno dei campi di aviazione e dei servizi aeronautici; -a completare del personale necessario le unità della marina da guerra di riserva.

Accompagnano tali provvedimenti, disposizioni di carattere civile quali:

ordini per l'oscuramento;

predisposizione dei mezzi per lo sgombero di Londra:

salvaguardia del patrimonio artistico;

raccomandazioni e rassicurazioni alla popolazione nei riguardi delle riserve viveri e benzina disponibili.

L'esercito regolare è stato rinforzato di elementi della riserva di emergenza e le unità in manovra, lontane dai loro depositi, sono state ricondotte nei pressi delle loro abituali guarnigioni evidentemente per ragioni di mobilitazione, ma senza tuttavia iniziare le operazioni stesse.

L'esercito territoriale, fatta eccezione per alcuni reparti probabilmente adibiti alla difesa costiera, non è stato finora richiamato. Gli uomini tuttavia sono stati avvisati di non assentarsi dalle loro abituali sedi per più di 6 ore.

Nessun indizio di apprestamento del corpo di spedizione oltremare.

L'Inghilterra in questo momento di serie decisioni e di avvenimenti politici di significato grave (patto di non aggressione tedesco-sovietico) si mantiene tranquilla. Governo e stampa sostengono che l'Inghilterra manterrà i suoi impegni verso la Polonia ove gli sforzi per una intesa pacifica non riuscissero; la popolazione nel mentre sostiene tale determinazione, confida ancora molto nell'opera di Chamberlain; è opinione generale che egli non lascerà nulla di intentato per evitare un conflitto.

Gli ambienti militari non si dissimulano il cambiamento della situazione strategica in Europa in base alla quale non solo Francia ed Inghilterra non possono più fare assegnamento sulla Russia, ma neanche sulla Romania e Grecia e forse anche sulla Turchia. Convengono che la ipotesi tanto cara: « sei mesi di guerra inizialmente sfavorevole e poi resa a discrezione della Germania per affamamento » non è più attuabile.

Frattanto sta a vedere quale peso le considerazioni militari avranno sulla linea politica futura del Governo britannico in relazione sia ai rischi che è disposto a correre sia alle possibilità di salvare fin dove possibile il prestigio.

280

IL MINISTRO AD ATENE, GRAZZI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. AEREO 6611/1431. Atene, 25 agosto 1939.

Vivissimo malumore si è diffuso, a quanto mi viene riferito da fonte attendibile, nei locali ambienti irredentistici dodecannesini nei riguardi della Turchia per le pretese avanzate dalla stampa di Ankara sulle Isole Italiane dell'Egeo.

Tale malumore, che non trasparisce sui periodici dodecannesini di Grecia a causa della censura, trova del resto riscontro in quanto ha pubblicato a tale proposito la stampa dodecannesina di Alessandria d'Egitto.

Negli ambienti stessi si afferma che «se si tratta soltanto di cambiar di padrone, meglio rimanere con l'Italia che tornare sotto i turchi ».

281

IL CONSOLE GENERALE A PRAGA, CARUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. RISERVATO 1970/1033. Praga, 25 agosto 1939.

La recente conclusione dell'accordo di non aggressione con la Russia ha avuto in Boemia e Moravia ripercussioni particolarmente profonde.

Ove si tenga conto del noto stato di animo della quasi totalità degli ambienti cechi, che in un conflitto avvenire hanno riposto le loro speranze e che nella partecipazione della Russia al fronte antitotalitario vedevano tali speranze assumere maggiore consistenza, si comprendono le delusioni e le reazioni che il viaggio del Signor Ribbentrop a Mosca e la firma dell'accordo russo-tedes~o hanno qui suscitato. Si diceva che non pochi avessero già preparato bandiere e coccarde per accogliere le truppe russe liberatrici.

Tutto, invece, è all'improvviso radicalmente mutato e per richiamare ognuno ad una più serena e seria valutazione della situazione attuale il Governo ha ritenuto indirizzare ieri alla popolazione un proclama, di cui mi onoro tra~ smettere la traduzione, mentre il Presidente del Consiglio Elias ha fatto al locale Agente del D.N.B. una dichiarazione di benvenuto al patto russo-tedesco, che ho pure l'onore di trasmettere tradotta (1).

L'atmosfera generale si è, quindi, maggiormente appesantita anche in relazione ai poderosi preparativi militari qui fatti dal Reich.

Tali preparativi -che effettivamente hanno luogo da mesi e che avrebbero ormai portato al massimo della sua efficienza la potenzialità offensiva e difensiva delle armi del Reich in questo settore -per quanto fatti con cura e con spostamenti notturni di materiali e di uomini, non sono, infatti, sfuggiti alla massima parte della popolazione.

In questi ultimi giorni, il movimento degli aerei nelle prime ore del mattino ne ha acuito a Praga l'attenzione. La calma e la disciplina raccomandata dal Governo non sembrano comunque minimamente turbate e ciò anche nelle zone di confine.

282

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 3032/1222. Mosca, 25 agosto 1939.

Mio telegramma odierno n. 118 (2).

Confermando la mia trasmissione telegrafica, ho l'onore di accludere la traduzione integrale del Trattato firmato nella notte dal 23 al 24 corrente dal Commissario del Popolo per gli Affari Esteri Molotov e dal Ministro degli Affari Esteri del Reich, von Ribbentrop.

La traduzione qui acclusa è stata fatta sul testo in lingua russa pubblicato dai giornali sovietici. Non essendo in grado di garantire la perfetta corrispondenza della versione, mi sono permesso di suggerire che venga fatto un controllo sul testo tedesco, del quale debbo supporre che codesto Ministero verrà quanto prima in possesso.

Il preambolo dell'odierno trattato dice che esso è stato redatto «partendo dai concetti basilari del Trattato di Neutralità concluso fra l'U.R.S.S. e la G€rmania nel 1926 ».

Come noto, il Trattato sovietico-tedesco del 1926 afferma l'obbligo reciproco della neutralità nel caso di aggressione da parte di terzi, ed anche l'impegno reciproco di mantenersi estranei a qualsiasi coalizione che si formasse fra terze Potenze con lo scopo di sottoporre al boicottaggio economico e finanziario una delle parti contraenti.

Il nuovo Trattato non menziona specificatamente l'eventualità di boicottaggio economico-finanziario, ma le sue clausole generali (e più precisamente l'articolo 4) coprono evidentemente anche questo campo.

D'altra parte l'impegno della neutralità vi è affermato in modo più assoluto e più incondizionato che nel trattato del 1926.

Osservo anche che il Trattato del 1926 era stato accompagnato da uno scambio di note riguardanti il problema connesso cogli obblighi derivanti al Reich dal fatto che a quell'epoca la Germania era membro della Società delle Nazioni, mentre non lo era ancora l'U.R.S.S.

La situazione essendo oggi capovolta, rimane a vedere se nel protocollo o scambio di note che si ritiene accompagnerà anche l'attuale Trattato, l'U.R.S.S. darà alla Germania le stesse assicurazioni che nel 1926 la Germania aveva dato all'U.R.S.S., nel senso cioè che qualora la S.d.N. proponesse l'applicazione alla Germania degli articoli 16 e 17 del Covenant (sanzioni), l'U.R.S.S. si riserverebbe di esercitare il proprio diritto di pronunciarsi in modo indipendente sulla esistenza o meno di un caso di aggressione (in altre parole, di impedire l'unanimità della decisione del Consiglio della S.d.N., rendendo così impossibile la applicazione delle sanzioni).

Informo in proposito che questo Ambasciatore di Polonia si sforza di sostenere nelle sue conversazioni private che il riferimento ai principi basilari del Trattato di neutralità del 1926, contenuto nel preambolo, significa che l'U.R.S.S. di fatto conserva la propria libertà d'azione nel caso in cui la Germania commettesse un atto di aggressione. Il signor Grzybowski basa evidentemente tale sua interpretazione sulla lettera dello scambio di note del 1926, senza tener conto che lo spirito di quel documento era precisamente in senso opposto a quello che egli vorrebbe attribuirgli.

Alla vigilia della venuta di von Ribbentrop il mio collega tedesco mi aveva detto che il trattato in gestazione avrebbe probabilmente seguito la falsariga dei normali trattati di non aggressione, e mi aveva menzionato come esempio quello sovietico-polacco del 25 luglio 1932.

In realtà il trattato sovietico-tedesco si è discostato in parecchi punti dal modello consueto, e le differenze appaiono particolarmente significative.

Articolo l. -Prendendo come base di raffronto il succitato trattato fra

U.R.S.S. e Polonia, è anzitutto da rilevare che l'art. l del trattato in esame omette il tradizionale riferimento al cosidetto patto Kellogg-Briand (« ...constatando che le due parti contraenti hanno rinunciato alla guerra come strumento di politica nazionale nelle loro mutue relazioni»), così come omette la definizione degli atti di aggressione.

Articolo 2. -Questo articolo, che contempla l'eventualità di un conflitto fra una delle parti contraenti e terzi Stati, contiene l'obbligo incondizionato di non appoggiare la terza parte, e cioè non soltanto quando la parte contraente sia stata vittima di una aggressione ma anche nel caso più generale di una «azione militare». L'impegno di neutralità non è adunque subordinato al fatto che l'altra parte contraente sia fatta oggetto di un attacco da parte di un terzo: fra U.R.S.S. e Germania tale impegno appare incondizionato.

Questa caratteristica del trattato tedesco-sovietico è messa in rilievo anche dall'assenza della ·clausola comune a quasi tutti i patti di non aggressione, e che in quello polacco-sovietico del 1932 è cosi formulata: « Se una delle parti contraenti commette una aggressione contro un terzo Stato, l'altra parte potrà denunciare senza preavviso il presente trattato"·

L'importanza della sostituzione delle parole «azione militare" ad c aggressione», ed ancora più l'omissione della clausola concernente l'aggressione di una delle parti contraenti contro i terzi attribuisce al trattato tedesco-sovietico una portata politica che non ha bisogno di commento.

Articolo 3. -Contiene l'impegno della consultazione reciproca, impegno che di solito non appare in modo esplicito nei consueti trattati di non aggressione.

Nella conversazione che ho avuto con lui, von Ribbentrop ha messo in speciale rilievo l'importanza politica di questo articolo, ed ha insistito nel qualificare il patto concluso come un «trattato di non aggressione e di consultazione"·

Articolo 4. --Corrisponde all'art. 3 del Trattato polacco-sovietico, ma presenta talune varianti di redazione. Esso dice infatti che « nessuna delle parti contraenti parteciperà a qualsiasi aggruppamento di Potenze che sia puntato direttamente od indirettamente contro l'altra parte».

Nel trattato polacco-sovietico, invece di «aggruppamento di Potenze ecc.» si parla di « intesa ostile », e mancano le parole « direttamente od indirettamente », le quali dànno indubbiamente al patto tedesco-sovietico una più larga portata.

Nelle circostanze attuali la nuova redazione assume poi una importanza particolarissima, in quanto assicura la Germania che l'U.R.S.S. non prenderà parte a qualsiasi politica di accerchiamento.

Manca in quest'ultimo patto la clausola (art. 4° del Trattato polacco-sovietico) relativa alla riserva circa i diritti e gli obblighi internazionali derivanti da accordi precedentemente conclusi dalle parti contraenti con terzi Stati.

Articolo 5. -Riguarda il regolamento amichevole di tutte le vertenze e conflitti fra le parti contraenti. Sostanzialmente, sebbene in forma diversa, questo articolo corrisponde all'art. 5 del trattato polono-sovietico.

Articoli 6 e 7. -Riguardano la durata e la ratifica del trattato.

La durata è di 10 anni con rinnovazione automatica, salvo denunzia. Nel

trattato polono-sovietico la durata era soltanto di 3 anni.

Il trattato tedesco-sovietico è entrato in vigore al momento stesso della

firma, mentre quello colla Polonia subordinava l'entrata in vigore allo scambio

delle ratifiche.

Il raffronto fatto sopra giustifica pienamente il giudizio dell'organo del

Governo sovietico Isvestia, il quale ha qualificato il trattato come un < documento

di straordinaria importanza >.

(l) -Non pubbllcati. (2) -Non pubblicato.
283

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A LISBONA, GERBORE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 2751. Lisbona, 25 agosto 1939.

Gli sviluppi della situazione internazionale negli ultimi giorni hanno scosso la stampa e l'opinione pubblica portoghese dal torpore estivo nel quale erano cadute. L'una e l'altra manifestano oggi pessimismo ed allarme. I titoli e la disposizione delle notizie, più ancora che i rari e poco significativi commenti, denotano il panico e il disorientamento delle redazioni fomentato dall'insidiosa propaganda dell'agenzia Havas. La tattica di questa consiste ora principalmente a mobilitare il sentimentalismo portoghese in favore della Polonia, che viene presentata come un pacifico e cattolicissimo Paese minacciato da un vorace e pagano vicino, ed a creare l'impressione che per effetto degli ultimi avvenimenti si stia verificando un riorientamento della politica spagnuola nei confronti delle Potenze dell'Asse. Mediante citazioni incomplete o mutilate della stampa italiana

o tedesca, e riferimenti a notizie riportate dai fogli parigini o londinesi, dei quali il pubblico portoghese non può valutare l'insignificanza, l'Havas persegue il duplice intento. Per quanto la campagna in favore della Polonia non sia senza efficacia (e trovi qualche eco persino nell'ufficioso Diario da Manhli, v. « Panorama Internazionale » del 24 agosto), la tendenza che oggi nettamente si delinea in quest'opinione pubblica è verso la neutralità del Portogallo nell'eventualità di un conflitto, e tale tendenza, già affiorata durante la crisi del settembre 1938, si mostra oggi più forte e sostenuta dalla fiducia nell'appoggio che la Spagna potrà dare contro gli intrighi degli agenti britannici.

Quello che potrebbe essere l'atteggiamento del Portogallo nell'eventualità di un conflitto non è però ancora oggetto di discussione da parte della stampa. Gli articoli allegati al presente rapporto (l) sono per la maggior parte consacrati al patto tedesco-sovietico. Dire che la notizia di questo sia giunta in Portogallo completamente impreveduta sarebbe inesatto. Più d'una volta, durante gli ultimi mesi, negli organi meglio informati (Diario da Manha, Voz) erano affiorate voci di contatti tedesco-sovietici e l'ipotesi di un riavvicinamento tra le due Potenze era stata seriamente discussa; ciò nondimeno, la conclusione dell'accordo, data la preparazione psicologica tentata dall'Havas nelle ultime settimane in previsione di ben diverse decisioni russe, e dato il momento in cui è stata annunciata,

ha avuto effetto sensazionale. «La carriera politica di Hitler -scrive il Jornat da Tarde (22 agosto) -procede brillantissima, senza tergiversazioni. In questi colpi il Cancelliere del Reich si mostra un politico eccezionale. Quando tutti consideravano imminenti la conclusione delle trattative anglo-franco-sovietiche e una dichiarazione di Chamberlain nei Comuni annunciante la conclusione del già celebre Fronte della Pace, il Capo germanico riesce, con un sol colpo, ad indebolire le cosidette nazioni del cerchio e le obbliga a riflettere di nuovo prima di lanciarsi in una lotta per Danzica, o meglio per l'indipendenza della Polonia. L'Inghilterra e la Francia (e specialmente la Polonia) hanno sofferto un altro rovescio diplomatico. Il prestigio di queste grandi Potenze, già scosso da tanti insuccessi soffre un nuovo e rude colpo». E la Voz del 23: «questo avvenimento è senza dubbio il più importante degli ultimi anni -non tanto per il suo valore intrinseco, quanto perchè realizzato in barba (sic) alla missione anglo-francese da tanto tempo nell'U.R.S.S. e che nulla sospettava... ». E il Diario de Lisboa, alla vigilia della riunione del Parlamento britannico: « ... domani la Camera dei Comuni dirà se preferisce che la Nazione si batta o si dimetta... ». Tutti gli altri giornali si associano a questi giudizi.

Il linguaggio della stampa è generalmente pessimista, ed una sola speranza essa sembra nutrire, che cioè ancora una volta il Duce operi quello che il Diario da Manha (21 agosto) definisce uno « scongestionamento provvidenziale». Questo voto appare in quasi tutti i gli articoli allegati al presente rapporto. «Che fa l'Italia oggi? scrive la Voz del 23 agosto. Forse si prepara ad essere un'altra volta mediatrice, come nel settembre dell'anno passato, nel quale Mussolini parlò a ciascuno dei Capi di Governo riuniti a Monaco nella rispettiva lingua, in lingua che tutti intesero».

(l) Non rintracciati.

284

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 620. Tokio, 26 agosto 1939, ore 1,50 (per. ore 13,30).

Ambasciatore di Germania mi comunica essere andato ieri dal Ministro degli Affari Esteri a ripetere dichiarazioni già fatte dalla Wilhelmstrasse a quell'Ambasciatore del Giappone.

Ministro degli Affari Esteri ha ascoltato con speciale interesse quanto l'Ambasciatore di Germania gli ha detto circa possibilità del patto non aggressione con Russia e ha voluto prendere appunti delle sue precise parole.

A sua volta lo ha informato che Governo giapponese considerava che noti negoziati per il patto tripartito dovessero considerarsi come rotti e che avrebbe protestato a Berlino per violazione patto anticomunista. Quest'ultima dichiarazione però è stata fatta in tono conciliante. Infine Ministro si è augurato che si sarebbe trovato modo continuare buone relazioni esistenti fra i due Paesi. Mio collega è rimasto soddisfatto del colloquio e ne ha tratto favorevoli auspici.

285

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 34. Danzica, 26 agosto 1939, ore 12,15 (l) (per. ore 7,50).

Da ieri sera a stamane Danzica è stata sotto incubo colpo di mano polacco preannunciato a più riprese dai servizi propaganda diretti dal noto Zarske, direttore del Danziger Vorposten e fiduciario di Forster. Per fomentare psicosi bellica anche tra popolazione danzichese sin ad ora passivamente calma, eccitandone odio anti-polacco, sono state fatte circolare anche voci infiltrazione pattuglie polacche in città, voci sono risultate false, mentre è soltanto accertato rafforzamento presidio polacco lungo la frontiera.

Stessi servizi propaganda avevano organizzato nei giorni scorsi riunioni naziste nel sobborgo Langfuhr nelle quali Forster pronunciò solito discorso violento, ripetuto anche nel Congresso giuristi tedeschi, che si tiene in Zoppot, presieduto da Ministro germanico Frank.

Altra voce allarmista: blocco economico polacco contro Danzica e sospensione treni, che invece tuttora circolano nel territorio danzichese e corridoio. Frontiera polacca danzichese, ieri temporaneamente chiusa al transito da parte polacca, è stata riaperta con aumento misure controllo.

Autorità danzichesi hanno sequestrato vagone materiale bellico polacco, denunziato come contenente altra merce ed hanno arrestato ferrovieri polacchi per contrabbando armi. Segue.

286

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. s.n. Danzica, 26 agosto 1939, ore 2 (per. ore 7,55).

Seguito telegramma 34 (2). Stamane arrivata in porto nave scuola germanica Schleswig-Holstein in sostituzione preannunziato incrociatore Konigsberg che dicesi avariato; nave è scortata da cinque posa-mine rimaste fuori rada. Scambiate visite protocollari fra comandante e autorità locali compreso Alto Commissario della S.d.N. e Ministro di Polonia, i quali tuttavia hanno declinato pranzo offerto dal nuovo Capo della Città libera di Danzica Forster, per la cui nomina Commissario Generale Polonia indirizzato protesta al Presidente del Senato ritenendola illegale. Capo di Gabinetto Dipartimento degli Esteri in assenza titolare Boetcher ammalato mi ha dichiarato oggi che pur riconoscendo gravità presente situazione e imminente soluzione per Danzica, non crede al dramma delle complicazioni date anche efficienti misure militari qui adottate.

Console Generale germanico è esultante per patto di non aggressione· germanico-sovietico e mi ha detto stamane testualmente: c Polonia ha soltanto due vie, o la guerra che in quarantotto ore la smembrerebbe o la restituzione alla Germania di quello che ha rubato; Danzica è un semplice dettaglio, Germania vuole sue antiche frontiere anteguerra». A riprova dello spirito bellicista che si vuole imporre a Danzica, notasi che la stampa e la radio locale hanno appena sorvolato sul conto del radiomessaggio del Papa per la pace e sul conto del messaggio del Presidente degli Stati Uniti a S. M. il Re. Piroscafi mercantili italiani ancorati Danzica hanno ricevuto ordine dal Ministero delle Comunicazioni e dai rispettivi armatori di salpare al più presto possibile per Stettino.

(l) -L'indicazione dell'ora di partenza è evidentemente errata. (2) -Vedi D. 285.
287

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 35. Danzica, 26 agosto 1939, ore 2 (per. ore 7,25).

Mio telegramma n. 34 (1).

Informo con debita riserva che oggi noto Zarske ad una riunione giornalistica ha preannunciato prossimo viaggio di Beck a Berlino pur preavvisando tale viaggio verrebbe smentito dalla stampa.

288

IL MINISTRO A DUBLINO, BERARDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 20. Dublino, 26 agosto 1939, ore 2 (per. giorno 27, ore 4,15).

Questo Segretario Generale, in conversazione avuta stamane, mi ha di sua iniziativa ripetuto quanto De Valera ha dichiarato qualche mese fa al Parlamento che in caso di conflagrazione Irlanda resterebbe neutrale. Tale dichiarazione egli ha pure fatta a questo collega di Germania, il che sembra consono all'atteggiamento di questa opinione pubblica presso cui idea della neutralità si è andata dal settembre ad oggi sempre più radicando.

Va rilevato aperto ottimismo con cui Governo irlandese attivamente informato dal proprio Alto Commissario a Londra giudichi possibile soluzione attuale crisi europea.

289

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 619. Tokio, 26 agosto 2939, ore 2,30 (per. giorno 27, ore 10).

Non posso ancora com4nicare a questo Ministro degli Affari Esteri telegramma di V. E. n. 248 non avendone ancora ricevuta ripetizione (2).

Confermo calma e ponderazione nelle autorità responsabili.

D'altra parte data gravità situazione europea, possibilità sempre aperta di crisi ministeriale e la lentezza nipponica nel decidersi, una netta presa di posizione non è da considerarsi imminente.

(l) -Vedi D. 285. (2) -Vedi D. 180.
290

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 551. Berlino, 26 agosto 1939, ore 10,30. Ribbentrop mi ha chiamato al telefono in questo momento per dirmi che situazione è questa mattina nuovamente aggravata e che l'azione militare non è stata (come certe informazioni potevano far credere) affatto sospesa. In questa situazione qui, si tiene molto ad avere al più presto le liste dei nostri fabbisogni di cui alla lettera del Fiihrer di ieri sera.

291

L'AMBASCIATORE A SHANGHAI, TALIANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 208. Shanghai, 26 agosto 1939, ore 11 (per. giorno 27, ore 23,40). Conclusione Patto di non aggressione russo-tedesco benchè da alcuni considerato possibile dopo articolo di Relazioni Internazionali, ha prodotto nelle sfere politiche e finanziarie anglo-sassoni in Cina senso profondo di sprpresa e di sgomento. Si è dovuto ammettere il colpo maestro dell'Asse, un nuovo umiliante scacco delle grandi democrazie. Oggi tuttavia lo sgomento appare temperato dalla disillusione di Tokio e dall'impressione che si va diffondendo di un conseguente indebolimento del Giappone di fronte a Chungking ed alle posizioni inglesi e americane nel Pacifico. E si accarezza speranza che Tokio per parare il colpo si decida ora a cercare un accordo con Gran Bretagna anche con alcuni gravi sacrifici. Presso Comando militare giapponese nella Cina del Nord notizia ha provocato amare reazioni. Si rimprovera soprattutto alla Germania la mancata tempestiva consultazione e si constata che ormai il Giappone dovrà prepararsi sopportare da solo il peso della Russia. A quanto mi viene riferito da Chungking quella stampa e quei circoli politici commentano notizia mettendo in rilievo che Patto di non aggressione è nettamente contrario Giappone e quindi favorevole alla Cina nazionale, dato che Russia avendo assicurato tranquillità frontiera occidentale ha mano libera in Estremo Oriente. Patto preluderebbe al completo isolamento del Giappone. Re

centi eccezionali dichiarazioni di Chiang Kai-shek sui rapporti sino-tedeschi e russo-tedeschi [da me segnalati con telespresso n. 277 del 21 corrente (l)] potreb

bero far ammettere la possibilità di qualche indiscrezione di Mosca sulle trattative con Berlino. Comunicato Tokio e Hsin King.

(l) Non rintracciato.

292

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO Roma, 26 agosto 1939, ore 11,40.

La R. Ambasciata in Berlino telefona quanto segue: « Ribbentrop ha nuovamente telefonato ad Attolico per sapere quando saranno pronte le liste. Egli prega vivamente che esse vengano rimesse in giornata, facendo altresi conoscere l'ora alla quale perverranno a Berlino».

293

IL CAPO DEL GOVERNO, MUSSOLINI, AL CANCELLIERE DEL REICH, HITLER (l)

(Ed. Hitler e Mussolini, cit., pp. 12-14) L, s. n. Roma, 26 agosto 1939.

Ho riunito stamani i Capi di Stato Maggiore dell'Esercito, della Marina, dell'Aviazione, presenti il Ministro Ciano e quello delle Comunicazioni ed ecco il minimo che occorre alle Forze Armate italiane per sostenere una guerra di

dodici mesi oltre a quello che abbiamo: Carbone per il gas e la siderurgia 6 milioni di tonnellate Acciaio . . 2 milioni » Oli minerali 7 milioni » Legno .. l milione » Rame .. 150 mila tonnellate Nitrato di sodio . 220 mila » Sali potassici . 70 mila » Colofonia 25 mila » Gomma .. 22 mila » Toluolo 18 mila » Essenza trementina 6 mila » Piombo lO mila » Stagno . 7 mila » Nikelio . 5 mila » Molibdeno 600 tonnellate Tungsteno . 600 » Zirconio. 20 » Titanio . . 400 »

Il fabbisogno alimentare e tessile sarà assicurato ricorrendo al razionamento.

Oltre alle materie prime di cui sopra, Voi sapete che tutta la nostra industria di guerra è nel quadrilatero Torino-Genova-Milano-Savona e lungo il litorale tirrenico, cioè a mezz'ora di volo dalla Corsica. Per proteggere questi impianti industriali, la cui distruzione potrebbe paralizzare letteralmente il nostro sforzo bellico, occorre l'immediato invio di 150 batterie da 90 e relativo munizionamento.

Il Generale Keitel è in possesso della lista dei macchinari che sono indispensabili per accelerare la nostra produzione bellica.

Io non Vi avrei mandato questa lista o avrebbe contenuto un minor numero di voci e cifre molto minori, se avessi avuto il tempo d'accordo previsto per accumulare scorte e accelerare il ritmo dell'autarchia.

Senza la certezza di questi rifornimenti, ho il dovere di dirVi che i sacrifici ai quali io chiamerei il popolo italiano -sicuro di essere obbedito -potrebbero essere vani e compromettere con la mia anche la vostra causa.

Se Voi credete che ci sia ancora una qualsiasi possibilità di soluzione sul terreno politico, io sono pronto a darVi -come altre volte -la mia piena solidarietà e a prendere le iniziative che potreste ritenere utili allo scopo.

(l) Lettera comunicata telefonicamente alle ore 12,10 del 26 agosto 1939 dal Conte Ciano all'Ambasciatore in Berlino per la consegna immediata a Hitler.

294

IL CAPO DI GABINETTO. ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO. Roma, 26 agosto 1939 (1).

Sir Percy Loraine che è sofferente, mi ha invitato all'Ambasciata e mi ha pregato di fare le seguenti comunicazioni confidenziali a V. E.:

l) Lord Halifax gli ha fatto conoscere che è rimasto vivamente sorpreso dei messaggi inviati da Roosevelt a S. M. il Re Imperatore e ad Hitler. Lord Halifax tiene a precisare che il Governo britannico era completamente all'oscuro delle intenzioni del Presidente degli Stati Uniti.

2) Sir Percy Loraine ha preso buona nota del suggerimento del Duce relativo alla circostanza che una conversazione Lipski-Weizsacker non sarebbe stata sufficiente e che sarebbe stato molto opportuno un contatto fra elementi di Governo più responsabili al fine di superare la crisi. Sir Percy Loraine è in grado di poter dire che l'Ambasciatore di Gran Bretagna a Berlino, Sir Nevile Henderson si sta. attivamente adoperando, dietro conformi istruzioni del Governo britannico, a stabilire un utile contatto possibilmente fra il Fiihrer e Beck o tra Ribbentrop e Beck. Nessuna notizia è pervenuta finora a questa Ambasciata d'Inghilterra circa l'esito di tali contatti. Anzi l'Ambasciatore ha chiesto a me quanto mi risultasse circa le notizie giornalistiche relative alla partenza di Henderson per Londra.

3) Il Governo inglese ha fatto sapere a Beck -che ha risposto dando le maggiori assicurazioni -che sarebbe molto opportuno che egli evitasse gli incidenti di frontiera con la Germania e soprattutto quelli che toccano le minoranze tedesche in Polonia e che mettono il Fiihrer in condizione di denunciare continuamente le autorità polacche. Notizie infatti ricevute dal Governo di Sua Maestà indicano che il Signor Hitler dà maggiore importanza al problema delle minoranze germaniche in Polonia e che sta assumendo l'atteggiamento che questa questione è più urgente di quella dello Statuto di Danzica ecc. In tali circostanze vi è il pericolo che in qualsiasi momento egli possa dichiarare di non volere aspettare più a lungo una soluzione.

4) Sembra inoltre a Lord Halifax che, a parte la questione della possibilità di cercare di creare delle condizioni in cui una sistemazione dei problemi di Danzica ecc., possa esser negoziata -procedimento questo che inevitabilmente prenderà del tempo -il problema del trattamento delle minoranze potrebbe essere affrontato con la costituzione di un corpo di osservatori neutrali che dovrebbe funzionare da ambo le parti della frontiera tedesco-polacca. Lord Halifax sarebbe molto lieto di conoscere se il Signor Mussolini ritenga che una tale proposta possa avere una qualche possibilità di successo. Il Governo di Sua Maestà sarebbe, s'intende, pronto a contribuire con tutti i mezzi in suo possesso alla sua realizzazione. Potrebbe essere naturalmente difficile per questi osservatori di entrare in funzione fino a tanto che una trattativa non sia effettivamente iniziata, ma questo non comporta la necessità di dilazionare l'esame dell'idea stessa.

5) L'Ambasciatore d'Inghilterra tiene a stabilire che egli desidera, anche interpretando le istruzioni del suo Governo, continuare i suoi contatti col Governo italiano in quest'ora cosi grave per l'Europa.

(1) Secondo la Cronologia, vedi Appendice l, p. 402, il colloquio Anfuso-Percy Loraine si sarebbe svolto subito dopo l'invio della lettera di Mussolini ad Hitler delle 12,10.

295

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

PROMEMORIA. Roma, 26 agosto 1939.

Information reaching His Majesty's Government indicates that Herr Hitler is laying major emphasis on the problem of the German minorities in Poland and that he is adopting the attitude that this question is more urgent than that of the status of Danzig. In these circumstances there is a danger that at any moment he may declare that he will not wait any longer for a solution.

2. --It occurs therefore to Lord Halifax that, apart from the question of trying to create conditions in which a settlement of the Danzig etc. problems might be negotiated -a process which must inevitably take time -the problem of the treatment of the minorities might be met by the constitution of a corps of neutra! observers which would function on both sides of the GermanPolish frontier. 3. --Lord Halifax would be very glad to know whether Signor Mussolini thinks that such a proposal would have any chance of success. His Majesty's Government would of course be ready to contribute whatever might be in their

power to its realisation. It might be difficult, of course, for such observers to function until a negotiation was actually engaged, but that need not delay the examination of the idea itself.

296

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'INCARICATO D'AFFARI A. I. AD ANKARA, BERlO

T. 507 R/68. Roma, 26 agosto 1939, ore 13,20.

Occorre seguire attentamente attività di codesto Ambasciatore di Germania che, come risulta da varie fonti ed è anche a Voi noto, non nutre sentimenti di simpatia per l'Italia.

Riferitemi tutto quanto potrà risultarVi al riguardo controllando particolarmente i contatti che von Papen avrà col Governo turco.

297

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SAPUPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 124. Copenaghen, 26 agosto 1939, ore 14,45 (per. ore 17).

Ho avuto occasione avvicinare e parlare lungamente iersera con il Presidente del Consiglio Stauning alla fine di un banchetto.

Reso insolitamente loquace da atmosfera conviviale mi ha detto che nutriva enorme fiducia sull'influenza moderatrice e mediatrice del Duce e che sua attenzione era stata richiamata sul recente articolo Gayda che tutti questi giornali mettono oggi in prima luce.

298

IL CANCELLIERE DEL REICH, HITLER, AL CAPO DEL GOVERNO, MUSSOLINI (l)

(Ed. Hitler e Mussolini, cit., pp. 14-15)

L. Berlino, 26 agosto 1939 (2).

L'Ambasciatore Attolico ha consegnato testè al mio Ministro degli Esteri la lista di quanto occorrerebbe che l'Italia ottenesse dalla Germania per il caso di una guerra. Tale fabbisogno potrebbe essere interamente soddisfatto per il carbone e l'acciaio, cioè 6 milioni di tonnellate di carbone e 2 milioni di tonnellate di acciaio. La fornitura di 7 milioni di tonnellate di oli minerali sarebbe per la Germania impossibile. Sul momento non posso stabilire fino a quale misura potremmo fornirvi tale materia. La Germania sarebbe in condizioni di fornire un milione di tonnellate di legname. La fornitura di 150.000 tonnellate di rame

sarebbe impossibile; la Germania stessa in considerazione della mancanza di rame lo ha sostituito nella maggior parte dei casi con metalli leggeri o altri surrogati. Anche la fornitura di nickel non potrebbe essere soddisfatta neppure approssimativamente nella quantità richiesta, poichè la stessa industria tedesca si serve quasi esclusivamente di acciai poveri o privi di nickel. Pertanto il nostro proprio fabbisogno in questo campo è completamente eliminato.

Tuttavia la Germania sostanzialmente sarebbe in grado, con l'aiuto di lavoratori italiani, di aumentare la produzione tedesca delle munizioni fabbricate con materie di cui si disponga, fino a poter coprire una gran parte del fabbisogno italiano di munizioni. In quanto alle batterie antiaeree il Reich sarebbe in condizione di fornire subito 30 batterie di 4 cannoni; dopo la fine delle operazioni polacche altre 30 batterie e nel corso di un anno altre 30 batterie, tutte con personale e strumenti di comando tedeschi.

I sali di potassio potrebbero senz'altro essere forniti. Per quanto concerne il carburante devo io stesso in primo luogo procurarmi dati precisi. Ritengo però importante Duce, farvi pervenire frattanto queste comunicazioni.

L'Ambasciatore Attolico, in base ad istruzioni orali, mi ha comunicato che tutto il materiale dovrebbe trovarsi in Italia prima dell'inizio delle ostilità. Questo, Duce, non può essere risolto nè dal punto di vista organizzativo, nè da quello tecnico dei trasporti. Ciò che potrebbe partire subito sono le 30 batterie antiaeree pesanti; tuttavia gli altri trasporti debbono essere inquadrati nel sistema generale dei trasporti. Poichè l'Ambasciatore Attolico ha presentato come condizione decisiva la richiesta della immediata consegna di tutto il materiale prima dello scoppio delle ostilità, io vedo con mio dispiacere che il soddisfacimento del vostro desiderio non è possibile, come ho detto sopra, per ragioni puramente organizzaUve e tecniche. In queste condizioni, Duce, io mi rendo conto della vostra situazione e vi prego soltanto di voler procedere a impegnare, come voi mi prospettate, le forze anglo-francesi mediante un'attiva propaganda e dimostrazioni militari appropriate. Poichè nè la Francia nè l'Inghilterra possono raggiungere ad Occidente alcun risultato decisivo, mentre ad Oriente dopo l'abbattimento della Polonia la Germania avrà libere, in seguito all'accordo con la Russia, tutte le sue forze e la supremazia dell'aria è inequivocabilmente dalla nostra parte, non mi perito di risolvere la questione orientale, anche col pericolo di complicazioni ad Occidente (1).

(l) -Lettera comunicata telefonicamente alle ore 15,08 del 26 agosto 1939 dal Ministro degli Affari Esteri del Reich all'Ambasciatore di Germania a Roma, per la consegnaimmediata a Mussolini. (2) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 403, questa lettera sarebbe stata consegnataalle ore 16.
299

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 553. Berlino, 26 agosto 1939, ore 15,35 (per. ore 17).

Ho chiarito l'equivoco in cui ero caduto in merito alla data di consegna dei materiali indicati nella lista di stamane ed è stata presa buona nota della rettifica immediatamente data.

Appunto però, per evitare altri equivoci e poichè la lista comprende sia materiali a consegna immediata (150 batterie, ecc.) sia materiali a consegna sca

13 -Documenti diplomatici -Serie VIII -Vol. XIII

glionata, mi permetto suggerire che la questione sia chiarita al di là di ogni possibile dubbio per ogni singolo materiale e tenuto presente, sia la nota insufficienza del Brennero, sia l'impossibilità di fare un qualunque assegnamento sui trasporti marittimi.

In proposito devo anzi fare presente che l'Ufficio Carboni di Essen informa che i trasporti via mare sono già interrotti da oggi.

In materia di carboni mi sembra necessario anche specificare se i 6 milioni di tonnellate chiesti questa mane debbano o no intendersi in aggiunta alle quantità normali e alle altre qualità di carboni di consumo civile. Nell'occasione aggiungo che speciali richieste di materiali sono state avanzate direttamente dalla nostra Aeronautica. Occorre chiarire se si tratta di materiali addizionali a quelli compresi nella lista di stamane oppure no. Tutto sempre a prevenire equivoci.

(l) Manca il testo tedesco del documento.

300

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO FoN. 55. Berlino, 26 agosto 1939, ore 15.40 (per. ore 17).

Ho dimenticato di aggiungere che nell'ultima conversazione avuta alle ore 13,30 con von Ribbentrop, questi mi ha confermato che la macchina militare tedesca potrà essere messa in movimento da un momento all'altro.

301

L'AMBASCIATORE A VARSAVIA, ARONE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 193. Va1·savia, 26 agosto 1939, ore 15,40 (per. ore 22). Benchè notizie posizione assunta dall'Inghilterra a fianco Polonia fosse netta e inequivocabile, firma del trattato di alleanza avvenuta ieri Londra la conferma ancora una volta ed avvantaggia resistenza Polonia. Intanto il ripetersi incidenti frontiera polacca mentre aumenta tensione si presta ad essere presentato da parte polacca come prova che « aggressioni provengono dalla Germania ». Cosi la situazione risulta ancora aggravata. D'altra parte rinvio progettata cerimonia di Tannenberg, colloquio Cancelliere Germania con Ambasciatore d'Inghilterra a Berlino e sopratutto atteggiamento riservato dell'Italia vengono interpretati

da questi circoli politici e diplomatici come indizio che possa dare adito a qualche pur lieve speranza.

302

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A TEHERAN, GIARDINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 80. Teheran, 26 agosto 1939, ore 17,25 (per. giorno 27. ore 4,25). Notizia conclusione patto di non aggressione russo-tedesco ha sollevato an

che qui, non solo enorme impressione, ma anche qualche apprensione nei locali circoli politici.

Temesi che U.R.S.S., ormai liberatasi da minaccia tedesca su sua frontiera occidentale, riprenda sua tradizionale pressione verso i Paesi Medio Oriente in generale, Persia e Afganistan in particolare.

Tuttavia ancora ieri Ministro degli Affari Esteri mi ha reiterato assicurazione stretta neutralità Iran in caso conflitto.

303

APPUNTO PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO (l)

Roma, 26 agosto 1939, ore 17,50.

S. E. Attolico telefona quanto segue:

Ribbentrop mi informa ora che risposta Fiihrer portata da Mackensen è stata redatta prima della mia rettifica, nonostante questa sia stata pressochè immediata.

Ambasciata tedesca a Roma è stata però successivamente informata di questo e von Mackensen, se già non lo sa, può averne conferma telefonando al proprio ufficio.

Circa sostanza questione, da parte tedesca mi chiedono ora esatte e dettagliate precisazioni circa quantitativi materie prime e batterie che dovrebbero essere consegnate subito, specificando se prima della entrata in guerra oppure no.

304

IL CAPO DEL GOVERNO, MUSSOLINI, AL CANCELLIERE DEL REICH, HITLER (2)

(Ed. Hitler e Mussolini, cit., pp. 15-16)

L. s. n. Roma, 26 agosto 1939.

Credo che l'equivoco nel quale è caduto, involontariamente Attolico, sia stato immediatamente chiarito, secondo i miei ordini. Ciò che vi ho chiesto, tranne le batterie antiaeree, era da consegnare nel corso di 12 mesi. Ma anche chiarito l'equivoco, risulta che vi trovate nella materiale impossibilità di aiutarmi a riempire i grandi vuoti che le guerre di Etiopia e di Spagna hanno prodotto negli armamenti italiani.

Terrò quindi l'atteggiamento che voi mi consigliate almeno nella prima fase del conflitto, onde immobilizzare il massimo delle forze franco-britanniche, come già avviene, mentre affretterò fino ai limiti del possibile la preparazione militare.

Lascio a voi di comprendere il mio stato d'animo nel trovarmi costretto da forze superiori alla mia volontà, a non darvi la mia solidarietà positiva nel mo· mento dell'azione.

Ed è anche per questo, che mi permetto nuovamente di insistere e non mai in base a considerazioni di carattere pacifista aliene dal mio spirito, ma in base agli interessi dei nostri due popoli e dei nostri due Regimi, sulla opportunità di una soluzione politica che ritengo ancora possibile e tale da dare piena soddisfazione morale e materiale alla Germania.

(l) -Non risulta da quale ufficio sia stato steso questo appunto ma è probabile che si tratti del Gabinetto. (2) -Messaggio telefonato dal Conte Ciano il 26 agosto, alle ore 18,42, all'Ambasciatore in Berlino per la consegna immediata al Ftihrer.
305

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO. Roma, 26 agosto 1939, ore 18,50.

L'Ambasciatore Mackensen ha telefonato per dire:

l) che la lettera del Fiihrer consegnata oggi al Duce gli è stata comunicata prima che Attolico-il quale aveva fatto la comunicazione a Weizsacker che non aveva potuto raggiungere il Fiihrer -avesse potuto fare la nota rettifica. La cosa è adesso comunque chiarita;

2) che von Ribbentrop prega di telefonargli d'urgenza non solo i quantitativi dei materiali di cui noi subito abbisogn11mo ma anche le date dentro cui desideriamo che tale materiale ci pervenga.

306

L'AMBASCIATORE A BRUSSELLE, LOJACONO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 59. Brusselle, 26 agosto 1939, ore 19,35 (per. ore 21,40).

Questo Ambasciatore di Germania mi ha dato seguenti dettagli circa suo passo presso Re Leopoldo e Presidente del Consiglio cui ha presentato dichiarazione solenne del Governo germanico di non violare neutralità Belgio in caso di conflitto. S. Maestà ha ascoltato con grande emozione ed ha chiesto se dichiarazione escludeva anche qualsiasi violazione della neutralità aerea ottenendo risposta affermativa. S. Maestà ha affermato allora fermo proposito respingere con le armi qualsiasi violazione da qualsiasi parte proviene. Ambasciatore ha lasciato nelle mani del Re testo dichiarazione. Nel colloquio col Primo Ministro fu esaminato testo comunicato che viene dato alla stampa. Primo Ministro ha ribadito dichiarazione Reale circa proposito prendere armi contro qualsiasi violazione ed ha aggiunto queste parole : « Anche se violazione riguardi non dico una sola provincia ma persino uno spazio non più largo di questa sala in cui parliamo».

307

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 557. Berlino, 26 agosto 1939, ore 20,20.

Mi sono recato alla Cancelleria col messaggio del Duce ed ho chiesto di vedere il Fiihrer per consegnarglielo. Mi è venuto incontro Ribbentrop il quale, premesso che il Fiihrer era in colloquio con l'Ambasciatore di Francia, mi ha pregato di aspettare che la con

versazione finisse. Dopo circa una mezz'ora, Ribbentrop è tornato da me con l'interprete Ministro Schmidt, attraverso il quale mi ha detto che il Ftihrer aveva ricevuto il messaggio, che ne ringrazia il Duce con cui si riservava di comunicare ulteriormente attraverso von Mackensen al riguardo. Egli desiderava però che questa sua ulteriore comunicazione fosse trattata come assolutamente confidenziale dato che la sua conoscenza avrebbe potuto portare pregiudizio agli interessi dell'Asse.

308

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. URGENTE E CONFIDENZIALE. Roma, 26 agosto 1939, ore 21,15.

Lord Halifax has requested me to let Your Excellency know immediately, for the information of Signor Mussolini and you yourself, that His Majesty's Government foresee the possible necessity in the next few days of taking certain precautionary measures against the danger of war breaking out over the Danzig issue, such as the issue of a warning to shipping to leave and avoid the Mediterranean, and perhaps also certain dispositions in the Red Sea.

Such measures may evidently have the appearance of being based on the supposition that war, once it breaks out, will be inevitable between the United Kingdom and Italy. Lord Halifax has therefore authorized me to assure Your Excellency, and I am very happy to do so, that such measures, if and when taken, will be purely precautionary.

Lord Halifax attaches such value to Signor Mussolini's sincere efforts to secure a peaceful solution of the present crisis that he is particulary anxious to avoid, in advance, any misunderstanding or misinterpretation in Italy of these eventual measures.

TRADUZIONE.

Lord Halifax mi ha incaricato di far conoscere immediatamente a V. E. per informazione del signor Mussolini e di Voi stesso, che il Governo di Sua Maestà prevede di poter essere costretto nei prossimi pochi giorni di prendere alcune misure precauzionali contro il pericolo dello scoppio della guerra per gli eventi di Danzica, quali l'emanazione di un preavviso alle navi di lasciare ed evitare il Mediterraneo e forse anche alcune disposizioni nel Mar Rosso. Tali misure possono evidentemente avere l'apparenza di essere basate sulla supposizione che la guerra una volta scoppiata diventerà inevitabile fra il Regno Unito e l'Italia. Lord Halifax mi ha pertanto autorizzato ad assicurare V. E., ed io sono molto lieto di farlo, che tali misure, se e quando saranno prese, saranno puramente precauzionali.

Lord Halifax attribuisce un tale valore ai sinceri sforzi del signor Mussolini per assicurare una soluzione pacifica della presente crisi, che è particolarmente ansioso di evitare, in precedenza, ogni equivoco od errata interpretazione in Italia di queste eventuali misure.

309

IL MINISTRO AD HELSINKI, BONARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 58. Helsinki, 26 agosto 1939, ore 21,15 (per. o1·e 23,40).

Mio telegramma n. 57 (1).

A prima sensazione sollievo dopo notizia firma del Trattato russo-tedesco che annullava ogni preoccupazione circa esito conversazioni moscovite con Potenze democratiche, è succeduto momento maggiore ponderazione, in cui opinione pubblica si domanda quale sia contro partita agli evidenti vantaggi tedeschi. Questo Ministro degli Affari Esteri mi ha detto stamane -ed egualmente si è espresso con questo Ministro di Germania -che poichè patto russo-tedesco non può essere considerato patto di non aggressione ma vero e proprio trattato di alleanza, egli attende notizie su eventuali sviluppi patto stesso prima di formulare giudizi su ripercussione che esso potrà avere sulla politica finlandese.

310

IL MINISTRO AD HELSINKI, BONARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 59. Helsinki, 26 agosto 1939, ore 20,26 (per. giorno 27, ore 2,30) (2).

Questo Ministro degli Affari Esteri mi ha detto che malgrado drammaticità situazione egli conserva ancora suo ottimismo circa soluzione. Finlandia mentre sta partecipando attivamente a sforzi per persuadere Polonia ad atteggiamento conciliativo confida assai -egli mi ha detto -opera equilibratrice dell'Italia in questa situazione.

Governo finlandese che mantiene calma assoluta e non ha preso alcuna misura di carattere eccezionale è pronto però fronteggiare eventi ad ogni momento.

311

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 160. Parigi, 26 agosto 1939, ore 22,30 (per. ore 23,40).

Confederazione Nazionale francese ex combattenti mi prega di far pervenire a S. M. il Re Imperatore e al Duce appello invocante neutralità Italia in caso di guerra.

Trasmetto documento per corriere odierno (3). Presidente della Confederazione non ha dato alla stampa detto appello ma si rimette decisione di V. E. circa opportunità di pubblicarlo o meno.

(l) -·vedi D. 150. (2) -Il presente telegramma fu redatto dopo, ma evidentemente spedito prima del T. 58, vedi D. 309. (3) -Non pubblicato.
312

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 161. Parigi, 26 agosto 1939, ore 22,30 (per. giorno 27, ore 0,45).

Non avendo istruzioni di V. E. mi ero astenuto in questi giorni dal vedere Bonnet. Egli mi ha però chiamato oggi per informarmi che la comunicazione fatta a Londra da Henderson in seguito al suo colloquio con Hitler lasciava adito a speranze di pratiche conversazioni. Bonnet voleva assicurarsi che Governo Francese per parte sua proponevasi di fare tutto il possibile, per non perdere questo filo. In tal senso agiva su Governo polacco e sperava che l'Italia continuasse anche da parte sua azione fin qui esplicata. Mi ha aggiunto che situazione in Francia era completamente cambiata, che i partiti socialcomunisti erano praticamente ridotti all'impotenza e che quindi egli, Bonnet, «aveva oggi la possibilità di fare nei riguardi dei rapporti franco-italiani ciò che sempre aveva avuto in animo ma che situazione interna gli aveva impedito finora».

Ho risposto che avrei riferito a V. E. quanto precede ma non ho potuto trattenermi dal dire a Bonnet come fosse ormai venuto il tempo sia per la Francia .sia per l'Inghilterra di agire sulla Polonia da esse eccitata ed alla quale nè l'una nè l'altra erano in grado di dare alcun aiuto militare di guisa che per loro colpa essa sarebbe indubbiamente la prima e definitiva vittima della guerra.

In sostanza malgrado ultimo richiamo di classi che rendono mobilitazione praticamente già ordinata, si nota stasera minor pessimismo. Città si mantiene calma, spirito popolare disciplinato e disposto ad ogni eventualità, ma occorre riconoscere come grande fattore che ha giuocato e continuerà a giuocare sopratutto nella situazione francese sia stato accordo russo-tedesco.

Opinione pubblica é rivolta verso l'Italia, da cui, nonostante colpe Francia, spera ancora sia assicurata la pace.

313

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ES.TERI, CIANO

T. 162. Parigi, 26 agosto 1939, ore 22,30 (per. giorno 27, ore 0,30).

Generale Gamelin ha convocato questo Addetto Militare per dirgli che data importanza mobilitazione molto superiore a quella di settembre egli non aveva potuto per ragioni tecniche escludere dai provvedimenti la frontiera e la zona italiana; che disposizioni prese non hanno carattere aggressivo verso l'Italia e che truppe hanno avuto ordine comportarsi correttamente in ogni eventuale contatto con nostre truppe per evitare incidenti.

Gamelin ed il suo Capo di Stato Maggiore hanno detto che la Francia continua pressioni su Polonia perchè si intenda con Germania ma che essa entrerà in guerra in caso di ostilità tedesco-polacca.

Generale Visconti Prasca mi ha aggiunto che ambiente militare francese ritiene che principale azione moderatrice per evitare conflitto possa essere quella italiana.

314

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 119. Mosca, 26 agosto 1939, ore 22,38 (per. giorno 27, ore 1,35).

Mi risulta da buona fonte che delegazioni militari inglese e francese le quali avevano deciso lasciare Mosca iersera hanno all'ultimo momento rinviato partenza 24 ore in seguito risposta data da Capo della Delegazione sovietica Maresciallo Voroscilov ad una nota direttagh dai capi delle altre due delegazioni.

Non ho alcuna informazione su natura e contenuto di questa corrispondenze..

Giornalisti inglesi al seguito delegazione britannica mi hanno affermato militari erano venuti a Mosca con istruzioni di non (dico non) concludere accordo ma di far trascinare conversazioni fino ottobre.

È lecito chiedere se tale versione è esatta oppure se venga messa in circola·· zione per spiegare fallimento trattative.

315

IL MINISTRO A KAUNAS, DI GIURA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 43. Kaunas, 26 agosto 1939, ore 22,42 (per. giorno 27, ore 7).

Miei telegrammi n. 38 e 39 (1).

Questo Ministro di Germania partito sera 23 corrente per Berlino e ritornato ieri ha asserito essersi recato colà per sistemare affari suoi privati mentre viene qui da varie parti arguito che sua rapidissima corsa a Berlino, come sue immediate precedenti visite Konigsberg, vadano poste in relazione con presunto proposito tedesco indurre Lituania cogliere eventuale prossima occasione favorevole per avanzare sua tenace rivendicazione nazionale circa regione Vilna. Tale proposito appare verosimile in quanto che verrebbe connesso così con varie rivendicazioni nazionali, che Stati confinanti con Polonia potrebbero affacciare utilmente per se stessi nonchè per medesima azione germanica nei riguardi opinione pubblica mondiale qualora conflitto armato divenisse inevitabile.

Nonostante rinnovate recentissime dichiarazioni Lituania neutralità e noto timore varie personalità dirigenti vedere questo Paese cadere decisamente entro orbita tedesca, sta di fatto che è in corso da qualche giorno effettiva, anche se non dichiarata e generale mobilitazione in Lituania. Truppe vengono ammassate nel tratto fra Virbalis e Kalvaria con centro a Mariampole e cioè propriamente nel tratto più indicato strategicamente per eventuali operazioni dirette a tagliare dal sud estremo lembo nord-est della Polonia estendentesi da Grodno a Vilna e quindi al confine suddetto con Lettonia ed U.R.S.S. Ciò oltre il rafforzamento in corso dell'esistente presidio di truppe lituane, con centro ad Ukmerge, lungo tutta la linea sud-est del confine lituano-polacco.

(l) Vedi DD. 192 e 193.

316

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. e CONFIDENZIALE. Roma, 26 agosto 1939, ore 23,50 (1).

I feel quite certain that if you could let me know at your earliest possible convenience, Signor Mussolini's reactions to the various urgent matters which I have brought to your notice since our last interview, and of course any views that Signor Mussolini's has formed, as the situation develops almost hour bv hour, about the possibility of solving peacefully and honorably ali the grave issues that lie before us, and of averting the scourge of war, they would be of the greatest value to the Prime Minister and to Lord Halifax.

TRADUZIONE.

Sono convinto che se vi fosse possibile farmi conoscere, non appena lo potrete, le osservazioni del signor Mussolini alle varie urgenti questioni che io ho portato alla Vostra conoscenza dopo la nostra ultima intervista,-e s'intende anche qualunque considerazione formulata dal Signor Mussolini, dato che la situazione si evolve di ora in ora -circa la possibilità di risolvere pacificamente e onorevolmente tutte le gravi questioni che stiamo fronteggiando ed in vista di allontanare la minaccia di una guerra, esse sarebbero di grande valore per il Primo Ministro e per Lord Halifax.

317

L'AMBASCIATORE PRESSO LA SANTA SEDE, PIGNATTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 139. Roma, 26 agosto 1939 (per. stesso giorno).

D'ordine del Papa è stato telegrafato al Nunzio a Varsavia invitandolo a rinnovare, se lo crede del caso, consigli di prudenza e di moderazione al Governo polacco.

Monsignor Tardini, nell'informarmene, aggiungeva che il Papa non aveva creduto di essere più esplicito, non essendo perfettamente al corrente della situazione. Se si credesse, tuttavia, che le circostanze richiedessero ordini perentori a Monsignor Cortesi, la Santa Sede è disposta di farlo.

318

L'AMBASCIATORE PRESSO LA SANTA SEDE, PIGNATTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 140. Roma, 26 agosto 1939 (per. stesso giorno).

Mio telegramma per corriere n. 138 del 25 corrente (2). Là dove è scritto «Il Nunzio a Varsavia » e più avanti « Monsignor Cortesi» devesi leggere, rispettivamente, «Il Nunzio a Berlino» e « Monsignor Orsenigo».

L'attesa risposta di Monsignor Orsenigo, Nunzio a Berlino, al quale è stato domandato di precisare la fonte dell'informazione, non era ancora pervenuta stamane alla Segreteria di Stato.

(l) -Secondo la Cronologia vedi Appendice I, p. 402, questa lettera sarebbe invece pervenuta al Ministro fin dalle ore 14,45. Evidentemente i compilatori della Cronologia sono incorsi in errore. (2) -Vedi D. 271.
319

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 102. Bucarest, 26 agosto 1939 (per. stesso giorno).

Si è avuto qui notizia che nei giorni scorsi cinque petroliere tedesche sono state alcun tempo ferme nei porti di Costanza e di Giurgiu dato il rifiuto opposto dalle autorità romene al loro caricamento.

Dette autorità spiegano la loro opposizione dicendo che la Germania aveva esaurito il proprio contingente di carburanti.

Questo Incaricato d'Affari di Germania mi ha invece detto essere ciò non vero ed. essere la condotta del Governo romeno al riguardo causata o da pressioni ricevute dall'Inghilterra o dal desiderio di perdere tempo sperando poi di vendere tra breve, e cioè dopo l'eventuale inizio di un conflitto, i propri prodotti petroliferi non più in clearing ma in cambio di valuta aurea. Comunque l'Incaricato d'Affari di Germania si é recato dal Presidente del Consiglio ed ha ottenuto infine la revoca delle disposizioni che vietava il caricamento delle petroliere tedesche.

Secondo quanto risulterebbe al R. Addetto Militare (ma la notizia non mi è stata confermata dalla Legazione di Germania) il Presidente del Consiglio avrebbe ceduto soltanto dopo aver avuto notizia che un certo quantitativo di materiale bellico che la Romania attendeva da tempo dalla Germania era finalmente arrivato.

È infine probabile che le difficoltà da parte romena a tener fede ai propri impegni nelle forniture di prodotti petroliferi, difficoltà da cui non sono spesso esenti anche le nostre forniture e neppure altri Stati come ad esempio la Bulgaria, siano soprattutto dovute al fatto che la Romania, dopo l'accordo economico con la Germania ed in vista di far sì che esso non prendesse uno sviluppo troppo vasto, si è impegnata, con successivi accordi, a vendere all'estero più petrolio di quello che non sia la sua effettiva produzione.

Nelle sue vendite infine, la Romania è portata a dare la preferenza -a parte eventuali considerazioni di simpatie politiche che non sono certo da escludere -a quegli Stati nel cui sistema di pagamento la percentuale di divise libere è più alta.

320

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 86. Parigi, 26 agosto 1939 (per. giorno 28).

Durante la mia conversazione odierna con Bonnet (mio telegramma

n. 171) (1), mi sono aspramente !agnato della pubblicazione fatta da un'agenzia

anglo-americana di Parigi (Mediterranean Agency) che ha diffuso notizie strabilianti di abdicazione di S. M. il Re, rivolte in Italia, ecc.

Ho detto a Bonnet risultarmi che tali bestialità partivano dagli ambienti di questo Ambasciatore degli Stati Uniti Bullitt, il quale continuava nella sua opera sciocca e nefasta.

Gli ho aggiunto che fra i personaggi di quint'ordine dell'attuale tragedia politica il Signor Bullitt era quegli che aveva forse le maggiori responsabilità, per avere in ogni occasione, durante il Governo del Fronte Popolare e poi con Daladier spinto la Francia e recentemente la Polonia verso il rischio di una guerra. Mi constava in questi ultimi giorni il Bullitt non nascondeva la sua gioia per il prossimo scoppio di un conflitto che avrebbe definitivamente fiaccata -secondo lui -la Germania. Interrogato però sull'atteggiamento dell'America, egli che fino a qualche tempo fa dava ad intendere al Governo ed all'opinione pubblica francese che l'intervento militare americano era sicuro, ha dovuto rispondere che gli Stati Uniti non potrebbero intervenire che quando fosse in giuoco il loro onore o fosse attaccato il loro territorio.

L'odio ideologico e gli interessi elettorali del mio collega americano avevano certamente sopraffatto in lui il raziocinio ed il senso della responsabilità.

Bonnett ha dovuto convenire. e mi ha detto che Bullitt a mezzo della sua agenzia se l'era presa spesso anche con lui che trovava poco zelante nella combriccola francese bellicista.

(l) Nota dell'Ufficio Cifra: • Riferimento errato: trattasi forse del n. 161 •. Vedi D. 312.

321

L'AMBASC.IATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATO PER CORRIERE 87. Parigi, 26 agosto 1939 (per. giorno 28).

Questo Ministro Jugoslavia mostra seriamente temere patto russo-germanico possa preludere spartizione zone influenza nei Balcani, lasciando Salonicco alla Germania e Stretti alle tradizionali aspirazioni russe. Egli mi ha detto che a suo parere unico serio assegnamento politico che Jugoslavia possa fare è su amicizia italiana.

Anche queste idee del Signor Pourié sono un effetto dell'accordo russotedesco i cui sviluppi, se ci saranno, potranno radicalmente cambiare situazione europea.

322

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE AEREO 103. Bucarest, 26 agosto 1939 (per. giorno 29).

Il telegramma per corriere n. 17642 P. R. del 18 agosto (1), giuntomi con corriere odierno, si è incrociato con i miei telespressi nn. 1313 e 1314 del 16 corrente (2) con i quali riferivo a V. E. circa le cerimonie svoltesi il giorno

{l) Vedi D. 80.

15 a Costanza in occasione della Festa del Mare e trasmettevo il testo integrale del discorso pronunziato dal Sovrano in quell'occasione.

Le frasi essenzialmente politiche del discorso di Re Caro!: « ciò che è romeno non si può cedere, ciò che è romeno sarà difeso » e più oltre « Se qualcuno è amante della pace sappia che, tracciate che sono, le frontiere non si modificano senza il pericolo di un cataclisma mondiale» (mio telespresso n. 1313) sono state naturalmente qui poste in relazione con le garanzie franco-inglesi e con le rivendicazioni bulgare e magiare mentre non è anche mancato chi ha ritenuto vedere in esse una risposta a talune voci corse in questi ultimi tempi di intenzioni aggressive della Germania nei confronti della Romania (ultimo capoverso del mio telespresso n. 1314).

In questi ambienti politici non è stato invece attribuito al discorso del Sovrano un carattere più particolarmente antibulgaro sebbene tale discorso per essere stato pronunziato a Costanza, e cioè in prossimità della frontiera dobrugiana, potesse facilmente prestarsi alle interpretazioni date dalla stampa inglese e segnalate dal telegramma di V. E. in riferimento.

(2) Non rintracciati.

323

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

R. PERSONALE RISERVATO 6409. Berlino, 26 agosto 1939.

Ho chiesto al Generale Roatta di mettere esattamente e minutamente per iscritto tutti i dettagli delle sue conversazioni col suo informatore tedesco, che è poi l'ufficiale di collegamento fra le Forze armate e gli Addetti militari esteri.

Delle notizie da lui raccolte, una sola deve essere esatta, ed è quella della sospensione dell'ordine di mobilitazione-che evidentemente doveva essere data ieri sera-e dell'ordine di inizio delle operazioni, che un complesso di circostanze (sospensione o limitazione di servizi pubblici, ecc.) fanno ritenere avrebbe dovuto aver luogo oggi stesso.

Tutto il resto è induzione, sia del Gen. Roatta, sia dello stesso informatore, i quali non erano-evidentemente-al corrente della situazione, i cui elementi essenziali io ho tenuto per mia parte assolutamente e rigorosamente segreti.

Data l'origine delle notizie, il modo e l'occasione in cui sono state ottenute, io non posso controllarle ex professo. Devo attenderne l'occasione. Spero che essa mi sarà data da un colloquio che -per altre ragioni -ho fissato per stamattina alle 11 con Weizsacker. Devo tuttavia condurre la conversazione in maniera molto guardinga, per evitare di compromettere, date le circostanze, sia l'ufficiale informatore che lo stesso Roatta.

Mi pare che dal tenore della seconda lettera del Ftihrer al Duce (l) sia ormai chiaro che -se pure in qualche momento i Tedeschi si siano veramente illusi di fare una guerra localizzata -d'altra parte non hanno mai, dico mai, avuto l'idea

di combatterla da soli. La situazione al riguardo è del resto ormai talmente chiara e il carattere generale del conflitto talmente sicuro, da dare alla parola dell'Italia tutto il peso che le spetta.

Come avrai visto dal resoconto preparato da Magistrati sul mio colloquio con Ribbentrop a Salisburgo (1), dopo la partenza Tua, io avevo, in maniera espressa, sottolineato la situazione dei nostri approvvigionamenti specialmente per quanto riguarda il carbone e i carburanti e in genere per tutto ciò che dovesse essere portato in Italia via mare. Evidentemente, Ribbentrop non ha di questo detto mai una parola sola al Fiihrer, il quale, è apparso chiaro dal suo contegno, è sembrato cascar dalle nuvole. Da fonte che Tu comprendi, mi si continua peraltro a dire essere indispensabile continuare a parlare chiaro.

Le notizie che qui arrivano sull'attitudine e sulle reazioni del Giappone al patto russo-tedesco, non sono favorevoli. Una eventuale defezione del Giappone dal fronte alleato, mentre ora non toccherebbe la Germania, avrebbe invece un peso particolarissimo per l'Italia, la quale vedrebbe con ciò allontanata la possibilità -anche soltanto virtuale -che il Giappone attragga in Estremo Oriente delle sensibili forze navali inglesi.

La situazione quale può essere giudicata dall'esterno presenta segni poco chiari e in contraddizione con le prime deduzioni (esistenza di trattative e raggiungimento di accordi) del Generale Roatta: si annuncia la sospensione delle cerimonie di Tannenberg; il tono della stampa è addirittura nei riguardi della Polonia, rovente; anche questa notte sono stati distribuiti una quantità di « precetti personali». Si può trattare, tuttavia, di provvedimenti già ordinati da ieri e prima del« fermo», fermo il quale mi risulta ora confermato anche dal Comandante Pecori per quanto riguarda la Marina.

Dopo le 11 spero di avere qualche cosa di interessante da telegrafarTi.

Allego il promemoria Roatta (in copia).

P. S. -La situazione è stata superata da una telefonata di Ribbentrop che, avendo appreso -attraverso le intercettazioni -che noi credevamo su una sospensione della azione militare, tiene a farmi sapere che la notizia non è vera.

ALLEGATO.

L'ADDETTO MILITARE A BERLINO, ROATTA, AL CAPO DEL SERVIZIO INFORMAZIONI MILITARI, CARBONI

R. 79/A-4. Berlino, 26 agosto 1939.

Comunico in dettaglio quanto concerne le notizie trasmesse coi miei telegrammi 77 e 78/A-4 (2):

l) Ieri sera, 25 corrente, sono stato a pranzo dalla solita persona. Egli era venuto a prendermi in macchina, e nel percorso per raggiungere la sua villa della periferia, mi ha detto:

-eravamo agli sgoccioli; -il comando supremo dell'esercito si era trasferito nel pomeriggio a Zossen (campo d'istruzione a sud di Berlino);

-la sezione dello S. M. che si occupa del fronte occidentale era staccata, a Wiinsdorf (poco a sud di Zossen); era triste che sino a poco prima non si fosse creduto all'intervento franco-inglese; solo nel pomeriggio vi si era cominciato a credere, e qualche misura, per rinforzare le truppe qi quella frontiera, era stata presa; -era sperabile che l'Italia sarebbe stata abbastanza • schlau • (furba) per non intervenire subito;

-Stalin aveva acconsentito alla firma del patto di non-aggressione solo nella convinzione che detto patto avrebbe deciso il Fiihrer alla guerra, guerra che Stalin gradisce per ovvie ragioni;

-materialmente il patto non avvantaggia molto la Germania in guerra, perchè la Russia è disorganizzata come economia e come trasporti, e quindi potrebbe fornire al Reich molto meno di quanto si creda.

2) Appena iniziato il pranzo (ero solo con la nota persona e sua moglie) la persona è stata chiamata al telefono da qualcuno del Ministero Esteri. Ha risposto con espressioni di soddisfazione, e risiedendosi ha detto che erano in corso delle • Verhandlungen • (trattative).

3) Qualche tempo dopo altra chiamata ed altra conversazione telefonica. In seguito ad essa la persona ha chiesto di parlare col Generale Keitel. Gli fu risposto che egli si trovava presso il Fiihrer.

Commento: infatti in quell'ora si svolgeva una riunione di capi militari presso Hitler, per prendere le ultime decisioni. Non importava però parlare subito con Keitel perchè egli era al corrente.

4) La persona in questione chiamò quindi al telefono diversi uffici suoi e del Comando dell'esercito, e comunicò:

• Tutto cambiato •. • AA abgeschafft (abolito) •. A mia richiesta circa il significato di • AA • rispose che questa sigla significava mobilitazione ed azione ad est.

E su mia ulteriore domanda precisò che l'ordine di mobilitazione era stato previsto per la notte e l'azione per data molto prossima, imprecisata, da decidere appunto nella riunione in corso.

5) Domandai allora che cosa fosse intervenuto e la persona mi rispose che era sopravvenuta una • Losung • (soluzione), almeno provvisoria, di cui ignorava la specie, in seguito alla quale poco prima (ossia verso le 20,30) erano stati • abgeschafft • gli ordini per • AA •.

6) Successivamente in seguito ad altre varie telefonate la persona ordinava ad un ente imprecisato di consentire dalle 21,45 in poi alle Ambasciate di Francia ed Inghilterra di comunicare telefonicamente colle rispettive capitali.

Alla mia questione se le linee fossero state interrotte, la persona rispose di no, ma che nel tardo pomeriggio era stato dato l'ordine di non dare le comunicazioni per alcuni Paesi esteri.

(Non è esatto: le comunicazioni erano state sospese anche con l'Italia. I nostri giornalisti non hanno potuto comunicare che dopo le 11 di notte).

Subito dopo altra telefonata, in seguito alla quale la persona comunicava al solito ente che il Presidente del Consiglio ungherese desiderava parlare col suo Ministro a Berlino, ed ordinava che si desse senz'altro la comunicazione.

7) Quindi siamo tornati a Berlino. In viaggio la persona mi ha espresso la sua vivissima soddisfazione per la

• Losung • intervenuta. Anche questa volta si era evitata la guerra! Finalmente si poteva tornare a vivere un poco tranquilli!

Egli era anche molto contento che le notizie dal suo ufficio date nella giornata circa gli ultimi preparativi francesi (molto più spinti che quelli del settembre 1938) avessero contribuito alle decisioni prese, estremamente salutari per il suo Paese.

(l) Vedi D. 262.

(l) -Vedi D. 102. (2) -Non pubblicati.
324

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 4505/1621. Budapest, 26 agosto 1939. La notizia -improvvisa e impreveduta della conclusione del Patto RussoTedesco, ha provocato enorme sorpresa, non soltanto fra la popolazione, ma anche negli ambienti politici ed economici del Paese. Il nuovo colpo di scena tedesco non ha tuttavia avuto ripercussioni almeno immediate nel campo economico e finanziario ungherese degne di rilievo. Negli ambienti industriali, identificabili con le sfere d'interessi ebraici si è tuttavia osservato subito un crescente grande timore circa gli effetti di esso sulle nazioni del Bacino danubiano, con particolare riguardo all'Ungheria. L'accrescersi continuo della potenza germanica è seguito con ansia in questi ambienti, in quanto a parte una eventualità di una guerra, la stessa definitiva risoluzione del problema polacco in favore della Germania, fa temere eventuali nuove maggiori pretese da parte sua sia pure d'ordine economico nei confronti della Ungheria. Accanto alla preoccupazione per le notizie che giungono dall'estero sulla grave situazione, negli ambienti economici e finanziari è stato rilevato oggi lo avvenuto aumento del tasso di sconto della Banca d'Inghilterra dal 2 al 4 %, ciò che sta a dimostrare che nel Regno Unito si ha certamente l'intenzione di prendere provvedimenti per limitare la circolazione in previsione della necessità di future disponibilità. Altro motivo di preoecupazione in questi ambienti bancari è dato dal fatto che oggi a Zurigo non sono state trattate e quotate valute europee. Soltanto il dollaro ha avuto corso. In complesso però, benchè in queste ultime 48 ore si sia notato un acuirsi della crisi, la vita economica e l'attività commerciale del Paese non ha subìto interruzioni o scosse degne di rilievo. Le aziende commerciali continuano il loro movimento regolare d'affari ed anche i prelievi nelle banche non hanno assunto in nessun momento carattere di « run ». Anzi si può dire che non vi è stato nessun momento di panico; al contrario i prelievi nelle varie banche della città si sono aggirati ieri ~;oltanto intorno ai 10 milioni di péngo -presso la Banca Ungaro-Italiana circa P. 1.000.000 -il che rappresenta appena un centesimo dei depositi. Altrettanto si può pensare che sia stato oggi prelevato nelle varie banche cittadine. Queste cifre sono quindi ben lontane da quelle registrate nelle altre recenti crisi.

325

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 4529/1625. Budapest, 26 agosto 1939.

Mio telespresso n. 4170/1480 dell'8 agosto c. a. (1).

Il deputato Henderson è giunto da qualche giorno in Ungheria ed ha avuto

contatti con varie personalità politiche a cominciare dal Reggente e dal Presidente del Consiglio conte Teleki. È corsa voce che egli abbia soprattutto parlato della questione romenoungherese facendosi paladino di una specie di tregua fra i due Paesi. Il Vice Ministro degli Affari Esteri mi ha detto non essere al corrente del contenuto delle conversazioni da lui avute.

In seguito all'ordine pervenuto a tutti i cittadini inglesi di rientrare in Inghilterra, Henderson e anche l'altro deputato Prokter, ha (l) abbandonato giovedì precipitosamente l'Ungheria.

(l) Non pubblicato.

326

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 4531/1636. Budapest, 26 agosto 1939.

Mio telegramma n. 255 del 24 corrente (2).

Come ho già telegrafato, benchè l'opinione pubblica ungherese sia ancora sotto l'impressione della sorpresa prodotta dalla notizia della conclusione del patto russo-tedesco, essa guarda con crescente preoccupazione l'imminenza della grave crisi, mentre, come è immaginabile, si è risvegliata l'intensa attività delle varie tendenze dei partiti: ho già segnalato le iniziative dei filonazisti di estrema destra: la propaganda germanica è intensa mentre è anche attiva quella contraria; è stato a Budapest il Deputato Henderson che, come ho riferito, ha avuto vari contatti.

Come appare anche dalla stampa, l'opinione pubblica, soprattutto per un timore di un troppo grande aumento della potenza germanica, segue con ansietà, sebbene in perfetta calma, lo svolgersi degli avvenimenti auspicando una soluzione pacifica. Essa guarda soprattutto all'Italia, sperando che la pace possa essere salvata dal Duce.

Senza dar credito alle esagerate notizie, circa i :pretesi dissensi fondamentali tra personalità responsabili della politica ungherese, esistono tuttavia differenze soprattutto di metodo in funzione della Germania anche in seno al Governo; se da una parte si accuserebbe Csaky di essere stato troppo remissivo verso Berlino, si afferma che le correnti che farebbero capo a Keresztez-Fischer, tenderebbero ad una più decisa presa di posizione del Governo. Le voci più disparate sono ~esse in giro ma è un fatto che il Governo e il Paese dànno effettivamente prova di apparente tranquillità e di calma.

Comunque l'attuale stato di viva preoccupazione può essere sempre un cat

tivo consigliere, e a detta dello stesso Ministro degli Esteri, la «paura » della

Germania è il sentimento dominante del Paese.

(l) -Sic nel testo. (2) -Vedi D. 210.
327

IL MINISTRO A DUBLINO, BERARDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 1244/347 Dublino, 26 agosto 1939.

In contrasto con l'enorme panico prodottosi a Londra per l'imminenza di un conflitto armato, l'Irlanda ha conservato la calma più serena, mostrando addirittura una indifferenza alle sorti dell'Impero. La stampa locale, nel sottolineare questa tranquillità del popolo irlandese, spiega che esso sa di « voler continuare a mantenere le buone relazioni con tutti i Paesi» e sente che nell'eventualità di un conflitto « si asterrebbe da ogni atto che esuli dalla sua ferma intenzione di non partecipare a contese internazionali». In altri termini, l'Irlanda, che ha un solo problema da liquidare, quello con l'Inghilterra, non intende che terze Potenze abbiano ad interferire su tale rapporto che-secondo De Valera-deve restare confinato nell'ambito del Commonwealth, di cui l'Irlanda si considera semplice associata esterna. Questa atmosfera così creatasi, rispondendo ad un obiettivo nazionale, determina già una decisa presa di posizione dell'Irlanda.

Ho chiesto, nel corso di una conversazione con questo Segretario generale, Signor Walshe, quali previsioni fa H Governo irlandese sull'attuale crisi internazionale che va fatalmente precipitando verso un conflitto armato. Egli ha risposto che, malgrado il suo pessimismo, De Valera nutre ancora una vaga speranza che <'una vera guerra come nel 1914 possa in qualche modo essere scongiurata», ciò giudicando in considerazione del fatto che l'Inghilterra non si è mai gettata facilmente in una cosi ardua impresa senza aver calcolato in antecedenza, ed al di fuori di ogni ideologia, la probabilità di certezza della vittoria. Allo stato attuale delle cose -egli ha soggiunto -l'Inghilterra non ha in realtà molte carte in mano! Quale sia l'esito della grave crisi che tiene in sospeso l'Europa, l'Irlanda -egli ha concluso -si asterrà dal prendervi parte e manterrà un'attitudine strettamente neutrale.

Questa dichiarazione che il mio interlocutore ha pure fatto al mio collega di Germania, risponde alle diverse allocuzioni che in tema di difesa e di antipartizione De Valera ha, durante quest'anno fatto in pubbliche riunioni !;!d al Parlamento. Come si ricorderà, nel discorso tenuto a proposito della minacciata applicazione all'Ulster della coscrizione obbligatoria britannica, il Primo Ministro irlandese (mio rapporto n. 182 del 4 maggio) dichiarò che « il suo Governo si era consideratamente posto per direttiva di mantenere nelle presenti circostanze, permanendo cioè la partizione, una posizione neutrale rispondente alla volontà della maggioranza del popolo dell'Eire». Da ricordare inoltre quanto lo stesso Primo Ministro dichiarò in altra seduta che «se la partizione cesserà, egli non avrebbe da fare riserve in materia di rapporti con l'Estero». In altri termini, la politica della neutralità non risponderebbe tanto ad una decisa volontà di astensione assoluta di partecipazione ad una eventuale conflitto europeo, quanto ad una opportunità tattica di farla valere ai fini dell'unità.

Le opinioni correnti in questi ambienti, se concordano in linea di massima sulla politica della neutralità, divergono invece quando si afferma la tesi della

I4 -Documenti diplomatici • Serie VIII · Vol. XIII

«neutralità per l'unità», politica questa che taluni definiscono una «costruzione di cartone». Devesi in proposito tuttavia considerare: l) che l'apporto militare dell'Irlanda, da venti anni in qua demograficamente stremata, avrebbe un peso specifico assai relativo; 2) che in caso di conflitto, l'Inghilterra non si risolverebbe facilmente ad abbandonare la propria sovranità sull'Ulster, dove vivono l più fanatici lealisti, senza provocare, dati i forti contrasti esistenti, una lotta civile fra il nord e il sud dell"isola; 3) comunque, l'Ulster, durante una guerra, costituisce una buona base strategica e permette di tenere a bada gli irlandesi del sud e di eventualmente reprimere ogni attività cospirativa ai danni della sicurezza britannica.

D'altra parte, l'Inghilterra non si è mai fatta l'illusione quanto all'attitudine dell'Eire per l'eventualità di una conflagrazione europea. In realtà, anche l'opinione pubblica britannica -attraverso i vari suoi organi di stampa, non esclusi quelli ufficiosi -di recente riconosceva apertamente che De Valera «aveva avanzato al limite massimo cui è possibile arrivare con un'Irlanda divisa». Di ciò evidentemente ha dovuto rendersi conto il Governo britannico, quando, in più circostanze, ha cercato di evitare aperte reazioni contro gli « immancabili eccessi irlandesi». E naturalmente a parte la persecuzione dei terroristi, occorre soprattutto considerare che, malgrado le inevitabili incomprensioni e la scarsa fiducia che da parte britannica si ha per l'irlandese, il Governo britannico sembra voglia oggi fare assegnamento sulla correttezza di questo Primo Ministro il quale -così si pensa a Londra -difficilmente rischierebbe il pericolo di perdere i notevoli vantaggi politico-nazionali conseguiti dall'Irlanda durante i sette anni di suo Governo. Appunto per tale fiducia che il Governo inglese ripone nel Signor De Valera, gli estremisti repubblicani non mancano di formulare forti sospetti e accuse contro di lui. Nel che precisamente sta l'incognita della situazione interna irlandese.

328

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 36. Danzica, 27 agosto 1939, ore 0,50 (per. ore 3,20).

Mio telegramma n. 34 CD.

Danzica ha trascorso oggi giornata di attesa non inne.rvosita da allarmante

artificio: vi hanno favorevolmente influito constatazione che notte è passata rela

tivamente tranquilla anche sulla linea avamposti, che è diminuita ostentazione

parate militari in città, che non si è verificata alcuna manifestazione spettaco

lare di propaganda e che anche stampa locale ha abbassato tono eccitatore. Vi

hanno influito pure rinvio adunata Tannenberg e notizie delle radiotrasmissioni

di conversazioni telefoniche in corso fra Fiihrer e Duce (richiamo mio telegram

ma n. 32 (2) circa concentrate speranze sull'argomento dell'azione diplomatica

dell'Italia). Suddetta calma non è (dico non è) stata sensibilmente pregiudicata da 2 incidenti di frontiera avvenuti ieri nei quali pare vi siano stati uccisi. Sono stati segnalati tiri artiglieria antiaeree polacche contro 3 aeroplani civili nel lasciare Danzica.

Da oggi viene sospeso servizio aviolinee Danzichesi. Comunicazioni ferroviarie, telefoniche, telegrafiche continuano regolarmente ed anche traffico con la Polonia non è interrotto. È stato però ridotto minimi termini servizio privato automobilistico e preannunciato contingentamento viveri.

Cerimonie inerenti visita nave scuola « Schleswig-Holstein » svolgonsi secondo programma; ufficiali hanno declinato l'invito colazione Commissario Generale Polonia e accettato ricevimento dell'Alto Commissario Società delle Nazioni. Città sta addobbandosi spettacolosamente in previsione imminente annessione Reich ed eventuale arrivo Fiihrer.

Comunicato Roma, Berlino e Varsavia.

(l) -Vedi D. 285. (2) -Vedi D. 145.
329

IL CANCELLIERE DEL REICH, HITLER, AL CAPO DEL GOVERNO, MUSSOLINI (l)

(Ed. HiUer e Mussolini, cit., pp. 16-17)

L. Berlino, 27 agosto 1939 (2).

Ich habe die Mitteilung iiber Ihre endgilltige Stellungnahme erhalten. Ich wiirdige die Griinde und Krafte, die Sie diesen Entschluss fassen liessen. Aber unter Umstanden kann er sich trotzdem zum Guten auswirken. Die Voraussetzung hierfiir ist allerdings, meines Erachtens, dass die Welt wenigstens bis zum Ausbruch des Kampfes keine Kenntnis von der beabsichtigten Haltung Italiens erhalt. Ich bitte Sie daher herzlich, durch Ihre Presse oder durch andere Mittel meinen Kampf psychologisch zu unterstiitzen. Ebenso bitte ich Sie, Duce, wenn es Ihnen moglich ist, durch demonstrative militarische Massnahmen wenigstens England und Frankreich zur Festlegung gewisser Kdifte zu zwingen, oder sie auf alle Falle in Unsicherheit zu lassen. Das Wichtigste aber ist folgendes, Duce: Sollte es -wie gesagt -zum grossen Kriege kommen, dann wird, ehe den beiden Westmachten irgendein Erfolg beschieden sein kann, der Fall im Osten entschieden sein.

Ich werde dann noch in diesem Winter, spatestens im Friihjahr, mit Kraften, clie Frankreich und England mindestens ebenbiirtig sind, im Westen aufmarschieren. Die Blockade wird besonders unter den nunmehr im Osten eingetretenen neuen Umstanden sowie dank meiner autarken Vorbereitungen wenig wirksam sein. Ihre Gefahr wird mit der Dauer des Krieges nicht zu-, sondern abnehmen. Ich habe nun eine grosse Bitte an Sie, Duce. Sie und Ihr Volk konnten mir in

diesem schweren Kampf am meisten dadurch helfen, dass Sie mich mit italienischen Arbeitskraften unterstiitzen, Arbeitskrafte fiir industrielle sowohl als landwirtschaftliche Zwecke. Sollten Sie sich spater durch den Lauf der Ereignisse gezwungen oder in der Lage sehen, doch noch einzugreifen, dann wird ja fiir Sie die weiterverstarkte autarke Basis des Reichs von grosster Wichtigkeit sein. Indem ich Ihnen diese Bitte besonders ans Herz lege, danke ich Ihnen fiir alle die Bemiihungen, die Sie fiir unsere gemeinsame Sache auf sich genommen haben.

TRADUZIONE.

Ho ricevuto la comunicazione sul Vostro atteggiamento definitivo. Io apprezzo le ragioni e le forze che Vi fecero prendere tale decisione. Ma al caso essa può tuttavia generare del bene. La premessa per questo è tuttavia, a mio parere, che il mondo, almeno fino allo scoppio della lotta, non abbia cognizione del divisato atteggiamento dell'Italia. Vi prego perciò di cuore, di appoggiare psicologicamente la mia lotta a mezzo della Vostra stampa oppure di altri mezzi. Così pure Vi prego, Duce, se Vi è possibile, di costringere almeno, mediante misure militari dimostrative, l'Inghilterra e la Francia a tener legate certe forze o di lasciar loro, in ogni caso, nell'incertezza. Ma la cosa più importante è quanto segue, Duce: se -come ho detto -si dovesse arrivare alla grande guerra, allora, prima che alle due potenze occidentali possa arridere un successo, sarà deciso il caso nell'Oriente. Io spiegherò poi ancora in quest'inverno, al più tardi in primavera, nell'Occidente forze almeno adeguate a quelle della Francia e dell'Inghilterra. Il blocco sarà, date specialmente le nuove circostanze sorte nell'Oriente e grazie ai miei preparativi autarchici, poco efficace. Il suo pericolo con la durata della guerra non aumenterà, ma diminuirà. Ho ora una grande preghiera da rivolgerVi, Duce. Voi ed il Vostro popolo potreste aiutarmi in questa dura lotta nel miglior modo sostenendomi con operai italiani tanto per scopi industriali quanto per scopi agricoli. Se più tardi Vi doveste vedere dal corso degli eventi o costretto o in grado di intervenire pure, allora la ulteriormente rinforzata base autarchica del Reich sarà per Voi di massima importanza. Nel raccomandare particolarmente al Vostro cuore questa mia preghiera, Vi ringrazio per tutte le premure che Vi siete addossate per la nostra causa comune.

(l) -Lettera trasmessa telegraficamente all'Ambasciatore von Mackensen, arrivata alle ore 3,40 per l'immediata consegna al Duce. (2) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 403, questa lettera sarebbe stata consegnata a Palazzo Chigi alle ore 9.
330

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 121. Mosca, 27 agosto 1939, ore 10,03 (per. ore 18,20).

Dichiarazioni Maresciallo Voroscilov riassunte in odierno telegramma stampa 60 (l) hanno scopo evidente giustificare accordo con Germania di fronte elementi filo-comunisti all'estero rigettando intera responsabilità su Inghilterra e Francia ma su Polonia (2).

(l) -Non rintracciato. (2) -Nota dell'Ufficio Cifra: c Manca evidentemente un gruppo nell'ultima parte del telegramma •.
331

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 559. Berlino, 27 agosto 1939, ore 11,20.

Mio 557 (1).

La raccomandazione del Fi.ihrer circa la segretezza assoluta (dico assoluta) delle comunicazioni si estende naturalmente a tutto il carteggio di questi ultimi giorni e specialmente all'ultimo messaggio del Duce di ieri.

332

IL MINISTRO AD HELSINKI, BONARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 60. Helsinki, 27 agosto 1939, ore 12,13 (per. ore 14,30).

Mio telegramma n. 58 {2).

Rispondendo subito alle preoccupazioni qui sorte circa eventuali ripercussioni Patto russo-tedesco su posizione internazionale Finlandia, questa Legazione Germania è stata autorizzata dichiarare ufficialmente che tali preoccupazioni « non hanno alcun fondamento ». Questo Ministro Germania ha inoltre aggiunto a questo Ministro degli Affari Esteri che Governo tedesco e Governo sovietico confidano che il Patto valga migliorare relazioni fra i tre Paesi.

333

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. URGENTE CONFIDENZIALE {3). Roma, 27 agosto 1939, ore 12,50.

With reference to our telephone conversation of this morning, I now enclose, for the personal information of Signor Mussolini and of Your Excellency, a translation of the text of the verbal communication made to Sir Nevile Henderson by Herr Hitler on August 25th.

2. -Herr Hitler opened the conversation by saying that be bad always and stili desired good relations with Great Britain and his conscience compelled him to make this final effort to secure them.-It was his last attempt.-He suggested that Sir Nevile Henderson should fly to England himself in order to put the case to His Majesty's Government. 3. -The conversation lasted an hour, Sir Nevile Henderson's attitude being that the Russian pact in no way altered the standpoint of His Majesty's Government and that be must tell Herr Hitler quite honestly that Britain could not go back on her word to Poland and that he knew that Herr Hitler's offer would not be considered unless it meant a negotiated settlement of the Polish question. D. -69. Dal n. 9 alla fine, autografa.

Herr Hitler refused to guarantee this on the grounds that Polish provocation might at any moment render German intervention to protect German nationals inevitable. Sir N. Henderson again and again returned to this point but always got the same answer.

4. -Sir N. Henderson told Herr Hitler that he could not discuss the rights and wrongs of mutuai provocation and incidents: that was for the Polish Ambassador to discuss with Herr von Ribbentrop and Sir N. Henderson suggested he should do so. Herr Hitler's reply was that Monsieur Lipski had seen Generai Goering but had not been able to propose anything new. 5. -Sir N. Henderson told Herr Hitler that His Majesty's Government could not abandon Poland to her fate but he made entirely personal suggestion that

M. Beck and Herr von Ribbentrop should meet somewhere and discuss a way out which alone might save Europe from war. Herr Hitler's reply was that he had invited M. Beck to come and talk the matter over last March, only to have his invitation flatly refused.

6. -When Sir N. Henderson kept saying that His Majesty's Government could not consider his offer unless it meant at the same time a peaceful settlement with Poland, Herr Hitler said «If you think it useless then do not send my offer at all ». Re admitted the good intention of M. Beck and M. Lipski, but said they had no control over what was happening in Poland. 7. -Among various points mentioned by Herr Hitler were: that the only winner of another European war would be Japan: that he was by nature an artist not a politician and that once the Polish frontier question was settled he would end his life as an artist and not as a warmonger: he did not want to turn Germany into nothing but a military barracks and he would only do so if forced to do so: that once Polish question was settled he himself would settle down: that he had no interest in making Britain break her word to Poland; that he had no wish to be small-minded in any settlement with Poland and that all he required for an agreement with him was a gesture from Britain to indicate that she would not be unreasonable. 8. -After Sir N. Henderson had left, Herr von Ribbentrop sent Dr. Schmidt to the Embassy with the text of the verbal statement and also a message from him to the effect that Herr Hitler had always and still.wished for an agreement with Britain and begging Sir N. Henderson to urge His Majesty's Government to take this offer very seriously. 9. -Immediately after speaking to you on the telephone this morning I telegraphed urgently to London for informations regarding the attitude of my Government towards the Fiihrer's Message and when that information reaches me you can rely on me to put you in possession of it at once. 10. -In my own opinion the Fiihrer will certainly find that the attitude of my Government will not be unreasonable; but also that the latter will not break their word to Poland or be a consenting part to any settlement which does not safeguard under acceptable guarantee the independence, the territorial integrity and the vital economie necessities of Poland (1).

TRADUZIONE

Con riferimento alla nostra conversazione telefonica di stamane io vi accludo, per informazione personale del Signor Mussolini e Vostra, una traduzione del testo della comunicazione verbale fatta a Sir Nevile Henderson da Herr Hitler il 25 agosto.

2. -Herr Hitler ha iniziato la conversazione col dire che egli aveva sempre desiderato e tuttora desiderava delle buone relazioni con la Gran Bretagna e che la sua coscienza lo invitava a compiere questo sforzo finale per assicurarle. Questo era il suo ultimo tentativo. Egli suggeriva che Sir Nevile Henderson si recasse in aeroplano in Inghilterra al fine di sottoporre personalmente il caso al Governo di Sua Maestà. 3. -La conversazione è durata un'ora nel corso della quale Sir Nevile Henderson precisò il suo atteggiamento col dire che il Patto con la Russia in nessun modo alterava il punto di vista del Governo Britannico e che egli era tenuto a dichiarare a Herr Hitler onestamente che la Gran Bretagna non poteva rimangiarsi la parola data alla Polonia e che era a sua conoscenza che l'offerta di Herr Hitler non sarebbe stata considerata ammenochè non stesse a significare un accordo negoziato della questione polacca. Herr Hitler rifiutò di garantire questo sulla base che la provocazione polacca poteva in ogni momento rendere inevitabile l'intervento tedesco per proteggere i connazionali germanici. Sir N. Henderson ritornò di continuo su questo punto ma ottenne sempre la stessa risposta. 4. -Sir N. Henderson disse a Herr Hitler che egli non poteva discutere le ragioni od i torti della provocazione o degli incidenti di una parte o dell'altra: questi erano argomenti che dovevano essere discussi dall'Ambasciatore di Polonia con von Ribbentrop ed in proposito Sir N. Henderson suggerì che egli dovesse fare ciò. La risposta di Herr Hitler fu che il signor Lipski aveva visto il Generale Goering ma che non era stato possibile di proporre alcunchè di nuovo. 5. -Sir N. Henderson disse a Herr Hitler che il Governo di Sua Maestà non poteva abbandonare la Polonia al suo destino e tuttavia suggerì, da un punto di vista puramente personale, che il Sig. Beck e Herr von Ribbentrop si incontrassero in qualche luogo e discutessero circa una via di uscita che potesse salvare l'Europa da una guerra. La risposta di Herr Hitler fu che egli aveva invitato il Sig. Beck a venire a discutere la questione nello scorso marzo e che egli in questo proposito aveva solamente ottenuto un netto rifiuto. 6. -Quando Sir N. Henderson continuava a dire che il Governo di Sua Maest3. non poteva prendere in considerazione la sua offerta se questa non avesse compreso al tempo stesso un pacifico accordo con la Polonia, Herr Hitler disse • se voi lo ritenete inutile non inviatemi allora alcuna offerta •. Ammise le buone intenzioni del Sig. Beck e del Sig. Lipski, ma aggiunse che essi non avevano controllo alcuno su quanto stava succedendo in Polonia. 7. -Tra i vari argomenti menzionati da Herr Hitler vi fu: che l'unico vincitore di un'altra guerra europea sarebbe stato il Giappone: che egli era per natura un artista e non un uomo politico e che una volta che la questione della frontiera polacca fosse stata sistemata, egli terminerebbe la sua vita come un artista e non come un guerrafondaio: che non era intenzionato a trasformare la Germania in niente altro che in una caserma militare e che egli farebbe ciò solamente se obbligato: che, definitivamente risolta la questione polacca, egli stesso si metterebbe tranquillo: che egli non aveva alcun interesse a forzare la Gran Bretagna a mancare di parola alla Polonia; che egli non aveva alcun desiderio di esser di mente piccola in un accordo con la Polonia e tutto ciò che egli desiderava per un accordo con lui era un gesto dalla Gran Bretagna che indicasse che essa non era irragionevole. 8. -Dopo che ,Sir N. Henderson ebbe lasciato il Cancelliere, Herr von Ribbentrop inviò il Dott. Schmidt all'Ambasciata col testo del verbale della riunione e con un suo messaggio che dichiarava che Herr Hitler aveva sempre desiderato e tuttora desiderava un accordo con la Gran Bretagna e che pregava Sir N. Henderson di solle

citare urgentemente il Governo di Sua Maestà a prendere questa offerta in seria considerazione.

9. -Immediatamente dopo di avervi parlato stamane al telefono ho telegrafato di urgenza a Londra per avere notizie relative all'atteggiamento del mio Governo in relazione al Messaggio del FUhrer e potete essere sicuro che non appena riceverò queste informazioni ve le comunicherò al più presto possibile. 10. -Secondo la mia opinione il Ftihrer certamente troverà l'atteggiamento del mio Governo come non irragionevole; ma anche, che il mio Governo non verrà meno alla parola data alla Polonia nè sarà parte consenziente a qualsiasi sistemazione che non salvaguardi, in base ad accettabili garanzie, l'indipendenza, l'integrità territoriale e le vitali necessità economiche della Polonia.
(l) -Vedi D. 307. (2) -Vedi D. 309. (3) -Dal n. 2 al n. 8 riproduce la comunicazione pubblicata in Libro Azzurro Britannico,

(l) Alla lettera di Percy Loraine era allegata una Comunicazione verbale al Governo tedesco, non pubblicata, che riproduce il D. 68 del Libro Azzurro Britannico.

334

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 264. Bucarest, 27 agosto 1939, ore 14 (per. ore 18,20).

Mio telegramma n. 263 (1).

Da fonte bene informata mi viene riferito che il Governo britannico sarebbe effettivamente disposto a pourparlers presso quello romeno per indurlo a concessioni a favore Ungheria e Bulgaria incontrando recisi rifiuti. Trasmetto tale notizia con riserva di ulteriori indagini.

335

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 621. Tokio, 27 agosto 1939, ore 13 (per. ore 23,30).

Mio telegramma n. 566 (2). Ministero degli Affari Esteri ha dato istruzione a Terauchi e Osumi di proseguire per la Germania qualora riunione Norimberga abbia luogo.

336

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 265. Bv.carest, 27 agosto 1939, ore 14 (per. ore 15,30).

Mio telegramma per corriere 0101 (3).

Trasmetto con telegramma in chiaro 269 (4) in data odierna notizia circa rifiuto ungherese aderire proposta romena patto di non aggressione. Tale notizia è stata pubblicata da solo Universul ed è stata comunicata verbalmente iersera ad alcuni giornalisti stranieri.

(l) -Non pubblicato. (2) -Vedi D. D. I., Serie VIII, vol. XII, D. 756. (3) -Vedi D. 274. (4) -Non pubblicato.
337

L'AMBASCIATORE A VARSAVIA, ARONE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 194. Varsavia, 27 agosto 1939, ore 14,15.

Mobilitazione e preparativi bellici procedono intensamente nel maggior ordine e disciplina. Spostamenti nuove formazioni verso frontiera tedesca svolgonsi nottetempo. Questa capitale durante ultime notti è stata continuamente attraversata da truppe e colonne rifornimenti. Risulta che anche Reggimenti fanteria e cavalleria testè costituiti sono forniti di equipaggiamento nuovissimo e dotati di mitragliatrici pesanti e cannoni da 75 antitanks (quest'ultimi in numero da 6 a 8 pezzi per reggimento. Per maggiori dettagli mi riferisco al telegramma dell'Addetto Militare al Ministero della Guerra). Vita popolazione civile e servizi pubblici si svolgono normalmente mentre si intensificano preparativi difesa antiaerea.

Indubbiamente Polonia è decisa resistere strenuamente ed è da escludere che sia disposta accettare una soluzione pacifica che vada oltre un onorevole compromesso per la questione di Danzica.

338

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 266. Bucarest, 27 agosto 1939, ore 14,35 (per. ore 16).

Questo Ministro di Germania, che ha visto ieri Gafencu, mi ha detto che Ministro degli Affari Esteri gli ha nuovamente confermato che in caso di conflitto internazionale intende conservare neutralità.

339

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 267. Bucarest, 27 agosto 1939, ore 14,35 (1).

Mio telegramma per corriere 101 (2).

Parlandomi della nota che egli è stato incaricato presentare questo Governo mio collega Ungheria mi ha espresso confidenzialmente ipotesi che il passo ungherese sia stato determinato da richiesta germanica.

(l) -Manca l'indicazione dell'ora d'arrivo. (2) -Vedi D. 274.
340

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 272. Budapest, 27 agosto 1939, ore 15,08 (per. ore 18,20).

Mio telegramma n. 262 (1).

Governo ungherese aveva il 25 corrente risposto al Governo romeno come segnalato, mantenendo segreto ed anche smentendo proposta. In seguito alla pubblicazione da parte romena dell'offerta di un patto di non aggressione, Governo ungherese ha fatto ieri un nuovo passo a Bucarest comunicando di essere disposto a trattare sulla questione minoranze, ad esclusione però di altro argomento.

341

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO

(Ed. Hitler e Mussolini, cit., pp. 17-18)

T. URGENTISSIMO 508/320 r. Roma, 27 agosto 1939, ore 16,30.

Recatevi dal Fiihrer e consegnategli il seguente messaggio del Duce:

« Fiihrer, rispondo alla Vostra lettera consegnatami dall'Ambasciatore. Il mondo non sa e non saprà qual'è l'atteggiamento dell'Italia prima dello scoppio della lotta e saprà invece che l'Italia ha concentrato le sue forze verso le frontiere delle grandi democrazie. Sui confini francesi ho concentrato infatti 17 Divisioni, più 27 Battaglioni di alpini, più la Guardia alla frontiera. Sono in partenza per la Libia -punto debole del nostro dispositivo strategico -due nuove Divisioni che porteranno a sei il numero delle Divisioni metropolitane più a 4 di arabi libici. Queste misure sono più che dimostrative, lasceranno nella incertezza francesi e inglesi e imporranno loro uno spiegamento di forze per lo meno uguale.

Vedo che siete convinto che un mio intervento immediato nella prima fase del conflitto, specialmente se Voi -come dite e com'è giusto -non prenderete iniziative sul fronte ovest, richiamando sull'Italia la massa franco-inglese ed esaurendo le limitate risorse italiane, potrebbe avere gravi ripercussioni sullo sviluppo della guerra anche nei Vostri riguardi.

Tutto quello che potrà essere fatto dal punto di vista psicologico per sot

tolineare la solidarietà itala-germanica, sarà intensificato con stampa, radio,

cinema e propaganda minuta.

Compatibilmente con le mie attuali e prevedibili misure di mobilitazione sono disposto a mandarvi il maggior numero possibile di lavoratori per le Vostre industrie e per la Vostra agricoltura.

È mio desiderio di tenere i più stretti contatti con Voi, Fiihrer, per poter

coordinare l'azione dei nostri due Paesi e conformarla -in ogni caso

alle necessità che risulteranno dallo sviluppo degli avvenimenti. Mussolini ».

(l) Vedi D. 249.

342

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. SEGRETO 560. Berlino, 27 agosto 1939, ore 16,33 (per. ore 21,50).

Ieri sera Ambasciatore di Francia andò dal Fuhrer, latore di una lettera personale di Daladier il quale faceva sapere che la Francia: l) non ha alcuna animosità contro la Germania ma, legata alla Polonia, non può che far onore ai suoi impegni;

2) non soltanto potrebbe garantire presso la Germania che la Polonia è pronta a negoziare, ma farebbe di tutto perchè negoziati portassero a risultati soddisfacenti.

Risposta verbale del Fuhrer: Risponderò a Daladier direttamente « troppo tardi».

Fino a stamane, questa risposta non è però arrivata.

Da notare che, appena andato via Ambasciatore di Francia, il Fuhrer ha avuto conoscenza dell'ultimo messaggio del Duce.

343

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 122. Mosca, 27 agosto 1939, ore 17,01 (per. ore 18,20).

In questi ultimissimi giorni Ambasciatore Giappone ha avuto almeno tre colloqui con Vice commissario competente per questioni Estremo Oriente. ~i risulta che è stata discussa possibilità di miglioramento delle relazioni nipponiche sovietiche e che da entrambe le :parti sono state fatte dichiarazioni di buona volontà.

Nonostante vivissimo risentimento che questa Ambasciata del Giappone continua a mostrare contro Germania è evidente che si rende conto essa pure della necessità di entrare in negoziati politici coi Sovieti.

344

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 123. Mosca, 27 agosto 1939, ore 18,13 (per. ore 20,45).

Questo Ambasciatore di Francia è partito stamane per Parigi con aeroplano via Stoccolma. Si ritiene che egli vada a discutere questione della eventuale denunzia del patto franco-russo che risulta ormai inconciliabile con quello tedescosovietico. Ho motivo di rilevare che tale argomento abbia già fatto oggetto delle

ultime conversazioni di Naggiar con Molotov.

345

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. AD ANKARA, BERlO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 105. Istanbul, 27 agosto 1939, ore 20,30 (per. giorno 28, ore 1,30).

Miei telegrammi n. 102. e 103 (l) e telegramma di V. E. n. 68 (2).

Von Papen è stato ricevuto ieri nel pomeriggio dal Presidente della Repubblica che lo ha intrattenuto un'ora alla presenza del Ministro degli Affari Esteri. Questa mattina egli mi ha riferito il colloquio. Von Papen ha detto a Inoni.i che non era incaricato di svolgere presso di lui alcun passo da parte del suo Governo ma che desiderava avere uno scambio idee data la eccezionalità della situazione. Gli ha ripetuto gli stessi argomenti esposti a Saracoglu nel precedente colloquio insistendo sul fatto che tanto i Balcani quanto il Mediterraneo non sarebbero minacciati. Il Presidente gli ha risposto che se un conflitto sorgesse tra Polonia e Germania, Francia e Inghilterra vi parteciperebbero immediatamente e che egli non potrebbe garantire che l'Italia potesse rimanere neutrale.

In questo caso la Turchia entrerebbe in guerra in virtù degli accordi con l'Inghilterra e la Francia. Von Papen gli ha allora sottoposto l'ipotesi che l'Italia sia attaccata da Francia e Inghilterra: in questa eventualità la dichiarazione comune non dovrebbe giocare. Ismet Inoni.i gli ha risposto che ciò sarebbe assolutamente indifferente: «qui non si tratta di Danzica -Egli ha detto -ma d'interessi vitali dell'Inghilterra e della Turchia sua alleata ».

Von Papen che dalla precedente conversazione con il Ministro degli Affari Esteri turco aveva tratto l'impressione di un certo imbarazzo di questo Governo di fronte alla nuova situazione, nel colloquio con Ismet Inoni.i sembra invece persuaso che i turchi si sono ormai troppo impegnati con l'Inghilterra e Francia per poter tornare indiero.

Per parte mia ritengo interessante rilevare:

l) l'insistenza con cui von Papen parlando tanto con Saracoglu quanto con Ismet Inoni.i si è profuso in assicurazioni per quanto riguarda i Balcani e il Mediterraneo.

2) Un articolo di fondo di stamane dell'autorevole Cumhriyet -che trasmetto con Stefani speciale (3) -nel quale il noto giornalista Yunus Nadi si dichiara fermamente convinto che il patto tedesco-sovietico sarebbe accompagnato da clausole segrete con le quali la Germania avrebbe dato all'URSS garanzie per quanto riguarda i Balcani, il Mar Nero, il Mediterraneo e gli Stretti. Il tono e la precisazione dell'articolo lasciano ritenere che esso sia ispirato.

(l) -Vedi DD. 244 e 260. (2) -Vedi D. 296. (3) -Non pubblicato.
346

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 563. Berlino, 27 agosto 1939, ore 20,35 (per. ore 20,45).

Essendo presenti oggi a Berlino moltissimi Deputati al Reichstag e quasi tutti i Gauleiter il Fiihrer ha tenuto alla Cancelleria una riunione di carattere privato ed amichevole nella quale egli ha voluto illustrare ai Gerarchi Provinciali l'attuale situazione.

La sua esposizione, che ha avuto un carattere generale senza accenni a particolari problemi politici è stata soprattutto dedicata all'opera che i Gerarchi devono svolgere nelle provincie.

Il Fiihrer quindi ha impartito disposizioni ed istruzioni per l'opera da svolgersi alla periferia in vista dell'attuale situazione, da lui definita quale particolarmente grave e delicata.

347

IL CONSOLE GENERALE A GINEVRA, BOVA SCOPPA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 121. Ginevra, 27 agosto 1939, ore 20,35 (per. giorno 28, ore 1,50).

Krauel, mi ha detto di aver ricevuto telegramma con cui lo si informa che situazione è estremamente grave. Egli è stato invitato a prendere tutte le disposizioni per la partenza dei sudditi tedeschi e per la protezione di eventuali beni tedeschi nella zona della sua giurisdizione.

Krauel ha già proceduto distruzione tutto archivio segreto dell'ex Delegazione Germanica e del Consolato.

348

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. URGENTE 562. Berlino, 27 agosto 1939, ore 21,05.

Consegnato risposta Duce al Fiihrer a mezzo Ribbentrop.

Sia che fosse oggi più riposato, sia che messaggio consegnato gli avesse fatto buona impressione, Ribbentrop mi è sembrato oggi di umore migliore. Ne ho profittato per domandargli se proprio non vi fosse alcuna speranza di soluzione pacifica. Mi ha risposto che credeva di no. In Polonia si continuavano commettere contro tedeschi oltraggi di ogni sorta. Se non si ritenesse che di tutto ciò fosse direttamente responsabile il Governo polacco, bisognava allora ammettere che Governo stesso non fosse più in grado di controllare la propria soldatesca. Sia nell'una che nell'altra ipotesi, non si vede cosa Francia ed Inghilterra, dopo aver dato carta bianca a Varsavia, potrebbero fare.

Ribbentrop mi ha allora messo al corrente del contenuto sostanzialmente negativo del colloquio dell'Ambasciatore di Francia ieri sera, aggiungendo che ritardo e la tergiversazione di Londra non facevano bene sperare neanche nei risultati del viaggio di Henderson, tanto più che la Germania era ormai decisa ad ottenere, oltre Danzica, il Corridoio (tutto) più naturalmente una soluzione della questione delle minoranze.

Ho allora, a buon conto, ricordato che -dopo accoglienza negativa fatta alle sue due prime proposte -il Duce si era astenuto dal formularne altre, ma che mi risultava avere in materia altre idee che avrebbero potuto essere utilissime specie per il caso in cui ritornassero da Londra proposte che facessero intravedere possibilità di utili negoziazioni. Ribbentrop ne ha preso atto ma mi ha confermato di non attendersi dal ritorno di Henderson nulla di concreto. Ha aggiunto che i preparativi bellici continuano ad essere in sviluppo.

Ho infine richiamato l'attenzione di Ribbentrop sopra le notizie pervenutemi dall'Ufficio ferroviario di Essen, secondo cui trasporto carbone sarebbe sospeso anche via terra e ciò per mancanza di carri ferroviari. Siamo intesi che avrei discusso ulteriormente con Weizsacker della questione, di cui ho sottolineato la speciale importanza per noi.

349

IL MINISTRO A BUCAREST, GRIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 270. Bucarest, 27 agosto 1939, ore 21,30 (per. ore 23,30).

Miei telegrammi per corriere 101, e filo 265 (1).

Questo Ministro d'Ungheria mi ha informato che suo Governo lo ha incaricato ieri comunicare a Gafencu di non poter prendere in considerazione proposta patto di non aggressione « sotto minaccia baionette » e cioè finchè perdura ammassamento truppe romene frontiere ungheresi. Ministro d'Ungheria ha aggiunto che tenore della risposta ungherese è sostanzialmente lo stesso di quello dato primavera scorsa ad analoga proposta romena.

350

IL MINISTRO A BUCAREST, GRIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 271. Bucarest, 27 agosto 1939, ore 21,30 (per. ore 23,30).

Miei telegr. per corriere 101 e filo n. 267 (2).

Questo Ministro di Ungheria mi ha detto essere informato che anche Segre

tario di Stato tedesco Affari Esteri ha intrattenuto Ministro di Romania Berlino

circa ammasso truppe romene frontiera ungherese. Non mi risulta tuttavia che

questa Legazione di Germania sia stata fino ad oggi informata del passo in

questione.

(l) -Vedi DD. 274 e 336. (2) -Vedi DD. 274 e 339.
351

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 165. Parigi, 27 agosto 1939. ore 21,50 (ver. ore 23,30).

Questo Incaricato d'Affari Germania (che ho messo al corrente della mia conversazione di ieri con Bonnet) mi ha detto che due alte personalità politiche francesi gli avevano consigliato che Hitler, in questo momento decisivo, si rivolgesse pubblicamente al popolo francese riaffermando la volontà della Germania di non attaccare mai più la Francia e di voler, una volta salvaguardati gli interessi tedeschi, garantire l'esistenza e l'indipendenza della Polonia. L'Incaricato d'Affari ha girato il suggerimento a Berlino. Certamente una dichiarazione di tale genere, in piena mobilitazione francese, avrebbe un buon effetto morale su questo popolo, mentre non farebbe che ripetere quanto Hitler ha detto in coincidenza cogli interessi tedeschi.

352

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 166. Parigi, 27 agosto 1939, ore 21,50 (per. ore 23,20).

Questo Incaricato d'Affari Germania nel colloquio di cui al mio telegramma

n. 165 odierno (l) mi ha detto anche che «a parere suo la vittoria politica della Germania nella crisi attuale rafforzerebbe talmente l'Asse che fra un anno (sic) sarebbe possibile ottenere una soddisfazione alle rivendicazioni italiane».

353

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 167. Parigi, 27 agosto 1939, ore 21,50 (per. ore 23,30).

Questo Ambasciatore di Spagna mi ha smentito categoricamente di aver fatto alcune dichiarazioni al Governo francese circa pretesa neutralità Spagna in eventuale conflitto europeo.

Mi ha detto che per la verità questo Ministro degli Affari Esteri non gli ha

nemmeno posto la questione.

Ambasciatore di Spagna richiamerà attenzione suo Governo sulle false voci Madrid e diffuse nei giornali francesi circa attuali e future direttive politiche Spagna.

(l) Vedi D. 351.

354

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 168. Parigi, 27 agosto 1939, ore 21,50 (per. ore 23,30).

Ministro Monzie mi ha fatto sapere che è stato discusso in Consiglio dei Ministri proposta di inviarlo in missione in Italia latore lettera Daladier. Decisione in questo senso sarebbe lo stesso presa malgrado viva opposizione specie di Sarraut (solo rappresentante nel Gabinetto ancora della sinistra) ma poi si sarebbe sospeso il tutto. Immagino che Bonnet abbia fatto comprendere opportunità attenersi normale tramite diplomatico.

355

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. URGENTE 564. Berlino, 27 agosto 1939, ore 24 (per. giorno 28, ore 0,20).

Mio telegramma n. 562 (1).

Nonostante che possibilità soluzione pacifica mi appaiano estremamente tenui, pure credo ad ogni buon fine sarebbe opportuno che noi continuassimo a mantenerci in contatto con Londra, potendo al caso renderei partecipi o quanto meno intervenire in eventuali iniziative che partissero di là.

356

IL CAPO DEL GOVERNO, MUSSOLINI, AL CAPO DEL GOVERNO CANADESE, MACKENZIE KING

T. s. n. Roma, 27 agosto 1939 (2).

In risposta al Vostro messaggio (3) desidero assicurarvi che non lascerò intentato alcuno sforzo per salvaguardare la pace del mondo, pace duratura, cioè con giustizia.

357

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE

L. 5933 Roma, 27 agosto 1939.

Mi è pervenuta la Vostra lettera del 26 corrente (4) con la quale mi avete voluto informare su istruzioni di Lord Halifax, che le misure di carattere navale che potranno eventualmente essere prese dal Vostro Governo nel Mediterraneo

o nel Mar Rosso, hanno carattere puramente precauzionale.

Ho molto apprezzato la cortese intenzione di Lord Halifax e prendo atto della Vostra comunicazione che porterò subito a conoscenza del Duce.

(l) Vedi D. 348.

(2) Pubbl. Stetani.

(3) -Vedi D. 252. (4) -Vedi D. 308.
358

L'AMBASCIATORE DEL BELGIO, DE KERCHOVE DE DENTERGHEM, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

PROMEMORIA. Roma, 27 agosto 1939 (1).

Le Président de la République Polonaise a adressé à Sa Majesté le Roi des Belges un message à la suite de la Conférence du Groupe des pays d'Osio, et d'après des informations sures parvenues à Bruxelles, le Gouvernement polonais (2) interprète cette communication comme une nouvelle indication que la Pologne reste toujours disposée à engager des pourparlers avec l'Allemagne sur des bases équitables et normales.

Le Gouvernement beige a chargé l'Ambassade du Roi à Rome de porter cette communication à la connaissance du Gouvernement italien.

359

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 37. Danzica, 28 agosto 1939, ore 2,35 (per. ore 3,45).

Nessun nuovo incidente di frontiera fra ieri ed oggi. Odierna giornata domenicale caratterizzata da affollamento vie e ritrovi pubblici; popolazione danzichese generalmente mostra sapere reagire alle montature allarmiste e mentre si è sottratta all'incubo di colpi di mano o di bombardamento polacco fomentato da certa propaganda, è scettica innanzi minaccia assedio economico proclamato dalla stampa. Pensa che restrizioni alimentari, già attuate e prossimamente inasprite, possano essere pretestò all'apertura doganale con Prussia Orientale, quale nuova tappa dell'assorbimento di Danzica.

Servizi ferroviario e postelegrafonico funzionano regolarmente.

Contrariamente notizia stampa, Consoli d'Inghilterra e Francia sono tuttora in sede; notiZia presumesi originata per equivoco dalla precipitosa partenza famiglia Console inglese; hanno lasciato Danzica anche le famiglie Consoli di Germania (ripeto Germania), Paesi Bassi, Norvegia, Brasile, nonchè quella Commissario Generale di Polonia, dei suoi funzionari dipendenti e dell'Alto Commissario della S.d.N. Signor Burckhardt dimorante in sede, ha ricevuto debite garanzie nei suoi riguardi dal nuovo Governo di Danzica in seguito agli ordini di Berlino.

Collettività italiana riunitasi compatta oggi Casa Italiana attorno R. Console Generale per riaffermare sua calma e fiducia, disciplina fascista e appassionata devozione Re, Duce.

Comunicato Roma, Berlino e Varsavia.

I 5 -Documenti diplomatici · Serie VIII · Vol. XIII

(l) -Il Promemoria fu redatto il giorno 27 agosto, ma consegnato a Palazzo Chigi il giorno 28. (2) -Sic nel testo, evidentemente : c beige •.
360

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 623. Tokio, 28 agosto 1939, ore 6,50 (per. ore 18).

Ho comunicato a questo Ministro degli Affari Esteri telegramma di V. E.

n. 248 (l) avvertendolo che lo avevo ricevuto sin da venerdi ma che non avevo potuto recarmi prima da lui essendo stato costretto attendere ripetizione pervenuta soltanto stamane.

Ministro degli Affari Esteri ha premesso nel rispondermi che Gabinetto si era dimesso e lui doveva quindi ridurre al minimo sue dichiarazioni.

Mi ha detto che ringraziava per le nostre assicurazioni di immutata amicizia.

Ha aggiunto che se Patto russo-tedesco indebolito Inghilterra e Francia, rafforza però Russia.

Avendo fra le mie osservazioni in risposta accennato alla possibilità di cui Wilhelmstrasse aveva alluso con quell'Ambasciatore del Giappone circa un accordo fra Tokio e Mosca, egli mi ha replicato dicendolo non impossibile ma poco probabile.

Quanto a eventuale richiamo di Shiratori, ha osservato che se nuovo Gabinetto lo decidesse ciò sarebbe soltanto perchè egli ha chiesto partire in congedo per motivi salute.

Gli ho fatto presente che se ciò avvenisse tutti vedrebbero nel cambio dell'Ambasciatore un segno di mutamento della politica giapponese verso l'Italia, ciò che doveva essere evitato nel comune interesse.

Ministro degli Affari Esteri (mi dicono assai irritato con Ambasciatore) ha replicato che mi aveva accennato alla richiesta di Shiratori per provarmi che se suo ritorno avesse luogo ciò dipenderebbe soltanto dalla domanda dell'interessato e non dalla volontà del Governo giapponese di mutare politica verso l'Italia.

Al che ho soggiunto che se anche cosi fosse nessuno vi crederebbe nelle presenti circostanze. Ma su questo e sui precedenti argomenti Ministro Esteri non ha voluto dilungarsi adducendo di nuovo riguardi dovuti al suo successore. Naturalmente quando questi sarà stato nominato andrò rinnovargli dichiarazioni.

361

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 624. Tokio, 28 agosto 1939, ore 8,40 (per. ore 16).

Mio telegramma n. 621 (2).

In seguito a rinvio adunata Norimberga era stato stabilito che Terauchi e Osumi si recassero solo in Italia. Senonchè Governo giapponese ha ricevuto notizia aver deciso non sbarcare Napoli anche in considerazione situazione attuale europea.

(l) -Vedi D. 180. (2) -Vedi D. 335.
362

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 625. Tokio, 28 agosto 1939, ore 8,40 (per. ore 10).

Ritengo che la ripresa degli attacchi in Manciuria sia questa volta per iniziativa dei giapponesi che, evidentemente, vogliono dimostrare essere pronti affrontare eventuale nuova situazione.

363

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 626. Tokio, 28 agosto 1939, ore 8,40 (per. ore 17,25).

Gabinetto Hiranuma non essendo riuscito concludere nè patto con Asse nè accordo con Inghilterra ha dovuto dimettersi dinanzi al patto russo-tedesco. Si attende conoscere risultato consultazioni Abe per formazione nuovo Gabinetto. Gruppi anglofili continuano macchinare. Gruppi contrari non cedono. Uno dei segni più visibili ne è stato il comunicato del Ministro della Guerra redatto per reagire agli articoli anti-tedeschi di vari giornali giapponesi. Vi si ammette la necessità in cui si è trovata la Germania e vi si riafferma la riso· luzione di mantenere immutata la politica in Cina. Sarebbe opportuna una parola di apprezzamento da far dire al Ministro della Guerra, tanto più che è uscente e Che ha sempre lottato per noi.

Simile proposta è stata già fatta a Berlino dal mio collega tedesco.

364

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. URGENTISSIMA E CONFIDENZIALE. Roma, 28 agosto 1939, ore 10,45.

With reference to our conversations of yesterday, I have just received a telegram from Lord Halifax instructing me to inform Your Excellency that His Majesty's Government do not now expect to despatch their reply to Herr Hitler's communication before to-day; and that they will certainly let you know the substance of it when it is sent. His Majesty's Government propose in their rep1y to lay special emphasis upon the importance of restraint on both sides in the treatment of minorities, and of the avoidance of frontier incidents. His Majesty's Government much hope that Signor Mussolini will meanwhile use his influence in order to secure a lowering of the temperature in frontier areas.

TRADUZIONE.

Con riferimento alla nostra conversazione di ieri, ho testè ricevuto un telegramma da Lord Halifax il quale mi invita ad informare V. E. che il Governo di Sua Maestà non prevede di inviare la sua risposta alla comunicazione del Signor Hitler prima di oggi e che esso mi farà certamente conoscere la sostanza

della risposta medesima non appena la avrà inviata. Il Governo di Sua Maestà si propone nella sua risposta di insistere in modo speciale sull'importanza di porre delle limitazioni da ambo le parti nel trattamento delle minoranze e di evitare incidenti di frontiera. Il Governo di Sua Maestà spera molto che il Signor Mussolini vorrà frattanto usare la sua influenza per assicurare un abbassamento della temperatura nelle zone di frontiera.

365

IL MINISTRO A BERNA, TAMARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 104. Berna, 28 agosto 1939, ore 11,05 (per. ore 13,05).

Questo Ministro di Spagna d'ordine del suo Governo ha informato il Governo Federale che se una guerra scoppiasse in Europa la Spagna resterebbe neutrale tutto il tempo delle ostilità.

366

L'AMBASCIATORE A BRUSSELLE, LOJACONO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 60. Brusselle, 28 agosto 1939, ore 12,09 (per. ore 14).

Mi risulta che questo Ambasciatore britannico ha fatto ieri a S. M. il Re dei Belgi dichiarazione solenne relativa rispettare neutralità belga. Comunicato relativo è oggetto di esame in questo momento innanzi Consiglio Ministri. Si attende analoga dichiarazione francese.

367

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. URGENTE E CONFIDENZIALISSIMA. Roma, 28 agosto 1939, ore 12,30 (1).

Apart from the possible inference that may be drawn from his message to Mr. Chamberlain, [please see my personalletter to you of 27th August, 12,50 hrs (2)]. I regret to say that His Majesty's Government have further indications that what Herr Hitler has actually in mind is a partition of Poland and if so, there clearly exists the possibility that there is a German-Russian understanding to that effect.

2. I think that you already know our mind on the subject of any dismemberment of Poland, both from paragraph 10 of my letter to you of yesterday and from what I said orally when I had the pleasure of seeing you yesterday.

3.The matter is so grave that we feel it our duty, even at the risk of repetition, to make the British attitude in this regard plain without doubt to Signor Mussolini and to you yourself.

4. -If Herr Hitler actually intends, firstly to overthrow and partition Poland and then to make some kind of offer to the United Kingdom, such a suggestion would have no chance whatever of acceptance by His Majesty's Government. Action on such lines by Herr Hitler would therefore mean immediate war. His Majesty's Government are careful of their honour; it would in honour be impossible for them to betray their associates and agree to any solution which involved the destruction of Polish independence. 5. -My Government think it to be of the utmost importance that Signor Mussolini should, if he is so willing, make this plain at Berlin without delay and that he should use his great influence to ensure that a satisfactory settlement by agreement of the German-Polish difficulty should be reached and covered by international guarantee. 6. -If such an agreed settlement cannot be brought about, there seems to His Majesty's Government to be no possibility of avoiding generai war, notwithstanding their strenuous and constant efforts, of which Your Excellency is fully aware, to bring about a fair and reasonable solution of the problems in question. 7. -It is quite clear to His Majesty's Government that the peace of Europe cannot be maintained on the basis of any division of spoils of a far reaching character in Europe between Germany and Russia. The full extent of the recent Russo-German agreement is not yet altogether clear, but His Majesty's Government have reason to fear that it extends beyond the Polish question and to yet further fields. They believe therefore that, apart from Signor Mussolini's sincere desire to avoid the catastrophe of war and the efforts which he is making in that direction, Italy has as much interest as the United Kingdom in using every effort to secure the adoption in Berlin of a less unacceptable policy than that which we now have serious reason to apprehend.

TRADUZIONE.

A prescindere dalla possibile influenza che può essere esercitata dal messaggio del signor Chamberlain (prego vedere la mia lettera personale a Voi diretta il 27 agosto alle ore 12,50), sono spiacente di dire che il Governo di Sua Maestà ha ulteriori informazioni secondo cui ciò che il signor Hitler ha attualmente in mente è una spartizione della Polonia e, in tal caso, vi è chiaramente la possibilità che esista un accordo tedesco-russo a tale effetto.

2. -Ritengo che Voi conosciate già il nostro punto di vista a proposito di uno smembramento della Polonia, sia dal paragrafo 10 della lettera da me inviataVi ieri come pure da ciò che Vi ho detto oralmente quando ho avuto il piacere di vederVi ieri. 3. -La q~estione è così grave che ci riteniamo in dovere, anche a rischio di ripeterei, di spiegare chiaramente, senza possibilità di dubbi, al signor Mussolini ed a Voi stesso, l'atteggiamento britannico a questo riguardo. 4. -Se il signor Hitler intende attualmente, prima di soggiogare e smembrare la Polonia e poi di fare una qualche specie di offerta al Regno Unito, una tale proposta non avrebbe assolutamente alcuna possibilità di essere accettata dal Governo di Sua Maestà. Un'azione intrapresa in questo senso dal signor Hitler significherebbe perciò una guerra immediata. Il Governo di Sua Maestà britannica ha a cuore il suo onore; sarebbe onorev:olmente impossibile per lui di tradire i suoi alleati e di accettare qualsiasi soluzione che comportasse la distruzione della indipendenza polacca. 5. -Il mio Governo considera che sia della massima importanza che il signor Mussolini, qualora vi sia disposto, spieghi ciò chiaramente a Berlino senza indugio e che usi la sua grande influenza per assicurare che un accomodamento soddisfa

cente delle divergenze tedesco-polacche, ottenuto per via di accordi, dovrebbe essere raggiunto e coperto da una garanzia internazionale.

6. -Se un simile accomodamento negoziato non può essere raggiunto, sembra al Governo di Sua Maestà che non vi sia nessuna possibilità di evitare una guerra generale, e ciò nonostante i suoi sforzi strenui e costanti, dei quali V. E. è pienamente consapevole, intesi a raggiungere una soluzione equa e ragionevole dei problemi in questione. 7. -È perfettamente chiaro al Governo di Sua Maestà che la pace dell'Europa non può essere mantenuta sulla base di una divisione di spoglie in Europa a carattere così estremo fra la Germania e la Russia. La piena estensione del recente accordo russo-tedesco non è ancora completamente chiara, ma il Governo di Sua Maestà ha ragione di temere che esso si estenda al di là della questione polacca e a campi ancora più lontani. Esso ritiene perciò che, a prescindere dal sincero desiderio del signor Mussolini di evitare la catastrofe della guerra e degli sforzi che Egli sta facendo in questa direzione, l'Italia ha altrettanto interesse come il Regno Unito nel compiere ogni sforzo per assicurare l'adozione da parte di Berlino di una politica meno inaccettabile di quella che attualmente ci dà serie ragioni di apprensione.
(l) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 404, questa lettera sarebbe stata consegnata a Palazzo Chigi alle ore 13. (2) -Vedi D. 333.
368

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A LONDRA, CROLLA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 341. Londra, 28 agosto 1939, ore 12,45.

Halifax, che ho visto stamane, mi ha messo riservatamente al corrente dei diretti contatti stabilitisi ieri fra lui stesso e V. E. e della viva raccomandazione fatta dal Duce al Governo britannico di non opporre un reciso rifiuto alle proposte inviate da Hitler.

Halifax ha soggiunto che aveva già risposto che il Governo britannico avrebbe tenuto nel massimo conto questa raccomandazione. Nessun particolare cambiamento nella situazione -ha proseguito Halifax -si era prodotto da ieri. La nota britannica era già preparata nelle sue grandi linee ed approvata dal Consiglio dei Ministri che si riunisce oggi a mezzogiorno. Verrà subito inviata a Berlino.

La nota, mi ha detto Halifax, è redatta in termini amichevoli e «assai diversi da quelli usati da Hitler nelle sue comunicazioni e nei suoi discorsi~

La nota dichiara anzitutto che la Gran Bretagna, d'accordo con la Francia, è disposta ad esaminare insieme alla Polonia ogni eventuale proposta di regolamento della attuale situazione. Una volta sistemati i rapporti tedesco-polacchi e ristabilita una atmosfera di fiducia, la Gran Bretagna è disposta discutere tutti i problemi concernenti le relazioni anglo-tedesche.

In alcun modo la Gran Bretagna intende recedere dagli impegni assunti con la Polonia recentemente rincalzati con la firma del Patto anglo-polacco. Se pertanto la Polonia fosse attaccata, la Gran Bretagna entrerà in guerra e la Francia con lei.

Questo, nelle sue grandi linee, il contenuto della risposta britannica.

Nell'attuale momento-Halifax ha aggiunto -egli si augurava vivamente che il Duce trovasse modo di ottenere da Berlino una diminuzione dell'attuale tensione, particolarmente per quanto riguarda gli incidenti di frontiera ed il pericoloso inasprimento delle questioni delle minoranze tedesche in Polonia.

Halifax ha concluso ripetendomi che l'opera del Duce e di V. E. era di vitale importanza nell'attuale critica situazione, e che il Governo britannico, pur fermamente deciso a mantenere i Suoi impegni, non avrebbe tralasciato nulla per giungere ad un regolamento pacifico di tutte le questioni che costituiscono attualmente una minaccia per la pace del mondo.

Siamo rimasti d'accordo con Halifax che la nostra conversazione, che ha avuto luogo a casa sua, sarebbe stata da noi mantenuta segreta e che egli ne avrebbe informato soltanto il Primo Ministro.

369

IL MINISTERO DEGLI ESTERI, ALL'AMBASCIATORE DI SPAGNA A ROMA, GARCIA CONDE (l)

NoTA VERBALE 229330/37. Roma, 28 agosto 1939.

Con riferimento alle Note verbali nn. 116 (2) e 117 (3) del 22 agosto corrente il Regio Ministero degli Affari Esteri ha l'onore di informare l'Ambasciata di Spagna presso la Real Corte di aver impartito istruzioni telegrafiche alla

R. Ambasciata in Shanghai affinchè, conformemente al desiderio espresso dal Governo Spagnolo, i competenti... (4) Consolati nel territorio cinese non occupato dalle Forze giapponesi assumano la protezione dei sudditi e degli interessi spagnoli.

Il Regio Ministero degli Affari Esteri assicura inoltre di aver trasmesso alla

R. Ambasciata in Shanghai il testo del telegramma diretto al Console di Spagna in quella città.

370

L'AMBASCIATORE AD ANKARA, DE PEPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 107. Istanbul, 28 agosto 1939, o1·e 17,30 (per. ore 19,30).

Da informazioni che ho assunto in mattinata situazione Turchia alla data di oggi e prima che si conosca esito missione Henderson è la seguente: Governo ha dichiarato ai colleghi esteri e fa dire dalla stampa che si manterrà fedele agli impegni assunti verso l'Inghilterra anche dopo conclusione patto germanicosovietico. È impressione generale che Governo turco sia sotto tutela inglese e che decisione definitivo atteggiamento Turchia sarà presa piuttosto a Londra che a Ankara. Accordo con Inghilterra essendo limitato zona Mediterraneo se ne deduce che Turchia interverrà nel conflitto se Italia vi parteciperà. Non vi è fin qui nessuna traccia di mobilitazione ma in Tracia sono rimaste le truppe inviate là per le recenti manovre e cioè: divisione flotte aeree, otto divisioni

(-4) Due lettere illeggibili.

fanteria, una di cavalleria: circa 100.000 uomini. Tutta la flotta è ritornata ad Ismit, e sembra che non vi siano navi da guerra nei Dardanelli.

Nel pomeriggio vedrò Von Papen che è ancora Terapia ed in serata partirò per Ankara dove sono già Governo turco al completo e quasi tutti miei colleghi esteri.

(l) -Il presente documento fu redatto dall'Ufficio II della Direzione generale degli Affari Transoceanici. (2) -Non pubblicata. (3) -Vedi D. 148.
371

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 566. Berlino, 28 agosto 1939, ore 17,45 (per. ore 18,30).

Weizsacker mi conferma non esistere alcuna lettera del Fiihrer a Henderson. Henderson è ripartito da Londra appena ora.

372

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. URGENTISSIMA E CONFIDENZIALISSIMA. Roma, 28 agosto 1939, ore 18,30.

With reference to our telephone conversation of this afternoon, I am writing to confirm my instructions to convey the following message from Lord Halifax to the Head of the Government.

2. His Majesty's Government's reply to Herr Hitler will be completed to-day, and they will immediately convey its full substance to Signor Mussolini and to Your Excellency through myself. His Excellency will see that its tone is exceedingly friendly, but very firm in the sense that it is obvious that the United Kingdom can take no action incompatible with its obligations to Poland. Meanwhile, like His Majesty's Government, Signor Mussolini will bave seen Herr Hitler's reply to Monsieur Daladier as reported in the press. -In view of the exceedingly menacing tone of this reply it is more than possible that despite the friendly nature of the communication that Sir N. Henderson will be taking back to Berlin this evening, Herr Hitler might take to-morrow the irrevocable step of invading Poland. This would immediately and automatically materialise the risk of war so far as His Majesty's Government and the French Government are concerned. The time in which to consider whether any further action can be taken to avoid such a catastrophe is therefore short. Lord Halifax does not know whether Signor Mussolini has taken any action to this end nor, if so is he aware of the nature of it. He does not of course wish to ask Signor Mussolini embarrassing questions on this point, but in view of Your Excellency's very friendly telephone communication yesterday it seems to him only right that His Majesty's Government should tell Your Excellency and Signor Mussolini very frankly their apprehension, in case the Duce sees bis way to take immediately any action which might avert the possibility of any such irrevocable step as His Lordship has described.

TRADUZIONE.

Con riferimento alla nostra conversazione di questo pomeriggio Vi scrivo per confermarvi le istruzioni da me ricevute di far pervenire il seguente messaggio di Lord Halifax per il Capo del Governo.

2. La risposta del Governo di Sua Maestà al Signor Hitler sarà completata oggi e il Governo britannico farà subito conoscere il suo esatto contenuto al Signor Mussolini e a V. E. per mio tramite. V. E. vedrà che il tono di questa risposta è estremamente amichevole ma anche molto ferma nèl senso che è ovvio che il Regno Unito non può fare alcuna azione incompatibile con i suoi obblighi verso la Polonia. Nel contempo, al pari del Governo di Sua Maestà, il Signor Mussolini avrà preso visione della risposta di Herr Hitler al Signor Daladier quale essa è stata riportata dalla stampa. Tenuto conto del tono eccessivamente minaccioso di questa risposta, è più che possibile che nonostante la natura amichevole della comunicazione che Sir N. Henderson riporterà con sè a Berlino stasera, Herr Hitler possa fare domani il passo irrevocabile di invadere la Polonia. Ciò materializzerebbe immediatamente e automaticamente il rischio della guerra per quanto concerne il Governo di Sua Maestà e il Governo francese. Pertanto resta poco tempo nel quale considerare la possibilità di svolgere ogni ulteriore azione per evitare una simile catastrofe. Lord Halifax non è a conoscenza se il Signor Mussolini abbia svolto o meno una azione a tal fine nè, in caso positivo, quale ne sia stata la natura. Egli naturalmente non desidera di porre al Signor Mussolini delle domande imbarazzanti su questo soggetto, ma in considerazione della molto amichevole comunicazione telefonica fatta ieri da V. E. sembra più che giusto che il Governo di Sua Maestà esprima molto francamente a V. E. e al Signor Mussolini la sua apprensione, per il caso che il Duce veda la possibilità di svolgere immediatamente un'azione che possa allontanare la eventualità di un tale passo irrevocabile quale è stato descritto da Lord Halifax.

373

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 200. Sofia, 28 agosto 1939, ore 18,30 (per. ore 20,30).

Nonostante tensione, attesa avvenimenti, Governo e opinione mantengono massima calma. Misure militari in corso poco apparenti non turbano ritmo normale.

Fra moltiplicarsi corrispondenze, comunicati agenzie, al di sopra delle contrastanti notizie viene dato massimo risalto attività diplomatica Governo fascista. Prevalente, generalizzata affermazione solo azione del Duce potrà col peso eccezionale preparazione italiana salvare pace ed ottenere condizioni maggiore giustizia per i popoli.

374

IL MINISTRO AD OSLO, LODI FE', AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 36. Oslo, 28 agosto 1939, ore 19,15 (per. ore 21,30).

Questo Ministro degli Affari Esteri stamane parlandomi recente riunione Stati di Osio tenuta a Bruxelles mi ha detto che aveva pensato far dare ad essa nell'occasione contenuto più positivo sotto forma invito conferenza cui Stati interessati fossero tenuti rispondere con l'accettare o meno. Ma parte suoi colleghi temeva proposta fosse incompatibile con principio neutralità.

Koht mi ha detto poi che secondo Stati Scandinavi questione Danzica dovrebbe essere regolata conforme principi nazionalità e perciò in favore tedeschi purchè venga garantita indipendenza economia Polonia. Ma ormai ritiene conflitto inevitabile. Neutralità stessa Norvegia sembra in pericolo.

Nella gravissima ora presente Koht stima che soltanto autorità del Duce e di V. E. che egli considera attivi fautori soluzione pacifica possono ancora una volta salvare Europa.

375

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 567. Berlino, 28 agosto 1939, ore 20.

Contrariamente (dico contrariamente) dichiarazioni fattemi qui ufficialmente, risultami modo sicuro che un messaggio scritto di Hitler a Chamberlain (attraverso Henderson) esiste ed è su per giù del seguente tenore:

l) Nessun desiderio Germania andare contro Inghilterra;

2) Questione Danzica e Corridoio devono essere e saranno risolte in ogni modo; dopo che esse siano risolute in conformità, è pronto cooperare lealmente con Gran Bretagna, addivenendo altresì a quella misura di disarmo che sia possibile senza creare forte disoccupazione.

È pervenuta in questo momento risposta Governo inglese che si sta decifrando e traducendo per arrivo Henderson, il quale incontrerà Fiihrer presumibilmente fra le undici e mezzanotte.

Ho ragione di ritenere che risposta inglese, pur essendo molto conciliante

nella forma, sia peraltro ferma nella sostanza, e cioè nell'esigere dalla Germania

un impegno di non ricorrere alla violenza.

Quanto sopra mi fa credere che:

a) situazione rimane altrettanto grave quanto ieri;

b) nei limiti in cui vi sia una possibilità di soluzione pacifica, Germania

si propone di trattare direttamente con l'Inghilterra.

376

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 568. Berlino, 28 agosto 1939, ore 20.

Nella conferenza della stampa estera Braun von Stumm ha confermato la

partenza di Henderson da Londra avvenuta alle 17.

Nell'accordo sulla possibilità di soluzione egli ha dichiarato che il punto

di vista tedesco dopo la lettera del Fiihrer a Daladier è divenuto completa

mente chiaro.

Affinchè si possa parlare di eventuali trattative bisogna che l'Inghilterra accetti integralmente la richiesta tedesca, cioè Danzica, il Corridoio e la eliminazione di quella che il Flihrer ha chiamato « situazione macedonica », nel resto del territorio contestato, particolarmente nell'Alta Slesia. Queste condizioni formano la base indispensabile perchè vi sia anche soltanto una speranza di trattative. Si intende, ha aggiunto, che trattative dirette con la Polonia non possono aver luogo. Bisognerà tener conto in ogni caso dei principi della nota Lansing del 1919 e del risultato delle elezioni che hanno avuto luogo nel 1919. Tali elezioni benchè fatte in un periodo eccezionalmente sfavorevole hanno dimostrato senza contestazioni possibili il carattere tedesco del Corridoio.

Osservandogli che le richieste tedesche alla Polonia sono ora notevolmente superiori a quelle del discorso del Flihrer del 28 aprile 1939 ha risposto che ciò è dovuto al fatto che la Polonia è passata al campo avverso.

Il tono generale delle dichiarazioni di oggi è stato notevolmente pessimista.

377

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO FoN. 569. Berlino, 28 agosto 1939, ore 20,05.

Ho fatto sapere a Ribbentrop attraverso Weizsiicker che mi tengo a sua disposizione a qualsiasi ora della notte in relazione agli sviluppi della missione Henderson.

378

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. URGENTISSIMO 570. Berlino, 28 agosto 1939, ore 20,10.

Informazioni sopra attitudine Turchia sono sfavorevoli. Scrivo (1).

379

IL CONSOLE GENERALE A GINEVRA, BOVA SCOPPA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 125. Ginevra, 28 agosto 1939, ore 20,30 (per. ore 22,55).

Questo Ministro Bulgaria Karadjov venuto a vedermi mi ha detto che aveva avuto lunga conversazione con Sottosegretario britannico Walters reduce da Londra.

Walters ha detto:

l) che in Inghilterra non si crede più molto alla possibilità salvare pace;

2) che Londra farà ogni sforzo per orientare in senso opposto all'Asse

politica Giappone;

3) che al Foreign Offìce, al momento sua partenza, si era molto perplessi circa definitivo atteggiamento della Turchia. Si aveva apprensione circa orientamento di quel Governo in seguito accordo russo-tedesco.

Karadjov, per parte sua, mi ha detto che Governi turco e greco concentravano truppe in Tracia, il che obbligava anche Bulgaria a prendere opportune misure precauzionali.

Secondo mio interlocutore, se cominceranno ostilità, Jugoslavia farà ogni sforzo per rimanere neutrale. Quanto atteggiamento del suo Governo sarebbe stato in gran parte condizionato da atteggiamento definitivo Turchia, Grecia e Romania.

(l) Vedi D. 385.

380

IL MINISTRO A BERNA, TAMARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 105. Berna, 28 agosto 1939, ore 21,28 (per. giorno 29, ore 3,40).

Benchè nervosismo dell'attesa turbi ed inquieti queste popolazioni l'agitazione è minore che nella crisi dello scorso anno. La dichiarazione germanica col promesso rispetto della neutralità ha fatto ottima impressione mentre si meravigliano che la Francia non abbia fatto ancora uguale promessa. Finora Governo federale non ha preso misure speciali ma si attendono per stanotte larghe chiamate alle armi truppe copertura. Per mercoledì è convocato Consiglio Nazionale. Speranza nella pace è ancora molto diffusa con una generale convinzione che l'Italia sola possa salvarla ma è altrettanto e anche più generale convinzione che se la guerra dovesse scoppiare responsabilità si dovrebbe attribuire alla Germania.

381

IL MINISTRO A BERNA, TAMARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 106. Berna, 28 agosto 1939, ore 21,30 (per. giorno 29, ore 12,10).

Soltanto frazioni marxiste estreme (Nicole e comunisti) hanno cambiato opinione e attaccano democrazie, rimane favorevole all'Asse frazione frontista resto delle popolazioni si sente solidale con pretesi difensori della democrazia. Pochissimi i benpensanti. Comunque atteggiamento della stampa è divenuto molto meno aggressivo e più riservato. Le notizie venute dalla Francia o fanno dubitare che l'Italia entri in guerra o fanno credere che tutta la potenza della coalizione anglo-francese si scateni anzitutto sulla nostra frontiera. La quasi totalità di questa gente si acceca (Governo federale compreso) con l'illusione di una certa vittoria delle democrazie. Governo e esercito sono molto decisi a difendere neutralità anche contro eventuale azione francese. Si dice che se guerra scoppiasse censura stampa sarebbe subito applicata.

382

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BASTIANINI, ALL'INCARICATO D'AFFARI A. I. A MADRID, RONCALLI

T. 18587/375 P. R. Roma, 28 agosto 1939, ore 21,30.

Giornale Times del 24 corrente pubblica corrispondenza da Hendaye nella quale è detto che il Ministero degli Esteri spagnolo ha diramato un dispaccio a tutti i suoi rappresentanti all'Estero informandoli che il Governo spagnolo si propone di mantenere la sua neutralità in caso di guerra.

Prego riferire telegraficamente al riguardo.

383

IL MINISTRO A BUCAREST, GRIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 273. Buca1·est, 28 agosto 1939, ore 22 (per. giorno 29, ore 4).

Mio telegramma per corriere 101 e seguenti (1).

Questo Ministro d'Ungheria mi ha comunicato che a seguito comunicazione fatta sabato scorso (mio telegramma 270 (2)) suo Governo gli ha dato istruzioni dichiarare Governo romeno che a riprova sue intenzioni non aggressive esso è disposto negoziare fin da ora con Romania accordo relativo minoranze.

Ministro d'Ungheria ha fatto oggi stesso comunicazione prescritta a Gafencu che dopo aver formulato consuete obiezioni circa impossibilità per la Romania di fare oggetto contrattazione internazionale una questione interna sovranità si è riservato dare risposta definitiva.

384

L'AMBASCIATORE A BUENOS AIRES, PREZIOSI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 175. Buenos Aires, 28 agosto 1939, ore 22,14 (per. giorno 29, ore 6,10).

Nonostante allarmismo stampa gialla questa opinione pubblica e sfere ufficiali continuano ritenere che tensione possa risolversi in via pacifica. Cantilo ha confermato in una pubblica intervista che Argentina in caso di conflitto si manterrà neutrale. Cantilo pensa altresì coordinare col Brasile e altri Paesi vicini misure da adottarsi in caso di guerra europea, considerando specialmente ipotesi scoppio ostilità si verifichi senza formale dichiarazione di guerra.

Saranno anche presi accordi per misure d'ordine pubblico onde evitare eventuali conflitti fra collettività originarie dei Paesi eventualmente belligeranti.

Si sono intanto verificati importanti acquisti cereali (mezzo milione di tonnellate). Giappone ne ha acquistato metà, Inghilterra e Francia la maggior parte del rimanente, Germania solo per 25.000 tonnellate.

Inghilterra sta contrattando su mercato Sud America acquisto 22.000 tonnellate carne congelata elevabile a 37.000. Di tale quantitativo Argentina fornirà 60 %.

(l) -Vedi DD. 274, 319 e 322. (2) -Vedi D. 349.
385

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 121. Berlino, 28 agosto 1939 (per. giorno 29).

Mio telegramma n. 570 in data odierna (1). Ho domandato oggi a Weizsacker cosa potesse dirmi dei colloqui von Papen sia con il Ministro degli Esteri turco, sia con Ismet Inoni.i.

Egli mi ha risposto che l'impressione di quei colloqui non era quale la Germania se li sarebbe augurati. Il Presidente della Repubblica aveva infatti confermato che la Turchia sarebbe rimasta fedele ai suoi impegni, e cioè:

a) con l'Inghilterra nel quadro mediterraneo;

b) con l'Intesa Balcanica nel quadro continentale.

Da Berlino sono state date istruzioni a von Papen di non esacerbare ulteriormente la situazione e quindi di non opporre delle negative assolute in materia economica e di rifornimenti in modo da tenere aperta la porta a conversazioni e persuasioni ulteriori.

Ho fatto rilevare al mio interlocutore l'importanza che l'atteggiamento turco ha per noi.

386

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE AEREO 122. Berlino, 28 agosto 1939 (per. giorno 29).

Telegramma per corriere V. E. 24 agosto n. 18190 e seguenti (2). Qui si era pensato a un passo nei riguardi dei militari giapponesi nel senso di cui al telegramma in riferimento. Si sarebbe particolarmente voluto dire che: a) le informazioni scambiate fra militari delle due parti sarebbero state sempre tenute come segrete in ogni caso; b) le simpatie dei militari tedeschi per quelli giapponesi rimanevano intatte. Si è poi rinunciato all'idea in vista delle notizie nettamente sfavorevoli provenienti da Tokio.

Che, anzi, 48 ore or sono, S. E. Oshima si è recato da Weizsacker latore di una ponderosa quanto vibrata protesta del suo Governo. Weizsacker ha amichevolmente pregato Oshima di non insistere nel volerla presentare e di considerare il tutto come non avvenuto ed inesistente.

Oshima ha acconsentito e, finora almeno, non si è ripresentato.

Frattanto, il Gabinetto di Tokio è caduto (1).

(l) -Vedi D. 378. che è però un fonogramma. (2) -Non pubblicati. Contengono ritrasmissioni in data 25 agosto dei T. da Tokio 612 e 613 in data 23 agosto, vedi DD. 175 e 176.
387

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. URGENTISSIMA E CONFIDENZIALE. Roma, 28 agosto 1939, ore 24.

The reply which His Majesty's Government are returning to Herr Hitler's message will draw a clear distinction between the method of reaching an agreement on German-Polish differences and the nature of the solution to be reached. His Majesty's Government will express to Herr Hitler their clear view that, as regards the method, direct discussion on equal terms between the parties is the proper means.

2. -That the Polish Government enjoy the protection of the Anglo-Polish Treaty is already a matter of common knowledge. 3. -Although His Majesty's Government have already made it plain they are repeating in their reply to Herr Hitler their view that any settlement of German-Polish differences must safeguard Poland's essential interests and must also be secured by international guarantee. 4. -His Majesty's Government have of course seen the report of Herr Hitler's reply to Monsieur Daladier, but they point out that Herr Hitler should not regard an eventual intimation by the Polish .Government of their readiness to hold direct discussions as in any way implying their acceptance of Herr Hitler's demands which, as they state plainly, would have to be examined in the light of the principles enunciated above. The Polish Government, in their reply to President Roosevelt's message, appear to accept the idea of direct negotiation, and His Majesty's Government have therefore expressed to Colonel Beck the earnest hope that, in the light of the considerations set forth in the preceding paragraphs, the Polish Government will authorise them to inform the German Government that Poland is ready to enter at once into direct discussions with Germany. 5. -I am happy to be able to inform Your Excellency, in the strictest confìdence and in confìrmation of the telephone message I sent you this evening that Colonel Beck, having regard to the terms in which His Majesty's Government will reply to Herr Hitler, has authorised them to inform the German Government that Poland is ready to enter at once into direct discussions with Germany. He has however enquired about the form of international guarantee that His Majesty's Government have in mind.

TRADUZIONE.

La risposta che il Governo di Sua Maestà è in procinto di dare al messaggio del signor Hitler marcherà una chiara distinzione tra il metodo di raggiungere un accordo sulle divergenze germano-polacche e la natura della soluzione da raggiungere. Il Governo di Sua Maestà esprimerà al signor Hitler la sua precisa opinione, che, per quanto concerne il metodo, una discussione diretta su piede di uguaglianza tra le due Parti è il mezzo migliore.

2. -Che il Governo polacco goda della protezione del Trattato anglo-polacco è oramai una questione di dominio pubblico. 3. -Benchè il Governo di Sua Maestà l'abbia già spiegato chiaramente, esso si appresta a ripetere nel messaggio indirizzato al signor Hitler il suo punto di vista che qualsiasi accomodamento delle divergenze germano-polacche debba salvaguardare gli interessi essenziali della Polonia e debba anche essere raggiunto con garanzie internazionali. 4. -Il Governo di Sua Maestà ha, s'intende, preso visione del testo della risposta del signor Hitler al signor Daladier, ma esso deve far presente che il signor Hitler non dovrebbe considerare un'eventuale dichiarazione del Governo polacco di essere pronto ad iniziare dirette discussioni come implicante in alcun modo la sua accettazione delle richieste del signor Hitler che, come il Governo britannico ha chiaramente affermato, dovrebbero essere esaminate alla luce di principi sopra enunciati. Il Governo polacco, nella sua risposta al messaggio del Presidente Roosevelt sembra volere accettare l'idea di un diretto negoziato, e pertanto il Governo di Sua Maestà ha espresso al Colonnello Beck la sua più seria speranza che alla luce delle considerazioni esposte nei precedenti paragrafi, il Governo polacco autorizzi il Governo britannico ad informare quello tedesco che la Polonia è pronta ad entrare immediatamente in dirette discussioni con la Germania. 5. -Sono lieto di potere informare V. E., in via strettamente confidenziale ed a conferma della comunicazione telefonica di quest'oggi, che il Colonnello Beck, in considerazione dei termini nei quali il Governo di Sua Maestà risponderà al signor Hitler, lo ha autorizzato ad informare il Governo germanico che la Polonia è pronta ad entrare immediatamente in dirette discussioni con la Germania. Egli ha tuttavia richiesto dei chiarimenti circa la forma delle garanzie internazionali che il Governo di Sua Maestà ha in mente.

(l) Il presente documento porta il seguente P.S.: • Prego tenere la seconda parte di questo teleaereo assolutamente segreta, anche nei confronti di codesto Ambasciatore di Germania •·

388

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. E CONFIDENZIALE. Roma, 28 agosto 1939, ore 24,45 (1).

It may I think be of interest to Your Excellency to know that, apparently owing to the failure of the German authorities to transmit telegrams from Berlin onwards to Warsaw, His Majesty's Ambassador in Warsaw has not been able hitherto to comment on reports from Berlin about the German allegations of ill-treatment of the German minority in Poland. Now that Sir Howard Kennard is in possession of these reports by other means, you may equally be interested to know, in confidence, his views to which, knowing Sir Howard Kennard to be just and acute observer, I myself attach considerable importance.

2. -Sir Howard Kennard is of opinion that the German allegations of mass ill-treatment of the German minority by the Polisch authorities are for the most part gross exaggerations and in many cases complete fabrications. 3. -Sir Howard is unable to detect any loss of contro! of the situation by the Polish civilian authorities. Warsaw is stili completely calm, and so far as he has been able to ascertain, the rest of Poland is also. 4. -In these circumstances Sir Howard, is unable to avoid drawing a parallel between the German press campaign as regards the persecution of the German minority in Poland with that undertaken by German propaganda in the case of Czechoslovakia last year. Sir Howard Kennard will nevertheless continue to impress on Colone! Beck the desirability of doing everything in his power to prove that the German allegations regarding the treatment of the German minority are false.

TRADUZIONE.

Ritengo che possa forse interessare V. E. conoscere che, apparentemente a causa della mancata trasmissione dei telegrammi da parte delle autorità tedesche da Berlino a Varsavia, l'Ambasciatore di Sua Maestà a Varsavia non è stato finora in grado di commentare le notizie da Berlino sulle affermazioni tedesche circa il maltrattamento della minoranza tedesca in Polonia. Adesso che Sir Howard Kennard è in possesso di queste notizie per altre vie, voi potete ugualmente avere interesse a conoscere, confidenzialmente, la sua opinione, alla quale, conoscendo Sir Howard Kennard come un osservatore giusto e acuto, annetto io stesso un'importanza considerevole.

2. -Sir Howard Kennard è di opinione che le affermazioni tedesche di maltrattamenti in massa della minoranza tedesca da parte delle autorità polacche sono per la maggior parte molto esagerate e in molti casi completamente inventate. 3. -Sir Howard Kennard non è in grado di discernere alcuna perdita di controllo della situazione da parte delle autorità civili polacche. Varsavia è tuttora completamente calma e, per quanto egli ha potuto accertare, il resto della Polonia lo è anche. 4. -In queste circostanze Sir Howard non può evitare di fare un confronto fra la campagna di stampa tedesca relativa alla persecuzione della minoranza germanica in Polonia con quella intrapresa dalla propaganda germanica nel caso della Cecoslovacchia l'anno scorso. Sir Howard Kennard continuerà tuttavia ad attirare tutta l'attenzione del Colonnello Beck sulla opportunità di fare tutto ciò che è in suo potere per provare che le affermazioni tedesche relative al trattamento della minoranza tedesca sono false.

(l) Sic nel testo.

389

IL MINISTRO CONSIGLIERE A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. ASSOLUTAMENTE SEGRETA E PERSONALE S. n. Berlino, 28 agosto 1939.

Ho accompagnato sempre, in questi giorni, Attolico alla Cancelleria, ed ho quindi assistito, praticamente, a tutte le conversazioni ed alle prese di contatto avvenute per la presentazione delle comunicazioni del Duce. Ho inoltre potuto,

16 -Documenti diplomatici • Serie VIII -Vol. XIII

in colloqui con von Ribbentrop e con altri Luogotenenti del Filhrer, durante le lunghe ore trascorse nei saloni della Cancelleria stessa, raccogliere qualche impressione, che mi sembra utile riferirti senza indugio.

Nel complesso la cosa non è andata male. Il sistema usato di approfittare della prima lettera del Filhrer per rompere il ghiaccio e giungere, attr.averso più comunicazioni, ad una diretta chiarificazione, nei confronti del Cancelliere, del nostro punto di vista e del nostro atteggiamento, è stato senza dubbio buono e tale da non provocare una improvvisa e dannosa rottura. Non conosco il testo della lettera di risposta del Filhrer alla nostra comunicazione decisiva, ma penso che esso non sia stato cattivo, a giudicare appunto dalla nuova lettera del Duce nella quale, molto opportunamente, si fa cenno alla necessità che la iniziata diretta presa di contatto tra Palazzo Venezia e la Cancelleria continui ed eventualmente si intensifichi.

Con probabilità quindi, e a questo dobbiamo mirare, il nostro atteggiamento di astensione, fatto di necessità e di tattica, non romperà il Trattato, cosa questa che storicamente avrà molta importanza. Vedremo ora come, al momento buono, la nostra astensione sarà presa dal pubblico tedesco. Tutto dipenderà dalla presentazione che di essa sarà fatta in Germania ed in Italia. Ed in questo io sono, per quanto riguarda la Germania, in certo modo, ottimista, a seguito della nota raccomandazione di von Ribbentrop di « tenere la comunicazione del Duce assolutamente segreta, appunto per non pregiudicare gli interessi dell'Asse». Cosa che dimostra come i Tedeschi, anche dopo il verificarsi della nostra astensione (che insisto a non chiamare «neutralità», perchè «neutralità», nella forma e nella parola classica, vieta ed antipatica, non deve essere) avranno tutto l'interesse, per ragioni interne ed esterne, a non fare apparire rotto irrimediabilmente il sistema dell'Asse e saranno lieti, almeno esteriormente, di poter presentare il nostro atteggiamento come suggerito da ragioni tattiche e conseguenza di comune decisione del Duce e del Fiihrer.

Non so come la nostra astensione sarà presentata in Italia. Mi permetto suggerire l'opportunità che, dopo quanto è avvenuto, il nostro atteggiamento sia filotedesco, ossia di comprensione della causa tedesca. Altrimenti rischieremmo subito di scivolare verso l'altra parte con imprevedibili e, penso, dannose conseguenze. Del resto vedo nell'ultima lettera del Duce che già Egli fa accenno ad una forma di aiuto morale (stampa, radio, cinematografia) e materiale (invio di operai e, soprattutto, schieramento orientato in senso antifrancese) alla Germania.

I Franco-Inglesi, per conto loro, saranno troppo lieti del fatto sostanziale della nostra astensione per farci la minima pressione in senso contrario. Troveranno altrimenti, ne sono certo, pane per i loro denti.

Passo ad altro.

Oggi, battuta d'aspetto, sull'orlo estremo della decisione. Molti pensano che essa sia dovuta alla missione Henderson a Londra e ad altri contatti con Parigi. La pubblicazione, avvenuta qui in forma sensazionale, del testo completo delle lettere Daladier-Hitler (quella di Hitler è ottima e ben scritta, e, nelle sue linee principali, non appare essere frutto di affrettata ed improvvisa redazione) dalle quali appare chiara e chiarificata la richiesta tedesca circa Danzica ed il Corridoio, mi fa pensare invece che, più probabilmente, abbia (l) concorso al rinvio dell'inizio delle operazioni le necessità, che si sono rivelate al momento dello schieramento militare tedesco ad Occidente.

È apparso infatti oggi molto chiaramente, e le informazioni raccolte in proposito da Roatta ne sono testimonianza, come effettivamente una grande parte dei Tedeschi fosse in buona fede allorchè credeva all'impossibilità di una conflagrazione ad Occidente. Gli ordini per lo spostamento verso le linee renane delle truppe di rincalzo, destinate a portare ad un numero minimo di trenta Divisioni le quindici normalmente residenti in quella zona, sono stati impartiti, per la massima parte, solamente nella giornata del 25. In queste condizioni se la macchina si fosse messa in moto ieri non avrebbe trovato a posto tutte le sue ·ruote.

Ma, ripeto, la cosa non può durare a lungo e sono convinto che le probabilità di guerra sono tuttora, ad onta della battuta di aspetto e delle varie prese di contatto, del 90 per cento.

Il Paese è abbastanza calmo. Nessun entusiasmo. La guerra sarà fatta e probabilmente, dati gli innati sentimenti di disciplina di questo Popolo, sarà fatta bene. Ma, se si fa eccezione del generalizzato sentimento di astio verso la Polonia, essa non sarà mossa da nessuna grande spinta ideale. Verso la Francia, nessuna animosità. Verso l'Inghilterra, soltanto qualche risentimento. La mobilitazione, fatta ancora oggi segretamente e senza nessun segno esterno, ma solamente a mezzo di precetti personali, continua regolarmente e ordinatamente, senza però provocare e dar luogo a nessuna esplosione di esaltazione. Sembra del resto che anche in alto, almeno per il momento, si desideri vedere evitata qualsiasi manifestazione esteriore.

Tutti fanno previsioni ed apprezzamenti. Mi permetto anch'io di dire la mia. Mai nessuna guerra sarà stata sostanzialmente più inutile. Sono quindi del pensiero che essa non sarà lunga perchè, dopo le prime dure battute, tutti si convinceranno che il gioco non vale la candela. Nessuno è praticamente in condizioni di vincere. Il solo Paese che è in condizioni di perdere è la Polonia. Gli altri si troveranno tutti, ad un certo momento, immobilizzati, e dolorosamente immobilizzati. Nè la Germania può sperare di colpire a morte Francia ed Inghilterra (il dispositivo tedesco, ad Occidente, è, del resto, assolutamente difensivo, nuova prova della bontà del nostro atteggiamento di astensione, dato che avremmo corso il rischio di subire noi soli tutte le velleità offensive francesi, senza nessun pratico aiuto da parte tedesca) nè la Francia e l'Inghilterra possono veramente illudersi di piegare definitivamente la Germania, Paese fortissimo di 85 milioni di abitanti, oggi con le spalle libere. Il blocco navale, infatti, a differenza del 1914, è arma inefficace, perchè già oggi, a seguito della guerra economica degli ultimi anni, i traffici oceanici della Germania sono estremamente limitati.

Io mi auguro veramente, quindi, che ad un certo momento, nella depressione inevitabile dei due campi, venga fuori l'iniziativa della tregua, iniziativa che

non potrà non essere prerogativa del Duce e dell'Italia, unico Paese che, nella integrità delle sue forze, sarà rimasto in condizione di poter manovrare in guisa tale da « imporre » la pace all'Europa.

(l) Sic nel testo.

390

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. (1). Sofia, 28 agosto 1939.

Da fonte fiduciaria ho avuto conoscenza di una relazione, di cui l'accluso estratto, che sarebbe stata presentata qualche tempo addietro a questo Ministero degli Affari Esteri dal Signor Lazar Popowski, di ritorno da un soggiorno di un paio di mesi in Francia e in Jugoslavia.

Il Popowski, assai noto federalista macedone, antico direttore dell'ora soppresso quotidiano estremista Kambana, è persona vincolatissima con le sinistre agrarie bulgare, e attraverso queste con le sinistre jugoslave fra le quali conta amicizie personali. Sia in Francia che in Jugoslavia si afferma essere egli stato in grado di avvicinare ultimamente varie personalità politiche.

La relazione del Popowski concluderebbe all'opportunità della formazione di un Gabinetto bulgaro orientato verso le Potenze democratiche, che mediante un'intesa con le sinistre jugoslave stabilisse fra i due Stati slavi uno stretto accordo ed una intima collaborazione che dovrebbe condurre, attraverso un periodo di concorde neutralità, ad un comune primato, in un quadro quasi confederale, nel sudoriente europeo. La Bulgaria dovrebbe pertanto entrare nella Intesa Balcanica, in previsione di ottenere la soddisfazione delle proprie aspirazioni nazionali in Tracia ed in Dobrugia.

Il Popowski desumerebbe tali suggerimenti dai suoi colloqui con le personalità con cui ha avuto contatti, particolarmente Jeftié. Interessanti appaiono l'accenno a presunte consultazioni di Cincar-Markovié con le sinistre jugoslave sulle principali questioni di politica estera, e_ la speciosa tesi, dal Popowski attribuita al Quai d'Orsay, le condizioni intese ad orientare la Bulgaria verso le Potenze totalitarie, sarebbero desiderate dalla stessa Inghilterra, per ritardare la realizzazione delle rivendicazioni bulgare, considerate pericolose per l'equilibrio della situazione del Mediterraneo e degli Stretti.

La credibilità della relazione parrebbe confermata, oltre che dalla tesi generale che corrisponde effettivamente alle tendenze politiche del Popowski, ad alcune anticipazioni sul recente accordo serbo-croato, non ancora in essere al momento in cui la relazione stessa sarebbe stata redatta.

Si acclude copia dell'allegato di cui sopra è cenno.

ALLEGATO.

Impressioni di Lazar Popowski dalla Francia:

Grandi simpatie per il popolo bulgaro come popolo più degno di rispetto nei Balcani.

L'importanza della Bulgaria viene apprezzata come • nodo geografico • con riferimento agli Stretti e si desidererebbe l'entrata della Bulgaria perchè essa entrasse nella combinazione delle Potenze democratiche. La difficile situazione nella quale si trova la Francia non permette ad essa di appoggiare più attivamente e più decisamente la Bulgaria nelle sue rivendicazioni che la Francia considera come assolutamente giuste.

Viene inoltre rilevato a Parigi l'assoluta incapacità del personale diplomatico bulgaro, confrm1tato per es. a Parigi con Bu...rié, Tatarescu e Politis. In Francia hanno fiducia assoluta nella Jugoslavia che viene considerata come un'alleata fedele.

A Parigi sostengono che la Bulgaria deve sempre di più avvicinarsi e collaborare con la Jugoslavia e i bulgari dovrebbero rilevare maggiore pazienza nelle loro richieste, le quali nell'ultimo momento dovrebbero essere soddisfatte.

Si crede che un'azione più decisiva in aiuto della Bulgaria potrebbe essere ~volta se a Sofia fosse un Gabinetto nel quale si troverebbero degli elementi spiccatamente amici della Francia. Come tali in Francia vengono considerati prima di tutti i circoli agrari. Come maggiori amici della Francia in Jugoslavia, a Parigi considerano l'ex ministro presidente Jeftié, e il Dott. Milan Gavrilovié, il nuovo capo degli agrari jugoslavi, poi Lazar Markovié, Macek ed altri.

A Parigi si osserva un malcontento generale della politica di Chamberlain. Tutti ritengono che la posizione di Bonnet in Francia è poco sicura e che i suoi amici dovranno applicare dei grandi sforzi per tenerlo ancora al potere. (Seguono notizie sui rapporti che sarebbero esistiti tra il famoso Abetz e la Signora Bonnet). Nelle rivelazioni intorno all'affare di spionaggio in Francia sarebbe stato stabilito che in Francia sarebbero stati spesi 350 milioni di frs in occasione della campagna durante la crisi cecoslovacca. La Signora Bonnet avrebbe ricevuto da Ribbentrop un dono per il valore di 800.000 marchi.

Secondo informazioni da posto competente, al Bonnet sarebbe stato proposto di dimettersi, ma egli sarebbe riuscito ad evitare ciò grazie alla situazione eccezionale del parlamento. Come suoi successori vengono indicati Paul Reynaud e de Monzie. I due avrebbero dimostrato di avere delle simpatie per la Bulgaria.

L'osservatore del Quai d'Orsay presso l'Ufficio stampa della S. d. N., Maurice Audin, che attualmente dirigerebbe un ufficio di informazioni speciali a Parigi, in una conversazione con Popowski avrebbe dichiarato: • Voi, bulgari, dovete essere molto attenti nei vostri rapporti coll'Inghilterra, perchè gli interessi di questa ultima non permettono ad essa di creare una forte Potenza sull'Egeo e per tale ragione cercheranno diversi modi per spingervi in qualche campo diverso ed impedire per almeno ancora 20 anni la formazione di un simile Stato •.

Impressioni dalla Jugoslavia:

L'accordo con i croati: questi hanno fatto tutte le cessioni, lasciando il problema principale dei confini ed altri a risolversi da un parlamento eletto dalla libera volontà del popolo. Si attende verso la fine del mese, se non prima, la composizione di un Gabinetto al quale parteciperebbero il partito agrario croato e l'opposizione unita.

Tutti gli incontri con note personalità del Governo e dell'opposizione hanno rilevato la netta volontà di trovare la possibilità onde i due Stati, Bulgaria e Jugoslavia, si trovino in tutte le occasioni sulla medesima linea politica. Anche in Jugoslavia, come ciò è stato constatato in Francia, i circoli politici si trovano sotto l'influenza di un sospetto verso la politica ufficiale della Bulgaria, accusandola di perseguitare i sostenitori dell'idea dell'avvicinamento invece di attrarli ad una cooperazione per la realizzazione di questo avvicinamento.

È caratteristico, per i rapporti, esistenti tra il Governo jugoslavo e l'opposizione, il fatto che prima di ogni visita di Cincar-Markovié all'estero, con qualche missione politica, come ciò avvenne a Roma e Berlino, egli tiene dei consigli con il rappresentante dell'opposizione unita. Come tale nei due casi citati è stato Jeftié. Ciò sarebbe avvenuto anche per il desiderio di Macek, che viene considerato amico di Jeftié dall'epoca in cui quest'ultimo, divenuto presidente del Consiglio, aveva immediatamente messo in libertà Macek dal carcere.

In una conversazione con Jeftié, Popowski avrebbe sollevato la questione dei rapporti tra la Bulgaria e la Jugoslavia, e quale aspetto dovrebbero assumere tali rapporti. Il Signor Jeftié avrebbe dichiarato: prima di tutto dobbiamo liberarci da chimere e diventare realisti. I nostri due popoli hanno una esistenza storica, hanno propri bisogni spirituali e proprie tradizioni e per conseguenza la questione di una federazione della quale spesso si parla rimane soltanto come un lontano desiderio. Negli attuali giorni il pericolo comune ci deve rendere realisti, dobbiamo guardare soltanto come si potrebbe consolidare la nostra situazione per assumere un posto possibilmente più rilevante nei Balcani e nella politica intern:izionale. Con gli errori che abbiamo fatto nel passato abbiamo risuscitato di nuovo l'influenza della Turchia e nell'attuale momento era e sarebbe in grado di essere guida dei Balcani.

La più sana combinazione reale, in questo momento, è di avvicir.arsi alla forma di una confederazione che ci potrebbe dare la possibilità per un'attività comune economica, politica e militare. E in questo modo creando degli interessi economici comuni, possiamo ottenere gradualmente la grande importanza di una forza comune che peserà come nei Balcani ove si troverebbe saldamente posta, così anche in Europa. In questo modo la Bulgaria entrando nell'Intesa Balcanica ove indiscutibilmente essa deve essere soddisfatta nelle sue richieste per la Dobrugia e la Tracia occidentale, cosa che non esclude la restituzione delle regioni occidentali, essa diventerà anche internamente stabile. Ciò darà la possibilità di partecipare eventualmente anche ad un'azione militare generale con un esercito comune di 2-3 milioni di soldati, la parte materiale del quale esercito sarà fornita dalle democrazie occidentali e legato all'URSS (la relazione è stata scritta prima del patto di Mosca) assicurerà l'avvenire degli slavi del sud. Tutto questo però provoca la questione della fiducia che potrebbe essere completa soltanto quando coloro che hanno sollevato la questione dell'avvicinamento in Bulgaria prenderanno parte alla Direzione e al Governo del Paese. Il nostro motto, ha dichiarato Jeftié, ora è la neutralità. I tedeschi accettano questa nostra assicurazione perchè corrisponde ai loro interessi di non crearsi nuovi nemici, ma anche le democrazie hanno fiducia in noi perchè conoscono bene i sentimenti del popolo jugoslavo, dell'esercito, ecc.

(l) L'originale del presente documento, ritrasmesso per conoscenza alle Ambasciate a Berlino, Parigi, Londra, Varsavia, Mosca, Ankara e alle Legazioni a Belgrado, Bucarest e Atene con Telespr. 230556/C in data 6 settembre, non è stato rintracciato.

391

IL MINISTRO A BELGRADO, INDELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 4057/1014. Belgrado, 28 agosto 1939.

Mi onoro accludere a V. E., insieme alla lista dei membri del nuovo Gabinetto Cvetkovié -sui quali mi riservo di riferire partitamente -il testo, nell'edizione dell'Agenzia Avala (l):

l) dell'accordo Cvetkovié-Macek per la Croazia; 2) del Decreto della Reggenza Reale che rende esecutivo l'accordo circa il nuovo Banato di Croazia;

(l} Non pubblicati.

3) del Decreto della stessa Reggenza che scioglie il Senato;

4) di quello che scioglie la Skupsctina;

5) di altro Decreto della Reggenza che dichiara le disposizioni prese per la Croazia suscettibili di essere estere alle altre Banovine;

6) dei pieni poteri conferiti al Governo per: a) l'emanazione di una nuova legge elettorale, l'attuale rimanendo abrogata; b) la modifica delle leggi sulla stampa, sui diritti di riunione e di associazione e altre leggi politiche.

I due firmatari dell'accordo, che hanno prestato giuramento al Castello di Brdo il 26 corrente, sono stati decorati della Gran Croce dell'Aquila Bianca.

Riferirò ulteriormente sul capitale argomento che, per il fatto che viene a riformare profondamente la struttura dello Stato, è suscettibile di sviluppi ed incognite di particolare gravità, quando avrò avuto modo di accertare molte oscurità delle clausole dell'accordo e dei provvedimenti conseguenti.

Le pr.ime impressioni, a prescindere dal sollievo generale che l'accordo ha procurato in considerazione dei pericoli eccezionali della presente situazione non sono state, fino ad ora almeno, di caloroso favore, nè da una parte nè dall'altra.

A Belgrado si aspettava che il passo serbo sarebbe stato meno lungo e determinante per la futura vita dello Stato che, non senza ragione, molti vedono irta di difficoltà. A Zagabria si considera questa come una prima tappa verso il soddisfacimento di maggiori aspirazioni, che vanno assai oltre le competenze che il nuovo stato di cose riserva all'esclusiva facoltà e buon volere del Bano e della Dieta di Croazia.

Evidentemente l'avvenire non può che dipendere dalla dubbiosa sincerità con la quale da ambedue le parti verrà applicato il «modus vivendi » raggiunto, che appare offrire ad una proficua collaborazione nell'ambito dello Stato jugoslavo innumerevoli trabocchetti, specie con l'obbligo nel quale Belgrado si è venuto a trovare di preannunciare l'estensione alle altre regioni del Paese le disposizioni analoghe a quelle prese per la Croazia.

Intanto, in Jugoslavia, d'ora innanzi avremo a contare con due Capitali, che hanno ormai materia e poteri per una gara di prevalenza o di resistenza che non può non preoccupare.

Accludo un tracciato molto approssimativo del nuovo Banato di Croazia, coi Distretti che gli sono stati aggiunti (1).

392

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A PRETORIA, CORTESE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATO 32. Pretoria, 29 agosto 1939, ore 0,10 (per. ore 14,15).

Ieri sera sono venuto a conoscenza che convocazione Parlamento è stata imposta da Alto Commissario spalleggiato .da Vice Primo Ministro Generale Smuts. Primo Ministro avrebbe preferito persistere nella sua politica di attesa.

Ma davanti pressione combinata ha finito per cedere probabilmente per non esporsi gravi critiche di tenere Governo per sette settimane nell'impossibilità ricorrere al Parlamento per una decisione di vitale importanza quale quella della neutralità o guerra.

Da fonte autorevole mi risulta tuttavia che esso rimane fermo nella sua decisione ripetutamente manifestata di non partecipare Paese ad una guerra salvo nel caso siano minacciati suoi vitali interessi.

È da prevedere però che, in caso di guerra europea, discussioni Parlamento saranno violentissime e che questione dell'intervento guerra potrà portare gravi scissioni nel Paese e persino nel Gabinetto.

(l) Non pubblicato.

393

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 39. Danzica, 29 agosto 1939, ore 0,20 (per. ore 4).

Si segnalano alcuni incidenti di frontiera nelle ultime 24 ore. Diminuito esibizionismo miiltare in città perchè truppe proiettate verso linea degli avamposti o adibite lavori campali; valutansi forze tedesche danzichesi superiori a una Divisione contrapposta alla Divisione polacca. Accentuata ostentazione misure difesa antiaerea e assistenza sanitaria con pattuglie di vigilanza e pronto soccorso. Restrizione alimentare notevole e in generale aggravata. Servizi ferroviari e postali da oggi irregolari, ingorgo porto paralizzandolo. Notizie allarmiste di vario genere e di si dice. Massa popolazione pur mostrandosi incredula comincia apertamente manifestare sua indifferenza per una «guerra di nervi» e sua assoluta convinzione di «guerra guerreggiata». In taluni ambienti anche danzichesi si pensa che Hitler pecchi di soverchia megalomania avventurandosi in una rischiosissima « partita a poker » illudendosi di ripetere con la Polonia colpo della Cecoslovacchia. Autorevole gerarca nazista mi chiedeva stamane se Italia aveva indetto mobilitazione generale; a mia risposta negativa ha esclamato alla presenza di due suoi camerati: « Gott sei Dank ». L'attesa piuttosto ansiosa della risposta di Londra a Hitler è accompagnata da attesa intensa e angosciosa della ulteriore azione che Roma potrà fare per evitare guerra. Anche Ministro di Polonia, nel dichiararmi oggi che il suo Paese è disposto trattare ma non sulle basi categoriche ed imperative già indicate dal Fiirher che scaccerebbero Polonia dal mare e la ridurrebbero a vassallaggio germanico, mi ha spontaneamente confessato che le sue ultime speranze per la pace sono riposte nell'Italia e nel Duce. Egli sa come Governo fascista non ignori che qualunque atto di forza germanica possa provocare immediatamente reazione armata da parte della Polonia e quindi la guerra europea. Comunicato Roma, Berlino e Varsavia.

394

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. URGENTISSIMA E CONFIDENZIALE. Roma, 29 agosto 1939, ore 0,30 (1).

With reference to the letter which I sent to Your Excellency at 6,30 p. m. (2), today, I have now received, and enclose for the information of Signor Mussolini and of yourself, the substance of the reply which is being returned by His Majesty's Government to the communication made them by Herr Hitler, through Sir N. Henderson on August 25th (3).

TRADUZIONE.

Con riferimento alla lettera che ho mandato a V. E. oggi alle ore 6,30 pom.

ho ricevuto adesso, ed accludo per ,informazione del signor Mussolini e di Voi stesso, la sostanza della risposta che è stata data dal Governo di Sua Maestà, alla comunicazione fattagli dal signor Hitler, tramite Sir Nevile Henderson il 25 agosto.

395

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 571. Berlino, 29 agosto 1939, ore 1,35.

Henderson ha visto Hitler alle 22,30 rimanendo con lui circa l ora e 15 minuti.

Mi sembra poter arguire che la risposta inglese conterrebbe garanzia da parte della Gran Bretagna che la Polonia sarebbe pronta entrare in conversazioni dirette su Danzica e il Corridoio .

Il Flihrer sta ora considerando la risposta.

Ribbentrop mi fa telefonare in questo momento che mi vedrà stamane alle ore 11,30.

396

L'AMBASCIATORE A BRUSSELLE, LOJACONO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 63. Brusselle, 29 agosto 1939, ore 1,50 (per. ore 6,15).

Questo Ministro degli Affari Esteri mi ha fatto chiamare questa sera ore 23 e mi ha incaricato di trasmettere a V. E. proposte formali di S. M. il Re dei Belgi e di S. M. la Regina d'Olanda di mettere loro buoni uffici a disposizione

simpaticamente pur senza dare troppo rilievo accenno pace con giustizia. Aspettativa mediazione italiana è diffusa benchè motivata da persistente illusione su situazione strategica Italia stato d'animo popolo.

Appello lanciato per autonomia avuto buon successo anche in zona francocanadese. Popolazione calma e decisa al peggio. Collettività italiana tranquilla.

(l) -La data è inesatta nel testo: Percy Loraine aveva scritto: 29 agosto, ore 12,30, ma doveva scrivere invece: • 28 agosto, ore 12,30 p. m. • oppure • 29 agosto, ore 0,30 •. (2) -Vedi D. 372. (3) -Non pubblicata. Vedi Libro Azzurro Britannico, D. 74.
402

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 573. Berlino, 29 agosto 1939, ore 12.

Recatomi da Ribbentrop alle 11,30 mi è stato detto che egli era stato chiamato dal Fiihrer proprio allora e che mi avrebbe quindi riconvocato più tardi.

Le mie impressioni sono che la situazione sia alquanto migliorata solo formalmente ma non -almeno fino ad ora -sostanzialmente. Si presume che la risposta ad Henderson possa essere data in giornata.

403

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. URGENTISSIMA E CONFIDENZIALE. Roma, 29 agosto 1939, ore 12,30.

With reference to the letter which I sent to Your Excellency at 12,30 a. m. (l) this morning, I now learn from Lord Halifax that in the light of the information conveyed to you in the last paragraph of my letter timed at midnight, the last sentence of paragraph 5 of the substance of His Majesty's Government's reply to Herr Hitler has been altered to read as follows:

« His Majesty's Government have already received a definite assurance from the Polish Government that they are prepared to enter into discussions on this basis, and His Majesty's Government hope that the German Government would, for their part, be willing to agree to this ».

TRADUZIONE.

Con riferimento alla lettera che ho diretto all' E. V. questa mattina alle ore 0,30, io apprendo adesso da Lord Halifax che alla luce dell'informazione datavi nell'ultimo paragrafo della mia lettera di mezzanotte, l'ultima frase del paragrafo 5, relativo alla sostanza della risposta data dal Governo di Sua Maestà a Herr Hitler, è stata cambiata nel modo seguente:

• Il Governo di Sua Maestà ha già avuto una precisa assicurazione dal Governo polacco che esso è pronto ad entrare in discussione su questa base, ed il Governo di Sua Maestà spera che il Governo tedesco sia disposto, da parte sua, ad accordarsi su questo punto •.

(l) Sic nel testo. Come si rileva anche dalla traduzione la lettera in riferimento era stata inviata alle ore 0,30. Vedi D. 394.

404

IL CONSOLE A KATOWICE, BUSI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 29. Katowice, 29 agosto 1939, ore 13 (per. ore 21).

È a mia personale conoscenza: «Notizie militari diffuse radio germanica corrispondono in gran parte realtà; sempre esagerate quelle riguardanti violenze contro tedeschi, mobilitazione polacca svoltasi ordinata ma reparti povel'issimamente armati.

Polonia appare tuttora irremovibile, atteggiamento intransigente. Uffici governativi di Katowice hanno già predisposto loro eventuale rapido sgombro».

405

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. SEGRETO 177. Parigi, 29 agosto 1939, ore 14 (per. ore 19,30).

Iersera Ministro De Monzie e deputato Mistler, Presidente Commissione Affari Esteri, hanno chiesto incontrarmi privatamente. Dalla lunga conversazione è apparso chiaro che loro ultima speranza per evitare guerra è mediazione Duce spontanea o sollecitata da Francia. Mi sono in sostanza limitato far osservare loro che in ogni caso sollecitazione dovrebbe venire anche da Londra.

Trasmesso per corriere rapporto dettagliato (1). Ad ogni modo ripeto che colloquio, nonostante qualità miei interlocutori, non ha avuto nessun carattere ufficiale ma soltanto di un sondaggio da parte loro.

406

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SAPUPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 127. Copenaghen, 29 agosto 1939, ore 14,05 (per. ore 16,30).

Ieri corso ordinar.ia udienza Ministro di Germania ha comunicato Ministro degli Affari Esteri volontà tedesca rispettare sovranità integrità territoriale Da

nimarca, ove essa in caso di conflitto europeo, mantengasi neutrale. A quanto mi ha detto Munch, Convegno Brusselle ha servito alla comune redazione appello Re del Belgio e alla riconferma tutti Stati neutralità anche in campo economico.

Munch considera situazione con spirito pessimistico. Conversazione con Ministro di Olanda, sposato con una inglese, conferma convinzione di cui mi sono fatto eco ultimi tempi, che responsabilità situazione attuale ricade su Inghilterra, che vuole approfittare occasione per fare guerra alla Germania, rendendo vano qualunque tentativo di soluzione pacifica.

(l) Vedi D. 425.

407

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. URGENTE E CONFIDENZIALE. Roma, 29 agosto 1939, ore 14,15.

I am asked to acquaint you a t once with the following circumstances:

In a recent private conversation with the Italian Naval Attaché in London, Admiral Brinneri, the Director of Naval Intelligence, Admiral Godfrey, threw out a suggestion for the solution of the Danzig question on the basis of giving Poland access to the sea via Memel, in exchange for Danzig and the corridor.

Admiral Brinneri showed a great and vivacious interest in this suggestion and, in spite of Admiral Godfrey's caution that he was only speaking quite personally, said that he must put the suggestion to Signor Mussolini. Later on Admiral Brinneri telephoned to say that he had arranged to fly to Rome this morning.

This being the case, I have been requested to make it at once quite clear to Your Excellency that these remarks were made by the Director of Naval lntelligence solely in his own responsibility: he was not authorized to discuss such matters and he has no authority whatever to speak on behalf of His Majesty's Government on politica! affairs.

TRADUZIONE.

Vengo richiesto di portare immediatamente a Vostra conoscenza le seguenti circostanze :

In una recente conversazione privata con l'Addetto Navale Italiano a Londra Ammiraglio Brinneri, il Direttore del Genio Navale (1), Ammiraglio Godfrey, espose un suggerimento per la soluzione della questione di Danzica sulla base della concessione alla Polonia di un accesso al mare via Memel in cambio di Danzica e del Corridoio.

L'Ammiraglio Brinneri mostrò un grande e vivo interesse a questo suggerimento e, malgrado che l'Ammiraglio Godfrey avesse avvertito che egli parlava a titolo tutto affatto personale, disse che avrebbe fatto pervenire il suggerimento al signor Mussolini. Più tardi l'Ammiraglio Brinneri telefonò che egli aveva stabilito di recarsi in volo a Roma questa mattina.

In tale stato di cose sono stato richiesto di chiarire immediatamente a V. E. che queste considerazioni sono state fatte dal Direttore del Genio Navale unicamente sotto la sua esclusiva responsabilità: egli non era autorizzato a discutere tali questioni e non aveva alcuna autorità per parlare di questioni politiche per conto del Governo di Sua Maestà.

(l) Sic nel testo.

408

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 574. Berlino, 29 agosto 1939, ore 14,20.

Ribbentrop mi ha visto alle ore 12,30 e, prima a memoria, poi con la scorta di documenti, mi ha messo al corrente della situazione.

Premetto che, nel portare la lettera di Chamberlain al Fiihrer (23 agosto) Henderson aveva accennato al desiderio inglese di giungere ad una migliore intesa con la Germania. Ecco quindi che in una conversazione avuta con Henderson (venerdì) prima della sua partenza per Londra (sabato mattina) il Fiihrer aveva tenuto a sua volta a dichiarare che anche da parte sua vi era un desiderio analogo nei riguardi dell'Inghilterra a condizione tuttavia che una eventuale intesa anglo-tedesca avesse:

l) rispettato le obbligazioni e l'amicizia tedesca per l'Italia, così come la Germania intendeva rispettare le obbligazioni e l'amicizia inglese per la Francia; 2) rispettato i noti rapporti testè stabiliti dalla Germania con la Russia e la determinazione tedesca di evitare per l'avvenire conflitti con l'U.R.S.S.; 3) che infine l'Inghilterra avesse mostrato di voler venire incontro alla Germania in materia di colonie.

Quanto alle questioni pendenti con la Polonia, il Fiihrer aveva aggiunto che esse sarebbero state risolute in ogni modo, in una maniera o nell'altra, ma che non vedeva tuttavia come questo avrebbe potuto avvenire per via pacifica.

Ricordava in proposito i ventuno incidenti di frontiera finora occorsi e faceva notare come il Governo di Varsavia o era esso stesso responsabile di tutti questi oltraggi oppure era impotente ad evitarli o a reprimerli evitando così una situazione, di cui sono state fatte avere ad Henderson le note che Schmidt aveva

Il Fiihrer finiva la sua conversazione con Henderson dicendo che non aveva la minima intenzione di combattere l'Inghilterra ma che, se questa così voleva, la Germania era pronta. In proposito faceva notare però che dopo l'accordo stipulato con l'U.R.S.S. la Germania non aveva più ragione di temere nè una guerra su due fronti nè il blocco.

Rimane definitivamente chiarito che si è trattato di una semplice conversazione, di cui sono state fatte avere ad Henderson le note che Schmidt ne aveva prese.

Henderson è tornato ieri da Londra apportatore di una vera e propria « nota » in cui il Governo inglese, mentre da una parte conferma il suo desiderio di venire ad una migliore intesa con la Germania, dall'altra spera che una soluzione pacifica per quanto riguarda la Polonia possa ancora essere trovata.

A parte tutta la fraseologia della nota, Ribbentrop ne riassumeva il contenuto sostanziale nel desiderio da parte dell'Inghilterra: a) di offrirsi come intermediaria per stabilire contatti diretti fra Germania e Polonia;

b) di usare tutta la sua influenza per ottenere che, attraverso questi contatti diretti, una soluzione soddisfacente per entrambe le parti fosse stata trovata.

Richiesto da me cosa pensasse dello spirito più che della lettera della nota inglese, Ribbentrop mi ha detto che essa indicava certamente un concreto desirlerio inglese di trovare una soluzione pacifica.

Il documento è ora sotto esame e vi sarà data una risposta quanto prima (oggi stesso ma, eventualmente, anche domani).

Frattanto, perchè io non traessi da quanto mi aveva detto alcuna conclusione errata, Ribbentrop mi ha confermato che la mobilitazione di tutte le forze armate del Reich è in pieno sviluppo, tanto che oggi si possono considerare sotto le armi circa 5 milioni di uomini. Il mondo vedrà da questo, diceva Ribbentrop, che la Germania non ha affatto ,intenzione di bluffare. Quanto alla decisione se questa forza debba essere fatta scattare, essa rimane questione di qualche giorno.

Ribbentrop mi ha pregato di mettermi nuovamente in comunicazione con lui tra le 7 e le 8 di questa sera.

Confermo essere mia opinione personale che gravità situazione rimane sostanzialmente immutata, ma d'altra parte ho impressione che, se la Polonia si rendesse finalmente conto della situazione in cui effettivamente si trova e fosse sinceramente disposta a trattare su basi realistiche, la Germania non sarebbe in principio avversa ad avviare negoziazioni dirette.

409

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, COLONNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 144. Washington, 29 agosto 1939, ore 14,36 (per. ore 23,30).

Crisi attuale viene qui seguita attentamente da Governo ed opinione pubblica.

Prevale sensazione che qualora questione Danzica non si risolva pacificamente Governo degli Stati Uniti procederà senza indugio riforma legge neutralità. Idee favorevoli a tale riforma sono state emesse da esponenti dei partiti democratici e repubblicani prima pronunciatisi per isolazionismo.

Accordo tedesco-sov.ietico ha contribuito a rendere questi circoli ufficiali maggiormente avversari Germania data profonda ostilità Paese contro comunismo.

Ripercussioni crisi giapponese interpretate in un possibile riavvicinamento con Stati Uniti e Inghilterra.

Comunicazioni marittime con Europa sempre più precarie in seguito a sospensione servizi piroscafi italiani e tedeschi. Alcuni connazionali partiti con piroscafi norvegesi per proseguire via Germania.

Si nutrono speranze opera del Duce possa essere decisiva per chiar.ificazione e distensione europea. Richiamo l'attenzione dell'E. V. su Stefani Speciale di questi giorni.

410

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 575. Berlino, 29 agosto 1939, ore 14,55.

In conversazione odierna con Ribbentrop ho rinnovato discreta allusione possibile concorso italiano per una soluzione pacifica. Allusione è stata fatta però praticamente cadere.

Finora io non ho ancora capito se Germania intenda effettivamente discutere proposte inglesi e non !asciarle perdere oppure si propone soltanto di guadagnare tempo per completare sua preparazione -dapprima evidentemente trascurata sul fronte occidentale.

Forse in questo primo momento essa persegue entrambi obiettivi.

411

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 273. Budapest, 29 agosto 1939, ore 15,29 (per. ore 17,45).

Mio telegramma n. 271 (1).

Ministro degli Affari Esteri romeno ha per ora risposto che proposta unghe

rese sarebbe esaminata Consiglio dei Ministri. Analoga proposta circa minoranze

è stata avanzata dal Governo ungherese anche Belgrado. Stato della questione

mi è stata confermata dal Ministro di Romania.

412

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 274. Budapest, 29 agosto 1939, ore 15,24 (per. ore 17,40) (2).

Notizia dell'occupazione della Slovacchia da parte truppe tedesche cono

sciuta ieri sera a tarda ora ha prodotto profonda impressione benchè opinione

pubblica sia perfettamente calma e anche stampa si sia astenuta commenti.

Ho riportato impressione che non ne sia stata data preventiva comunicazione

a questo Governo da parte quello germanico.

Questo Direttore Generale Affari Politici mostrava tuttavia considerare avve

nimento come assolutamente prevedibile, ma limitato nel tempo alle condizioni

attuali necessità strategiche della Germania. Csaky ha del resto sempre detto

17 -Documenti diplom,ttici -Serie VIII -Vol. XIII

aver avuto assicurazione che la Germania si sarebbe disinteressata della Slovacchia. Malgrado ciò ambienti ufficiali dànno impressione una certa perplessità forse perchè, quantunque appaia che Slovacchia sia stata più o meno forzata, debbono domandarsi se tedeschi non dovranno tener conto un giorno dell'aiuto concesso dalla Slovacchia, a differenza dell'Ungheria, alla Polonia del resto amica.

Anche il Capo della propaganda slovacca, Mach, avrebbe rinnovato le dichiarazioni di Tiso che Slovacchia marcerà insieme con la Germania per la realizzazione delle proprie aspirazioni verso la Polonia.

A quanto risulta a questo Ministero degli Affari Esteri, Slovacchia avrebbe già iniziato mobilitazione.

(l) -Non pubblicato. (2) -Questo telegramma fu redatto dopo, ma spedito prima di quello che porta il numero precedente. vedi D. 411.
413

IL MINISTRO AD ATENE, GRAZZI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 101. Atene, 29 agosto 1939, ore 15,45 (per. ore 19,30).

Mio telegramma n. 100 (1).

Non risultando invio riservisti frontiera bulgara questo Addetto Militare ha chiesto chiarimenti Capo dello Stato Maggiore. Questi, contrariamente a quanto mi aveva affermato Mavrudis, ha dichiarato che riserv.isti erano tutti diretti verso frontiera albanese, quale contromisura a nostri provvedimenti militari in Albania e principal.i concentramenti cinque divisioni italiane scopo manovre confini greci e continui sconfinamenti nostri aerei.

Predetto ha riconfermato volontà greca opporsi e difendere contro chiunque compresa Gran Bretagna più assoluta neutralità in caso conflitto. Ha dichiarato essere in grado di assicurare che Gran Bretagna non ha intenzione servirsi basi navali greche. Ha concluso impegnandosi r.itirare misure militari greche non appena le nostre truppe in Albania siano tornate quali erano prima predetto concentramento.

414

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO

(Ed. Hitler e Mussolini, cit., pp. 18-19)

T. p. 509/325 r. Roma, 29 agosto 1939, ore 16,15 (2).

Consegnate subito al Ftihrer il seguente messaggio del Duce: « Ftihrer, Ambasciatore Attolico mi informa di avere saputo da von Ribbentrop che oggi Voi esaminerete la nota britannica di cui sono a conoscenza e che prende

rete le Vostre decisioni. Da vero amico Vostro e del popolo germanico, desidero dirVi che proposte inglesi contengono a mio avviso le premesse e gli elementi per giungere ad una soluzione favorevole alla Germania in tutti i problemi che la interessano. Con questa soluzione il ritmo delle Vostre superbe realizzazioni non sarà turbato e aggiungerete un nuovo incontestabile successo a quelli già da Voi ottenuti. Voi sapete che in questo frangente le linee della mia azione sono state con Voi concordate e precisate. Vogliate quindi considerare questo mio appello come un'altra prova della mia costante solidarietà. Mussolini ».

(l) -Vedi D. 247. (2) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 405, il messaggio sarebbe stato spedito alle ore 16,40.
415

IL MINISTRO A BERNA, TAMARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 107. Berna, 29 agosto 1939, ore 18 (per. ore 21).

Se scoppiasse guerra e noi analogamente a quanto fatto Germania assicurassimo prima o poi Svizzera, come qui molto desiderato, il rispetto della sua neutralità con riserva di eguale rispetto da parte sua permettomi suggerire che sarebbe opportuno e per prevenire francesi e per togliere inquietudine qui vivamente sentita aggiungere. assicurazione che l'uso del porto Genova e il transito delle merci di vettovagliamento via Italia resteranno aperti alla Svizzera.

416

IL MINISTRO A KAUNAS, DI GIURA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 44. Kaunas, 29 agosto 1939, ore 19,49 (per. ore 23,15).

È ritornato improvvisamente in Lituania antico Presidente del Consiglio Voldemaras, nazionalista, che viveva in Francia e di cui sono note tendenze germanofile. Nonostante suoi attriti personali con questo Capo dello Stato presidente Smetona egli non è stato molestato e si è recato dimora Zarasai, presso suo fratello, direttore di quella filiale Banca Lituania.

Sono state richiamate sotto le armi otto classi, ciò che viene spiegato in questi ambienti di Governo come misura precauzionale, intendendo Lituania mantenere neutralità non passiva, ma bensi vigilante.

Due fatti recentissimi sopra indicati confermano mio telegramma n. 43 (l) circa verosimile recondita intenzione dirigenti lituani non lasciarsi sfuggire favorevole eventualità realizzare aspirazione nazionale su Vilna, anche se questa opinione pubblica sia tuttora impreparata in proposito e se altresi persistano in una parte almeno delle personalità responsabili lituane, timore e diffidenza verso troppo grande ed esclusiva preponderanza germanica.

(l) Vedi D. 315.

417

L'AMBASCIATORE AD ANKARA, DE PEPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 109. Ankara, 29 agosto 1939, ore 19,55 (per. giorno 30, ore 3).

Ho veduto oggi questo Ministro degli Affari Esteri. Egli spera ancora che la crisi si possa risolvere senza conflitto. A suo modo di vedere la soluzione dovrebbe essere la seguente: Accettare dalle due parti il principio che tutte le questioni in sospeso oggi in Europa debbano essere unicamente risolte pacificamente, smobilitare quindi e in seguito iniziare le discussioni. Circa atteggiamento della Turchia mi ha confermato che essa manterrà fede agli impegni assunti con Inghilterra e Francia e che tali impegni sono per ora soltanto quelli contemplati nelle note dichiarazioni comuni. Oltre ciò permangono fermi integralmente impegni derivanti dal Patto balcanico. Ha ammesso che Patto sovietico è stato per questo Governo notevole sorpresa: Esso tuttavia non modifica la politica turca.

Ieri a Stambul venne a vedermi von Papen.

Egli mi r·ipetè le conversazioni recenti avute con Saracoglu e con Ismet Inéinii nei termini presso che identici a quello (sic) con cui le ha riferite Berio. Mi sembrò molto ottimista e più spavaldo del solito. Intendeva restare a Terapia, ma dopo la mia decisione di trasferirmi ad Angora mi disse che vi si sarebbe egli stesso trasferito oggi.

418

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

(Ed. Hitler e Mussolini, cit., pp. 19-20)

FoN. 577. Berlino, 29 aaosto 1939, ore 21.

Ho portato personalmente al Fiihrer il messaggio del Duce (1).

Il Ftihrer ha ringraziato incaricandomi di far sapere al Duce che, sebbene molto scettico sulla possibilità del successo della iniziativa inglese, egli aveva accettato di trattare direttamente con la Polonia. Si era dichiarato pronto a ricevere domani un plenipotenziario polacco. Egli non poteva dire se questo si sarebbe poi presentato (se cioè gli inglesi avrebbero potuto persuadere i polacchi a farlo) e ripeteva che comunque personalmente non aveva nessuna fiducia nel risultato di una tale iniziativa.

D'altra parte, faceva osservare le armate avverse essendo ormai ad un tiro di fucile l'una dall'altra e milioni di uomini essendo già mobilitati (la mobilitazione tedesca può ormai ritenersi completa) la situazione tesa ora esistente non potrebbe prolungarsi indefinitivamente. Aggiungeva che, in caso di nuove provocazioni, egli non esiterebbe a colpire.

Richiesto da me se avesse fissato nella sua mente le linee di una possibile

trattativa con la Polonia, il Fiihrer ha risposto che esse avrebbero naturalmente

compreso le rivendicazioni tedesche su:

Danzica;

-il Corridoio;

-il trattamento delle minoranze.

A mia volta ho messo, sotto ogni riserva, al corrente il Fiihrer delle im

pressioni ricevute attraverso Henderson e cioè dell'apparente disposizione inglese

ad ammettere le rivendicazioni su Danzica quella di una comunicazione diretta

con la Prussia Orientale attraverso il Corridoio ed eventualmente uno scambio

di popolazioni.

Su quest'ultimo punto il Fiihrer ha fatto osservare che quando si parla di scambio di popolazioni con la Polonia non si tiene alcun conto del fatto che i polacchi in Germania sono 450 mila, quasi tutti lavoratori e non desiderano affatto ritornare in Polonia, mentre i tedeschi in Polonia sono un milione e mezzo, sono tutti professionisti e sono maltrattati.

Il Fiihrer è stato molto gentile ed ha ringraziato nuovamente il Duce della sua offerta di mediazione, aggiungendo che nella situazione conveniva attendere. Ho preso atto, chiarendo che l'offerta del Duce doveva intendersi nel senso che Egli è pronto a fare sul terreno politico-diplomatico tutto quello che il Fiihrer potesse desiderare.

(l) Vedi D. 414.

419

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 578. Berlino, 29 agosto 1939. ore 21,55.

Ambasciatore Henderson ha proposto suo Governo che Beck venga qui domani a trattare. Egli si raccomanda che anche l'Italia facesse a Varsavia la stessa proposta.

Ambasciata di Francia telegrafa a Parigi nello stesso senso.

420

IL MINISTRO A KAUNAS, DI GIURA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 45. Kaunas, 29 agosto 1939, ore 22,01 (9er. giorno 30. ore 2).

Questo Ministro di Germania ha dichiarato oggi al Governo lituano che il Governo tedesco è pronto dare anche per il patto di non aggressione sostanziale contenuto nell'articolo quattro dell'Accordo lituano-tedesco per Memel una forma analoga a quella dei patti di non aggressione recentemente stipulati dalla Germania con Lettonia ed Estonia. Questo mio collega tedesco ha dichiarato nel contempo che la Germania rispetterà neutralità lituana purchè Lituania si metta in grado difendere efficacemente tale neutralità e purchè reagisca con tutte sue forze qualora terzo Stato cercasse infrangerla.

421

L'AMBASCIATORE A VARSAVIA, ARONE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 199. Varsavia, 29 agosto 1939, ore 22,10 (per. giorno 30, ore 3,15).

Di fronte alle affermazioni di Berlino circa atti terrorismo che verrebbero compiuti Polonia contro le minoranze tedesche, il Governo polacco reagisce con energiche smentite ufficiali. Non metto in dubbio che provvedimenti drastici siano stati adottati da queste autorità in confronto delle predette minoranze accusate di fomentare disordini d'intesa colle autorità tedesche; ma certamente si è lontani dalle notizie di crudeltà e terrorismo che la Germania cerca avvalorare. Non più tardi di questa sera questo Nunzio Apostolico mi diceva che avendo fatto controllare se fossero esatte notizie divulgate dalla Germania dell'uccisione a Lodz di 24 tedeschi, notizie stesse gli dissero risultare infondate.

422

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 579. Berlino, 29 agosto 1939, ore 23,45.

Intervista Henderson-Fiihrer, che ha preceduto immediatamente la mia, è stata più burrascosa di quella di iersera. Fiihrer appariva più eccitato, forse sotto impressione asserite nuove uccisioni di tedeschi.

Testo stesso della nota consegnata a Henderson è in termini un poco duri che diminuiscono valore accettazione trattative dirette. Henderson è stato così costretto chiedere se domanda trattare domani con plenipotenziari polacchi fosse un ultimatum. Hitler e Ribbentrop hanno però assicurato di no, spiegando brevità dei termini con impossibilità mantenere cosi alta tensione a tempo indefinito.

Nella nota di risposta Germania dichiara pure che quanto garanzie internazionali nuove sistemazioni territoriali eventualmente risultanti da attuali trattative, essa dovrebbe domandarne alla Russia.

Nota fissa infine le rivendicazioni della Germania nei termini di cui al mio fonogramma in chiaro n. 577 (1). Quanto interessi' polacchi a Danzica, essi sarebbero salvaguardati secondo uno schema che il Fiihrer si riserva elaborare prima ancora arrivo plenipotenziari.

In complesso, Henderson è questa sera più pessimista che non fosse ieri. Anche io ho lasciato la Cancelleria con poche speranze nel risultato eventuali trattative, tanto più in previsione sicure, tenaci resistenze polacche.

(l) Vedi D. 418.

423

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. Roma, 29 agosto 1939.

I bave just received a telegram from Lord Halifax informing me that the Acting British Consul-General at Addis Ababa reports that since August 27th bis telegrams in code or cypher have not been accepted for transmission and that only telegrams in French or Italian are despatched.

Lord Halifax has asked me to enquire whether Your Excellency would be so good as to cause instructions to be sent at once to the authorities in Italian East Africa to permit telegrams from British Consular Offi.cers to be transmitted as heretofore in code and cypher or in English. As you are doubtless aware, no restrictions whatever are placed on the telegraphic correspondence of Italian Consular Offi.cers in British territory (1).

TRADUZIONE.

Ricevo adesso un telegramma di Lord Halifax che mi informa che il Console Generale d'Inghilterra ad Addis Abeba riferisce che dal 27 agosto i suoi telegrammi in codice od in cifra non sono stati accettati per la trasmissione e che vengono inoltrati soltanto telegrammi in francese od in italiano.

Lord Halifax mi ha chiesto di interessare l'E. V. per il caso che volesse far dare immediate istruzioni alle autorità dell'Africa Orientale Italiana, perchè venga permesso agli Uffici Consolari Britannici di trasmettere come per il passato telegrammi in codice ed in cifra o in inglese. Come Voi certo saprete, nessuna restrizione è stata fatta alla corrispondenza telegrafica dei rappresentanti consolari italiani nel territorio britannico.

424

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. Roma, 29 agosto 1939.

The utmost possible has been done and is done by this .Department to give effect to the wishes you have expressed.

You may inform Count Ciano that the British press references to Signor Mussolini to-morrow include appreciation of Signor Mussolini's Message to Mister Mackenzie King, emphasising Signor Mussolini's work for peace.

But we add that his loyalty to his Axis obligations must be remembered.

TRADUZIONE.

Quanto è umanamente possibile è stato fatto e si sta facendo da questo Dipartimento per dare effetto ai desideri da Voi espressi.

Potete informare il Conte Ciano che i riferimenti che la stampa britannica farà domani al signor Mussolini includeranno l'apprezzamento per il Messaggio del signor Mussolini al signor Mackenzie King, mettendo in rilievo l'opera svolta dal signor Mussolini per la pace.

Ma aggiungiamo che la sua lealtà agli obblighi dell'Asse deve essere ricordata.

(l) Il presente documento porta la seguente annotazione: • Telefonato a Grey per informarlo che era stata interessata al riguardo l'amministrazione competente 30-8-39 ore 11 •.

425

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

R. 5636/2564. Parigi, 29 agosto 1939.

Mio telegramma n. 177 odierno (1).

Il Ministro dei Lavori Pubblici Monzie e il deputato Mistler, Presidente della Commissione degli Affari Esteri alla Camera francese, mi hanno fatto esprimere il desiderio di incontrarsi con me, e, non avendo io ragioni per rifiutarmi, ci siamo visti in casa di un comune amico ieri sera.

I due, dopo le solite espressioni di amicizia per l'Italia d'oggi e di ammirazione per il Duce, dopo gli amari rimpianti per trovarsi ora Italia e Francia in due campi avversi ed infine dopo aver fatto il processo degli uomini politici francesi che col loro antifascismo sanzionismo e bellicismo erano i responsabili della situazione attuale, ma che ora nulla più potevano in Francia, hanno voluto dipingermi un quadro impressionante della preparazione morale e materiale della Francia alla guerra.

Niente di paragonabile col 1914, dicevano. Il popolo francese parte ora per le frontiere calmo e deciso, cosciente di combattere per un alto principio morale come m altre circostanze storiche, ed è sicuro di essere dotato di un materiale bellico di prim'ordine nonchè guidato da eccellenti capi militari. Noi non combattiamo il popolo tedesco, ma Hitler ed unicamente Hitler e siamo decisi a continuare la guerra fino in fondo anche per parecchi anni giacchè siamo assolutamente certi della vittoria avendo possibilità di inesauribili rifornimenti e la forza del consenso morale di tutto il mondo. Il popolo francese ne ha abbastanza di essere mobilizzato ogni anno ed è ormai nelle condizioni di spirito necessarie per poter affrontare tutti i sacrifici della guerra.

Dopo aver ascoltato pazientemente questa tiritera retorica, ho chiesto ai miei interlocutori in qual modo essi intendevano portare un aiuto immediato ed efficace alla Polonia nel caso scoppiasse un conflitto fra questa e la Germania. Mi hanno risposto che, secondo loro, la sicurezza tedesca di aver ragione in breve tempo della Polonia non era fondata. In questo momento le 60 divisioni

tedesche ammassate alla frontiera polacca erano bilanciate da altrettante divisioni polacche che non avevano nulla da invidiare in materiale ed in uomini alle tedesche. La temuta novità dei carri armati tedeschi di recente fabbricazione incontrerebbe nell'esercito polacco un abbondante numero di cannoni Bofors svedesi antitanks, di cui tanto la Polonia che la Francia possedevano grandi quantità e che avevano fatto magnifiche prove nella guerra di Spagna. Lo Stato Maggiore polacco non aveva inoltre nulla da perdere in un confronto con quello tedesco notoriamente inferiore per preparazione e spirito militare all'ufficialità del 1914, il materiale tedesco aveva fatto pessima prova nelle passeggiate militari di Vienna e di Praga, le ferrovie tedesche lasciavano molto a desiderare ecc. ecc.

Dopo questa descrizione pessimistica della forza tedesca, i due francesi hanno ammesso però che la Germania avrebbe potuto dopo un certo periodo di tempo avere ragione della Polonia, ma che ciò non aveva importanza poichè questa avrebbe potuto essere ricostituita in seguito alla sicura vittoria anglofrancese a distanza sia pure di qualche anno.

Ho osservato allora che se l'esercito francese fosse rimasto durante tutto questo tempo in posizioni difensive, esso si sarebbe logorato moralmente mentre si andava creando sotto i suoi occhi tutta una nuova situazione nell'Europa orientale. Se invece i francesi avessero attaccato le linee tedesche avrebbero avuto immediatamente delle perdite così enormi che queste avrebbero inciso in misura forse irreparabile non solo sugli effettivi attuali ma sull'avvenire stesso della Nazione francese. I due baldanzosamente mi hanno risposto che da tutto il mondo sarebbe venuta gente per aiutare la Francia oltre le centinaia di migliaia di stranieri validi qui residenti. Già, secondo loro, 1.500 aviatori americani si sarebbero arruolati nell'esercito francese, già i volontari stranieri afluiscono in massa ripetendo e moltiplicando il fenomeno già verificatosi in Spagna ecc. ecc.

Risparmio a V. E. il seguito della discussione protrattasi per un certo tempo su questo tono. In definitiva però i due mi hanno detto che, malgrado tutto ciò, essi non volevano ammettere, non concepivano neanche per un momento la possibilità di un conflitto tra l'Italia e la Francia.

«Noi non abbiamo nessuna ragione di attaccare l'Italia come l'Italia non ne ha nessuna di attaccare la Francia. In ogni caso anche se in Italia si pensasse diversamente non saremo mai noi a tirare il primo colpo di fuoco giacchè consideriamo che l'Italia debba rimanere neutrale».

Ho risposto che, come sempre, in Francia si facevano delle illusioni perchè deliberatamente non si volevano considerare i fatti.

A prescindere anche dalle divergenze italo-francesi, dallo stato d'animo italiano ostile alla Francia ed irritato contro di questa per tante buone ragioni, e facendo astrazione dal non mai avvenuto regolamento delle questioni pendenti tra i due Paesi, stava la realtà che l'Italia aveva preso dei formali impegni con la Germania allo stesso modo che l'Inghilterra e la Francia ne avevano presi con la Polonia. Anzi i nostri impegni erano di un metallo raramente adoperato in politica: il patto italo-tedesco era stato definito d'acciaio.

Anche per noi la situazione era molto diversa da quella del 1914, l'Italia fascista era ben altra cosa che l'Italia d'allora, e se la Francia voleva combattere per delle ragioni ideali, anche noi volevamo e potevamo farlo. Se la Francia era così fortemente preparata e pronta tanto da riservarci, come diceva il De Monzie, delle gravi sorprese, anche noi avevamo fatto recentemente le nostre prove e potevamo, malgrado l'opposizione di quella stessa opinione pubblica mondiale che ci era stata unanimemente avversa in una recente occasione, fare assegnamento su qualche probabilità di successo.

Contare dunque a priori su di una neutralità italiana era per lo meno azzardato tanto per ragioni morali quanto materiali, mentre sviluppare la manovra che ora si stava facendo in Francia per distaccare agli occhi del pubblico l'Italia dalla Germania presentava pericoli ed inconvenienti, fra cui quello di rendere più difficili gli sforzi che si sarebbero potuti ancora fare per salvaguardare la pace europea. Meglio valeva adoperarsi a risolvere equamente le questioni pendenti, cercando di togliere alla Polonia le chiavi della pace e della guerra che l'Inghilterra le aveva imprudentemente affidate. Soprattutto era necessario che la Francia, ormai compiuta la sua mobilitazione, non commettesse imprudenze con l'arma carica che si era posta fra le mani, giacchè nessuno poteva prevedere gli sviluppi di un'azione militare innestata evidentemente soltanto su ragioni di prestigio.

Ho creduto anche di dover aggiungere con intenzione che, secondo alcune informazioni pervenutemi da Londra, mentre l'opinione pubblica e le sfere militari francesi desideravano fortemente una neutralità italiana, tale non era invece il desiderio inglese giacchè a Londra si diceva che in una siffatta eventualità sarebbe mancato alla flotta inglese il bersaglio delle coste italiane, nonchè la preda della Libia e quella del Dodecanneso, mentre i francesi non avrebbero potuto venire a farsi ammazzare nella pianura del Po.

I miei interlocutori hanno energicamente protestato asserendo che la neutralità italiana era ugualmente desiderata da Londra come da Parigi. Hanno detto infine che, dopo quanto era accaduto fra la Russia e la Germania, ogni cambiamento di politica era possibile e giustificabile, al che io mi sono limitato a rispondere che i cambiamenti avvengono però soltanto quando si determinano diverse correnti di interessi presenti o futuri nonchè quando a delle garanzie si sostituiscono delle altre garanzie, ciò che non mi pareva il caso di ammettere nei riguardi dell'alleanza italo-tedesca.

A questo punto i due francesi sono entrati finalmente nel terreno pratico e mi hanno detto che, secondo loro, non c'erano ormai che quattro soluzioni: a) negoziati diretti tra Germania e Polonia; b) conferenza internazionale; c) mediazione; d) guerra.

Non essendo evidentemente più possibili negoziati diretti polacco-tedeschi ed essendo per ora scartata l'idea di una conferenza internazionale, alla quale soltanto l'Inghilterra sembrava poter ancora inclinare sotto certe condizioni, non rimaneva che la mediazione prima di giungere alla guerra.

Il Papa, Roosevelt, il Re del Belgio andavano scartati per ragioni diverse. Non c'era che un uomo solo al mondo che poteva assumersi la parte di mediatore: il Duce.

Ho risposto naturalmente che non potevo rispondere, ma che conoscevo la volontà di pace che anima il Duce purchè la pace sia giusta.

Se il Governo francese voleva rivolgersi a Lui lo avrebbe potuto ben fare per i tramiti normali. Mi sembrava però che anche il Governo inglese dovesse essere d'accordo su questo punto.

La conversazione è terminata qui, senza che io mi sia spinto a precisazioni che non potevo assolutamente fare.

Essa ha avuto quindi il carattere di un sondaggio da parte di due uomini politici francesi che hanno certo importanza nelle decisioni di questo Governo, giacchè l'uno è membro del Gabinetto e l'altro gode di molta autorità ed influenza nel Parlamento.

(l) Vedi D. 405.

426

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. (1). Budapest, 29 agosto 1939.

Come è noto all'E. V. il programma massimo delle rivendicazioni ungheresi comprende tutti gli antichi territori della Corona di Santo Stefano: anche se non ve ne è alcuna menzione, tutte le carte ungheresi concernenti gli antichi confini, comprendono in realtà anche il territorio di Fiume.

Sono note del resto alcune sporadiche seppure larvate manifestazioni avvenute qua e là; ma se si tiene un riserbo per riguardo a noi sulla questione, appare che, seppure segretamente, gli ungheresi non hanno rinunciato in cuor loro all'Adriatico.

Potrà essere forse questa una mia fantasia, e non può anzi essere ora che tale: tuttavia è da notare che sia pure per far cosa grata al Reggente che tiene personalmente molto al suo passato di marinaio, l'Ammiraglio Horthy fu invitato in Germania al varo dell'Incrociatore « Eugenio di Savoia » (occorre ricordare anche la questione del nome che si voleva dare all'incrociatore): oggi quali rappresentanti della Gioventù Hitleriana sono venuti qui non le formazioni normali, ma i « marinaretti di Hitler », e sono venuti a Budapest via Danubio, su piccole navi costruite come modelli di navi da guer:ra e mercantili. L'ammiraglio Trotha, che era capo di Stato Maggiore dell'ammiraglio von Spee, è stato in udienza dal Reggente a Gi:idi:illi:i accompagnato anche dal Ministro di Germania.

Senza volere .trarre da questi piccoli fatti induzioni sproporzionate, li segnalo tuttavia ad ogni buon fine all'E. V., potendosi anche pensare che cosi la Germania non mostra di veder con sfavore che gli ungheresi tengano desti i ricordi della loro antica posizione marinara.

(l) L'originale del presente documento, ritrasmesso per conoscenza all'Ambasciatore a Berlino con telespr. 231277/c in data 11 settembre 1939, non è stato rintracciato.

427

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. (1). Budapest, 29 agosto 1939.

Prima dell'attuale crisi e sopratutto negli ultimi giorni, la propaganda britannica era divenuta sempre più intensa in Ungheria, come del resto gli stessi uomini di Governo avevano ammesso con me e come appariva ampiamente dalla stampa delle Potenze democratiche.

Accanto alle varie manifestazioni come quelle del noto « libro grigio » di Ivan Lajos, e della diffusione anche qui della lettera di King Hall, la propaganda aveva sparso ed alimentato le più catastrofiche notizie sul « pericolo germanico » sulle quali, come ho già riferito, si è anche diffusamente pronunciata tutta la stampa ungherese.

Senza dar peso a tali voci, è tuttavia indiscutibile come appare da varie mie comunicazioni sull'argomento, sopratutto dopo l'autorizzazione concessa dal Governo ungherese al riconoscimento della « Volksbund » è andata sempre aumentando la propaganda germanica sopratutto per mezzo delle minoranze di razza tedesca. Anche non volendo dar troppo importanza al linguaggio del Grenzbote che starebbe a mostrare come almeno da parte di certi circoli tedeschi, si vorrebbe quasi riformare nei riguardi dell'Ungheria uno stato d'animo non dissimile da quello che precedette l'impostazione della questione sudetica nei riguardi della Cecoslovacchia, ho riferito sulle varie manifestazioni a cui la tracotanza delle minoranze tedesche, largamente e palesemente aiutate dalla Germania, ha dato luogo in questi ultimi tempi. Salvo il gruppo che aderisce alla Lega dei tedeschi d'Ungheria, gli altri cittadini ungheresi di razza tedesca si considerano ormai soltanto tedeschi ed aumentano sempre le loro pretese non giustificate d'altra parte dalla effettiva larghezza delle disposizioni prese dal Governo ungherese in loro favore.

Non mancano tedeschi che si sono pronunciati chiaramente con gli ungheresi nel senso che l'Ungheria dovrebbe concludere una unione doganale con la Germania; benchè fenomeno isolato,è tuttavia sintomatico che esiste una Camera di Commercio in Ungheria che abbia anche espresso un simile voto.

Se accanto a queste manifestazioni si nota specialmente in vicinanza della frontiera anche un'attrattiva verso la Germania da parte di alcuni elementi che giungono perfino ad augurarsi «che venga pure Hitler» a patto di avere migliori condizioni di salario e di lavoro: se alcuni di essi passano addirittura la frontiera tedesca: è indubbia la reazione generale del sentimento popolare ungherese contro la Germania. Così anche si spiega come i dirigenti del partito crocefrecciato, che pure aveva chiesto i voti alle masse operaie e contadine, sfruttando i facili motivi delle rivendicazioni sociali germaniche si sono trovati di fronte a questa

realtà dell'avversione del Paese alla Germania, contemporanea alla fiducia in primo luogo in una azione italiana che ne argini l'espansione e salvaguardi l'indipendenza dell'Ungheria.

La sensazione del pericolo germanico è naturalmente enormemente aumentata in questi ultimi giorni con le reazioni che ho già segnalato dettagliatamente: la notizia dell'occupazione della Slovacchia non potrà che aumentarla.

(l) L'originale del presente documento, ritrasmesso per conoscenza alle Ambasciate a Berlino, Parigi, Londra, Varsavia, Mosca, al Consolato generale a Vienna e al Consolato a Bratislava con telespr. 220382/c in data 5 settembre, non è stato rintracciato.

428

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 41. Danzica, 30 agosto 1939, ore l (per. ore 3,55).

Mio telegramma 39 (1).

Nessun incidente verificatosi da ieri sulla frontiera; notizia sconfinamento ed abbattimento di un aeroplano polacco diffusasi, fine allarmistico, analoga ad altre parimenti false circa inquinamento acqua ad opera terrorismo polacco.

Comunicazioni ferroviarie con la Germania attraverso Corridoio interrotte da stamane a causa chiusura frontiera germanica. Ciò ha destato malumori nella popolazione impressionata da mobilitazione generale Germania e Francia e da misure militari unanime assenso attuate in molti altri Paesi. Attenzione concentrasi su Londra e Berlino e non nascondesi compiacimento nel constatare che vicino Fiihrer, oltre Ribbentrop, vi è Goering qui molto popolare ed apprezzato per equità moderazione. Alto Commissario Burckhardt e Consoli Paesi Bassi, Svizzera, Stati Uniti e Argentina mi hanno ripetuto speranze nell'azione dell'Italia e lo stesso Console Inghilterra dopo aver radio-ascoltato dichiarazioni odierne Chamberlain alla Camera dei Comuni mi dichiarava che suo Governo vuole arrivare soluzione pacifica contando su azione del Governo Fascista.

429

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI. CIANO

T. 42. Danzica, 30 agosto 1939, ore l (per. ore 3,55).

Molte ipotesi vengono fatte circa reali rivendicazioni del Fiihrer nei riguardi della Polonia; nell'.interesse della pace e di una futura normalizzazione dei rapporti germanico-polacchi, si spera che rivendicazione Corridoio !imitasi, allo stato delle cose, Pomerelia e non si spinga più a sud sino Posnania. Si pensa che

sbocco polacco al. mare potrebbe rimanere Gdynia collegata a mezzo autostrada e ferrovia con la Polonia; che Danzica e la foce della Vistola dovrebbe riservare facilitazioni speciali alla Polonia; che problema minoranze etniche potrebbe risolversi con opportuno inter-scambio fra Polonia Germania.

Ambienti danzichesi più obiettivi pensano insomma che opportuno suggerimento a Berlino e indispensabile pressione a Varsavia siano ancora in tempo per fermare corsa alla guerra e imporre pausa propizia a negoziati: « Danzica e Corridoio non valgono una guerra».

Comunicato Roma, Berlino e Varsavia.

(l) Vedi D. 393.

430

IL MINISTRO A LISBONA, MAMELI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 142. Lisbona, 30 agosto 1939, ore 2 (per. ore 11,50).

Telegramma di questa R. Legazione n. 138 in data 25 corr. (1).

Subito dopo mio ritorno ,in sede-Segretario Generale degli Affari Esteri con cui avuto lunga conversazione in attesa esplicita affermazione che riteneva incompatibile con gravità del momento ed incerta situazione, ha tuttavia confermato -anche se con esitazione che non aveva manifestato in precedenti occasioni che attitudine Portogallo è di vigile attesa avvenimenti e che Portogallo, almeno in un primo tempo, tenterà, rimanere, per quanto è possibile, al di fuori eventuale conflitto. In corso conversazione Segretario Generale ha accennato profonda impressione negativa prodotta in questo Paese da Patto tedesco-sovietico che affermava in contrasto con ideologie Governo portoghese. Propaganda anglofrancese che intensifica sua azione, a parte segnalata, anche in questa stampa largamente si vale di tale argomento.

Nella conversazione stessa Segretario Generale ha più volte calorosamente ricordato con quanta speranza anche Portogallo segua opera del Duce per mantenimento pace.

Nicolas Franco che ho visto oggi mi ha detto di aver lungamento conferito con Salazar alla fine della settimana scorsa. Presidente del Consiglio dei Ministri Portogallo era informato da Londra essere convincimento Foreign Office che Inghilterra deve sin da ora affrontare conflitto se vuole impedire egemonia tedesca in Europa.

Nicolas Franco ha affermato che mentre Ministero degli Affari Esteri portoghese si mantiene in una specie di incertezza nebulosa con accenni fedeltà alleanza britannica, Salazar ha pensiero netto e preciso su situazione che può essere cosi riassunto: alleanza obbliga Portogallo intervenire conflitto soltanto in caso di guerra difensiva; intervento diretto Portogallo non darebbe Alleati apporto sostanziale; situazione interna Portogallo non passa tale intervento.

A mia domanda Nicolas Franco ha risposto di non aver ottenuto esplicita dichiarazione del proposito di neutralità ma solo precisa espressione pensiero di Salazar che mi aveva riferito. In sostanza si tratterebbe di neutralità inevitabilmente benevola nei riguardi dell'Inghilterra. Si potrebbe aggiungere, se e finchè sarà possibile a Salazar.

Nicolas Franco ha notato che anche in Spagna patto tedesco-sovietico aveva prodotto impressione generale negativa senza però attribuirvi importanza che portoghesi sembrano annettervi.

Circa attitudine del suo Paese mi ha ripetuto e calorosamente affermato che noi non possiamo aver dubbi sull'amicizia e riconoscenza Spagna aggiungendo che occorre attendere naturalmente gli avvenimenti specie in relazione a quelle che saranno le immediate decisioni. Senza esprimerlo esplicitamente, tutto il suo discorso dava l'impressione di sottintendere specie per un primo periodo in caso di conflitto, almeno neutralità benevola nei riguardi nostri.

(l) Vedi D. 239.

431

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 633. Tokio, 30 agosto 1939, ore 2,30, (per. ore 9,30).

Telegramma da Taliani 1135 (1).

Nessun elemento positivo è stato possibile raccogliere circa eventualità o meno prossimo assedio Shanghai. Riunioni stesse autorità competenti (manca) abbiano finora nulla deciso o si riservino regolarsi in relazione avvenimenti internazionali.

Comunicherò appena possibile desiderio Giappone circa nostri mar,inai Shanghai. Naturalmente Regia Ambasciata si limita a dichiarare che R. Governo si riserva decidere. Comunicato Roma e Taliani.

432

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE A SHANGHAI, TALIANI

T. 18583 P. R./110. Roma, 30 agosto 1939, ore 3,55.

Vostro 195 (2). Trasmetto seguente telegramma questa Ambasciata Spagna per Console Spagna Shanghai: «Governo Italiano è stato pregato di occuparsi della protezione dei nostri interessi nel territorio cinese non occupato dalle Forze giapponesi.

Vorrete segnalare quanto precede al Collega belga per evitare possibili confusioni ».

Aderendo richiesta Governo spagnolo codesta R. Ambasciata assumerà protezione sudditi ed interessi spagnoli nel predetto territorio.

Datene comunicazione competenti Autorità ed .impartite conformi istruzioni ai Consolati dipendenti.

(l) -Vedi D. 230. (2) -Non pubblicato.
433

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 634. Tokio, 30 agosto 1939, ore 7,25 (per. ore 15,30).

Pur ripetendo che all'eccitamento dei primi giorni è subentrata calma e ponderazione e che non si nega possibilità di un'ulteriore comunanza di politica con Berlino devo confermare che risentimento verso Germania permane generale e vivissimo. Ciò si spiega fra l'altro sia con grande malcontento preesistente a causa della sua politica verso Cina sia con il fatto che Giappone entrato da poco tempo nella società internazionale consideri rapporti fra gli Stati come regolati con la stessa norma di quelli fra i singoli e non riesce persuadersi sia leale che improvvisamente uno degli amici stringa mano a comune nemico senza nemmeno preavvisarne l'altro amico.

Ha suscitato qui ottima impressione non aver finora Italia aderito al patto di non aggressione e le simpatie si sono rafforzate. Ministero della· Guerra e Ministero della Marina hanno chiesto più volte se ciò non avverrà neanche in seguito. R. Ambasc.iata non ha notizia che di un telegramma stampa secondo cui non vi sarebbe stata nostra adesione avendo noi concluso accordo anno 1933.

Ma è corsa voce che avremmo confidenzialmente un accordo col Fiihrer

contenente clausole del patto di non aggressione non esistenti nel nostro del

l'anno 1933. Sarebbe utile potessimo fare ai militari e ai marinai qualche co

municazione in proposito sia pur confidenziale.

434

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI. CIANO

T. 635. Tokio, 30 agosto 1939, ore 7,25 (per. ore 17,30).

Permettomi attirare l'attenzione di V. E. su telegramma odierno di questo Addetto Navale al Ministero della Marina del quale ho chiesto vi sia data copia (l) e con cui egli riferisce essergli stato nuovamente domandato spontaneamente da questo Ministero della Marina se nostro Ministero della Marina sarebbe disposto riprendere conversazioni interrotte.

Quali che siano ulteriori sviluppi politici mi sembra assai opportuno accettare richiesta e confermare cosi nostre dichiarazioni di amicizia immutata verso Giappone.

Si tratta di conversazioni tecniche non impegnative che si potrebbero condurre anche se con il solo scopo di non perdere contatto.

Credo che molto di più che alla Germania, il contegno di una Potenza navale come il Giappone non potrà mai essere indifferente all'Italia e alla sua politica mediterranea.

(l) Non rintracciata.

435

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 636. Tokio, 30 agosto 1939, ore 10,30 (per. ore 19).

Abe è uomo retto ed equilibrato ma nuovo.

È molto gradito ai militari che dicono poter influire su lui. Ministro Guerra ha grande prestigio in Paese per sue vittorie in Cina e a Corte per carica da lui finora avuta Aiutante di Campo dell'Imperatore. Aspira all'unione politica con Asse ed è in buone relazioni personali con me. Ammiraglio Yoshida, anche egli uomo d'azione, e finora comandante squadra è gradito all'esercito a differenza suo predecessore. Quantunque non tutti altri ministri possono considerarsi favorevoli al programma dei militari questi assicurano aver maggioranza Gabinetto. Linguaggio alquanto ostile alcuni maggiori giornali tornati a una anglofilia per quanto attenuata in seguito ultimi avvenimenti conferma giudizio militari.

Rimane da vedere se riuscirà ad Abe serbare portafoglio Esteri. Qualora ciò non apparisse possibile Esercito desidererebbe Togo attuale Ambasciatore Mosca mentre anglofili vorrebbero Shigemitsu Ambasciatore Londra; questi quando aveva qui carica Vice Ministro Esteri era considerato nazionalista ma piuttosto indipendente. Senonchè si dice Londra gli abbia mutato molte idee.

Naturalmente questione titolare portafoglio Esteri è di notevole importanza quantunque data composizione Gabinetto essa non dovrebbe essere di importanza capitale.

Comunicato Roma e Taliani.

436

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. SEGRETISSIMO RISERVATISSIMO 637. Tokio, 30 agosto 1939, ore 10,20

(per. ore 17,30) (1).

Alto Ufficiale Ministero della Guerra ha chiesto segretamente al nostro Addetto militare se egli credesse che si potesse concludere un patto militare solo fra Italia e Giappone e non ha domandato risposta immediata. Qualora opinione Governo fosse negativa crederei utile risposta relativa non fosse di tale tenore

18 -Documenti diplomatici -Serie VIII -Vol. XIII

da precludere possibilità di futuri nuovi contatti. Naturalmente tale risposta potrebbe essere data nella forma indicata dal Giappone, e cioè come personale dell'Addetto militare. Superfluo che raccomandi assoluta segretezza.

(l) Il presente telegramma fu redatto dopo. ma spedito prima del telegramma che reca il numero precedente, vedi D. 435.

437

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 580. Berlino, 30 agosto 1939, ore 11,50 (per. ore 12,10).

Prime reazioni di Londra: « Faremo il possibile ma ci sembra poco ragionevole attendersi che i polacchi possano presentarsi immediatamente».

438

IL MINISTRO ALL'AJA, DIANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 23. L'A.'ia. 30 agosto 1939, ore 12,15 (per. ore 13).

Mio telegramma 21 (1).

Riferisco ad ogni buon fine che questo Ministro di Germania ha chiesto di vedermi per conversare della situazione. Durante la conversazione egli ha portato due volte il discorso sulle voci secondo le quali il Duce penserebbe tuttora alla possibilità di una conferenza fra le principali Potenze e mi ha detto che da ieri andava chiedendosi se le offerte di buoni uffici della Regina dei Paesi Bassi non potrebbero essere in qualche modo utilizzate a tale scopo. Ha accennato ai vantaggi dell'Aja come sede di una eventuale riunione.

Ministro ha detto egli esprimeva una sua idea personale ma poichè egli è qui da dieci anni ed in frequente contatto con molti ambienti olandesi e anche con la Corte non escludo che l'idea possa essergli statà suggerita da parte olandese.

439

IL MINISTRO AL CAIRO, MAZZOLINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 122. Alessandria, 30 agosto 1939, ore 12,23 (per. ore 13,20).

Telegramma di questa Legazione n. 117 (2).

Questo Presidente del Consiglio ha tenuto a riaffermarmi amicizia sua e suo Governo per nostro Paese. Mi ha detto quindi che Eg.itto confida opera Duce pér la pace e possibilità soluzione problemi europei comprese «legittime» rivendicazioni italiane senza ricorrere forza.

(l) -Vedi D. 397. (2) -Vedi D. 268.
440

L'AMBASCIATORE A BRUSSELLE, LOJACONO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 64. Busselle, 30 agosto 1939, ore 13,24 (per. ore 15,30).

Mio telegramma n. 63 (1).

Questo Ambasciatore di Germania ha ricevuto istruzione di comunicare al Governo belga che il Governo tedesco esprimendo viva riconoscenza verso S. M. il Re Leopoldo per sua nobile iniziativa ritiene tuttavia che nell'attuale momento non vi sia ragione di ricorrere ai buoni uffici offerti.

441

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. URGENTISSIMA E CONFIDENZIALE. Roma, 30 agosto 1939. ore 13,45.

Lord Halifax has instructed me to inform Your Excellency that His Majesty's Government will probably put to the German Government, in the course of to-day, proposals for a military standstill. His Lordship adds that Signor Mussolini will recollect that in analogous circumstances last year Herr Hitler gave Mr Chamberlain an assurance that he would not embark on operations while negotiations were proceeding.

TRADUZIONE.

Ho avuto istruzioni da Lord Halifax di informare V. E. che probabilmente il Governo di Sua Maestà presenterà al Governo germanico, nel corso della giornata, proposte per una tregua militare.

Lord Halifax mi incarica di aggiungere che il signor Mussolini ricorderà che in analoghe circostanze l'anno scorso il signor Hitler diede al signor Chamberlain assicurazione che egli non avrebbe dato corso ad operazioni mentre procedevano i negoziati.

442

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. URGENTE E CONFIDENZIALE. Roma, 30 agosto 1939, ore 13,50 (2).

At the request of Lord Halifax I enclose herein, for the strictly confidential information of Signor Mussolini and Your Excellency, the full text of the reply of Herr Hitler to the Prime Minister which was handed by the Fiihrer to Sir Nevile Henderson yesterday evening (3).

TRADUZIONE.

A richiesta di Lord Halifax accludo per informazione strettamente confidenziale del Signor Mussolini e di V. E. il testo completo della risposta del Signor Hitler al Primo Ministro, che è stata consegnata dal Fiihrer a Sir Nevile Henderson ieri sera.

(l) -Vedi D. 396. (2) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 406, questo documento sarebbe stato consegnato a Palazzo Chigi alle ore 15,30. (3) -Non pubblicata, vedi Libro Azzurro Britannico, D. 78.
443

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 125. Mosca, 30 agosto 1939, ore 14,24 (per. ore 15,20).

Attiro l'attenzione su comunicato Agenzia Tass che smentisce notizie pubblicate estero circa sguarnizione della frontiera russa lungo confine occidentale. Tali voci avevano circolato almeno dieci giorni fa prima del viaggio Ministro degli Affari Esteri tedesco a Mosca ma nulla era risultato qui che confermasse pretesi considerevoli trasporti militari verso l'oriente.

Discussione trattato tedesco-sovietico davanti Consiglio Supremo non avrà luogo prima di domani sera. Ritardo può spiegarsi con interesse Governo sovietico rend_ersi conto probabile crisi attuale pr.ima di fare attese dichiarazioni politica estera.

444

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. IN SPAGNA, RONCALLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 232. San Sebastiano, 30 agosto 1939, ore 14,30 (per. ore 19).

Notizia di cui al telegramma di V. E. n. 375 (l) come quella relativa ad una pretesa dichiarazione di neutralità attribuita alla Spagna a Parigi, fa parte della nota campagna tendenziosa in corso all'Estero diretta a creare sospetti e diffidenza tra la Spagna ed altri Paesi amici.

Difatti questo Sottosegretario di Stato mi ha detto che la informazione pubblicata il 24 corrente dal Times non risponde in alcun che al vero; anzi mi ha formalmente dichiarato che, nonostante le insistenze di Pétain, Governo spagnolo non solo non ha sospeso ma ha intensificato fortificazioni nella zona Pirenei e Marocco ove sono affluiti nuovi notevoli contingenti, ciò che ha dato luogo a sensibile inquietitudine francese (mio telegramma n. 077 del 5 luglio scorso) (2).

Inoltre proseguono attivamente lavori fortificazioni Gibilterra. A tale proposito questo Sottosegretariato di Stato mi ha fatto intendere che in caso di conflitto generale potrebbe giungere momento opportuno anche per Spagna e cogliere così una occasione che difficilmente potrebbe ripresentarsi in seguito.

Con tali provvedimenti questo Governo ritiene di rendere servizio ai Paesi amici lta1ia e Germania. Analoghe dichiarazioni Beigbeder ha fatto a questo Ambasciatore di Germania.

(l) -Vedi D. 382. (2) -Non pubblicato.
445

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 583. Berlino, 30 agosto 1939, ore 14,40.

Questo Ambasciatore d'Inghilterra ha proposto a Londra che, per il caso

non fosse possibile mettere a immediato contatto Polacchi e Tedeschi, o se questo

contatto non dovesse portare a risultati positivi, il Papa, dico il Papa, si tenesse

pronto a intervenire con una proposta di soluzione concreta che Inghilterra da

una parte e Italia dall'altra si incaricherebbero di raccomandare a Varsavia e

Berlino allo stesso tempo.

Questa, la proposta avanzata da questo Ambasciatore di Inghilterra al suo Governo. Discutendo con Collega inglese -senza entrare in merito all'idea avanzata -sul possibile contenuto di questa eventuale proposta concreta di soluzione, ci siamo trovati d'accordo nel ritenere che essa era effettivamente giusta e generosa per la Polonia (lo stesso Nunzio Apostolico è stato sempre di questa idea) e cioè: Danzica e comunicazioni dirette con la Prussia Orientale attraverso una ... (l) di ter11itori in sovranità tedesca. Oppure ancora si potrebbe pensare a dare Danzica subito, dico subito, il che costituirebbe una immediata, tangibile soddisfazione per i Tedeschi, lasciando la seconda questione -quella del Corridoio -a trattative dirette ma da stabilirsi con maggiore respiro, essendo bene inteso, d'altra parte, che la soluzione definitiva sarebbe poi nel senso più sopra indicato.

Nel proporre intervento Vaticano, Henderson ha avuto di mira, oltre che riprendere un'idea che è stata sempre nell'aria in questi ultimi tempi, anche di fare entrare indirettamente nel giuoco di mediazione anche l'Italia.

446

IL RE D'ITALIA VITTORIO EMANUELE III, AL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA ROOSEVELT

T. Roma, 30 agosto 1939 (2).

Vi ringrazio pel vostro interesse. Ho trasmesso immediatamente il vostro messaggio al mio Governo (3). Come tutti sanno, noi abbiamo fatto e facciamo tutto quanto è possibile per ottenere una pace con la giustizia (4).

(l) -Nota dell'Ufficio Cifra: • Manca •· (2) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 416, questo documento sarebbe stato redatto nel pomeriggio del 30 agosto. (3) -Vedi D. 185.

(4) Pubbl. dalla Stejani.

447

IL PREFETTO DI BOLZANO, MASTROMATTEI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 3611. Bolzano, 30 agosto 1939, ore 18 (per. giorno 31, ore 1,30).

Stamane nel palazzo Governo ho unitamente Console Generale Germania Milano proceduto in forma solenne insediamento commissione centrale italatedesca prevista dagli accordi Berlino del giugno scorso per il rimpatrio nel Reich dei tedeschi dell'Alto Adige. Assistevano alla cerimonia anche locale segretario federale e rappresentanti partito nazionalsocialista. Sono stati pronunciati da parte mia e da Console Generale brevi discorsi illustranti scopi commissione e esaltanti solidale amicizia due popoli che per volontà loro capi hanno saputo realizzare definitivo accordo per soluzione problema atesino.

448

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 585. Berlino, 30 agosto 1939, ore 19.

Governo inglese ha fatto sapere che darà una risposta questa sera tardi dopo la riunione Gabinetto. Frattanto ha pregato evitare ogni frizione.

Notizia mobilitazione generale polacca arrivata a Berlino due ore e mezza fa. Non sembra aver dato luogo a speciali reazioni. Almeno queste non risultano finora all'Auswartiges Amt ed anche ambienti militari non dànno segni al riguardo. Quanto alla mobilitazione tedesca, come mi dichiarò ieri il Filhrer, essa è già completamente a punto.

Anche in sede di stampa è stato dichiarato ai giornalisti solo che « le notizie sulla mobilitazione polacca e sull'arresto dei treni alla frontiera non sono certamente segni di pazienza da parte della Polonia e non costituiscono una facilitazione degli sforzi fatti in favore della pace».

Sono comunque in contatto per ulteriori informazioni.

449

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. URGENTE E CONFIDENZIALISSIMA. Roma, 30 agosto 1939, ore 19.

I am writing to confirm the message which I have just given to Your Excellency by telephone, namely that Sir Nevile Henderson has been instructed to-day to convey the following message from Mr. Chamberlain to Herr Hitler:

2ì8

« We are considering the German note with all urgency and shall send

our official reply later in the afternoon.

«We are representing at Warsaw how vital it is to reinforce all instructions

for avoidance of frontier incidents and I would beg you to confirm similar

instructions on the German side.

« I welcome evidence in the exchange of views which is taking place of

that desire for Anglo-German understanding of which I spoke in Parliament » (1).

TRADUZIONE.

Vi scrivo per darvi conferma del messaggio che ho testè comunicato per telefono a V. E., cioè che Sir Nevile Henderson ha avuto istruzioni oggi di presentare il seguente messaggio a Herr Hitler da parte del Signor Chamberlain:

• Stiamo esaminando la nota germanica con tutta urgenza e trasmetteremo la nostra risposta ufficiale più tardi nel pomeriggio.

Stiamo facendo presente a Varsavia come sia di importanza vitale che vengano rinforzate tutte le istruzioni dirette ad impedire incidenti di frontiera e vi pregherei di confermare uguali istruzioni da parte tedesca.

Nello scambio di vedute che sta avendo luogo, io vedo con piacere il verificarsi del desiderio di un'intesa anglo-tedesca della quale ho parlato in Parlamento •.

450

IL MINISTRO ALL'AJA, DIANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 24. L'Aja, 30 agosto 1939, ore 19,25 (per. ore 22,30).

Mio telegramma n. 21 (2).

Questo Ministro degli Affari Estel'i mi ha detto aver ricevuto da Francia e Polonia risposte genericamente favorevoli per quanto concerne offerta buoni uffici presentata da Re Leopoldo e Regina Guglielmina. Notizia viene anche pubbLicata dai giornali di questa sera che riportano pure un comunicato ufficioso da Berlino secondo cui iniziativa avrebbe avuto in Germania «simpatica accoglienza».

451

L'AMBASCIATORE AD ANKARA, DE PEPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 112 Ankara, 30 agosto 1939, ore 19,30 (per. ore 22,30).

Oltre articoli riassunti in Stefani Speciale di ieri (3) segnalo articolo ufficioso Ulus odierno in cui si constata che tensione non è inasprita e si indicano tre ragioni importanti che dovrebbero indurre Hitler a scegliere la· via dei negoziati. La terza di queste ragioni è atteggiamento Italia che pur essendo Potenza dell'Asse non sarebbe favorevole ad una azione della Germania.

(2\ Vedi D. 397.

Indizi che l'Italia non vuole fare la guerra sarebbero, secondo l'articolo, il rilevante numero di messaggi telegrafici e telefonici scambiati tra il Duce e il Fiihrer, contegno prudente della stampa, continuo rialzo del corso della Lira italiana Borsa di Londra, sequestro giornale Popolo d'Italia. Articolo del giornale aggiunge alcune insulsaggini (come questione Tirolo, difficoltà da parte nostra insediarci Africa e Albania, necessità combattere su parecchi fronti, eccetera) per dedurre che l'Italia è favorevole mantenimento neutralità.

Il paese si mantiene calmo. Von Papen, mi ha detto Saracoglu, ha trattato affari d'ordinaria amministrazione in rapporto alla situazione. Nulla da segnalare dal lato miLitare.

Transito per il Bosforo resta libero a tutti i piroscafi, quasi cessato traffico di differente bandiera.

(l) Vedi Libro Azzurro Britannico, D. 83. Questa comunicazione nella raccolta dei documenti britannici è presentata sotto forma di un telegramma di Halifax ad Henderson e non come un messaggio di Chamberlain ad Hitler.

(3) Non pubblicato.

452

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 586. Berlino, 30 agosto 1939, ore 19,40.

Da parte inglese credesi incominciare a pensare che, ad evitare impressioni di nuove conferenze isolate, si potrebbe pensare, in un primo tempo, a conversazioni attraverso gli Ambasciatori. Temo che simili concezioni non tengano conto della impossibilità -come disse il Fiihrer ieri sera -di vrorogare indefinitamente lo stato di tensione ora esistente.

453

L'AMBASCIATORE A RIO DE JANEIRO, SOLA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 117. Rio de Janeiro, 30 agosto 1939, ore 19,50 (per. giorno 31, ore 2,15). Ho chiesto al Ministro degli Affari Esteni quale sarebbe attitudine Brasile nel caso di guerra in Europa. Mi ha risposto che Brasile non solo intende mantenere la neutralità più assoluta, ma applicherà leggi neutralità in modo da mantenersi lontano dal conflitto. Sebbene egLi mi abbia parlato con molta fermezza, ritengo da parte mia che atteggiamento Stati Uniti d'America avrebbe, in caso di conflitto prolungato, una decisiva influenza sull'orientamento Brasile. Per ora Brasile sembra volere marcare una certa autonomia anche nei riguardi Stati Uniti d'America, che stanno compiendo passi per ottenere una dichiara

zione comune delle due Americhe circa crisi europea. Ministro degli Affari Esterti mi dice aver da parte sua declinato associarsi.

454

L'AMBASCIATORE A VARSAVIA, ARONE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 201. Varsavia, 30 agosto 1939, ore 21,30 (per. ore 21,45). In conversazione che ho avuto con questo Incaricato d'Affari di Germania questi premesso che mancava di informazioni dirette mi faceva notare che in

fine dei conti rivendicazioni del Cancelliere germanico verso la Polonia sembravano limitate a Danzica ed al Corridoio (Pomerania). Gli ho fatto osservare che questa ultima richiesta superava di gran lunga quella di una autostrada con carattere extra-territoriale formulata dal Cancelliere nei discorsi del 28 aprile. Se effettivamente Germania dovesse insistere nella richiesta della Pomerania la guerra non potrebbe essere evitata, Polonia essendo decisa ad affrontarla piuttosto che acconsentire essere tagliata dal Baltico.

455

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 275. Budapest, 30 agosto 1939, ore 21,54 (per. giorno 31, ore 0,30) (1).

Mio telegramma n. 273 (2).

Vice Ministro Affari Esteri mi ha convocato per comunicarmi che sebbene Gafencu non abbia dato altra risposta, in seguito a un suggerimento ufficioso da parte romena di maggior precisione circa la proposta, il Governo ungherese propone a quello romeno un testo di protocollo, che ho letto e che riassumo con telegramma a parte (3); sarà inviato stasera per corriere e comunicato domani al Ministero Affari Esteri romeno.

Vice Ministro Affari Esteri mi ha detto che nessuna proposta è stata fatta a Belgrado, smentendo l'informazione a suo tempo segnalata: mi riservo tuttavia chiarire questo punto.

456

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 276. Budapest, 30 agosto 1939, ore 21,50 (per. giorno 31, ore 0,30).

Riassunto testo protocollo che il Governo ungherese propone a quello romeno:

« Due Governi nel desider.io migliorare e consolidare relazioni tra i due Paesi, esaminati elementi suscettibili di giovare a tale scopo, si impegnano per la parte che concerne ciascuno a prendere tutte le misure per assicurare alle rispettive minoranze le condizioni atte alla conservazione ed allo sviluppo della loro vita nazionale, al libero uso della lingua, al libero esercizio delle loro istituzioni culturali, allo sviluppo dei loro interessi economici in un piede di perfetta uguaglianza coi propri cittadini ».

(l) -Questo telegramma sarebbe stato redatto prima, ma spedito dopo il telegramma che porta il numero successivo, vedi D. 456. (2) -Vedi D. 411. (3) -Vedi D. 456.
457

IL MINISTRO A S. JOSÉ DI COSTARICA, SCADUTO MENDOLA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 27. S. José di Costarica, 30 agosto 1939, ore 21,55 (per. giorno 31, ore 6,45).

Questo Ministro degli Affani Esteri che ho avuto occasione di vedere oggi mi ha detto che Presidente della Repubblica ha rivolto ier.i appello a S. M. il Re Imperatore adoperarsi per la pace.

Ministro degli Affari Esteri ha aggiunto che Presidente della Repubblica è stato spinto da fiducia che egli ha efficacia azione che possono svolgere Sua Maestà e Regio Governo e che egli ha agito sua iniziativa personale tanto che stesso Ministro Affari Esteri è stato informato dopo invio telegramma.

Presidente della Repubblica ha ritenuto opportuno mantenere riservato suo appello in attesa di vedere quale accoglienza gli verrà riservata.

458

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. URGENTE E CONFIDENZIALISSIMA. Roma, 30 agosto 1939, ore 22,30. I w:cite to let you know, with reference to my letter of to-day timed 19 hours, and on Lord Halifax's instructions, that a telegram in the following sense has to-day been sent by lord Halifax to His Majesty's Ambassador at Warsaw.

The atmosphere may be improved if strict instructions are given or confirmed to ali P\:>lish military and civii authorities:

Sir Nevile Henderson is being instructed to inform the German Government of these renewed representations in Warsaw. He will at the same time make it clear that the Polish Government can only be expected to maintain an attltude of complete restraint if the German Government reciprocate on their side of the frontier and if no provocation is offered by members of the German minority in Poland.

He will add that reports are current that the Germans have committed acts of sabotage which would justify the sternest measures (1).

TRADUZIONE.

Scrivo per informarVi, con riferimento alla mia lettera di oggi datata ore 19 e su istruzioni di Lord Halifax, che un telegramma del seguente senso è stato oggi inviato da Lord Halifax all'Ambasciatore di Sua Maestà a Varsavia:

• L'atmosfera può essere migliorata se rigorose istruzioni sono date o confermate a tutte le Autorità polacche civili e militari: l) di non sparare sui fuggitivi e sui membri della minoranza tedesca che provochino disordini,. ma di arrestarli; 2) di astenersi da violenze personali verso membri del~a minoranza tedesca e prevenire simili violenze da parte della popolazione; 3) di permettere ai membri della minoranza tedesca che desiderino lasciare la Polonia di passare liberamente; 4) di far arrestare la radio propaganda incendiaria •. Sir Howard Kennard ha ricevuto istruzioni di informare subito il Colonnello Beck nel senso anzidetto.

Sono state inviate istruzioni a Sir Nevile Henderson per informare il Governo tedesco di questi rinnovati passi a Varsavia. Egli spiegherà al tempo stesso che oggi si può soltanto attendere dal Governo Polacco di mantenere un atteggiamento di completo controllo qualora il Governo tedesco mantenga lo stesso atteggiamento dalla sua parte di frontiera e qualora nessuna provocazione venga causata da membri della minoranza tedesca in Polonia. Egli aggiungerà che si hanno ·continue informazioni che i tedeschi hanno commesso atti di sabotaggio che giustificherebbero i più rigorosi provvedimenti.

(l) -not to fire on fugitives or members of the German minority who cause trouble, but to arrest them. (2) -to abstain themselves from personal violence to members of the German minority and to prevent similar violence on the part of the population. (3) -to allow members of the German minority wishing to leave Poland to pass freely. (4) -to stop inflammatory radio propaganda. Sir Howard Kennard has been instructed to inform Colone! Beck in the foregoing sense.

(l) Vedi Libro Azzurro Britannico, D. 85.

459

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 588. BerLino, 30 agosto 1939, ore 23.

Risposta inglese non ancora arrivata. Essa è attesa per questa sera, ma non si sa se potrà essere decifrata, tradotta e consegnata questa notte stessa.

È stata preannunciata come abbastanza lunga.

Alle 11 l'Ambasciatore Henderson ha un appuntamento con Ribbentrop ma su questioni di secondaria importanza.

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L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. URGENTE E CONFIDENZIALISSIMA. Roma, 30 agosto 1939, ore 23.

Since speaking to you this afternoon I have telephoned to the Foreign Office to enquire what the opinion of His Majesty's Government was in regard to the action of the Polish Government in issuing an order of generai mobilisation.

It is understood that the Polish Government felt themselves obliged to take these measures on account of German military movements in Slovakia. The expression « generai mobilisation » appeared inevitably in the public notices issued. These notices had been printed a long time ago. No mention of «generai mobilisation » has appeared in a moderate and reasonable statement which has bcen issued in the Polish press.

Meanwhile His Majesty's Government are using their influence in the directlon of moderation and restraint.

TRADUZIONE

Dopo di aver parlato con Voi quest'oggi ho telefonato al Foreign Offìce per conoscere quale fosse l'opinione del Governo di Sua Maestà in relazione all'atteggiamento assunto dal Governo polacco nel promulgare un ordine di mobilitazione generale.

Abbiamo appreso che il Governo polacco si è sentito obbligato di prendere queste misure a causa dei movimenti militari tedeschi in Slovacchia. L'espressione c mobilitazione generale • è quindi inevitabilmente apparsa negli avvisi pubblici in proposito diramati. Questi avvisi erano stati stampati già da molto tempo. Nessuna menzione di una c mobilitazione generale • è apparsa in un comunicato, moderato e ragionevole, che è stato pubblicato nella stampa polacca. Nel contempo il Governo di Sua Maestà sta usando la sua influenza nel senso della moderazione e del controllo.

461

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE AEREO 123. Berlino, 30 agosto 1939 (per. stesso giorno).

Rochira segnala la presenza di forti contingenti di truppe nel Burgenland, al confine ungherese, che si ritengono destinate ad attraversare il territorio ungherese, in caso di conflitto, per una eventuale azione contro la Romania.

462

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE AEREO 124. Berlino, 30 agosto 1939 (per. giorno 31).

Ho visto Ministro Bulgaria. Egli assicura che il suo Paese -ormai rassicurato dal patto germano-russo -terrà in caso di guerra una attitudine di neutralità benevola per la Germania. Rimarrà quindi alla finestra per vedere se, secondo le circostanze, non possa convenirle, dopo completati i suoi armamenti, di profittare dell'occasione per raggiungere i suoi fini nazionali.

Egli si domanda se anche le more attuali non si presterebbero a far comprendere alla Romania l'opportunità di cedere almeno la piccola Dobrugia. Come conseguenza del patto germano-russo, Romania e Turchia, che avevano prima mobilitato sul fronte bulgaro, adesso stanno smobilitando.

463

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE. AEREO 125. Berlino, 30 agosto 1939 (per. giorno 31).

L'Ambasciatore di Spagna, che ho visto oggi, dice di sapere da «varie fonti :1> che:

l) nonostante il patto russo-tedesco abbia, specie in un primo momento, consolidato in Germania il fronte interno, pure in molti strati della popolazione c'è vivo malcontento contro la guerra ed il regime, malcontento che peraltro non arriva al Fuehrer;

2) le forze armate non, dico non, sono concordi nel voler la guerra. Anche questo è ignorato dal Fuehrer. Da fonte inglese si segnalano piccoli incidenti in varie località tedesche-vetri rotti ecc., -come reazione alle misure di razionamento e altre restrizioni già adottate.

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IL MINISTRO A BUCAREST, GRIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATO PER CORRIERE AEREO 105. Bucarest, 30 agosto 1939 (per. l" settembre).

Mio telegramma per corriere n. 093 del 18 corrente (1).

Parlandomi dei rapporti con la Bulgal'ia, questo Ministro degli Affari Esteri ha smentito la voce di una intesa che sarebbe stata recentemente realizzata fra gli Stati Maggiori turco, romeno e greco per un'eventuale azione preventiva contro la Bulgaria, voce che avrebbe destato -a suo dire -non poco allarme a Sofia. Gafencu ha bensì ammesso che il Generale Popescu, Sottocapo di S. M. romeno, si è di recente recato ad Ankara in compagnia di alcuni ufficiali, ma ha aggiunto che tal viaggio rientrava nelle visite normali previste fra Stati membri dell'Intesa Balcanica, che il Generale Popescu si è recato anche a Belgrado, che infine nessuna missione militare ellenica si trova ad Istanbul durante la permanenza del Generale Popescu.

465

IL MINISTRO A BUCAREST, GRIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE AEREO 106. Bucarest, 30 agost;o 1939 (per. l" settembre).

Miei telegrammi numeri 263 (2) e 264 (3) del 26 e 27 corrente. Ho avuto occasione di segnalare a Gafencu la notiza di stampa secondo la

quale il Governo britannico avrebbe fatto pressioni sul Governo p~r dndurlo a concessioni all'Ungheria e alla Bulgaria. Gafencu mi ha risposto che è bensì vero che vario tempo addietro il Governo inglese fece qualche sondaggio a proposito della Bulgaria ma ha recisamente smentito che sia stato recentemente compiuto presso di lui un passo del genere di quello in questione.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non pubblicato. (3) -Vedi D. 334.
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IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T..PER CORRIERE AEREO 107. Bucarest, 30 agosto 1939 (per. l" settembre). Mio telegramma filo n. 273 del 28 corr. (1). Questo Ministro Affari Esteri mi ha detto che il Governo ungherese, nell'avanzare la proposta per un accordo circa le minoranze di cui al mio telegramma in riferimento, gli aveva comunicato di avere trasmesso analoga proposta al Governo di Belgrado. Senonchè il Ministro degli Esteri Jugoslavo, col quale egli si era subito messo in rapporto, aveva risposto di nulla sapere al riguardo. Circa il fondo della questione Gafencu mi ha detto che il Governo romeno è in linea di massima contrario ad assumere impegni internaz,ionali circa problemi da esso considerati di carattere interno, anche perchè un accordo del genere renderebbe, a suo modo di vedere, più difficile la soluzione graduale del problema minorHario, ma che, in vista dell'attuale situazione, ha chiesto al Governo ungherese di precisare meglio il suo punto di vista per scendere ad un esame pratico e concreto di un progetto di accordo che dovrebbe comunque riferirsi non solo alle minoranze ungheresi in Romania ma anche a quelle romene in Ungheràa, assai meno numerose ma -a suo dire -assai più maltrattate. Mi è parso tuttavia di comprendere che Gafencu intende in ogni caso procedere in tutta tale questione soltanto d'accordo col Governo di Belgrado. Le comunicazioni fattemi da Gafencu mi sono state sostanzialmente confermate da questo Ministro di Ungheria.

467

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 108. Bucarest, 30 agosto 1939 (per. l" settembre). Ho visto oggi Gafencu che aveva ricevuto pochi momenti prima la notizia della mobilitazione generale ordinata dal Governo polacco, e non nascondeva nè il suo stato d'animo preoccupato e depresso, nè i suoi timori per le Jntenzioni

attuali e future della Germania anche nei riguardi della Romania, nè, infine, il suo sentimento nei riguardi della Polonia, che, a suo dire. avrebbe mostrato

sempre amicizia per il Reich, gli avrebbe reso a PIU riprese importanti serviZI

e si sarebbe anche di recente rifiutata ad ogni intesa con .i Sovieti al solo scopo di

evitare un atteggiamento che apparisse diretto all'accerchiamento della Germania.

Ho, naturalmente, ribattuto punto per punto le argomentazioni del Ministro

degli Esteri, il quale ha tuttavia concluso questa prima parte della nostra con

versa~ione ripetendomi ancora una volta che la Romania è bensi decisa a difen

dere le proprie frontiere, ma non ha nè intenzioni aggressive nè impegni che la

obblighino a prendere parte ad un eventuale conflitto internazionale, e che per

tanto non intende certo «gettarsi a testa bassa nella mischia», come lo prova

anche la recentissima proposta da lui fatta in questi giorni all'Ungheria per un

Patto di non aggressione che, ove concluso, coprirebbe la sola frontiera sulla

quale la Romania potrebbe, caso mai, prendere parte di sua iniziativa ad una

conflagrazione europea.

Venendo quindi a parlare degli Stati del settore danubiano e balcanico

e più particolarmente di quelli membri dell'Intesa Balcanica -Gafencu mi ha

detto di aver avuto comunicazioni da Belgrado che quel Governo condivide

sostan~ialmente il punto di vista romeno nell'attuale situazione, ed intende

parimenti adottare una linea di condotta di neutralità. Meno esplicito è stato

invece Gafencu per quanto concerne la Turchia. Quest'ultima starebbe, a suo dire,

nell'ipotesi di un conflitto che non toccasse i Balcani ed il Mediterraneo Orientale,

inclinando anche essa decisamente alla neutralità. Nell'eventualità invece di una

guerra che opponesse l'Italia alla Francia ed alla Gran Bretagna ed investisse

il bacino orientale del Mediterraneo, Gafencu, pur dichiarando di non avere infor

mazioni al riguardo, trattandosi di settore fuori della zona degli interessi ro

meni e della Intesa Balcanica, ha mostrato di ritenere che il Governo di Ankara,

in base alle dichiarazioni anglo-turca e franco-turca, sarebbe più probabilmente

portato a scendere in campo a lato delle Potenze democratiche.

Il Ministro degli Esteri ha infine concluso la conversazione esprimendo la speranza in un intervento del Duce e di V. E.

Ho visto successivamente questo mio Collega di Germania, il quale mi ha detto di aver avuto sia da Gafencu che dal Ministro-di Corte Urdareanu, nuove esplicite assicurazioni che la Romania r.imarrà neutrale, e mi ha espresso la sua fiducia che tale neutraLità -in caso di guerra -sarà corretta e amichevole e si manifesterà in forme concrete nel campo dei rifornimenti, aggiungendo a titolo strettamente confidenziale -di aver avuto affidamenti che gli invii di petroLio, impraticabili per via di mare e tecnicamente di difficile o impossibile realizzazione per la via fluviale, avranno luogo per ferrovia a mezzo dell'apposito materiale rotabile dello Stato romeno.

Sono, circa l'atteggiamento della Romania, sostanzialmente del parere del mio collega Fabricius, nel senso cioè che questo Paese non abbia -allo stato delle cose -altra via che dichiararsi neutrale e sperare che la Germania ed i vicini immediati gli consentano di conservarsi tale. Sono peraltro d'avviso che non bisogna nemmeno sottovalutare nè il timore -qui generale e radicato che dopo la Polonia, se pure non assieme, venga il turno della Romania, nè l'animosità contro i tedeschi che non va certo diminuendo in queste giornate, nè il lavorio sordo degli Ebrei, nè le simpatie francesi di questa classe dirigente nè infine, il lavoro della diplomazia francese e britannica, specie di quest'ultima, della quale mi sfuggono le mosse nei vari particolari, ma che, da quanto mi pare di intuire, sta attivamente cercando tuttora di «agganciare» Turchia e Romania per una azione comune. E credo pertanto che la neutralità -sopratutto la neutralità corretta ed amichevole -della Romania, non possa assumersi come una presa di posizione certa e definitiva, ma vada invece considerata come una decisione necessaria, imposta a questo Paese dal rapporto delle forze contrastanti in questo settore, nettamente favorevole alle Potenze dell'Asse, ma sulla quale, in determinate circostanze, potrebbero influire notevolmente sia le accennate ragioni d'ordine interno che l'atteggiamento delle altre Potenze danubianobalcaniche e specialmente della Ungheria e della Bulgaria da un lato, della Turchia e della Jugoslavia dall'altro.

(l) Vedi D. 383.

468

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 151. Sofia, 30 agosto 1939 (per. l" settembre).

A telegramma per corriere di V. E. n. 17918/P. R. del 22 corrente (1).

Il Presidente del Consiglio mi ha esattamente confermate le notizie di cui a1 telecorriere surriferito di V. E. Mi ha soggiunto peraltro di essere informato che il Re Giorgio aveva espressamente evitato di incontrarsi col Re Carol anche date le non buone relazioni di famiglia che corrono fra i due Sovrani, ma che gli risultava che Re Giorgio si era espresso con persone a lui vicine nel senso che desiderava particolarmente di non creare nella circostanza sosi>etti o malintesi da parte dell'Italia.

Il Presidente del Consiglio mi è parso dare un certo rilievo a questa informazione.

469

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 152. Sofia, 30 agosto 1939 (per. l" settembre).

A telegramma per corriere di V. E. n. 17919/C (2).

Già dal l • aprile ultimo con mio telespresso n. 1650/709 segnalavo con riserva a V. E. esistenza contatti militari bulgaro-ungheresi. Successivamente come da mio telecorriere n. 0129 del 1° agosto (3) questo Incaricato d'Affari Ungheria ebbe ad accennarmi probabile intensificazione rapporti fra i due Paesi, mantenutisi fino a quel momento secondo egli mi disse cordiaLi ma generici, e lo stesso Presidente del Consiglio bulgaro a quanto riferii con mio telegramma n. 191 del 17 corrente ( 4) mi parlò della necessità di nuovi contatti con Budapest.

Ad un accenno da me fattogli stamane, Kiosseivanov mi ha confermato, pregandomi peraltro tenere notizia riservatissima, recente andata a Budapest

alto ufficiale bulgaro che non mi ha precisato se sia stesso Capo Stato Maggiore bulgaro Generale Hagipetkov. Questi si sarebbe recato Capitale ungherese da Vienna, ove presumibilmente sarebbesi trovato come suppongo, per quanto Kiosseivanov non me lo abbia detto, in relaz.ione raccolta spedizione note forniture armamenti tedeschi.

Non so se non possa trattarsi appunto stesso alto ufficiale cui accenna telecorriere di V. E. al quale rispondo, giacchè le date coinciderebbero: comunque soggiorno di lui a Budapest sarebbe stato brevissimo.

Questioni militari esaminate, secondo dettomi da Kiosseivanov, avrebbero contemplato non vera e propria collaborazione dei due eserciti, bensì più esattamente concertate misure militari intese da parte bulgara provocare concentramenti difensivi forze romene frontiera dobrugiana atti facilitare eventuali operazioni ungheresi in Transilvania. Nondimeno, avrebbe riferito alto ufficiale in questione, tali operazioni non sarebbero per ora previste, ciò che confermerebbe indirettamente dichiarazioni Presidente del Consiglio ungherese di cui al telespresso di V. E. 21 corrente n. 228143/C (l) nè mi r·isulta che da parte bulgara si siano finora aumentate forze già segnalate frontiera dobrugiana.

Crederei debbasi ritenere che tale esame situazione militare possa preludere più precise intese politiche fra Bulgaria e Ungheria, che Kiosseivanov, come da mio citato telegramma, mi disse essere nelle sue intenzioni.

Presidente del Consiglio bulgaro mi ha soggiunto stesso alto ufficiale avrebbegli riferito tendenze spiccatamente naziste media ufficialità ungherese e voci possibili mutamenti attuale Gabinetto che, secondo si affermerebbe, non riscuoterebbe molta fiducia da parte tedesca.

Circa invito Capo Stato Maggiore bulgaro a manovre britanniche, Kiosseivanov mi ha detto che esso era stato effettivamente formulato ma che stante avvenimenti non aveva avuto seguito.

(l) -Non pubblicato. Contiene ritrasmissione in data 22 agosto del T. per corriere aereo 97 da Atene in data 18 agosto, vedi D. 89. (2) -Non pubblicato. Contiene ritrasmissione di T. per corriere 201 da Budapest in data 19 agosto, vedi D. 110. (3) -Vedi D. D. I., Serie VIII, vol. XII, D. 739. (4) -Vedi D. 75.
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IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 153. Sofia, 30 agosto 1939 (per. P settembre).

A telegramma per corriere di V. E. n. 18091/C (2).

Presidente del Consiglio si è espresso meco stamane nello stesso senso telecorriere surriferito di V. E. È convinto che Mavrudis è stato invitato recarsi Turchia a seguito colloqui Re Caro! in vista rafforzamento azione turco-grecoromena. Tuttavia Kiosseivanov ha qualche dubbio circa intendimento greco impegnarsi senza riserve, giacchè ritiene fattore italiano preoccuperebbe estremamente Atene.

Non ritiene invece Turchia sia sulla strada rivedere propria poLitica, pur ammettendo non manchi corrente revisionistica. Mi ha detto aver appreso non

1.6 agosto, vedi D. 65.

rg -Documenti diplomatici -Serie VIII -Vol. XIII

senza sorpresa stesso Aras sarebbe di questa ultima opinione, sì che mi ha espresso intenzione aver colloquio con lui passaggio da Sofia, pare domani, suo già annunciato ritorno Londra.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non pubblicato. Contiene ritrasmissione di T. per corriere 101 da lstanbul in data
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IL MINISTRO ALL'AJA, DIANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 24. L'Aja, 30 agosto 1939 (peT. 4 settembre).

Mio telegramma filo n. 17 del 25 agosto corr. (1).

La improvvisa o almeno ,inaspettata convocazione degli Stati del gruppo di Osio ha suscitato molta impressione in questa opinione pubblica che appare rendersi abbastanza esattamente conto del valore puramente teorico di riunioni del genere. Si realizza abbastanza esattamente come la possibilità per gli Stati interessati di mantenere o meno la loro neutraLità inviolata dipenda in fin dei conti dalla situazione internazionale e dall'interesse pratico e contingente che i Paesi belligeranti possano avere e non già da decisioni di conferenze e neanche da intese che possano intercorrere fra neutrali.

In tale situazione di cose la conferenza di Brusselle viene qui valutata come una semplice manifestazione teorica che ha culminato nel discorso di Re Leopoldo che è sembrato solo destinato a dimostrare in chi l'ha pronunciato e in chi è stato convocato per ascoltarlo il desiderio di far vedere che gli Stati neutrali fanno quanto possono per scongiurare un conflitto che non desiderano e dal quale temono di essere sommersi.

Però oltre l'aspetto politico generale che riguarda la possibilità che la neutralità sia salvaguardata o meno risultano sussistere una quantità di questioni giuridiche ed economiche per le quali conversaz·ioni o scambi di idee hanno evidente interesse. E questo proposito si accenna che a Brusselle sarebbe stata discussa la possibilità che i capi delle missioni diplomatiche degli Stati del gruppo di Oslo in quella capitale formino, in collaborazione col Ministero degli Affari Esteri belga, una specie di «organo di contatto permanente» al fine di esaminare le varie questioni economiche e g.iuridiche collegate ai diritti e ai doveri dei neutrali. Insomma, la conferenza di Brusselle avrebbe avuto, quale contenuto pratico, lo scopo di stabilire fra gli Stati di Osio le basi precise e pratiche di una collaborazione fra neutrali in questo campo.

472

IL MINISTRO ALL'AJA, DIANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 26. L'Aja, 30 agosto 1939 (per. 4 settembre).

Mio telegramma n. 20 del 28 agosto (2). La mobilitazione olandese, decisa, non senza esitazione e proprio quando si credeva che sarebbe stata rinviata a un ulteriore aggravamento della situazione

si è svolta colla massima regolarità e precisione. Essa riguarda sedici classi, dal 1924 al 1939, ed è stata accompagnata da misure che sembrano dover servire a diffondere nella popolazione una specie di mentalità di guerra. L'interruzione per una ~iornata intera del servizio ferroviario, la paralisi quasi completa delle relazioni ferroviarie internazionali, anche col Belgio, la notizia che già sono pron_ te tutte le disposizioni relative al tesseramento dei generi di PIIima necessità, la requisizione di autoveicoli attuata su scala abbastanza larga, sembrano tutti provvedimenti diretti piuttosto a creare una mentalità prebellica che a parare una qualche minaccia che non appare esistente e il cui profilarsi a ogni modo non appare imminente. Lo stesso fatto di aver proclamato la mobilitazione prima degli altri Paesi ·e di averla attuata con una certa messa in scena può orientare sugli effettivi motivi per i quali una così grave misura è stata presa.

Ma innanzi tutto si deve porre in evidenza che il nome «mobilitazione» dà una idea assolutamente spropor:z;ionata della rilevanza del provvedimento. Se ogni classe olandese dà a un dipresso un rendimento di 20.000 uomini, i mobilitati dovrebbero essere circa 320.000; in realtà si tratta, per quanto manchino cifre sicure, di quantitativi assai minori, forse di non più di 200.000 uomini. Le esenzioni sono tali e così profonde -fra l'altro sono stati esentati dalla chiamata tutti gli impiegati statali di età superiore ai 30 anni -che c'è da credere quasi che abbia qualche fondamento l'idea avanzata da un diplomatico qui accreditato che la mobilitazione sia stata decisa... allo scopo di assorbire i disoccupati.

Alla domanda perchè l'Olanda abbia deciso la mobilitazione viene ufficialmente risposto che qui le operazioni relative si svolgono in modo alquanto lento da obbligare il Paese a prendere ampie misu~e precauzionali prima che altrove. Come spiegazione ufficiale del resto ci si può attenere a quanto ha detto la stessa Regina Guglielmina nel suo discorso alla radio, di cui trasmetto il testo completo a parte (1). La Regina ha detto in sostanza che qualunque negligenza avrebbe potuto rappresentare una colpa, e che la mobHitazione è stata decisa, per quanto l'Olanda non si senta minacciata, al solo scopo di salvaguardare il rispetto della sua neutralità.

Non può non apparire fondato il dubbio che la misura sia in relazione piuttosto che ad un effettivo pericolo o minaceia -che la Regina stessa esclude alla opportunità, probabilmente suggerita da qualcuno, qui si sussura da Londra, di contribuire in questo momento ad aumentare l'allarmismo che sta dilagando per l'Europa e che specialmente riguarda ,i Paesi cosidetti democratici e ad accentuare la persuasione che il conflitto sia ormai inevitabile.

L'opinione pubblica olandese -non quella dei giornali, che è pure Jmpregnata di allarmismo ma quella dell'uomo della strada -ha reagito alle misure adottate colla massima calma e serenità; e i richiamati si sono presentati tranquillamente alle armi colla persuasione che non dovranno affrontare nessun nemico sul campo di battaglia. La vita ha continuato a svolgersi più o meno tranquillamente, ed alcune misure un po' strane -quali per esempio quella del divieto di mescita delle bevande alcooliche nei pubblici locali per un paJio di giorni sono state prese con la massima filosofia.

In conclusione, può non essere infondata l'impressione che la mobilitazione e tutte le altre misure ad essa collegata, come interruzione di traffico su alcuni ponti minati e su talune strade, limitazione del traffico ferroviario ·interno e paralisi quasi assoluta di quello internazionale, sembrano avere piuttosto carattere dimostrativo che di pratico effettivo contenuto, nè più nè meno che le misure adottate nell'aprile scorso, a seguito dell'allarme verificatosi qui ed altrove al momento dell'azione italiana in Albania.

(l) -Vedi D. 257. (2) -Non pubblicato.

(l) Non pubblicato.

473

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

R. SEGRETO PERSONALE 6469. Berlino, 30 agosto 1939.

Tu mi hai domandato se « l'atmosfera » fosse buona. Te ne dò le fasi successive: 24 agosto -Incontro mio col Fiihrer e Ribbentrop all'aeroporto. Cordiale. Il Fiihrer mi viene incontro lui stesso.

25 agosto -Rimessa del primo messaggio del Duce. Il Fi.ihrer mi stringe la mano al mio arrivo, non alla mia partenza. Id. nei colloqui successivi della giornata.

26 agosto -Non sono più ammesso dal Fiihrer. Vedo solo Ribbentrop il quale è quanto mai compassato e spesso recriminatorio.

27-28 agosto -Contegno Ribbentrop migliora.

29 agosto -Sono nuovamente ammesso alla presenza del Fiihrer il quale torna a stringermi la mano.

Non Ti nascondo però che io ritengo che Ribbentrop mi faccia discretamente sorvegliare anche nei miei contatti con i funzionari dell'Auswartiges A:mt.

474

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. RISERVATO 6492/2014. Berlino, 30 agosto 1939.

Mio telespresso n. 6355/1974 del 24 agosto u. s. (1).

Il Consigliere di questa R. Ambasciata, Magistrati, ha avuto con l'Ambasciatore nipponico, Generale Oshima, una nuova conversazione che è riassunta nell'appunto qui unito.

ALLEGATO.

IL MINISTRO CONSIGLIERE A BERLINO, MAGISTRATI,

ALL'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO

APPUNTO. Berlino, 30 agosto 1939.

Ho visto stamane nuovamente l'Ambasciatore nipponico, Generale Oshima.

Riassumo qui appresso la conversazione.

Il nuovo Gabinetto giapponese è evidentemente destinato a modificare la

politica del Giappone nei confronti della situazione europea. Oshima non crede

però che un tale cambiamento sarà • sostanziale •. Il nuovo Presidente del Consiglio, Generale Abe, da lui personalmente conosciuto, può essere definito piuttosto un • militare politico • che non un • militare attivo •, e non appartiene quindi a quegli ambienti militari fautori di un atteggiamento nettamente antibritannico. Anche l'Ambasciatore Shigemitsu, che ogni probabilità sarà, in un secondo momento, Ministro degli Affari Esteri, passa comunemente per un simpatizzante per l'Inghilterra. Oshima pensa però che anche Shigemitsu finirà per fare una politica indipendente, negli interessi del Giappone. Il nuovo Ministro della Marina, che ha comandato la flotta nei mari della Cina, è ottimo e attivo elemento.

Oshima ha visto Ribbentrop dopo il ritorno da Mosca. Il Ministro degli Affari Esteri del Reich ha dichiarato che Stalin e Molotov hanno dato buoni affidamenti circa il loro desiderio di • chiarificare • i rapporti dell'U.R.S.S. con il Giappone. Ma nulla di preciso e concreto esiste circa un progetto di stipulazione di un patto di non aggressione tra Tokio e Mosca. Occorre in proposito non dimenticare -ha aggiunto Oshima -come da anni tutta la campagna nipponica in Cina sia stata idealmente basata su una pedana antibolscevica e che il nuovo Governo cinese di Wang Ching-wei ha proprio come suo motto la lotta al comunismo. Come potrebbe radicalmente mutarsi una tale pedana? In Giappone è molto difficile fare differenze tra • bolscevismo • e • Governo di Mosca • perchè l'opinione pubblica li accomuna ed anzi di identifica.

Le notizie che giungono daì Giappone confermano come il patto tedesco-russo, che ha causato grande e spiacevole sorpresa, continui a formare oggetto di commenti poco favorevoli alla Germania ed al suo comportamento. Quasi tutta la stampa critica severamente Berlino e di un tale stato d'animo approfitta naturalmente l'Inghilterra per intensamente lavorare a suo profitto. Oshima però, che continua a ritenere l'Inghilterra, sostanzialmente, il nemico • numero uno •, pensa che, in un secondo momento, e specie se l'Inghilterra dovesse trovarsi impigliata in una guerra in Europa, il Giappone, pur mantenendosi neutrale, finirà per approfittare praticamente della situazione, sostituendo le sue merci a quelle inglesi in molti mercati orientali e disturbando le correnti di interessi britanniche.

Ritornando a parlare della sorpresa causata dal patto di Mosca, l'Ambasciatore, per quanto in termini pacati e non modificando il suo sorridente atteggiamento, non ha mancato di nuovamente dolersi del trattamento ricevuto dai Tedeschi i quali hanno finito per tenerlo completamente all'oscuro di quanto si preparava fino all'ultimo momento. Egli, non appena ricevuta la prima informazione da von Ribbentrop, non mancò di telegrafare al suo Governo per raccomandare la massima calma dinanzi al nuovo ed inaspettato avvenimento. Ma è il primo a riconoscere che Berlino, con i suoi misteri, ha manovrato in modo da suscitare le vive reazioni dell'opinione pubblica nipponica.

Oshima, alla fine della conversazione, mi ha parlato dell'America il cui contegno nei riguardi del Giappone, negli ultimi avvenimenti, è apparso calmissimo.

(l) Non rintracciato.

475

L'AMBAS.CIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO (l)

TELESPR. 6496/2016. Berlino, 30 agosto 1939.

È nota a codesto R. Ministero la situazione dei lavoratori indust11iali italiani, che lavorano in Germania senza l'autorizzazione a trasferire nel Regno i loro risparmi.

Con l'accordo del 12 aprile u. s. si sperava di aver 11isolto definitivamente la questione e di aver fissato le regole per evitare il rinnovarsi di una tale situa· zione. Invece, per il modo in cui le Autorità, tedesche hanno applicato le clausole dell'accordo e per il continuo afluire in Germania (in seguito alle facilitazioni offerte -contrariamente alle nostre richieste -dalle ditte tedesche e dagli uffici tedeschi di lavoro) di lavoratori italiani non muniti di regolare contratto, la situazione si è andata peggiorando e ci si trova ora di fronte a una cifra imprecisata, ma che si valuta a circa 3000 di connazionali che non possono far nessun trasferimento e che, direttamente o a mezzo delle famiglie che si trovano in Italia, reclamano insistentemente l'intervento delle RR. Autorità, per ottenere i trasferimenti necessari a mantenere le persone restate a loro carico in Italia.

Questa R. Ambasciata è ripetutamente intervenuta in loro favore, ma senza alcun risultato. La difficoltà proviene da questo Ministero dell'Economia, il quale desidera, date le necessità dell'industr-ia germanica, di avere forze lavorative italiane senza assumere, di fronte a tale preciso e sostanz;iale beneficio, nes:ml1 carico nel clearing, che impone alla Germania il peso di fornire il controvalore in merci tedesche. Tale atteggiamento è basato sul presupposto, altrettanto falso quanto non apertamente dichiarato, che, data la «disoccupazione» esistente in Italia, gli operai vengano volentieri in Germania anche senza il trasferimento dei r·isparmi e che l'economia italiana si avvantagg,i dal vedere diminuito il numero dei lavoratori non utilizzabili.

Premetto che, dato che noi non autorizziamo l'espatrio di lavoratori che non abbiano un regolare contratto di lavoro con la relativa autorizzazione di trasferimento dei risparmi e che se si è formata in Germania una massa di lavoratori irregolari la colpa ne è sopratutto delle ditte tedesche -il lavoratore inviato in tali condizioni in Germania rappresenta un grave peso per l'economia italiana. Infatti, l'operaio che ha lavorato tutti i mesi estivi in Germania e rientra senza un soldo in Italia, durante l'inverno va a carico dei nostri fondi di disoccupazione e le famiglie che sono restate in Italia devono essere sempre sussidiate dalle nostre opere assistenziali. Appena qualche giorno fa il Prefetto di Udine ha inviato a questa R. Ambasciata una lista di 86 famiglie che devono essere sussidiate, perchè i capi si trovano a lavorare in Germania e non possono inviare

.

nessun aiuto.

Per mettere fine a tale situazione io sollecitai una riunione fra i funzionari di questa R. Ambasoiata, da me delegati, e i competenti funzionari tedeschi. La riunione ebbe luogo ai primi di agosto presso il Ministero dell'Economia Nazionale, con la partecipazione di funzionari del Ministero degli Esteri e del Ministero del Lavoro. In tale riunione fu chiaramente esposto e motivato il pensiero nostro e richiesta, per la migliore e naturale soluzione del problema, l'adozione delle seguenti disposizioni:

l) disporre che gli uffici del lavoro tedesco non concedano più permesso di lavoro a lavoratori italiani a cui non sia stata data l'autorizzazione di trasferire i risparmi;

2) concedere a tutti i lavoratori italiani trovantisi attualmente in Germania -con la connivenza direi quasi delle autorità tedesche -il trasferimento dei risparmi.

Con queste due disposizioni, che avrebbero piuttosto leggermente gravato sul clearing itala-tedesco e che da parte nostra erano già state autorizzate con le lettere dirette da S. E. Giannini al Ministro Clodius, si sarebbe arrivati, in un tempo relativamente breve, ad una situazione normale, perchè, .impedendo ulteriormente la venuta di nuovi lavoratori ·in Germania e con quelli che per diverse ragioni rientrano nel Regno, avrebbe progressivamente riportato il numero dei lavoratori stessi ad un livello corrispondente alle disposizioni esistenti nel clearing.

Tale proposta però trovò una netta resistenza da parte del Signor Rappold, rappresentante del Ministero dell'Economia, il quale, dimostrando poca comprensione, rifiutò assolutamente di venire in qualsiasi modo incontro al nostro desiderio, dando come specifica ragione che con ciò si veniva a premiare le ditte tedesche che avevano fatto venire degli operai in forma irregolare, mentre le ditte che avevano seguito la via giusta ne avrebbero sofferto ed avrebbero protestato. Un'altra ragione sulla quale molto si fondava il signor Rappold era quella che gli operai avevano firmato al momento di ottenere il permesso di lavoro una dichiarazione con la quale rinuciavano al trasferimento dei risparmi. La R. Ambasciata sa però che tali dichiarazioni sono praticamente estorte, e quindi aveva già da tempo ufficialmente protestato contro tale procedura dichiarando che le dichiarazioni stesse erano da noi considerate nulle ed inesistenti.

Dati i risultati completamente negativi della riunione, mi proponevo di intrattenere della questione questo Ministero degli Affari Esteri in sede politica.

Il Ministro Clodius, di ritorno dalla riunione di Cortina d'Ampezzo, dove ha avuto occasione di discutere della questione con S. E. Giannini e col Grande Uff. De Agostino, ha convocato oggi nel suo ufficio il Comm. Zamboni, Io Segretario di questa R. Ambasciata, per esaminare, insieme al Signor Rappold la questione.

In tàle incontro il Ministro Clodius e il Signor Rappold hanno fatto la seguente proposta:

l) stabilizzare definitivamente ,n numero degli operai industriali italiani in Germania a 10.600, cioè al numero di quelli che hanno attualmente l'autorizzazione a trasferire i risparmi;

2) a mano a mano che operai della categoria anzidetta I'limpatriano, concedere ad operai che si trovano ·in Germania in forma irregolare, altrettanti permessi di trasferimento di divise, in modo però da evitare sempre l'dmpiego di una somma maggiore di quella attualmente stabilita per tale genere di trasferimenti.

Da parte nostra si è però fatto presente di essere completamente d'accordo sul punto 1), dato che è il solo mezzo di evitare il ripetersi e l'aggravarsi del lamentato inconveniente. In quanto al punto 2), si é dovuto insistere sull'opportunità di sanare senz'altro la penosa situazione, creatasi e che si è già troppo protratta e sul grave inconveniente che operai che hanno lavorato tutto l'anno in Germania debbano rientrare in Italia assolutamente privi di mezzi, lasciando i loro risparmi nel Reich e divenendo carico pubblico in Italia.

Il Ministro Clodius ha proposto al signor Rappold di permettere a detti operai il trasferimento dei risparmi fatti, almeno al momento del loro rimpatrio, ma anche tale proposta, molto equa ed umana, è statà subito nettamente I'ligettata dal Signor Rappold.

La conversazione si è quindi chiusa con la proposta tedesca sopra riportata. Essa è migliore delle precedenti in quanto evita che le Devisenstellen, su ordine di questo Ministero dell'Economia, riduca, come fa attualmente, con ogni sorta di pretesto, il numero degli opera.i con diritto a trasferimento, ma è, tuttavia, per le ragioni sopra esposte non soddisfacente.

Mi sono messo subito in contatto telefonico col Segretario di Stato von Weizsacker, richiamando la sua attenzione sul problema e pregandolo, anche in considerazione del possibile aumento dei lavoratori italiani da inv,iare in Germania (in seguito al noto appello del Fiihrer al Duce), di voler fare esaminare le proposte da noi fatte in un quadro ben più vasto e non alla luce dei ristretti criteri tecnici sostenuti dal Signor Rappold.

Mi riservo pertanto di ritornare in argomento e di sottoporre all'approvazione di V. E., secondo la risposta che rdceverò, i provvedimenti da adottare.

Mia opinione però sarebbe che gli operai che non ottengono il trasferimento minimo di 70 Marchi mensili debbano essere senz'altro da noi invHati a rientrare nel Regno. Ove non si puntino i piedi a terra adesso, il problema diventerà sempre più grave e sempre più insolubile.

(l) Si presume che questo telespresso sia di Attolico, ma non se ne ha la certezza, perchè esso è desunto da una copia.

476

IL MINISTRO CONSIGLIERE A BERLINO, MAGISTRATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. PERSONALE S. n. Berlino, 30 agosto 1939.

Un po' di cronistoria, per «fissare» le battute di questi utimi giorni, con particolare riguardo alla così detta « missione » Henderson ed alla trattativa anglo-tedesca.

Ho controllato queste notizie sia presso i Tedeschi, sia presso H mio collega britannico. Penso quindi che esse siano, per quanto possibile, esatte nei confronti degli sviluppi graduali degli avvenimenti.

Nel tardo pomeriggio di Giovedì 24 Agosto il Cancelliere Hitler giunse in apparecchio da Berchtesgaden al Campo di Aviazione berLinese di Tempelhof. Ebbi occasione di scambiare con lui qualche parola. Era soddisfatto dell'avvenimento moscovita ed apparve lieto di apprendere come il ritorno di von Ribbentrop fosse annunziato come imminente. Alle 18,30, infatti, il grande quadrimotore che recava il Ministro degli Affari Esteri del Reich atterrava regolarmente, avendo compiuto in poche ore il volo Mosca-Berlino. Tutti avevano aspetto felice. Era evidentemente generale il convincimento che il « colpo di scena » aveva sconvolto tutti i piani franco-inglesi e che, nel disastro della politica dell'accerchiamento, Parigi e Londra avrebbero definitivamente rinunziato a qualsiasi intervento. La partita sembrava già vinta. Ed in serata aveva luogo una lunga conversazione «gratulatoria» Hitler-Ribbentrop.

Nella mattinata di Venerdì 25, cominciarono a giungere le prime notizie dell'irrigidimento britannico. Londra, dopo un primo momento di sbigottimento, si riprendeva. L'annunzio della decisione del Governo inglese di procedere

senz'altro alla stipulazione dell'accordo con Varsavia per la concessione della garanzia dava il colpo di grazia. Riappariva, e sempre più precisa, la minaccia di un immediato intervento franco-inglese nel conflitto. Cadevano molte illusioni e si rilevava una situazione militare non perfetta: ad Occidente lo schieramento militare tedesco, per quanto un'immediata offensiva francese fosse da escludersi, appariva assolutamente insufficiente.

Nella mattinata furono impartite le prime disposizioni per far affluire i rinforzi ad Occidente e contemporaneamente si prospettava l'opportunità di un rinvio dell'inizio delle operazioni ad Oriente che, dapprima fissato per il giorno di Domenica 27, era stato in seguito anticipato di 24 ore e deciso quindi per il giorno di Sabato 26.

Poco prima di mezzogiorno Hitler faceva conoscere all'Ambasciatore britannico il suo desiderio di personalmente parlargli. L'incontro aveva luogo alle 12,30 ed in esso il Cancelliere, rifacendo tutta la storia degli avvenimenti e delle richieste tedesche, poneva in rilievo se non fosse possibile, con una pronta risoluzione della pendente questione, evitare un conflitto tedesco-britannico, e quindi una guerra europea. L'Ambasciatore veniva pregato di recarsi personalmente a Londra per illustrare al suo Governo questa conversazione.

Sir Nevile Henderson prendeva la risoluzione di recarsi effettivamente a Londra ma, nel pomeriggio, per poter appoggiare il suo rapporto orale su di un qualche chiaro pezzo di carta, chiedeva alla Cancelleria che Hitler precisasse il suo pensiero in un qualche documento. Dopo qualche esitazione, si decideva, da parte tedesca, di dare all'Ambasciatore il resoconto della conversazione compilato dal Ministro ed Interprete Schmidt, che vi aveva assistito.

Il Cancelliere convocava dopo poco alla Cancelleria l'Ambasciatore di Francia, Coulondre, ed aveva con lui, nel tardo pomeriggio, una lunga conversazione, nella quale ripeteva più o meno le stesse argomentazioni già usate con il Rappresentante britannico e poneva in rilievo, naturalmente, l'inutilità di una guerra franco-tedesca. Coulondre veniva, a sua volta, pregato di portare la conversazione a conoscenza del signor Daladier.

(Frattanto ci eravamo recati alla Cancelleria ed Attolico aveva presentato la prima lettera del Duce, quella nella quale il nostro Capo, in risposta alla prima comunicazione di Hitler, faceva conoscere il suo pensiero sul nostro atteggiamento in caso di un eventuale conflitto generale. Aggiungo, per la storia, che già nelle prime ore del pomeriggio, alle 14, e cioè subito dopo la conversazione Hitler-Henderson (1), Attolico era stato ricevuto una prima volta dal Fuhrer e da von Ribbentrop).

Subito dopo aveva luogo presso il Fuhrer una riunione dei Capi dell'Esercito, dalla quale dovette senza dubbio emergere la necessità, nella nuova situazione, di guadagnare tempo. Venivano subito impartite urgentissime disposizioni: sospensione dell'ordine di movimento per le truppe ad Oriente, intensificazione dei movimenti verso Occidente. Le informazioni date da Roatta quella sera stessa, alle 20,30, sulla base di notizie udite da lui direttamente mentre si trovava nell'Ufficio di una alta personalità militare del Ministero della Guerra, sono risultate

molto esatte. Si approfittò subito della trattativa con l'Inghilterra e con la Francia per parare e fronteggiare il nuovo compito e la nuova situazione.

Henderson e Coulondre ebbero frattanto gravi difficoltà nelle comunicazioni telefoniche con Londra e con Parigi. Finalmente, appunto per facilitare la trattativa, l'autorità militare diede, verso le 21, via libera alle loro conversazioni. Coulondre informò esaurientemente il signor Daladier del suo colloquio con Hitler. E Daladier si dispose ad inviare al Cancelliere la nota lettera che pervenne a Berlino e venne consegnata nella giornata di Sabato. Henderson, essendo ormai troppo tardi per partire, decideva di lasciare Berlino nelle prime ore di Sabato per Londra, e veniva messo a sua disposizione un apparecchio tedesco.

Questa, nella linea generale, l'origine e la cronistoria della trattativa tedescobritannica, che, dopo battute ottimistiche e pessimistiche, attraversa oggi, a seguito della risposta tedesca di chiedere all'Inghilterra di ottenere « subito » da Varsavia l'inizio a Berlino delle conversazioni dirette tra i due Paesi in conflitto, un ben cattivo momento. Gli Inglesi sono alquanto scettici perchè non trovano « reasonable » la richiesta, e molto di più lo sono i Tedeschi... Veramente ora, se i preparativi ad Occidente fossero terminati, Hitler potrebbe premere il famoso bottone per dare l'ordine di cominciare! Ciò non vuoi dire che non sono pochi quelli che sarebbero lieti se potessero fare macchina indietro!

Ora sento parlare di nuove iniziative: Papa, Londra, Italia. Tanti elementi diversi, la cui fusione non mi sembra eccessivamente adatta per fermare i Tedeschi. A meno che, forse, accanto a quelle iniziative, non vi sia almeno il piatto, pronto e caldo, di Danzica, fatto per dare a Hitler la soddisfazione, per il suo prestigio, di poter entrare subito nella Città, personalmente, secondo le sue abitudini, per proclamarne l'unione al Reich.

Frattanto tutti qui attendono perplessi, e tristamente e disciplinatamente rassegnati.

(l) Nota di Magistrati: «Della quale non venne data notizia al nostro Ambasciatore».

477

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. URGENTE 4547/1838. Sofia, 30 agosto 1939.

Ho avuto stamane occasione di chiedere al Presidente del Consiglio se egli fosse a conoscenza di presunti e, a quanto pare, vani passi britannici a Bucarest, di cui era stata data qualche pubblicità dalla stampa, intesi ad invitare la Romania ad una conciliazione con la Bulgaria e l'Ungheria, sulla base di cessioni territoriali. Preciso che tale notizia è stata riportata in particolare dal Giornale d'Italia del 27 corrente, nell'ultima pagina dell'ultima edizione.

Kiosseivanov mi ha detto che aveva anche egli rilevato la notizia, ma che non era altrimenti .informato della cosa, sì che non poteva nè affermare nè escludere, per ciò che riguarda la Bulgaria, che da parte britannica un suggerimento in quel senso fosse stato dato, come fu, del resto inutilmente, dato altre volte per l'addietro, nel tentativo di rimuovere gli ostacoli alla sperata adesione bulgara al blocco balcanico.

n Presidente del Consiglio, a meno che la notizia riflettesse appunto quei tentativ-i da tempo sorpassati, la riteneva tuttavia poco credibile, anche stando al comportamento di questo Ministro britannico, che, rientrato come ho riferito, il 25 corrente a S.ofia, è stato da lui ricevuto ieri.

n Signor Rendel, come mi ha detto Koiosseivanov, si è espresso in modo inusitatamente ed oltremodo violento, esaltando la potenza britannica, ed affermando che l'Inghilterra era assolutamente risoluta alla guerra, giacchè « bisognava oramai farla finita». Ha dichiarato che non era possibHe di avere alcuna fiducia nell'esito dei tentativi di conciliazione e che del resto le ragioni di conflitto andavano ben al di là di una questione definita, ma investivano gli stessi «principi». Ha poi soggiunto che la guerra sarebbe stata tuttavia formalmente dichiarata perchè non assumesse il carattere di un'improvvisa aggressione e che il primo colpo sarebbe stato vibrato all'ItaLia, che sarebbe stata «messa a ragione in due o tre settimane ».

A questo punto Kiosseivanov mi ha detto di averlo interrotto osservando che tanta facilità gli pareva eccessiva e chiedendogli se non credeva d'altra parte che in caso di conflitto per Danzica la Germania non sarebbe stata in grado di agire da sola senza dover chiedere l'intervento italiano. A ciò Rendel si sarebbe arrestato piuttosto perplesso, soggiungendo poco dopo che l'eventualità di un non intervento sarebbe stata desiderabile per risparmiare all'ItaLia gravi conseguenze ma che egli non vi credeva molto.

Il Presidente del Consiglio mi ha soggiunto che era rimasto stupito e sdegnato del modo di espl'limersi, da lui definito «incoerente e insensato», tanto inabituale di questo Ministro d'Inghilterra, che egli non era lontano dal credere che questi parlasse dietro precise istruzioni dal suo Governo di agire in modo apertamente intimidatorio.

Nessun accenno Rende! avrebbe invece fatto alle questioni bulgare, limitandosi semplicemente ad un vago accenno a una futura «correzione di ing-iustizie», che l'Inghilterra sarebbe stata in grado di promuovere dopo aver imposto all'Europa la sua pace.

478

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINIS.TRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 4551/1839. Sofia, 30 agosto 1939.

Telespresso di V. E. 21 corrente n. 228144/C. (1),

L'opinione di questo Governo nei confronti della Jugoslavia rimane sostanzialmente quella che ho riferito all'E. V. in queste ultime settimane, di dubbio cioè e di sospetto. Con altro mio telespresso 1in data odierna (2) ho segnalato all'E. V. la pessima impressione che hanno qui prodotto certe difficoltà frapposte dal Governo jugoslavo al transito di materiale bellico proveniente

dalla Germania e destinato in Bulgaria, e anche più le informazioni da esso date in proposito, come si afferma, agli altri Stati della Piccola Intesa.

Sembrerebbe perciò in questo momento sempre più problematico, indipendentemente da ogni definitiva determinazione della Bulgaria, un coordinamento dell'atteggiamento bulgaro con quello jugoslavo.

Inoltre la situazione interna jugoslava appare qui, dopo l'accordo serbocroato, densa di incognite. Me lo ripeteva anche stamane il Presidente del Consiglio, soggiungendomi che, a suo avviso, l'entrata nel nuovo Gabinetto di Nedié, personalità secondo lui vincolata alla Lega Militare, manifesterebbe che da parte dell'esercito si intenderebbe controllare il Governo, e creare degli ostacoli al normale funzionamento dell'accordo serbo-croato.

In queste condizioni, estreme sarebbero poi le preoccupazioni jugoslave per lo sviluppo degli avvenimenti in corso. Ne avrebbe fatto testè cenno a Kiosseivanov, come questi mi ha detto, anche questo Ministro di Jugoslavia.

(l) -Non pubblicato. (2) -Indicazione imprecisa.
479

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. (1). Sofia, 30 agosto 1939.

Le ripercussioni della conclusione del patto germano-sovietico sulla situazione del sud-oriente europeo vengono seguite e registrate da questi circoli politici e giornalistici con molta cura e con vigile attenzione per i prossimi sviluppi che potranno derivarne in questa parte dell'Europa.

Tra i numerosi commenti che tendono, in sostanza, a dimostrare, secondo una corrente di opinione già segnalata nel mio precedente telespresso, come la Germania e la Russia siano congiuntamente divenute Potenze regolatrici dell'equilibrio balcanico, appare particolarmente degno di interesse un editoriale dell'informativo Zora del 28 u. s. ,intitolato ~~: I vicini della Bulgaria e il patto russo-tedesco» e che riassume fedelmente l'opinione qui maggiormente diffusa al riguardo.

In esso viene messo in evidenza come la firma del patto abbia determinato per la Turchia una situazione particolarmente deLicata in quanto il precedente accordo anglo-turco era fondato sul presupposto dell'adesione della Russia al « fronte della pace »; con l'allontanamento di tale prospettiva la Turchia sarebbe pertanto costretta a rivedere la propria politica, per quanto, osserva il giornale, alcune affermazioni della stampa turca relative alla fedeltà del Governo di Ankara agli impegni contratti con Londra e Parigi ed a quelli derivanti dal patto balcanico, sembrerebbero dimostrare il proponimento di reagire ad ogni mutamento nello statu qua della penisola che dal patto russo-germanico dovesse prendere origine.

(ll L"originale del presente documento, ritrasmesso per conoscenza alle Ambasciate a Londra, Berlino, Mosca, Parigi, Varsavia, Ankara ed alle Legazooni ad Atene, Belgrado, Bucarest, Budapest, con Telespr. 230684/c in data 7 settembre, non è stato rintracciato.

E però, conclude il giornale, citando anche il telegramma dell'Agenzia Telegrafica Ateniese che smentisce gli asseriti passi di Metaxas per una dichiarazione di neutralità da parte dell'Intesa Balcanica, sembrerebbe indubbio che la Turchia e la Grecia intendano continuare, seppure in tono attenuato, nell'atteggiamento politico finora mantenuto: per contro, osserva, la smentita di Atene ha valore strettamente limitato alla Grec,ia e alla Turchia, avendo la Romania e la Jugoslavia esplicitamente o implicitamente tenuto a riaffermare il proposito di rimanere rigorosamente neutrali.

480

IL MINISTRO A DUBLINO, BERARDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

R. 1234/340. Dublino, 30 agosto 1939 (1).

Questo Ministro di Germania è venuto ogg.i alla R. Legazione per mettermi al corrente di essere stato incaricato dal suo Governo di dichiarare al Primo Ministro irlandese che, data la gravità della situazione internazionale, la Germania, in caso di conflitto, non compirebbe atti di ostilità contro il territorio che trovasi sotto la sovranità dell'Eire, sempre che una stretta neutralità venga osservata da parte del Governo dell'Eire. Il Signor De Valera nel prendere atto della dichiarazione, ha osservato che l'Eire per la sua peculiare postura geografica è costretta a rifornirsi dall'Inghilterra di materie Drime e di manufatti di cui difetta in modo assoluto e che salda con esportazioni di bestiam·~ e prodotti agricoli per un volume che non supererebbe il 4 % delle importa zioni globali britanniche. Con ciò De Valera ha voluto far rilevare che sta bene la neutralità, ma l'Eire, rimasta infeudata, in conseguenza della lun.~a dominazione britannica, all'economia ed alla finanza inglese, non se ne può sganciare ancora per diversi anni. La popolazione irlandese che vive quasi esclnsivamente di tale intercambio e si appoggia unicamente alla finanza inglese, dovrà pertanto continuare in tale subordinazione materiale che neppure l'abolizione della partizione porterebbe ed eliminare.

L'altro punto su cui De Valera ha attirato l'attenzione del suo interlocutore, è che il Governo dell'Eire non ammetterebbe alcuna intromissione estera nel problema nazionale unitario ossia, nessuna interferenza estera presso elementi estremisti locali sarebbe tollerata, il Governo irlandese venendosi altrimenti a trovare esposto alla duplice reazione, quella di Londra che riverserebbe su esso il sospetto di una neutralità sleale contro la sicurezza britannica, quella degli estremisti repubblicani che, intensificando l'attività terroristica, creerebbero pericolo allo stesso Governo che già ha da affrontare non lievi difficoltà per mantenere in piedi la neutralità.

De Valera ha poi chiesto al Ministro germanico se poteva rendere pubblica tale sua dichiarazione. Quest'ultimo si è riservato di rispondere appena avrebbe ricevuto istruzione che s'incardcava di sollecitare a Berlino.

La dichiarazione germanica al Governo dell'Eire offre lo spunto ad alcune considerazioni :

l) precedendo essa ogni atto ufficiale del Governo dell'Eire circa l'attitudine da seguire nel conflitto, il Governo del Reich ha evidentemente voluto fare più che altro una manifestazione di simpatia e di amicizia per gli irlandesi;

2) col portare la propria attenzione alla particolare sdtuazione della nazione irlandese, il Reich ha naturalmente inteso incoraggiare gli estremisti repubblicani nella loro campagna antibritannica;

3) il fatto che la neutralità dello Stato dell'Eire verrebbe rispettata dal Reich, non comporta che quest'ultimo debba osservare tale condotta per la parte dell'isola che trovasi sotto la sovranità britannica e che resta pertanto esposta alle ostilità delle forze operanti tedesche. Ma anche qui non esulano le stesse ragioni di carattere politico che consiglierebbero dnvece di evitare ogni atto di guerra contro il territorio dell'Ulster per non creare qui ripercussioni e motivi di reaz,ione anti-germanica sempre suscettibili di risolversi in un incoraggiamento alle correnti pro-britanniche dell'Eire.

Che questa mossa germanica possa allo stato delle cose avere risultati utili, è da dubitarsi. Piuttosto è da osservare che Limitando la zona delle ostilità, per l'impegno del rispetto della neutralità irlandese, il comando germanico in sostanza rende indirettamente un servizio all'Inghilterra la quale -come asserisce il corrispondente del Times da DubLino -« non è così costretta a difendere (ovverosia rioccupare!) i porti irlandesi del sud per assicurarsi il rifornimento di bestiame finchè i tedeschi continueranno a rispettare la neutralità irlandese » !

(l) Vedi il telegramma n. 22 del 1° settembre (D. 524) che si deve riferire allo stesso passo.

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IL MINISTRO A TALLINN, CICCONARDI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 944/414. Tallinn, 30 agosto 1939.

Nel parlarmi delle ripercussioni in Estonia della conchiusione del Patto di non aggressione tra il Reich e l'U.R.S.S., il Ministro degli Esteri, signor Selters, mi ha detto che esso ha, indubbiamente, migliorato la situazione di questo Paese. Il pericolo di un'occupazione russa, che avrebbe dovuto essere giustificata dal pretesto di una minaccia tedesca, sembra, se non definitivamente allontanato, almeno rinviato.

Il Signor Selters vede in quell'avvenimento la conferma della bontà della decisione del suo Governo e di quello lettone di accettare la proposta di un Patto di non aggressione con la Germania. È da tener presente che Estonia e Lettonia avevano già conchiuso, da tempo, un patto analogo con l'U.R.S.S. Il Signor Selters ha citato, anche, degli articoli di importanti giornali finlandesi, nei quali si deplora che quel Governo non abbia seguito, nei riguardi della Germania, un atteggiamento analogo a quello dell'Estonia e della Lettonia.

Il Signor Selters non crede che l'accordo russo-tedesco importi anche una intesa su un progetto di spartizione della Polonia e dei Paesi Baltici, poichè egli ritiene che l'U.R.S.S. e la Germania non hanno interesse a stabiLire delle

frontiere comuni. A lui sembra più verosimile pensare che la Germania con l'annessione di Danzica e della regione del corridoio mira ad indebolire la Polonia, a liberarsi di uno Stato abbastanza forte alla frontiera, ma non a provocare una spartizione, ritenendo utile la sua esistenza e la sua funzione tra i due grandi Stati dell'Europa Orientale.

D'altra parte, il Governo sovietico ha già trovato nella conclusione del Patto di non aggressione con la Germania notevoli vantaggi. Ha ottenuto una rivinc·ita per l'esclusione dal convegno di Monaco dello scorso settembre, ha maggiore Libertà di azione nei riguardi del Giappone, e, quel che più importa, ha evitato il pericolo, almeno immediato, di una partecipazione alla guerra, grandemente temuto per le note ragioni di politica interna.

Un accordo preventivo a spese della Polonia e dei Paesi Baltici sembra doversi escludere, anche perchè avrebbe legato troppo l'U.R.S.S. alla Germania, alle sorti di essa durante e dopo la guerra. Un periodo di attesa, che permetta di intervenire se e quando ciò risulti opportuno, è indubbiamente per il Governo sov,ietico più vantaggioso. L'andamento della guerra potrebbe determinare per l'U.R.S.S. le circostanze favorevoli al raggiungimento dei suoi obiettivi in questo settore, anche indipendentemente da un preventivo assenso della Germania. Tale il pensiero del Governo in Estonia e tali le dpotesi da esso formulate.

Perciò, esclusa l'eventualità di un conflitto armato tra Germania ed U.R.S.S. attraverso gli Stati Baltici, la situazione di questo Paese è, momentaneamente, migLiorata. Ma, il Governo non crede, e l'opinione pubblica ancora meno, che ogni pericolo sia definitivamente scongiurato per l'avvenire.

Pur non avendo alcun dubbio sui successi rapidi e decisivi dell'esercito tedesco in Polonia, si teme una guerra di lunga durata per effetto del blocco della Francia e dell'Inghilterra.

L'importanza politica del Patto russo-tedesco è messa in rilievo, ma si dubita della possibilità dei rifornimenti delle matel'lie prime di maggior interesse per la Germania, soprattutto dei petroli, a causa delle difficoltà dei trasporti. Si pensa che la Germania non potrà, in ogni caso, fidarsi della parola del Governo bolscevdco. In questo Paese, la cui politica estera è dominata da un costante senso di apprensione nei riguardi della Russia, si afferma, già, che Stalin ed il bolscevismo si annunziano come i veri vincitori di una guerra e si fanno previsioni pessimistiche per l'avvenire dei piccoli Stati di questa riva del Baltico.

482

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 43. Danzica, 31 agosto 1939, ore 0,50 (per. ore 4,35). Mio telegramma n. 42 (1).

Nessun incidente di frontiera nelle ultime 24 ore. Ieri ebbe luogo in un sobborgo di Danzica funerale accompagno danzichesi uccisi 25 corrente (di

cui mio telegramma n. 36 (l); ,intervenuto anche Capo Manipolo della M.V.S.N. Campanari proveniente da Koenigsberg il quale presta servizio presso quel Comando S. A. e che oggi ha compiuto una ricognizione alla frontiera danzichese-polacca accompagnato da ufficiali del predetto Comando.

Comunicazioni ferroviarie sospese con la Germania sono ridottissime con la Polonia; praticamente Danzica è collegata con la Germania soltanto tramite Prussia Orientale mediante navigazione Pillau (Koenigsberg)-Stettino. Comunicazioni postali <irregolarissime.

Notizia mobilitazione generale Polonia ha aumentato nella popolazione impressione causata dalla mobiLitazione germanica e francese. N e è indizio affannarsi domande rivolte a persone di questo Consolato Generale e della mia famiglia sulla eventualità di una guerra; la nostra calma cosciente e fiera li rassicura ed essi ne sono riconoscenti così come riconoscono azione moderata che l'ItaLia esercita sull'altro polo dell'Asse nell'interesse di questa città stessa e della pace con giustizia.

Questa sera segnalata con riserva imminente partenza definitiva da Danzica del Ministro di Polonia e dei suoi funzionari più compromessi per belLicismo.

Comunicato Roma, Berlino e Varsavia.

(l) Vedi D. 429.

483

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 589. BerLino, 31 agosto 1939, ore 2,25 (per. o1·e 6).

La risposta inglese è arrivata ed è stata portata da Henderson a Ribbentrop poco dopo le 23. Essa in sostanza constata la pratica impossibilità di «produrre uno speciale plenipotenziario polacco a Berlino per oggi stesso » e quindi suggerisce le vie di negoziazioni normali e cioè la consegna all'Ambasciatore polacco a Berlino di quelle che Berlino considera le possibili basi di negoziazioni.

Effettivamente il Governo tedesco aveva già elaborato queste basi e ciò in un documento di 16 punti di cui è stata data ad Henderson sommaria lettura. Senonchè nessuno essendosi presentato da parte polacca a prenderne cognizione, rimane da vedere se, dico se, e quale ulteriore seguito la cosa possa avere.

In questo momento Henderson sta cercando convincere l'Ambasciatore di Polonia a farsi egli stesso parte diligente e quindi domandare senz'altro la comunicazione del documento. Si tratta però di vedere se Lipski si sente autorizzato a farlo oppure se ritenga dover prima chiedere istruzioni a Varsavia.

Intanto questa sera a mezzanotte -ritengo in seguito alla ricevuta conferma della notizia della mobilitazione polacca -si è riunito sotto la presidenza <li Goering il Consiglio della Difesa.

(l) Vedi D. 328.

484

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. URGENTE E CONFIDENZIALISSIMA. Roma, 31 agosto 1939, ore 2,45.

I send you, herewith (1), in confidence, the substance of a communication which His Majesty's Ambassador in Berlin has been instructed to make to Herr Hitler and the sense of a communication which His Majesty's Ambassador in Warsaw has been instructed to make to the Pol,ish Government.

TRADUZIONE

Vi mando qui acclusa, a titolo confidenziale, la sostanza di una comunicazione clÌe l'Ambasciatore di Sua Maestà a Berlino ha avuto istruzioni di fare al Signor Hitler e il senso di una comunicazione che l'Ambasciatore di Sua Maestà a Varsavia ha avuto istruzioni di fare al Governo Polacco.

485

IL MINISTRO A LISBONA, MAMELI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 145. Lisbona, 31 agosto 1939, ore 3,15 (per. ore 6,45).

Mio telegramma n. 142 in data 29 corr. (2).

Ho avuto oggi con il Presidente Salazar un colloquio durato oltre un'ora, durante il quale egli ha tenuto a mantenere costantemente tono particolarmente aperto e cordiale.

Riassumo i punti principali della conversazione.

Salazar non era stato mai ottimista sulla situazione, ed oggi lo è ancora meno sugli imminenti sviluppi della crisi internaz,ionale. Sue parole hanno confermato elementi già segnalati, tra cui quello che egli è informato dall'Ambasciatore portoghese in Londra essere l'Inghilterra ormai deoisa ad opporsi anche a costo di un conflitto armato all'espansione ed all'egemonia tedesca in Europa.

Parte notevole di quanto mi ha detto è stata dedicata alla dimostrazione del suo convincimento che, in caso di conflitto, l'ItaLia rimarrà neutrale nello stesso interesse della Germania. Nessuna obiezione per quanto vivace e precisa, è valsa a scuoterlo da tale convincimento che ha svolto con una lunga serie di argomenti. Contrariamente a quanto era prevedibile non si è direttamente scagliato contro il patto tedesco-sovietico. Ma ha argomentato che esso deve segnare una nuova direzione dell'attività tedesca, in quanto la Germania finirà fatalmente con il contrastare i suoi nuov,i associati, e tenterà di spingersi verso

20 -Dommenti diplomatici -Serie VIII -Vol. XIII

il Nord-Est. A suo modo di vedere, se la linea delle sue conquiste si dirigerà allora, contro la nuova associata, i popoli latini non avranno nulla da perdere. Di qui a delineare l'idea di futuri accordi tra Italia, Spagna, Portogallo, Francia e Centro Europa (con sottintesa la partecipazione britannica) breve è stato il passo.

Ritengo che tale parte dell'esposizione di Salazar valga la pena di essere riferita, non fosse altro perchè essendomi già stata accennata dai suoi diretti collaboratori, indica la tendenza o un tentativo che -per quanto utopistico possa essere -non è probabilmente di marca portoghese.

Circa l'attitudine del Portogallo in caso di conflitto, ho notato nelle parole del Presidente del Consigldo la stessa esitazione dei suoi collaboratori. La sicurezza con cui Salazar prevedeva la neutralità del Portogallo nel settembre scorso è ormai lontana. Alla mia osservazione che egli sembrava prevedere più esattamente l'attitudine del mio Paese che non del suo, egli ha subito risposto che, infatti, non poteva dire quello che il Portogallo potrà fare. Ha rtipetuto gli stessi argomenti già esposti a Nicolas Franco. Ha fatto intendere le ragioni della sua incertezza per elementi vari ed imprevedibili di un eventuale conflitto, per la sua estensione ed i problemi che creerà per la sicurezza delle colonie del Portogallo ed altro. Con riluttanza ha finito con l'ammettere come prevedibile neutralità in un primo tempo. Infine mi ha detto di ignorare quale attitudine terrà la Spagna.

Quest'ultima indicazione segna evidentemente un caposaldo di somma importanza, essendo chiara la correlazione tra l'esitazione attuale del Portogallo e l'incertezza circa l'atteggiamento della Spagna. Pressione britannica in Portogallo, con precisa insistenza sulla sicurezza delle colonie, è ogni giorno più palese. D'altra parte il Portogallo non può prescindere dall'atteggiamento della Spagna. Appare dunque oggi qui evidente che soltanto un fermo atteggiamento e linguaggio del Governo spagnolo (non solo a Lisbona ma anche a Londra) potrebbe dare a questo Governo la possibilità di realizzare una neutralità che è nei voti, non solo delle sfere dirigenti, ma anche della maggioranza della popolazione.

(l) Non pubblicato. Vedi Libro Azzurro B·ritannico, DD, 89 e 90,

(2) Vedi D. 430, che è però in data 30 agosto,

486

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, AL MINISTRO A BERNA, TAMARO

T. 512/99 r. Roma, 31 agosto 1939, ore 5.

Vostro telegramma 107 (1).

Siete autorizzato ad assicurare codesto Governo che, in caso di conflitto, Governo italiano rispetterà rigorosamente neutralità svizzera nell'Jntesa che Svizzera si regoli ugualmente.

Per quanto riguarda questione vettovagliamento Confederazione, potete ricordare che, con nota verbale del l o maggio diretta a questa Legazione di Svizzera (v. telespresso di questo R. Ministero n. 34 del 4 maggio) è stata data assicurazione che il trasporto delle merci indispensabili al vettovagliamento della Svizzera in transito attraverso l'Italia avrà, in caso di guerra, per quanto possibile, il suo corso. Oiò evidentemente comporta l'uso dei porti italiani per dette merci.

Questa Legazione di Svizzera avendo inoltre chiesto che si inizino subito conversazioni fra tecnici sia per concretare questione transito merci sia per quanto riguarda questione approvvigionamento Svizzera di merci necessarie alla vita di origine italiana, ed avendo fatto n nome del Senatore Giannini, potete far conoscere che siamo. d'accordo per inizio dette conversazioni tecniche alla data che potrà essere concordata direttamente fra i Delegati dei due Paesi.

(l) Vedi D. 415.

487

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTEJRI, CIANO

T. URGENTISSIMO 590. Berlino, 31 agosto 1939, Ore 9,04 (1).

Mio fonogramma 589 (2).

Se un fatto nuovo non si produce subito Germania fra poche ore sarà in guerra. Questo fatto nuovo potrebbe essere o una telefonata diretta e personale del Duce al Fiihrer o la presentazione immediata dell'Ambasciatore di Polonia Lipski per negoziare.

488

L'AMBASCIATORE DI SPAGNA A ROMA, GARCIA CONDE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

NoTA VERBALE 120. Roma, 31 agosto 1939.

La Embajada de Espafia tiene la honra de acusar recibo al Real Ministerio de Negocios Extranjeros, da la Nota Verbal n. :~29330/37 (3), de fecha 28 del actual, comunicando haber dado las instrucciones oportunas a la Embajada de Su Majestad el Rey Emperador en Shanghai, para que los Rs. Consulados competentes se hagan cargo de la protecci6n de los subditos y de los intereses espafioles en el territorio chino que no esta ocupado por las fuerzas japonesas.

La Embajada quiere con tal ocasi6n, agradecer vivamente al Real Miinisterio de Negocios Extranjeros, la nueva prueba de amistad que representa, en este caso, la acogida favorable de los deseos expresados por el Gobierno Espafiol.

!2) Vedi D. 483.
(l) -Manca l'indicazione dell'ora di arrivo del telegramma. (3) -Vedi D. 369.
489

APPUNTO DELLA DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI DI EUROP A E DEL MEDITERRANEO (l)

Roma, 31 agosto 1939.

A proposito della proposta fatta dal Governo romeno al Governo ungherese di un Patto di non aggressione, il Ministro di Romania a Roma è stato informato che GhigJ, parlandone con Gafencu, ha fatto comprendere che la prosta avrebbe potuto essere interpretata come inspirata dai Governi inglesi e francese. Il Governo romeno trova tale interpretazione completamente infondata. La proposta è di origine prettamente romena e rientra nel quadro della politica pacifica che la Romania desidera di svolgere con tutti i suoi vicini. Se di ispirazione si volesse assolutamente parlare, essa dovrebbe trovarsi nella legittima preoccupazione del Governo romeno di spianare la strada verso le Potenze dell'Asse.

490

APPUNTO DELLA DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI DI EUROP A E DEL MEDITERRANEO (2)

Roma, 31 agosto 1939.

Il Ministro di Romania ha fatto presente verbalmente !',importanza capitale che l'opinione pubblica romena, la stampa e i circoli politici attribuiscono soprattutto in questo momento all'Italia e al suo attegg.iamento negli avvenimenti in corso. La Romania fonda grandi speranze sull'appoggio che potrà trovare in avvenire a Roma nell'interesse mutuo dei due Paesi e in quello della politica di pace e di ricostruzione dei Balcani. In Romania si ha la sensa:done che l'Ungheria, per circostanze generali, non possa più rappresentare la parte che essa ha avuto fino ad oggi per l'Italia, mentre la Romania, anche grazie alle sue relazioni con la Jugoslavia, crede di poter utilmente corrispondere agli scopi della politica italiana.

Si tratta di osservazioni personali del Ministro che egli si riserva di sviluppare, alla prossima occasione, direttamente con l'E. V

491

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 591. Berlino, 31 agosto 1939, ore 12,30.

Ribbentrop non in ufficio. Ho informato subito della comunicazione telefonica di V. E. Weizsacker, pregandolo portarne subito contenuto a conoscenza così di Ribbentrop come del Fiihrer.

Ho sottolineato particolare importanza idea Duce che, mentre darebbe immediata tangibile soddisfazione alla Germania, lascerebbe poi tempo discutere restanti questioni in condizioni più tranquille e atmosfera meno infuocata. Mi sono tenuto ad ulteriore disposizione così di Ribbentrop come del Fiihrer.

Quanto alla possibilità di comunicazioni anche soltanto indirette dalla Germania alla Polonia mi sembrano assolutamente da escludere. Trincerandosi, come fa in questo momento, dietro questioni di procedura, Varsavia dimostra una attitudine non corrispondente alla gravità dell'ora e alle stesse promesse fatte attraverso Inghilterra di essere pronta a negoziare direttamente.

Questo l'Inghilterra stessa dovrebbe capirlo.

(l) -Probabilmente questo appunto è stato redatto dal Capo dell'Ufficio II della Direzione Generale stessa, Scaglione. (2) -Id.
492

L'AMBASCIATORE AD ANKARA, DE PEPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 113. Ankara, 31 agosto 1939, ore 12,58 (per. ore 16).

Voci di mobilitazione in Turchia sono smentite catego11icamente. Si precisa che una sola classe è richiamata alle armi ed in una parte del Paese, per un esperimento di mobilitazione . In queste ore di attesa Governo e opinione pubblica si preoccupano prinoipalmente dell'atteggiamento dell'Italia e di quello dei Sovieti.

Il primo si cerca di indovinarlo o interpretarlo attraverso le comunicazioni della radio italiana ansiosamente ascoltate e commenti dei nostri principali giornali ampliamente citati e riportati.

Si tenta anche e in modo più ingenuo che tendenzioso, di cercare di influenzarlo o discutendo, come si fece nei giorni scorsi, sulla possibilità che l'Italia resti neutrale oppure prospettando i pe11icoli che all'Italia deriverebbero sia attesa vittoria che attesa sconfitta della Germania.

L'atteggiamento dei Sovieti impressiona specialmente dopo il comunicato dell'Agenzia Tass che annunzia rinforzo di guarnigioni alle frontiere occidentali.

493

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE A BRUSSELLE, LOJACONO, E AL MINISTRO ALL'AJA, DIANA

T. 511 r. Roma, 31 agosto 1939, ore 13.

(Solo per Brusselle) Vostro n. 63 (1).

(Solo per l'Aja) Vostro n. 27 (2).

(Per tutti) Ringraziate codesto Governo e assicurate che si è preso nota della comunicazione fattavi.

(l) -Vedi D. 396. (2) -Sic nel testo, ma si tratta certamente del T. 21, vedi D. 397.
494

L'AMBASCIATORE PRESSO LA SANTA SEDE, PIGNATTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE S. n. Roma, 31 agosto 1939, ore 14,15 (per. stesso giorno).

Il Cardinale Segretario di Stato, di ritorno da Castelgandolfo, mi ha fatto chiamare e mi ha fatto la seguente comunicazione per iscritto:

« Il Santo Padre non vuole deporre la speranza che le trattative in corso possano portare a una soluzione giusta e pacifica, quale il mondo non cessa di implorare.

Sua Santità supplica quindi, in nome di Dio, i Governi di Germania e di Polonia di fare del tutto per evitare qualsiasi incidente, e di astenersi dal prendere qualsiasi misura capace di aggravare l'attuale tensione. Chiede ai Governi di Francia, d'Inghilterra e d'Italia di appoggiare questa Sua richiesta».

Identica comunicazione è stata fatta, nella stessa forma, ai miei colleghi di Germania, di Polonia, d'Inghilterra e di Francia. Il Cardinale Maglione mi ha detto che informerà, di questo suo passo, l'Ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede e ne farà dare notizia all'Ambasciatore degli Stati Uniti a Roma. Tutti i Nunzi saranno informati.

Il Nunzio a Varsavia ha ricevuto, fino da ieri istruzioni di esercitare un'azione moderatrice sul Governo polacco. Sarà telegrafato nuovamente, oggi stesso, a Mons. Cortesi, invitandolo a insistere perchè la Polonia si presti alla conciliazione.

495

IL MINISTRO ALL'AJA, DIANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 25. L'Aja, 31 agosto 1939, ore 14,15 (per. ore 16). Mio telegramma n. 24 (1). Ieri sera questo Ministro di Germania si è recato da questo Ministro degli Affari Esteri e gli ha comunicato che Governo tedesco aveva preso cognizione

con gratitudine dell'offerta olandese di buoni uffici ma che circostanze non permettevano ancora di prendere posizione.

496

IL MINISTRO A STOCCOLMA, SORAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 27. Stoccolma, 31 agosto 1939, ore 14,15 (per. ore 17).

Nell'imminenza del momento risolutivo della crisi la Svezia assiste con relativa calma agli avvenimenti. Patto di non aggressione russo-tedesco assicurando, almeno per qualche tempo la tranquillità della zona baltica, ha infuso fiducia di poter conservare a. lungo, senza · pericoli e sacrifici, una posizione

(ll Vedi D. 450.

di completa neutraLità. D'altra parte buone disponibilità di approvvigionamenti escludono pericolo di deficienza di derrate lamentate nella passata guerra. Perciò preparativi d'ordine militare sono limitatissimi, ed i provvedimenti d'ordine economico si restringono a qualche regolamentazione d'esportazione e d'dmportazione ed a misure precauzionali per evitare l'accaparramento dei carburanti.

Stampa segue avvenimenti con ampi notiziari e li commenta a ddstesa, ma sempre con atteggiamenti da spettatore rispondente all'assoluta volontà di tenersi lontano dal conflitto. Naturalmente giornali di sinistra rivelano più chiaramente simpatia per Potenze Occidentali -che predominano nel Paese -specialmente da quando la Russia se ne è distaccata.

497

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SAPUPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 131. Copenaghen, 31 agosto 1939, ore 15,05 (per. ore 18).

Fra telegrammi e corrispondenze vari centri europei che possono alimentare speranze soluzione pacifica attuale gravissima crisi viene posto da questa stampa specialissimo rilievo telegramma agenzia Ritzau avuto da Roma traverso

D. N. B. con diffuso riassunto articolo Popolo d'Italia attribuito Duce. Politiken intitola « Mussolini scrive invocasi opera mia perchè io salvi pace ». Importantissimo articolo pubblicato tutta stampa ,italiana che si attribuisce Mussolini Berlingske Tidende Mussolini in articolo drammatico domanda cancellazione completa pace Versag1ia. Europa può guarire solo qualora si sradichino causa malattia Socialdemokraten ricetta di Mussolini: « via da Versaglia ».

498

IL CONSOLE GENERALE A GINEVRA, BOVA SCOPPA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 141. Ginevm, 31 agosto 1939, ore 16,55 (per. ore 19,55).

... Capitano cavalleria del R. Esercito dimorante nel suo castello ... in Savoia riuscito passare frontiera questa notte si è rifugiato Ginevra.

... ha molti amici fra gLi ufficiali francesi anche di Stato Maggiore con alcuni dei quali è legato vincoli parentela è venuto stamane a dirmi di aver saputo da fonte ottima che piani dello Stato Maggiore francese concordati con quello inglese sarebbero seguenti:

l) in caso conflagrazione flotta franco-inglese inizierebbe fulmineamente bombardamento grandi porti italiani per indurre nostra flotta dare battaglia;

2) assicurarsi dominio del Mediterraneo al fine effettuare sbarco su litorale italiano con corpo d'esercito che dovrebbe concorrere con attacchi di altri corpi da Alpi Marittime. ... qui aggiunge di non aver inteso nessun ufficiale francese parlare di violazione della neutralità svizzera. Ma fatto che finora Francia non ha fornito assicurazioni Svizzera circa rispetto sua neutralità lascia dubitare che piano eventuale diversione attraverso San Bernardo non è da escludere;

3) Ufficiali Stato Maggiore francesi hanno spinto loro guasconate sino al punto affermare a ... che neutralità italiana costituirebbe danno grave per piani francesi dato che idea Gamelin sarebbe che attaccando Germania da Sud, dopo debellata Italia, sia possibile risoluzione generale conflitto. Ufficiali francesi hanno affermato a ... che a Parigi si è persuasi che guerra contro Francia è assolutamente impopolare in Italia e che una violentissima offensiva contro Penisola è destinata scuotere morale popolo italiano determinandone rapido collasso.

A obiezioni ... che conflitto navale è determinato da fattore aereo e sottomarini e che Italia ha in tale campo superiorità schiacciante, ufficiali francesi rispondono che Parigi e Londra contano perdere anche metà loro unità, il che lascerà sempre largo margine flotta anglo-francese per assicurare dominio Mediterraneo.

Circa eventualità violaz-ione neutralità elvetica ... mi segnala che paese di Gex è sgombrato da popolazione civile e tutto nelle mani militari. Conn:nico preced~nti rodomontate a titolo indicazione stato d'animo Stato Maggiore francese.

499

IL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI COMMERCIALI, GIANNINI, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, E AL CONSOLE A GIBUTI, ARNO'.

T. 18860 P. R. (1). Roma, 31 agosto 1939, o1·e 18.

(Solo per Gibuti). Ho telegrafato R. Ambasciata Parigi quanto segue:

(Per tutti). A. G. I. P. informa che autorità francesi di Gibuti avrebbero bloccato conto banca di quella direzione A. G. I. P., nonchè controvalore merce (tonn. 144 di lubrHìcante) sbarcata da piroscafo Cherca ivi giunto il 20 corrente ammontante a circa L. 700.000.

Prego V. E. intervenire d'urgenza affinchè telegrafiche istruzioni siano date autorità Costa francese dei Somali per sbloccamento valori di cui sopra. Gibuti informato.

500

IL MINISTRO A BERNA, TAMARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 115. Berna, 31 agosto 1939, ore 18,35 (per. ore 22,35).

Telegramma odierno di V. E. n. 99 (2).

Ho fatto a Motta dichiarazioni autorizzate con telegramma su citato. Motta mi ha vivamente ringraziato soggiungendo che per quanto Governo Federale

non avesse mai dubitato della politica del Governo Italiano, la nuova assicurazione era molto gradita specialmente con riguardo allo stato dell'opinione pubblica. Infatti si è affrettato a darne immediata comunicazione alla stampa.

Dal Governo francese non hanno ricevuto ancora nessuna dichiarazione, ma stasera Generale Gamelin ha mandato un ufficiale alla Legazione di Svizzera a Parigi per assicurare che l'esercito francese rispetterà la neutralità svizzera.

Mi è sembrato che Motta non fosse contento di ciò.

(l) -II telegramma spedito a Parigi porta il n. 249, quello spedito a Gibuti il n. 46. (2) -Vedi D. 486.
501

IL MINISTRO A BERNA, TAMARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATO 116. Berna, 31 agosto 1939, ore 18,48 (per. ore 22).

Per la cronaca informo V. E. che Motta mi ha detto che egli è sicuro che Hitler non può fare la guerra e che quindi la pace è assicurata. Egli dice di aver ricevuto notizia da Berlino secondo la quale il Comitato di Difesa presieduto da Goering (di cui oggi si annunzia l'istituzione), sarebbe stato formato per diminuire i poteri di Hitler e per impedirgli di dichiarare la guerra.

502

IL MINISTRO A SAN JOSÉ DI COSTARICA, SCADUTO MENDOLA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 28. San José di Costarica, 31 agosto 1939, ore 19 (per. 1° settembre, ore 5,2).

Mio telegramma n. 27 (1).

Giornali pubblicano telegramma del Presidente della Repubblica e la risposta di Sua Maestà rilevando con compiacimento rapidità con la quale è stata data.

503

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 592. Berlino. 31 agosto 1939, ore 19,50 (2).

Stasi incontro di quest'oggi (si discute da ore se Lipski debba, non essendo investito di pieni poteri, essere ricevuto o no) si può spiegare o col desiderio di

guadagnare tempo per completare mobilitazione ad occidente oppure con desiderio di trovare una via di uscita rispondente al prestigio Germania.

In questo secondo caso ci sarebbe da domandarsi se Italia non potrebbe proporre di prendere su sè stessa negoziazioni con Inghilterra, così sostituendo alle due Parti più direttamente interessate ma incapaci di intendersi, due Paesi che pur avendo ciascuno sposato causa rispettivi alleati, hanno tuttavia possibilità pratica di discutere e di intendersi.

(l) -Vedi D. 457. (2) -Il presente fonogramma fu redatto prima, ma trasmesso dopo il fonogramma che porta il numero successivo. vedi D. 504.
504

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO,

FoN. 593. Berlino, 31 agosto 1939, ore 19,10.

Risulta che al Ministero degli Esteri è stato oggi dichiarato ai giornalisti stranieri che le conversazioni diplomatiche anglo-tedesche sono completamente sospese e che per quanto riguarda la Germania non si ritiene opportuno riprenderle a meno che non venga una nuova iniziativa da parte dell'Inghilterra su basi concrete. Si è quindi lasciato comprendere che il Fiihrer non risponderà all'ultima nota del Governo britannico.

Le impressioni generali permangono pessimistiche.

505

IL MINISTRO A BERNA, TAMARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 118. Berna, 31 agosto 1939, ore 19,59 (per. lo settemb1·e, ore 0,20).

Mio telegramma n. 117, odierno (1). Il comunicato pubblicato dall'A.T.S. è in uno stile ottimistico e non corrispondente esattamente al colloquio avuto, ma l'aver dato un tono più largamente generoso alle dichiarazioni non nuoce, perchè risponde meglio all'inquietudine di questa popolazione. Dalle prime informazioni raccolte negli ambienti del Palazzo Federale ed in quelli giornalistici, risulta che il nostro passo ha prodotto profonda ed ottima impressione, e si dice che nel modo (ritenuto qui insolito) in cui è stato redatto il comunicato, mostrasi il piacere che ne hanno provato Motta ed il Consiglio Federale.

(l) Non pubblicato.

506

IL MINISTRO AD OSLO, LODI FÈ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 42. Oslo, 31 agosto 1939, ore 20,30 (per. ore 22).

Mi riferisco al mio telegramma n. 38 (1).

Riunione Ministri Stati nordici è durata ieri e oggi ed il relativo comunicato è stato diramato or ora. Detto comunicato mostra che Ministri hanno confermato ancora ennesima volta propositi osservare neutralità assoluta. Rifornimento viver,i e collaborazione economica sono stati oggetto di particolare studio. Nessuna manifestazione collettiva è stata fatta in relazione momento presente Europa.

507

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 594. Berlino, 31 agosto 1939, ore 20,40 (2).

Recatomi nuovamente alla Cancelleria (mi ero recato già prima per pregare Ri.bbentrop di ricevere Lipski) per avere testo delle proposte che Germania sarebbe stata disposta fare alla Polonia, sono stato richiesto di entrare dal Fiihrer, che ha desiderato mettermi al corrente direttamente di tutta la situazione. Per due giorni, ormai, egli aveva atteso che, giusta promessa inglese, un plenipotenziario polacco si presentasse. Per aderire al desiderio italiano egli aveva disposto che Lipski fosse ricevuto da Ribbentrop. Ma Lipski non solo non si è presentato munito dei necessari poteri, ma non ha neanche domandato il testo delle proposte già annunciate ieri sera da Ribbentrop ad Henderson limitandosi a dire che Varsavia «considerava » situazione.

In sostanza gli inglesi hanno messo in tutta la faccenda la loro buona volontà, ma la Polonia non ha risposto. Essa non vuole in sostanza che guadagnare del tempo. La Germania non può tollerare tutto questo. Il Fiihrer considera quindi l'iniziativa inglese come fallita e ormai definitivamente chiusa. Anche le propost~ già avanzate ieri sera ad Henderson devono considerarsi cadute.

Il Fiihrer ha dato pertanto ordine che proposte stesse insieme ad una storia di tutta la faccenda siano rese di pubblica ragione. Richiesto da me se egli attendesse una nuova iniziativa inglese egli ha detto di non poter dir nulla. Egli stesso considererà ulteriormente la nuova situazione creatasi tenendo anche pre

sente quanto io ancora una volta ho tenuto, molto calorosamente, a ripetergli e cioè che il Duce si teneva sempre a sua disposizione per qualunque azione egli avesse potuto utilmente svolgere.

Mentre tutto ciò non esclude una ulteriore battuta di aspetto, pure una cosa

f. sicura, dico sicura, che, alla prima provocazione polacca il Fuhrer lascerà libera l'armata di marciare.

È impossibile d'altra parte tenere due armate l'una di fronte all'altra a tempo indeterminato, senza che un colpo di fucile scatti precipitando la situazione J?enerale.

(l) -Non pubblicato. (2) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 408, questo fonogramma sarebbe pervenuto a Palazzo Chi~i alle ore 21,30.
508

IL MINISTRO A LISBONA, MAMELI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 147. Lisbona, 31 agosto 1939, ore 21,38 (per. ore 23,40)

Mio telegramma n. 145 in data 30 (1).

Da fonte attendibile e diretta vengo in via strettamente confidenziale informato che ieri durante la riunione Consiglio dei Ministri portoghese per esame situazione vi è stata vivacissima discussione tra fautori neutralità e partigiani intervento immediato a fianco Inghilterra in caso di conflitto.

Prima tesi era sostenuta da Sottosegretario di Stato Guerra (2), da Ministro della Marina entrambi fedelissimi Salazar. Stessa fonte conferma che questo Governo di fronte pressioni britanniche essenzialmente si preoccupa atteggiamento che Spagna potrà prendere.

509

L'AMBASCIATORE AD ANKARA, DE PEPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. SEGRETO 115. Ankara, 31 agosto 1939, ore 21,38 (per. 1° settembre, ore 5,20).

Von Papen giunto ieri ad Angora ha preso immediatamente contatto con membri del Governo e mi ha chiesto notizie del colloquio da me avuto con Saracoglu il 28 corrente. Gli ho detto che avevamo parlato sopratutto della questione della stampa turca e di affari in corso. Stamane egli ha visto Saracoglu. Poichè il trattato di commercio tedesco-turco scade oggi, egli ha proposto una proroga di quattro settimane a condizione che non giuochino garanzie e non vi siano mancanze consegna di forniture. Saracoglu si è riservato di rispondere pur mostrandosi poco favorevole all'accettaz·ione della proposta. Saracoglu si è poi !agnato con lui perchè radio di Berlino ha diramato da alcuni giorni testo

di una intervista che effettivamente von Papen ha concesso al vice direttore del giornale Cumuriyet, ma che il giornale non ha mai pubblicato. In questa intervista, da lui stesso provocata, von Papen spiegava come il recente patto tedesco-sovietico non avesse alcun carattere aggressivo verso i Balcani in genere e la Turchia in specie.

Malgrado le « gaffes » che von Papen accumula una sull'altra, egli crede che si possa ancora riuscire a mantenere la Turchia in uno stato di semi-neutralità e mi ha detto che noi dovremmo rafforzare quella corrente di opinione turca che è contraria all'attuale indirizzo politico. Gli ho risposto che nel fare ciò bisogna andare cauti nella scelta dei metodi e degli argomenti per evitare che essi possano ritorcersi contro di noi e che io credo difficile di poter in caso di un conflitto generale staccare ora la Turchia dall'Inghilterra, a meno che l'URSS non faccia serie pressioni in questo senso. Egli mi ha obiettato risultargli che Inghilterra e Francia cercano senza finora attenerla che la Turchia faccia una esplicita dichiarazione di adesione, il che significa che qui si vuole ancora restare in seconda linea (e ciò forse è esatto).

Von Papen nella sua farraginosa attività cerca di imbrogliare le carte. Prima partire da Istanbul ha avuto un lungo colloquio col nuovo Ambasciatore di Turchia a Berlino, di cui nulla mi risulta; qui ha visto l'Ambasciatore d'Inghilterra al quale avrebbe detto che la Germania se ottiene soddisfazione per le sue rivendicazioni verso la Polonia è disposta anche a dare garanzie per uno statuto del protettorato boemo simile a quello del Lussemburgo,

o garanzie di altro genere; a me oggi ha detto che nelle condizioni attuali sarebbe un errore fare la guerra e che per risolvere il conflitto tedesco-polacco sarebbe necessario una mediazione di terza Potenza.

(l) -Vedi D. 485, che pero e m data 31 agosto. (2) -Nota dell'Ufficio Cifra: « Gruppo indecifrabile».
510

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. URGENTISSIMO 595. Berlino, 31 agosto 1939, ore 21,40.

Proposte elaborate da Germania per soluzione questione polacca, erano, bisogna riconoscerlo, -veramente moderate e ragionevoli. Credo ancora fermamente che la situazione possa essere salvata:

l) facendo arrivare per domani mattina -dico domani mattina l':mnunzio (dico soltanto annunzio) che Governo polacco, avuto conoscenza tali propo'>te, le accetta come base di discussione;

2) è disposto inviare a Berlino od in località prossima frontiera un plenipotenziario nella persona del Maresciallo Rydz-Smigly.

Una forte decisa pressione di Londra su Varsavia, -incoraggiata ed appoggiata da noi, -dovrebbe poter portare al risultato desiderato. In verità bisogna riconoscere che Londra nell'annunciare che Varsavia era disposta a trattare

direttamente ha fatto troppo affidamento sopra la ragionevolezza della Polonia. Bisogna che Londra si mostri questa volta categorica. Designazione polacca Maresciallo Rydz-Smigly renderebbe naturale nomina plE>nipotenziario tedesco nella persona del Maresciallo Goering che è favorevole.

511

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 274. Bucarest, 31 agosto 1939, ore 22,40 (pe1'. 1° settembre, ore 0,45).

Mio telegramma per corriere n. 0106 (1).

In una conversazione che ho avuto occasione di avere oggi con Gafencu questi mi ha fatto comprendere che sta adoperandosi presso Governi membri Intesa Balcanica per dichiarazione comune circa atteggiamento neutrale Paesi Balcanici. Gafencu mi ha detto di aver incaricato Ministro di Romania a Roma confermare V. E. dichiarazioni già fatte a più riprese circa linea di condotta questo Governo.

512

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI

T. 19014/255 P. R. Roma, 31 agosto 1939, ore 23,45.

Vostro 626 (2). Potrete far pervenire Ministro Guerra uscente nella forma che riterrete più opportuna mia parola apprezzamento.

513

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE AEREO 126. Berlino, 31 agosto 1939.

Il R. Vice Consolato in Saarbriicken mi telegrafa, in data 30 corrente, quanto segue:

«A Saarbriicken sono stati sgomberati carceri e ospedali. Sono stati evacuati gli archivi delle autorità militari, civili e politiche. La città è stata abbandonata dal 30 % della popolazione. I treni sono stati ridotti ad un decimo e sono

assediati da partenti. Sono già partite molte famiglie italiane. Ho ottenuto dalle autorità che l'evacuazione degli italiani si effettui alle stesse condizioni di quelle per i tedeschi. Ponti e strade già minati; sono costruiti ponti di barche. Le zone confinanti francesi sono già evacuate. La popolazione locale attende l'ordine di evacuazione d'ora in ora».

Ho disposto che il predetto R. Vice Consolato invii telegrammi del genere contemporaneamente a codesto R. Ministero e a questa R. Ambasciata.

(l) -Vedi D. 465. (2) -Vedi D. 363.
514

IL MINISTRO ALL'AJA, DIANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 25. L'Aja, 31 agosto 1939 (per. 4 settemb1·e).

Mio telegramma n. 16 (1). La notizia che questo Ministro di Germania aveva rinnovato direttamente alla Regina dei Paesi Bassi l'assicurazione che in caso di confLitto il Reich non aveva alcuna intenzione di violare la neutralità olandese ha qui, come ho già riferito, prodotto ottima impressione specialmente in quanto l'assicurazione germanica aveva qui carattere assoluto e non era -come si leggeva nel comunicato concernente l'analogo passo fatto da quell'Ambasciatore di Germania presso Re Leopoldo -collegata ad alcuna condizione o limitazione. Mentre per il passo fatto da parte tedesca a Brusselle si aggiungeva che l'assicurazione era data se il Belgio s'impegnava per parte sua a mantenere una stretta neutralità nei ri-' guardi di tutti, nel caso fatto all'Aja l'assicurazione era data « sic et simpliciter » e ci si Limitava ad aggiungere che la Germania si aspettava che il Governo olandese mantenesse la sua politica di neutralità, senza esprimere al riguardo nessun dubbio e senza preveder neppure la possibilità che l'Olanda a tale neutralità in qualsiasi modo o misura derogasse. Si tratta evidentemente di una sfumatura che è stata solo indirettamente rilevata e che può avere, per stabilire la precisa posizione dei due Paesi confinanti, una qualche rilevanza. Una differenziazione fra la posizione del Belgio e quella dell'Olanda appare anche dal fatto che, mentre Francia e Inghilterra, dopo il passo tedesco a Brusselle hanno a loro volta rinnovato anch'esse assicurazioni circa il rispetto della neutralità del Belgio -e incondizionatamente -, nessun passo del genere è stato compiuto all'Aja nè da Francia nè da Gran Bretagna. Come primo argomento per spiegare l'assenza di un passo francese potrebbe essere allegato il fatto che l'Olanda e Francia non sono confinanti e che quindi la Francia non potrebbe praticamente violare la neutralità olandese. È un argomento che vale solo entro certi limiti e solo per la Francia in quanto la Gran Bretagna si trova esattamente nella stessa situazione e se -per fare un'ipotesi puramente teorica -l'Inghilterra avesse intenzione di violare la neutralità olandese avrebbe

assai presumibilmente bisogno di un aiuto francese, che potrebbe esserle dato o mediante truppe da sbarcare sulla costa olandese o per mezzo della flotta o mediante una cooperazione per parte di terra attraverso il Belgio la cui neutralità fosse stata per un motivo o per l'altro violata.

Comunque deve essere ben precisato che la situazione dell'Inghilterra è identica cosi per il Belgio come per l'Olanda e l'assenza di una dichiarazione di rispetto della neutraLità specialmente per parte dell'Inghilterra, ha suscitato in questa opinione pubblica una certa meraviglia di cui si è fatta eco anche qualche giornale.

Però, a giustificare l'assenza di tale garanzia, all'Olanda, sono dati i seguenti motivi:

l) Posizione del Belgio è differente da quella dell'Olanda almeno sotto questo riguardo, che per il Belgio sussisteva una garanzia che ora viene rinnovata. Per l'Olanda invece, che ha sempre condotto una politica d'indipendenza e che in base a tale politica, anzi per seguire scrupolosamente tale politica ha sempre rHìutato tali garanzie, fossero anche unilaterali, fossero anche indirette, non sussiste motivo di rafforzare una garanzia che non esiste.

2) Per quanto non lo si possa affermare in modo preciso, dalle notizie che si hanno qui sembra tuttavia certo che la dichiarazione franco-inglese a Brusselle sia stata provocata da una r,ichiesta formulata dal Governo belga. L'Olanda invece si rifiuta assolutamente di fare richieste del genere: non bisogna dimenticare che quando, al tempo delle trattative di buona memoria fra Inghilterra e Francia da una parte e Russia dall'altra, si accennò alla possibilità che l'Olanda venisse garantita indirettamente in un accordo che riguardava solo quelle tre Potenze, da parte olandese venne subito dichiarato che l'Olanda nulla sapeva di quelle trattative e che non voleva essere oggetto di garanzie neppure indirette.

È questa la tesi che qui prevale per giustificare l'assenza di un passo inglese del genere di quello fatto a Brusselle. E in relazione a ciò viene largamente riportato uno stelloncino, che sembra d'ispirazione ufficiosa, del Times, « il Governo inglese non ha espresso il desiderio di ottenere assicurazioni come quella di cui si tratta da parte di Potenze estere, ma beninteso Londra sarebbe pronta a fornire ogni assicurazione qualora l'Aja avesse a r.ichiederla. E d'altra parte da fonte competente britannica è stato confermato che questo Governo è deciso a rispettare la neutralità olandese in pieno e in misura non minore di quanto riguardi la neutralità belga».

(l) Non pubblicato.

515

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. SEGRETA STRETTAMENTE P. PER IL MINISTRO 5671/2580. Parigi, 31 agosto 1939.

Le mie impressioni odierne sono le seguenti: Comincia a diffondersi maggiormEnte nel pubblico la sensazione che un eventuale conflitto generale sarebbe in sostanza determinato da una ragione di

prestigio inglese piuttosto che francese. Il malcontento verso l'Inghilterra (pur non potendo affatto essere fattore determinante di un cambiamento di indirizzo politico) si accentua un po' più nelle sfere popolari ed anche negli ambienti ufficiali, a cui lo scambio diretto di messaggi e di proposte fra Berlino e Londra (che non sempre, mi sembra, giungono immediatamente a conoscenza del Governo francese) dà la sensazione esatta della posizione francese di inferiorità politica nell'asse Londra-Parigi.

Aiuti militari dall'Inghilterra per ora non ne vengono; solo degli aeroplani senza piloti; essi dovranno essere guidati da piloti francesi. Qualche commento amaro non è mancato.

Malgrado l'innegabile preparazione militare francese e l'abbondanza dei mezzi bellici di tutti i generi, si comincia a far strada in alcuni la sensazione che le condizioni speciali in cui forse si farà la guerra (linea Maginot-linea Siegfried, ecc.), potranno non rendere facile il servirsi di tali mezzi, ciò che farà diminuire le possibilità della preponderanza militare francese.

In tali condizioni, l'elemento psicologico che si continua a sfruttare larga

mente da parte del Governo e delle autorità militari è, oltre alla necessità di difendere l'avvenire e non il presente della Francia, il sentimento di saturazione cui è arrivato il popolo francese per l'impossibilità di procedere ogni anno ad una mobilitazione.

Per quanto concerne i rapporti fra l'Italia e la Francia persiste, e non soltanto nel grosso del pubblico, la convinzione che l'Italia rimarrà neutrale. Sono filtrate attraverso le frontiere notizie di pretesi nostri malumori per non essere stati messi al corrente tempestivamente delle decisioni tedesche nei riguardi dell'accordo con la Russia ed anche di una presunta nostra divergenza sostanziale in merito al detto accordo. Un uomo politico francese mi ha assicurato di aver saputo direttamente di manifestazioni di disillusione a cui si sarebbero lasciati andare alcuni uomini politici italiani fra i più strenui sostenitori dell'alleanza colla Germania.

Naturalmente, per quanto posso, mi adopero a smentire e a rettificare concetti errati, ma la sicurezza della nostra neutralità è entrata abbastanza profondamente nel pubblico francese e mi consta che questa ambasciata di Germania se ne preoccupa. GLi ambienti politici responsabili comprendono tuttavia il danno che provoca tale sentimento, se non altro per il fatto che esso disturberebbe gli sforzi per la pace che il Duce ha fatto o si propone di fare.

Negli stessi ambienti si va facendo strada un altro concetto: se si dovrà arrivare ad un conflitto generale, l'Italia e la Francia, pur dichiarandosi la guerra, non avranno in realtà bisogno di farsi troppo male reciprocamente. Come negli ultimi tempi si sono fatte alcune guerre senza dichiararle, questa volta si potrebbe dichiarare la guerra senza farla. Questa specie di finta guerra italofrancese potrebbe costituire del resto uno dei mezzi per cercare di diminuire l'importanza del conflitto generale e per salvare la faccia dell'Inghilterra nonchè quella della Francia. Credo doveroso riferirti tali impressioni, giacchè nel caso che fossero utili alla nostra linea di condotta o politica o militare -ciò che ignoro -credo non sarebbe difficile trarre da esse al momento opportuno qualche conseguenza pratica.

21 -Documenti diplomatici • Serie VIII · Vol. XIII

Gli ambienti da cui partono tali impressioni, e che sono quelli che più contano nell'attuale momento, considerano effettivamente la possibilità della attuazione delle nostre rivendicazioni come parte di un regolamento generale e come compenso all'atteggiamento italiano. Anche l'opinione pubblica è in questo momento favorevole alle nostre rivendicazioni come non lo è mai stata, sempre però dentro certi limiti e subordinatamente ad un'azione italiana per il mantenimento della pace.

Buon effetto ha fatto la risposta del nostro Augusto Sovrano a Roosevelt. Parigi, malgrado tutto, ha quasi ripreso, durante il giorno il suo aspetto normale.

516

L'AMBASCIATORE A BRUSSELLE, LOJACONO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 3948/1005. Brusselle, 31 agosto 1939.

La letteratura allarmistica è già troppo assordante perchè io vi contribuisca con la descrizione delle ore di angoscia e di confusione vissute dal Belgio nelle giornate intercorse tra la conclusione del patto germano-sovietico e la dichiarazione di rispetto della neutralità belga da parte delle tre Potenze vicine.

Nel mio rapporto n. 3891/922 del 24 corrente (l) ho rifenito che nel corso

di quelle giornate il Belgio considerava capovolto il pericolo della violazione

e lo collocava più dal lato ovest che dal lato est. La dichiarazione germanica di

rispetto della neutralità belga non determinò quindi quel senso di sollievo che

venti anni di allucinante preoccupazione legittimavano. D'altra parte, molti

giornali asserviti alla propaganda democratica relegarono la notizia sotto inte

stazioni e caratteri quasi secondari, come se non si fosse trattato del massimo

dei problemi massimi di questo Paese, inopinatamente dischiuso alla speranza

come l'animo di un ammalato a cui si annunzi l'esito favorevole di un'analisi

decisiva per la vita o per la morte. Altri giornali avanzarono persino dei dubbi

sulla sincerità della dichiarazione germanica, tanto per non mancare alla loro

missione venefica.

La macchina della mobilitazione militare, lanciata a tutto vapore verso est,

stentò a risentire l'effetto dei freni, ed il continuato afflusso di unità nella dire

zione della frontiera germanica concorse a seminare un'incertezza nel gran pub

blico e nelle campagne. Si produsse allora questo fenomeno curioso: che mentre

gli osservatori più acuti stavano ansiosi dalla parte della frontiera francese e

contavano i minuti in attesa di una dichiarazione di Parigi che fornisse al Belgio

le stesse assicurazioni fornite da Berlino, la mobilitazione continuava pratica

mente ad ignorare il capovolgimento del pericolo e marciava per forza di inerzia

in senso inverso al dovuto. In quel momento, se le truppe francesi avessero voluto marciare, si sarebbero trovate in sei ore, con le loro avanguardie motorizzate, e col favore del varco aperto e della simpatia delle popolazioni, a Bruxelles.

Questo per la Storia.

La quale invece dirà, nella sua versione ufficiale, che fu l'energica mobilitazione dell'eserc·ito belga che dette da pensare da una parte e dall'altra sino a convincere l'una parte e l'altra a rinunziare a qualunque proposito di violazione. Questa versione ufficiale spiega il fatto che, malgrado le assicurazioni ricevute e la sensazione evidente di maggiore serenità del Belgio per quello che riguarda la sua sorte immediata, lo Stato Maggiore continua a tenere il piede sull'acceleratore della mobilitazione, passando dalla fase A (mobilitazione delle divisioni attive) alla fase B (mobilitazione delle divisioni di riserva) come se nessun fatto nuovo fosse intervenuto. Dal 26 al 28 agosto il Belgio è passato dallo stato di larva, oppressa dalle tenebre circostanti, a quello di farfalla, aperte le ali all'azzurro delle speranze.

Malgrado l'angoscia profonda intorno alla sorte dell'Europa ed ai pericoli che un cataclisma generale -come si vuole chiamare l'eterno fenomeno della guerra -può procurare con i suoi sussulti nell'edificio di questo Paese innegabilmente esposto a tutte le raffiche, il Belgio vive le sue giornate di fierezza attr.ibuendo il privilegio della salvaguardia della sua neutralità alla politica di indipendenza ed alla politica di rafforzamento militare. Non è il caso di turbare questa soddisfazione ufficiale con l'inopportuno dubbio di quel che sarebbe successo se una o più delle Potenze limitrofe avesse avuto un interesse supremo a marciare attraverso questo Paese. A volere essere giusti, si deve ammettere che se è vero che il Belgio, con tutta la sua politica di indipendenza e con tutta la sua preparazione militare, sarebbe stato travolto, è altrettanto vero che una sua resistenza (sicura contro la Germania, non altrettanto sicura contro i francodnglesi) avrebbe costituito un inceppamento morale e materiale non trascurabile per alcuno, per forte che fosse stato.

Un altro elemento di fierezza è quello del compito attivo che il Belgio è passato ad assumere appena liberato dall'assillo passivo della invasione. In tre giorni, come si vede, le ali si sono aperte un po' troppo ambiziosamente; ma, oltre al fine umanitario di peso innegabile, esiste da tempo nella mente del Re Leopoldo l'idea fissa della missione dei piccoli Stati i quali debbono compensare la loro piccolezza territoriale col perseguimento di grandi idealità spirituali.

Questa visione generosa ha tuttavia contro di sè le leggi della proporzione; essa corre dunque il duplice rischio: o di non riuscire a penetrare negli ingranaggi della situazione, rimanendo nel campo delle cose inerti e platoniche; ovvero di penetrarvi in un tempo di sfasamento pericoloso, per la premura di prevenire le mosse di chi meglio può agire e concludere.

Dalla preparazione del Belgio nei confronti delle svariatissime esigenze della difesa attiva, della protezione antiaerea, dei rifornimenti, della mobilitazione c~vile e della censura potranno dedursi, con più calma, utili elementi che mi rdprometto di raccogliere ed inviare se gli avvenimenti lo permetteranno.

(l) Vedi D. 221.

517

L'AMBASCIATORE A BRUSSELLE, LOJACONO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 3962. Brusselle, 31 agosto 1939.

I successivi sviluppi della tensione internazionale sono stati, naturalmente, seguiti dalla stampa belga, ora per ora, con allarmatissimo interesse.

L'accento germanofobo che la stampa aveva generalmente assunto subito dopo la firma del patto germano-sovietico si è andato intensificando con il precipitare degLi eventi. Si è viceversa notato un sensibilissimo e molto sintomatico mutamento nei riguardi dell'Italia Fascista, e si può dire che, nel loro complesso, i giornali belgi, anche quelli notoriamente antifascisti e italofobi, hanno messo la sordina alle loro campagne ostili nei nostri confronti, per adottare maggior cautela e una misura che finora non avevano mai avuta, specie in momenti di crisi internazionale. È opinione diffusa, in questa stampa, che l'Italia intenda evitare un conflitto e fare tutto quanto le sarà possibile per favorire una soluzione, sia pure radicale, ma pacifica del conflitto in atto. Non mancano, naturalmente, i soliti fogli al servizio di interessi stranieri, che insinuano che l'atteggiamento italiano sarebbe sovrattutto ispirato da una constatazione di inferiorità militare. Ma anche tali allusioni vengono fatte, salvo casi sporadici, con una certa correttezza di espressioni. E, d'altra parte, tutta l'opinione rivolge attentamente e in permanenza il suo vivo dnteresse a Roma, nella convinzione che, malgrado le iniziative prese da altri Stati e da altri Capi di nazioni più o meno neutre, solo l'Italia, cioè soltanto il Duce, potrebbe, allo stato attuale delle cose, agire efficacemente e autorevolmente per ottenere la soluzione sperata. È, pertanto, con ansia evddente e con meticolosa cura che i giornali belgi cercano di scoprire, sia nell'attività diplomatica e politica italiana, sia attraverso i commenti dei nostri quotidiani, ogni minimo indice che possa illuminarli circa le reali intenzioni italiane. Sono stati, di conseguenza, riportati, in grande evidenza, certi commenti del Giornale d'Italia, certe informazioni di agenzie o di autorevoli quotidiani di Roma e Milano e, per ultimo, il corsivo apparso nel Popolo d'Italia, del 30 corr., che ha offerto a questa stampa l'occasione di affermare che Roma avrebbe scorto un «sintomo favorevole neWiniziativa olando-belga in favore di una mediazione».

Alcuni giornali pretendono affermare che fra le due Potenze dell'Asse si sarebbe verificato, se non proprio un vero conflitto di interessi, per lo meno un certo raffreddamento; e ~iustificano tale loro opinione con interpretazioni più o meno arbitrarie dell'attività diplomatica recentemente svoltasi e tuttora in corso fra Roma e Berlino. È poi largamente sfruttata da certi giornali la tesi secondo la quale il patto germano-sovietico avrebbe indirettamente consumato il sacrificio delle amicizie e delle alleanze più preziose per l'Italia, quali quelle della Spagna, dell'Ungheria, del Giappone e delle altre Potenze sull'aiuto o sulla benevola neutralità delle quali l'Italia avrebbe fatto conto .in caso di un conflitto mediterraneo.

Dal punto di vista puramente belga, gli ultimi avvenimenti hanno avuto l'immediata conseguenza di promuovere una più calda e convinta corrente in

favore della neutralità: le campagne contro la politica di indipendenza che, ancora recentemente, avevano assunto particolare acuità e incontravano nuove adesioni, sono quasi totalmente cessate, e i pochi accenni fatti da qualche foglio francofilo cadono nel vuoto.

Da parte sua, la stampa fiamminga, che di frequente si intona al punto di vista inglese, mentre riafferma nettamente e intransigentemente U dovere del Belgio di rimanere neutrale, sviluppa tesi che, per quanto riguarda la situazione internazionale, si avvicinano talvolta a certi punti della tesi italiana: così, ad esempio, la necessità di adottare soluzioni radicali che, mettendo fine al regime politico internazionale creato a Versaglia, ne promuovano uno nuovo, totalmente diverso e fondato su principi ispirantisi alle necessità vitaLi dei vari popoli, è stata chiaramente lumeggiata da qualche autorevole quotidiano fiammingo che, fra l'altro, ha rilevato la ,indispensabilità di risolvere, insieme con il problema delle rivendicazioni tedesche anche quello delle aspirazioni italiane.

518

IL CONSOLE GENERALE A VIENNA, ROCHIRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 9639/1801. Vienna, 31 aaosto 1939.

La notizia della conclusione del patto tedesco-sovietico è stata accolta a Vienna con un sentimento di sorpresa (benchè corressero voci di trattative segrete al riguardo) e di soddisfazione vivissima per gLi effetti immediati sulla vertenza con la Polonia per Danzica. Esso viene definito un capolavoro diplomatico dal punto di vista della «Realpolitik »; ed il merito ne v,iene attribuito in gran parte a von Papen, che avrebbe preso parte alle trattative con la sua nota abilità nel manovrare uomini e cose dietro le quinte. Viene inoltre rievocata la politica tradizionale di Bismarck nei riguardi della Russia; si mettono in luce i grandi vantaggi commerciali derivanti dai nuovi rapporti con i Sovieti, il cui immenso territorio servirà da sbocco per i prodotti dndustriali tedeschi e da inesauribile' riserva di materie prime; e si mettono in evidenza le ripercussioni che il patto avrà nella politica europea. Sopratutto esso ha aumentato le speranze di questa popolaz,ione che il conflitto con la Polonia per Danzica possa essere localizzato.

D'altra parte, tuttavia, si riscontra un senso di disorientamento per il brusco mutamento di politica nei riguardi dei Sovieti. I nazionalsocialisti avvezzi a considerare il bolscevismo come il peggiore nemico, a leggere nei ~iornali e ad ascoltare alla radio continui violenti attacchi contro Stalin e compagni, non possono non restare perplessi dinanzi al brusco cambiamento di tono; la stretta di mano e lo scambio di sorrisi tra von Ribbentrop e Stalin (vedasi l'acclusa -fotografia comparsa in prima pagina nel Viilkischer Beobachter del 27 u. s. (l) hanno alquanto scandalizzato la maggioranza della popolazione.

Le masse operaie, ,in gran parte ancora seguaci delle idee comuniste, hanno

accolto il Patto con favore, giacchè si aspettano una penetrazione del bolscevismo. E ciò appunto desta preoccupazione negli ambienti nazisti ed in genere in tutti i «benpensanti» fautori dell'ordine.

Ad ogni modo tali preoccupazioni, per quanto serie e giustificate, passano in seconda linea dinanzi al grande vantaggio immediato prodotto dal Patto, che ha rotto la « politica di accerchiamento » della Germania.

(l) Non pubblicata.

519

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 596. Be1·lino, l" settembre 1939, ore 0,30 (per. stessa ora).

Sferrare, in presenza di proposte così ragionevoli come quelle da me telefonate (16 punti) sarebbe il colmo dell'assurdo e della follia. Più ancora, sarebbe criminale.

Non ostante che le proposte stesse siano state dichiarate caduche -e a meno che tutto questo non costituisca un inammissibile trucco diplomatico mi sembra che la via rimanga aperta alle trattative dell'amicizia e della ragione. Vi è posto quindi per una efficace azione mediatrice dell'Italia.

Si potrebbe intanto far comprendere subito come una battuta di arresto, per quanto breve, si impone non fosse altro che per permettere sfruttare a tutto beneficio della Germania effetto indubbiamente benefico della conoscenza e della divulgazione nel mondo delle condizioni tedesche. Non si può dire che esse siano state «respinte». Un cumulo di circostanze ha malauguratamente impedito che esse arrivassero prima d'ora alla discussione.

520

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 45. Danzica, 1° settembre 1939, ore 0,45 (per. ore 2,15).

Mio telegramma n. 43 (1). Sulla frontiera segnalasi solo scambio inoffensivo fucilate :per falsi allarmi. Popolazione manifesta un certo nervosismo a seguito della reazione :provocata ,in Germania dalla mobilitazione polacca e teme sopravvento influenze bellicose nel Reich; sintomo insolito affiuenza fedel·i nelle chiese cattoliche e pubbliche manifestazioni in giornata non festiva.

Da qualche giorno manifestazioni nazionali di propaganda bellicista in Danzica sono a tal fine evitate. Oggi Capo Ufficio del Senato ha invitato colazione giornalisti esteri; nessun discorso, nè dichiarazioni sulla situazione presente.

Ministro di Polonia Chodacki tuttora in sede; ma il Consigliere Signor Battaglia (dico Battaglia) noto per bellicismo, partito iersera. Signor Sawadowski arrivato in sostituzione del Vice Commissario Generale Perkowski (di cui al mio telegramma numero 26 (1).

Articolo del giornale Popolo d'Italia di ieri ampiamente riassunto dalla stampa locale per ora senza commenti. Comunicato Roma e Varsavia.

(l) Vedi D. 4112.

521

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 125. Mosca, 1• settembre 1939, ore 1,42 (per. ore 13).

Motivo dominante del discorso Molotov è stato quello dell'interesse nazionale dell'URSS che deve prevalere su qualunque altra considerazione. Oratore ha polemizzato con ironia mordace con Inghilterra e Francia accusandole inconsistenza e insincerità in contrapposizione con carattere positivo e sincero offerte tedesche. Ha esaltato con molto calore rinnovata amicizia tedesco-sovietica osservando che se patto non riuscirà ,iffipedire guerra europea potrà per lo meno circoscrivere conflitto. Ha giustificato assenza clausola comportante denunzia ne! caso aggressione compiuta da uno dei contraenti osservando che analoga omissione esiste in altro Trattato simile. Ha ripetuto accusa lanciata da Stalin contro coloro che avrebbero voluto provocare guerra URSS e Germania, insistendo politica URSS è dettata da interessi del popolo sovietico.

Conclusione del discorso ha affermato aumentato prestigio e potenza Unione Sovietica. Mio collega tedesco si è mostrato molto soddisfatto.

522

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 126. Mosca, l" settembre 1939, ore 1,44 (per. ore 13).

Vengo informato che parte domani convoglio diretto Berlino via Stoccolma Missione Militare sovietica avente come capo un generale.

(l) Vedi D. D. I., Serie VIII, Vol. XII, D. 829.

523

IL MINISTRO A KAUNAS, DI GIURA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 46. Kaunas, l" settembre 1939, ore 2,03 (per. ore 5).

Questa Legazione Germania mi ha testè comunicato a titolo strettamente confidenziale e riservato che la Germania è pronta a considerare ora benevolmente eventuali rivendicazioni nazionali lituane circa Vilna e che occorrendo le appoggerebbe. Ciò rientrerebbe nel quadro varie rivendicazioni nazionali contro Polonia da parte dei diversi Stati confinanti come accennato specialmente nel mio telegramma n. 43 (1).

Questa Legazione di Germania mi ha inoltre pregato di opportunamente e discretamente diffondere all'occasione in questo ambiente notizia di tale disposizione tedesca, della quale Legazione predetta si farà a sua volta eco con ogni necessaria prudenza e riservatezza.

524

IL MINISTRO A DUBLINO, BERARDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 22. Dublino, l" settembre 1939, ore 4,35 (per. ore 8).

Collega tedesco, col quale mi tengo in stretto contatto, informa essere stato incaricato da proprio Governo dichiarare al Governo irlandese che in caso conflitto Germania rispetterebbe neutralità irlandese sempre che neutralità venisse strettamente mantenuta.

Governo Irlanda, cui tale dichiarazione signor Hempel ha fatto quest'oggi, nel prendere atto, ha osservato: l) Irlanda per sua peculiare posizione geografica è costretta rifornirsi dall'Inghilterra di materie prime e manufatti da saldare con esportazioni in bestiame e prodotti agricoli il cui volume limiterebbesi al 4 % importazione globale britannica: 2) Irlanda non ammetterebbe alcuna interferenza estera presso elementi estremisti locali senza esporre sua responsabilità verso Governo ,inglese che tali elementi intende combattere ad oltranza.

Poichè Governo irlandese desidererebbe rendere pubblico passo germanico, mio collega ha chiesto in proposito istruzioni a Berlino.

525

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO. Roma, 1° settembre 1939.

Alle ore 7,30 telefona S. E. Attolico per comunicare che egli «teme non ci sia più nulla da fare».

La radio tedesca ha diramato un appello del Fiihrer alle truppe. L'Ambasciatore spera di dare qualche notizia di carattere ufficiale fra qualche minuto (1).

(l) Vedi D. 315.

526

L'AMBASCIATORE A TOKIO, AURITI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATISSIMO P. 641. Tokio, l" settembre 1939, ore 7,45 (per. ore 15,30).

Ieri l'altro questi membri Stato Maggiore hanno ricevuto istruzione di studiare progetto particolareggiato blocco Shanghai. Alla concessione francese sarebbe fatto stesso trattamento che a Tientsin. Circa concessione internazionale si stanno studiando particolari per poter agire soltanto contro interessi inglesi. Tutto ciò in previsione di un'eventuale improvvisa decisione.

527

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 597. Berlino, 1" settembre 1939, ore 8,25.

Urge fissare norme di linguaggio e di stampa circa attitudine italiana.

528

IL SOTTOSEGRETARIO PER GLI AFFARI ALBANESI, BENINI, AL MINISTRO A BELGRADO, INDELLI

T. PER CORRIERE 19045 P. R. Roma, 1• settembre 1939, ore 8,30.

Vostro telespresso 3150/196 in data 23 agosto u. s. (2).

In relazione al quesito posto nel telespresso sopracitato, ho il pregio di informarVi che-ferma restando naturalmente la normale azione di protezione e di assistenza dei sudditi albanesi in codesto Stato da parte di codesta Regia Legazione e dei RR. Consolati dipendenti -V. S. potrà astenersi dall'esplicare una politica di protezione della minoranza albanese vivente in Jugoslavia.

Tale azione· verrà eventualmente esplicata da Roma e da Tirana.

Le direttive di massima sopraccennate non esimono i RR. Uffici in Jugoslavia ed in particolar modo codesta R. Legazione dal seguire attentamente l'attività delle anzidette popolazioni riferendo tempestivamente e particolareggiatamente a questo Ministero ogni utile emergenza.

(l) -Il presente documento porta la seguente annotazione: • Inviato a casa di S. E. il Ministro •· (2) -Non rintracciato.
529

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 598. Berlino, lo settembre 1939, ore 9,15.

Ho trasmesso personalmente al Ftihrer alle ore 9 il messaggio del Duce (l) accompagnandolo da un appunto scritto riproducente le parole del Duce.

Il Ftihrer ha letto l'appunto ed ha risposto di sì. Ha quindi in mia presenza dato ordine al Sig. Hewel di sospendere il telegramma al Duce che egli aveva già preparato onde sostituirlo con altro del tenore indicato dal Duce.

Ho ringraziato dichiarando che avrei dato immediata comunicazione al Duce della sua risposta. Ho aggiunto i più calorosi auguri del Duce per il successo della sua impresa.

Il Ftihrer ha ringraziato spiegando che durante la notte si erano verificati oltre 30 nuovi incidenti, di cui tre gravi. Egli aveva quindi dovuto dare l'ordine di marcia.

530

IL CANCELLIERE DEL REICH, HITLER, AL CAPO DEL GOVERNO ITALIANO, MUSSOLINI

(Ed. Hitler e Mussolini, cit., pp. 21-22)

T. Berlino, 1° settembre 1939, ore 9,40 (per. ore 10).

kh danke Ihnen auf das herzlichste ftir Ihre diplomatische und politische Untersttitzung, die Sie Deutschland und seinem guten Recht in der letzten Zeit zuteil werden liessen. !eh bin der Ueberzeugung, die uns gestente Aufgabe mit den militarischen Kraften Deutschlands losen zu konnen. Ich glaube deshalb, der militarischen Untersttitzung Italiens unter diesen Umstanden nicht zu bedi.irfen. !eh danke Ihnen, Duce, auch ftir Alles, was Sie in Zukunft ftir die gemeinsame Sache des Faschismus und Nationalsozialismus tun werden.

TRADUZIONE.

Vi ringrazio, nel modo più cordiale, per il Vostro sostegno diplomatico e politico, che avete voluto concedere in questo ultimo tempo alla Germania e al suo buon diritto. Io sono convinto che possiamo assolvere con le forze militari della Germania i compiti che ci si presentano. Io credo quindi che in queste condizioni non vi sia necessità di un sostegno militare dell'Italia. Io Vi ringrazio, Duce, anche per tutto quanto farete in avvenire per la causa comune del Fascismo e del N azionalsocialismo.

(l) Vedi D. 563.

531

L'AMBASCIATORE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA A ROMA, PHILLIPS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

(Ed. in United States and Italy 1936-1946, Documentaru Record. D. 6, pp. 6-7, United States Government Printing Office, Washington 1946)

NoTA VERBALE. Roma, I 0 settembre I939.

The American Ambassador presents his compliments to His Excellency the Italian Minister for Foreign Affairs and has the honor in the name of the President of the United States to transmit the following message to the Royal Italian Government:

«The ruthless bombing from the air of civilians in unfortifìed centers of population during the course of the hostilities which bave raged in various quarters of the earth during the past few years, which has resulted in the maiming and in the death of thousands of defenseless men, women, and children, has sickened the hearts of every civilized man and woman, and has profoundly shocked the conscience of humanity. If resort is had to this form of inhuman barbarism during the period of the tragic conflagration with which the world is now confronted, hundreds of thousands of innocent human beings who bave no responsibility for and who are not even remotely participating in the hostilities which bave now broken out will lose their lives. I am therefore addressing this urgent appeal to every Government which may be engaged in hostilities publicly to affirm its determination that its armed forces shall in no event and under no circumstances undertake the bombardment from the air of civilian popu1ations or of unfortifìed cities, upon the understanding that these same rules of warfare will be scrupulously observed by ali of their opponents.

I request an immediate reply ».

532

IL CAPO DELL'UFFICIO I DELLA DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI DI EUROP A E DEL MEDITERRANEO, DEL BALZO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO. Roma, 1° settembre 1939.

Il Ministro di Norvegia ha chiesto verbalmente -per darne notizia al suo Governo -se può ottenere ufficialmente comunicazione dal Governo italiano che l'Italia non entra in guerra.

Gli è stato risposto che sarebbero state chieste istruzioni.

533

IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO AGLI ESTERI, BASTIANINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

APPUNTO. Roma, Io settembre 1939.

L'Ambasciatore del Giappone comunica a mio mezzo a V. E.: l) che il sentimento del Giappone non è cambiato nei riguardi dell'Italia e della Germania;

2) che i militari sono dell'avviso, accolto dal nuovo Governo, di concludere un patto di alleanza italo-tedesco-giapponese dopo aver normalizzato rapporti con la U.R.S.S.;

3) che istruzioni di mettersi subito a contatto col Governo sovietico per addivenire ad un patto di non aggressione, sono state spedite ieri all'Ambasciatore del Giappone a Mosca;

4) che von Ribbentrop è stato pregato di interporre a Mosca i buoni uffici della Germania per facilitare le conversazioni sovietico-giapponesi.

534

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FON. 189. Parigi, lo settembre 1939, ore 11,25.

Mi viene riferito che Consiglio dei Ministri francese aveva accettato in principio proposta italiana. Da varie parti vengo richiesto portare ufficiosamente d'urgenza quanto precede a conoscenza di V. E. affinchè se possibile sia evitato l'irreparabile al momento in cui sarebbe ancora possibile soluzione soddisfacente.

Consiglio dei Ministri è riunito di nuovo in questo momento per decidere in seguito avvenimenti questa mattina.

535

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 46. Danzica, 1° settembre 1939, ore 11,30 (per. or'e 15).

Primo settembre ore otto. Con proclama radiodiffuso stamane ore cinque pubblicato seguente Decreto del Capo Stato della Città Libera di Danzica: « Articolo primo. Statuto della Città Libera di Danzica abolito con effetto immediato. Articolo secondo. Tutti poteri legislativi et esecutivi assunti esclusivamente dal Capo Stato. Articolo terzo. Città Libera Danzica col suo territorio et sua popolazione entra a far parte con effetto immediato del Reich tedesco. Articolo quarto. Sino decisione definitiva circa introduzione legge tedesca da part~ del Ftihrer restano vigore tutte leggi attualmente vigenti esclusa quella relativa allo statuto». Senatore Schimmel accompagnato dal Capo Dipartimento Affari Esteri presentatosi ore sette trenta mio domicilio per darmi comunicazione ufficiale del suddetto decreto aggiungendo che Germania et Polonia essendo da questa notte in stato guerra autorità Danzica assumono protezione mia, del Consolato Generale et della mia famiglia et sperano che io rimanga in questa città. Ho risposto prendendo atto dngraziando et dichiarando che continuo esercitare mie funzioni in Danzica tedesca qui rimanendo con tutta mia famiglia et collettività italiana. Prego V. E. volermi cortesemente assicurare ricevimento presente telegramma.

536

L'AMBASCIATORE A BERLINO. ATTOLICO. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

Fon. s. n. Berlino, 1° settembre 1939, ore ll,:i5.

Seduta Reichstag svoltasi in atmosfera elevato e vibrante entusiasmo. Pre

sente quasi tutto il corpo diplomatico, Inghilterra era rappresentata da Consi

gliere e Francia da un Segretario. Il Cancelliere che indossava, insieme a quasi

tutti i suoi collaboratori, uniforme grigia da campo, è stato accolto al suo apparire

da grandi applausi che si sono rinnovati in vari punti del discorso. Questo che

è durato circa quaranta minuti, ha riepilogato in brevi termini sviluppo dei

rapporti polacco-tedeschi con particolare accenno alle ultime fasi della tratta

tiva. Nel complesso niente di molto nuovo per noi che eravamo già a conoscenza

di tutti i principali elementi della situazione.

Circa atteggiamento degli altri Paesi nella questione e in modo speciale dell'Italia, egli si è espresso esattamente così: «Altri Paesi europei comprendono il nostro atteggiamento. Vorrei ringraziare sopratutto l'Italia che in tutto questo tempo ci ha appoggiato. Capirete anche che per tutta la esecuzione di questa lotta non voglio fare appello ad aiuto straniero. Questo nostro compito lo risolveremo da noi».

Notevoli le dichiarazioni relative al Patto russo-tedesco, del quale il Cancelliere ha fatto esaltazione come elemento capace di mantenere la pace fra due grandi Paesi, aggiungendo che tale intesa politica nulla ha a vedere con la differenza di ideologie e di dottrine dei due popoli.

Altro elemento molto notevole è la indicazione dell'eventuale successione

al posto di comando del Reich tedesco nelle persone, successivamente di Goering

e di Hess. Qualora anche queste due figure venissero a mancare il Partito nazio

nalsocialista eleggerà il suo capo nella persona più coraggiosa.

Tutto il discorso, e questa è la sua particolare caratteristica, è stato mantenuto nella cornice del conflitto polacco-tedesco, senza, si può dire, nessun accenno alle Potenze occidentali ed all'eventualità di un conflitto generale in Europa.

Dopo il discorso e dopo brevi parole di Goering che ha ripetuto il giuramento dei Deputati di adempiere fino all'ultimo il loro dovere e il loro compito dovunque essi si trovino, è stata votata all'unanimità, tra nuovi applausi, la legge sull'annessione della città libera di Danzica al Reich.

537

L'AMBASCIATORE DI FRANCIA A ROMA, FRANçOIS-PONCET, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. Roma, lo settembre 1939 (1).

Mon Gouvernement m'a chargé de vous faire la communication suivante, en réponse à la suggestion que je lui avais transmise hier de votre part:

«Le Gouvernement Français apprec1e hautement l'esprit qui inspire la proposition du Gouvernement Royal et il tient à réaffirmer sa volonté de rechercher tout moyen et de s'associer à toute initiative ayant pour but de faciliter et de permettre le règlement à l'amiable du conflit qui a surgi entre l'Allemagne et la Pologne.

«Le Gouvernement Français rend sincèrement hommage à l'effort entrepris dans le méme but par le Gouvernement Italien et le remercie de la communication relative à un projet de réunion de conférence qui lui a été transmis à ce sujet par l'Ambassadeur de France à Rome et auquel il donne une réponse favorable.

« Il doit toutefois faire observer qu'à son avis une conférence ne saurait évoquer les problèmes touchant aux intéréts de puissances qui n'y seraient pas représentées; il ne saurait étre disposé des intéréts d'une puissance, hors la présence de cette puissance.

« Le Gouvernement Français estime qu'une telle conférence ne devrait pas se borner à rechercher des solutions partielles et provisoires à des problèmes limités et immédiats; elle devrait, en évoquant l'ensemble des problèmes de caractère général qui sont à l'origine de tout conflit, aboutir à un apaisement permettant de rétablir et d'organiser sur des bases solides la paix du monde ».

(l) Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 410, il presente documento sarebbe pervenuto a Palazzo Chigi alle ore 12,15.

538

IL CONSOLE GENERALE A GINEVRA, BOVA SCOPPA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 144. Ginevra, 1° settembre 1939, ore 12,50 (per. ore 16,30).

Krauel mi dice -e comunico con ogni riserva -aver saputo in questo momento (ore 11) da fonte attendibile che il Governo francese avrebbe chiesto diritto passaggio truppe alla Svizzera.

Intanto Autorità francesi fanno sgomberare popolazione civile anche dall'Alta Savoia. Comunicato Roma e Berna.

539

IL CONSOLE GENERALE A GINEVRA, BOVA SCOPPA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 146. Ginevra, 1° settembre 1939, ore 13 (per. ore 15,30).

Questo Ministro di Bulgaria mi ha detto avere da fonte autorevole che anche nel caso Italia si dichiarasse neutrale, Francia chiederà al Governo di pronunciarsi nettamente in favore o contro il blocco franco-inglese. Comunico con ogni riserva malgrado serietà della fonte.

540

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 191. Parigi, 1° settembre 1939, ore 13.

Questo Ministro degli Affari Esteri mi ha fatto chiamare in questo momento per confermarmi quanto ho fatto conoscere stamani a V. E. con mio telegramma

n. 189 per telefono (1). Comunicazione risposta francese a proposta fatta da V. E. a François-Poncet sarà fatta immediatamente da quest'ultimo se non Vi è stata già comunicata.

Essa deve essere interpretata come accettazione di principio. Governo francese ha avuto conoscenza della risposta data da V. E. a codesto Ambasciatore d'Inghilterra circa Italia e ne è assai soddisfatto. Malgrado tutto qui si spera ancora poter arrestare conflitto mediante tregua tra Germania e Polonia per passare subito alle trattative.

Corre voce qui che Russia, d'accordo con Germania, si preparerebbe invadere Bessarabia che in un eventuale regolamento generale chiederebbe come prezzo di un suo ulteriore non-intervento.

541

L'AMBASCIATORE A VARSAVIA, ARONE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 204. Varsavia, Io settembre 1939, ore 14,35 (per. ore 14,45).

Da circa un'ora agenti di polizia all'ingresso di questa Ambasciata eserc.itano controllo su persone che entrano ed escono compresi Regi funzionari domandando esibizione documenti. Ho subito fatto domandare telefonicamente spiegazioni a questo Ministero degli Affari Esteri. Il funzionario competente ha quindi risposto che Ministro Beck lo aveva incaricato di trasmettere seguente comunicazione:

« Ministro degli Affari Esteri attende conoscere la posizione che il Governo italiano intende assumere nell'attuale conflitto polacco-tedesco per regolarsi di conseguenza ».

Prego V. E. impartirmi eventuali istruzioni.

542

IL CANCELLIERE DEL REICH, HITLER, AL CAPO DEL GOVERNO ITALIANO, MUSSOLINI (Ed. Hitler e Mussolini, cit., pp. 22-23)

T. Berlino, l • settembre 1939 (2).

Auch der letzte Vermittlungsversuch Englands ist gescheitert. lch erkHirte mich noch einmal bereit, das Problem zwischen Deutschland und Polen auf dem Verhandlungswege zu !Osen. Ich habe 2 Tage lang vergeblich auf einen polnischen Unterhandler gewartet. Daflir wurde: l) die polnische Generalmobilmachung ausgesprochen und 2) eine Re:ihe weiterer unertraglicher Terrorakte

begangen. Allein in dieser Nacht fanden wieder 14 FlHle von Grenzverletzungen statt, darunter drei schwerster Art. Ich habe mich unter diesen Umstanden, nachdem ich Polen immer wieder vor einer Fortsetzung solcher Akte gewarnt habe, nunmehr entschlossen, Gewalt gegen Gewalt zu setzen. Ich werde diesen Kampf, was immer auch kommen mag, mit dem ganzen Fanatismus, dessen ich und das Deutsche Volk fahig sind, bestehen. Ich danke Ihnen, Duce, fiir alle Ihre Bemiihungen. Ich danke Ihnen besonders auch fiir Ihre Angebote zur Vermittelung. Allein ich stand diesen Versuchen von vornherein deshalb skeptisch gegeniiber, weil ja die polnische Regierung -wenn sie nur die geringste Absicht gehabt hatte, die Frage freundschaftlich zu losen -, dies jederzeit hatte tun konnen. Sie lehnte aber jede wirkliche Verstandigung auch nur anzubahnen ab, bei der, wie die Dinge lagen, Konzessionen ihrerseits stattfinden mussten. Denn letzten Endes hat nicht Deutschland Polen etwas weggenommen, sondern Polen Deutschland, und umgekehrt sind nicht die Polen in Deutschland misshandelt worden, sondern die Deutschen in Polen. Ich wollte deshalb Sie, Duce, nicht der Gefahr aussetzen, eine Vermittlerrolle zu iibernehmen, die angesichts der intrasigenten Haltung der polnischen Regierung doch aller Wahrscheinlichkeit nach vergeblich gewesen ware.

\Vas immer auch kommen mag:

Das nationalsozialistiche Deutschland wird so oder so dafiir sorgen, dass auch an einer Ostgrenze jener Zustand der Befriedung und Ruhe eintritt, den wir an all'unseren anderen Grenzen gliicklicherweise besitzen.

TRADUZIONE.

Anche l'ultimo tentativo inglese di mediazione è fallito. Io mi dichiarai ancora una volta pronto a risolvere per mezzo di trattativa il problema tra la Germania e la Polonia. Io ho atteso invano per due giorni un negoziatore polacco. Invece si verificarono :

l) la dichiarazione della mobilitazione generale polacca,

2) l'inizio di una serie di altri atti terroristici insopportabili. Soltanto in questa notte si sono verificati altri 14 incidenti di violazioni di frontiera, tra i quali 3 di natura grave. Dinanzi a questi fatti ho preso ormai la decisione, dopo che io avevo ammonito ripetutamente la Polonia di non insistere nella continuazione di tali atti, di opporre forza a forza. Sosterrò questa lotta, qualunque cosa avvenga, con il più completo fanatismo del quale io ed il Popolo tedesco siamo capaci. Io Vi ringrazio anche in modo particolare per le Vostre offerte di mediazione. Però io sono rimasto scettico nei riguardi di tentativi del genere fin dall'inizio, perchè il Governo polacco, se avesse avuto la minima intenzione di risolvere amichevolmente la questione, lo avrebbe potuto fare ad ogni momento. Ma esso ha respinto persino di intavolare qualsiasi conversazione per un accordo, per il quale, dato come stavano le cose, avrebbero dovuto aver luogo delle concessioni da parte sua. Perchè in fin dei conti la Germania nulla ha portato via alla Polonia, ma viceversa è la Polonia che ha portato via alla Germania e i Polacchi non sono stati maltrattati in Germania, ma viceversa lo sono stati i Tedeschi in Polonia. Io non volevo quindi, Duce, farVi correre il pericolo di intraprendere una funzione mediatrice che sarebbe stata, a causa dell'atteggiamento intransigente del Governo polacco, con ogni verosimiglianza, vana.

Qualunque cosa possa avvenire:

la Germania nazionalsocialista avrà comunque cura che anche alle sue frontiere orientali si crei una situazione di tranquillità e di calma, come noi felicemente abbiamo sulle altre nostre frontiere.

(l) -Vedi D. 534. (2) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 411, questo messaggio sarebbe stato consegnato a Palazzo Chigi tra le ore 15 e le ore 16.
543

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 192. Parigi, 1o settembre 1939, ore 15,10 (per. stessa ora).

Ministro dell'Aeronautica mi fa sapere a nome di Daladier che è assolutamente deciso a restaurare amicizia italo-francese «con tutte le conseguenze che ne derivano».

Daladier esprime speranza che il Duce possa ancora intervenire a Berlino per accettazione di una tregua in base alla quale tenere conferenza in conformità proposte italiane.

544

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 203. Sofia, 1° settembre 1939, ore 16,30 (per. ore 18,45).

È venuto a vedermi ora il Ministro di Germania per darmi comunicazione inizio ostilità con Polonia. Si è espresso nel senso che conflitto potrà rimanere localizzato e non occorrerà intervento italiano. Ritiene tuttavia che possano prevedersi ulteriori sviluppi accordi russo-tedeschi.

Mi ha chiesto per ogni occorrenza stretta ed amichevole collaborazione che da parte sua mi assicura. È assolutamente tranquillo linea di condotta Bulgaria.

Mi ha soggiunto essere informato urgente richiesta di colloquio fatta Kiosseivanov telefonicamente da Istanbul dove trovasi per breve durata da questo Ministro di Turchia. Per quanto non risulterebbe che effettivi turchi in Tracia siano stati diminuiti, crede che potrebbe trattarsi di un passo a fine distensione.

Mi riservo uteriori informazioni.

545

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. P. URGENTISSIMA E CONFIDENZIALE. Roma, 10 settembre 1939 (1).

I a m instructed by Lord Halifax t o inform Your Excellency that in order to ensure the security of the Suez Canal certain precautionary measures have become necessary. His Lordship is confident that Your Excellency will realise that in present circumstances His Majesty's Government are bound to take such exceptional measures, in order to ensure the free passage of non-enemy shipping through :the Canal, the free navigation of which they know to be also of vital importance to Your Excellency's Government.

22 -Documellfi diplomatici· Serie VIII -Vol. XIII

TRADUZIONE.

Ho ricevuto istruzioni da Lord Halifax di informare V. E. che per garantire la sicurezza del Canale di Suez, sono divenute necessarie alcune misure precauzionali.

Lord Halifax confida che V. E. si renderà conto che nelle presenti circostanze il Governo di Sua Maestà è costretto a prendere tali misure eccezionali, per garantire il libero passaggio di navi non nemiche attraverso il Canale, la cui libera navigazione esso sa essere anche di vitale importanza per il Governo <:li V. E.

(l) Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 411, questa lettera sarebbe pervenuta a Palazzo Chiii alle ore 17.

546

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 193. Parigi, 1• settembre 1939, ore 17,40.

Da stessa fonte che mi ha fatto comunicazione, di cui al mio fonogramma odierno n. 192 (1), mi viene espresso il desiderio che V. E. faccia a codesto Ambasciatore di Francia stessa dichiarazione fatta ad Ambasciatore d'Inghilterra.

Ciò, mi si dice, potrebbe eventualmente facilitare un appello diretto di Daladier al Duce nel senso indicato dal mio predetto fonogramma (2).

547

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 197. Parigi, 1° settembre 1939, ore 17,40 (per. ore 17,50).

Generale Gamelin ha convocato nuovamente questo Addetto Militare e gli ha detto che, data mobilitazione generale, era obbligato di prendere dei provvedimenti militari su tutto il territorio e quindi anche nella zona prospiciente frontiera italiana. Però detti provvedimenti dal punto di vista operativo sono di semplice sicurezza e non hanno nessun carattere offensivo nè tanto meno aggressivo. Generale Gamelin ha dato ordine che venga evitato ogni incidente di frontiera e che gli vengano segnalati quei provvedimenti che potrebbero essere da noi interpretati come aventi carattere aggressivo.

548

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

NOTA VERBALE. Roma, 1° settembre 1939 (3).

His Majesty's Government much appreciate the effort made by Signor Mussolini to avert hostilities and the spirit that prompted it and they were giving

• careful consideration to bis proposals.

R. -Ambasciata in Parigi che c è stato fatto • ore 21 1° settembre XVII •.

nella serata del 1° settembre. ·

It would seen however from news received that the action of the German Government has now unfortunately rendered it impossible to proceed along those lines.

(l) -Vedi D. 543. (2) -Il presente documento porta in calce la seguente annotazione: c Comunicato alla (3) -Secondo la Cronologia vedi Appendice I, p. 411, questa nota sarebbe stata comunicata
549

IL CAPO DI GABINETTO, ANFUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI. CIANO

APPUNTO. Roma, 1° settembre 1939 (1).

La Cancelleria del Reich ha fatto presente ad Attolico che non ritiene indispensabile per adesso pubblicare il telegramma diretto oggi dal Fiihrer al Duce poichè i giornali tedeschi pubblicano integralmente il discorso del Filhrer che contiene la parte riguardante l'Italia, che è simile a quanto. è detto nel telegramma di cui è stata chiesta la pubblicazione (2).

550

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A HSIN KING, GUADAGNINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 84. Hsin King, 1° settembre 1939, ore 19 (per. giorno 2, ore 2,35).

Mio telegramma n. 81 (3).

Personalità militari fra le quali Generale Canoligai (Capo di Stato Maggiore Esercito Kuangtung) hanno dichiarato ufficialmente « essere pronti ad ogni evenienza». Privatamente sono giunti fino a qualificare Patto di non aggressione russo-tedesco come un « tradimento » della Germania.

Dal punto di vista militare, oltre a quanto comunicato con mio telegramma

n. 81 sembra che firma Patto di non aggressione possa provocare come immediata conseguenza rinunzia ogni velleità offensiva da parte Giappone sulla frontiera russo-mancese limitandosi difesa attuale confine anche nell'eventualità scoppio ostilità in Europa, avvenimento viene considerato come favorevole intenzioni offensive.

Autorità civili locali, dopo prime dichiarazioni ispirate su quelle di Tokio, si sono astenute da ulteriori commenti ufficiali pur confermando privatamente atteggiamento disillusione e malcontento.

D'altra parte non sembra siano almeno finora prese in considerazione possibilità mediazione tedesca allo scopo migliorare relazioni russo-giapponesi. Comunicato Shanghai e Tokio.

(l) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 411, questa telefonata di Attolico sarebbe stata effettuata nella serata del l o settembre. (2) -Il presente documento porta la seguente postilla: c Non insistere •. (3) -Vedi D. 253.
551

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE A SHANGHAI, TALIANI

T. 19012 P. R./III. Roma, 1° settembre 1939, ore 20.

R. Ministero Marina, dietro suggerimento Comandante Superiore Navale in Estremo Oriente, ha disposto riduzione effettivi distaccamento R. Marina a Pechino al minimo necessario per sorveglianza fabbricati.

552

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 278. Budapest, 1° settembre 1939, ore 20,25 (per. ore 22,40).

Ministro degli Affari Esteri mi ha detto risultargli che Bonnet avrebbe oggi pomeriggio telefonato al Ministro di Francia a Bucarest (data interruzione comunicazioni Par.igi-Varsavia) di far presente attraverso Ambasciatore in Polonia se Governo polacco sarebbe disposto aderire conferenza a cinque.

553

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 280. Budapest, lo settembre 1939, ore 21,22 (per. ore 24).

Secondo quanto mi ha detto Ministro Affari Esteri, senza prendere alcuna altra misura militare, emanerà domani un proclama concernente provvedimenti di ordine straordinario soprattutto amministrativo quali: censura; divieto riunioni e comizi; procedura giudiziaria eccezionale; limitazione consumo carburanti e simili.

554

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 281. Budapest, 1° settembre 1939, ore 21,22 (pe1·. ore 23,15).

Mio telegramma n. 275 (1). Ministro degli Affari Esteri mi ha informato che Gafencu avrebbe fatto

capire che, in considerazione opmwne pubblica sarebbe preferibile protocollo circa minoranze fosse accompagnato dichiarazione non aggressione. Csaky gli ha fatto sapere di non inoltrare una tale richiesta, poichè sarebbe respinta.

(l) Vedi D. 455.

555

IL MINISTRO AD ATENE, GRAZZI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 108. Atene, 1° settembre 1939, ore 21,40 (per. giorno 2, ore 2,35).

Mavrudis col quale ho parlato stamane ha espresso il più vivo rammarico per il precipitare degli avvenimenti ed ha ammesso pur non senza reticenza che le proposte germaniche avrebbero potuto essere prese come base di discussione. Mi ha confermato nel modo più esplicito decisione Grecia mantenere neutralità assoluta e mi ha ripetuto che a tutt'oggi Governo inglese non ha rivolto a questo Governo alcuna richiesta di eventuale cooperazione sotto nessuna forma. Mi ha detto altresì che Turchia, dove conclusione patto tedescosovietico ha destato grande impressione, è pure decisa mantenere neutralità assoluta ove non sia attaccata e che idea di un attacco turco contro Bulgaria, anche se nel passato aveva potuto essere stata ventilata, è ormai completamente abbandonata. Popolazione segue naturalmente avvenimenti con viva eccitazione poichè timore che l'Italia si disponga attaccare Grecia è molto diffuso e qua e là affiorano manifestazioni di uno stato d'animo a noi avverso.

Collettività italiane che mantengono ammirevole attitudine di calma e disciplina hanno la inspirata fede più assoluta nelle decisioni del Duce.

556

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 282. Budapest, lo settembre 1939, ore 21,50 (per. ore 24).

Parlandomi della speranza nella riunione di una conferenza, Ministro degli Affari Esteri mi ha informato che Presidente del Consiglio scriverà una lettera al Duce pregandolo, ove potesse presentarsi eventualità, di porre questione delle rivendicazioni ungheresi in Transilvania, come già a Monaco Baviera, per dare una equa duratura sistemazione bacino danubiano e porre fine ai contrasti fra ungheresi e Romania. Se poi conferenza non trattasse questioni Ungheria si vedrebbe costretta costituire fatto compiuto.

A mia richiesta Csaky mi ha detto che tale eventuale azione ungherese sarebbe compiuta indipendentemente dalla Germania; quest'ultima, a suo dire, non mostra aver troppa fiducia nell'Ungheria, non avrebbe intenzioni aggressive verso la Romania e d'altra parte mostrerebbe interesse che persistessero fra Ungheria e Romania motivi di dissidio.

Mi riservo inviare dettagli per corriere.

Lettera Presidente del Consiglio (l) sarà inviata esclusivamente al Duce e a nessun altro Governo.

557

IL MINISTRO DEGLI ESTERI. CIANO. ALL'INCARICATO D'AFFARI A. l. A LONDRA, CROLLA

T. 19096/106 P. R. Roma, 1° settembre 1939, o1·e 23.

Accertatevi urgenza se si può fare assegnamento sia dal punto di vista politico che da quello dei pagamenti sulle consegne da parte dell'Inghilterra di tutti i quantitativi di carbone dei contratti in corso di esecuzione per il 1939 nonchè dei quantitativi per i quali già sono intercorsi formali impegni scritti fra i fornitori inglesi ed il Monopolio Carboni per consegna da effettuare durante l'anno 1940.

558

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO

T. 19097/327 P. R. Roma, 1° settembre 1939, ore 23.

Accertatevi d'urgenza se possiamo fare assegnamento sia dal punto di vista politico che da quello dei pagamenti sulla consegna da parte della Germania dei quantitativi di carbone considerati negli accordi commerciali e regolarmente contrattati per l'anno 1939.

559

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE A VARSAVIA, ARONE

T. 19110/151 P. R. Roma, lo settembre 1939, ore 23.

Vostro telegramma n. 204 (2).

Potete rispondere a Beck che posizione Governo italiano risulta dal comunicato dal Consiglio dei Ministri odierno (che vi telegrafo in chiaro) e più precisamente dal seguente paragrafo:

«Consiglio dei Ministri dichiara omissis che l'Italia non prenderà iniziativa alcuna di operazioni militari».

(l) -Vedi D. 565. (2) -Vedi D. 541.
560

IL MINISTRO A BERNA, TAMARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATO PER CORRIERE 28. Berna, 1° settembre 1939 (per. giorno 5).

È stato da me il conte d'Ursel, Ministro del Belgio, rientrato dalle vacanze trascorse in parte in Inghilterra. Egli mi ha detto che per lui le trattative che correvano tra Londra e Berlino non avevano particolare valore ai fini della pace, ma tendevano da parte inglese a guadagnare tempo o a fissare le responsabilità, perchè egli, durante il suo soggiorno inglese, aveva acquistato la convinzione che l'Inghilterra vuole la guerra, perchè ritenendosi ingannata nell'affare della Boemia, «vuole finirla a ogni costo con Hitler».

561

IL MINISTRO DI SVIZZERA A ROMA, RUEGGER, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

NOTA VERBALE. Roma, 1" settembre 1939.

J'ai l'honneur de faire connaitre à Votre Excellence que je suis chargé de notifier au Gouvernement de Sa Majesté le Roi et Empereur la Déclaration de neutralité suivante du Haut Conseil Fédéral Suisse:

« La tension internationale, qui a obligé la Confédération Sudsse à prendre des mesures militaires, l'incite à manifester à nouveau son inébranlable volonté de ne se départir en rien des principes de neutralité qui dnspirent sa volonté depuis plusieurs siècles et auxquels le Peuple Suisse est profondément attaché parce qu'.Us répondent à ses aspirations, à son organisation intérieure et à sa situation vis-à-vis des autres Etats.

En vertu du mandat spécial qui vient de lui etre décerné par l'Assemblée Fédérale, le Conseil Fédéral déclare donc formellement que la Confédération Suisse maintiendra et défendra par tous les moyens dont elle dispose l'inviolabilité de son territoire et la neutralité que les traités de 1815 et les engagements qui les complètent ont reconnues etre dans les vrais intérets de la politique de l'Europe entière.

La Confédération tiendra à honneur de faciliter, ainsi qu'elle l'a fait au courant des dernières guerres, l'activité impartiale des oeuvres humanitaires qui peuvent contribuer à atténuer les souffrances qu'engendrerait un conflit.

Se fondant sur les assurances qui lui ont été solennellement réitérées, le Conseil Fédéral a la convinction que la présente déclaration sera considérée comme l'affirmation loyale des conséquences résulta-nt pour la Confédération Suisse des traités et engagements internationaux qui la concernent ».

562

IL MINISTRO DI SVIZZERA A ROMA, RUEGGER, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

NOTA VERBALE. Roma, I 0 settembre I939.

Je suis chargé et j'ai l'honneur de porter à la connaissance de Votre Excel

lence que Son Altesse Sérénissime le Prince Régnant de et à Liechtenstein a

prié le Conseil Fédéral Suisse de communiquer au Gouvernement italien, que

la Principauté de Liechtenstein, en cas de conflit armé, conservera la plus strictè

neutralité.

Je serais reconnaissant à Votre Excellence de bien vouloir accuser réception

de cette communication.

563

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

R. SEGRETO 6568. Berlino, Io settembre 1939 (1).

Invio qui unito alla E. V. il testo dell'appunto scritto, questa mattina da

me sottoposto personalmente al Cancelliere in seguito agli ordini del Duce.

Premetto che, avendo io domandato prima delle otto di essere ricevuto dal

Fi.ihrer, non ho avuto da parte di questi risposta alcuna. Poichè il tempo incalzava

e mi si era d'altra parte annunciata la convocazione straordinaria del Reichstag

per le 10 a. m. ho creduto opportuno recarmi alla Cancelleria senz'altro. Erano

le 9 meno un quarto. Ho incontrato colà il Signor Hewel. Gli ho rinnovato

la richiesta. Egli mi ha risposto che il Fi.ihrer avrebbe desiderato di ricevermi

in presenza del Ministro degli Esteri. Questi essendo assente, gli era stato

telefonato di venire subito. Ho risposto che non potevo attendere: era il Duce

in persona che mi aveva parlato; dovevo vedere il Fi.ihrer al più presto. Hewel

ritornò dal Fi.ihrer che consentì a vedermi, nonostante l'assenza di Ribbentrop.

Hitler lesse il mio appunto (che avevo già naturalmente fatto tradurre)

lo considerò attentamente, lo rilesse, poi disse -per quanto senza grande entu

siasmo: gut, e mostrò la carta a Hewel, a cui disse anche qualche cosa circa

un telegramma al Duce che egli aveva già preparato e che occorreva sospendere.

Io presi atto, dicendo che avrei subito informato il Duce della risposta

affermativa ricevuta. Aggiunsi gli auguri del Duce per il buon successo dell'im

presa. Il Fi.ihrer ringraziò, aggiungendo poi come tutta una serie di nuovi inci

denti, di cui taluni gravi, accaduti durante la notte, lo avessero forzato a rom

pere ogni indugio con la Polonia.

.344

Ritornai all'Ambasciata -telefonai alla E. V. -e quindi mi recai subito dopo al Reichstag dove, nel discorso del Fiihrer, trovai già le traccie del mio messaggio di un'ora prima. Il passo riguardante l'Italia riscosse un applauso parziale, direi quasi incerto.

Finita la seduta, fui informato da Zamboni del ritardo frapposto alla spedizione del telegramma (1). Posso dire, che se ritardo vi fu, esso non potè che essere solo dovuto al sopraggiungere di Ribbentrop e a qualche tentativo da lui compiuto.

2 settembre.

P: S. -Come risulta da quanto ho riferito in dettaglio al principio del presente rapporto, io ho dovuto ieri -per arrivare al Fiihrer -forzare le consegne. Ribbentrop doveva aver lasciato istruzioni che nessuno arrivasse da Hitler senza di lui. Io mi sono imposto, riuscendo a sfondare in sua assenza. Se non lo avessi fatto subito, dopo non sarei riuscito a niente.

Conseguenza: stamane, le anticamere della Cancelleria sono sbarrate e la loro entrata è guardata da un ufficiale di S.S. che, prima di far entrare, sottopone i postulanti all'esame di un cerbero colà destinato a rappresentare Ribbentrop.

ALLEGATO.

Il Duce mi ha telefonato in questo momento di persona per dirmi che nella situazione presente occorre, nell'interesse comune, precisare agli occhi dei terzi i rapporti tra i due Paesi -Germania e Italia -agli effetti della guerra.

Il Duce deve riunire fra qualche ora il Consiglio dei Ministri e il Gran Consiglio, e vorrebbe poter presentare in quell'occasione un telegramma del Fuhrer che, ringraziandolo per l'appoggio dato alla sua causa sul terreno diplomatico e politico, gli dichiari che la Germania, sicura del suo buon diritto e della sua forza, non sollecita il concorso militare italiano.

Una chiarificazione in questo senso è indispensabile per evitare interpretazioni tendenziose circa l'attitudine italiana che, mettendo l'Italia in una luce non vera, potrebbero allo stesso tempo indebolire la stessa forza politica della Germania.

(l) Spedito il 2 settembre, come risulta dal P. S .

564

IL MINISTRO A BUCAREST, GRIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 3200/1.384. Bucarest, 1" settembre 1939.

Faccio seguito al telespresso n. 3180/1375 (2) del 30 agosto u. s. per comunicare a codesto on. Ministero che secondo quanto si afferma in questi circoli politici il richiamo da Parigi dell'ex Presidente del Consiglio e Consigliere

Reale Tatarescu sarebbe dovuto a due motiv,i. Il primo è che Tatarescu riteneva essere la sua missione a Parigi di carattere temporaneo e transitorio.

Il nuovo regime romeno, la nuova costituzione, il nuovo parlamento, tutto l'ordine nuovo che ormai diventa definitivo è stato realizzato dal Sovrano senza il consiglio di Tatarescu ed anzi con quello di antichi suoi subordinati.

Tutto ciò ha dato a Tatarescu l'impressione che il suo allontanamento dalla politica interna romena potrebbe diventare definitivo e lo ha quindi profondamente demoralizzato.

Il secondo motivo avrebbe carattere di politica internazionale. Il Tatarescu quale Ambasciatore a Parigi avrebbe mostrato velleità di una eccessiva indipendenza nei riguardi del Governo calinescu da lui giudicato non abbastanza ligio ai voleri della Francia.

Si dice, anzi, ma non ho modo di controllarlo, che su questa base si sarebbe verificato in questi ultdmi tempi un riavvicinamento tra lui e Titulescu.

(l) -Vedi D. 530. (2) -Non pubblicato.
565

IL CAPO DEL GOVERNO UNGHERESE, TELEKI, AL CAPO DEL GOVERNO ITALIANO, MUSSOLINI (l)

L. Budapest, 1° settembre 1939.

Il y a des grandes différences entre les problèmes des territoires que la Hongrie a diì céder à la Roumanie et ceux qu'elle a diì céder à la Tchécoslovaquie. Il y a des différences profondes de caractère entre les deux problèmes et par conséquence des différences absolues des possibilités de solution.

Sous c caractères des problèmes » j'entends deux choses différentes. Il y a d'abord des différences de caractère ainsi qu'ils se posent des points de vue géographique, historique, ethnique et économique, c'est-à-dire du point de vue des faits. D'autre part, il y a des différences fondamentales dans l'aspect psychologique, c'est-à-dire dans la façon dont les deux problèmes sont envisagés et ressentis par la nation hongroise.

Entre le territoire réannexé en novembre 1938 à la Hongrie et entre la Slovaquie la frontière ethnique a pu etre fixée sur 3/4 de son parcours assez facilement. C'est vrai que les frontières actuelles ne sont pas des frontières excellentes au point de vue géographique et économique, mais elles pourraient l'etre avec très peu de remaniement.

Dans la plus grande partie de la Transylvanie et des ces autres territoires la population est très mixte, dans les comitats, dans les arrondissements et meme dans les villages. Une frontière ethnique comparable à celle qui a été tracée entre la Slovaquie et la Hongrie ne peut etre fixée nulle part (Carte l) (2). Il y a des territoires hongrois à 80-90 et meme 100 pour cent en partie sur la

frontière hongroise, mais en plus grande partie loin de cette frontière à l'extré

mité Sud-Est de la Transylvanie. Il y a aussi des territoires habités purement

ou presque purement par des roumains. Ce sont surtout les territoires monta

gneux qui sont situés dans le Sud de la Transylvanie et s'avancent vers le

Nord entre la Plaine Hongroise et la bassin intérieur de la Transylvanie. D'autres

territoires montagneux dans le Nord de la Transylvanie et contigus.

Le bassin de la Transylvanie meme est le terr,itoire le plus mixte au point

presque purement roumaine.

Le bassin de la Transylvanie meme est le territoire le plus mixte au point

de vue nationalité, comrr.e au point de vue religion. Ce territoire qui lie les

territoires purement ou en majorité hongrois de l'Est et de l'Ouest les uns aux

autres était habité au cours des premiers siècles de l'Etat Hongrois par une

population magyare ou principalement magyare.

(Cartes 2 a-d) (1). -Les guerres qui ont décimé le plus l'élément magyar et une infìltration lente des roumains ont lentement changé l'aspect ethnique. Ce territoire est devenu un territoire de population très mixte. Il faut ajouter que l'élément roumain dc ce territoire est en partie d'origine hongroise, qu'il n'est pas orthodoxe comme les roumains du Sud. Ils ont adopté la religion catholique. Les villes de ce territoire étaient presque purement hongroises en 1918 et elles sont encore aujourd'hui de majorité magyare. Au Sud et au Nord de ce territoire sont situés les territoires des colonistes saxons, colonistes très anciens du XIIe siècle. Eux non plus ne forment des territoires ethniquement unis, mais sont mélangés de fortes minorités ou mème de majorités roumaine ou hongroise.

Ce que nous appelons aujourd'hui le principe de Miinich -c'est-à-dire le principe de division purPment ethnique sur la base de la majorité ethnique dans les villages (de 51 pour cent de population magyare à la Hongrie, villages de 51 pour cent de population slovaque à la Slovaquie)-ne peut donc nullement etre appliqué au cas de la Transylvanie.

C'est d'abord un fait négatif qui déjà rend la question plus difficile et complexe. Mais le problème est plus complexe en soi-meme par les autres facteurs et surtout le facteur historique qui se présente ici d'une façon plus intense.

Le bassin de la Transylvanie qui -avec les versants des grandes montagnes qui l'entourent-formait pendant trois siècles un petit Etat à soi, a développé une tradition spéciale, tradition provenant en partie du caractère géographique différent de ces pays et provenant en partie de la vie de ce petit Etat toujours plus patriarca! et plus uni, -et provenant aussi du sens politique développé par la situation de ce petit Etat situé entre deux grands empires, un Etat, qui -quoique petit et indépendant -se sentait toujours gardien du patrimoine hongrois. Aussi le hongrois transylvain se sent -si possible encore plus hongrois que le hongrois de la Hongrie.

La psychologie transylvaine et le sens politique, qui s'y est développé, étaient toujours imbus du meme idéal que l'idéologie de St. Etienne, fondateur

de l'Etat sédentaire hongrois. Son idée sur l'Etat et sur l'avenir du bassin du Moyen Danube n'était non plus une idée impérialiste, mais une idée patriarcale, idée de la synthèse du genre de vie, de la bonne foi et du génie des peuples de ce territoire. La Transylvanie sous le règne de ses princes était un pays de plus grande liberté politique et religieuse que tous les autres pays de l'Europe des memes périodes historiques.

Le problème de la Transylvanie ne peut etre donc simplement étudié et résolu sur la base des faHs géographiques et des données ethniques et statistiques du moment. C'est un des pays les plus historiques de l'Europe, la « Savoya » hongroise.

Voilà aussi les causes pourquoi il n'y a pas seulement de différences très grandes de faits, mais aussi de différences très grandes de l'aspect psychologique entre les problèmes de la «Transylvanie » et de la « Slovaquie ».

Tout le monde qui vient en Hongrie peut constater en quelques jours que le problème de Transylvanie est le problème national de la Hongrie et de la nation hongroise. C'est un problème d'une importance nationale et d'une profondeur incomparablement plus grande que le problème dé la Slovaquie ou encore nos problèmes de revendication le long de la frontière yougoslave. Ces derniers sont d'une importance minime vis-à-vis le problème transylvain. En ce qui concerne le problème slovaque, notre public le considère d'une façon beaucoup plus réaliste et quoique la Slovaquie était une partie de l'Empire de St. Etienne, quoique ses frontières septentrionales sont les Carpathes, défenseurs de notre bassin Danubien, quoique la Slovaquie ou, au moins, ses porte-parole montrent aujourd'hui beaucoup d'inimitié vis-à-vis de la Hongrie, le « problème slovaque » laisse la population hongroise respectivement assez tranquille. Nous savons que tòt ou tard l'amitié entre les deux peuples va se refaire, les relations vont s'améliorer et on est persuadé qu'une fois nous marcherons encore sur un chemin commun dans l'histoire.

Le « problème transylvain » est bien différent. Des plus hauts fonctionnaires et des plus grands savants jusqu'aux plus simples villageois, du directeur d'usine jusqu'à son plus jeune ouvrier, du vieillard jusqu'à l'enfant, tout le monde attend et exige le retour de la Transylvanie à la Hongrie. Ils le souhaitent parce que la Transylvanie est une des parties les plus historiques de notre pays, ils le souhaitent parce qu'il y a une très forte population magyare en Transylvanie, Hs le souhaitent car les transylvains qui vivent en Hongrie savent que meme la population roumaine de la Transylvanie a préservé des sympathies et des attaches très fortes vis-a-vis de la Hongrie, ils le souhaitent parce que c'est la Transylvanie qui a donné toujours le plus de force géographique, morale et psychique à notre Etat dans l'accomplissement des grandes tàches qui lui incombent tant en héritier du patrimoine patriarca! de St. Etienne comme en garde de cette position importante de l'Europe où notre destin nous a conduit. Ils l'exigent, car la Roumanie a persécuté et persécute aujourd'hui peut-etre plus que jamais la minorité magyare transférée à la Roumanie avec le sol, les habitations, les villages, les villes, les monuments, de leurs ancetres. Ils l'exigent parce qu'ils ressentent le devoir d'aUer au secours de leurs connationaux. Et il ne faut pas oublier qu'en conséquence des expatriations et persécutions de

la part de la Roumanie, la Hongrie est pleine d'hommes et de familles de souches transylvaines. Ce sentiment et ce mouvement, cet état psychologique sont si forts que nul gouvernement ne pourrait résister à la poussée des ames.

(l) -Vedi D. 566. (2) -Non rintracciata.

(l) Non rintracciate.

566

L'AMBASCIATORE A MOSCA, ROSSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 3151/1246. Mosca, l" settembre 1939.

Il testo del discorso pronunciato ieri sera da Molotov davanti alla seduta plenaria del Consiglio Supremo dell'U.R.S.S., e che è stato r-iassunto nel telegramma Stefani n. 63 (1), è stato pubblicato dai giornali odierni, usciti a tarda ora.

Mancando il tempo materiale per farne la traduzione prima della partenza della valigia diplomatica che invio via Stoccolma, ne trasmetto qui accluso il testo in lingua russa.

Come ho già telegraficamente segnalato, la nota dominante del discorso è quella degli «interessi sovietici » : interessi che Molotov afferma dovranno e sapranno sempre dominare la politica estera dell'U.R.S.S.

Significativa la frase con la quale Molotov ha ammonito che in tutte le importanti questioni di politica estera, specialmente se riguardino l'Europa orientale, l'U.R.S.S. intende d'ora innanzi far sentire la propria voce.

Il discorso può considerarsi come una chiara manifestazione del rinato naz·ionalismo russo.

567

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 283. Budapest, 2 settembre 1939, ore 0,39 (per. ore 6,15).

Mio telegramma 275 (2).

Chiesto a Csaky sé accordo per le minoranze era stato proposto anche a Jugoslavia (come in un primo tempo mi era stato affermato al Ministero degli Affari Esteri) egli ha precisato che il progetto di protocollo era stato proposto soltanto alla Romania; egli si era limitato a fare comunicare al Ministro di

Jugoslavia il testo presentato a Bucarest, aggiungendo genericamente, senza riferirvisi, come altra volta, che Ungheria sarebbe stata sempre disposta ad accordarsi con Belgrado circa minoranze.

(l) -Non rintracciato. (2) -Vedi D. 455.
568

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 47. Danzica, 2 settembre 1939, ore 2 (per. ore 3,30).

Giorno primo settembre ore 20. Seguito telegramma n. 46 (1). Riassumo situazione Danzica desumendola da constatazioni personali, date notizie spesso incerte e contradditorie stante incalzare avvenimenti e regime di eccezione qui instaurato stamani. Ieri sera radio notiziario delle 16 con proposte Fiihrer alla Polonia aveva suscitato enorme interesse e ansiosa aspettativa. Stamane ore 4,45 nave scuola Schleswig-Holstein apriva fuoco contro zona militare polacca Westerplatte all'imboccatura porto Danzica; guarnigione polacca mantienesi ancora parzialmente suddetta zona. Nel centro di Danzica qualche centinaio volontari polacchi asserragliati nell'edificio posta polacca hanno reagito per dieci ore con fucili e mitragl.iatrici alle intimazioni di resa: secondo notizie datemi dal Consolato Generale di Germania evacuazione attenutasi soltanto appiccando fuoco edificio. Tutti gli altri edifici polacchi, stazioni ferroviarie e ferrovia occupati senza incontrare resistenza. Cittadini polacchi e danzichesi di nazionalità polacca vengono arrestati in massa dando luogo colluttazioni e incidenti vari. Ministro Chodac~i pare sia stato arrestato pomeriggio; Alto Commissario Burckhardt parte stamane verso Lituania dietro ingiunzione del Gauleiter; Console Generale d'Inghilterra parte in questo momento. Segnalati ·incidenti dovuti brutalità agenti polizia ausiliaria che sbarrano passo a persone non tedesche ritenendole polacche spianando armi contro di esse. Incidenti del genere sono occorsi ai giornalisti italiani Orsini e Tonella, anche al sottoscritto e al personale di questo Consolato, per cui ho elevato energiche proteste alle Autorità locali attenendone soddisfazione e assicurazioni del caso. Popolazione mantienesi generalmente tranquilla senza entusiasmo. Collettività italiana sempre calma e disciplinata. Sulla frontiera l'azione militare è in pieno sviluppo; forze tedesche molto attive specialmente nel settore di Gdynia; una squadra navale tedesca concentrata porto Danzica. Prego V. E. telegrafarmi data recezione presente telegramma.

(l) Vedi D. 535. Il T. è però delle ore 11,30.

569

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 277. Bucarest, 2 settembre 1939, ore 2,10 (per. ore 6,15).

Mio telegramma 276 (1). Fra le molteplici voci che circolano in questi ambienti trovano qualche credito notizie concentramenti militari rùssi in direzione frontiera Bessarabia.

570

IL MINISTRO A KAUNAS, DI GIURA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. RISERVATO 48. Kaunas, 2 settembre 1939, ore 2,15 (per. ore 15).

Addetto Militare questa Legazione di Germania mi ha testè mostrato carta militare segreta recante precisa indicazione dislocamento forze polacche su fronte tedesco nonchè verso frontiera Lituania. Polacchi avrebbero in linea 27 divisioni dell'esercito regolare oltre 15 divisioni riserva tutte normalmente equipaggiate, mentre altre 15 divisioni riserva di minore efficienza presiederebbero resto territorio polacco. Le due divisioni di linea che si trovano di stanza in Vilna sono state trasferite ieri verso confine Prussia orientale e sostituite da una divisione di riserva territoriale, quest'ultima trovasi completata verso frontiera Lituania da esistente br,igata cavalleria stanziata di fronte punto incontro confine lituano-lettone, e da reparti aerei aventi sede nella stessa Vilna nonchè in località tra Vilna e Grodno. Tale relativo alleggerimento testè avvenuto nello schieramento forze polacche verso confine lettone appare conseguenza da un lato delle aperte ostilità con Germania e dall'altro della odierna presunzione polacca che Lituania non uscirà dalla sua neutralità che Polonia stessa si è impegnata rispettare con dichiarazione ufficiale avvenuta soltanto ieri. Forze lituane notevolmente rinforzate da recenti richiami vengono completate da reparti franchi tirator,i e trovansi distribuite nei settori già indicati con mio telegramma n. 43 (2).

Addetto Militare tedesco mi ha confermato che nell'assoluta maggioranza forze armate lituane come pure del resto fra studenti e masse rurali di questa Nazione fervido proposito realizzare rivendicazioni nazionali Vilna anche se

ambienti governativi siano titubanti al riguardo quando non contrari. Egli ha inoltre espressa convinzione che questione rivendicazioni nazionali Paesi confinanti con Polonia, fra i quali al primo posto U.R.S.S., sarebbero poste sul tappeto se pure in un momento ancora da determinare.

(l) -Vedi D. 597. Nota dell'Ufficio Cifra: • Il n. 276 non risulta tutt'ora pervenuto all'Ufficio Cifra •· Il telegramma, come si comprende anche dalla nota dell'Uff. Cifra, fu spedito con ritardo. (2) -Vedi D. 315.
571

APPUNTO DATO AI TEDESCHI ALLE ORE 10 DEL 2 SETTEMBRE, A SEGUITO DELLE ISTRUZIONI PERVENUTE DIRETTAMENTE DA

S. E. IL MINISTRO (1).

A titòlo informativo, naturalmente lasciando ogni decisione al Fiihrer, l'Italia fa sapere che avrebbe ancora la possibilità di far accettare da Francia, Inghilterra e Polonia una conferenza sulle seguenti basi:

l) armistizio, che lasci le Armate dove sono ora;

2) riunione della conferenza entro due o tre giorni;

3) soluzione della vertenza polono-tedesca, che allo stato degli atti non potrebbe essere che sicuramente favorevole alla Germania.

L'idea originalmente emanata dal Duce, è ora sollecitata specie dalla Francia.

Danzica è già tedesca e la Germania è già in occupazione di pegni che le garantiscono una parte delle sue rivendicazioni. La Germania ha pure già avuto la sua «soddisfazione morale». Accettando la proposta conferenza, essa otterrebbe tutti i suoi obiettivi, evitando una guerra che ormai si presenta chiaramente come generale e di lunghissima durata.

Il Duce non vuole insistere, ma tiene però moltissimo a che quanto sopra sia portato immediatamente a cognizione, cosi del Sig. Ribbentrop come del Fiihrer.

57%.

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 601. Berlino, 2 settembre 1939, ore 10,40.

Ho cercato subito di avere un appuntamento con Ribbentrop. Mi è stato risposto che Ribbentrop, ieri sera, un poco sofferente, riposava e non si poteva svegliare. Mi sono allora messo in comunicazione con Weizsacker il quale mi ha pregato di mettere tutto per iscritto, il che io ho fatto, anche nel testo tedesco nel giro di un quarto d'ora.

Weizsacker pensa ora di fare avere il mio appunto informativo cosi al Ministro degli Esteri come allo stesso Fiihrer ed io rimango qui al telefono a disposizione per il caso che Ribbentrop od altri voglia vedermi.

(l) Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 412, questo Appunto sarebbe stato trasmesso telefonicamente ad Attolico alle ore 9.

573

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, PERCY LORAINE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

L. PERSONALE. Roma, 2 settembre 1939, ore 13,15.

Lord Halifax has instructed me to inform your Excellency that a communication, of which the text is enclosed (1), was to be made to the German Government by His Majesty's Ambassador at Berlin yesterday evening.

TRADUZIONE.

Lord Halifax mi ha dato istruzioni di informare V. E. che è stato disposto che ieri sera fosse fatta al Governo tedesco da parte dell'Ambasciatore di Sua Maestà a Berlino una comunicazione, di cui accludo il testo.

574

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 606. Berlino, 2 settembre 1939, ore 13,30 (2).

Ad ogni buon fine informo Henderson (avverto che non ho detto nulla contenuto proposta) ritiene che Inghilterra non accetterebbe nessuna soluzione pacifica senza previo ritiro truppe tedesche e quindi non sulla base di un armistizio.

575

IL MINISTRO AD HELSINKI, BONARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 62. Helsinki, 2 settembre 1939, ore 13,40 (per. ore 16,30)

Questo Ministro degli Affari Esteri con nota documentata odierna mi prega portare a conoscenza R. Governo che d'accordo con gli altri Stati Nordici, ed

23 -Documenti diplomatici -Serie VIII -Vol. XIII

in conformità misure adottate da questi. Governo finlandese ha deciso in data l" settembre che nella presente guerra tedesco-polacca osserverà stretta neutralità secondo disposizioni emanate con decreto 3 giugno 1938 (telespresso di questa Legazione 631/254 del 29 magg,io 1938). Invio per posta e per corriere prossimo copia comunicazione.

(l) -Non pubblicata. Vedi Libro Azzurro Britannico, D. 110. (2) -Il presente fonogramma fu evidentemente redatto dopo, ma trasmesso prima del Fon. 604, vedi D. 581.
576

IL MINISTRO A BERNA, TAMARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 124. Berna, 2 settembre 1939, ore 13,50 (per. ore 15,35).

Questo Ministro di Germania mi ha detto aver ricevuto ordini da suo Governo secondo cui le azioni miLitari in corso nella Polonia non devono essere presentate alla stampa e nelle conversazioni come guerra bensì come operazioni di rappresaglia contro provocazioni polacche e come operazioni di polizia alla frontiera.

577

IL MINISTRO A BERNA. TAMARO. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 125. Berna, 2 settembre 1939, ore 13,50 (per. ore 16,50).

Questo Ministro del Giappone Signor Amau mi ha detto oggi che se l'Inghilterra crede che il Giappone cambierà rotta in Asia si illude completamente perchè il Giappone continuerà la politica fatta finora. Si riferiva a telegrammi ricevuti da Tokio.

578

L'AMBASCIATORE AD ANKARA, DE PEPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 116. Ankara, 2 settembre 1939, ore 14 (per. giorno 3, ore 6,05).

Fatti pm significativi giornata ieri sono calorosi scambi messaggi fra Re d'Inghilterra e Presidente della Repubblica turca, e Consiglio dei Ministri cui ha partecipato Capo dello Stato Maggiore. Circola la voce, non ancora ufficialmente confermata, di richiamo di 5 o 6 classi.

Nelle città regna la calma.

Intonazione stampa è nettamente ostile alla Germania. I principali organi tranquillizzano opinione pubblica facendo presente che la Turchia nel Mediterraneo e nei Balcani non è minacciata.

Posizione Italia, che è definita di neutralità, viene giudicata fattore essenziale della situazione, pure essendo tendenziosamente presentata e commentata dai soliti organi locali come Yonisabah e Fenkirr.

Ufficioso Ulus esprime dubbio che i due alleati (Italia e Germania) abbiano preferito Italia rimanesse neutrale per qualche tempo con la speranza di localizzare il conflitto. Si chiede inoltre se Italia manterrà sua neutralità quando le grandi democrazie saranno entrate in azione, e se Inghilterra e Francia le permetteranno allora di permanere armata come è, costituendo un perpetuo pericolo in terra e in mare.

L'affrettata ratifica del patto germanico-sovietico e la sua entrata in vigore con l'inizio della guerra costituiscono per questi circoli politici motivi di apprensione, benchè si dica che Ambasciata dell'U.R.S.S. abbia recentemente dato nuove assicurazioni alla Turchia.

579

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SAPUPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 133. Copenaghen, 2 settembre 1939, ore 14,07 (per. ore 16,30).

Giunto Copenaghen Ambasciatore von Hassell che ripartirà stasera Stoccolma. Sua missione è di riconfermare Governo danese decisione tedesca rispettare in tempo di guerra commercio estero danese secondo dichiarazione annessa al patto di non aggressione e dare identica assicurazione al Governo svedese.

580

IL MINISTRO A TALLINN, CICCONARDI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 35. TalLinn, 2 settembre 1939, ore 14,35 (per. ore 15,25).

Ministro aggiunto Affari Esteri mi ha convocato questa mattina per pregarmi di informare V. E. decisione Presidente della Repubblica osservare a partire 1° corrente stretta neutralità in guerra scoppiata tra Potenze estere. Analoga comunicazione è stata fatta a tutti ,i rappresentanti diplomatici accreditati in Estonia. Trasmetto per posta aerea testo decreto presidenziale e comunicato pubblicato dai giornali.

581

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 604. Berlino, 2 settembre 1939, ore 15,15.

Ribbentrop mi ha detto che il Fiihrer ha preso conoscenza dell'ultimo messaggio da me trasmesso questa mattina alle 10. Egli non sarebbe alieno dal prenderlo in considerazione, ma egli si trova in presenza di due note (inglese e francese) di ieri sera di cui è poco chiaro il carattere. Se questo carattere fosse ultimativo, allora il Fiihrer non prenderebbe in considerazione alcuna proposta e risponderebbe naturalmente alle note inglese e francese in senso nettamente negativo.

Col consenso di Ribbentrop mi sono recato subito da Henderson, di quale mi ha autorizzato a dichiarare che la nota ,inglese di ieri sera non (dico non) ha carattere ultimativo.

Ne ho avvertito subito Ribbentrop ma questi desidera: l) averne conferma anche da Roma; 2) sapere se la Germania avrebbe tempo per elaborare la proposta del

Duce fino per es. a domattina a mezzogiorno. Ho risposto che avrei subito comunicato con V. E. avvertendo peraltro che, nelle circostanze, una risposta almeno di principio mi sarebbe sembrata opportuna entro oggi. Prego assicurazioni e istruzioni immediate. Ho impressione che iniziativa stessa possa avere successo.

582

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. s. n. Berlino, 2 settembre 1939, ore 15,20.

Mio n. 604 (1). Desidero chiarire che il Fiihrer si apprestava a rispondere questa mattina alle note francese e inglese di ieri sera ma che non lo ha fatto e non lo fa in attesa assicurazioni richieste con mio fonogramma precedente n. 604.

(l) Vedi D. 581.

583

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 607. Berlino, 2 settembre 1939, ore 15,26 (per. ore 16,35).

Vostro 327 (1).

Attualmente consegne carbone avvengono· in modo soddisfacente. Regolarità forniture dipendono però non tanto da possibilità consegna quanto da possibilità trasporti specie via mare.

Ho convocato per domani ingegnere Vanni per approfondire possibilità futuri rifornimenti in relazione eventuali sviluppi situazione internazionale e mi riservo ulteriori comunicazioni.

584

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 608. Berlino, 2 settembre 1939, ore 16.

Ho comunicato a Ribbentrop sempre a titolo informativo che assenza carattere ultimativo da note anglo-francesi è stata confermata anche a Roma e che

V. E. si riservava ulteriori comunicazioni dopo terminati i contatti di Londra e Parigi tra loro e con Varsavia, e cioè forse tra due ore.

Ribbentrop ha preso atto confermando che Fllhrer sta considerando proposte di cui al mio appunto scritto, ma che a sua volta si riserva ulteriormente una risposta definitiva in merito.

Ho chiarito ancora una volta che, giusta quanto avevo già detto nell'appunto scritto, da parte italiana non si voleva assolutamente « insistere ~ e che tutte queste indicazioni si intendevano a titolo puramente informativo

585

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, COLONNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 148. Washington, 2 settembre 1939, ore 16,08 (per. ore 23,40).

Telegramma di V. E. n. 517 (2).

Notizia decisione ita1iana di astenersi dall'iniziare alcuna operazione militare accolta in tutti questi ambienti con senso vivo sollievo. Circa opinione eventi polacchi mi riferisco Stefani Speciali n. 308 e 309 (3).

(l) -Vedi D. 558. (2) -Non pubblicato. Contiene ritrasmissione in data 2 settembre del comunicato della Presidenza del Consiglio dei Ministri. (3) -Non rintracciati.
586

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 609. Berlino, 2 settembre 1939, or~ 19.

Ribbentrop mi ha mandato a chiamare per dirmi che il Fi.ihrer farà sapere al Duce in merito all'idea di cui al mio appunto la sua meditata opinione per domattina a mezzogiorno, dovendo consultare alcuni suoi consiglieri trovantisi ora al fronte.

Ho risposto che avrei comunicato quanto a V. E. sottolineando però ancora una volta che quella di stamattina non era una proposta formale, ma l'indicazione di una possibile azione sui cui sviluppi attendo da V. E. informazioni ulterJori.

587

IL MINISTRO AD OSLO, LODI FÈ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 43. Oslo, 2 settembre 1939, ore 20 (per. ore 24).

Il Ministro degli Esteri norvegese ha fatto seguente comunicato: stamane questo Ministro di Germania ad Osio ha fatto al Ministro degli Esteri Koht la seguente dichiarazione « Il Governo del Reich tedesco come conviene per le amichevoli relazioni esistenti tra Germania e Norvegia è deciso di non attentare alla inviolabilità e alla integrità della Norvegia in nessuna circostanza e di rispettare il territorio dello Stato. Facendo questa dichiarazione la Germania attende da parte sua che Norvegia osserverà incondizionata neutralità da parte di terzi. Se il Governo di Norvegia dovesse assumere atteggiamento diverso in caso di una simile violazione da parte di terzi, il Governo del Reich si vedrebbe naturalmente costretto a tutelare gli interessi nel modo che le circostanze lo renderanno necessario. Il Ministro Koht ha risposto presentando al Ministro germanico la dichiarazione di neutralità approvata dal Consiglio dei Ministri; ha dichiarato che naturalmente essa doveva valere tanto per la Germania come per gli altri Stati».

588

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 285. Budapest, 2 settembre 1939, ore 20,15 (per. ore 22,10).

Mio telegramma n. 283 (1).

Vice Ministro Affari Esteri mi ha detto, senza riferimento testo protocollo presentato Romania, è stato fatto passo a Belgrado per proporre anche a Jugoslavia un accordo sulla questione minoranze.

(l) Vedi D. 567.

589

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, ALL'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO

FoN. s. n. Roma, 2 settembre 1939 (1).

Per informazione vi comunico che gli inglesi -essendosi da ieri mattina verificato il fatto nuovo dell'occupazione di parte del territorio polacco mettono adesso come condizione fondamentale per la conferenza l'evacuazione di tale territorio e il ritiro delle truppe tedesche entro le frontiere.

In tale stato di cose -salvo avviso contrario del Governo germanico il Duce non si sente di dare ulteriore corso alle conversazioni.

590

L'AMBASCIATORE AD ANKARA, DE PEPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 117. Ankara, 2 settembre 1939, ore 20,45 (per. giorno 3, ore 12,30).

Mio telegramma n. 115 (2).

Von Papen ha avuto stamane un colloquio con il Ministro degli Affari Esteri. Gli ha detto che come aveva sempre previsto la situazione si sviluppa in modo da non impegnare nè il Mediterraneo nè i Balcani. Ha poi detto al Ministro degli Affari Esteri che la posizione presa dall'Italia indica chiaramente che l'Italia non nutre nessuna intenzione aggressiva verso la Turchia. Saracoglu ha espresso sull'atteggiamento dell'Italia gli stessi dubbi formulati dall'Ulus di stamane (posizione presa dall'Italia) ed ha soggiunto che se l'Italia volesse veramente dare prova delle sue buone intenzioni verso la Turchia dovrebbe regolare la questione delle Isole dell'Egeo (principalmente Castelrosso). Von Papen mi ha detto di aver risposto al Ministro degli Affari Esteri che tali isole sono necessarie all'Italia per la difesa delle sue vie imperiali; tuttavia riteneva utile ripetere a me l'accenno per vedere se non fosse possibile in qualche modo assicurare la definitiva neutralità della Turchia.

Dal modo con cui von Papen mi ha riferito il suo colloquio con Saracoglu ho la sensazione che egli abbia dato qualche vaga assicurazione, per lo meno di interporre i suoi buoni uffici, e che sia stato egli stesso a portare la conversazione sull'argomento.

Ho detto a von Papen che ha avuto torto di entrare con Saracoglu in discussioni del genere che possono comunque creare delle illusioni e perciò stesso raggiungere l'effetto opposto a quello desiderato. Se la Turchia osasse avanzare ufficialmente delle pretese nei nostri riguardi, i rapporti con essa si compii

cherebbero automaticamente. L'ho anche pregato di astenersi nei suoi successivi colloqui con questo Ministro degli Affari Esteri dal trattare argomenti sui quali io solo sono autorizzato a parlare o a non parlare con questo Governo. Von Papen, visibilmente confuso, ha riconosciuto che il mio modo di vedere era giusto e mi ha detto che egli cercherà d'ora in poi di valorizzare la carta sovietica pregandomi di appogg,iarlo in questo senso.

Nel congedarsi da me mi ha espresso la speranza che il Duce possa ancora evitare lo scoppio del conflitto generale.

(l) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice l, p. 413, questa comunicazione avrebbe avuto luogo alle ore 20,20. (2) -Vedi D. 509.
591

IL MINISTRO A STOCCOLMA, SORAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 28. Stoccolma, 2 settembre 1939, ore 20,50 (per. aiorno 3, ore 3,05).

Con invito darne conoscenza a mio Governo questo Ministero Affari Esteri mi ha comunicato testo Decreto Reale del l o corrente con cui Svezia rende nota sua decisione attenersi strettamente neutrale guerra (sic) tedesco-polacca, applicando regole stabilite nella Dichiarazione 27 maggio 1938 firmata a Stoccolma dai cinque Stati del gruppo nordico e trasmessa con rapporto n. 161 del 3 giugno 1938. Atteggiamento svedese rientra nel quadro di una dichiarazione concorde di neutralità emessa il l o corrente da Stati Intesa Nordica e che pure mi è stata comunicata. Ho infine ricevuto testo Decreto Reale l o corrente su applicazione regole neutralità che stabiUsce che non più di tre navi da guerra di una Potenza belligerante o più Potenze belligeranti possano sostare porti svedesi. Consiglio dei Ministri ha ieri decretato altri richiami alle armi specialmente personale Marina Aeronautica difesa antiaerea e costiera. Circolazione automezzi privati subordinata permesso speciale per casi necessità professionale con tesseramento benzina.

Parlamento è stato convocato sessione straordinaria otto settembre.

592

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. s. n. Berlino, 2 settembre 1939, ore 21,15.

Ho portato a Ribbentrop il messaggio dettatomi dall'E. V. (1).

Ribbentrop ne ha preso atto e lo porterà a conoscenza del Ftihrer.

Quanto al comunicato del nostro Consiglio dei Ministri esso non è stato come tale qui pubblicato. Soltanto questa sera viene dato brevissimo cenno riassuntivo della decisione senza alcun commento.

(l) Vedi D. 589.

593

IL MINISTRO AD ATENE, GRAZZI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 109. Atene, 2 settembre 1939, ore 21,40 (per. ore 23,45).

Comunicato relativo decisioni Governo fascista è stato pubblicato da questa stampa· col massimo rilievo ed ha suscitato nel pubblico viv,issimo senso di sollievo e speranza (che si ode esprimere apertamente) che genio Duce riuscirà anche questa volta salvare Europa da una catastrofe. Mavrudis mi ha e51presso oggi -con un calore in lui inconsueto -profonda soddisfazione colla quale decisione italiana è stata accolta dal Governo greco e fiduci da questo riposta nella ulteriore attività del Duce.

Parlando dell'atteggiamento anglo-francese Mavrudis mi ha detto di non r,iuscire a vedere in qual modo queste Potenze possano soccorrere efficacemente la Polonia.

594

IL MINISTRO A LISBONA, MAMELI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 152. Lisbona, 2 settembre 1939, ore 21,53 (per. giorno 3, ore 6).

In corso di conversazione tra questo R. Addetto Navale e Addetto Navale francese (che appartiene a nota famiglia savoiarda ed ha costantemente tenuto atteggiamento amichevole verso di noi) quest'ultimo ha implicitamente confermato che piani militari anglo-francesi comprendono come caposaldo massimo sforzo contro Italia per cercare immediato successo settore Mediterraneo. Ha aggiunto esplicitamente di ritenere che Francia e Inghilterra si asterrebbero da azione militare contro di noi se ottenessero formaLi garanzie che l'Italia non aiuterà in alcun modo Germania.

Piano militare predetto sarebbe noto anche a Governo romeno secondo quanto mi ha fatto comprendere questo Ministro di Romania.

D'altra parte è da notare che questi ambienti britannici fanno correre voci azione diplomatica combinata franco-inglese a Roma per ottenere da Governo italiano esplicita dichiarazione suo atteggiamento confronti Germania.

595

IL MINISTRO A LISBONA, MAMELI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 153. Lisbona, 2 settembre 1939, ore 21,54 (pe1·. ore 23,40).

Questo Ministro di Romania in lunga amichevole conversazione dopo aver con calorose espressioni auspicato rinsaldamento relazioni italo-romene mi ha detto che suo Paese rimarrà neutrale sempre che non sia attaccato da Ungheria

o Bulgaria. Ha affermato inoltre che Romania dovrebbe intervenire automaticamente nel conflitto in base sua alleanza con Polonia qualora questa fosse attaccata da U.R.S.S. Ministro ammetteva tuttavia estreme difficoltà in cui suo Paese verrebbe in tal caso a trovarsi.

596

IL MINISTRO A BELGRADO, INDELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 190. Belgrado, 2 settembre 1939, ore 22 (per. giorno 3, ore 0,30).

Comunicato del Consiglio dei Ministri è stato qui accolto con unanime profondo sollievo anche perchè nostre decisioni giungono in buon punto a consolidare ed a garantire posizione della Jugoslavia e dei Balcani in genere sul conflitto in corso. Governo è particolarmente grato delle delucidazioni che V. E. ha voluto fornire a Christié in argomento.

Paese è calmo. Qualche affollamento di piccoli depositanti alle banche. Scarse misure militari di precauzione. Reazione anti-tedesca fortissima anche se non appariscente per considerazioni prudenziali. E più che per simpatia per la Polonia per sentimenti di solidarietà slava offesa.

597

IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 276. Bucarest, 2 settembre 1939, ore 22 (per. giorno 3, ore 9,50).

Mio telegramma per corriere 0108 (1). Inizio ostilità per quanto ormai prevedute ha determinato in questi circoli governativi senso profonda apprensione. Ai noti motivi di preoccupazione comincia ad aggravarsi timore circa intenzioni russe nei riguardi Bessarabia in seguito accordo Mosca-Berlino. Malgrado generale ansietà città si è oggi mantenuta esteriormente calma. Notizia sul comunicato odierno del Consiglio dei Ministri italiano ha prodotto impressione suscitando nuove speranze azione Italia. Ministro di Germania mi ha informato aver ricevuto nuove esplicite assicurazioni di neutralità da parte di questo Presidente del Consiglio. Va tuttavia segnalata intensa attività diplomatica franco-inglese.

(l) Vedi D. 467.

598

IL MINISTRO A KAUNAS, DI GIURA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 51. Kaunas, 2 settembre 1939, ore 22,07 (per. giorno 5, ore 3,20).

Continua accentuarsi in popolazione lituana impressione favorevole e grata per astensione Italia dal conflitto e per sua equi1ibrata azione intesa decisamente a !imitarne estensione.

Pessima impressione è stata invece prodotta in Lituania da notizia affondamento da parte silurante tedesco del piroscafo britannico « Athenia » con a bordo anche molti cittadini americani.

Devo segnalare che procedimenti guerra germanica stigmatizzati qui da fonte polacca e britannica già tendono mutare disposizioni questa opinione pubblica accostandola verso Polonia. Malgrado permangano deste rivendicazioni nazionali Lituania.

599

IL MINISTRO AL CAIRO, MAZZOLINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 124. Alessandria, 2 settembre 1939, ore 22,55 (per. giorno 3, ore 0,15).

Deliberazione Consiglio Ministri italiano è stata accolta con soddisfazione ed evidente sollievo tutti ambienti egiziani. Alì Maher mi ha detto atteggiamento Italia è nuova prova volontà pace per cui Duce si è battuto e si batte.

Anche giornali segnalano serenità collettività italiana e rilevano che opinione pubblica ritiene che sino a quando Italia non entrerà in guerra l'Egitto non avrà nulla da temere.

600

IL CONSOLE GENERALE A VIENNA, ROCHIRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 15. Vienna, 2 settembre 1939 (per. giorno 4).

Inizio operazioni militari contro Polonia è stato accolto Vienna senza grande entusiasmo ma con perfetta calma e disciplina.

Discorso Fuehrer al Reichstag ha prodotto grande impressione su popolalazione la quale, convinta del buon diritto tedesco nella questione di Danzica, e del Corridoio, spera tuttora che conflitto possa rimanere localizzato.

Dichiarazioni di Hitler relative all'Italia hanno destato disparati commenti.

Alcuni ritengono che neutralità italiana sia determinata semplicemente dall'attesa dell'atteggiamento inglese e francese. Altri sono dell'avviso che Italia possa essere di forse maggiore utilità -sia per i rifornimenti sia per l'appoggio diplomatico -rimanendo neutrale, che intervenendo nella guerra, tanto più che la Germania si sente abbastanza forte militarmente, in seguito al patto tedescosovietico.

Generalmente si ritiene che vi sia pieno accordo tra H Duce e il Fuehrer. Tuttavia in vari ambienti non si esclude l'eventualità di un dissenso sull'opportunità dell'azione militare contro la Polonia.

E non mancano, a quanto mi si dice, delle allusioni idiote sulla poca fedeltà dell'Italia.

Il maggior interesse è destato dalle notizie dell'attività diplomatica del Conte Ciano, perdurante anche dopo l'inizio delle operazioni; e si spera che il Duce col suo alto prestigio possa ancora riuscire a preparare una soluzione generale dei problemi europei, evitando il divampare di una guerra mondiale.

Ho comunicato quanto precede a Berlino.

601

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 208. Budavest, 2 settembre 1939 (ver. giorno 4).

Mio telegramma n. 283 del lo corr. (1). Il Ministro di Jugoslavia mi ha confermato che al Ministero Esteri gli era stato soltanto comunicato il testo di protocollo circa le minoranze presentate dal Governo ungherese a quello romeno, ma mi ha assicurato che il protocollo stesso non era stato proposto contemporaneamente al Governo jugoslavo. Mi ha detto che anche a lui era stata segnalata l'intenzione del Governo ungherese di fare la stessa proposta a Bucarest e a Belgrado, (a quanto pare anche il Ministro d'Ungheria a Bucarest si sarebbe, in un primo tempo, espresso nello stesso senso con Gafencu). Avendone chiesto a Vornle, questi glielo aveva escluso. Il signor Rasié pensava che forse il Governo ungherese si era poi indotto a limitarsi a fare la comunicazione soltanto alla Romania perchè in fondo con la Romania erano in corso conversa~ioni e si trattava di una controproposta ad una proposta romena, aggiungendomi però vagamente come se forse una proposta contemporanea al riguardo a Bucarest e a Belgrado avrebbe potuto suscitare sospetti in Germania. Per suo conto il Conte Csaky confermandomi che la proposta era stata fatta soltanto alla Romania, mi ha aggiunto che se fosse stato presentato lo stesso testo alla Jugoslav,ia, essa certamente non avrebbe potuto accettarlo.

Circa la situazione in generale, il Ministro di Jugoslavia mi ha poi detto che i rapporti fra Ungheria e Jugoslavia, erano sempre migliori e mi ha confermato che il Governo ungherese si era felicitato con quello jugoslavo per il raggiunto accordo con i Croati. A proposito di questo tuttavia egli osservava che non poteva considerarsi come un regolamento definitivo, ma certamente come un rafforzamento del Governo di fronte alla situazione internazionale.

Ha voluto dirmi, come già altra volta del resto Csaky, che la Germania aveva in Jugoslavia una opinione pubblica nettamente sfavorevole.

(l) Vedi D. 567. Il T. è però del 2 settembre.

602

IL MINISTRO A BERNA, TAMARO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. PER CORRIERE 29. Berna, 2 settembre 1939 (ver. giorno 5).

Oggi, poichè la Francia ha dichiarato di r.ispettare la neutralità svizzera, qui hanno parlato apertamente. E hanno ammesso di essere stati molto impressionati dalle misure militari che la Francia stava prendendo alle loro frontiere. Hanno ammesso altresì d'aver preso particolari provvedimenti contro quelle misure. E che se dentro oggi a mezzogiorno Bonnet non avesse fatto la succitata dichiarazione, «avrebbero considerato la situazione come molto grave». Consideravano il gesto di Gamelin [di cui al mio telegramma datato 8/8 n. 115 (l)] equivoco. Chiesto a un alto ufficiale dello Stato Maggiore, che deve essere informato, se era vero che la Francia alcuni giorni fa aveva chiesto alla Svizzera il libero passaggio attraverso il suo territorio, questi non ha detto di no, ma ha dato una risposta evasiva che permette di credere che la notizia sia vera.

603

L'AMBASCIATORE A RIO DE JANEIRO, SOLA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. (2). Rio de Janeiro, ... settembre 1939.

Il Ministro degli Affari Esteri da me interrogato circa l'attitudine del Brasile nel caso di una guerra europea, mi ha risposto che il Paese non soltanto intende mantenere la più stretta neutraLità, ma applicherà anche le leggi della neutralità per mantenersi lontano dal conflitto. Sebbene mi abbia parlato con

D. -500.

molta fermezza, da parte mia considero che, in caso di prolungato conflitto, l'atteggiamento degli Stati Uniti avrebbe un'influenza decisiva sull'orientamento del Brasile. Il Brasile sembra per ora voler seguire una certa autonomia anche nei riguardi degli Stati Uniti, che stanno compiendo passi al fine di ottenere una dichiarazione comune da parte delle due Americhe relativamente alla crisi europea. Il Ministro degli Affari Esteri mi ha detto di avere, da parte sua, decl,inato di associarsi.

(l) -La data del telegramma citato è certamente errata: esso è in data 31 agosto, vedi (2) -L'originale del presente documento, ritrasmesso per conoscenza alle Ambasciate a Londra, Parigi, San Sebastiano, Mosca, Berlino con T. per corriere 19091 P. R. in data 2 settembre, non è stato rintracciato.
604

IL MINISTRO DI SVEZIA A ROMA, DE WIRSÉN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI. CIANO

NOTA VERBALE. Roma, 2 settembre 1939.

J'ai l'honneur, d'ordre de mon Gouvernement, de porter à la connaissance de Votre Excellence, que le Gouvernement Royal a décidé le I•r septembre 1939 d'observer une stricte neutralité pendant la guerre qui vient d'éclater entre la Pologne et le Reich. Je me permets d'ajouter qu'au sujet de la Suède sont applicables les dispositions édictées par décret royal le 27 mai 1938 contenant certaines règles de neutralité promulgué en suite d'une déclaration signée le meme jour entre la Suède, le Danemark, la Finlande, l'Islande et la Norvège.

Une traduction en français des termes du décret mentionné se trouve ciannexée (1).

605

IL MINISTRO DI FINLANDIA A ROMA, JARNEFELT, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

NoTA VERBALE 841. Roma, 2 settembre 1939.

J'ai l'honneur de porter à la connaissance de Votre Excellence que les mesures suivantes concernant le maintien de la neutralité ont été prises par le Gouvernement de Fdnlande :

l) Les dispositions relatives à la neutralité de la Finlande, du 3 juin 1938, notifiées par l'intermédiarie du Gouvernement des Pays-Bas, sont entrées en vigueur;

2) Le Gouvernement de Finlande a promulgué la neutralité par une proclamation spéciale; 3) Le Gouvernement a annoncé le maintien de la neutralité par un communiqué. Les Légations des pays étrangers à Helsinki ont été informées officiellement des textes respectifs.

(l) Non pubblicata.

606

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AI CONSOLI GENERALI A MONACO DI BAVIERA, PITTALIS, AD AMBURGO, MOMBELLI, A BERLINO, ZAMBONI, A COLONIA, ARMAO, A DRESDA, LUPPIS, A FRANCOFORTE, FERRANTE, A INNSBRUCK, ROMANO, A PRAGA, CARUSO, A VIENNA, ROCHIRA, AI CONSOLI A BRESLAVIA, PLETTI, A GRAZ, TASSONI, A KLAGENFURT, ZAPPI, A STOCCARDA, MOSCHETTI

TELESPR. 6524. Berlino, 2 settembre 1939.

In occasione dell'attuale crisi ho notato con vivo compiacimento come le RR. Autorità Consolari, i Fasci e le nostre collettività abbiano saputo mantenere un contegno inspirato, per la calma e la serenità delle quali hanno dato prova, e per il loro perfetto senso di disciplina, al più profondo ed elevato spirito fascista.

Per quanto riguarda l'atteggiamento dell'Italia nell'attuale congiuntura. stimo utile riprodure qui appresso, per opportuna norma di linguaggio della S. V. l) La dichiarazione fatta dal Fiihrer al Reichstag nella seduta di ieri e che

suona esattamente così:

« Altr.i Stati Europei comprendono il nostro atteggiamento. Vorrei qui ringraziare sopratutto l'Italia che in tutto questo tempo ci ha appoggiati. Capil'C:te anche che per l'esecuzione di questa lotta non voglio fare appello ad aiuto straniero. Questo compito noi lo risolveremo da noi».

2) Il telegramma inviato nella stessa mattina di ieri dal Fiihrer al Duce (1).

607

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

R. SEGRETO 6583/2042. Berlino, 2 settembre 1939.

Qualche nota aggiuntiva sulla seduta del Reichstag del l o settembre.

Posso assicurare qui che l'« entusiasmo dell'assemblea » è stato assolutamente di maniera. Tant'è che, a un certo punto, esso ha, per la sua stessa automaticità, quasi insinuato una nota di ridicolo e di comico in un ambiente e in un'ora che avrebbero dovuto essere quanto mai storici e drammatici.

Alludo al momento in cui il Fiihrer ha, per la prima volta, parlato di «successori». Per Hitler, parlare di successori significava presupporre la propria scomparsa. Questa premessa si prestava assai poco all'applauso.

Invece niente, appena fatto il nome del primo successore, quello di Goring, applausi generali. E il maresciallo si alza -per giunta -a ringraziare e sorridere.

Ma il Fiihrer continua: se anche Goring dovesse venire a mancare, allora Hess... Altri applausi... Se dovessero morire tutti, il Senato (quale?) eleggerà il più coraggioso... Sempre applausi...

Va d'altra parte notato che nel discorso -nell'occasione che abbiamo visto -mentre Hitler ha parlato di Goring e di Hess non ha detto una sola parola per Ribbentrop, neanche in connessione col trattato germano-russo, la cui importanza ha pure specialmente sottolineato.

All'entrata, come all'uscita, pochissima folla nelle strade e nessuna manifestazione patriottica.

Ieri sera per la prima volta, le sirene segnarono -alle ore 12 -l'inizio del periodo di «oscuramento» notturno della città. La capitale, per l'oscurità completa e per la quasi totale assenza di mezzi automobilistici, assunse una fisionomia desolata e desolante. La depressione degli animi era evidente e generale.

Chi ricorda il '14 -ed io ho parlato con qualcuno di costoro personalmente-assicura che non c'è confronto.

C'è chi va più in là. I diversi Renzetti-cui ho dovuto rivolgere il più serio ammonimento di calma e di discrezione -vanno tanto in là da far ritenere come possibili anche risentimenti e movimenti. Gli odiati sono Ribbentrop e Himmler. Goring rimane sempre il più simpatico e vi sarebbe chi auspica una specie di pronuciamento da parte del Maresciallo. Io non credo a tutto questo nè a possibilità di resistenze attive, ora. E sbaglia a mio avviso l'Inghilterra quando si illude di dividere -rebus sic stantibus -il popolo dal suo Flihrer. Però una cosa è certa ed è che il popolo non desiderava la guerra. La popolarità del nome di Mussolini, non ostante la non partecipazione dell'Italia alle operazioni belliche, è sintomatica in quanto dovuta alla persistente associazione di quel nome a tentativi di soluzione pacifica.

Comunque, nella situazione una circostanza mi sembra importantissima e significativa: le S. A. e specialmente le S. S., non sono partite per il fronte: esse sono più utili all'interno... Ancora stamattina i giornali non avevano il coraggio di dire, chiaro e tondo, che la Germania è in guerra sia con la Gran Bretagna che con la Francia.

(l) Riproduce il D. 530.

608

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

R. SEGRETO, STRETTAMENTE P. PER IL MINISTRO Parigi, 2 settembre 1939. 5681/2852.

Faccio seguito alla mia lettera dell'altro ieri (n. 5671/2580 del 31 agosto u.s.) (1), non per farti perdere del tempo, giacchè si tratta ormai di stor.ia diventata rapidamente retrospettiva, ma soltanto allo scopo di continuare a fissare, dall'angolo visuale di questo mio posto, cronaca ed impressioni relative ad un momento politico di eccezionale importanza.

Il 31 agosto mi ero trovato nuovamente in casa di comuni amici con il Ministro dei LL. PP., De Monzie, il Presidente della Commissione degli Affari

Esteri alla Camera, Mistler, e il Presidente della stessa Commissione del Senato, Beranger. Da essi principalmente avevo raccolto le impressioni più ottimistiche di cui ti ho scritto. Avevo trovato tutti con le vele più basse, alquanto annoiati del contegno dell'Inghilterra, ma soprattutto pieni di simpatia verso l'Italia e più che mai speranzosi nel nostro non intervento. Me ne preoccupai e cercai di fare un po', con la dovuta misura, l'avvocato del diavolo. Ma essi sapevano già, come in seguito mi è risultato, della proposta italiana di una conferenza, mentre io non ne sapevo nulla. Prima di separarci, De Monzie mi fece dire che avrebbe voluto vedermi nella serata dopo il Consiglio dei Ministri (era evidentemente per mettermi al corrente della decisione francese circa la nostra proposta). Gli risposi che non mi sarei mosso tutta la sera dall'Ambasciata, tenendomi a sua disposizione. Ma le ore passarono e De Monzie non si fece mai vivo.

Nel pomeriggio avevo fatto un giro per tutta Parigi, che mai, da una diecina di giorni a questa parte, mi era apparsa così calma. La vita sembrava quasi normale, le strade erano piene di gente e di automobili, le preoccupazioni sembravano realmente sparite o almeno sospese.

Fu soltanto verso le nove del mattino seguente, l • settembre, che ricevetti una telefonata da un mio cugino francese, il Conte di Ronceray, il quale chiese di vedermi con la massima urgenza. Lo ricevetti subito ed egli mi disse che nella notte il Consiglio dei Ministri aveva accettato la nostra proposta (io non sapevo ancora di che si trattasse), ma che poche ore dopo si era avuta la notizia dell'apertura delle ostilità da parte della Germania contro la Polonia. La Germania aveva agito ancora una volta di sorpresa nel mentre era in corso un tentativo di pacificazione da parte dell'Italia. Il Ronceray era profondamente addolorato per questo « contrattempo » e mi chiese se Roma poteva fare ancora qualche cosa per fermare le ostilità, sapendo ora che la nostra proposta era stata accettata. Gli risposi che occorreva anzitutto che io fossi ufficialmente informato dell'accettazione francese (di cui però avrei telegrafato subito al mio Governo a titolo informativo) e che perciò avrei dovuto attendere che il Ministro degli Esteri Bonnet me ne desse conoscenza.

Il Ronceray si recò da Pietri (il quale nel frattempo mi aveva fatto pervenire la stessa comunicazione) e insieme andarono da Bonnet, il quale tre quarti d'ora dopo mi chiamava al Quai d'Orsay e mi faceva la comunicazione del telegramma inviato contemporaneamente all'Ambasciatore di Francia a Roma (mio fonogramma 191) (l) Bonnet mi aggiunse che qui si era soddisfatti delle dichiarazioni di V. E. all'Ambasciatore d'Inghilterra circa l'astensione italiana da qualsiasi iniziativa militare e mi fece anche una frase nel senso che « egli sperava ciò avrebbe rinsaldata l'amicizia fra i nostri due Paesi». Nell'anticamera del Quai d'Orsay stazionavano Mistler, Beranger, Pietri ed altri, coi quali scambiai poche parole. Tutti mi espressero il loro rammarico perchè io non fossi stato messo al corrente la sera stessa del 31 agosto della deliberazione del Consiglio dei Ministri francese in senso favorevole alla nostra proposta.

Ricevetti poche ore dopo un messo del Ministro dell'Aeronautica, Guy La Chambre (e precisamente il giornalista Vallet dell'lnformation), il quale mi comunicò la decisione di Daladier di «restaurare l'amicizia italo-francese con

24 -Documenti diplomatici -Serie VIII -Vol. XIII

tutte le conseguenze che ne derivano», chiedendo se fosse possibile un ulteriore intervento italiano presso Berlino per arrestare le ostilità. Risposi che avrei comunicato a Roma quanto dettomi (mio fonogramma 192) (1). A titolo personale aggiunsi che sarebbe stato bene forse che Daladier si fosse messo direttamente in comunicazione con Roma. Più tardi lo stesso Vallet mi fece sapere che, per esaminare la possibilità di far ciò, era utile che il Governo italiano facesse all'Ambasciatore di Francia a Roma la stessa comunicazione relativa al nostro atteggiamento nel conflitto fatta all'Ambasciatore d'Inghilterra.

Telefonai in tal senso a V. E. (mio fonogramma 193) (2) e a tarda sera ricevetti dal Ministero una telefonata nel senso che la comunicazione era stata fatta. Nella notte ne feci informare Daladier per il solito tramite.

E siamo al mattino del 2 settembre. La posizione da noi assunta di fronte al conflitto tedesco-polacco ha fatto qui ottima impressione. Si ignora però se tale posizione sia stata concertata o meno con la Germania e si teme da alcuni che con lo svolgersi degli avvenimenti essa non possa forse essere mantenuta. Da alcune persone rimaste poco benevolé verso di noi, ma per fortuna nell'attuale momento irresponsabili e senza autorità (cito fra l'altro il Consigliere Stampa di questa Ambasciata inglese, Mendl, noto elemento dell'Intelligence Service) si dice quindi che la Francia dovrebbe chiedere all'Italia più espliciti impegni e precise garanzie.

(l) Vedi D. 515.

(l) Vedi D. 540.

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IL CONSOLE GENERALE A PRAGA, CARUSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. RISERVATO 2017/1043. Praga, 2 settembre 1939.

Seguito rapporto n. 1990/1039 del 28 agosto u. s. (3). La situazione in Boemia e Moravia, nell'attuale momento internazionale, permane di calma attesa.

Per la Polonia i cechi non provavano in genere simpatia, in vista dell'atteggiamento della Polonia tenuto, in passato, nei confronti dell'ex-Cecoslovacchia. Tale atteggiamento provocò rancori che sono ancora vivi, tanto che qualcuno aveva qui pensato alla costituzione di una divisione ceca che combattesse sul fronte polacco accanto alle truppe tedesche.

L'idea che avrebbe certo avuto favorevoli conseguenze nei rapporti cecotedeschi, si sarebbe lasciata cadere per le sfavorevoli ripercussioni che la sua realizzazione avrebbe potuto avere nel mondo per la causa ceca.

Nel complesso il Paese risente poco dello stato di guerra. Ove si eccettui la scarsa disponibilità di combustibili liquidi, la popolazione ceca non manca di nulla per il momento. Il tesseramento di alcuni generi da giorni in vigore nel Reich non è stato ancora introdotto in Boemia e Moravia. Nella giornata di ieri sono stati operati numerosi arresti (circa 300).

Fra gli arrestati sono anche note personalità, tra le quali il Signor Zenkl, già Sindaco di Praga, il Generale Medek , il Senatore Hruby, l'ex-Presidente del Senato Soukup, vecchio nemico anche dell'Italia, il capo del Sokol con alcuni suoi collaboratori, circa un terzo dei componenti il Consiglio dell'Unione Nazionale e numerosi ex ufficia1i superiori.

Gli arresti di cui sopra avrebbero avuto esclusivamente carattere preventivo.

(l) -Vedi D. 543. (2) -Vedi D. 546. (3) -Non pubblicato.
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L'AMBASCIATORE AD ANKARA, DE PEPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 1591/887. Ankara, 2 settembre 1939. Prima della sua partenza per Ankara, von Papen ha ricevuto la colonia tedesca di Istanbul e ha in tale occasione pronunziato un discorso nel quale, tra l'altro, ha affermato che non si tratta per la Germania di regolare il destino di una città, ma di sapere se, accanto all'impero mondiale britannico, un Reich potente, cosciente di se stesso, avrà il diritto di esistere nel centro del continente europeo per poter svolgere la sua « missione storica occidentale ». Queste frasi sono state inserite, per evidente iniziativa di von Papen, in un comunicato apparso nell'ufficiosa Agenzia di Anatolia e riprodotto da tutti i giornali sollevando reazioni piuttosto vivaci. A guisa di risposta, l'Ulus del 31 agosto ha scritto che c nè gli italiani nè i Balcani possono essere sicuri che domani non verrà posto come retaggio storico e di razza il problema dell'espansione (si sottintende tedesca) fino a Salonicco e fino a Venezia». Il Journal d'Orient ha affermato in un articolo di fondo del 1 • settembre, che von Papen ha pienamente edificato l'opinione pubblica sugli scopi della Germania che sono scopi di dominio. Il giornale si dilunga ad illustrare che i disegni ambiziosi della Germania sarebbero dovuti ad una «teoria della razza e delle lingue... invenzione speciosa e falsa alla base». Se tale teoria prevalesse «l'Europa non sarebbe che un solo Paese: la Germania». Ed è per evitare ciò che «la Francia e l'Inghilterra hanno preso la direzione della coalizione dei popoli liberi e che vogliono r,imanere tali. La giustificazione di questa coalizione l'ha data von Papen stesso». Il Vakit del l • corrente ha scritto che « la questione non è solo di sapere se a fianco dell'Impero britannico la Germania possa esistere, ma anche di sapere se a fianco della Germania e dell'Ita1ia i piccoli popoli avranno diritto alla vita».

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IL MINISTRO A DUBLINO, BERARDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 1235/341. Dublino, 2 settembre 1939. La notizia apparsa ieri nei giornali irlandesi della convocazione per quest'oggi del Parlamento allo scopo di conferire al Governo i poteri eccezionali durante il tempo della guerra, non poteva non suscitare viva eccitazione in tutta l'opinione pubblica che ha con insolita ansia atteso il discorso di De Valera.

Già il quotidiano governativo Irish Press preannunciava che il popolo irlandese non sente di potere seguire un atteggiamento diverso da quello di restare fuori dai contrasti internazionali al quale esso non ha minimamente contribuito.

Per quanto non era più un mistero la decisione governativa, tuttavia il fatto che l'Eire potesse separare, per la prima volta nella sua storda, le proprie sorti da quelle dell'Impero, non poteva destare una certa emozione. In effetti, l'avvenimento non può non assumere un carattere di particolare importanza per tutta la nazione irlandese e segnare «il lungo cammino percorso da questo Paese nella sua lenta evoluzione politica e costituzionale».

Il segretario generale di questo Dipartimento per gli Affari Esteri ha tenuto stamane ad informarmi che il discorso di De Valera sulla dichiarazione di neu.tralità sarebbe breve, fermo e senza mezzi termini. Al che ho osservato che sarebbe comunque prudente non toccare alle ideologie per non attenuare il carattere politico nazionale della neutralità.

De Valera, nel suo discorso, ha cominciato col rilevare la gravità della situazione europea e la necessità per il Governo di affrontarla con l'adozione di misure eccezionali per le quali chiedeva l'approvazione delle Assemblee legislative.

Egli è poi subito entrato in argomento, dichiarando che il suo Governo ha deciso l'attitudine da seguire che consiste nel mantenere l'Irlanda estranea al presente conflitto. « Gl'irlandesi debbono badare a proteggere i propri interessi -ha detto De Valera -e debbono evitare di dare all'uno od all'altro dei belligeranti motivo di lagnanza. Il popolo irlandese ha delle evddenti simpatie in questo conflitto ma nessuno può pensare che la politica governativa sia diversa da quella già determinata». In quanto che, -ha sottolineato il Primo Ministro -H popolo irlandese sa più di ogni altro, « cosa voglia dire imposizione della forza da parte di una nazione più forte su una più debole e sa cosa significhi invasione e partizione. Esso tiene presente i fatti e finchè il suo Paese

o parte di esso è soggetto alla forza da parte di una nazione più potente, è naturale che guardi prima al proprio interesse. Con ciò, il Governo sa di essere tutore degli interessi del popolo e ora appunto propone una politica di neutralità».

Al Senato, lo stesso Primo Ministro a queste dichiarazioni ha aggiunto che la Germania, pel tramite del suo rappresentante a Dublino, aveva fatto conoscere che rispetterebbe in caso di conflitto la neutralità dell'Irlanda purchè questa venga strettamente mantenuta. « Il Governo irlandese -ha precisato De Valera -desidera rimanere in pace con la Germania non meno che con ogni altro Paese in caso di guerra e nel mantenere ferma la neutralità, devesi tenere conto della vicinanza e degli scambi con l'Inghilterra».

De Valera ha evidentemente voluto dare al suo discorso un carattere fermo e di patriottica esaltazione della causa nazionale allo scopo di neutralizzare l'estremismo repubblicano al quale cerca di togliere ogni motivo di attacco. Non si poteva infatti parlare più chiaro e con tono più fiero, nella rivendicazione di un territorio avulso dalla sovranità nazionale. Egli ha persino sacrificato tutto il suo bagaglio societario, democratico, pacifista e americano. Pur tenendosi a cavallo di due opposte ideologie, ha evitato di toccarle, dando la più larga soddisfazione al nazionalismo celtico per meglio tenere a bada l'estremismo repubblicano.

Il lato positivo più importante della neutralità irlandese è che l'Inghilterra viene ad essere privata di ottimi elementi che « non combatteranno per nessuno » e -come De Valera del resto ha più volte annunziato -non saranno soggetti in avvenire a veruna coscrizione obbligatoria.

Dal punto di vista britannico, la neutralità irlandese permette quella tranquillità su cui il Governo di Londra, fidando nella lealtà di De Valera, conta di assicurarsi al suo fianco occidentale durante H conflitto, senza sacrificarsi a concessioni a favore del nazionalismo irlandese. Nè sarebbe d'altra parte in grado di farne, senza scatenare una guerra civile fra il nord ed .Jl sud dell'Irlanda, come pure non saprebbe privarsi, ai fini strategki, di una sicura base nell'Ulster. Il che prova ancor più quanto sia illusoria la speranza degli irlandesi di poter far giuocare la carta della neutralità ai fini dell'unità! Intanto, l'Inghilterra senza reagire minimamente all'attitudine neutrale dell'Irlanda, prende le debite misure per proteggere i rifornimenti dell'Isola. A questo proposito, De Valera aveva fatto precedere il suo «battagliero» discorso al Parlamento dall'invio a Londra di un esperto ministeriale, il dottor Leydon, per assicurare quel Governo della piena adempienza degli « impegni » del Governo di Dublino!

La stampa britannica si è naturalmente ben guardata dal pubblicare il discorso integrale di De Valera. Anzi, la censura era stata preavvertita di non lasciare passare qualsiasi segnalazione della stampa diretta al continente. Il telegramma Stefani n. 90 (l) cui tale discorso si riferiva venne infatti, come tanti altri, fermato all'ufficio telegrafico di smistamento di Londra. Nè queste autorità -malgrado la proclamata neutralità -sono riuscite a farlo ritrasmettere dai funzionari inglesi che l'indomani, applicandovi la censura, trovarono pretesto di respingerlo perchè «non redatto in lingua inglese o francese! ».

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IL MINISTRO AD HELSINKI, BONARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 1050/410. HeLsinki, 2 settembre 1939.

Trasmetto a seguito di precedente analoga comunicazione, copia della lettera documentata in data l o settembre corrente n. 31558, inviatami da questo Ministro degli Affari Esteri, relativa alla neutralità finlandese nel conflitto tedesco-polacco.

Per quanto concerne le regole di neutralità che sono state applicate dn Finlandia con decreto del 3 giugno 1938, mi riferisco al teleposta n. 631254 del 29 maggio 1938 con il quale questa R. Legazione inviava a codesto Ministero il testo e traduzione delle disposizioni di legge.

Ad ogni buon fine invio un breve riassunto delle disposizioni stesse, per opportuna conoscenza di codesto Ministero (2).

ALLEGATO.

IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI FINLANDIA, ERKKO,

AL MINISTRO AD HELSINKI, BONARELLI

L. 31558 Helsinki, 2 settembre 1939.

J'ai l'honneur de porter à la connaissance de Votre Excellence que le Gouvernement de Finlande a, d'un commun accord avec les autres Pays nordiques et en conformité avec les mesures prises par ceux-ci, en date de ce jour:

Io fait promulguer un décret sur l'application des dispositions du décret du 3 juin 1938 contenant certaines règles de neutralité;

2° donné une déclaration de neutralité et

3o donné un communiqué, concernant la neutralité des Pays nordiques pendant la guerre qui vient d'éclater, dont je vous remets, ci-joint, les textes (1). Je vous prie, Monsieur le Ministre, de bien vouloir informer Votre Gouvernement du contenu desdits documents.

(l) -Non rintracciato. (2) -Non pubblicato.
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IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. SEGRETO 280. Bucarest, 3 settembre 1939, ore 0,45 (per. ore 7).

Da fonte generalmente degna di fede mi viene riferito notizia, che trasmetto con ogni riserva data impossibilità controllo da parte mia, che ungheresi starebbero concentrando truppe per un'azione su Satu Mare città romena di popolazione prevalentemente ungherese.

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IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 281. Bucarest, 3 settembre 1939, ore 0,50 (per. ore 6).

Mio telegramma n. 276 (2). Come ho telegrafato g,ià ieri, atteggiamento italiano ha suscitato qui senso distensione e molta speranza. Ne ho avuto conferma in conversazione che ho avuto con Ministro della Real Casa e con Ministro degli Affari Esteri.

Ministro della Real Casa, dopo avermi nuovamente espresso ammirazione di Re Caro! per le realizzazioni fasciste nel Dodecanneso e gratitudine per accoglienza ricevuta, mi ha ripetuto che Romania è decisa difendersi contro ogni attacco, come è altrettanto decisa « rimanersene tranquilla». Ha aggiunto che atteggiamento italiano è determinante per conservazione pace e neutralità in questo settore.

Successivamente Gafencu, dopo aver confidenzialmente detto che istruzioni telefoniche di Bonnet all'Ambasciatore di Francia Varsavia di trasmet

tere a Governo polacco proposte .italiane accompagnandole con insistenti pressioni, sono passate attraverso Bucarest, mi ha espresso viva soddisfazione Governo romeno per atteggiamento italiano.

Ministro degli Affari Esteri ha aggiunto che egli sperava ancora in un accomodamento con Budapest (mio telegramma n. 282 (l) ma che, anche indipendentemente da relazioni con Ungheria, egli ritiene che ove l'Italia continui rimanere fuori del conflitto armato e Romania riesca conservare neutralità, situazione si presenterà come mai favorevole da un lato alla Romania «per fare una politica italiana», dall'altro all'Italia per affermare propria influenza politica ed economica in questo settore.

(l) -Non pubblicati. (2) -Vedi D. 597.
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IL MINISTRO A BUCAREST, GHIGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 282. Bucarest, 3 settembre 1939, ore 0,10 (per. ore 6) (2).

Mio telegramma n. 276 (3).

Questo Ministro degli Affari Esteri ha voluto mettermi al corrente ulter.iori sviluppi relazioni con Ungheria informando che questo Ministro di Ungheria gli ha comunicato che proposta accordo minoranze non dovrebbe in alcun modo essere dipendente da patto non aggressione.

Gafencu ha risposto a Ministro di Ungheria che nel pensiero del Governo romeno accordi del genere dovrebbero essere tripartiti con inclusione Jugoslav.ia e dovrebbero ispirarsi a protocollo di Bled, comprendendo decisioni tre Governi accordo equità minoranze nonchè dichiarazione non aggressione o accordo genere. Gafencu mi ha detto poi essere informato che il Governo ungherese ha ordinato mobilitazione pressochè generale e che non sapeva se Governo romeno avrebbe potuto evitare prendere ulteriori misure militarJ necessarie anche maggiori richieste d~ Romania per concentramento truppe in vista delle difficoltà logistiche.

Gafencu ha concluso affermando essere vivamente desideroso giungere distensione con Ungheria e di sperare che tale auspicata distensione continui rientrare nelle direttive della politica italiana.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. SEGRETO PIU' ASSOLUTO, PERSONALE 203. Parigi, 3 settembre 1939, ore 1,10.

Mi è stato assicurato che Governo inglese aveva chiesto alla Francia di consegnare stasera ultimatum alla Germania giacchè, curioso a dire, a Londra non si considerava ultimatum comunicazione fatta iersera a Ribbentrop da Am

basciatori Francia e Inghilterra, mentre a Parigi si credeva che si trattasse proprio di un ultimatum sia pure senza termine di scadenza.

Ad ogni modo intervento di V. E. -in seguito al quale si è riunito in seduta straordinaria Consiglio dei Ministri e Bonnet ha potuto esplicare efficace azione trattative in corso Londra -è riuscito impedire che Inghilterra tirasse primo colpo di cannone francese. A Londra però non si è ancora persuasi completamente della necessità di non (dico non) esigere il pieno ritiro delle truppe tedesche, malgrado si cominci a comprendere che tale ritiro sia diventato più che mai impossibile data la grande avanzata tedesca in territorio polacco. È perciò che Bonnet mi fa dire in questo momento che migliore mezzo per persuadere Londra sarebbe che V. E. riuscisse ottenere da Berlino un ritiro sia pure limitatissimo di truppe che avesse soltanto carattere simbolico (1).

(l) -Vedi D. 615. (2) -Il presente telegramma fu redatto dopo, ma spedito prima dei telegrammi che portano i numeri precedenti, vedi DD. 613 e 614. (2) -Vedi D. 597.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 204. Parigi, 3 settembre 1939, ore 1,40.

Credo superfluo rappresentare a V. E. desiderio di pace che malgrado tutto domina non solo pubblico, ma Governo francese, giacchè discorso odierno di Daladier a differenza di quello Chamberlain ne è chiara prova. Camera dei Deputati lo ha accolto favorevolmente appunto perchè tale discorso ha lasciato ancora le porte aperte ad una soluzione pacifica. Comunicazione telefonica fra

V. E. e Bonnet ha avuto ripercussione profonda non solo fra Ministri amici ma anche su nemici i quali rendono unanimamente omaggio all'azione dell'Italia in questo grave momento.

Voltafaccia capi socialisti in nostro favore è specialmente significativo. Si può dire che non solo fra coloro che sanno ma forse anche fra molti che non sanno atteggiamento italiano è più apprezzato che non contegno Inghilterra. Le notizie autentiche giunte soltanto stasera a conoscenza del Governo francese sulla schiacciante avanzata tedesca in Polonia hanno fatto crollare ultime speranze. I polacchi per tutto il giorno avevano fatto spargere notizie false sulla loro resistenza vittoriosa e questo Ambasciatore di Polonia aveva raggiunto vertice dell'eccitamento. Negli ambienti responsabili si comprende finalmente gravissimo errore commesso di consegnare alla Polonia la fiaccola accesa. Un autorevole parlamentare che soltanto tre giorni fa mi parlava in senso bellicistico mi ha detto stasera che la politica anglo-francese era giustificata se Polonia avesse potuto resistere almeno tre mesi ma non quando questa ha dimostrato di non poter resistere neanche tre giorni. Accentuasi inoltre timore circa possibile avanzata russa in Polonia.

(l) Probabilmente il contenuto del presente Fonogramma si riferisce alla telefonata di Bonnet a Ciano delle ore 21 del 2 settembre, vedi Cronologia, Appendice I, p. 413.

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IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. URGENTE 48. Danzica, 3 settembre 1939, ore 2 (per. ore 9,15). Giorno 2 settembre ore 20. Mio telegramma n. 47 (1). Zona militare Hliuka-Westerplatte sottoposta tuttora bombardamento aereo e terrestre. Edificio del posto polacco evacuato iersera dopo cannoneggiato e incendiato dai volontari polacchi comportatisi valorosamente. Ministro Chodacki realmente in stato d'arresto alla polizia. Console Generale Germania venuto da me stamane mostravasi piuttosto preoccupato perché il cong.!ungimento truppe tedesche provenienti dai due lati del corridoio non ancora effettuato e perchè Gdynia e penisola Hela ancora resistono, mentre forze armate polacche sono riuscite varcare frontiera danzichese e prendere posizione a nord di Zoppot a circa 12 chilometri da Danzica. Effettivamente Zoppot è sotto fuoco artiglieria e in certi punti anche fucileria polacca. Rifornimenti e afflusso rinforzi nel territorio Danzica dalla Prussia orientale pregiudicati dalla interruzione dei due ponti polacchi di Tczew (Dirschau) e da danneggiamento al nuovo ponte di barche di Kasemarc. Lo stesso Console Generale mi ha detto che non aveva alcuna notizia da Berlino e mi ha chiesto se io ne avessi da Roma dove gli risultavano essere in corso conversazioni e trattative per un eventuale sospensione ostilità. Popolazione danzichese comincia innervosirsi perchè vede impresa meno fac.Ue di quel che certi gerarchi le avevano fatto credere. Autorevole esponente locale cittadinanza di cui ho sempre apprezzato senso realistico e sicura conoscenza questione tedesco-polacca parlandomi stamane ribadiva concetto, precedentemente più volte esposto da lui e dagli ambienti senatoriali di Danzka, che questione Danzica e Corridoio non esigeva soluzione urgente e tanto meno provocatrice di guerra non facilmente localizzabile. Di queste gravissime conseguenze attribuiva massima responsabilità al Gauleiter Forster, gerarca im

portato dalla Baviera a Danzica e rimastovi estraneo all'animo della popolazione.

619

IL CONSOLE GENERALE A DANZICA, SPECHEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. URGENTE 49. Danzica, 3 settembre 1939, ore 2 (per. ore 6,30). Stasera ore 18 giunta notizia truppe germaniche congiuntesi a Culm nella parte meridionale corridoio. Notizia accolta con sollievo perchè pensasi che forse Fiihrer avendo realizzato tale congiungimento nonchè annessione Danzica potrà essere disposto accettare immediata proposta tregua accettabile anche dalla Polonia che ha dimostrato sino ad ora di sapere difendere proprio onore

e prestigio. Minaccia imminente conflagrazione europea potrebbe ancora essere stornata, ma non c'è tempo per ,indugiare. Sarò grato a V. E. se nel favorirmi

cenno ricezione presente telegramma vorrà eventualmente fornirmi qualche utile notizia per mia conoscenza e norma (stante irregolari comunicazioni) mancando da più giorni della posta dell'Italia.

Sono fiero segnalare all'E. V. comportamento di questa collettivJtà italiana durante azione di guerra in corso; nessuna vittima fra i connazionali.

(l) Vedi D. 568. Il T. è però delle ore 2.

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IL MINISTRO A KAUNAS, DI GIURA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 49. Kaunas, 3 settembre 1939, ore 2,10 (1). È venuto testè visitarmi Burckhardt giunto oggi Kaunas da Danzica. Egli ha definito imposizione fattagli dal Gauleiter Forster abbandono carica Alto Commissario nonchè città stessa entro due ore « inutilmente brutale che non avrebbe facilmente trovato precedenti nella storia diplomatica». Ha detto che non ritiene possibile una rapida avanzata truppe tedeschf: contro forze armate polacche le quali si battono con grande coragg,io e tenacia. Ha asserito avere sempre nutrito ammirazione per popolo tedesco e averne cercato comprendere ragionevole favore giusta rivendicazione su Danzica. Ha però aggiunto che ala estremista partito nazista ha preso in Germania la mano ad Hitler nell'attuale vertenza tedesco-polacca facendo precipitare crisi violenta senza alcun preavviso di operazioni belliche da parte germanica e con attuazione azioni di forza che a parere suo tedeschi avrebbero dovuto evitare e che comunque alieneranno alla Germania «simpatie anche dei migliori amici». Ha giudicato accordo tedesco-russo « apparente » successo tedesco ed in realtà successo politica sovietica la quale appunto mediante stipulazione quell'accordo ha facilitato ed affrettato crisi violenta contando così realizzare, attraverso futuro indebolimento Germania e Polonia, nuove possibilità alla propaganda bolscevica. Ha concluso con esprimere sua profonda ammirazione per nostro Duce che egli ha definito « il più grande e più vero genio politico epoca contemporanea, avendo altresì manifestato costante mirabile equilibrio e reale senso umanità ». Ho lasciato parlare Burckhardt, sembrandomi interessante conoscere suo pensiero onde poterlo fedelmente riferire a V. E. a titolo documentazione informativa. Mi è sembrato sincero nella sua ammirata fiducia nell'Italia fascista, che egli

ha esplicitamente riconosciuto costituire fondamentale prezioso principio armonia in una Europa così pericolosamente divisa e sconvolta.

621

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 611. Berlino, 3 settembre 1939, ore 9,45. Questa mattina alle ore 9 Ambasciatore inglese ha presentato al Governo tedesco una nuova nota in cui giusta le dichiarazioni fatte ieri sera dal Go

verno inglese al Parlamento, dichiara che l'Inghilterra è pronta a negoziare, ma a condizione che le truppe tedesche abbandonino il territorio polacco. Una comunicazione analoga sarà fatta dall'Ambasciatore di Francia verso mezzogiorno. Da notare però che la nota inglese sembra richiedere una risposta immediata, presumibilmente per le 11 di questa mattina.

(l) Manca l'indicazione dell'ora di arrivo del telegramma.

622

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SAPUPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 134. Copenaghen, 3 settembre 1939, ore 12 (per. ore 14,35).

Con nota verbale in data ieri questo Ministro degli Affari Esteri mi prega informare V. E. che Governo danese d'accordo con altri Stati nordici ha: l) promulgato ordinanza reale sull'applicazione dell'ordinanza reale 31 maggio 1938 circa alcune regole neutralità; 2) ha fatto una dichiarazione neutralità; 3) ha fatto pubblicare comunicato sulla neutralità dei Paesi nordici durante la guerra in corso allegando copia tali documenti.

Altra nota identica r,iguarda neutralità Governo d'Islanda. Inoltre mi si comunica ordinanza reale del l o corr. che vieta entrata in alcuni porti danesi alle navi da guerra belligeranti. Invio per corriere copia documenti (1).

623

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 287. Budapest, 3 settembre 1939, ore 12,45 (2).

Ho veduto ora Csaky che si recherà nel pomeriggio dal Reggente Horthy a Godollo; ma nessuna nuova misura sarà presa da Governo ungherese. Atteggiamento ungherese rimarrà di attesa senza alcuna dichiarazione di neutralità. Ministro degli Affari Esteri mi ha confermato guardare in primo luogo all'Italia. Assoluta calma nel Paese.

(l) -Non pubblicati. (2) -Manca l'indicazione dell'ora di arrivo.
624

L'AMBASCIATORE IN SPAGNA, GAMBARA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 239. San Sebastiano, 3 settembre 1939, ore 13 (1).

Sottosegretario per gli Affari Esteri fattomi presente che Ministro Jugoslavia ricorse Governo spagnolo per forniture materiale di guerra riflettenti specialità artiglieria (2) e munizioni. Fornitura eleverebbesi a circa 750 milioni di pesetas. Prima di rispondere si gradirebbe sapere se. costà data situazione si ha qualche cosa in contrario alla cosa. In tal senso risponderebbero negativamente. Mi ha pregato di cortese urgente risposta.

625

IL CONSOLE GENERALE AD HONGKONG, DI MELITO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 31. Hongkong, 3 settembre 1939, ore 13,05 (per. ore 16).

Informo che avendo preso contatto con situazione mi risulta che 25 agosto u. s. delineatasi avanzata giapponese verso frontiera di Hongkong si ebbero da Londra ordini di non resistere a fondo, ma solo dar tempo truppe e Comando imbarcare su trasporti militar.i adibiti allo scopo.

Governo inglese ha insistito con telegrammi 26 27 agosto presso il Governo Chungking per ottenere immediatamente operazioni militari contro Canton, minacciando abbandonare totalmente Paese alleato nonchè intesa appoggiare movimento pace.

Chungking ha telegrafato che 40.000 uomini inizieranno al più presto operazioni militari richieste. Ho telegrafato quanto precede alla R. Ambasciata Tokio.

626

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 609. Berlino, 3 settembre 1939, ore 13,15.

Alle ore 11 Henderson ha r.icevuto l'attesa risposta che è stata naturalmente negativa. Anche l'Ambasciatore di Francia -con un breve ritardo dovuto alla contemporanea cerimonia della presentazione delle credenziali del nuovo Am

basciatore sovietico -ha compiuto il passo finale. Presumo che la risposta avuta sia identica a quella data all'Ambasciatore inglese ma non ne ho ancora il testo.

(l) -Manca l'indicazione dell'ora di arrivo. (2) -Nota dell'Ufficio Cifra: • Gruppo di dubbia interpretazione».
627

IL MINISTRO AD HELSINKI, BONARELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 63. Helsinki, 3 settembre 1939, ore 13,22 (per. ore 16,20).

Stampa ed opinione pubblica seguono massimo interesse tentativo Italia per ricondurre pace. Viva ansia circa futuro atteggiamento itaLiano è trasparita anche in brevi colloqui con questo Ministro Affari Esteri. Localmente mentre avviene qualche richiamo classi è accolta con soddisfazione assicurazione data da questo Ministro Germania circa volontà Governo tedesco rispettare neutralità Finlandia.

628

L'AMBASCIATORE AD ANKARA, DE PEPPO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 119. Ankara, 3 settembre 1939, ore 13,55 (per. ore 23,30).

Mio telegramma n. 116 (1).

Si conferma richiamo di tutta la classe 1935 e -sebbene non ufficialmente -predisposto per richiamo altre tre classi in tutto il territorio, ad eccezione distretti Ankara, Stambul, Smirne.

L'atteggiamento dell'Italia provoca qui non dubbi segni di sollievo di cui quasi tutta la stampa si rende interprete. L'iniziativa del Duce per sospensione delle ostilità e la riunione di una Conferenza è vistosamente segnalata e vivamente apprezzata. Permane la preoccupazione, espressa anche da qualche g.iornale, che l'Italia con la posizione assunta miri soltanto a guadagnare tempo.

629

IL MINISTRO A SOFIA, TALAMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 205. Sofia, 3 settembre 1939, ore 14,15 (per. giorno 4, ore 5,20).

Mio telegramma n. 203 (2). Ministro di Germania che ha visto iersera Presidente del Consiglio subito dopo Ministro di Turchia, mi comunica che questo ultimo si sarebbe limitato

confermare mantenimento pace da parte Turchia che prevederebbe intervento solo nel caso estensione conflitto ed in difesa propri interessi. Ministro di Turchia avrebbe inoltre espresso speranza localizzazione conflitto tedesco-polacco.

Presidente del Consiglio nel riferirla al Ministro di Germania definiva dichiarazione Ministro di Turchia generica manifestazione alla quale in ogni caso si sarebbe dovuto dare da parte turca qualche maggiore rilievo.

Nel colloquio nessuna pressione parrebbe stata esercitata sui bulgari, nè sarebbe stata toccata situazione militare Tracia, r·isultando peraltro qui che nessuna diminuzione effettiva sarebbe stata ivi praticata dalla Turchia.

(l) -Vedi D. 578. (2) -Vedi D. 544.
630

L'AMBASCIATORE A PARIGI, GUARIGLIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 205. Parigi, 3 settembre 1939, ore 15,20 (1).

Stamane di buon ora Bonnet mi ha telefonato personalmente per dirmi che giornale Ordre aveva pubblicato oggi articolo di Bur il quale commentava articolo Montabré (già apparso su Revue de Paris) « Evoluzione psicologica di Mussolini ».

Governo francese aveva immediatamente fatto sequestrare Ordre.

631

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 288. Budapest, 3 settembre 1939, ore 17 (per. ore 21).

Secondo quanto mi ha detto Ministro degli Affari Esteri Gafencu avrebbe dichiarato ieri a Ministro Ungheria in Bucarest che se Russia intervenisse in Polonia, Romania si schiererebbe accanto a quest'ultima.

632

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A LONDRA, CROLLA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 380. Londra, 3 settembre 1939, ore 17,10 (2).

È pervenuta oggi nel pomeriggio dal Foreign Office la nota che trascrivo qui di seguito:

«Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri ha l'onore di informare il Rappresentante ItaLiano che S. M. il Re si è trovato costretto a dichiarare che uno stato di guerra esiste colla Germania dalle 11 di oggi 3 settembre».

Alla nota è acclusa copia della comunicazione fatta dal Ministro degli Affari Esteri britannico a questo Incaricato d'Affari tedesco, di cui si trascrive il testo qui appresso:

«Il 1° settembre l'Ambasciatore britannico a Berlino, a seguito di mie istruzioni, ha informato H Governo tedesco che, a meno che esso non fosse disposto a dare al Governo britannico una soddisfacente assicurazione nel senso che il Governo tedesco avrebbe sospeso ogni azione aggressiva contro la Polonia e sarebbe stato disposto a ritirare immediatamente le sue forze dal terr,itorio polacco, il Governo britannico del Regno Unito avrebbe adempiuto senza esitazione ai suoi obblighi verso la Polonia.

2. --Alle 9 di questa mattina l'Ambasc,iatore britannico a Berlino, a seguito di mie istruzioni, ha informato il Governo tedesco che, a meno che non oltre le ore 11 antimeridiane (ora estiva inglese) di oggi 3 settembre una soddisfacente assicurazione nel senso predetto fosse stata data dal Governo tedesco e fosse g,iunta in possesso del Governo britannico a Londra, lo stato di guerra sarebbe esistito tra i due Paesi da quell'ora. 3. --Non essendo stata ricevuta una assicurazione del genere ho l'onore di informarVi che uno stato di guerra esiste tra i due Paesi dalle ore 11 di oggi 3 settembre:>).
(l) -Manca l'indicazione dell'ora di arrivo. (2) -Id.
633

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 289. Budapest, 3 settembre 1939, ore 17,25 (per. ore 21).

Mio telegramma 285 (1).

Ministro degLi Affari Esteri mi ha detto oggi che Ministro Affari Esteri Jugoslavia, in una conversazione di tono particolarmente cordiale, aveva fatto comprendere al Ministro Ungheria Belgrado che data situazione internazionale non sembrava momento entrare in negoziati circa minoranze.

Romania non avrebbe ancora dato risposta.

634

IL MINISTRO A BUDAPEST, VINCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 290. Budapest, 3 settembre 1939, ore 17,25 (per. ore 21).

Mio telegramma n. 288 {2).

Secondo questo Ministro Affari Esteri, Inghilterra, che prevederebbe guerra lunga durata, avrebbe intenzione costituire fronte balcanico magari sbarcando truppe Costanza.

Si presenterebbe .in tal caso situazione nuova anche per Ungheria, e comunque se Romania dovesse attaccare Bulgaria, Ungheria interverrà subito.

Quanto Germania, egli mi ha detto aver avuto assicurazione da V. E. sulle intenzioni del Reich verso l'Ungheria: secondo Csaky rapporti reciproci sono de,i più cordiali.

(l) -Vedi D. 588. (2) -Vedi D. 631.
635

L'INCARICATO D'AFFARI A. I. A LONDRA, CROLLA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 384. Londra, 3 settembre 1939, ore 18,45.

Foreign Office ha testè inviato nota che traduco qui appresso:

Ho l'onore di pregarvi di voler notificare al Governo Italiano che in conseguenza dello stato di guerra esistente con la Germania ed in armonia con quanto previsto dall'art. 24 del Trattato per la limitazione deg1i armamenti navali firmato a Londra il 25 marzo 1936, S. M. il Re di Gran Bretagna Irlanda e Domini Britannici d'Oltre Mare, Imperatore delle Indie, sospende con la presente nei riguardi del Regno Unito della Gran Bretagna e Irlanda del Nord e per quanto lo concerne tutti gli impegni assunti col predetto Trattato.

Una analoga nota viene indirizzata agli Ambasciatori di Francia e degli Stati Uniti.

636

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

FoN. 614. Berlino, 3 settembre 1939, ore 18,50.

Alle ore 18 il FUhrer mi ha fatto chiamare alla Cancelleria desiderando sa

lutarmi prima di partire per il fronte.

Mi ha quindi incaricato di esprimere nuovamente al Duce la sua viva riconoscenza per tutto l'appoggio politico e diplomatico già dato e che potrà dare alla causa della Germania anche in futuro.

Ho ringraziato il FUhrer formulando anche da parte del Duce e dell'E. V.

i migliori voti per il successo della sua grande impresa.

Al riguardo il FUhrer mi ha assicurato che sul teatro delle operazioni tutto

si svolge in maniera perfetta; in quattro settimane egli avrà liquidato la Polonia;

in due mesi avrà tutte le forze disponibili per il fronte Occidentale.

Dopo nuove parole di cordiale saluto mi ha quindi congedato.

Uscendo mi sono affrettato a far sapere all'aiutante di campo che avrei

gradito essere avvertito dell'ora di partenza del Flihrer per poterlo ossequiare.

Col FUhrer parte anche Ribbentrop.

637

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. s. n. Berlino, 3 settembre 1939, ore 19,05 (1).

Atmosfera ottima.

638

L'AMBASCIATORE A BRUSSELLE, LOJACONO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 65. Brusselle, 3 settembre 1939, ore 19,50 (per. ore 21).

Questo Ministro degli Affari Esteri ha ricevuto stamane signor Ritter inviato dal Governo tedesco per chiedere se neutralità del Belgio debba intendersi completa anche dal punto di vista economico mediante continuazione normale degli scambi commerciali tra i due Paesi.

Questo Ministero degli Affari Esteri ha risposto affermativamente.

639

IL CANCELLIERE DEL REICH, HITLER, AL CAPO DEL GOVERNO, MUSSOLINI (2)

(Ed. Hitler e Mussolini, cit., pp. 22-23)

L. Berlino, 3 settembre 1939, ore 20,51 (per. ore 23) (3).

Ich danke Ihnen zunachst ftir Ihren letzten Versuch einer Vermittlung. Ich ware bereit gewesen, anzunehmen, allerdings nur unter der Voraussetzung, dass sich eine Moglichkeit hatte finden lassen, mir gewisse Garantien zu geben fur einen erfolgreichen Verlauf der Konferenz. Denn seit zwei Tagen sind die deutschen Truppen in e,inem teilweise ausserordentlich schnellen Vormarsch in Polen begriffen. Es ware unmoglich gewesen, die dabei gebrachten Blutopfer sich durch diplomatische Ranke wieder entwerten zu lassen. Trotzdem glaube ich, dass ein Weg hatte gefunden werden konnen, wenn nicht England von vornherein entchlossen gewesen ware, es unter allen Umstanden zum Krieg kommen zu lassen. Ich bin vor der englischen Drohung nicht zurtickgewichen, weil ich, Duce, nicht mehr daran glaube, dass der Friede langer als ein halbes oder sagen wir ein Jahr hatte aufrecht erhalten werden konnen. Unter diesen

25 -Dommenti diplomatici • Serie VIII . Vol. XIII

Umstanden hielt ich aber den jetzigen Zeitpunkt eines Widerstandes trotz allem fiir geeigneter. Zur Zeit ist die Ùberlegenheit der deutschen Wehrmacht in Polen auf allen technischen Gebieten eine so ungeheure, dass die polnische Armee in ganz kurzer Zeit zusammenbrechen wird. Ob dieser schnelle Erfolg in ein oder zwei Jahren auch noch zu erzielen gewesen ware, glaube ich, bezweifeln zu miissen. England und Frankreich hatten ihren Verbiindeten immerhin so weit aufgeriistet, dass die durchschlagende technische Ùberlegenheit der deutschen Wehrmacht nicht mehr so in Erscheinung batte treten konnen. Ich bin mir bewusst, Duce, dass der Kampf, in der. ich gehe, ein Kampf au:l' Leben und Tod ist. Mein eigenes Schicksal spielt dabei iiberhaupt keine Rolle. Ich bin mir aber weiter bewusst, dass man einem solchen Kampf auf die Dauer nicht ausweichen kann und dass man mit eisiger Ùberlegung den Augenblick des Widerstandes so wahlen muss, dass die Wahrscheinlichkeit des Erfolges gewahrleistet ist, und an diesen Erfolg, Duce, glaube ich felsenfest. Sie haben mir freundlicherweise neulich zugesichert, dass Sie auf manchen Gebiete glauben, helfen zu konnen. Ich nehme dies schon im voraus mit aufrichtigem Dank entgegen. Ich glaube aber weiter, dass -auch wenn wir jetzt getrennte Wege marschieren -das Schicksal uns doch aneinander binden wird. Solite das nationalsozialistische Deutschland von den westlichen Demokratien zerst6rt werden, wiirde auch das faschistische Italien einer schweren Zukunft entgegengehen. Ich war mir personlich dieser Verbundenheit der Zukunft unserer beiden Regime stets bewusst, und ich weiss, dass Sie, Duce, genau so denken. Zur Lage ~n Polen mochte ich nur kurz bemerken, dass wir natiirlich alles Unwichtige liegen lassen, keinen Mann, an nebensachlichen Aufgaben verbrauchen, sondern alle unsere Handlungen nur von grossen operativen Erwagungen aus leiten lassen. Die im Korridor befindliche polnische Nordarmee ist schon jetzt durch dieses unser Handeln vollkommen eingeriegelt. Sie wird entweder aufgerieben oder sich ergeben. Im iibrigen finden alle Operationen planmassig statt. Die Tagesleistungen der Truppen stehen weit iiber allen Erwartungen. Die Herrschaft unserer Luftwaffe ist, obwohl sich kaum ein Drittel in Polen befindet, eine ausschliessliche. Im Westen werde ich mich defensiv verhalten. Frankreich kann hier zunachst sein Blut opfern. Es wird dann der Augenblick kommen, dass wir mit der ganzen Kraft der Nation uns auch dort dem Gegner stellen konnen. Nehmen Sie nochmals meinen Dank entgegen, Duce, fiir alle Ihre Unterstiitzungen, die Sie mir in der Vergangenheit gegeben haben und die ich bitte, mir auch in der Zukunft nicht versagen zu wollen.

TRADUZIONE.

Vi ringrazio innanzi tutto per il Vostro ultimo tentativo di una mediazione. Sarei stato pronto ad accettare, tuttavia soltanto a condizione che si fosse potuta trovare la possibilità di darmi certe garanzie per uno svolgimento fruttuoso della conferenza. Infatti da due giorni le truppe tedesche operano in Polonia una avanzata che in alcuni punti è straordinariamente rapida. Sarebbe stato impossibile lasciare nuovamente svalorizzare con raggiri diplomatici i sacrifici di sangue fatti in tal modo. Tuttavia io credo che avrebbe potuto essere trovata una strada, se l'Inghilterra non fosse stata fin da principio decisa a condurre in ogni caso alla guerra. Io non ho indietreggiato dinanzi alla minaccia inglese, perchè, Duce, non credo più che la pace avrebbe potuto essere conservata per più di sei mesi o,

(l) -Manca l'indicazione dell'ora di arrivo. (2) -Messaggio trasmesso telegraficamente dal Ministro degli Affari Esteri del Reich a S. E. l'Ambasciatore di Germania a Roma per l'immediata consegna a Mussolini. (Telegramma da Berlino 3 settembre 1939, ore 20,21, giunto all'Ambasciata tedesca alle ore 23). (3) -Secondo la Cronologia, vedi Appendice I, p. 414, questo messaggio sarebbe stato consegnato a Palazzo Chigi alle ore 24.
386

diciamo, un anno. In queste condizioni tuttavia ritenni che il momento attuale fosse malgrado tutto adatto per resistere. Attualmente la supremazia delle forze armate tedesche in Polonia è talmente enorme in tutti i campi tecnici che l'esercito polacco crollerà in brevissimo tempo. Io credo di dover dubitare che questo rapido successo avrebbe potuto essere ancora raggiunto in uno o due anni. L'Inghilterra e la Francia avrebbero comunque riarmato il loro alleato così che la decisiva superiorità tecnica delle forze armate tedesche non avrebbe più potuto essere così evidente. Sono conscio, Duce, che la lotta a cui vado incontro è una lotta per la vita o per la morte. In questo il mio proprio destino non conta nulla. Ma sono inoltre conscio che non si può a lungo evitare una simile lotta e che bisogna scegliere con fredda riflessione il momento della resistenza in modo che sia assicurata la probabilità del successo, e a questo successo, Duce, io credo con fermezza granitica. Voi, recentemente, mi avete amichevolmente assicurato che credete di potermi aiutare in qualche campo. Accolgo già in anticipo ciò con sentita riconoscenza. Ma credo inoltre che -anche se adesso marciamo per vie diverse -il nostro destino ci legherà tuttavia l'uno all'altro. Se la Germania nazionalsocialista fosse distrutta dalle democrazie occidentali, anche l'Italia fascista andrebbe incontro ad un grave avvenire. Io ero già consapevole personalmente di questa comunanza di destini e di avvenire dei nostri due regimi e so che Voi, Duce, pensate allo stesso modo. Circa la situazione in Polonia, desidero brevemente osservare che noi lasciamo naturalmente da parte tutto ciò che non ha importanza, non sacrifichiamo un solo uomo per i compiti secondari, ma ci lasciamo guidare in tutta la nostra azione soltanto da grandi compiti operativi. L'armata settentrionale polacca che si trova nel Corridoio è già, mediante questa nostra linea di azione, completamente accerchiata. Essa sarà annientata o si arrenderà. Quanto al resto, tutte le operazioni si svolgono conformemente ai piani. Il rendimento giornaliero delle truppe è superiore ad ogni aspettativa. La padronanza della nostra arma aerea, benchè in Polonia se ne trovi appena un terzo, è esclusiva. Ad occidente manterrò un atteggiamento difensivo. La Francia può qui per il momento sacrificare il suo sangue. Verrà il momento in cui anche colà faremo fronte all'avversario con tutte le forze della Nazione.

Accogliete ancora una volta il mio ringraziamento, Duce, per tutti gli appoggi che mi avete dato in passato e che Vi prego di non volermi negare anche in avvenire.

640

L'AMBASCIATORE A BUENOS AIRES, PREZIOSI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. 179. Buenos Aires, 3 settembre 1939, ore 22 (per. giorno 4, ore 6,30).

Mio telegramma n. 175 (1). Sulla base dei principi conferenza Lima Laredo Bru continua concertare con tutti gli Stati Sud America un comune atteggiamento nei riguardi neutralità.

Quanto mi viene riferito anche .in questa occasione si delineerebbe una certa discrepanza fra pensiero Cantilo e quello di Ortiz. Mentre infatti il primo tenderebbe a atteggiamento concorde del Sud America quale unità a sè stante Presidente della Repubblica sarebbe invece inchinato a che politica Sud America si informi completamente a quello Nord America in modo avviare costituzione di una unità americana. In ogni modo decreto neutralità è stato stasera sottomesso da Cantilo alla firma Presidente della Repubblica.

(l) Vedi D. 384.

641

IL CAPO DEL GOVERNO SPAGNOLO, FRANCO, ALL'AMBASCIATORE DI SPAGNA A ROMA, GARCIA CONDE

T. Burgos, 3 settembre 1939. Transmita al Duce el siguiente telegrama: « En vista de la gravedad iminente de la situaci6n internacional y sin

tiempo para cambiar impresiones, creo cooperar a sus esfuerzos dirigiendo Uamamiento a las naciones para la localizaci6n del conflicto ;.>.

642

L'AMBASCIATORE DI SPAGNA A ROMA, GARCIA CONDE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

NoTA VERBALE. Roma, 3 settembre 1939.

El Caudillo ha hecho publico el siguiente llamamiento:

Con la autoridad que me da el haber sufrido durante tres aflos el peso de

una guerra para la liberaci6n de mi patria, me dirijo a los Gobiernos en cuyas

manos se encuentra el desencadenamiento de una catastrofe sin antecedentes

en la historia para que eviten a los pueblos los dolores y tragedias que al pueblo

espaflol alcanzaron no obstante la voluntaria limitaci6n en el empleo de los

medios de destrucci6n; horrores que serian centuplicados en una nueva guerra.

Es de gran responsabilidad extender el conflicto a mares y lugares alejados del

foco actual de la guerra sin raz6n imperiosa que lo justifique. Su extensi6n sin

beneficio para los beligerantes produciria hondisima e insuperable perturbaci6n

en la economia del mundo, pérdidas incalculables en su riqueza, paralizaci6n

en su comercio con grave repercusi6n en el nivei de vida de las clases humildes.

Cuanto mas se amplie la contienda, mas se siembra el germen de futuras guerras.

En estas condiciones apelo al buen sentido y responsabHidad de los gobernantes

de las naciones para encaminar los esfuerzos de todos a localizar el conflicto

actual.

643

L'AMBASCIATORE PRESSO LA SANTA SEDE, PIGNATTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

T. SEGRETO PER CORRIERE 153. Roma, 3 settembre 1939.

Mio telegramma per corriere segreto del 31 agosto scorso s. n. (1).

Germania, Inghilterra e Francia hanno risposto al Messaggio del Santo

Padre, la Polonia non ha dato finora risposta, probabilmente a motivo delle

comunicazioni ormai difficilissime con quello Stato.

La Santa Sede intende pubblicare le risposte ricevute. Prima di farlo il

Cardinale Segretario di Stato gradirebbe ricevere la risposta italiana.

(l) Vedi D. 494.

644

L'AMBASCIATORE A BERLINO, ATTOLICO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 6557/2030. Berlino, 3 settembre 1939.

Viene oggi pubblicata la risposta del Fiihrer all'appello di Roosevelt circa il bombardamento di città aperte e di obiettivi non militari. La risposta, che è stata consegnata all'incaricato di affari americano a Berlino, conferma quanto il Fiihrer ha detto nel suo discorso, e cioè che l'aviazione tedesca ha avuto ordine di astenersi dai bombardamenti di bersagli non miLitari qualora naturalmente anche gli avversari usino la stessa condotta.

Nello stesso senso è concepita una nota che il Ministro degli Esteri von Ribbentrop ha inviato venerdì scorso all'Ambasciatore di Polonia a Berlino. e che non è pubblicata nel testo, ma soltanto in breve sunto.

645

IL MINISTRO A DUBLINO, BERARDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

TELESPR. 1232/339. Dublino, 3 settembre 1939.

La stampa irlandese ha assunto sin dall'inizio della crisi internazionale, allorquando l'idea della neutralità s'andava prospettando dalla maggioranza dell'opinione pubblica come la sola condotta possibile per l'Eire, un atteggiamento di decisa, serena obiettività. Pur traendo le notizie sulla <;;ituazione europea dalle agenzie britanniche che per l'Irlanda hanno di fatto l'esclusività dei servizi ,informativi, non può dirsi che i giornali irlandesi abbiano marcato una tendenza od un interesse particolare, il problema nazionale assorbendo per intero l'attenzione generale. Da rilevare invece la cura posta dalla stampa nel dare la più larga pubblicità ai tentativi che da più parti si compievano per la salvezza della pace. Al centro dell'attenzione ,irlandese veniva messa l'Italia, rappresentata dai giornali di ogni tendenza e colore come il fattore decisivo per salvare la civiltà europea e l'umanità dal flagello di un'altra lunga guerra. Le colonne dei giornali erano prese dai riassunti e dai passagg,i degli articoli italiani. Venivano citati non solo i maggiori nostri organi di stampa ma anche e con particolare rilievo quelli secondari, fra cui il Corriere Pisano, La Stampa di Torino, Il Telegrafo di Livorno, ecc. I giornali italiani alimentavano per così dire Questa stampa che dava a sperare che Mussolini potesse « frenare in qualche modo la ruota dell'asse». Ogni quotidiano ha invero esaltato gli sforzi compiuti dal Duce e dal suo fedele collaboratore per salvare la pace, pubblicando con vistosità di caratteri lusinghieri accenni all'Italia nella alta missione che oggi la storia le riserva. Anche il massonico probritannico Irish Times non si ritrae per riconoscere la nobiltà dei propositi del Capo del Governo italiano.

Oltre la stampa, anche queste sfere governative hanno sentito il bisogno di esprimere simpatie per noi. De Valera mi ha fatto dire che apprezzava altamente il fattore italiano in questo momento storico pei destini dell'Europa. In senso analogo si sono espressi, con parole di alto elogio per il nostro Paese, questi Ministri d'America, del Belgio, di Spagna e di Francia, venuti di loro iniziativa a parlarmi sull'argomento del giorno. Il proprietario dell'Irish Independent, recatosi più volte alla Legazione, ha tenuto a sottolineare come il suo giornale, che unico in Irlanda combattè con slancio spontaneo H sanzionismo di Eden, abbia voluto dare il maggior risalto alla politica saggia e lungimirante dell'Italia fascista.

<
APPENDICI

APPENDICE I

CRONOLOGIA DEI PRINCIPALI AVVENIMENTI

PRECEDENTI LO SCOPPIO DELLA GUERRA

(Ed. MARIO ToscANO, Le origini della seconda guerra mondiale viste da Roma, in Rivista di Studi Politici Internazionali. 1950, pp. 524-550).

I. -DALL'INCONTRO DI VILLA D'ESTE (6-7 MAGGIO 1939) AL CONVEGNO DI SALISBURGO (11-13 AGOSTO 1939)

6-7 maggio. -COLLOQUIO CON RIBBENTROP (INCONTRO DI VILLA D'ESTE'!. 11 Conte Ciano dà conoscenza a Ribbentrop dell'appunto redatto dal Duce, in cui si afferma che le due Potenze dell'Asse hanno bisogno di un periodo di pace non inferiore ai 3 anni e si espongono i particolari motivi che consigliano alcuni anni di pace all'Italia.

22 maggio. -Firma del «Patto di Amicizia e di Alleanza tra l'Italia e la Germania», a Berlino.

30 maggio. -Il Duce redige un pro-memoria in 8 punti, avente lo scopo di confermare e ribadire le considerazioni espresse nell'appunto mostrato a Ribbentrop a Villa d'Este (1).

5 giugno. -Il pro-memoria del Duce, recato dal Generale Cavallero a Ribbentrop, è da questi consegnato al Fuhrer.

6 giugno. -Ribbentrop dichiara all'Ambasciatore Attolico che il Fuhrer «tiene a far sapere che è in generale pienamente d'accordo con le considerazioni esposte dal Duce. Egli ha manifestato tuttavia il desiderio di poter, specie iu relazione a qualcuno dei punti enunziati, intrattenersi personalmente con il Duce, avanzando l'idea di un possibile incontro al Brennero» (2).

15 giugno. -Attolico riferisce di aver appreso, da fonte sicura, che si prevede un atto di forza della Germania a Danzica verso la metà di agosto (3).

1• luglio. -Attolico riferisce che Weizsacker gli ha dichiarato di dover escludere che vi sia in programma «un qualche eccesso da parte danzichese ». Nello stesso senso Weizsacker si è anche espresso, il 31 agosto, autorizzatovi da Ribbentrop, con l'Ambasciatore di Francia (4).

-Il Ministro degli Esteri Bonnet invia a Ribbentrop une lettera nella quale si dichiara che nell'ipotesi di un atto di forza tedesco che provochi la resistenza

(l) -Vedi D.D.I.. Serie VIII, Vol. XII, D. 59. (2) -Vedi D.D.I., Serie VIII, Vol. XII, D. 130. (3) -Non pubblicato. (4) -Vedi D.D.I., Serie VIII, Vol. XII, D. 427.

armata della Polonia, la Francia interverrà immediatamente a favore della Polonia.

2 luglio. -Lettera di S. E. il Ministro ad Attolico: «L'attuale momento internazionale, con i suoi possibili sviluppi, ci fa ritenere opportuno, nell'interesse stesso dell'Asse, di essere informati, con la maggiore precisione possibile, di quelli che sono effettivamente gli intendimenti tedeschi nei confronti del problema di Danzica» (1).

4 luglio.-L'Ambasciatore d'Inghilterra, Sir Percy Loraine rimette a S. E. il Ministro un pro-memoria inteso a confermare l'atteggiamento inglese: a) desiderio di conversazioni se si esclude qualsiasi ricorso alla forza; b) intervento a favore della Polonia se sarà compiuto un atto di forza da parte tedesca (2).

7 luglio. -Il Duce redige un pro-memoria in 8 punti da servire a S. E. il Ministro in risposta all'Aide-Mémoire inglese (3).

-Attolico riferisce sulla conversazione avuta con Ribbentrop. Questi gli dichiara, in sostanza, quanto segue: l) tutte le notizie circa un colpo di mano tedesco a Danzica sono una pura invenzione; 2) naturalmente, se la Polonia osasse attaccare Danzica, la Germania la schiaccerebbe in 48 ore; 3) in questo caso l'Inghilterra e la Francia non oserebbero comunque muoversi; se lo osassero la Germania le annienterebbe; 4) la Russia non vuole far nulla e del resto sono in corso trattative commerciali con la Germania; 5) l'America non si muoverà per paura del Giappone, il quale sarà sempre con noi; 6) la Germania, però, non vuole la guerra, «adesso». «Il Ftihrer, che ho visto ancora ieri e col quale ho lungamente discusso proprio questa questione, non ha nessuna intenzione di provocare un conflitto capace di degenerare in una guerra generale. Di questo potete essere sicuro; 7) se peraltro le cose dovessero volgere al peggio l'Italia ne sarebbe informata senz'altro tempestivamente» (4).

-Ribbentrop informa Attolico che la data proposta dal Ftihrer per il noto incontro è quella del 4 agosto (5).

9 luglio. -S. E. il Ministro scrive ad Attolico che «appare più opportuno rinviare l'incontro alla fine di settembre in qualche città dell'Italia settentrionale, a meno che ragioni imperiose, dipendenti dalla evoluzione della situazione internazionale non consiglino di anticipare l'incontro (6).

-Partenza di S. E. il Ministro per la Spagna.

11 luglio. -Attolico scrive ad Anfuso che gli appare necessario di non ritardare l'incontro data la gravità della situazione internazionale (7).

12 luglio. -Anfuso telegrafa a S. E. il Ministro, a San Sebastiano, il contenuto della lettera di Attolico (8).

(l) -Vedi D.D.T., Serie VIII, Vol. XII, D. 432. (2) -Vedi D.D.T., Serie VIII, Vol. XII, D. 463. (2} Vedi D.D.T., Serie VIII, Vol. XII, D. 505. (4) -Vedi D.D.T., Serie VIII, Vol. XII, D. 503. (5) -Vedi D.D.T., Serie VIII, Vol. XII, D. 495. (6) -Vedi D.D.T., Serie VIII, Vol. XII, D. 518. (7} Vedi D.D.T., Serie VIII, Vol. XII, D. 535. (8) -Vedi D.D.T., Serie VIII, Vol. XII, D. 540.

13 luglio. -Ribbentrop sollecita da Attolico una risposta circa l'incontro dei due Capi. Anfuso ne riferisce al Duce che lo incarica di telegrafare ad Attolico che è disposto a fissare l'incontro al Brennero per il 4 agosto (1).

15 luglio. -Ribbentrop invia al Quai d'Orsay la sua risposta alla lettera di Bonnet del l o luglio. In essa si ribadisce il concetto che la questione di Danzica non tocca menomamente gli interessi francesi nè i rapporti franco-tedeschi, ma che se la Francia vorrà ad ogni costo aver guerra con la Germania troverà il Reich prontissimo ad accettare la partita.

19 luglio. -Ritorno di S. E. il Ministro dalla Spagna.

22 luglio. -Il Duce redige un progetto di comunicato da servire per l'incontro col Fiihrer. In esso si propone una Conferenza Internazionale per la soluzione dei principali problemi che turbano l'Europa. Il Conte Magistrati che è stato ricevuto dal Duce, accompagnato da S. E. il Ministro, parte per Berlino latore di importanti istruzioni (2).

-In un colloquio confidenziale con l'Ammiraglio Lais, l'Ammiraglio tedesco Canaris espone la sua preoccupazione per la possibilità che il Fiihrer, influenzato dagli elementi estremisti, si lasci indurre ad un atto di forza (3).

25 luglio. -CoLLOQUIO ATTOLICO-RIBBENTROP-MAGISTRATI. Ribbentrop si riserva di riferire al Fiihrer il piano del Duce, ma manifesta scetticismo. Si esprime d'altra parte con Attolico in maniera da far ritenere poco probabile e soprattutto non prossimo un eventuale colpo di mano cui la Germania non fosse costretta da un'intollerabile provocazione polacca (4).

26 luglio. -Ampio rapporto di Attolico circa il suo colloquio con Ribbentrop. Questi dichiara, tra l'altro, che «il Fiihrer è perfettamente d'accordo con il Duce nel ritenere conveniente di evitare per ora -secondo il punto di vista espresso nel «Documento Cavallero» -una conflagrazione generale. Non solo, ma egli eviterà sicuramente tutto quello che sia suscettibile (all'interno stesso di Danzica) di portare a risultati contrari e ciò semprechè egli non abbia la certezza assoluta, cioè al 100 % di potere isolare la Polonia (5).

28 luglio. -Altro colloquio Attolico-Ribbentrop. Questi conferma i dubbi del Fiihrer sull'utilità di una Conferenza, ma insiste perchè l'incontro dei due Capi avvenga egualmente. Attolico pone a Ribbentrop il seguente quesito: « if chances are for war », l'incontro si comprende ed è anzi necessario, if they are not, esso può essere utilmente differito (6).

31 luglio. -Ribbentrop informa Attolico che il Fiihrer, non ritenendo di avere ora a sua disposizione tutti gli elementi necessari per un apprezzamento

(l) -Vedi D.D.T., Serie VIII, Vol. XII, D. 556. (2) -Vedi D.D.T., Serie VIII, Vol. XII, D. 647. (3) -Vedi D.D.T., Serie VIII, Vol. XII, D. 648. (4) -Vedi D.D.T., Serie VIII, Vol. XII, D.D. 677, 678. (5) -Vedi D.D.T., Serie VIII, Vol. XII, D. 687. (6) -Vedi D.D.T., Serie VIII, Vol. XII, 717.

definitivo della situazione, si riserva, forse tra 8-10 giorni, di far conoscere il suo pensiero sulla necessità o meno dell'incontro e la data relativa (1). Successivo telegramma di Attolico. Ribbentrop informa che il Fiihrer ritiene anch'egli che la progettata Conferenza presenterebbe difficoltà e svantaggi (2).

3-4 agosto. -L'Addetto Militare a Berlino, Generale Roatta, riferisce sugli imponenti preparativi militari in corso in Germania e sulla persuasione, sempre più diffusa, di un imminente colpo di forza (3).

7-8 agosto. -Comunicazioni telefoniche tra S. E. il Ministro e la R. Ambasciata a Berlino. Viene deciso un incontro Ciano-Ribbentrop a Salisburgo (4).

9 agosto. -Sulla base delle istruzioni del Duce, viene preparato un progetto di comunicato, da servire per il Convegno di Salisburgo, nel quale si riafferma la volontà di pace dell'Italia e della Germania e si esprime la convinzione che attraverso normali negoziati diplomatici sia ancora possibile giungere ad una soddisfacente soluzione dei problemi europei (5).

l O agosto. -Partenza di S. E. il Ministro per Salisburgo.

Il. -DAL CONVEGNO DI SALISBURGO (11-13 AGOSTO)

ALLO SCOPPIO DEL CONFLITTO (3 SETTEMBRE)

11 agosto. -CoLLOQUIO CIANo-RIBBENTROP. l) La Germania è decisa ad attaccare la Polonia; 2) Il conflitto non si generalizzerà; 3) Sono in corso trattative tra la Germania e la Russia.

S. E. il Ministro espone a Ribbentrop, secondo le istruzioni del Duce, le ragioni che consigliano di evitare un conflitto nel momento attuale (6).

12 agosto (ore 14,30-17,45).-1° CoLLOQUIO CIANO-HITLER. l) Esposizione della forza militare della Germania; 2) Il conflitto rimarrà localizzato; 3) I contatti russo-tedeschi procedono molto favorevolmente.

S. E. il Ministro fa presente al Fiihrer che si era stabilito di lasciar decorrere un periodo di 2-3 anni per completare la preparazione dei due paesi, e ribadisce le considerazioni già esposte a Ribbentrop (7).

13 agosto (ore 11,30-12). -2° COLLOQUIO CIANO-HITLER. Il progetto italiano di comunicato non è approvato da parte tedesca, nè quello presentato dai tedeschi è approvato da parte italiana. Si stabilisce di non far luogo ad alcun comunicato. Hitler conferma la sua decisione di agire contro la Polonia entro il mese di agosto (8).

(l) -Vedi D.D.I., Serie VIII. Vol. XII, D. 731. (2) -Vedi D.D.I., Serie VIII, Vol. XII, D. 732. (3) -Vedi D.D.I., Serie VIII, Vol. XII, D. 750. (4) -Vedi D.D.I., Serie VIII, Vol. XII, D. 803. (5) -Vedi D.D.I., Serie VIII, Vol. XII, D.D. 809, 810. (6) -Vedi D. l. (7) -Vedi D. 4. (8) -Vedi D. 21.

-(ore 17). Ritorno di S. E. il Ministro da Salisburgo in aereo.

-Pubblicazione sulla stampa estera di una informazione politica diramata dall'Agenzia tedesca D.N.B. -Vi si afferma che le conversazioni di Salisburgo hanno rivelato in tutti i problemi una concordanza del 100 %. Vi si esclude l'eventualità di ulteriori incontri e vi si dichiara che il Convegno italatedesco si è « svolto nello spirito del dovere e rispettivamente del diritto di consultazione basato sia sull'amicizia che sugli accordi esistenti tra i due paesi». Tale informazione è di fonte esclusivamente tedesca, non essendo stata preventivamente sottoposta al Governo italiano (1).

14 agosto. -Rapporto di Attolico sull'infondatezza giuridica e morale dell'atteggiamento tedesco (2).

-Su istruzioni di S. E. il Ministro, viene raccolta al Gabinetto, una « Documentazione», intesa a riunire tutti i documenti comprovanti l'accordo esistente tra Germania e Italia sulla opportunità di evitare una guerra per 3-4 anni e la mancanza di tempestive comunicazioni al Governo italiano sulla decisione tedesca di provocare un conflitto (3).

-Il Duce redige un progetto di comunicazione al Governo tedesco, intesa a confermare: l) che la sicurezza di localizzare il conflitto è infondata; 2) che la controversia tedesco-polacca è ancora suscettibile di essere risolta favorevolmente alla Germania con mezzi pacifici (4).

15 agosto. -L'Ambasciatore di Francia Coulondre conferma a Weizsacker che la Francia interverrà se scoppierà un conflitto per Danzica.

16 agosto. -L'Ambasciatore d'Inghilterra Henderson conferma al Governo tedesco la decisione britannica di entrare in guerra qualora la Germania attacchi la Polonia.

17 agosto. -L'Ambasciatore Percy Loraine conferma al Conte Ciano la dichiarazione che la Gran Bretagna entrerà in guerra se la Polonia si difenderà con le armi contro un atto di forza tedesco. Il contenuto di tale dichiarazione viene poi telegrafato alla R. Ambasciata in Berlino (5).

-Il Conte Ciano riceve nel corso della giornata gli Ambasciatori di Germania e di Gran Bretagna, nonchè il Ministro di Jugoslavia.

18 agosto. -S. E. Csaky, Ministro degli Esteri di Ungheria, giunge a Roma ,in aereo ed è accompagnato dal Duce, alle 17 ,30, dal Conte Ciano.

-Ribbentrop informa per telefono Attolico che le decisioni comunicate al Conte Ciano a Salisburgo sono ormai definitivamente prese (6).

-Il Conte Ciano telegrafa alla R. Ambasciata in S. Sebastiano incaricandola di comunicare al Caudillo che la vertenza tedesco-polacca sta per entrare

(l) -Vedi D. 28. (2) -Vedi D. 36. (3) -Vedi Appendice II. (4) -Vedi D. 27. (5) -Vedi D. 82. (6) -Vedi D. 87.

in una fase acuta e che il Duce lo terrà informato degli sviluppi della situazione (1).

-Sua Maestà conferisce al Conte Ciano il Collare dell'Annunziata «per gli eminenti servizi resi al Paese».

19 agosto. -· S. E. il Ministro parte in mattinata, in aereo, per Tirana.

-Il Conte Csaky riparte in aereo da Roma.

20 agosto. -Attolico giunge a Roma alle 11,25 ed è accompagnato a Palazzo Venezia da S. E. Bastianini. Il Duce <indice una riunione a Palazzo Venezia, alle 19, per esaminare e definire l'atteggiamento italiano.

-(ore 13). Percy Loraine consegna a S. E. Bastianini una comunicazione di Lord Halifax per il Duce. Halifax, mentre conferma le dichiarazioni fatte da Percy Loraine al Conte Ciano il 17 agosto, ribadisce le buone disposizioni del Governo inglese per una soluzione negoziata del problema di Danzica (2).

-(ore 14). Il Ministro Anfuso telegrafa a S. E. il Ministro segnalandogli l'opportunità della sua presenza a Roma in serata (3).

-(ore 14,30). Anfuso reca al Duce, a Castel Porziano, la comunicazione consegnata da Percy Loraine in mattinata.

-(ore 18). S. E. il Ministro giunge in volo da Tirana.

-(ore 19). Riunione a Palazzo Venezia. Viene redatto un progetto di nota al Governo tedesco, con la quale, allegandosi ·copia della nota presentata da Percy Loraine: l) Si conferma che il conflitto non sarà localizzato e che le condizioni dell'Italia non sono le più favorevoli per affrontare un conflitto in questo momento; 2) Si propone un'agenda di conferenza qualora questa venisse accettata previa retrocessione di Danzica alla Germania (4).

21 agosto. -La R. Ambasciata in S. Sebastiano telegrafa che il Caudillo si è dichiarato pronto a prendere una iniziativa per la pace qualora ciò sia ritenuto opportuno (5).

-(ore 10). S. E. il Ministro si reca dal Duce con Attolico. Al ritorno da Palazzo Venezia ordina che vengano redatti dei documenti contenenti le considerazioni da sottoporre al Governo germanico. Questi documenti sono: l) Una cronologia degli avvenimenti, dichiarazioni e documenti che comprovano il buon diritto dell'Italia a non ritenersi automaticamente impegnata a entrare in guerra con la Germania; 2) Le conclusioni, che si desumono dalla cronologia anzidetta ed in base alle quali l'Italia ritiene che non può considerarsi esaurita la fase. dei negoziati, specie in vista della nota presentata il 20 agosto da Percy Loraine a Palazzo Chigi e consiglia alla Germania di accettare l'intervento ad una Conferenza, previa retrocessione di Danzica (6).

(l) -Vedi D. 74. (2) -Vedi D. 117. (3) -Vedi D. 118. (4) -Vedi D. 123. (5) -Vedi D. 128. (6) -Vedi D. 129 e 130.

-(ore 11,45-14,30). Tentativi infruttuosi di comunicare telefonicamente con Ribbentrop.

-(ore 16). S. E. il Ministro, ottenuta la comunicazione telefonica con Ribbentrop, propone un incontro al Brennero. Ribbentrop si riserva di rispondere tra le 18 e le 19.

-(ore 18). S. E. il Ministro si reca dal Duce, con Attolico, per sottoporgli i documenti redatti nelle ore precedenti. Tornato da Palazzo Venezia reca oltre i documenti leggermente modificati, una lettera autografa del Duce al FUhrer ed un memorandum circa l'atteggiamento dell'Italia in relazione ai quattro possibili sviluppi della situazione (1).

-S. E. il Ministro telegrafa a S. Sebastiano che il Duce ringrazia il Caudillo della sua comunicazione e lo assicura che, qualora si addivenisse alla convocazione di una Conferenza, l'Italia porrebbe come « conditio sine qua non » la partecipazione della Spagna (2).

-(ore 22). Ribbentrop telefona che mercoledì si recherà a Mosca per firmare un patto di non aggressione con l'U.R.S.S. -Poco dopo S. E. il Ministro, prese istruzioni dal Duce, telefona a Ribbentrop rinviando l'incontro del Brennero.

-Il Governo belga convoca a Brusselle una Conferenza degli Stati aderenti al gruppo di Oslo.

22 agosto. -S. E. il Ministro riceve nel corso della giornata gli Ambasciatori d'Inghilterra, del Giappone, di Spagna, di Germania e degli Stati Uniti, nonchè il Ministro di Jugoslavia e l'Incaricato di Affari di Ungheria.

23 agosto. -S. E. il Ministro riceve l'Ambasciatore di Francia.

-Lettera di Percy Loraine al Conte Ciano per informare che Chamberlain ha inviato una lettera ad Hitler per persuaderlo a negoziati pacifici e che il Premier inglese prega il Duce di adoperare la sua influenza personale in tale senso (3).

-(ore 9,30). L'Ambasciatore Henderson consegna al FUhrer, a Berchtesgaden, la lettera di Chamberlain e ha due conversazioni col Cancelliere germanico. -S. E. il Ministro riceve l'Ambasciatore di Germania von Mackensen e l'Ambasciatore degli Stati Uniti Phillips.

-Fonogramma di Attolico che comunica i punti essenziali della risposta inviata dal FUhrer all'odierno messaggio di Chamberlain: « Se l'Inghilterra prendesse delle iniziative di carattere bellico, la Germania risponderà con la mobilitazione di tutte le sue forze armate . . . Un regolamento pacifico dei problemi europei non può essere possibile se il Governo britannico non cambia la sua politica europea» (4).

-Dichiarazione collettiva degli Stati del gruppo di Oslo partecipanti alla Conferenza di Brusselle.

(l) -Vedi D. 136. (2) -Vedi D. 138. (3) -Vedi D. 167. (4) -Vedi D. 174.

-Messaggio radiodiffuso del Re del Belgio, in nome degli Stati partecipanti alla Conferenza di Brusselle, per il mantenimento della pace.

-Partenza di S. E. il Ministro per S. Anna di Valdieri.

-Firma, a Mosca, del Patto di non-aggressione tra la Germania e l'U.R.S.S., da parte del Ministro degli Esteri von Ribbentrop e del Commissario del Popolo per gli Affari Esteri Molotof.

-L'Incaricato di Affari di Ungheria consegna a Palazzo Chigi una comunicazione del Governo ungherese relativa alla necessità in cui si trova l'Ungheria di adottare provvedimenti precauzionali, dato lo spostamento delle truppe rumene verso la frontiera ungherese (1).

-Lettera dell'Ambasciatore Percy Loraine che rimette il testo del messaggio di Chamberlain ad Hitler. In tale messaggio si ribadisce il punto di vista inglese e si sottolinea la necessità che una qualsiasi soluzione pacifica sia garantita da terze potenze (2).

-Nel corso della giornata S. E. il Ministro riceve l'Ambasciatore di Francia.

24 agosto (mattina).-L'Ambasciatore degli Stati Uniti comunica che l'Ambasciatore Phillips consegnerà in mattinata a Sua Maestà, a S. Anna di Valdieri, un messaggio a lui diretto dal Presidente Roosevelt (3).

-Lettera di Percy Loraine al Conte Ciano per comunicare che avendo Lord Halifax rivolto un appello al Col. Beck per invitarlo a prendere diretti contatti col Governo germanico, il Ministro degli Esteri polacco ha informato l'Ambasciatore d'Inghilterra a Varsavia di essere in comunicazione con l'Ambasciatore di Polonia a Berlino circa la possibilità di una visita di quest'ultimo al Ministero degli Esteri del Reich (4).

-(pomeriggio). Un segretario dell'Ambasciata degli Stati Uniti reca copia del messaggio di Roosevelt a Sua Maestà.

-Un segretario dell'Ambasciata Britannica reca al Sottosegretario, che la porta al Duce, una lettera con la quale Percy Loraine comunica quali appaiono ad Halifax le condizioni indispensabili per un accordo e cioè: l) Salvaguardia dell'indipendenza e dei vitali interessi polacchi; 2) Garanzia internazionale dell'accordo (5).

-(ore 19). Il Pontefice pronunzia alla radio una allocuzione per invocare la pace dai Governi di Europa.

-Dichiarazioni di Chamberlain ai Comuni e di Halifax ai Lords circa l'arbitrarietà della condotta tedesca, il desiderio inglese di soluzioni negoziate e il proposito di non sottostare comunque alla violenza.

(l) -Vedi D. 196. (2) -Vedi D. 182. (3) -Vedi D. 185. (4) -Vedi D. 197. (5) -Vedi D. 205.

-Il Conte Magistrati telefona da Berlino che il Fiihrer e l'intero Governo tedesco si trovano a Berlino, ove circola voce che la Polonia avrebbe iniziato la mobilitazione generale (1).

-Nuova lettera di Percy Loraine al Conte Ciano, con la quale viene trasmesso il testo della risposta del Fiihrer al Sig. Chamberlain (2).

25 agosto. -S. E. il Ministro torna alle 0,15 da S. Anna di Valdieri e parla al telefono con von Ribbentrop che lo aveva chiamato a Palazzo Chigi prima che egli vi arrivasse (3).

-L'Ambasciatore degli Stati Uniti rimette una copia dell'appello inviato da Roosevelt al Fiihrer e al Presidente della Repubblica polacca per l'inizio di negoziati pacifici.

-Lettera di Percy Loraine al Conte Ciano, relativa alle istruzioni date da Beck all'Ambasciatore di Polonia a Berlino per la presa di contatti col Segretario di Stato germanico (4).

-Lettera di Percy Loraine al Conte Ciano, relativa alle istruzioni date dal Governo britannico alle forze armate in Egitto onde evitare qualunque incidente con le truppe (5).

-Il Conte Ciano risponde a Percy Loraine fornendo analoghe assicurazioni (6).

-(ore 12,15). S. E. il Ministro, di ritorno da Palazzo Venezia, redige un telegramma per la R. Ambasciata a Berlino contenente comunicazioni da farsi al Governo germanico. Successivamente, viene sospesa la partenza di questo dispaccio (7).

-Telegramma del Duce a Sua Maestà, per informare il Sovrano che eventuali decisioni di mobilitazione verranno prese alla Sua presenza e che a S. A. R. il Principe di Piemonte verrebbe dato il Comando di una grande unità.

-(ore 15,20). L'Ambasciatore von Mackensen reca al Duce un messaggio del Fiihrer, che dopo una breve cronistoria dei precedenti del problema di Danzica dichiara insostenibile la situazione attuale e prevede un'imminente azione contro la Polonia (8).

-(ore 17 ,30). S. E. il Ministro comunica telefonicamente ad Attolico la risposta del Duce al Fiihrer. Essa prospetta l'opportunità che, in caso di conflitto generalizzato, l'Italia non prenda l'iniziativa di operazioni militari, date le attuali condizioni della preparazione militare italiana, tempestivamente segnalate alla Germania, ed ammette la possibilità di un intervento immediato qualora la Germania sia in condizioni di fornire all'Italia i mezzi bellici e le materie prime necessarie (9).

(l) -Vedi D. 207. (2) -Vedi D. 202. (3) -Vedi D. 225. (4) -Vedi D. 231. (5) -Vedi D. 235. (6) -Vedi D. 237. (7) -Vedi D. 232. (8) -Vedi D. 245. (9) -Vedi D. 250.

o6 -Documenti diplomt!lici -Serie VIII -VaL XIII

-Il Fiihrer riceve l'Ambasciatore Coulondre e lo incarica di trasmettere al Governo francese una dichiarazione nella quale fa conoscere che la Germania non può ulteriormente tollerare la situazione esistente in Polonia e che egli avrebbe deplorato che sangue francese e tedesco potesse essere sparso in seguito alle misure che egli potrebbe essere indotto a prendere.

-Il Fiihrer riceve l'Ambasciatore Henderson e gli conferma la sua decisione di risolvere il problema di Danzica.

-Richiamo alle armi in Italia, per misura di carattere precauzionale, delle classi 1903 e 1913 nonchè di 38 Battaglioni della Milizia.

-(ore 21,30). Von Mackensen reca al Duce la risposta del Fiihrer alla sua lettera. Il Ftihrer chiede di conoscere quali materie prime e mezzi bellici siano necessari all'Italia e ringrazia per le misure militari adottate dall'Italia nel frattempo (1).

-(ore 22,15). S. E. Pariani telefona che, secondo notizie pervenutegli dal

R. Addetto Militare a Berlino, il Governo tedesco avrebbe sospeso l'ordine di operazioni ed avrebbe raggiunto un accordo con il Governo polacco.

-(ore 22,30). Attolico telegrafa confermando solo la prima parte della notizia anzidetta (2).

26 agosto (ore 10). -Il Duce riceve a Palazzo Venezia i Ministri Ciano e Benni, i Capi di S. M. Pariani, Cavagnari e Valle e il Generale Favagrossa, per l'esame di questioni concernenti la preparazione militare del paese.

-(ore 10,30). Attolico telefona che la situazione si è nuovamente aggravata e che da parte tedesca si sollecita l'invio della lista del nostro fabbisogno di materie prime e mezzi bellici (3).

-(ore 11,40). Attolico conferma che il Governo tedesco desidera poter ricevere in giornata la lista del nostro fabbisogno (4).

-(ore 12,10). S. E. il Ministro comunica per telefono ad Attolico una lettera del Duce al Fiihrer, contenente l'elenco delle materie prime e dei mezzi bellici necessari all'Italia (5).

-Discorso radiodiffuso del Presidente Daladier.

-Anfuso si reca all'Ambasciata britannica ove Percy Loraine, indisposto, lo mette al corrente del punto di vista del Governo britannico e gli consegna un pro-memoria (6).

-(ore 14,45). Percy Loraine invia al Conte Ciano una lettera nella quale si esprime il desiderio del Governo britannico di essere informato di qualunque considerazione o suggerimento possa formulare il Duce circa la situazione internazionale (7).

(l) -Vedi D. 262. (2) -Vedi D. 266. (3) -Vedi D. 290. (4) -Vedi D. 292. (5) -Vedi D. 293. (6) -Vedi D. 294 e 295. (7) -Vedi D. 316.

-(ore 16). Von Mackensen reca al Duce una lettera del Filllrer, contenente la risposta -sostanzialmente negativa -alla richiesta italiana di forniture, nonchè la dichiarazione che il Fiihrer «si rende conto della situazione italiana» (1).

-(ore 17 ,50). Attolico trasmette per telefono alcune richieste tedesche di precisazioni circa l'elenco delle forniture (2).

-(ore 18,42). S. E. il Ministro telefona ad Attolico la risposta del Duce al Fiihrer. Con essa il Duce insiste sulla possibilità e l'opportunità di una soluzione pacifica del problema di Danzica (3).

-(ore 20,20). Attolico riferisce telefonicamente circa l'avvenuta consegna della lettera del Duce al Fiihrer e preannunzia un altro messaggio del Fiihrer al Duce (4).

-(ore 21,30). L'Ambasciata inglese scrive a S. E. il Ministro spiegando le ragioni delle eventuali misure che il suo Governo potrà prendere nel Mediterraneo e nel Mar Rosso (5).

-In risposta alla comunicazione fatta dal Fiihrer il 25 agosto all'Ambasciatore Coulondre, Daladier invia al Fiihrer una lettera nella quale invoca un ultimo tentativo di soluzione pacifica, confermando, in caso di conflitto, la determinazione della Francia di entrare nella lotta.

-In relazione a tale lettera il Fiihrer riceve alle ore 19,30 l'Ambasciatore Coulondre al quale dichiara di non potere accettare la proposta di Daladier. Questa risposta orale viene confermata da una comunicazione scritta rimessa al Presidente Daladier dal Sig. Brauer, Incaricato d'Affari di Germania a Parigi.

-Il Presidente Roosevelt rivolge al Fiihrer un nuovo appello per scongiurare il ricorso alla forza.

-Il Primo Ministro del Canadà, Mackenzie King, invia un messaggio al Duce ed un altro appello al Fiihrer e al Presidente della Repubblica Polacca, invocando una soluzione pacifica delle controversie internazionali (6).

27 agosto (ore 9). -Von Mackensen, accompagnato dal Conte Ciano, reca al Duce un'altra lettera del Fiihrer. In essa il Fiihrer dichiara di apprezzare le ragioni della decisione italiana ed invoca comunque l'appoggio «psicologico » dell'Italia e misure militari atte a immobilizzare parte delle forze francoinglesi (7).

-Attolico riferisce che Ribbentrop gli ha telefonato per smentirgli l'ordine di sospensione delle operazioni militari (8).

-(ore 12,50). Percy Loraine fa pervenire a S. E. il Ministro il testo della comunicazione fatta dal Fiihrer all'Ambasciatore Henderson il 25 agosto. Il

(l) -Vedi D. 298. (2) -Vedi D. 299. (3) -Vedi D. 304. (4) -Vedi D. 307. (5) -Vedi D. 308. (6) -Vedi D. 252. (7) -Vedi D. 329. (8) -Vedi D. 323.

Fiihrer ha, in sostanza, affermato: l) il problema di Danzica sarà risolto; 2) la Germania «accetta» l'Impero britannico ed è disposta anche a garantirlo se l'Inghilterra non ostacolerà la Germania nella sua vertenza con la Polonia (1).

-(ore 13,30). S. E. il Ministro telefona a Lord Halifax.

-(ore 15). Viene telefonato all'Ambasciata di Berlino la risposta del Duce alla lettera del Fiihrer. Il Duce conferma che l'Italia appoggerà la Germania pur rimanendo estranea al conflitto (2).

-Il Duce telegrafa al Primo Ministro canadese, in risposta al messaggio da questi direttogli, che non lascerà nulla di intentato per salvaguardare la pace del mondo, «pace duratura, cioè con giustizia » (3).

-(ore 23,30). Percy Loraine telefona per chiedere notizie circa l'informazione, da lui raccolta alla radio, secondo cui il Fiihrer avrebbe dichiarato all'Ambasciatore di Francia che non vi è più possibilità di trattare.

-La notizia è confermata da un telegramma di Attolico che informa di avere appreso che il Fiihrer, riferendosi alla lettera di Daladier, ha dichiarato verbalmente a Coulondre che ormai «è troppo tardi» (4).

-Il Fiihrer risponde a Daladier con una lettera nella quale riafferma la legittimità dell'atteggiamento tedesco, conferma l'inutilità di una guerra con la Francia e, lasciando praticamente cadere l'appello francese per negoziati pacifici, ribadisce la volontà della Germania di combattere, se necessario, fino alla fine.

28 agosto (ore 10.45). -Percy Loraine scrive al Conte Ciano per preannunziargli la «sostanza » della risposta del suo Governo alle dichiarazioni del Fiihrer del 23 e del 25 agosto (5).

-(ore 12,45). Lord Halifax comunica al R. Incaricato d'Affari Crolla le principali linee della risposta del Governo inglese al Fiihrer (6).

-Il Re del Belgio e la Regina d'Olanda fanno giungere al Governo italiano, per il tramite del R. Ambasciatore in Brusselle, una proposta di mediazione, comunicata anche ai Governi di Parigi, Berlino, Londra e Varsavia (7).

-(ore 13). Percy Loraine scrive al Conte Ciano che il Governo inglese ha ragione di ritenere che esista un accordo russo-tedesco per la spartizione della Polonia. In tale eventualità, il Governo britannico conferma la sua decisione di reagire con le armi (8).

-(ore 18,30). Percy Loraine, nel preannunziare nuovamente il testo della risposta del suo Governo al Fiihrer, esprime il timore che la Germania compia a brevissima scadenza un gesto irreparabile, ciò che farebbe precipitare immediatamente la situazione (9).

(l) -Vedi D. 333. (2) -Vedi D. 341. (3) -Vedi D. 356. (4) -Vedi D. 342. (5) -Vedi D. 364. (5) -Vedi D. 363. (7) -Vedi D. 396. (8) -Vedi D. 367. (9) -Vedi D. 372.

-(ore 22,30). L'Ambasciatore Henderson, giunto in volo da Londra, consegna al Fiihrer la risposta del Governo Britannico. La discussione tra Henderson e il Fiihrer si protrae fino alle ore 23,40.

-(ore 24). Percy Loraine scrive una nuova lettera al Conte Ciano per informarlo, tra l'altro, che il Col. Beck avrebbe dichiarato di essere disposto ad entrare immediatamente in dirette conversazioni con il Reich (1).

-Nel corso della giornata S. E. il Ministro riceve l'Ambasciatore d'Inghilterra e gli segnala l'opportunità che la stampa inglese tenga un linguaggio molto cauto nei riguardi dell'atteggiamento italiano.

29 agosto (ore 0,30). -Percy Loraine fa pervenire a Palazzo Chigi il contenuto della risposta del Governo britannico al messaggio verbale del Fiihrer (confermato da un appunto scritto). L'Inghilterra premette il suo effettivo desiderio di giungere ad una intesa con la Germania e conferma di essere pronta ad appoggiare negoziati pacifici i cui risultati dovranno comunque essere garantiti internazionalmente (2).

-(ore 14,20). Attolico telefona che la nota inglese non ha fatto a Berlino sfavorevole impressione, ma che la situazione rimane grave e sostanzialmente immutata. Ribbentrop conferma ad Attolico che la mobilitazione di tutte le forze armate tedesche è in pieno sviluppo (3).

-(ore 14,50). Dichiarazioni di Chamberlain ai Comuni: «La catastrofe non è ancora piombata su di noi, ma non posso dire che il suo pericolo sia in alcun modo diminuito».

-(ore 16,40). Viene telefonato in cifra ad Attolico il testo di una nuova lettera del Duce, che rivolge al Fiihrer un appello affinchè i favorevoli elementi contenuti nella risposta inglese siano utilizzati per giungere ad una soluzione pacifica e vantaggiosa per la Germania ( 4).

-(ore 19,15). Il Fiihrer consegna ad Henderson la sua risposta al Governo britannico.

-(ore 21). Attolico telefona che il Fiihrer, cui ha rimesso il messaggio del Duce, si è mostrato scettico circa il successo dei tentativi inglesi (5).

-(ore 23,45). Attolico telegrafa che il colloquio Henderson-Fiihrer è stato particolarmente burrascoso. Il Fiihrer ha detto che attenderebbe fino a domani per trattare con un plenipotenziario polacco. Pessimismo generale a Berlino (6).

-Percy Loraine fa pervenire al Conte Ciano, nel corso del pomeriggio e della serata, quattro lettere relative: la prima, all'infondatezza dei pretesi maltrattamenti delle minoranze tedesche in Polonia; la seconda, ad una modifica da apportarsi al testo della lettera inviata al Conte Ciano alle ore 0,30; la terza,

(l) -Vedi D. 387. (2) -Vedi D. 394. (3) -Vedi D. 399. (4) -Vedi D. 414. (5) -Vedi D. 418. (6) -Vedi D. 422.

ad una conversazione del R. Addetto Navale a Londra con l'Ammiraglio Godfrey; la quarta, al divieto di trasmissioni cifrate nell'Africa Orientale Italiana (1).

-Percy Loraine telefona inoltre a S. E. il Ministro per assicurarlo circa le istruzioni date alla stampa inglese nei riguardi dell'Italia (2).

-La Regina Guglielmina d'Olanda e Re Leopoldo del Belgio inviano ai Governi di Londra, Parigi, Roma, Berlino e Varsavia una nota per mezzo della quale offrono i loro buoni uffici per il regolamento pacifico delle attuali controversie internazionali e per la convocazione di una Conferenza internazionale.

-Percy Loraine rimette al Conte Ciano il testo integrale della nota consegnata in giornata da Henderson al Fiihrer (3).

-S. E. il Ministro riceve nel corso della giornata l'Ambasciatore del Giappone e i Ministri di Ungheria e di Jugoslavia.

30 agosto. -Alle ore 7,30 l'Ambasciatore di Germania chiede udienza a

S. E. il Ministro ed è ricevuto alle 9,45.

-Percy Loraine rimette al Conte Ciano la relazione scritta da Hençlerson sul suo colloquio con il Fiihrer del giorno 29, colloquio intonato da ambo le parti a particolare fermezza. Il Fiihrer si è riservato di far conoscere per iscritto le proposte tedesche per una soluzione negoziata del problema di Danzica.

-(ore 13,45). Percy Loraine comunica al Conte Ciano che probabilmente il Governo inglese presenterà al Governo tedesco, nel corso della giornata, proposte per una tregua militare (4).

-(ore 15,30). Percy Loraine rimette il testo integrale della comunicazione data dal Fiihrer ad Henderson la sera del 29 agosto, in risposta alla nota britannica del 28. Dopo una breve cronistoria degli avvenimenti il Fiihrer, affermando di non avere avuto alcuna intenzione di compromettere l'indipendenza e gli interessi vitali della Polonia, si dichiara disposto ad accettare i buoni uffici dell'Inghilterra e a entrare in trattative dirette con la Polonia, rimanendo in attesa del plenipotenziario polacco entro la giornata di mercoledì 30 agosto (5).

-Sua Maestà risponde al messaggio direttogli il 25 agosto da Roosevelt, assicurandolo che il Governo italiano continuerà i suoi sforzi in vista « della pace con giustizia » (6).

-(ore 19). Da Berlino giunge la notizia della mobilitazione generale polacca, che viene accolta in Germania senza particolare reazione (7).

-Percy Loraine comunica che Henderson ha consegnato al Fiihrer, da parte di Chamberlain, un messaggio nel quale il Governo inglese dichiara che la nota germanica è in corso di esame e che verrà data una risposta in giornata (8).

(l) -Vedi D. 423. (2) -Vedi D. 424. (3) -Vedi D. 394 e 403. (4) -Vedi D. 441. (5) -Vedi D. 442. (6) -Vedi D. 446. (7) -Vedi D. 448. (8) -Vedi D. 449.

-Costituzione, a Berlino, di un Consiglio Ministeriale per la Difesa Nazionale, presieduto dal Maresciallo Gèiring.

-(ore 22,30). Percy Loraine scrive al Conte Ciano per informarlo della azione svolta dal Governo inglese per evitare incidenti di frontiera e di minoranze tra la Germania e la Polonia (1).

-(ore 23). Altra lettera di Percy Loraine al Conte Ciano per informarlo che secondo notizie attinte a Londra la mobilitazione polacca è dovuta ai movimenti militari tedeschi in Slovacchia, ma non reca alcun cambiamento"alla situazione preesistente (2).

-(ore 24). Henderson consegna a Ribbentrop la risposta inglese alla comunicazione tedesca del 29.

-Nel corso della giornata S. E. il Ministro riceve gli ambasciatori degli Stati Uniti, di Spagna e del Belgio, nonchè il Ministro dei Paesi Bassi e l'Incaricato d'Affari dell'U.R.S.S.

31 agosto (ore 2,45). -Percy Loraine invia il testo della risposta del Governo inglese all'ultima nota germanica. La nota inglese constata la pratica impossibilità di far presentare un plenipotenziario polacco a Berlino entro il 30 agosto e suggerisce la conclusione di un modus-vivendi temporaneo per Danzica. La nota è redatta in tono alquanto fermo e sostenuto (3).

-(ore 6). Attolico telegrafa che Henderson sta tentando di convincere l'Ambasciatore di Polonia a farsi egli stesso parte diligente, chiedendo direttamente comunicazione del documento preparato da Ribbentrop per il plenipotenziario polacco, documento contenente le definitive proposte tedesche per una soluzione negoziata del problema (4).

-L'Ambasciatore di Spagna comunica, da parte del Caudillo, un appello che Bonnet ha rivolto a Franco perchè questi prenda l'iniziativa di una tregua di 8-10 giorni, durante i quali sia possibile risolvere gli assillanti problemi del momento.

-(ore 9). Attolico telegrafa che «se un fatto nuovo non si produce subito, la Germania fra poche ore sarà in guerra ». « Questo fatto nuovo -aggiunge Attolico -potrebbe essere o una telefonata del Duce al Fiihrer o la presentazione immediata dell'Ambasciatore polacco Lipski per negoziare » (5).

-(ore 11,30). S. E. il Ministro, di ritorno da Palazzo Venezia, comunica che il Duce ha preso l'iniziativa di proporre la convocazione di una Conferenza Internazionale per ì1 5 settembre «allo scopo di rivedere le clausole del trattato di Versaglia che sono causa dell'attuale turbamento della vita europea».

-(ore 12,15). Il Conte Ciano comunica telefonicamente con Lord Halifax.

(l) -Vedi D.· 458. (2) -Vedi D. 460. (3) -Vedi D. 484. (4) -Vedi D. 483. (5) -Vedi D. 487.

-(ore 12,30). Il Conte Ciano convoca a Palazzo Chigi gli Ambasciatori di Francia e d'Inghilterra e comunica loro l'iniziativa del Duce mettendo in rilievo la necessità di ricevere una risposta in tutta urgenza.

-(ore 14,15). Il Cardinale Segretario di Stato trasmette all'Ambasciatore Pignatti un appello che il Pontefice rivolge alle grandi Potenze europee perchè si astengano da ogni atto suscettibile di aggravare la tensione internazionale (1).

-(ore 15). Costituzione di 2 gruppi di Armate: l'uno al comando di

S. A. R. il Principe di Piemonte, l'altro al comando del Maresciallo Rodolfo Graziani.

-Il Consiglio dei Ministri francese dichiara all'unanimità di «mantenere fermamente gli impegni presi dalla Francia».

-Discorso di Molotov al Soviet Supremo dell'U.R.S.S. Il Commissario del Popolo critica acerbamente la politica delle potenze democratiche, ed esalta l'accordo russo-tedesco.

-(ore 20,20). La Direzione dei Telefoni informa il Gabinetto di Palazzo Chigi che le Autorità inglesi hanno interrotto il servizio telefonico con l'Italia.

-(ore 21). Il Governo tedesco pubblica un lungo comunicato D.N.B. che contiene le « proposte tedesche previste come basi di negoziati per l'ipotesi della presentazione di un plenipotenziario polacco e valevoli fino alla sera del 30 agosto». Redatte in 16 punti, queste proposte, che sono quindi già decadute, comportavano essenzialmente: l) il ritorno immediato di Danzica in seno al Reich; 2) l'organizzazione di un plebiscito a semplice maggioranza nel Corridoio e l'attribuzione alla Potenza non favorita dal plebiscito, di una striscia di territorio attraverso il Corridoio larga l Km. per la costruzione di un'autostrada e di una linea ferroviaria; 3) Commissione internazionale di controllo durante le operazioni del plebiscito.

Secondo la versione tedesca queste proposte sarebbero state comunicate da Ribbentrop ad Henderson nella notte tra il 30 e il 31, poco dopo mezzanotte.

-(ore 21,30). Attolico telefona di essere stato chiamato dal Fuhrer, che gli ha dichiarato di dover ormai considerare fallita e definitivamente esaurita l'iniziativa inglese poichè nessun plenipotenziario polacco si è presentato al Governo del Reich, mentre l'Ambasciatore Lipski, ricevuto da Ribbentrop, non ha nemmeno chiesto di conoscere il testo delle proposte già annunziate ieri da Ribbentrop a Henderson (2).

-Il Patto tedesco-sovietico viene ratificato simultaneamente a Berlino dal Ministro von Ribbentrop e a Mosca dall'unanimità dei membri del Soviet Supremo.

-(ore 21,40). Attolico telegrafa che, data la moderazione delle proposte tedesche, si può ancora tentare qualche cosa e suggerisce un incontro tra Goring e il Maresciallo Rydz-Smigly (3).

(l) -Vedi D. 494. (2) -Vedi D. 507. (3) -Vedi D. 510.

-Nel corso della giornata S. E. il Ministro riceve il Nunzio Apostolico e gli Ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia.

1° settembre (ore 0,05). -Il Conte Magistrati telefona da Berlino che vengono colà distribuite gratuitamente edizioni speciali di giornali che pubblicano il noto comunicato tedesco sotto il titolo « La Polonia ha respinto » e che i giornalisti sono stati convocati per le ore 24,30 al Ministero degli Esteri.

-(ore 1,40). L'Ambasciata d'Inghilterra comunica che il Governo inglese ha dato istruzioni di riattivare il collegamento telefonico tra l'Italia e l'Inghilterra per le comunicazioni ufficiali.

-(ore 7,30). Attolico telefona per comunicare che egli «teme non ci sia più nulla da fare. La radio tedesca ha diramato un appello del Fiihrer alle truppe , (1).

-(ore 7,45). Nuova telefonata di S. E. Attolico. Non gli è stato ancora possibile mettersi in contatto col Ministero degli Affari Esteri del Reich. Comunica che il Governo tedesco ha emanato le seguenti disposizioni: 1) Decreto di annessione di Danzica; 2) Decreto relativo al sorvolo e alla navigazione dei neutrali nelle acque di Danzica durante le operazioni militari.

-(ore 8,30). Istruzioni telefoniche del Duce ad Attolico. Data la presente situazione occorre nell'interesse comune precisare agli occhi dei terzi i rapporti tra i due paesi agli effetti della guerra. Poichè tra poche ore si riuniranno il Consiglio dei Ministri e il Gran Consiglio il Duce vorrebbe poter presentare un telegramma del Fi.ihrer che, ringraziando per l'appoggio diplomatico e politico dato dall'Italia, dichiari che la Germania, sicura del suo buon diritto e della sua forza, non sollecita il concorso militare italiano.

-(ore 9,15). Attolico telefona di aver trasmesso personalmente al Fiihrer il messaggio del Duce. Il Fiihrer « ha risposto di sl » e ha dato ordine di sospendere il telegramma al Duce già preparato onde sostituirlo con altro del tenore indicato dal Duce (2).

-(ore 10). L'Ambasciatore di Germania rimette al Duce un telegramma del Fi.ihrer, che ringrazia il Duce « per l'aiuto diplomatico e politico accordato dall'Italia alla Germania, dichiara di essere persuaso di poter adempiere con le forze militari tedesche al compito assegnatogli e crede -pertanto -di non aver bisogno in questa circostanza dell'aiuto militare italiano (3).

-(ore 10,30). Il Fi.ihrer parla al Reichstag per annunziare ai paesi l'inizio delle ostilità contro la Polonia -dopo di aver riepilogato le varie fasi del problema di Danzica e aver respinto la responsabilità del conflitto attribuendola alle potenze democratiche, il Fiihrer rivolge un ringraziamento all'Italia per l'appoggio fornito e dichiara che «per tutta l'esecuzione di questa lotta non intende fare appello ad aiuto straniero».

-Riunione a Londra del Consiglio della Corona.

-Il Re d'Inghilterra firma il decreto di mobilitazione generale.

(l) -Vedi D. 525. (2) -Vedi D. 529. (3) -Vedi D. 530.

-(ore 11,25). L'Ambasciatore Guariglia telegrafa che il Consiglio dei Ministri francese, che aveva accettato in linea di massima la proposta italiana di una Conferenza si è nuovamente riunito in mattinata per deliberare in seguito all'iniziato attacco della Polonia da parte della Germania (1).

-(ore 11,45). L'Ambasciatore d'Inghilterra si reca a Palazzo Chigi per informare il Conte Ciano del punto di vista britannico circa il progetto di Conferenza del Duce. Il Governo britannico è in linea di massima favorevole alla iniziativa del Duce.

-(ore 12,10). Il Consiglio dei Ministri francese decreta la mobilitazione generale e convoca il Parlamento per il 2 settembre.

-(ore 12,15). L'Ambasciatore di Francia si reca a Palazzo Chigi per comunicare al Conte Ciano la risposta del Governo di Parigi alla proposta di Conferenza del Duce. Il Governo francese, dopo aver reso omaggio allo sforzo pacificatore del Governo italiano, dichiara che l'eventuale Conferenza non potrebbe in ogni caso disporre degli interessi di una Potenza che non vi fosse rappresentata e che dovrebbe avere per oggetto non soluzioni parziali e provvisorie, ma un accordo suscettibile di ristabilire e di organizzare su solide basi la pace del mondo (2).

-(ore 12,25). Il R. Ambasciatore a Varsavia telegrafa che le forze armate del Reich hanno varcato all'alba le frontiere della Polonia.

-(ore 13). L'Ambasciatore Guariglia telegrafa di essere stato chiamato da Bonnet che gli ha confermato l'accettazione di massima, da parte del Governo francese, del progetto del Duce (3).

-Pubblicazione a Londra di una nota Reuter che dichiara menzognera la descrizione dei negoziati fatta dal Fiihrer al Reichstag e ribadisce la ferma volontà della Francia e dell'Inghilterra di adempiere fino all'ultimo ai loro obblighi verso il Governo polacco.

-Altra nota Reuter informa che l'Ambasciatore di Polonia verificatasi la aggressione da parte della Germania, ha chiesto al Governo inglese l'applicazione del Trattato di assistenza anglo-polacco.

-(ore 13,20). Convocazione del Parlamento inglese per le ore 18.

-L'Ambasciatore degli Stati Uniti consegna al Conte Ciano un messaggio diretto dal Presidente Roosevelt al Governo italiano perchè le potenze belligeranti si astengano dai bombardamenti aerei di città indifese.

-(ore 15). Il Consiglio dei Ministri, riunitosi sotto la Presidenza del Duce «dopo aver dato la sua approvazione alle misure militari sin qui adottate, che hanno e conserveranno un carattere semplicemente precauzionale e sono adeguate à tale scopo, dichiara ed annunzia al popolo che l'Italia non prenderà iniziativa alcuna di operazioni militari».

-L'Ambasciatore di Germania rimette al Duce un nuovo messaggio del Fiihrer, nel quale si conferma la necessità e la volontà della Germania di con

(l) -Vedi D. 534. (2) -Vedi D. 537. (3) -Vedi D. 540.

durre la lotta sino in fondo e si ringrazia il Duce per il suo appoggio e i suoi sforzi di mediazione (1).

-(ore 16). Il Generalissimo Gamelin comunica al R. Addetto Militare Generale Visconti Prasca che se la esecuzione della mobilitazione generale non può prescindere dalla zona contigua all'Italia, le disposizioni non hanno carattere aggressivo e che è desiderio francese di evitare ogni possibile incidente (2).

-(ore 17). Percy Loraine comunica al Conte Ciano, d'ordine di Lord Halifax, che il Governo inglese ha dovuto prendere alcune misure precauzionali per garantire la sicurezza del Canale di Suez, «la cui navigazione esso sa essere anche di vitale importanza per il Governo italiano :. (3).

-(ore 17,30). Viene comunicato verbalmente all'Ambasciata degli Stati Uniti, in risposta al messaggio di Roosevelt relativo ai bombardamenti aerei, che poichè «l'Italia non prenderà iniziativa alcuna di operazioni militari :. viene ad essere esclusa, per quanto riguarda l'Italia, la possibilità che ha formato oggetto della lettera del Presidente degli Stati Uniti.

-(ore 18). Discorso di Chamberlain alla Camera dei Comuni. Il Premier inglese ribatte le argomentazioni del Fi.ihrer e dichiara che le proposte tedesche (16 punti) per un componimento pacifico della vertenza con la Polonia non sono mai state consegnate formalmente all'Inghilterra nè sottoposte alla Polonia. Esse vennero lette frettolosamente da Ribbentrop ad Henderson poco dopo la mezzanotte tra il 30 ',~il 31 agosto e Ribbentrop si rifiutò di !asciarne il testo all'Ambasciatore inglese dichiarando che era ormai troppo tardi, essendo scaduto il termine del 30 agosto fissato dal Fi.ihrer per la presentazione di un plenipotenziario polacco. Annunzia poi che gli Ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia a Berlino hanno ricevuto istruzioni di comunicare in serata al Governo tedesco che i due Governi alleati adempiranno senza esitazioni ai loro impegni verso la Polonia, a meno che la Germania non sia pronta a dare assicurazioni soddisfacenti che ogni azione aggressiva verrà sospesa e le forze tedesche ritirate dal territorio polacco.

Nel corso delle sue dichiarazioni il Sig. Chamberlain esprime la viva soddisfazione del Governo britannico per gli sforzi compiuti dal Duce negli ultimi giorni per giungere ad un componimento pacifico.

-Gli Ambasciatori Henderson e Coulondre effettuano a Von Ribbentrop la comunicazione anzidetta, rispettivamente alle ore 21,30 e 22.

-Percy Loraine rimette a iPalazzo Chigi una breve nota con la quale il Governo inglese dichiara il suo apprezzamento per gli sforzi compiuti dal Duce per evitare lo scoppio del conflitto e assicura che le sue proposte sono oggetto di attento esame. Aggiunge peraltro che l'azione già iniziata dal Governo tedesco sembrerebbe aver reso impossibile il continuare su questo indirizzo (4).

-Attolico telefona che la Cancelleria del Reich gli ha fatto presente di non ritenere indispensabile per adesso la pubblicazione dell'odierno telegramma

ll) Vedi D. 542.

(2) -Vedi D. 547. (3) -Vedi D. 545. (4) -Vedi D. 548.

del Fiihrer al Duce, poichè i giornali tedeschi pubblicano integralmente il discorso del Fiihrer che contiene la parte riguardante l'Italia (1).

2 settembre (ore 9). -Il Conte Ciano informa telefonicamente Attolico, perchè lo comunichi immediatamente al Fiihrer, che i Governi francese ed inglese hanno dato un'adesione di principio all'iniziativa del Duce e che esiste quindi ancora la possibilità di convocare una Conferenza preceduta da un armistizio immediato (2).

-Attolico comunica che il Fiihrer non sarebbe alieno dal prendere in considerazione la proposta del Duce ma desidera preventivamente sapere: a) se le due note rimessegli ieri sera dagli Ambasciatori di Francia e d'Inghilterra hanno carattere utimativo oppur no; b) se può disporre di 24 ore di tempo per elaborare la risposta. Il Fiihrer chiede inoltre che le risposte gli pervengano tramite il Governo italiano (3).

-Il Conte Ciano 'interpella telefonicamente il Ministro degli Esteri Bonnet. Questi gli dichiara che la nota presentata ieri da Coulondre a Ribbentrop non aveva carattere di ultimatum e dà, per il resto, un'approvazione di principio, pur riservando di riferire al Presidente Daladier.

-Il Conte Ciano interpella successivamente per telefono Lord Halifax. Anche questi dichiara che la nota inglese non aveva carattere ultimativo ed avverte che deve consultare il proprio Governo aggiungendo che, a suo parere, l'arresto delle truppe sulle posizioni occupate non sarebbe sufficiente, ed essere invece necessaria l'evacuazione delle truppe tedesche dal territorio polacco. Il Conte Ciano fa presente a Lord Halifax che il Governo tedesco non potrebbe accettare questa condizione.

-(ore 13,15). Percy Loraine comunica al Conte Ciano il testo della nota presentata la sera del 1° settembre da Henderson a von Ribbentrop (4).

-(ore 14). Il Conte Ciano convoca a Palazzo Chigi gli Ambasciatori di Francia e d'Inghilterra per informarli delle comunicazioni avute nella matti· nata con i Governi di Berlino, Londra e Parigi.

-(ore 14,45). Il Cancelliere dello Scacchiere, Simon, informa la Camera dei Comuni che le preannunziate dichiarazioni di Chamberlain non potranno aver luogo che nella seconda parte del pomeriggio. Eguale comunicazione fa alla Camera dei Lords Lord Halifax alle ore 15.

-(ore 16). Gli Ambasciatori di Francia e d'Inghilterra tornano a Palazzo Chigi per avere notizia delle risposte inviate dai Governi di Londra e Parigi al Conte Ciano. Dopo un'ora di attesa rientrano alle rispettive Ambasciate.

-(ore 17). Messaggio del Presidente della Repubblica francese e discorso di Daladier alla Camera dei Deputati. Il Presidente del Consiglio informa il paese degli sviluppi della situazione e del passo compiuto presso il Governo tedesco la sera del l o settembre.

(l) -Vedi D. 549. (2) -Vedi D. 571. (3) -Vedi D. 581. (4) -Vedi D. 573.

-(ore 19,10). Lord Halifax telefona al Conte Ciano che il Governo in· glese ritiene l'evacuazione del territorio polacco occupato dalle truppe tedesche condizione necessaria per l'attuazione dell'iniziativa del Duce.

-(ore 19,20). Il Conte Ciano comunica telefonicamente agli Ambasciatori di Francia e d'Inghilterra che, data la risposta di Lord Halifax e in presenza delle dichiarazioni. di Daladier alla Camera -che lasciavano comprendere essere la posizione del Governo francese analoga a quella del Governo britannico -rimangono poche probabilità di successo all'iniziativa italiana.

-(ore 19,30). Halifax alla Camera dei Lords e Chamberlain alla Camera dei Comuni informano il paese dello stato attuale della situazione diplomatica e dichiarano di essere « in comunicazione col Governo francese per quanto riguarda il limite di tempo entro il quale sarebbe necessario per la Gran Bretagna e la Francia di sapere se il Governo tedesco è pronto a procedere al ritiro delle truppe dal territorio polacco».

-(ore 20,20). Il Conte Ciano telefona ad Attolico, perchè lo comunichi immediatamente al Fiihrer, che i Governi di Londra e di Parigi hanno dato risposta favorevole circa le due richieste del Fiihrer, ma hanno aggiunto che, essendosi nel frattempo determinato il fatto nuovo dell'occupazione di territori polacchi, essi pongono come condizione fondamentale per partecipare a una conferenza internazionale la evacuazione dei territori occupati.

« In tale stato di cose il Governo italiano si limita a portare a conoscenza del Fiihrer tale condizione, aggiungendo che -tranne avviso contrario del Governo germanico -esso non riteneva di poter svolgere ulteriore azione:> (1).

-(ore 20,30). Il Conte Ciano dà telefonicamente notizia agli Ambasciatori di Francia e d'Inghilterra della comunicazione fatta al Governo tedesco.

-(ore 21). Il Ministro degli Esteri Bonnet conferma telefonicamente al Conte Ciano che, d'accordo col Governo inglese, il Governo francese considera c<Jndizione preliminare per un'eventuale conferenza il ritiro delle truppe tedesche dal territorio polacco. S. jE. il Conte Ciano fa presente che il Governo tedesco non avrebbe accettato simile condizione. Il Sig. Bonnet ringrazia il Conte Ciano per gli sforzi da lui compiuti in favore della pace (2).

-Nel corso del pomeriggio il Conte Ciano riceve, oltre gli Ambasciatori di Francia e d'Inghilterra, anche il Ministro di Ungheria.

3 settembre (ore 10). -Un comunicato ufficiale di Downlng Street informa che alle ore 9 di stamane l'Ambasciatore Henderson ha consegnato al Governo tedesco una comunicazione nella quale il Governo inglese dichiara che se per le ore 11 non avrà ricevuto soddisfacenti assicurazioni nel senso prospettato dalla nota rimessa a Ribbentrop il l•> settembre, uno «stato di guerra» esisterà tra i due paesi.

-(ore 11-15). Il Sig. Chamberlain annunzia alla ,radio che nessun impegno del genere essendo stato ricevuto da parte del Governo tedesco, la Gran Bretagna è in guerra con la Germania.

(l) -Vedi D. 589. (2) -Vedi D. 616.

-(ore 11,20). Il Ministro von Ribbentrop consegna all'Ambasciatore Henderson la risposta tedesca all'ultimatum inglese. Il Governo del Reich respinge le argomentazioni inglesi e dichiara il proposito della Germania di reagire con tutte le sue forze all'aggressione inglese.

-(ore 12). Chamberlain dichiara ai Comuni che l'Inghilterra è in guerra con la Germania.

-(ore 12,30). L'Ambasciatore Coulondre, avendo ricevuto risposta negativa da von Ribbentrop alla nota del Governo francese del l o settembre, comunica che il Governo di Parigi, a partire dalle ore 17 di oggi, si trova nell'obbligo di adempiere agli impegni assunti verso la Polonia.

(ore 15). Proclama del Fiihrer al popolo e alle forze armate tedesche.

-(ore 16). Costituzione di un Gabinetto di guerra inglese.

-(ore 18). Il Fiihrer, prima di partire per il fronte orientale, esprime ad Attolico la sua viva riconoscenza per l'appoggio ,ricevuto dall'Italia e dichiara che in quattro settimane egli avrà liquidato la Polonia in modo da avere dopo due mesi tutte le forze disponibili per il fronte occidentale (1).

-Messaggio radiodiffuso di Re Giorgio all'Impero Britannico.

-(ore 20). Messaggio radiodiffuso di Daladier al popolo francese.

-Messaggio radiodiffuso del Col. Beck, Ministro degli Affari Esteri di Polonia.

-(ore 21). Il Primo Ministro di Australia annunzia che il Dominio è in stato di guerra con la Germania. -Il Governo della Nuova Zelanda dichiara di mettere tutte le sue risorse a disposizione della Gran Bretagna e la assicura del suo appoggio. -Il Parlamento dell'Africa del Sud delibera la rottura delle relazioni con la Germania. -Il Governo del Canadà convoca il Parlamento.

-(ore 24). L'Ambasciatore di Germania rimette al Duce un messaggio del Fiihrer che lo ringrazia per il tentativo di mediazione, espone il convincimento che, anche se presentemente seguono strade diverse, la Germania e l'Italia sono unite da un destino comune e dichiara la sua certezza nella vittoria (2).

4 settembre. -L'Ambasciatore di Spagna fa pervenire al Duce, con un messaggio del Generalissimo Franco, un appello rivolto dal Caudillo alle Potenze per la localizzazione del conflitto (3).

-Pubblicazione di un comunicato ufficiale italiano circa l'iniziativa presa dal Duce per la convocazione di una Conferenza internazionale e i motivi che ne hanno impedito l'attuazione.

-Messaggio radiodiffuso del Premier inglese al popolo tedesco.

-Nel corso della giornata il Conte Ciano riceve gli Ambasciatori di Germania e degli Stati Uniti.

-Discorso radiodiffuso del Presidente Roosevelt.

(l) -Vedi D. 636. (2) -Vedi D. 639. (3) -Vedi D. 642.

APPENDICE II

DOCUMENTAZIONE RELATIVA ALLE ASSICURAZIONI TEDESCHE RACCOLTA PER ORDINE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO, AL SUO RITORNO DA SALISBURGO (l)

Roma, senza data.

Il 6 maggio 1938 Ribbentrop dichiarava al Conte Ciano:

• Il Corridoio polacco è accettato per tempo illimitato dalla Germania, che anzi desidera vedere accresciuta la potenza della Polonia per rafforzare la barriera antibolscevica •.

STRALCIO DELL'APPUNTO SUL COLLOQUIO FRA IL DUCE, S. E. IL MINISTRO E S. E. VON RIBBENTROP DEL 28 OTTOBRE 1938. (Ed. CIANO, L'Europa verso la catastrofe, cit., PP. 373-378).

(Esposizione della situazione internazionale fatta da S. E. von Ribbentrop).

Nei confronti della Polonia, il Reich intende continuare a sviluppare la politica di amicizia, rendendosi conto di quelle che sono le necessità vitali della Polonia e in primo luogo lo sbocco al mare.

STRALCIO DI TELEGRAMMA DIRETTO AL R. AMBASCIATORE ATTOLICO IL 17 MARZO 1939, N. 111. (Ed. MARIO ToscANo, Le conversazioni militari italatedesche alla vigilia della seconda guerra mondiale, in Rivista Storica Italiana, 1952, p. 359).

Riassumo qui di seguito quanto è stato comunicato al Duce ed a me dal Principe d'Assia:

Il Fiihrer, nel ringraziare l'Italia per il fiancheggiamento dato in tale occasione, fa sapere che con questa operazione venti divisioni germaniche sono a disposizione per essere impiegate in un altro fronte in favore della politica dell'Asse. Ciò potrebbe aver luogo • anche domani •.

Ma il Fiihrer aggiunge che se l'Italia intende intraprendere un'azione militare in grande stile sarebbe meglio ritardare l'inizio delle operazioni di un anno e mezzo

o due quando il Governo germanico disporrà di oltre cento divisioni.

STRALCIO DEL RAPPORTO DI S. E. PARIANI SUI COLLOQUI DA LUI AVUTI çoL GENERALE KEITEL AD INNSBRUCK IL 5 APRILE 1939 (2).

Il Generale Pariani e il Generale Keitel concordano nell'opinione che il momento più propizio per una tale guerra potrebbe verificarsi fra qualche anno, quando cioè gli armamenti dell'Italia e della Germania avessero raggiunto una più completa efficienza e d'altra parte gli armamenti dell'Inghilterra fossero ancora incompleti.

Il concetto espresso dal Generale Keitel e che sembra riflettere il pensiero del Fiihrer è che non convenga impegnare in un avvenire immediato un conflitto con la Francia che inevitabilmente si estenderebbe anche all'Inghilterra ma che debba invece affrontarsi la guerra con le potenze occidentali fra qualche anno (3-4) ossia quando Italia e Germania avranno raggiunto un adeguato grado di apprestamento. La guerra dovrebbe essere iniziata contemporaneamente, di sorpresa nel momento voluto in modo da assicurare le massime probabilità di un rapido successo.

(l) -Questa documentazione, preparata al fine di predisporre una nota a Berlino circa l'inosservanza delle assicurazioni date al Governo italiano, consiste di 16 documenti o stralci di documenti: alcuni di questi si trovano già inseriti nei volumi XII e XIII della presente Serie. Sono invece ancora inediti quelli antP.riori al 23 maggio 1939. (2) -Vedi Appendice III.

MEMORANDUM DEL DUCE PER VON RIBBENTROP (REDATTO IL 4 MAGGIO 1939). (Ed. TosCANO, Le origini del Patto d'Acciaio, cit., pp. 143-144).

È mia ferma opinione che le due Potenze europee dell'Asse, hanno bisogno di un periodo di pace di durata non inferiore ai tre anni. È solo dal 1943 in poi che uno sforzo bellico, può avere le più grandi prospettive di vittoria. Un periodo di pace è necessario all'Italia per le seguenti ragioni:

a) per sistemare militarmente la Libia, l'Albania e pacificare l'Etiopia, dalla quale deve uscire un'armata di mezzo milione di uomini. b) per ultimare la costruzione e il rifacimento delle 6 navi di linea attualmente in corso. c) per il rinnovamento di tutte le nostre artiglierie di medio e grosso calibro. d) per spingere innanzi la realizzazione dei piani autarchici che devono rendere vano ogni tentativo di blocco da parte delle democrazie possidenti. e) per realizzare l'Esposizione del 1942, la quale oltre a documentare il Io ventennio del Regime, può fornirci riserve di valute. f) per effettuare il rimpatrio degli italiani dalla Francia, problema di natura militare e morale, molto serio. g) per ultimare il già iniziato trasferimento di molte industrie di guerra dalla Valle del Po, nell'Italia meridionale.

h) per approfondire sempre più i rapporti non solo fra i governi dell'Asse, ma fra i popoli, al che gioverebbe indubbiamente una distensione dei rapporti fra Chiesa e Nazismo distensione che è anche molto desiderata dal Vaticano.

Per tutte queste ragioni l'Italia fascista non desidera di anticipare una guerra di carattere europeo, pur convinta ch'essa sia inevitabile. Si può anche pensare che fra tre anni il Ùiappone abbia condotto a termine la sua guerra in Cina.

Atteggiamento in generale: Parlare di pace e prepararsi alla guerra.

STRALCIO DELL'APPUNTO DI S. E. IL MINISTRO SUI COLLOQUI DI MILANO CON S. E. VON RIBBENTROP (6-7 MAGGIO 1939). (Ed. CIANO, L'Europa verso la catastrofe, cit., pp. 428-434).

2) Polonia. -Ribbentrop ritiene che il Governo polacco e particolarmente Beck

sono vittime della situazione interna per aver permesso in questi ultimi tempi una

propaganda troppo attiva contro la Germania. I polacchi, che sono di natura mega

lomane, sono stati esasperati al punto tale da non rendersi conto della più elementare

realtà e cioè che in caso di scontro militare alcune divisioni tedesche e le forze

dell'aviazione basteranno a liquidare il conflitto sul fronte orientale in meno di due

settimane.

Le proposte di accordo fatte da Hitler sono particolarmente vantaggiose poichè

nessun uomo politico tedesco che non fosse lui avrebbe mai potuto affrontare l'im

popolarità determinata dall'accettazione e dalla garanzia del corridoio. Allo stesso

Reichstag, quando il Fi.ihrer fece conoscere tali sue proposte, si notò un movimento

che significava molto chiaramente la sorpresa e forse anche la reazione degli ascol

tatori. Ma il Fiihrer è deciso di marciare su una strada di conciliazione e insiste

per ottenere l'autostrada extra territoriale, poichè questo varrebbe anche a modifi

care la situazione psicologica tedesca. Viceversa il Fiihrer non può e non intende

rinunciare a Danzica, la violazione delle cui frontiere da parte polacca sarebbe

considerata come la violazione della stessa frontiera tedesca. I tedeschi non faranno

più offerte alla Polonia. Ma non per questo considerano la porta chiusa ai negoziati.

Il programma è quello di non prendere iniziative: il tempo gioca in favore della

Germania tanto più che già si notano segni di stanchezza in Francia ed in Inghilterra

nei confronti del problema polacco, ed è sicuro che tra qualche mese nè un francese,

nè un inglese marcerà per la Polonia. Comunque Ribbentrop conferma che è inten

zione tedesca di lasciare stagionare la questione, pronto però a reagire nella forma

più dura, qualora da parte polacca si cercasse di passare ad un politica di offensiva

Comunque Ribbentrop conferma che è intenzione tedesca lasciare stagionare la questione, pronto però a reagire nella forma più dura, qualora da parte polacca si cercasse di passare ad una politica di offensiva.

3) Periodo di pace. -Anche la Germania è convinta della necessità di un periodo di pace che dovrebbe essere non inferiore ai 4 o 5 anni. Il Governo tedesco intende impiegare molto attivamente questo tempo per la preparazione dell'esercito, sia dal punto di vista degli armamenti che da quello dei quadri, tuttora incompleti, e per la costruzione della Marina che, nel giro di quattro anni, sarà, anche se non estremamente imponente come tonnellaggio, molto efficiente dal punto di vista bellico.

Ciò non vuol dire che prima di questo periodo la Germania non sia pronta alla guerra. Qualora vi fossimo forzati, il Fiihrer intende tentare di risolverla attraverso un rapido corso di operazioni. Ma se ciò sarà impossibile, si prepara anche a sostenere una guerra di durata pluriennale. Comunque ritiene che l'iniziativa sia sempre all'Asse, la cui posizione militare e politica si è molto rafforzata in questi ultimi tempi attraverso la soluzione del problema cecoslovacco e l'occupazione dell'Albania. Dal punto di vista diplomatico ritiene anche che la stipulazione di un Patto di non aggressione con i Paesi Baltici e successivamente con i Paesi Scandinavi, sia di grande vantaggio per la Germania e per l'Italia.

STRALCIO DEL TELEGRAMMA DEL R. AMBASCIATORE PIGNATTI DEL 9 MAGGIO 1939, N. 85 (Circa l'iniziativa del Pontefice per la pace)

Il Porporato non mi ha nascosto che la Santa Sede aveva riportato un'ottima impressione del colloquio del Sig. Hitler con Mons. Orsenigo.

Il Fiihrer aveva premesso che non avrebbe preso nessuna decisione senza essersi consultato con il Duce. Ha soggiunto, che pure non avendo un'alleanza con il Governo Fascista -l'incontro di Milano non era ancora avvenuto -tutto l'esercito tedesco sarebbe corso in aiuto dell'Italia se fosse stata attaccata.

Ha osservato tuttavia non sembrargli che le nostre divergenze con la Francia fossero tali da precipitare in un conflitto; quanto alle relazioni tedesco-polacche, il Fiihrer ha detto di avere rese pubbliche le sue domande alla Polonia, e che Egli pu?> aspettare fino al '42, al '44, al '45.

APPUNTO DEL DUCE. CONSEGNATO AL FDHRER DA S. E. CAVALLERO (redatto il 30 maggio 1939-XVII) (Traduzione) (l)

STRALCIO DEL TELEGRAMMA DEL R. AMBASCIATORE ATTOLICO IN DATA 6 GIUGNO 1939, N. 358 (2)

Ribbentrop mi ha incaricato informare V. E. che egli ha presentato documento del Duce al Fiihrer, il quale ringrazia sentitamente e tiene a fare sapere che egli è in generale pienamente d'accordo con le considerazioni in esso esposte. Egli ha manifestato tuttavia il desiderio di poter, specie in relazione a qualcuno dei punti enunciati, intrattenersi personalmente con il Duce, allo scopo avanzando l'idea di un possibile incontro al Brennero. Ove il Duce fosse d'accordo, si potrebbe pensare alla data, per ora genericamente indicata da Ribbentrop per • questa estate •.

STRALCIO DEL RAPPORTO DEL R. AMBASCIATORE ATTOLICO IN DATA 1° LUGLIO 1939, N. 4897/1479 (3)

Ho visto Weizsacker e gli ho fatto parte delle informazioni pervenutemi da Danzica.

(l) -Non riprodotto, già pubblicato, vedi D.D.I., Serie VIII. Vol. XII, D. 59. (2) -Vedi D.D.I., Serie VIII, Vol. XII, D. 130. (3) -Vedi D.D.I., Serie VIII, Vol. XII, D. 427.

27 -Documenti diplomatici · Serie VIII -Vol. XIII

Egli ha ammesso -confidenzialmente -che da parte tedesca si stia procedendo al rafforzamento dei quadri e dell'armamento della polizia danzichese. Non crede, personalmente, alla formazione di • corpi franchi • con intenzioni e programmi più

o meno provocatori.

Ha aggiunto di aver visto, circa una diecina di giorni fa, il famoso e focoso Gauleiter di Danzica Forster e di averne tratto l'impressione che questi, pur avendo ricevuto ordine di procedere ad una serie di misure precauzionali, non abbia però avuto il mandato di forzare la situazione e creare degli incidenti. Weizsacker dovrebbe quindi -per quanto risulti a lui -escludere che vi sia • in programma • un qualche eccesso da parte danzichese.

Si ostina quindi a credere che salvo eccessi da parte polacca -di tale importanza e portata da obbligare la Germania a reagire -la situazione possa ancora mantenersi stazionaria e non divenire di immediata attualità.

In questo senso egli, autorizzato da Ribbentrop, si è espresso proprio ieri con questo Ambasciatore di Francia...

STRALCIO DI RAPPORTO DEL R. AMBASCIATORE ATTOLICO, IN DATA 7 LUGLIO 1939, N. 5006 (l)

Ribbentrop ha esordito dicendo che tutte le notizie pubblicate dai giornali sopra un putsch tedesco a Danzica erano, come al solito, una pura invenzione. La Germania, in fondo, non si preoccupa molto di queste voci, anche perchè l'isterismo che ne deriva contribuisce a quella • guerra di nervi • nella quale, come in ogni altro, la Germania uscirebbe vittoriosa.

Ho ascoltato, in ammirato silenzio, codesta sì attraente pittura della guerra ad usum Germaniae che la fantasia di Ribbentrop -con una costanza ed una convinzione intima che lo onorano -ha ormai indelebilmente costruito nella sua testa e costituisce per lui il quadro ordinario e quasi di rito di ogni sua conversazione. Alla fine, gli ho però osservato che, per quanto mi constava e di pieno accordo fra il Duce ed il Fiihrer, Italia e Germania si preparavano ad una guerra non immediata...

Quasi riprendendosi da un sogno, Ribbentrop replicava subito:

-Sicuramente, ma neanche la Germania vuole la guerra adesso. Io dico tutto questo semprechè la Polonia volesse, essa, fare qualche cosa... nel qual caso etc. etc. Va bene ho replicato, ma Voi sapete che la Polonia non lo farà. Questo non si può mai dire... Ammettiamolo e ammettiamo pure che se lo facesse, la Germania non po

trebbe a meno di reagire. Ma non vi è, poi, da parte tedesca alcun desiderio di

• -provocare • la Polonia a fare qualche cosa? Con qualche movimento, ad es. • -interno • da parte di Danzica? Cosa sono tutti questi armamenti della Città Libera?

-Danzica si sta effettivamente riarmando -ha ammesso Ribbentrop -e fra poco, anzi, essa sarà in grado di poter resistere • da sola • e per mesi, ad un eventuale attacco di • bande polacche •. Che se poi, invece di bande, si trattasse di un attacco da parte di forze polacche regolari, allora entrerebbe in gioco anche l'armata tedesca, etc. etc.

-Va benissimo. Tutto questo sempre nell'ipotesi di una iniziativa polacca. Ma se questa iniziativa mancasse, la Germania -ho ripetuto ancora -ha in mente di provocarla?

-No. Il Fiihrer, che ho visto ancora ieri e col quale ho lungamente discusso proprio questa questione, mentre pone tutto a registro per la resa dei conti finali, non ha nessuna intenzione di provocare un conflitto capace di degenerare in una guerra generale. Di questo potete esser sicuro.

-D'accordo. Però Voi parlate di un conflitto generale, ma non tenete conto che nella situazione attuale anche un conflitto creduto locale o localizzabile, può, a torto o a ragione, generalizzarsi. Quali sono, quindi, i vostri « programmi • ?

(l) Vedi D.D.I., Serie VIII, Vol. XII, D. 503.

-Posso assicurarvi In maniera precisa che di • programmi • non ve ne sono assolutamente. Il Fiihrer segue gli avvenimenti con una calma assoluta. Egli non si lascia facilmente trascinare da gesti inconsulti, semprechè non irreparabili. Egli sa attendere il suo momento. Noi abbiamo dei nervi più solidi dei nostri avversari. Del resto non è da escludere che se i Polacchi -del che però non si ha ancora alcun segno -ritornassero in sentimenti, delle conversazioni fra i due Paesi potrebbero -per quanto su basi nuove, dato che il Fiihrer non rinnoverà più la storica offerta già fatta -riallacciarsi. Che se, invece, le cose dovessero per una ragione qualunque volgere al peggio, l'Italia ne sarebbe informata senz'altro e tempestivamente. Io vado adesso in campagna a Salzburg per qualche settimana, ma ci terremo a contatto ugualmente.

STRALCIO DI TELEGRAMMA DI S. E. ATTOLICO, IN DATA 26 LUGLIO 1939,

N. 451 (l)

Desidero frattanto assicurare che ieri per la prima volta Ribbentrop -il quale aveva visto il Fiihrer due giorni prima -si è espresso con me in maniera da far ritenere come poco probabile e soprattutto come poco prossimo un eventuale colpo di mano cui la Germania non fosse ~ostretta da una intollerabile provocazione polacca.

STRALCIO DI RAPPORTO DEL R. AMBASCIATORE ATTOLICO, IN DATA 26 LUGLIO 1939, N. 5608 (2)

Dopo aver ripetutamente insistito e sottolineato di non voler in alcun modo, con le sue dichiarazioni, prevenire quelle che saranno per essere le impressioni e le decisioni del Fiihrer, Ribbentrop ha, per oltre un'ora, esposto il punto di vista tedesco sulla situazione attuale e quello suo personale sull'idea di una Conferenza; punti di vista che, secondo le note presene da Magistrati, possono così riassumersi:

l) Nell'attuale cosidetta • guerra di nervi • i tedeschi ritengono che convenga andare fino in fondo, senza modificazioni e tentennamenti, mantenendo all'interno il più possibile una situazione di calma. La Germania si trova in condizioni di non poter dare alcun segno capace di essere interpretato come cedimento o debolezza. Essa, come dimostrano recenti esperienze, sarebbe in questo caso perduta. Viceversa, nel campo avverso, esiste già qualche sintomo di cedimento o almeno di dubbio, come dimostrano proprio in questi giorni gli sbandamenti britannici rivelantisi nel confusionismo delle trattative con la Russia e nella • resa • al Giappone. E qui Ribbentrop (contrariamente però a quello che egli stesso mi risultava pensare appena due giorni prima) ha dichiarato enfaticamente che, secondo le sue informazioni, la Gran Bretagna ha finito per cedere, puramente e semplicemente, dinanzi a Tokio, senza contropartita di sorta, segreta o non.

Anche in America la situazione appare -pensa Ribbentrop -assai migliorata, come fanno ritenere le ultime vicende parlamentari sulla legge di neutralità, frutto queste di una riuscita campagna dell'opposizione contro il Presidente Roosevelt e della propaganda fatta condurre personalmente dallo stesso Ribbentrop mediante distribuzione di centinaia di migliaia di copie .della sola risposta del Fiihrer a Roosevelt.

In conclusione, quindi, alla Germania conviene oggi attendere tranquillamente che gli altri si stanchino, e, quindi cedano.

Ribbentrop (altro elemento molto interessante), pur ponendo in rilievo come la Polonia appaia, militarmente, per la Germania molto meno pericolosa di quella che fosse la Cecoslovacchia del 1938, ha dichiarato che • continuando nell'attuale situazione, non è da escludersi che un bel giorno Varsavia, non potendo più sostenere la tremenda situazione di tensione attuale, finisca pacificamente per venire a miglior consiglio e a cedere alle richieste tedesche •.

(l) -Vedi D.D.I., Serie VIII, Vol. XII, D. 678. (2) -Vedi D.D.I., Serie VIII, Vol. XII, D. 687.

Il Fiihrer, ha detto Ribbentrop, è perfettamente di accordo con il Duce nello stimare conveniente di evitare per ora -secondo il punto di vista espresso nel documento Cavallero -una conflagrazione generale. Non solo, ma egli eviterà sicuramente tutto quello che sia suscettibile (all'interno stesso di Danzica) di portare a risultati contrari a ciò, semprechè egli non abbia la certezza assoluta cioè al 100/100, di potere isolare la Polonia.

Questo accenno ad una soluzione pacifica e alla ferma risoluzione del Fiihrer di evitare, dovunque, tutto ciò che sia capace di portare ora a complicazioni belliche internazionali -nonostante le evidenti riserve mentali che sempre lo accompagnano -è stato fatto da Ribbentrop in termini e tono indubbiamente più concreti e sicuri che non in occasioni precedenti. Questo cambiamento di tono è stato notato dallo stesso Gaus.

STRALCIO DEL RAPPORTO DEL R. AMBASCIATORE ATTOLICO, IN DATA 28 LUGLIO 1939, N. 5657 (l)

(Ribbentrop mi ha detto che:) Pel caso che il conflitto non potesse essere localizzato bisognerebbe che i due Capi avessero già ben fissato fra loro, in ogni settore, il piano da seguire. Il Fiihrer, naturalmente, non gradirebbe di fare, di sua propria iniziativa, nulla che potesse compromettere anche l'Italia. Una consultazione tempestiva sembrava quindi opportuna. Oppure, in senso inverso, i due Capi avrebbero potuto -dall'esame insieme compiuto della situazione internazionale -concludere che sarebbe meglio non raccogliere una eventuale provocazione polacca e allora avrebbero dovuto discutere e concordare le linee di una politica di temporeggiamento e di attesa. Anche questo poteva esser fatto solo dai due Capi.

Ho allora replicato che la nostra conversazione dell'altro giorno, aveva chiaramente rivelato che la situazione non era matura per una soluzione. Che l'idea di una conferenza piacesse o meno poteva essere cosa relativamente secondaria e da parte nostra non ci si insisteva. Ma delle due l'una: o si intendeva di passare senz'altro ai fatti e cioè alla guerra (eventualità dalla quale-ripetevo ancora una volta l'Italia non rifuggiva) e allora non rimaneva effettivamente che discutere e consultarsi al più presto sul da fare o invece si era disposti ad attendere, ed allora un qualche cosa era pur necessario per permettere di arrivare al momento desiderato. Da parte tedesca non si vedeva ben chiaro in che questo qualche cosa avrebbe potuto consistere. Sarebbe quindi stato meglio aspettare finchè la situazione si fosse ulteriormente chiarita, sì da far intravedere una soluzione suscettibile di essere annunciata in un incontro dei due Capi.

STRALCIO DEL RAPPORTO DEL R. AMBASCIATORE ATTOLICO, IN DATA Io AGOSTO 1939, N. 5821 (2)

Quando, nel marzo di quest'anno, c'era la lontana possibilità che l'Italia si

· apprestasse a far valere con la forza il suo buon diritto nei confronti della Francia, il Fiihrer si affrettò a chiamarmi per dire che naturalmente la Germania sarebbe stata sempre al fianco dell'Italia, ma che il momento per una guerra generale (si insisteva che un conflitto fra noi e la Francia non avrebbe potuto rimanere isolato) non era venuto, la Germania per la prima avendo ottime ragioni, che io esposi in dettaglio all'E. V., (soprattutto la netta deficienza della propria Marina) per non entrare in guerra che fra qualche anno. Che quindi l'Italia pazientasse e facesse (sic) come la Germania, che sapeva attendere... Dopo, venne l'incontro di Milano, in occasione del quale gli obbiettivi di en

(l) -Vedi D.D.I., Serie VIII, Vol. XII, D. 717. (2) -Vedi D.D.I., Serie VIII, Vol. XII, D. 743.

trambi i Paesi furono francamente esposti e la conclusione raggiunta della opportunità di rinviare a miglior tempo ogni iniziativa bellica. Come se non bastasse, questi obbiettivi e questa conclusione furono, successivamente, poste anche per iscritto e ciò nel « documento Cavallero •, sulle cui linee generali il Fiihrer fece dichiarare -a mio mezzo -che si trovava pienamente d'accordo.

STRALCIO DEL TELEGRAMMA DELL'AMBASCIATORE ATTOLICO N. 48 DAL

R. CONSOLATO IN MONACO DI BAVIERA, IN DATA 19 AGOSTO 1939 (l)

« Ho veduto oggi Ribbentrop a Salisburgo e gli ho trasmesso messaggio verbale affidatomi svolgendogli nel tono più amichevole i due punti fissati dal Duce: « l) Il Governo italiano conferma non essere d'accordo nel ritenere che un eventuale conflitto che ora scoppiasse per Danzica potrebbe rimanere localizzato;

• 2) Il Governo italiano conferma che esso non sarebbe ora nelle migliori condizioni per affrontare una guerra di lunga durata».

(l) Vedi D. 100.

APPENDICE III

LE CONVERSAZIONI MILITARI ITALO-TEDESCHE DI INNSBRUCK

(Ed. ToscANO, Le conversazioni militari italo-tedesche alla viqilia della seronda guerra mondiale, cit., pp. 349-357)

a) VERBALE RIASSUNTIVO DEL COLLOQUIO TRA IL GENERALE PARIANI ED IL GENE

RALE KEITEL DEL 5 APRILE 1939

l. Il Generale Keitel dichiara per incarico del Fiihrer che la Germania in qualunque caso di guerra sarà a fianco all'Italia.

2. -Il Generale Pariani comunica che il Duce ha sempre confermato l'intangibilità dell'Asse. Il Duce gli ha dato incarico di informare che in caso di guerra contro la Francia isolata l'Italia chiederà alla Germania soltanto un aiuto in materiali dato che essa ha forze sufficienti per condurre la lotta. 3. -Il Generale Keitel accenna la difficoltà di localizzare la guerra fra l'Italia e la Francia. È da ritenere che l'Inghilterra, inizialmente in forma larvata venga in aiuto alla Francia e che gradatamente si sviluppi una guerra contro le due Potenze occidentali così che la Germania venga costretta intervenire più tardi in circostanze sfavorevoli per una guerra di rapida decisione. 4. -Il Generale Pariani chiarisce che ha inteso riferirsi al caso di un conflitto limitato all'Italia e alla Francia. Se invece il conflitto si dovesse allargare è evidente che sarebbe meglio iniziare senz'altro la guerra insieme con la Germania. 5. -Il Generale Pariani e il Generale Keitel concordano nell'opinione che sia inevitabile nell'avvenire un conflitto con le due grandi Potenze occidentali. Le migliori possibilità si avrebbero se fosse possibile inizare una guerra insieme e di sorpresa in un momento favorevole per gli Stati totalitari. 6. -Il momento più propizio per una tale guerra potrebbe verificar·si fra qualche anno, quando cioè gli armamenti dell'Italia e della Germania avessero raggiunto una più completa efficienz;:t e d'altra parte gli armamenti dell'Inghilterra fossero ancora incompleti. 7. -Il Generale Pariani e il Generale Keitel sono d'accordo nel tenere presente che queste conversazioni riguardano soltanto l'aspetto militare della questione e non le decisioni politiche di competenza dei Capi. 8. -Il Generale Pariani e il Generale Keitel sono anche d'accordo nel ritenere che sia necessario prendere in considerazione due eventualità: una guerra di rapida decisione e una guerra di lunga durata.

È in ogni caso di grande importanza che siano assicurati i rifornimenti dagli Stati balcanici. Questo verrà ottenuto nel modo migliore col mantenimento dell'indipendenza di tali Stati (Romania, Bulgaria, Jugoslavia) e con lo sviluppo della loro capacità economica per il quale Germania e Italia potranno collaborare.

9. Il Generale Pariani e il Generale Keitel concordano, infine, anche sulla necessità che Italia e Germania si prestino reciproco appoggio non soltanto nel campo militare ma anche in quello economico.

L'ADDETTO MILITARE A BERLINO, MARRAS, AL SOTTOSEGRETARIO ALLA GUERRA, PARIANI

b) PROMEMORIA PER S. E. IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO Innsbruck, 5 aprile 1939.

l. Il Generale Keitel ha informato che proporrà al Fiihrer un incontro e uno scambio diretto di idee col Duce per l'esame politico della situazione nei riguardi di un futuro conflitto con le Potenze occidentali.

Il concetto espresso dal Generale Keitel e che sembra riflettere il pensiero del Fiihrer è che non convenga impegnare in avvenire immediato un conflitto con la Francia che inevitabilmente si estenderebbe anche all'Inghilterra ma che debba invece affrontarsi la guerra con le Potenze occidentali fra qualche anno. (3-4) ossia quando l'Italia e Germania avranno raggiunto un adeguato grado di apprestamento. La guerra dovrebbe essere iniziata contemporaneamente, di sorpresa nel momento voluto in modo da assicurare le massime probabilità di un raDido successo.

2. Il Generale Keitel ha fatto presente che la Germania avrebbe intenzione di ritirare dalla Spagna le proprie truppe dopo la solenne rivista che si svolgerà a Madrid. Per ogni decisione al riguardo intende però mettersi d'accordo con l'Italia e ciò anche per tutte le questioni che riguardano l'azione in Spagna.

In particolare occorre che siano presi accordi circa: il rimpatrio delle truppe; la cessione di materiale di armamento alla Spagna; l'appoggio che potrà essere dato per l'organizzazione militare.

Fa presente l'interesse che ha la Germania alla predisposizione di punti di appoggio per sommergibili sulle coste Iberiche o per lo meno a impedire che siffatti punti di appoggio vengano costituiti dall'Inghilterra o dalla Francia.

3. Nel corso del colloquio è stata messa in rilievo l'importanza di un sollecito esame in comune delle necessità e delle possibilità di rifornimento in caso di guerra e in particolare delle risorse degli Stati balcanici della loro ripartizione e delle vie di affluenza.

In connessione con questo problema e nei riguardi della collaborazione operativa si presenta anche lo studio delle comunicazioni fra l'Italia e la Germania e dell'aumento della loro potenzialità.

Il Generale Keitel ha proposto che il comando superiore della Wehrmacht e in particolare l'ufficio delle economie di guerra si metta a contatto con gli organi corrispondenti italiani.

c) VERBALE RIASSUNTIVO DEL COLLOQUIO TRA IL GENERALE PARIANI ED IL GENERALE KEITEL DEL 6 APRILE 1939.

Il Gen. Keitel illustra i criteri, la specie e l'entità dell'organizzazione difensiva delle frontiere est ed ovest della Germania. Accenna ai lavori in corso e conclude che nel 1939 sarà raggiunta la voluta efficienza.

Sulla frontiera occidentale esistono 2 linee, complessivamente 12.000 opere. Il Gen. Pariani espone i criteri della organizzazione difensiva sulla frontiera occidentale ponendo in risalto l'ostacolo costituito dalla fascia alpina completa e valorizza le opere costruite e che risultano disposte su tre sistemi. Il Gen. Keitel tratta delle comunicazioni rotabili e ferroviarie che collegano la Germania con l'Italia e, considerata la insufficienza di esse, prospetta la necessità di migliorarle. Accenna all'idea di una ferrovia per il Passo di Resia e considera indispensabile aumentare la potenzialità della linea di Tarvisio. Il Gen. Pariani concorda sulla necessità di migliorare le comunicazioni. Una ferrovia per Resia sarebbe certamente utilissima ma richiederre enorme spesa e temr>o. Da parte dell'Italia sono in corso provvedimenti per migliorare le comunicazioni di Tarvisio. Per avere altri due itinerari indipendenti sarebbe opportuno provvedere agli allacciamenti rotabili ai passi del Rombo e di Vizee. Il problema è di modesta entità. Il Gen. Keitel accetta la proposta che metterà allo studio per una sollecita attuazione.

Il Gen. Pariani aderisce al programma indicato dalla delegazione tedesca come base per prossime riunioni. Questione delicata e di grande rilievo è quella di un comando unico in caso di guerra di coalizione. Per ora è sufficiente affermare che occorrerà un piano unico ed il più stretto collegamento tra i comandi delle forze armate dei due Paesi.

Il Gen. Keitel, pur rilevando l'importanza del comando unico, concorda.

d) L'ADDETTO MILITARE A BERLINO, MARRAS, AL SoTTOSEGRETARIO ALLA GUERRA, P ARIANI.

La Germania dispone attualmente di 51 divisioni di varia specie e precisamente:

35 divisioni di fanteria;

4 divisioni motorizzate;

3 divisioni di montagna;

5 divisioni corazzate;

4 divisioni leggere; inoltre una brigata di cavalleria (Prussia orientale) e un certo numero di divisioni di frontiera. Tutte le unità ora dette sono raggruppate in 18 corpi di armata più 3 comandi di frontiera equiparati a comandi di corpo d'armata.

È da prevedere che questo ordinamento di pace non subirà in avvenire notevoli variazioni. Gli sforzi attuali sono diretti essenzialmente a colmare le tre lacune principali :

la scarsità delle riserve istruite:

la defìcenza di artiglierie pesanti;

la scarsità dei quadri.

Per quanto riguarda le riserve è da tenere presente che la Germania dispone attualmente di sole tre classi che hanno compiuto il servizio biennale; una quarta classe sarà eongedata in settembre. Si sta provvedendo mediante chiamate di breve durata (tre mesi) a istruire le classi che non furono sottoposte in passato al servizio militare obbligatorio. Per accelerare tale lavoro sono stati ampliati i quadri delle unità di complemento (Ergenzung). È anche previsto che nel prossimo autunno dopo congedata la classe anziana venga fatto un richiamo di personale a ferma ridotta rinviando a gennaio la chiamata della nuova classe. Si può calcolare che il gettito attuale delle classi dell'esercito sia di circa 300.000 uomini.

La nuova frontiera assicura il più diretto collegamento tra la Slesia e l'Austria; d'altra parte la protezione sulla Moravia mette la Germania in condizione di esercitare meglio la sua influenza sulla Romania e sugli altri Stati balcanici.

Per quanto riguarda gli Stati balcanici è della massima importanza per l'Asse assicurarsi i rifornimentai dei carburanti, di materie prime e di viveri in caso di guerra. La Germania ritiene che a tale scopo non sia necessario mettere la mano su questi Stati, ma che convenga, invece, rispettarne l'indipendenza e favorirne lo sviluppo economico acquistandone gradatamente la fiducia e assicurandosene la collaborazione in caso di guerra. Soprattutto in primo tempo occorre evitare in questi Stati ogni sospetto che possa ad arte venire suscitato dalla propaganda franco-inglese.

Dell'Ungheria si pensa nella Germania che mai si lascerà trascinare contro l'Asse. Per quanto riguarda la Jugoslavia si ritiene che Germania e Italia potranno assicurarne la collaborazione politica ed economica.

Come già fu dichiarato dal Fuhrer anche nel colloquio avuto col Generale Pariani nel luglio dello scorso anno, gli interessi della Germania sono rivolti verso est e quelli dell'Italia verso il Mediterraneo, ma è chiaro che in questa prima fase si manifesta nella penisola balcanica una compenetrazione derivante dalla grande importanza che questa regione assume in caso di conflitto. Successivamente l'espansione tedesca potrà seguire anche la linea dei paesi baltici dove già risiedono nuclei di razza tedesca e dove già in passato si è svolta l'azione civilizzatrice germanica. L'espansione in questa regione riguarderebbe esclusivamente interessi germanici così come quando tocca il Mediterraneo è di esclusivo interesse italiano.

Per quanto riguarda le artiglierie l'esercito tedesco difetta attualmente di artiglierie pesanti. Si tratta in sostanza di costituire le artiglierie di corpo d'armata di armata e di esercito. Questo problema assume speciale importanza perchè le artiglierie pesanti dovranno avere un grande sviluppo, adeguando cioè alla necessità di superare la linea Maginot.

Si lavora attivamente per preparare tutti gli ufficiali occorrenti. Un grande sforzo è stato compiuto in quanto dai 4.000 ufficiali della Reichswehr si è ora passati a circa 30.000 ufficiali, ma molto rimane ancora da compiere, anche perchè questi quadri devono essere accuratamente preparati.

IZ numero delle divisioni mobilitabili sarà nel prossimo anno di circa 100. Anche attualmente potrebbero mobilitarsi un centinaio di divisioni ma una ventina di esse sono costituite con personale di Landwehr ossia per la massima parte con ex combattenti della grande guerra e perciò di classi molto anziane. Nel settembre scorso quando fu attuato la mobilitazione erano state preparate 21 di tali divisioni. A partire dall'anno prossimo le 100 divisioni su accennate saranno costituite per metà circa da divisioni di riserva le quali secondo la concezione attuale dovranno avere la stessa efficienza delle unità attive. Esse avranno infatti la stessa costituzione e lo stesso armamento di queste ultime, saranno inquadrate con nuclei forniti dalle unità attive stesse. Queste a loro volta, le quali sono permanentemente su un piede prossimo a quelle di guerra, sostituiranno i nuclei d'inquadramento con personale delle classi della riserva. Non sussisteranno più le divisioni di Landwehr, saranno invece costituite grandi unità territoriali le quali potranno anche essere impiegate per tenere fronti difensive di secondaria importanza.

Il numero delle unità di pace, come già detto, non subirà sensibili varianti; invece il gettito delle nuove classi istruite verrà impiegato per costituire altre divisioni di riserva. Si può calcolare che a partire dal prossimo anno potranno costituire ogni anno altre 7-8 divisioni di riserva. Ciò naturalmente fino a un certo limite. In caso di guerra i corpi d'armata verranno organizzati in armate, queste raggruppate, se necessario, in gruppi di armate; eventualmente verranno anche costituiti comandi di teatri di operazioni. A titolo di esempio è stata citata la possibilità che le forze operanti alla frontiera occidentale vengano raggruppate in tre gruppi di armate: Reno superiore, Palatinato, Reno inferiore. Concetto di operazione potrebbe essere questo di esercitare il massimo sforzo in corrispondenza del Palatinato.

La Germania non travasi ancora in condizione di affrontare in piena efficienza una guerra europea di rapida decisione o anche di lunga durata. Per la prima mancano ancora le artiglierie pesanti occorrenti; per la seconda mancano adeguate riserve di materiali. Si sta attualmente lavorando intensamente per i materiali di armamenti tuttavia si può dire che soltanto adesso si comincia a lavorare a pieno rendimento. Attualmente mancano adeguate scorte di materiale e il munizionamento disponibile è limitato.

Per quanto riguarda la marina gli armamenti tedeschi sono ancora indietro. Attualmente la Germania dispone di: -due navi da battaglia da 35.000 tonnellate recentemente varate, le quali non potranno entrare in servizio prima di un anno e mezzo;

tre navi da battaglia da 10.000 tonnellate;

nove incrociatori;

..... cacciatorpediniere e torpediniere;

47 sommergibili;

..... motoscafi antisommergibili (Schnellboote).

Entro il prossimo anno dovrebbero essere costruiti altri 24 sommergibili.

Attualmente si sta costruendo per la marina da guerra in tutti i cantieri · disponibili, in modo da poter raggiungere entro tre quattro anni una buona efficienza.

Si pensa che in caso di guerra la marina tedesca debba assolvere i seguenti compiti: -impedire alla flotta sovietica di uscire dal golfo di Finlandia e di agire nel mar Baltico; -essere in condizione di forzare il blocco del Mar del Nord che prevedibilmente l'Inghilterra vorrà stabilire nella Manica e tra Scozia e Norvegia; -ostacolare al massimo i rifornimenti dell'Inghilterra sia mediante sommergibili sia mediante incrociatori.

Per questi compiti occorre alla Germania disporre di:

-un adeguato nucleo di forze da battaglia;

-di incrociatori adatti alla guerra di corsa, ossia robustamente armato e protetti e dotati di larga autonomia; -di numerosi sommergibili. La Germania si tiene per ora nei limiti degli accordi navali con l'Inghilterra.

È da prevedere peraltro che il problema debba essere preso in esame, forse verso la fine di quest'anno, in quanto le nuove costruzioni inglesi e soprattutto l'eventuale costruzione di navi superiori alle· 35.000 tonnellate potrebbero rendere necessario un nuovo incremento delle forze navali tedesche.

La marina provvede anche alla difesa costiera da Memel, che verrà organizzato come punto d'appoggio navale, fino alla frontiera olandese. Essa dispone di un effettivo di circa 80.000 uomini destinati a raddoppiarsi nei prossimi anni.

L'aeronautica tedesca trovasi attualmente in un periodo di sostituzione di materiali. Si può calcolare che essa sia costituita per il 60 % circa da forze da bombardamento, per il 25 % da forze da caccia e il rimanente da aviazione da osservazione.

Nello scorso settembre erano preparati per l'azione in Cecoslovacchia 3.000 apparecchi di linea. A mano a mano che verranno sostituiti gli attuali apparecchi da bombardamento verranno destinati ai trasporti. Nello scorso anno, in Cecoslovacchia fu eseguito il trasporto di tre nuclei di 2.000 uomini circa. Per il trasporto di artiglierie occorrerà costruire appositi tipi di carlinga.

Si lavora intensamente per aumentare l'aviazione e parallelamente si aumenta il numero dei nuovi piloti. Si può così calcolare che l'aeronautica compirà nei prossimi anni un notevole sbalzo in avanti.

Anche l'artiglieria contraerei, la quale dipende dall'aeronautica, ha ricevuto un notevole sviluppo e verrà ancora aumentata. La Germania annette infatti particolare importanza alla difesa aerea data la presenza di estese zone industriali e di altre zone sensibili assai esposte all'offesa.

L'artiglieria contraerei viene in parte assegnata all'esercito (di massima un gruppo per ogni corpo d'armata) in parte costituisce riserva a disposizione del comando superiore dell'aeronautica e in gran parte è invece assegnata alla difesa delle zone e località importanti. Quest'ultima aliquota comprende attualmente 20 reggimenti destinati a quintuplicarsi in caso di guerra e in seguito a moltiplicarsi per 7. Questi reggimenti si mobilitano con personale residente nelle zone.

Fabbricazione di guerra:

Si può dire che tutta l'organizzazione relativa soltanto ora comincia a funzionare a pieno rendimento. Essa ha richiesto una lunga preparazione la quale fa capo allo Stato Maggiore economico del comando superiore della Werhmacht e attraverso quest'ultimo al ministero della economia nazionale e al commissario per il piano quadriennale (Maresciallo Goering).

I progetti di produzione delle varie fabbriche sono regolarmente aggiornati; le necessità inerenti vengono esaminate in apposite riunioni che costituiscono una specie di manovra con i quadri. Le difficoltà che attualmente si presentano riguardano la preparazione di alcuni sostituti e particolarmente dei carburanti sintetici e della gomma artificiale per i quali non si è ancora raggiunta l'indipendenza desiderata, il rame, la bauxite e qualche altra materia prima. Si stanno anche mettendo in piena efficienza nuovi giacimenti di minerali di ferro.

Altro problema che adesso si presenta è quello del riordinamento dei trasporti ferroviari e delle nuove costruzioni di materiale mobile.

Il Generale Keitel non ha celato che in questo momento la Germania concentra la maggior parte delle sue attività verso la preparazione della guerra, alla quale subordina ogni altra esigenza. Tutte le forze lavoratrici della Germania sono attualmente impegnate.

La nazione è sottoposta a un grande sforzo finanziario. Nel complesso quindi si verifica uno stato di tensione di tutte le forze il quale non potrà essere prolungato indefinitivamente. Giungerà quindi il momento in cui raggiunto un determinato grado di efficienza converrà sfruttare questa preparazione per affrontare un conflitto decisivo.

Se questo conflitto sarà impegnato nel momento favorevole a massa e di sorpresa potrà verificarsi il caso di una guerra rapida. Ma converrà in ogni caso assicurare le possibilità di rifornimento anche per una guerra di lunga durata. E converrà che lo studio dei rifornimenti e della loro ripartizione e della loro affluenza sia fatta in modo che all'Italia e alla Germania siano assicurati pari possibilità di resistenza.

In ogni caso occorre assolutamente evitare che le armi vittoriose debbano cedere per il crollo economico.

e) NOTE DESUNTE DAI COLLOQUI DI INNSBRUCK (l)

Dai colloqui svoltisi ad Innsbruck risultano i seguenti dati circa la valutazione della situazione politica attuale da parte della Germania e circa il suo potenziale militare e alcune concezioni operative.

Situazione politica:

La Polonia viene ritenuta incerta. Occorre attendere l'esito delle conversazioni che si stanno svolgendo a Londra con il Ministro Beck. È da presumere che l'Inghilterra farà ogni sforzo per attirare la Polonia nella sua orbita e sostituirla alla crollata Cecoslovacchia nella funzione antigermanica. È da ritenere

(l) Probabilmente dell'Addetto Militare a Berlino.

che in caso di conflitto la Polonia attenderà per pronunziarsi e che essa si getterà poi dalla parte ove siano maggiori speranze di raccogliere un bottino. È anche certo però che la Polonia deve tener conto della vicinanza dei sovietici come pure del pericolo che presenta la propaganda comunista.

La Russia sovietica viene considerata incapace di un intervento militare attivo salvo per quanto riguarda l'invio di materiale da guerra di velivoli e di quadri isolati. Ciò soprattutto per l'effetto della distruzione della maggior parte dei quadri elevati. accorreranno molti anni prima che quadri possono essere ricostituiti; d'altra parte è da prevedere che Stalin sopprimerà anche in avvenire ogni elemento che riesca ad emergere e a dimostrare vere attitudini di comando.

L'occupazione della Boemia e della Moravia e l'assunzione della protezione della S1ovacchia si sono rese indispensabili alla Germania per ragioni di carattere militare. La Germania ha impiegato per l'occupazione del protettorato un complesso di una ventina di divisioni. Si può calcolare che in caso di conflitto generale tali divisioni siano ora completamente disponibili per altri teatri di operazioni.

La Francia possiede un esercito molto solido, bene armato e ben dotato di scorte di mobilitazione. Essa peraltro ha perduto lo spirito aggressivo nel senso che essa non prenderà mai iniziativa di una guerra nè contro la Germania nè contro l'Italia. È certo invece che essa reagisce in caso che si volesse toccare la sua integrità territoriale sia nella metropoli sia nelle colonie.

Anche l'aviazione francese viene giudicata buona e così la marina. Quest'ultima per quanto non sia nel personale curata quanto le due altre forze armate rappresenta però sempre qualche cosa migliore della marina francese del 1914.

L'Inghilterra rappresenta ancora nel campo marittimo la prima potenza del mondo; i suoi armamenti aerei vengono spinti alacremente e notevoli sforzi si fanno anche per l'esercito. Si può ritenere che l'Inghilterra interverrà certamente a fianco Francia non per puro sentimento di amicizia ma soltanto in quanto essa si sente toccata nei propri interessi vitali. È interesse dell'Inghilterra impedire che la Francia venga sopraffatta perchè il crollo della Francia segnerebbe la perdita di ogni influenza inglese sul continente europeo.

APPENDICE IV

IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO PER LA MARINA, CAVAGNARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

(Ed. ToscANO, Le conversazioni militari itala-tedesche alla vigilia della seconda guerra mondiale, cit., pp. 366-377)

a) RESOCONTO SUI COLLOQUI DI FRIEDRICHSHAVEN. 20-21 giugno 1939.

l. All'ordine e agli argomenti della discussione proposti inizialmente dalla Marina tedesca e limitati all'esame della forma e dei metodi da seguire per lo studio delle possibilità di cooperazione, era stato risposto accettando quell'ordine e precisandolo in maggiori particolari. Ma era stato aggiunto che sembrava necessario estendere senz'altro il programma del convegno anche a uno scambio di vedute sui concetti operativi generali, che sembrava dover essere la base di ogni altro scambio d'informazioni, di studi, di prestazioni materiali.

L'Ammiraglio Raeder, aprendo la riunione, non solo convenne nella proposta, ma chiese che l'argomento operativo fosse il primo e cominciò senz'altro dall'esporre il punto di vista germanico.

2. Tra i diversi concetti operativi possibili premeva a noi che la Marina germanica scegliesse quello che più degli altri poteva portare a un alleggerimento sopratutto qualitativo della pressione avversaria nel Mediterraneo. Premeva in particolare che le cinque navi corazzate veloci franco-inglesi fossero fissate in Atlantico. Questo risultato non sarebbe stato raggiunto se la Marina tedesca avesse voluto operare in un primo tempo offensivamente nel Baltico, come sembrava presumibile da alcune manifestazioni e dai temi di alcune esercitazioni e dalla esistenza sulle rive di quel mare di obbiettivi terrestri importanti (Danzica, Prussia orientale, Stati baltici), nonchè dalle necessità di assicurare le comunicazioni con la Svezia (acciaio).

Nemmeno sarebbe stato raggiunto se, come nella guerra passata, essi avessero voluto tenersi nel Mar del Nord per minacciare di scorrerie e bombardamenti le coste orientali d'Inghilterra e di Scozia.

Per opporci a queste due possibili concezioni operative, le quali avrebbero permesso agli avversari un concentramento schiacciante di for~ nel Mediterraneo, eravamo preparati a sostenere energicamente tutti gli argomenti contrari.

Ma non è stato necessario. Il concetto operativo esposto dall'Ammiraglio Raeder era il più favorevole alla nostra tesi: portare fin dal primo inizio tutto lo sforzo in Atlantico, contro le linee di comunicazioni marittime inglesi e francesi; concentrare su questo scopo tutte le risorse.

Le intenzioni esposte dall'Ammiraglio Raeder e le notizie date sulla preparazione dei mezzi a questo fine, concordano pienamente con quello che i nostri studi e le nostre informazioni ci facevano ritenere come possibile e desiderabile.

3. Per quanto riguarda i concetti operativi in Mediterraneo, i tedeschi hanno mostrato di concordare pienamente nel presupposto che in questo mare i franco-inglesi avrebbero accumulato il massimo sforzo iniziale e nel criterio fondamentale che la nostra azione doveva fondarsi sulla possibilità di separare le forze avversarie in due bacini distinti, mediante Io sbarramento del Canale di Sicilia, e di costringerli, mediante una continua pressione aerea sulle basi centrali (Biserta, Malta), a far base nelle zone più eccentriche (Gibilterra-Orano e Alessandria-Anatolia).

Qualche differenza di apprezzamento si è manifestata sui seguenti punti: a) Probabilità, da loro affermata, che la Mediterranean Fleet tendesse a trasferirsi nella quasi totalità (le 5 nb tipo « Queen Elisabeth ») a Singapore. Questa probabilità è stata da noi esclusa con argomentazioni (inutilità del gesto, necessità di non !asciarci liberi nel Mediterraneo orientale) e con notizie di fatto. I tedeschi hanno finito con il convenire con noi, particolarmente per la considerazione delle nuove necessità e possibilità create agli inglesi dalla alleanza turca. b) Possibilità e convenienza per noi, da loro sostenuta, di portare fin dal primo momento tutto lo sforzo nel Mediterraneo occidentale per conquistarne il dominio, impedire le comunicazioni francesi con l'Africa settentrionale, assicurare le nostre comunicazioni con la Spagna per un traffico di rifornimento del quale intenderebbe beneficiare anche la Germania. È stato loro mostrato come il Mediterraneo centrale fosse la zona per noi geograficamente più adatta per manovrare in vantaggio e dove d'altra parte ci era imposto, nei primissimi tempi e sempre che non fosse stato già fatto nel periodo di tensione, l'imperativo di assicurare il completamento delle forze terrestri necessarie alla difesa della Libia. Ma è stato aggiunto che, se i francesi offrissero una buona occasione nel Mediterraneo occidentale gettandosi contro le Baleari, era nostra precisa intenzione di profittarne immediatamente, concentrando su di loro tutte le nostre forze navali ed aree. Non ci converrebbe però di abbandonare il Mediterraneo centrale e starcene in quello occidentale, in basi estremamente esposte all'offesa aerea, per il solo scopo di aspettare un'occasione che avrebbe anche potuto non presentarsi. Hanno convenuto in questo punto di vista, tanto più che, dalle notizie che abbiamo potuto loro fornire, hanno potuto persuadersi che era da considerarsi ormai sorpassata la previsione, assiomatica fino a qualche anno fa, di un intenso traffico di truppe dall'Africa settentrionale alla Francia.

4. L'Ammiraglio Raeder ha mostrato di dare grande importanza alla nostra intenzione di crearci la possibilità di agire anche nell'Oceano Indiano, mediante una flotta di navi di superficie e subacquee appositamente create e mediante l'attrezzamento della base di Chisimaio.

Avendo saputo che Chisimaio poteva in certo modo prestarsi fin d'ora come punto di appoggio e di rifornimento eventuale, l'ammiraglio Raeder ha chiesto di potersene valere se qualcuno dei loro incrociatori oceanici fosse spinto dall'Atlantico verso l'Indiano. Essi prevedevano, finora, di arrivare eventualmente al Giappone.

5. L'Ammiraglio Raeder ha insistito sulla necessità di assicurarsi il massimo possibile concorso da parte della Spagna. Non ha accennato ad intese eventualmente già esistenti.

Sull'importanza essenziale dell'atteggiamento spagnolo ai fini della guerra marittima non poteva esservi discussione. L'Ammiraglio Raeder ha dato l'impressione di considerare di fatto la nostra influenza sulla Spagna assai più efficace della loro.

Ha pregato di influire sui dirigenti della Marina spagnola perchè nello sviluppo eventuale delle loro forze adottassero programmi effettivamente realizzabili e in armonia con i nostri concetti operativi.

6. In sintesi, siamo rimasti pienamente d'accordo nella convenienza di dare alle rispettive operazioni la forma seguente, reciprocamente complementare:

-Alla flotta italiana il compito di chiudere le vie di traffico mediterranee (Dardanelli-Gibilterra), (Aden-Suez-Gibilterra) e di trattenere in Mediterraneo -separato in due forze distinte, appoggiate a basi eccentriche e probabilmente insufficienti -, il grosso delle forze avversarie, sottoponendolo alla necessità di esporsi a una continua guerra di logoramento.

-Alla flotta tedesca il compito di agire intensamente negli Oceani, sulle linee di comunicazioni avversarie, che sono il punto più sensibile della resistenza britannica.

7. Questo diverso tipo di guerra da condursi nei due teatri esige una correlazione generica di sforzi, ma non è suscettibile di portare se non per eccezione ad azioni di stretta cooperazione operativa.

È stato quindi possibile evitare di entrare nella questione -spinosa per motivi di suscettibilità e di prestigio -di un eventuale comando unico.

I Tedeschi sono venuti a Friedrichshaven evidentemente preoccupati che, partendo da una diversa concezione della guerra navale, noi chiedessimo loro un apporto importante di forze in Mediterraneo, che non avrebbero potuto darci senza rinunciare al loro concetto operativo fondamentale e preoccupatissimi che, per far prevalere il nostro punto di vista, noi chiedessimo la creazione di un organo di comando unico.

È mia opinione che tale organo sarebbe stato del tutto superfluo e fonte sicura di attriti dannosi. Comunque, lo avremmo chiesto energicamente se i concetti operativi tedeschi fossero stati -come era possibile che fossero in contrasto con il nostro modo di vedere le comuni necessità.

Fortunatamente esiste invece una identità di vedute fondamentali, che dà affidamento di una cooperazione molto più solida di quella che si fosse dovuta imporre attraverso un mezzo coercitivo di assai dubbia efficacia.

Per lo sviluppo della correlazione nel campo concreto è stato convenuto di rendere materialmente agevoli e sicure le comunicazioni dirette telegrafiche e possibilmente telefoniche tra i due comandi centrali.

È evidente -ed è stato confermato implicitamente nel corso della discussione -che l'azione in ciascuna delle rispettive zone (per noi il Mediterraneo, il Mar Rosso, e, nell'avvenire, l'Oceano Indiano) sarà condotta sotto direzione unica, anche se vi dovessero eventualmente concorrere forze dell'altro alleato.

In quanto all'eventuale azione comune nel campo tattico, quando se ne presentasse l'occasione, non si prevede difficoltà ad applicare la norma constantemente seguita ed accettata da tutte le Marine che il comando spetti sempre :all'Ufficiale imbarcato più anziano in grado.

8. Dell'accordo fondamentale sui concetti operativi è scaturito facilmente, per naturale conseguenza, l'accordo sui metodi da noi proposti per lo sviluppo dell'ulteriore cooperazione nei vari campi di attività: questioni tecniche, problemi delle comunicazioni, servizio delle informazioni, ecc.

L'Ammiraglio Raeder si è anche impegnato a considerare le nostre richieste di materiali diversi con il massimo spirito di comprensione e a far tutto il possibile per venire incontro o perchè gli altri organi competenti venissero incontro alle necessità da noi prospettate.

9. Allego la raccolta degli argomenti particolari da noi trattati e un resoconto non stenografico, ma sufficientemente esatto e completo della discussione.

b) VERBALE DELLA RIUNIONE DEL 20 GIUGNO 1939.

Il Grande Ammiraglio Raeder dichiara di associarsi pienamente al criterio espresso dall'Ammiraglio Cavagnari nel notamento del due giugno, circa la necessità di escludere ogni reticenza ed ogni riserva nei colloqui che stanno per iniziarsi e nelle successive relazioni fra le due Marine. Ciò tanto più in quanto una guerra contro la Gran Bretagna e la Francia sarebbe decisiva di vita o di morte per i popoli di ambedue le Potenze dell'Asse.

Egli afferma che lo scopo della Germania è di assicurarsi lo spazio vitale. Tale scopo deve essere raggiunto, per quanto possibile con la politica, poichè la guerra non è affatto nelle mire del Fiihrer: essa è considerata solo quale estrema ratio.

L'Ammiraglio Cavagnari dichiara che per quanto gli consta, il Duce persegue analoghi scopi con analoga linea di condotta.

Egli osserva che la guerra contro la Gran Bretagna e Francia significherebbe aver nemiche certamente anche Grecia, Turchia e U.R.S.S. e ribadisce che la Marina Italiana e la Marina Tedesca debbono accordarsi seguendo una linea di condotta di reciproca franchezza.

Il Grande Ammiraglio Raeder fa presente che nelle relazioni con la Marina Italiana esistevano da parte tedesca alcune riserve su speciali argomenti tecnici (ad esempio per i siluri), conosciuti soltanto da pochi Ufficiali tedeschi. Ora egli ha ordinato che anche queste riserve siano abolite, ma ritiene opportuno che la conoscenza delle relative questioni venga limitata a pochi ufficiali direttamente responsabili.

Egli riconoscendo che Grecia e Turchia ed U.R.S.S. sarebbero in campo a noi avverso in caso di conflitto, ritiene che tra gli avversari delle potenze dell'Asse si debba annoverare anche la Repubblica degli U.S.A., poichè essa, pur non avendo intenzione di partecipare direttamente alla guerra, concede e concederà a Gran Bretagna e Francia, su larga scala, ogni altri efficace appoggio.

Circa il Giappone, egli è dell'opinione che questa Potenza dimostrerà sempre una neutralità benevola per l'Asse, cui darà aiuti in materiali; e che si unirà a Germania e Italia qualora la Gran Bretagna riuscisse a concludere i suoi sforzi per allearsi con la U.R.S.S.

28 -Docu'Tlenti diplomatici · Serie VIII · Vol. XIII

Il Gr. Amm. Raeder passa quindi ad esporre quali sarebbero le direttive operative per la Marina tedesca in caso di guerra contro la Gran Bretagna e Francia, e quale correlazione essa desidererebbe da parte italiana.

Afferma che la Marina tedesca ha riconosciuto di aver commesso un grave errore nella passata guerra nel non attaccare energicamente, sin dall'inizio delle ostilità, le linee di traffico nemico in Atlantico. In conseguenza, l'orientamento attuale, è di impiegare subito le forze di superficie e i sommergibili contro le comunicazioni del Nord Atlantico, estendendone man mano l'azione verso sud, ed arrivando eventualmente anche nell'Oceano Indiano.

Sarebbe desiderabile che la Marina italiana sostenesse l'attività atlantica tedesca mediante sommergibili operanti nella zona da Lisbona verso sud, ed aiutasse l'azione nell'Oceano Indiano.

L'Ammiraglio Cavagnari, premesso che la Marina italiana è decisa ad operare con la massima energia e con il massimo spirito di collaborazione, fa osservare che in base a tutte le informazioni in suo possesso ed alle constatazioni sulle dislocazioni delle forze navali britanniche e francesi, bisogna ritenere che il massimo sforzo dei nostri avversari avverrebbe in Mediterraneo: Gran Bretagna nello scacchiere Orientale; Francia nello scacchiere Occidentale e sulle Baleari.

Fra le circostanze che comprovano queste intenzioni degli avversari, rileva: -lo spostamento delle 3 corazzate « Bretagne » dal Mar del Nord alla Squadra Mediterranea; il trasporto di un bacino galleggiante per grandi navi a Mers-el-Kebir; -l'accelerata preparazione di questa base algerina; -lo smontamento in corso del grande bacino galleggiante di Malta, che sarà dislocato ad Alessandria, oppure nell'Egeo a nord del nostro Possedimento, oppure nel Mar di Marmara, ma che comunque rimarrà nel Mediterraneo Orientale.

Il G. Amm. Raeder, osserva che l'azione francese contro le Baleari costituirebbe per l'Italia l'occasione buona per concentrare i suoi mezzi nel Mediterraneo Occidentale e conquistare il dominio di questo scacchiere.

L'Ammiraglio Cavagnari fa dar lettura della traduzione in tedesco del Promemoria sugli argomenti di carattere operativo, Parte l": « Considerazioni relative al Mediterraneo».

Il Gr. Amm. Raeder chiede se nel caso di operazioni francesi contro le Baleari l'Italia cercherebbe a qualunque costo di mantenere collegamenti con la Spagna al fine di assicurarsi rifornimenti indiretti dall'Oceano Atlantico.

Questo punto interessa la Marina tedesca in relazione alla questione dell'uso di basi spagnuole atlantiche.

L'Ammiraglio Ca1wgnari dichiara che la Marina italiana si attende due azioni immediate degli avversari: una contro le Baleari ed una contro il Possedimento italiano dell'Egeo.

È interesse dell'Italia l'impedire assolutamente che la Francia si impossessi delle Baleari.

Non sappiamo in quali condizioni di reale efficienza militare si trovano queste isole: conosciamo bene quali fortificazioni e quali artiglierie vi esistono attualmente, ma non conosciamo il grado di preparazione, e quindi non possiamo affermare se esse resisterebbero ad un serio attacco.

Tuttavia sappiamo per esperienza che qualunque operazione intesa ad occupare territori oltremare è pesante e non breve, e difficilmente preparabile in assoluta segretezza. Contiamo quindi di trovare in un'azione francese contro le Baleari una buona occasione di agire.

Per il possedimento italiano dell'Egeo siamo abbastanza sicuri per quanto riguarda attacchi dal mare o tentativi di invasione: dal punto di vista dell'offesa aerea abbiamo qualche dubbio in relazione alla grande vicinanza della costa turca da cui potrebbe partire l'aviazione avversaria.

Circa l'atteggiamento della Spagna in un prossimo conflitto tra le Potenze dell'Asse e Gran Bretagna, Francia ed associati, egli vorrebbe sapere l'opinione della Marina tedesca; neutralità benevola, neutralità passiva, oppure affiancamento a Germania e Italia?

Il Gr. Amm. Raeder osserva che la questione dell'atteggiamento spagnuolo è molto seria e che non è possibile rispondere a priori alla domanda. Ritiene però che la linea di condotta della Spagna dipenderà molto dalla energia con la quale la Marina italiana potrà agire nel Mediterraneo Occidentale. A questo proposito egli spera che l'azione italiana sia tale da costringere la Francia a portare in Atlantico le sue linee di comunicazione con l'Africa Settentrionale le quali sarebbero così attaccabili anche da parte tedesca.

L'Ammiraglio Cavagnari esprime l'opinione che oggi la Francia non prevede la necessità di grandi trasporti di truppe dall'Africa Settentrionale alla metropoli tanto è vero che in Algeria esistono alcuni reparti metropolitani costituiti e trasportati recentemente.

D'altra parte bisogna considerare che le truppe italiane della Libia Occidentale fisseranno in Nord Africa la quasi totalità delle truppe francesi dell'Algeria e della Tunisia, mentre il Marocco terrà impegnato un altro contingente nord africano.

In quanto alle Baleari, allo stato attuale delle cose, la Marina italiana non ritiene che la Francia agirebbe in relazione ai trasporti di truppe di colore attraverso il Mediterraneo, dei quali ormai non ha più tanto bisogno come nel passato: l'occupazione francese avrebbe essenzialmente lo scopo di impedire le comunicazioni fra Italia e Spagna.

Il G1·. Amm. Raeder chiede se da queste considerazioni si deve concludere che la Marina italiana abbia bisogno di avere in Mediterraneo tutti i suoi sommergibili per contrapporsi anche alle operazioni nemiche contro le isole dell'Egeo e contro le Baleari e che per tanto non ne manderà inizialmente in Atlantico.

L'Amm. Cavagnari risponde che pu:ç avendo addosso l'urto principale iniziale degli avversari, l'Italia prevede egualmente l'invio di sommergibili in quell'Oceano; ve ne saranno destinati 12 fra i più grandi, sempre che il passaggio di Gibilterra sia possibile. A questo proposito sono in corso esperimenti che, per quanto non probativi in relazione alla mancanza di un dispositivo di sbarramento di guerra, daranno utili elementi di orientamento.

Non è possibile, per ora, destinarne un numero maggiore, poichè bisogna provvedere anche per il Mar Rosso e per l'Oceano Indiano. In questo teatro di operazioni la Marina italiana mantiene fin d'ora otto sommergibili, dei quali quattro piccoli per agire nel Mar Rosso Meridionale, e quattro di maggior tonnellaggio per agire fuori Bab-el-Mandeb.

È da tener presente che anche i piccoli hanno buone possibilità oceaniche, come è stato provato in recenti crociere sperimentali.

L'Amm. Cavagnari fa inoltre rilevare che il rendimento dei sommergibili in Atlantico sarebbe notevolmente aumentato se l'attitudine della Spagna fosse a noi favorevole.

L'Amm. Raeder, osserva che l'atteggiamento della Spagna ha grande importanza anche per la guerra oceanica da parte tedesca, e fa presente che le due Marine dovranno stabilire le rispettive zone di azione in Atlantico.

L'Amm. Cavagnari espone quindi il programma dei sommergibili italiani, mettendo in rilievo il forte numero di quelli che hanno il condizionamento d'aria, e le nuove unità con siluri da 450 designate per l'attacco al traffico.

Cita le possibiltà di guerra nell'Oceano Indiano, facendo osservare che se attualmente esse sono molto limitate, fra qualche anno aumenteranno notevolmente.

Comunica il nuovo programma di incrociatori e di siluranti subacquee e di superficie, e la situazione attuale e futura di Chisimaio. Fa presente che questa insenatura, già protetta da alcune batterie, può costituire fin d'ora un rifugio per navi mercantili che allo scoppio del conflitto si trovassero in quella zona.

Il Gr. Amm. Raeder prende atto con soddisfazione che l'Italia manderà sommergibili ad operare nel Golfo Persico e in Atlantico.

Rileva che Chisimaio potrà valorizzare anche l'azione degli incrociatori tipo « Deutschland » che la Germania invierà subito in Oceano Atlantico, se essi dovessero essere costretti a passare a operare in Indiano. Attualmente è previsto che in tal caso detta unità si spingerebbe per i rifornimenti sino al Giappone.

Tutte le nuove grandi unità tedesche continueranno ad avere una grande autonomia per poter agire in mari lontani; inoltre la Marina tedesca è dotata di molte petroliere rapide.

Amm. Cavagnari, resta inteso che la Germania prevede l'invio in Oceano Indiano di incrociatori per la guerra al traffico.

Gr. Amm. Raeder, il problema principale della condotta della guerra contro Gran Bretagna e Francia consiste nella azione contro le linee di traffico. Per tanto noi intendiamo mandare tempestivamente in Oceano gli incrociatori. Le crociere annuali di queste unità sono disposte in relazione a questo scopo.

Amm. Cavagnari, chiede le autonomie degli incrociatori.

Gr. Amm. Raeder, i tre « Deutschland » saranno modificati per aumentarne la velocità.

I 5 nuovi incrociatori da 10.000 (che in realtà hanno un dislocamento maggiore) avranno autonomia fra 12 e 15 mila miglia. I primi due saranno pronti alla fine del 1939. Abbiamo inoltre attualmente 12 petroliere rapide per rifornimenti in mare.

Amm. Cavagna1·i, nella ipotesi che la guerra scoppi a brevissima scadenza, chiede come i Tedeschi prevedono di poter mandare navi di superficie negli oceani.

Gr. Amm. Raeder, per ora la Marina tedesca può destinare alla guerra oceanica solo i 3 « Deutschland » che verrebbero mandati fuori all'aumentare della tensione, come si è fatto per quello dislocato alle Azzorre in occasione della crisi del settembre 1938.

L'Amm. Cavagnari, fa presente che la Marina italiana sino alla entrata in servizio delle corrazzate «Vittorio Veneto» e « Littorio », ha interesse a che gli Scharnhorst rimangano nel Mare del Nord per trattenervi corazzate nemiche veloci.

Prospetta che nel 1940 la nostra situazione cambierà notevolmente in conseguenza dell'entrata in servizio delle 2 «Doria» in aggiunta alle 2 « Littorio ».

Il Gr. Amm. Raeder comunica che la «Bismarck» e la « Tirpitz » saranno pronte a fine 1940 (a richiesta, il Capo Ufficio Trattati e l'Addetto Navale a Roma hanno specificato che saranno pronte ma con l'allenamento da iniziare) e che il lo luglio, il 1° agosto ed il 1° ottobre dell'anno in corso saranno impostate tre corazzate da 40.000 tonn. il cui armamento è previsto del calibro di 400 mm.

Esprime la sua convinzione che l'attività tedesca in Atlantico sarà così intensa da legare tutte le corazzate veloci degli avversari.

L'Amm. Cavagnari esprime la convinzione che l'attività della Marina italiana fisserà in Mediterraneo forze navali nemiche molto prevalenti, ed in particolare fisserà nello scacchiere orientale tutta la Mediterranean Fleet.

L'Amm. Schniewind non esclude la eventualità che le 5 corazzate « Queen Elizabeth » si dislochino a Singapore.

L'Amm. Cavagnari dichiara che ciò è assai poco probabile, ma costituirebbe una circostanza eccezionalmente favorevole.

Il Gr. Amm. Raeder è dell'opinione che dette unità britanniche rimarranno nel Mediterraneo Orientale, ed aggiunge che esse costituiranno ottimi bersagli per i sommergibili italiani.

Si compiace della rapidità con la quale hanno proceduto i colloqui sulle questioni operative. Egli è certo che ci metteremo d'accordo presto anche sugli argomenti dello scambio delle informazioni sulle rispettive marine.

Fa presente la necessità di preparare un codice comune di guerra per scambiarci informazioni sul nemico.

L'Amm. Cavagnari osserva che il codice deve essere completo per servire in qualsiasi evenienza: ossia deve valere per tutto ciò che concerne la condotta della guerra marittima, e non soltanto per Io scambio di informazioni sul nemico.

Il Gr. Amm. Raeder specifica che egli intendeva trattare di un codice per le comunicazioni telefoniche fra le due direzioni della guerra marittima (RomaBerlino) e di un codice di scoperta.

L'Amm. Cavagnari conferma la necessità di un codice comune, da realizzare al più presto, per la eventualità di trovarsi ad operare assieme anche in campo tattico.

Il Gr. Amm. Raeder ed il suo Capo di S. M. annuiscono. Prospettano quindi che i contatti fra gli Stati Maggiori debbono avvenire anche per quanto ha attinenza con il diritto internazionale.

L'Amm. Cavagnari propone di sviluppare punti del notamento trasmesso per tramite dell'Addetto Navale.

n Gr. Amm. Raeder è d'accordo e propone di rinviare questo esame alla seduta di domani. Nel chiudere insiste nella grande soddisfazione provata nel constatare il perfetto accordo nelle fondamentali questioni operative.

c) VERBALE DELLA RIUNIONE DEL 21 GIUGNO 1939

Il Gr. Amm. Raeder rileva che nella riunione precedente si è concluso l'esame delle questioni operative, dalle quali risulta che in Oceano Atlantico agiranno sommergibili italiani, e sommergibili e incrociatori tedeschi.

Esprime il suo compiacimento per la prossima valorizzazione di Chisimaio, e chiede se è possibile per la Germania costituirvi depositi di materiali per i suoi incrociatori oceanici e per i suoi incrociatori ausiliari.

L'Amm. Cavagnari riassumendo qual'è lo stato attuale di Chisimaio (batterie, depositi di nafta, possibilità di rifornimento d'acqua) dichiara che la Marina italiana non ha difficoltà alcuna nell'aderire alla richiesta tedesca. Comunica. inoltre che la zona è stata accuratamente rilevata durante una lunga campagna idrografica conclusasi in questi giorni, e che le nuove carte nautiche saranno inviate alla Marina tedesca.

L'Amm. Raeder dichiara di essere pienamente d'accordo sulla questione del codice comune, quale è stata prospettata dall'Amm. Cavagnari.

Ringrazia dell'invito circa la partecipazione di Ufficiali tedeschi alle esercitazioni navali del prossimo luglio, e ricambia invitando la Marina italiana ad inviare suoi Ufficiali alle manovre tedesche che si svolgeranno alla fine di agosto nel Mare del Nord.

Esprime inoltre il desiderio che gli Ufficiali tedeschi presenti alle manovre italiane possano chiedere notizie in materia di addestramento.

L'Amm. Cavagnari aderisce alla richiesta, sulla base della reciprocità.

Il Gr. Amm. Raeder passando agli altri argomenti, osserva che per quanto riguarda la preparazione tecnica e le prestazioni, il problema interessa tutte le forze armate tedesche, e dichiara che la Marina farà opera di mediazione.

L'Amm. Cavagnari dice che sarebbe conveniente indicare sin d'ora le richieste italiane di prestazioni affinchè la Marina tedesca possa esaminarle subito. Le decisioni saranno poi prese dalle Autorità Superiori, le quali, come succede in Italia, hanno la visione completa del problema. Le precisazioni dettagliate saranno fatte dalle commissioni tecniche.

Si dà lettura del documento relativo agli accordi di massima concernenti i metodi di collaborazione da seguire negli ulteriori colloqui. Preparazione tecnica dei mezzi.

L'Amm. Raeder approva, salvo per quanto riguarda la data del primo colloquio, che dovrebbe essere posteriore al 1° luglio, giorno fissato per il varo del 5o incrociatore tedesco da 10.000 tonn.

Per lo stesso motivo esprime desiderio che il colloquio avvenga a Berlino.

L'Amm. Cavagnari aderisce.

Si dà lettura del documento riguardante i problemi dei rifornimenti per via marittima, problemi relativi al naviglio mercantile, mezzi marittimi per spedizioni oltremare.

L'Amm. Cavagnari dichiara che la Marina italiana prevede che all'inizio delle ostilità il traffico mercantile in Mediterraneo dovrà sparire, e per tanto come il Gr. Amm. Raeder vede la questione dei rifornimenti marittimi di rimbalzo all'Italia.

Il Gr. Amm. Raeder è dell'opinione che nei primi giorni di conflitto si avrà una fortissima riduzione di traffico in ogni mare del globo. La Germania conta di poter organizzare rifornimenti marittimi dai Paesi del Nord Europa e spera di poter ricevere qualche cosa via Atlantico-Spagna-Mediterraneo-Italia.

L'Amm. Cavagnari osserva che le condizioni delle comunicazioni ferroviarie e stradali della Spagna risultano tali da far seriamente dubitare circa la possibilità di trasporti attraverso quel territorio.

Il Gr. Amm. Raeder prende atto, e dichiara che l'Italia potrà avere rifornimenti dal Nord Europa; e particolarmente dalla Svezia, via Germania.

L'Amm. Cavagnari chiede quale affidamento faccia la Germania sui rifornimenti dalla Jugoslavia e dalla Romania.

Il Gr. Amm. Raeder risponde che si spera avere nafta e grano dalla Romania. e che è in esame il progetto di un oleodotto.

La precisazione delle possibilità di rifornimento dai Paesi di cui sopra sarà fatta dal funzionario del Ministero dell'Economia che la Germania desidera aggregare alla Commissione che tratterà dettagliatamente l'argomento.

L'Amm. Cavagnari dichiara che la questione dei rifornimenti per via marittima è stata posta dalla Marina italiana soltanto nei riguardi dell'aspetto navale del problema e non nei riguardi dell'approvvigionamento del Paese che è argomento di competenza di altri organi.

Prospetta inoltre la reciproca convenienza che allo scoppio del conflitto le navi mercantili tedesche in Mediterraneo si rifugino in Italia e quelle italiane nel Nord Europa si rifugino in Germania, e che ciascuna Marina utilizzi le navi dell'altra.

Fa rilevare che nei periodi di maggior tensione, la Francia seguiva i movimenti di tutte le navi mercantili tedesche in Mediterraneo.

Il Gr. Amm. Raeder aderisce alla proposta, assicurando che le navi mercantili tedesche avranno istruzioni di approdare in porti italiani e di mettersi a nostra disposizione.

L'Amm. Cavagnari comunica che la Marina italiana ha abolito il sistema delle istruzioni in busta chiusa preventivamente consegnate alle navi mercantili, poichè si sono verificati inconvenienti che compromettevano la riservatezza. Attualmente vige una organizzazione comprendente le Capitanerie di Porto, i Consoli e gli Armatori.

Lo Stato Maggiore, per tramite delle Capitanerie, dà istruzioni agli armatori, i quali telegrafano ordini alle loro navi di approdare in determinati porti. I Consoli, in oose a direttive ricevute dallo Stato Maggiore, danno ulteriori ordini ed istruzioni alle navi che giungono nei porti di loro giurisdizione.

Il Gr. Amm. Raeder dichiara che anche in Germania il sistema delle istruzioni in busta chiusa ha dato luogo ad inconvenienti, e che per tanto è stato istituito il sistema degli ordini dati dalle Autorità Marittime dei porti agli armatori: in conseguenza costoro telegrafano gli ordini alle loro navi.

Si dà lettura del documento relativo al Servizio delle Comunicazioni, cifrari e segnali e del documento relativo alle informazioni sulle altre Marine.

L'Amm. Cavagnari chiede che il convegno per le comunicazioni ed il con

vegno per i rifornimenti via marittima e problemi relativi al naviglio mercantile

avvengano a Roma.

Per le informazioni sulle altre Marine fa presente che gli Ammiragli Lais

e Canaris possono dirsi molte cose che per altra via non possono essere comu

nicate perchè non conviene prescindere del tutto dai Trattati Internazionali

in vigore.

Il Gr. Amm. Raeder aderisce. Si dà lettura del documento sull'argomento: «Eventuale possibilità e convenienza di spostamenti o acceleramento nello sviluppo dei programmi navali».

L'Amm. Cavagnari fa presente che le richieste sono prospettate in questa riunione in linea di massima: potranno essere esaminate particolarmente in seguito, nei convegni tecnici.

Sul punto 4 (possibilità di ricorrere alla industria tedesca per alcuni strumenti ottici) il Gr. Amm. Raeder prospetta la grande difficoltà da parte tedesca di avere sufficiente mano d'opera specializzata e chiede, se in caso, l'Italia potrebbe darne.

L'Amm. Cava,gna1·i risponde che noi faremo tutto il possibile.

Nel punto 5 (anticipazioni all'Italia di 2.000 tonn. acciaio fuso e 20.000 tonn. lamiere per il programma navale oceanico) il Gr. Amm. Reader, pur facendo osservare che la questione non riguarda soltanto la Marina tedesca, promette il suo interessamento.

L'Amm. Cavagnari osserva che la Marina italiana è in situazione analoga in quanto che il materiale siderurgico per le sue costruzioni navali viene assegnato dalle Autorità che provvedono per tutti i bisogni del Paese. Soltanto la Marina Mercantile, in relazione al suo sviluppo attuale, assorbe 12.000 tonnellate al mese. Ma d'altra parte bisogna considerare che le navi mercantili in costruzione hanno caratteristiche tali da costituire un notevole apporto di mezzo per spedizioni oltremare.

Si dà lettura del documento relativo al fabbisogno di alcune batterie c. a. da postazione, con relativo munizionamento e relative centrali.

Il Gr. Amm. Raede1· osserva che le artiglierie c. a. terrestri non interessano direttamente la Marina tedesca.

L'Amm. Cavagnari dice che in Italia la difesa c. a. delle basi navali è tutt'ora costituita con materiale della Marina.

Il Gr. Amm. Raeder assicura che la questione verrà esaminata, e che egli farà opera di mediazione.

Si dà lettura del documento relativo ai posamine ed alle stazioni idrofoniche per il Canale di Sicilia.

Il Gr. Amm. Raeder comunica che la Marina tedesca ha iniziato recentemente la costruzione di otto navi posamine che saranno anche navi scuola: due di esse saranno pronte nel 1941. Per ora prevede l'impiego dei piroscafi adibiti alle linee del Baltico.

L'Amm. Cavagnari per il caso in cui la Marina tedesca entrasse nell'ordine di idee dei posamine alla Marina italiana domanda in quale forma avverrebbe la prestazione.

Il Gr. Amm. Raeder risponde che le nuove unità posamine che si trovassero in Mediterraneo all'inasprirsi della tensione, verrebbero messe ben volentieri a disposizione della Marina italiana.

A tal fine due di esse saranno mantenute sempre in vicinanza dell'Italia.

L'Amm. Cavagnari chiede se la Marina tedesca non ha qualche piroscafo attrezzato per posamine da mantenere fin d'ora in Mediterraneo.

Il Gr. Amm. Raeder dichiara che i piroscafi del Baltico predisposti per la posa delle mine non sono utilizzabili fuori di detto mare, tanto è vero che la Marina tedesca per ora prevede per il Mar del Nord soltanto l'impiego di siluranti ed incrociatori.

Egli non ha difficoltà a che la Marina italian·a studi la possibilità di utilizzare altre navi mercantili tedesche, che la Germania adatterebbe senz'altro, e che in caso di emergenza verrebbero inviate in Italia.

Tale questione è da collegare con quelle riguardanti il naviglio mercantile di cui si è già trattato.

L'Amm. Cavagnari prende atto, facendo presente che in caso segnalerà i nomi delle unità prescelte.

In quanto alle stazioni idrofoniche il Gr. Amm. Raeder assicura che la questione sarà esaminata subito. In linea di principio la Marina tedesca aderisce alla richiesta. Si tratta di stabilire quanto tempo occorrerà per approntare il materiale.

Si dà lettura del documento relativo alla richiesta di catapulte Heinkel e di aerei da Kg. 3.800.

Il Gr. Amm. Raeder assicura che anche tale questione verrà esaminata subito. -Si dà lettura del documento relativo ai trattati e convenzioni internazionali di carattere navale.

Il Gr. Amm. Raeder dichiara avere l'impressione che il Ftihrer non intende rifare un accordo navale con la Gran Bretagna. Questa chiederà prossimamente lo scambio di informazioni sulle nuove costruzioni ma noi non aderiremo, poichè vogliamo mantenere la segretezza per quanto possibile, allo scopo di impedire che la Marina britannica possa rapiqamente controbilanciare le nuove costruzioni stesse.

I cantieri tedeschi hanno ricevuto in proposito istruzioni severissime.

L'Amm. Cavagnari dubita che la Gran Bretagna, vedendo respinta la sua richiesta di scambio di informazioni con la Germania, continui ad osservare gli accordi esistenti con le altre nazioni, e chiede qual'è in proposito il pensiero del Gr. Amm. Raeder.

Il Gr. Amm. Raeder, affermando che le possibilità costruttive della Gran Bretagna non sono tali da lasciare un grande margine rispetto agli impegni attuali, dice che la Marina britannica cercherà sempre di sapere le caratteristiche delle nuove costruzioni tedesche per poter iniziare subito la risposta.

Pertanto la Germania intende lasciare nella incertezza, come è stato fatto sino ad ora per la velocità dei vari tipi di navi di superficie.

-È terminata l'esposizione degli argomenti non operativi.

Il Gr. Amm. Raeder comunica che presso il Comando della Marina tedesca si sta creando un piccolo organo speciale di collegamento con la Marina italiana, che avrà il compito di trattare tutte le questioni sorte dal presente convegno. Propone la nomina di una commissione per le questioni operative, tattiche, strategiche, codici, traffico marittimo, e di una commissione tecnica.

L'Amm. Cavagnari è d'accordo, ma in quanto al collegamento osserva che da parte italiana l'organo idoneo è lo Stato Maggiore poichè questo, oltre agli Uffici operativi, comprende anche. ispettorati tecnici.

Il Gr. Amm. Raeder fa presente l'opportunità che le persone cui l'organo tedesco deve rivolgersi siano sempre le stesse.

L'Amm. CavagnaTi assicura che l'organizzazione dello Stato Maggiore della Marina italiana è tale da dare questa possibilità.

Il GT. Amm. RaedeT gradirebbe un accordo sulle questioni della ricostruzione della Marina spagnuola. Dichiara che la Marina tedesca non può fare molto in proposito, e rileva il comune interesse di intendersi per impedire interventi di altre Marine.

L'Amm. CavagnaTi chiede se la Marina tedesca ha già posto la sua attenzione su qualche problema relativo alla ricostruzione della Marina spagnuola.

Il Gr. Amm. Raeder risponde negativamente, e comunica che sono in Germania soltanto l Ufficiale e 12 Sottufficiali spagnuoli a scopo di formazione degli istruttori per l'Accademia Navale. Qualsiasi altra richiesta della Spagna non è stata accettata.

L'Amm. Cavagnari comunica che la Marina italiana ha in Spagna soltanto la nota missione navale.

In quanto alle costruzioni per quella Marina, fa presente che qualche mese addietro sono state iniziate intese fra il Governo spagnuolo e due cantieri italiani. Le intese stesse sono attualmente ferme in relazione a difficoltà di soluzione della questione dei pagamenti. Per ora non esistono altre trattative.

Il Gr. Amm. Raeder afferma che nessuna trattativa esiste fra Germania e Spagna nel campo delle costruzioni navali.

L'Amm. Cavagnari assicura che la Germania sarà tenuta al corrente di qualsiasi eventuale iniziativa da parte italiana per la ricostruzione della Marina spagnuola.

Il Gr. Amm. Raeder chiede che la Marina italiana eserciti tutta la sua influenza sulla Marina spagnuola al fine di ottenere che la ricostruzione avvenga con indirizzo favorevole ai criteri operativi della Marina da guerra dell'Asse, specialmente per quanto riguarda i tipi di nave.

L'Amm. Cavagnari comunica che gli Ufficiali della Missione navale spagnuola recentemente venuta a Roma hanno dimostrato chiaramente la tendenza ad orientarsi nel senso da favorire le Marine dell'Asse.

Un indizio è la richiesta dei dati delle corazzate da 35.000 tonn. in relazione alla costruzione del grande bacino in muratura di Cadice.

Il Gr. Amm. Raeder si chiede se alla Spagna convenga le grandi corazzate, oppure se siano preferibili gli incrociatori idonei alla guerra contro il traffico oceanico: egli è per questi ultimi.

L'Amm. CavagnaTi condivide il parere, ed esprime la convinzione che la possibilità di realizzazione di corazzate da parte della Spagna sia ancora molto lontana.

Il GT. Amm. RaedeT chiede che l'Italia consigli la Spagna in modo da distoglierla dall'idea di costruire tali unità, e riafferma la necessità di evitare che altre Potenze si immischino nella ricostruzione di quella Marina.

L'Amm. CavagnaTi osserva a quest'ultimo proposito che ambedue le Potenze dell'Asse dovranno vigilare, specialmente nei riguardi della Gran Bretagna.

Il GT. Amm. RaedeT dichiara di non aver altro da aggiungere. Esprime la sua gratitudine per il modo con il quale sono state condotte le conversazioni e per lo spirito di collaborazione italiana.

Conclude assicurando che si interesserà ed interverrà affinchè le richieste di prestazione siano esaudite.

L'Amm. CavagnaTi dichiara che le richieste italiane sono state poste tutte chiaramente e francamente, con lo scopo di accelerare la preparazione della Marina italiana.

Ringrazia il Gr. Amm. Raeder, ed esprime la convinzione che Germania e Italia sotto la guida dei loro grandi Capi, sapranno validamente affrontare qualsiasi lotta.

La riunione ha termine con l'esame del comunicato da diramare alla stampa delle due Nazioni. Il convegno è chiuso per quanto riguarda le riunioni ufficiali.

APPENDICE V

IL MINISTRO DEGLI ESTERI D'UNGHERIA, CSfi..KY, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, CIANO

MAP SHOWING POSSIBILITIES FOR A SUPPOSED DIVISION OF TRANSYLVANIA

BETWEEN HUNGARY AND ROUMANIA (l)

M is the most Magyar territory including the almost purely Magyar regiom

o n the Western border and in the farthest East the land of the Székelys.

A and B -as well as C -are territories with strong Roumanian majorities. AB and the Eastern-most part of Ao, as well as B3 are the homelands of the Saxonians (Germans). Al and D have a dense Swabian (German) population.

The most Magyar parts of M are as said in the West on the plain and partly in the neighbouring mountains and again in the East including Marosvasarhely and the surrounding region to be compared with the ethnic map. The connecting centrai part of M, with the center in Kolozsvar, the capitai and most Magyar city, is inhabited by a mixed population of Magyars and Roumanians. The historical maps show that this territory was more strongly Magyar in the past refuting by this the alleged accusation of magyarization. The Roumanians of this territory are to a certain part of Magyar origin. They are not Greek-Orientals, like those in the South, but Greek-Catholics.

This whole territory must return under all conditions to Hungary, the Széklers beìng of the best Hungarian stock. As long as the Széklers remain in Roumania, no lasting peace can be thought of.

The corridor of mixed population between the Western and Eastern almost purely Hungarian regions must be large enough to maintain a safe communication especialiy also from the strategie point-of-view with the Eastern-most region and the borders.

This Eastern borderline of the Székely land is the most important frontier not only for Hungary but also for Europe. It includes the Eastern-most spur of the Carpathians, the bastion controling the narrow gap and road leading from Russia to the Balkans. May I remind the wars 1853-56 (Crimea etc).

The territory M alone is too narrow and lnsufficient for the purpose (as to be seen from the map). The map shows also the two main railway-lines and roads leading from the West to the East. Two roads and railway-lines are an elementary necessity for a safe connection and the possibility of defence in the East.

In consequence, it would be quite impossible to leave AB, A7 and B3 in the hands of Roumania. It is also clear that A9 und C could not be left to Roumania as this would endanger the Eastern railway and the Southern main road leading to the most important corner.

A9 is by the way an ethnically strongly mixed territory. C is a territory the rivers of which are running to Roumania, it has a Roumanian majority. but

(l) Appunto lasciato dal Conte Csaky in occasione del suo viaggio a Roma del 18-19 agosto 1939.

the territory and the popuiation are small and the handing of C to Roumania wouid cut in two the straight line of the Carpathian defence.

It is the same with the whoie territory of B. From the ethnicai point-of-view we wouid easily abdicate this territory. Its popuiation is in great majority Roumanian, partiy Saxon. The Ioss of this territory wouid make the administration of Hungary really easier but the defence of the Carpathians, this buiwark of Europe against Russia wouid be cut in two and there is no second effective line of defence behind the main wall of the Carpathians.

AB is a territory the autochthonous popuiation of which is Saxon. Two of the chief towns Segesvar (Schassburg) and Medgyes (Mediasch) are situated here. If AB wouid fall to Hungary, and Ao with Nagyszeben wouid fall to Roumania, the Saxon Iand wouid be cut in two. Nevertheiess, you can see from the map that for the communication and the connection of the Székler Iand with Hungary AB and AS wouid be of the greatest importance. In the Western part of AB Iies Baiàzsfaiva (Biaj) the spirituai center of the Roumanians in Transyivania. In AS lies Gyulafehérvar (Alba Julia) which the Roumanians consider as one of their historicai piaces. But this town is also and since much earlier times a Hungarian historical piace. It was the capitai of the chieftains of Hungarian Transyivania before and after St. Stephen's reign. It was the capitai of the Transyivanian princes while Transyivania was an independent country which maintained Hungarian tradition during the Turkish invasion of centrai Hungary. It is the residence of the Roman Cathoiic (Magyar) bishop of Transyivania, etc. etc. Both history as well as communication and strategy are pleading for a restauration of AS to Hungary.

A6 and A7 are in majority Roumanian. But the denseiy inhabited Western half is aiready on the Hungarian piain whereas the mountains are sparseiy' inhabited. The mountains of these two regions are dominating the railway Ieading from Hungary through Nagyvarad to Koiozsvar and all the rest of Iand to the East. It wouid be a danger from the point-of-view of defence if these regions would fall to Roumania.

It is the same though in a Iesser degree with A4.

It is easy to see that the railway and road aiong the Maros river Ioses ali strategie importance for both countries if Transyivania is divided. This line the main international railway line from Budapest to Bucarest -wouid oniy have a commerciai interest. Here we considered three possibilities. One is a frontier along the river. The other two are frontiers on the hills to the North orto the South giving A3 to Roumania or A2 and Al to Hungary. The Western part of Al with Temesvar is a very rich country from the agriculturai point-ofview, a mainiy Swabian country. The argument for not wanting_it back is that our non-Magyar population wouid grow the annexion higher. From the other side it is not a Roumanian country and bound by this and the feelings of its German popuiation to Hungary.

The region Al could not form an exchange for any region of inner Transylvania, any part of M or the adjacent regions. If Al shouid not be reannexed to Hungary at Ieast, the region D should be reannexed since the actual frontier comes much too near to Szeged, the second big town of Hungary, too near both from the strategie and the commerciai point-of-view.

APPENDICE VI

IL SEGRETARIO DI STATO BRITANNICO, HALIFAX, ALL'INCARICATO D'AFFARI A. I. A LONDRA, CROLLA (l)

Foreign Of]ice -S.W.l

L. PERSONALE. 29th August, 1939.

My dear Chargé d'Affaires,

I am most grateful to you for having sent me in your letter of the 28th August Reuter's report of an article by Signor Gayda in the « Giornale d'Italia » of that date.

I can assure you that we fully appreciate the calm tone of Signor Gayda's article and, as you know, it is in that spirit that we are striving to find a peaceful issue from the present crisis.

As Signor Gayda points out, nothing irreparable has yet happened; as long as that remains true we shall not cease our efforts for peace; and we are glad to feel that in this task we can count on the full support of Signor Mussolini.

Believe me,

Yours very sincerely

Halifax

(l) Sulla busta:

Persona! by S!lecial messenger

Signor Guido Crolla Italian Embassy 4 -Grosvenor square -W. l.

APPENDICE VII

AMBASCIATE E LEGAZIONI DEL REGNO D'ITALIA ALL'ESTERO

(Situazione al 23 gennaio 1939)

AFGHANISTAN

Kabul -QUARONI Pietro, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; ANZILOTTI Enrico, primo segretario.

ALBANIA Tirana -JACOMONI DI S. SAVINO, nob. Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; BABUSCIO Rizzo Francesco, primo segretario; GABRIELLI Manlio, colonnello di fanteria, addetto militare e aeronautico.

ARABO-S.AUDIANO (Regno)

Gedda -SILLITTI Luigi, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; PAVERI FoNTANA Alberto marchese di Fontana Pradosa, primo segretario.

ARGENTINA

Buenos Aires -PREZIOSI S. E. Gabriele, ambasciatore; SERENA DI LAPIGIO (dei baroni nob. Ottavio, consigliere; LoNGO Ulisse, generale di brigata aerea, aiutante di campo onorario di Sua Maestà il Re Imperatore, addetto aeronautico; MARCATILI nob. dei conti Michele, capitano di fregata, addetto, navale.

BELGIO Brusselle -LoJACONo S. E. Vincenzo, ambasciatore; SILENZI Renato, consigliere; PANSA Mario, primo segretario; BoNELLI Aldo, tenente colonnello di S. M., addetto militare; MARGOTTINI Carlo, capitano di vascello, addetto navale; GAGLIANI Luigi, tenente colonnello, aiutante di campo onorario di S. lVI. il Re Imperatore, addetto aeronautico.

BOLIVIA

La Paz -MARIANI Luigi, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LONGO Ulisse, generale di brigata aerea, addetto aeronautico.

BRASILE

Rio de Janeiro -SoLA S. E. Ugo, ambasciatore; GRAZZI Umberto, consigliere; TELESIO dei duchi di Torino, nob. don Giuseppe, primo segretario; ANT!NORI Orazio, marchese di Castel San Pietro Aquae Ortus, s-econdo segretario; LONGO Ulisse, generale di brigata aerea, addetto aeronautico; MARCATILI nob. dei conti Michele, capitano di fregata, addetto navale.

BULGARIA

Sofia -TALAMo ATENOLFI, nob. Giuseppe, marchese di Castelnuovo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario: DANEO Silvio, primo segretario; PAuLuccx Mario, secondo segretMio; SovERA Tullio, tenente colonnello di

S. M., addetto militare e aeronautico; FERRERO RoGNONI Raul, capitano di vascello, addetto navale.

CECOSLOVACCHIA

Praga -FRANSONI Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; BoRGA Guido, primo segretario; BoNFATTI Luigi, tenente colonnello di S. M., addetto militare; PALOTTA Natale, colonnello, addetto aeronautico.

CILE

Santiago -BoscARELLI S. E. nob. Raffaele, ambasciatore; OTTAVIANI Luigi. consigliere; LoNGO Ulisse, generale di brigata aerea, addetto aeronautico; MARCATILI nob. dei conti Michele, capitano di fregata, addetto navale.

CINA

Pechino -TALIANI DE MARCHIO S. E. marchese Francesco Maria, ambasciatore; ALESSANDRINI Adolfo, consigliere; PRINCIPINI Omero, tenente colonnello di

S. M., addetto militare; RuTA Mario, tenente di vascello, addetto navale.

COLOMBIA

Bogotà -CANTONI MARCA (dei conti) nob. Antonio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LoNGO Ulisse, generale di brigata aerea, addetto aeronautico.

COSTARICA

S. J osè -ScADUTO MENDOLA Gioacchino barone di Fontana degli Angeli, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LoNGO Ulisse, generale di prigata aerea, addetto aeronautico.

CUBA

Avana -PERSICO Giovanni, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; SPINELLI Pier Pasquale, primo segretario; LoNGo Ulisse, generale di brigata aerea, addetto aeronautico.

DANIMARCA

Copenaghen -SAPUPPO nob. Giuseppe, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LA TERZA Pierluigi, primo segretario; MARRAS Efisio, generale di brigata, addetto militare; PECORI Giraldi Corso, capitano di fregata, addetto navale; GAGLIANI Luigi, tenente colonnello, addetto aeronautico.

29 - Documenti diplomatici • Serie VIII · Vol. XIII

DOMINICANA (Repubblica)

Ciudad Trujillo -PoRTA Mario, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LoNGO Ulisse, generale di brigata, addetto aeronautico.

EGITTO

Cairo -MAZZOLINI Serafino, inviato straordinario e ministro plenipotenziario: BALDONI Corrado nob. di Montalto, primo segretario; DE CLEMENTI Alberto, terzo segretario.

EL SALVADOR (Repubblica di)

San Salvador -BoMBIERI Enrico, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LoNGo Ulisse, generale di brigata, addetto aeronautico.

EQUATORE

Quito -AMADORI Giovanni, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LoNGO Ulisse, generale di brigata, addetto aeronautico.

ESTONIA

Tallinn -CICCONARDI Vincenzo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; FERRETTI Raffaele, primo segretario; RoERO DI CORTANZE marchese Giuseppe, tenente colonnello di cav., addetto militare.

FINLANDIA

Helsinlci -KocH Ottaviano Armando, inV!iato straodinario e ministro plenipotenziario; COPPINI Maurilio, primo segretario; RoERO DI CoRTANZE marchese Giuseppe, tenente colonnello di cavalleria, addetto militare; LioTTA S. E. Aurelio, generale di squadra aerea, addetto aeronautico.

FRANCIA

Parigi -GUARIGLIA S. E. Raffaele, ambasciatore; CAPRANICA DEL GRIXLO marchese Giuliano, consigliere; VISCONTI PRASCA Sebastiano, generale di divisione, addetto miiltare; MARGOTTINI Carlo, capitano di vascello, addetto navale; ERCOLE Ercole, colonnello, addetto aeronautico.

GERMANIA

Berlino -ATTOLico S. E. Bernardo, ambasciatore; MAGISTRATI (dei conti) nob. Massimo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; ZAMBONI Guelfo, primo segretario; MARRAS Efisio, generale di brigata, addetto militare; LIOTTA S. E. Aurelio, generale di squadra aerea, addetto aeronautico.

GIAPPONE

Tokio -AURITI S. E. Giacinto, ambasciatore; ScAMMACCA barone Michele, consigliere; ScALISE Guglielmo, tenente colonnello, addetto militare; GIORGIS Giorgio, capitano di vascello, addetto navale; BRUNETTI Nerio, tenente colonnello, addetto aeronautico.

GRAN BRETAGNA

Londra -GRANDI S. E. nob. Dino conte di Mordano, ambasciatore; CROLLA Guido, consigliere; RuGGERI LADERCHI nob. dei conti Cesare, tenente colonnello di S. M., addetto militare; BRIVONESI Bruno, contrammiraglio, addetto navale; CALDERARA Attilio, colonnello, addetto aeronautico.

GRECIA

Atene -GRAZZI Emanuele, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (l); FoRNARI nob. Giovanni, primo segretario; MoNDINI Luigi, tenente colonnello, addetto militare; MoRIN Sebastiano, capitano di vascello, addetto navale e aeronatutico.

GUATEMALA

Guatemala -BoMBIERI Enrico, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Muzr FALCONI (dei baroni) nob. Filippo, primo segretario; LoNGO Ulisse, generale di brigata aerea, addetto aeronautico.

HAITI

Porto Principe -PoRTA Mario, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LoNGo Ulisse, generale di brigata aerea, addetto aeronautico.

HONDURAS

Tegucigalpa -BoMBIERI Enrico, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LONGO Ulisse, generale di brigata, addetto aeronautico.

IRAK Bagdad -GABBRIELLI Luigi, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

IRAN

Teheran -PETRUCCI Luigi, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; GIARDINI Renato, primo segretario.

IRLANDA

Dublino -BERARDIS Vincenzo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; MALASPINA di Carbonara e di Volpedo, marchese Folchetto, primo segretario; RUGGERI LADERCHI nob. dei conti Cesare, addetto militare; BRIVONESI Bruno, contrammiraglio, addetto navale.

(l) Dal 19 aprile 19il9.

JUGOSLAVIA

Belgrado -INDELLI Mario, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; GumoTTI Gastone, primo segretario; CoRONATI Emilio, colonnello d'artiglieria, addetto militare; MoRIN Sebastiano, capitano di vascello, addetto navale; PrRODDI Mario, addetto aeronautico.

LETTONIA

Riga -RoGERI dei conti di Villanova nob. Delfino, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Rrccro Luigi, primo segretario; RoERo DI CoRTANZE Giuseppe, tenente colonnello di cavalleria, addetto militare.

LITUANIA

Kaunas -Dr GIURA barone Giovanni, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CrPPrco conte Tristram Alvise, primo segretario; MARRAS Efisio, generale di brigata, addetto militare ed aeronautico; LIOTTA S. E. Aurelio, generale di squadra aerea, addetto aeronautico.

LUSSEMBURGO

Lussemburgo -TAMBURINI Antonio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

MESSICO

Città del Messico -MARCHETTI DI MURIAGLIO conte Alberto, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CATTANI Attilio, primo segretario; LoNGO Ulisse, generale di brgiata aerea, addetto aeronautico.

NICARAGUA

Managua -ScADUTO MENDOLA Gioacchino barone di Fontana degli Angeli, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LoNGO Ulisse, generale di brigata, addetto aeronautico.

NORVEGIA

Oslo -LoDI FE' Romano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; STAFFETTI conte Pier Carlo, primo segretario; PECORI GrRALDI Corso, capitano di fregata, addetto navale; GAGLIANI Luigi, tenente colonnello, addetto aeronautico.

PAESI BASSI

!/Aja -DIANA (dei marchesi) nob. Pasquale, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; AMBROSETTI Gino, p rimo segretario; BoNELLI Aldo, tenente colonnello di S. M., addetto militare; PECORI GIRALDI Corso, capitano di fregata, addetto navale;GAGLIANILuigi, tenente colonnello, addetto aeronautico.

PANAMA

Panama -CAPANNI Italo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LoNGO Ulisse, generale di brigata aerea, addetto aeronautico.

PARAGUAY

Assunzione -ToNI Piero, inviato straordinario e ministro plenipotenziM"io; LoNGO Ulisse, generale di brigata aerea, addetto aeronautico.

PERU'

Lima -FARALLI Iginio Ugo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; GARBACCIO Livio, primo segretario; LoNGO Ulisse, generale di brigata ael)ea, addetto aeronautico; MARCATILI nob. dei conti Michele, capitano di fregata, addetto navale.

POLONIA

Varsavia -ARONE S. E. Pietro barone di Valentino, ambasciatore; CARISSIMO Agostino, consigliere; RoERO DI CoRTANZE marchese Giuseppe, tenente colonnello di cavalleria, addetto militare, navale e aeronautico.

PORTOGALLO

Lisbona -MAMELI Francesco Giorgio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; GERBORE Pietro, primo segretario; MoNICo Umberto, capitano di vascello, addetto navale; FERRARIN Francesco, tenente colonnello, addetto aeronautico e militare.

ROMANIA

Bucartes -CHIGI Pellegrino, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CAPECE GALEOTA (dei conti) nob. don Giuseppe, duca della Regina, primo ~egretario; CosENTINI Giuseppe, tenente colonnello di cavalleria, addetto militare ed aeronautico; FERRERO RoGNONI Raul, capitano di vascello, addetto navale.

SANTA SEDE

Roma -PIGNATTI MORANO DI CUSTOZA S. E. conte Bonifacio, ambasciatore; FECIA dei conti di Cossato nob. Carlo, consigliere.

SIAM

Hangkok -UMILTÀ Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; GIORGIUS Giorgio, capitano di vascello, addetto navale.

SPAGNA

Madrid -VIOLA nob. Guido conte di Campalto, ambasciatore; RoNCALLI conte di Montorio Guido, consigliere; MoNICO Umberto, capitano di vascello, addetto navale; FERRARIN Francesco, tenente colonnello, addetto aeronautico.

STATI UNITI D'AMERICA

Washington -CoLONNA (dei principi) S. E. don Ascanio, ambasciatore; CosMELLI Giuseppe, consigliere; CUGIA dei marchesi di Sant'Orsola cavaliere nob. don Umberto, capitano di fregata, addetto navale; CoPPOLA Vincenzo, colonnello, addetto aeronautico e militare.

SUD AFRICA Pretoria -CoRTESE Paolo, incaricato d'affari; STRIGARI Vittorio, primo segretario.

SVEZIA

Stoccolma -MELI LuPI DI SoRAGNA TARASCONI marchese Antonio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; SPALAZZI Giorgio, primo segretario; MARRAS Efisio, generale di brigata, addetto militare; PEcoRI GIRALDI Corso, capitano di fregata, addetto navale; GAGLIANI Luigi, tenente colonnello, addetto aeronautico. SVIZZERA

Berna -TAMARO Attilio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CITTADINI conte Pier Adolfo, primo segretario; BrANCHI Tancredi, colonnello di S. M., addetto militare; ERcOLE Ercole, colonnello, addetto aeronautico.

TURCHIA

Ankara -DE PEPPO S. E. Ottavio, ambasciatore; BERlO Alberto, consigliere; BoGLIONE Gabriele, colonnello d'artiglieria, addetto militare e aeronautico; FERRERO RoGNONI Raul, capitano di vascello, addetto navale.

UNGHERIA

Budapest -VINCI GIGLIUCCI conte Luigi Orazio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; FORMENTINI Omero, primo segretario; GARIGLIOLI Arnaldo, tenente colonnello, addetto militare; PALLOTTA Natale, colonnello, addetto aeronautico.

UNIONE DELLE REPUBBLICHE SOVIETICHE SOCIALISTE

Mosca-Rosso S. E. Augusto, ambasciatore; MASCIA Luciano, consigliere; VALFRÈ DI BoNzo CoRRADO, tenente colonnello, addetto navale ed aeronautico.

URUGUAY

Montevideo -BELLARDI Rrccr Alberto, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; SrLVESTRELLI Luigi nob. di Toscanella, primo segretario; LoNGO Ulisse, generale di brigata aer.ea, addetto aeronautico.

VENEZUELA

Caracas -CAFFARELLI (dei duchi) nob. Filippo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LoNGO Ulisse, generale di brigata aerea, addetto aeronautico.

APPENDICE VIII

UFFICI DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

(Situazione al 27 novembre 1939)

MINISTRO SEGRETARIO DI STATO

CIANO S. E. Galeazzo conte di Cortellazzo, ambasciatore.

SOTTOSEGRETARIO DI STATO PER GLI AFFARI ALBANESI BENIN! S. E. Zenone, Consigliere Nazionale.

GABINETTO DI S. E. IL MINISTRO

Coordinamento generale -Affari confidenziali -Ricerche e studi in relazione al lavoro del Ministro -Rapporti con la Real Casa, con la Presidenza del Consiglio e col P.N.F. -Relazioni del Ministro col Senato, la Camera dei Fasci e delle Corporazioni e col Corpo diplomatico -Udienze -Tribuna divlomatica.

CAPO DI GABINETTO

ANFuso Filippo, inviato straordinario e Ministro plenipotenziario di la classe.

CAPO DELLA SEGRETERIA P ARTICOLARE

NATALI Umberto, console generale di 2a classe.

SEGRETERIA PARTICOLARE DI S. E. IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO PER GLI AFFARI ALBANESI

Capo della Segreteria particolare: SoARDI nob. Carlo Andrea, primo segretario di legazione di 2a classe. Segretari: MACCAFERRI Franco, addetto consolare -BoRROMEO conte Giovanni Ludovico, volontario diplomatico-consolare.

UFFICIO DI CERIMONIALE Regole del cerimoniale -Lettere reali -Credenziali -Lettere di richia mo -Pieni poteri -Privilegi ed immunità degli agenti diplomatici e consolari -Franchigie in materia doganale ai regi agenti all'estero e e agli agenti stranieri in Italia -Massimario -Visite e passaggi di Capi di Stato, Principi e autorità estere -Decorazioni nazionali ed estere.

Capo ufficio: GEISSER CELESIA DI VEGLIASCO Andrea, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2a classe.

UFFICIO DI INTENDENZA

Archivio storico -Biblioteca -Pubblicazioni di carattere amministrativo -Custodia e manutenzione della Sede del Ministero -Servizi automobilistici e telefonici -Disciplina del persone di servizio.

Capo ufficio: ToscANI nob. Angelo Patrizio di Cosenza, inviato straordinario e Ministro plenipotenziario di ta classe.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI D'EUROP A E DEL MEDITERRANEO

Direttore generale: BuTI S. E. Gino, ambasciatore. Vice Direttore generale: GuARNASCHELLI Giovanni Battista, console generale di ta classe.

UFFICIO I

Belgio-Danimarca -Francia -Germania -Gran Bretagna -Lussemburgo -Paesi Bassi -Polonia -Portogallo -Spagna -Stati Baltici -Stati Scandinavi -Svizzera -Unione delle Repubbliche Sovietiche Socialiste.

Capo ufficio: GrusTINIANI (dei marchesi) nob. Raimondo, primo segretario di legazione di 2a classe.

UFFICIO II

Bulgaria -Grecia -Jugoslavia -Romania -Slovacchia -T'urchia Ungheria -Affari concernenti le Isole Italiane dell'Egeo.

Capo ufficio: ScAGLIONE Roberto, primo segretario di legazione di 2a classe.

UFFICIO III

Mediterraneo -Paesi del Mediterraneo e del Ma1· Rosso -Africa Orientale Italiana.

Capo ufficio: GUARNASCHELLI Giovanni Battista, predetto.

UFFICIO IV

Affari con la Santa Sede.

Capo ufficio: GUGLIELMINETTI Giuseppe, consigliere di legazione.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI TRANSOCEANICI

Direttore generale: PRUNAs nob. cavaliere don Renato, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2a classe.

UFFICIO I Africa (eccetto i paesi di competenza di altri uffici).

Segretario: PASQUINELLI Cesare, volontario diplomatico-consolare.

UFFICIO II

Asia (eccetto i Paesi di competenza di altri uffici) -Oceania

Segretari: MACCHI dei conti di Cellere Francesco, console di 2a classe -MussA Paolo Emilio, .volontario diplomatico-consolare.

UFFICIO III

America del Nord.

Capo ufficio: DE VERA d'ARAGONA duca d'Alvito, nob. Carlo Alberto, primo segretario di legazione di la classe.

UFFICIO IV

America Latina.

Segretari: BoccHINI Marcello, addetto consolare -FAA' DI BRUNO (dei marchesi) nob. Franco, volontario diplomatico-consolare.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI GENERALI

Direttore generale: VITETTI nob. dei conti Leonardo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di la classe.

UFFICIO I

Istituti Internazionali -Conferenze e congressi internazionali Coordinamento culturale.

Capo ufficio: DE AsTis Giovanni, consigliere di legazione.

UFFICIO II

Coordinamento militare, navale ed aeronautico -Missioni militari Commissione suprema di difesa -Materiali di guerra.

Capo ufficio: GALLINA Vitale, console di 2a classe.

UFFICIO III

Trattati ed Atti.

Capo ufficio: LANZARA Giuseppe, console di la classe.

UFFICIO IV

Affari riservati.

Capo ufficio: VmAu nob. Luigi, predetto.

UFFICIO V

Ricerche e studi su materie storiche e questioni internazionali -Schedari Rubriche Pubblicazioni di carattere storico-diplomatico Sezione geografica

Capo ufficio: MoNACO Adriano, consigliere di legazione.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI COMMERCIALI

Direttore generale: GIANNINI S. E. Amedeo, ambasciatore, presidente di sezione del Consiglio di Stato, senatore del Regno.

UFFICIO I

Affari Generali -Comunicazioni aeree, terrestri e marittime -Fiere, Congressi, Esposizioni.

Capo ufficio: MoscA Bernardo, consigliere di legazione.

UFFICIO II Commercio coi paesi di Europa e del Mediterraneo.

Capo ufficio: LA TERZA PIERLUIGI, primo ~egretario di legazione di la classe.

UFFICIO III

Commercio transoceanico

Capo ufficio: CANTONI MARCA (dei conti) nob. Antonio, predetto.

DIREZIONE GENERALE DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO

Direttore generale: DE Crcco Attilio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2a classe. UFFICIO I Case d'Italia -Dopolavoro all'Estero -Propaganda e Assistenza.

Capo ufficio: MORGANTI Loffredo, console di 2u classe.

UFFICIO II

Affari privati

Capo ufficio: MENZINGER DI PREISENTHAL nob. Enrico nobile del S. R. L, consigliere di legazione. UFFICIO III

Scuole all'estero -Attività culturaLi -Istituti di cultura

Capo ufficio: CARosr Mario, console di la classe.

DIREZIONE GENERALE DEL PERSONALE E DELL'AMMINISTRAZIONE INTERNA

Direttore generale: LEQUIO Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di la classe.

UFFICIO I

Personale di Gruppo A delle carriere dipendenti dal Ministero degli Affari Esteri -Personale consolare di seconda categoria -Uffici diplomatici e consolari all'estero -Ispezioni degli Uffici all'estero -Questioni che si riferiscono all'ordinamento del Ministero e delle carriere diplomatica, consolare e degli interpreti -Concorsi, nomine ed ammissioni, commissioni di avanzamento, consigli, commissioni e comitati presso l'Amministrazione centrale -Addetti militari, navali, aeronautici, commerciali, per la stampa e loro uffici -Personale e uffici diplomatici e consolari esteri in Italia -Bollettini del personale -Passaporti diplomatici, di servizio e ordinari, libretti e richieste ferroviarie per il personale -Rapporti con il P. N. F., la M. V. S. N. e le Amministrazioni dello Stato, per quanto riguarda il personale dipendente dal Ministero degli Affari Esteri.

Capo ufficio: DEL BALZo dei duchi di Presenzano don Giulio, primo segretario di legazione di 2a classe.

UFFICIO II

Personale dei gruppi B e C e personale subalterno delle carriere dipendenti dal Ministero degli Affari Esteri, escluso il personale delle scuole italiane all'estero. Concorsi, nomine ed ammissioni -Commissione di avanzamento e Consigli del Ministero, ed in generale tutte le questioni relative alla carriera e all'ordinamento del personale suddetto -Bollettini che si riferiscono al personale stesso -Personale di ogni gruppo appartenente ad altre Amministrazioni e comandato presso il Ministero degli Affari Esteri -Personale avventizio in servizio presso l' Amminisituazione Centrale e gli Uffici dell'emigrazione nel Regno -Personale locale in servizio presso le Regie Rappresentanze diplomatiche e consolari.

Capo ufficio: FoNTANA Franco, console di la classe.

UFFICIO III

Gestione di tutti gli stabili e locali adibiti ad uso della Amministrazione centrale e dei RR. Uffici all'estero -Acquisto, vendita, affitto, permuta, manutenzione ordinaria e straordinaria, miglioramento e arredamento -Assicurazioni, inventari e contratti -Locazioni di immobili e locali per uso dei RR. Uffici -Ufficio del consegnatario -Deposito e distribuzione marche consolari e passaporti

Capo ufficio: AssERETO nob. Tommaso, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2a classe.

UFFICIO IV

Servizi Amministrativi

Capo ufficio: MoNTESI Giuseppe, console generale di 2a classe.

UFFICIO V

Co1·rispondenza e Archivi -Servizio Corrieri Diplomatici -Tipografia Riservata.

Capo ufficio: GRossARDI nob. Antonio, predetto.

UFFICIO VI (Cifra) Capo ufficio: PERVAN Edoardo, console generale di 2a classe.

SOTTOSEGRETARIATO DI STATO PER GLI AFFARI ALBANESI

UFFICIO I

Affari generali, politici e militari.

Capo ufficio: STRANEO, nob. Carlo Alberto, primo segretario di legazione di Ia classe.

UFFICIO II

Affari economici e finanziari.

Segretario: DE CARDONA Roberto, volontario diplomatico-consolare.

UFFICIO III

Cultura e Turismo.

Capo ufficio: CORRIAS Angelino, console di 2a classe.

UFFICIO V Capo ufficio: BERTUCCIOLI Romolo, console di Ia classe.

APPENDICE IX

AMBASCIATE E LEGAZIONI ESTERE IN ITALIA

(Situazione al 18 novembre 1939)

Afghanistan: S. E. ABDUL SAMAD Khan, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Argentina: S. E. il dr. Manuel E. MALBRAN, ambasciatore; signor Oscar ONETO AsTENGo, consigliere di ambasciata.

Belgio: S. E. il conte André DE KERCHOVE de DENTERGHEM, ambasciatore; conte

F. Du CHASTEL DE LA HoWARDERIE, consigliere.

Bolivia: S. E. il dr. Antonio CAMPERO ARcE, ministro plenipotenziario e inviato straordinario; signor don Guglielmo CÉsPEDES RIVERA, 1° segretario.

Brasile: S. E. il signor Pedro Leào VELLoso, ambasciatore; signor dr. Adriano DE SouzA QuARTIN, consigliere.

Bulgaria: S. E. il signor Svetoslav PoMENOV, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Anton KARANDJULOV, lo segretario; signor Strascimir VELCEV, tenente colonnello di S. M., addetto militare, aeronautico e navale.

Cile: S. E. il signor Ram6n BRIONES Luco, ambasciatore; signor Raul INFANTE, 1° segretario, incaricato d'affari (ad interim); signor Danilo BAssi, capitano di vascello, addetto navale.

Cina: S. E. il signor Lwu VoN TAo, ambasciatore; signor Hsù DAu-LIN, consigliere, incaricato d'affari (ad interim).

Colombia: signor Don Saturnino RESTREPO, incaricato d'affari (ad interim).

Cuba: S. E. il dr. Enrique ZAYAS y RUiz, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Signor dr. Carlos TABERNILLA y DoLz, consigliere incaricato d'affari (ad interim).

Danimarca: Signor Otto WADSTED, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Signor Hubert WICHFELD, consigliere di legazione.

Dominicana (Repubblica): Signor D. Telésforo R. CALDERÒN, 1° segretario incaricato d'affari (ad interim); Signor Anibal TRUJILLO MoLINA, generale di brigata, addetto militare.

Egitto: S. E. MosTAFA EL-SADEK Bey, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Signor AHMED FATHY EL-AKKAD, 1° segretario.

Equatore: S. E. il signor Luis Antonio PENA-HERRERA, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Antonio ALOMIA LARREA, tenente colonnello addetto militare.

Estonia: S. E. il signor dr. Johan LEPPIK, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Davide JANSON, 1° segretario.

Finlandia: signor Eero JA.RNEFELT, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Victor ALoNzo SUNMAN, colonnello di S. M., addetto militare e aeronautico.

Francia: S. E. il signor André FRANçois-PoNCET, ambasciatore; signor Hubert GuERIN, lo consigliere; signor Jean ToussAINT, generale di brigata, addetto militare; signor Robert de LAROSIÈRE, capitano di fregata, addetto navale; signor Roger PouPoN, colonnello, addetto aeronautico.

Germania: S. E. il signor Hans Georg von MACKENSEN, ambasciatore; barone Hilmar von BuLow, generale dell'Arma Aeronautica, addetto aeronautico; signor Enno von RrNTELEN, generale di brigata, addetto militare; signor LowrscH, capitano di vascello, addetto navale; signor von STRAUTZ, consigliere di ambasciata.

Giappone: S. E. il signor Eiji AMAU, ambasciatore, incaricato d'affari; signor Tamao SAKAMOTO, consigliere d'ambasciata; signor Yasuo KARAKAWA, colonnello di artiglieria di S. M., addetto militare ed aeronautico per l'esercito; signor Hideo HIRAIDE, capitano di vascello, addetto navale ed aeronautico per la marina.

Gran Bretagna: S. E. sir PERCY LYHAM LORAINE, ambasciatore; sir Noel CHARLES, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; sir Philip W. BoWYERSMYTH, capitano di vascello, addetto navale; signor M. B. BuRROWS, colonnello, addetto militare; signor C.E.H. MEDHURsT, colonnello, addetto aeronautico.

Grecia: S. E. il signor Pietro METAXAS, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Giovanni RoMANOS, consigliere; signor Alessandro AsSIMACOPOULOS, colonnello, addetto militare, navale ed aeronautico.

Guatemala: S. E. il generale Victor DuRAN MoLLINEDO, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor J. Ramiro DuRAN Y FIGUEROS, segretario.

Haiti: S. E. il signor Enrico Alfonso LARAQUE, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Irak: signor Ata AMIN, incaricato d'affari (ad interim); signor Abdul KADIR SALIH, segretario.

Iran: S. E. il signor Mostapha ADLE, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Gholam-ALI SAMSAMI, 1° segretario; Colonnello Sadegh CHEYBANI, addetto militare.

Irlanda: S. E. il signor Michaèl MAc WHITE, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Jugoslavia: S. E. il signor Bochko CHRISTITCH, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Paul BELJANSKI, consigliere; signor Radmilo S. TROJANOVIC, maggiore di artiglieria in servizio di S. M., addetto militare, navale e aeronautico.

Lettonia: S. E. il prof. Arnold SPEKKE, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Janis RIEKSTINS, 1° segretario.

Lituania: S. E. il signor Stasys LozoRAITIS, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Juozas GAURILIUS, segretario.

Manciukuo: S. E. il signor Hsu-SHAO-CHING, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor AKro MISHIRO, consigliere.

Messico: signor dr. Manuel MAPLES ARCE, consigliere, incaricato d'affari (ad interim); signor José GoROSTIZA, 1° segretario; signor Luis ALAMILLO FLoREs, tenente colonnello di cavalleria, addetto militare.

Monaco: S. E. il signor Fernando CouGET, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Nicaragua: S. E. il signor Tomas Francisco MEDINA, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Norvegia: signor Ludig AUBERT, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor dr. Arnold BAKKE, consigliere.

Paesi Bassi: S. E. il signor dr. Jan HUBRECHT, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Jonkheer M. W. DE WEEDE, 1° segretario.

Panama: S. E. il signor Ernesto BRIN, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Paraguay: signor dr. Carlos NoGUES, incaricato d'affari (ad interim).

Perù: S. E. il prof. José M. MANZANILLA, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Luis F. LANATA CounY, 1° segretario incaricato d'affari (ad interim): signor Jorge VARGAS, colonnello di S. M., addetto militare; signor Carlos ZEGARRA LANFRANCO, comandante, addetto aeronautico.

Polonia: S. E. il Generale Boleslao WIENIAWA DTUGOSZOWSKI, ambasciatore; signor Alessandro ZAWISZA, consigliere; Signor Mariano RoMEYKO, tenente colonnello, addetto militare, navale e aeronautico.

Portogallo: S. E. il prof. dr. José LoBo D'AVILA LIMA, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor dr. José Eduardo VAZ SARAFANA, lo segretario.

Romania: S. E. il signor Raoul BossY, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Dumitru BuznuGAN, consigliere di Legazione; signor Georges PETRESCO, colonnello di S. M., addetto militare signor Mihail STEFANESCU, tenente colonnello, addetto navale e aeronautico.

Santa Sede: S. E. Monsig. Francesco BoRGONGINI DucA, arcivescovo di Eraclea, nunzio apostolico; Monsig. Giuseppe MISURACA, consigliere.

Slovacchia: signor dr. Miloslav J. ZVRSKOVEC, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor dr. Josef A. MIKus, 1° segretario.

Spagna: S. E. il signor D. Pedro GARCIA CoNDE, ambasciatore; signor D. Manuel DE TRAVESEDO, ministro plenipotenziario, consigliere; signor D. M. Manuel VILLEGAS, tenente colonnello di S. M., addetto militare e aeronautico; signor

D. Francisco REGALADO, capitano di vascello, addetto navale.

Stati Uniti d'America: S. E. il signor William PHILLIPS, ambasciatore; signor Edward L. REED, consigliere; signor George H. PAINE, colonnello di artiglieria, addetto militare e aeronautico; signor Thomas C. KINKAID, capitano di vescello, addetto navale e aeronautico per la marina.

Sud Africa (Unione del): S. E. il dr. Albert HEYMANS, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor dr. H. M. STOKER, segretario.

Svezia: signor Cari Einar THURE AF WIRSÉN, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; conte STACKELBERG, 1° segretario; signor Harry WESTER, maggiore di artiglieria, addetto militare e aeronautico; signor O.H.L. HAM · MARGREN, tenente di vascello, addetto navale ed aeronautico per la marina.

Svizzera: S. E. il signor Paul RuEGGER, inviato straordinario e ministri' plenipotenziario; signor Louis H. MICHELI, consigliere; signor Charles de WATTEVILLE, colonnello, comandante di brigata, addetto militare e aeronautico.

Thailandia: S. E. il signor Luang SIRI RAJMAITRI, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Khun PRAKOB SANTISUKH, segretario; signor Mom SNIDVONGESENI, colonnello di S. M., addetto militare, navale ed aeronautico;

Turchia: S. E. il signor HtisEYIN RAGIP BAYDUR, ambasciatore; signor Bedi ARBEL, consigliere; signor Riistti ERDELHUN, colonnello di S. M., addetto militare ed aeronautico; signor ARIF KoRAL, capitano di S. M. addetto militare ed aeronautico aggiunto.

Ungheria: S. E. il barone Federico VILLANI, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Ladislao NAGY DE GALÀNTHA, consigliere; signor Vitéz Ladislao SzABÒ, colonnello di S. M., addetto militare e aeronautico.

Unione delle Repubbliche Sovietiche Socialiste: S. E. il signor Nicola GoRELKIN, ambasciatore; signor Leo HELFAND, consigliere, incaricato d'affari (ad interim); signor ing. Nikifor CERNAIEV, addetto militare e aeronautico a. i.

Uruguay: S. E. il signor Federico GRDNWALDT CUESTAS, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor Hilberto Caetano FABREGAT, segretario.

Venezuela: S. E. il dr. Santiago KEY AYALA, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; signor dr. J. M. CAsAs BRICENO, consigliere incaricato di affari (ad interim).